E’ possibile parlare di modifiche all’orario di servizio dei docenti?

E’ possibile parlare di modifiche all’orario di servizio dei docenti?

 di Pasquale D’Avolio

Prima premessa: l’incauta mossa del Ministro Profumo di modificare il contratto in maniera unilaterale circa l’orario di servizio dei docenti delle medie e superiori almeno un merito l’ha avuto, quello di riaprire il dibattito sull’orario di servizio nella scuola, oltre ai tanti “demeriti”, tra cui quello di bloccare le scuole sulle attività “non obbligatorie” rifiutate (legittimamente?) dai docenti.

Seconda premessa: perché le 24 ore di docenza sarebbero “insostenibili” per i professori delle superiori mentre è accettato pacificamente per gli insegnati del I ciclo e della Scuola dell’infanzia, che ne fanno 25? La docenza non è “unica” come è stato più volte ribadito in questi ultimi anni? E perché nelle scuole paritarie il “recupero” delle ore non lavorate durante i periodi di sospensione delle lezioni è un dato acquisito, senza che ciò abbia provocato reazioni indignate da parte delle OOSS?

Torno alla prima premessa. Il merito della “provocazione” ministeriale (ché di questo si tratta, perché una qualsiasi corte di giustizia amministrativa l’avrebbe cassata immediatamente) è che si torna a parlare della “funzione docente” e della possibilità di definire contrattualmente l’impegno dei docenti nella scuola (vedi gli interessanti contributi apparsi su questo e altri siti, in particolare citerei l’approfondita analisi di Cerini); connessa è la vexata questio tra la figura del docente-professionista (per definizione “atipica”) e quella di “dipendente statale” con obblighi e diritti sanciti nella legislazione del pubblico impiego. Mi chiedo en passant se la “contrattualizzazione statale” sia un istituto adeguato per una professione che sfugge a una rigida definizione dei “carichi di lavoro”, così come concepita nel pubblico impiego. Sempre provocatoriamente, ma non tanto, direi che si possa pensare a una vera contrattazione di istituto e, perché no?, anche a una individuale, una volta stabilito il “compenso minimo” per la prestazione docente. Tralascio la questione della “qualità” e del merito, che richiederebbero altre considerazioni

Invece di accampare improbabili decadimenti della “didattica” a causa delle 24 ore (che già oggi molti insegnanti fanno volontariamente con compenso “aggiuntivo”) o scagliarsi contro il Governo per la sua “pretesa” di risparmiare sul bilancio del MIUR (in tempi di crisi profonda e con decine di migliaia di licenziati o disoccupati), si potrebbe aprire un dibattito costruttivo che miri a coniugare qualità del servizio e valorizzazione della funzione docente, che non si esplica più (e di questo non solo i contratti ne prendono atto) nella semplice “lezione” in aula.

In  sostanza l’innalzamento delle ore di servizio a scuola, non necessariamente di docenza, può essere giustificato e al limite attuato  “senza oneri aggiuntivi” per lo Stato e senza “tagli” che in questo momento, dopo la “sforbiciata” del duo Tremonti-Gelmini e il blocco di stipendi e pensioni, sono davvero improponibili.  Provo a fare qualche esempio.

L’altra sera la TV ha ritrasmesso il bel film di Giachetti “La scuola”: tutti hanno riconosciuto nel lavoro della prof. incaricata di fare l’orario settimanale la realtà vera delle nostre scuole. Il sottoscritto ha in mente le lotte all’ultimo sangue sul giorno libero, le ore di buco, le entrate posticipate o le uscite “accoppiate” (i docenti sanno a cosa mi riferisco) e le “disponibilità” alle supplenze volontarie o obbligate per il cosiddetto “completamento”. Ebbene perché non stabilire che ogni docente DEVE assicurare la sua presenza a scuola per l’intera mattinata (magari 5 giorni su 6) così da evitare il dramma delle “classi scoperte” o dell’”inseguimento” dei docenti, che, finito il loro orario, cercano di scappare per evitare supplenze necessarie. Tra parentesi, in molte scuole superiori si ricorre da tempo alle entrate posticipate o uscite anticipate degli alunni (che è un colpo al diritto allo studio!) per assenze brevi dei docenti, che non si riescono a coprire sia per ragioni di tempo sia per carenza di fondi per le supplenze. Questo vale naturalmente quando le assenze sono inferiori ai 15 giorni, così come previsto dalla normativa in vigore. Resta inteso che al di là di tale periodo è necessario ricorrere al supplente precario.

Ma non è solo per le supplenze che possono essere utilizzate le ore non di lezione eccedenti le 18 canoniche. Ci sono molteplici attività che i docenti possono dedicare alla scuola, dalla biblioteca ai laboratori alla progettazione di attività extrascolastiche o al massimo correggere i compiti, per coloro che hanno gli scritti. A parte la correzione dei compiti, attualmente compresa tra le attività non compensate (perché poi non capisco!), e che possono essere contabilizzate forfettariamente sull’orario di servizio delle 25 ore, per tutte le altre si potrebbe contrattare con le RSU alla stregua di quanto oggi avviene con il Fondo di istituto in quanto “impegno aggiuntivo”, così come oggi avviene per il personale ATA che deve restare a scuola 36 ore e al quale viene riconosciuto l’impegno aggiuntivo se svolgono attività extra durante l’orario di servizio (cosa che fa arrabbiare molti docenti i quali non concepiscono questa particolarità).

Le risorse per tale innovazione si possono trovare unificando il budget per le supplenze con il FIS e il Fondo per l’autonomia (ormai purtroppo ridotto al lumicino), che la scuola gestirà autonomamente e senza aggravio di spesa per lo Stato

Tutto ciò andrebbe naturalmente contrattato, ma è noto che il contratto è stato sospeso e quindi occorrerà aspettare prima di modificare l’orario di servizio.

Ma intanto parliamone!

Mi sia permesso aggiungere infine un punto sul quale c’è stato proprio all’inizio di quest’anno un interessante dibattito su alcune Riviste scolastiche (cito  Tuttoscuola on-line): è giusto che si debbano contare all’interno delle famose 40 ore di “attività funzionali all’insegnamento” ( mi riferisco essenzialmente a quelle per la programmazione di inizio anno e per le verifiche finali) quelle svolte in periodo di non attività didattica, quando cioè non si svolgono lezioni?

 

Islam e furbi di ogni generazione

Islam e furbi di ogni generazione

 di Vicenzo Andraous

Non condividere l’Islam, non credere nelle religioni altrui, non è peccato se non  c’è contrarietà affinché ognuno professi la propria in pace e serenità.

Non amare l’Islam non significa odiare quel credo per molti versi sconosciuto, neppure odiare una cultura e una tradizione diverse, oppure odiare chi non la pensa come me.

Cristo è dentro la mia religione ma ciò non mi pone nella condizione di odiare l’Islam, di non rispettare un altro popolo, di non essere fratello di ogni fratello: cristiano, mussulmano, ebreo o altro.

Non c’è Islam a fare la guerra, non c’è Maometto a indossare la muta da sub per sondare sottotraccia quali brecce aprire per conquistare altri territori di disumanità.

Non ci sono dei né semidei a fare da ponte agli estremismi, solamente furbi prezzolati di ogni generazione a ingenerare meccanismi perversi, marionette da mettere in campo, anche là, dove qualcuno ha ben definito la “terra di mezzo “ per indicare dove stanno coloro che rispettano l’uomo e le sue necessità, le sue urgenze di trasformare  un mondo  stanco di essere oppresso dai soliti truffatori di ieri, di oggi, e purtroppo di domani.

Un dittatore crudele muore, un ambasciatore del mondo muore, altri uomini muoiono nelle chiese, nelle moschee, nelle sinagoghe, le orde furiose attaccano, devastano le cose e i corpi, i simboli che appartengono all’umanità intera.

La vita viene presa e buttata di lato, è un film da scantinato impolverato, eppure è il detonatore usato per fare accadere una carneficina, per togliere di mezzo persone disposte a operare dinamiche di pace, di solidarietà, di fratellanza.

Uomini che fanno fatica a tradurre i bisogni di popolazioni sconquassate e tormentate da millenni di violenza, pedestremente raccontati a una parte di mondo colpevolmente disattento.

I paesi si incontrano, si scambiano le proprie esperienze, fanno vita assieme, dai più lontani ai più vicini, ogni paese custodisce la propria bellezza, unica e speciale, come deve essere, anche Dio non mette bandiera né stracci colorati per non rischiare di recintare un altro confine.

Dio, il tuo ed il mio, c’è, ma proprio perché di tutti, non raduna membra stanche e ferite per innalzare barriere invincibili-insormontabili, Dio è quello senza armi né parole di sangue, non tace quando alla sua porta è chiesta presenza, non stampa manuali di guerra, né fabbrica materia esplosiva, Dio è la parte di noi che non odia, non disprezza, non umilia le coscienze.

L’Islam e la sua gente non sono una parte di universo che si allontana, ma radice comune del mondo degli uomini, dove Dio cammina alla ricerca della sua umanità. Chi invece in suo nome non accetta regole di libertà per arginare l’orrore perpetrato intorno, non fa onore a quella religione, a quel Dio, a quel credo, e quando si spara e si uccidono i bambini, si mettono bombe che trucidano donne e vecchi innocenti, non si tratta di comandi dei libri sacri, ma del sangue della vergogna, inaccettabile, perché è prostituzione intollerabile delle verità, le quali non vestiranno mai abiti da mandante di alcun assassinio.

Più semplicemente ci sono i furbi di ogni generazione che attraverso l’oppressione, la prepotenza, la prevaricazione, il lutto di tanti innocenti, ricercano il potere sopra e sotto il diritto di ogni cittadino.

Non c’è l’Islam in discussione, né le religioni, sono gli uomini e le loro ideologie, utopisti “violenti nella pratica e illusi nella teoria”, a dare lineamenti carcerari e assolutismi omicidiari alle proprie azioni.

E’ necessario smetterla di barare con le parole, di giocare con le carte truccate dei significati, occorre abbandonare l’intolleranza che ci portiamo dentro, che non è per un altro Dio, ma per tutto ciò che è diverso da noi, per tutto ciò che non conosciamo, ma siamo bravissimi a giudicare.

Comunicato 20 novembre 2012

Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Ai Direttori Generali degli
Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI

Al Dipartimento per l’Istruzione
per la Provincia di
T R E N T O

Al Sovrintendente Scolastico per
la scuola in lingua italiana
B O L Z A N O

All’Intendente Scolastico
per la scuola in lingua tedesca
B O L Z A N O

All’Intendente Scolastico per la
scuola delle località ladine
B O L Z A N O

Al Sovrintendente Scolastico
per la Regione Valle d’Aosta
A O S T A

E p.c. Ai Dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado

Al FoNAGS
Presso la Direzione Generale per lo
Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

Al Forum Nazionale delle Associazioni Studentesche
LORO SEDE

Ai Presidenti delle Consulte Provinciali degli Studenti
LORO SEDI

Oggetto: 20 NOVEMBRE – GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA

Il 20 novembre 1989 l’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, nota a livello internazionale come “Convention on the rights of the Child”, successivamente ratificato dalla quasi totalità degli Stati membri risultando il documento internazionale più approvato nella Storia.

In Italia è diventato Legge dello Stato il 27 maggio 1991 – con la Legge N. 176 – ed è tuttora lo strumento giuridico più importante a livello mondiale per la tutela di ogni bambina e di ogni bambino, riconosciuto come soggetto attivo di diritti che deve potersi esprimere ed essere ascoltato in merito a tutte le questioni che lo riguardano.

I contenuti della Convenzione sono da sempre materia di approfondimento e discussione nelle aule delle scuole di ogni ordine e grado del nostro Paese, e la data del 20 novembre è ormai entrata di fatto nel calendario scolastico come occasione per attuare iniziative specifiche e momenti di riflessione dedicati ai temi dell’uguaglianza, dell’inclusione, della partecipazione e dell’ascolto.

In occasione del ventennale inoltre il Miur e l’Unicef hanno dato vita ad un Progetto pilota denominato “Verso una Scuola Amica” – giunto con successo al suo quarto anno – che vede più di mille Istituti scolastici impegnati sui temi oggetto della convenzione per ottenere l’attestazione di Scuola Amica, ovvero una scuola “dove la Convezione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza è conosciuta nei suoi contenuti, ma soprattutto viene attuata e vissuta quotidianamente, e per questo bambini e ragazzi ne diventano protagonisti”.

Il prossimo 20 novembre, nel promuovere le iniziative per le Celebrazioni della Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia, sarà l’occasione per invitare le Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado ad organizzare, nel pieno rispetto dell’autonomia didattica ed organizzativa e in collaborazione con l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, i Garanti delle singole Regioni, gli Enti Locali, le Associazioni del territorio e le Consulte provinciali degli studenti, momenti di studio, dibattiti e convegni scientifici, ma anche occasioni ricreative, aperte, ove possibile, alla partecipazione delle famiglie e finalizzate a coinvolgere il maggior numero di cittadini.

In considerazione dell’importanza e della rilevanza dell’iniziativa le SS.LL. sono pregate di assicurare la più ampia diffusione della presente nota presso le istituzioni scolastiche, assicurando nel contempo la più ampia collaborazione con le stesse nell’organizzaziondelle iniziative.

IL MINISTRO
F.to Francesco PROFUMO

Nota 20 novembre 2012, Prot.n. 8705

Nota 20 novembre 2012, Prot.n. 8705
Oggetto: Incontro Referenti regionali. Progetto di ricerac-azione “Lingue di scolarizzazione e curricolo plurilingue-interculturale-LSCPI”. Formazione in servizio dei docenti comprese nelle azioni di accompagnamento al riordino del 1° ciclo d’istruzione. Sulmona (AQ)  3 – 4 dicembre 2012.

 

Comprensivi per davvero…

Comprensivi per davvero…

di Ivana Summa

In una fase storica del nostro paese in cui gli eventi e gli avvenimenti vengono posti all’attenzione mediatica e consumati nel giro di qualche giorno, è molto raro che una notizia che riguarda la scuola sfugga a questa logica. In questi ultimi mesi, poi, a tenere banco sono le reazioni alle politiche di spending rewiew che riguardano la scuola. Scioperi bianchi, manifestazioni, occupazioni sembrano la quotidinianità delle nostre scuole e delle nostre piazze, almeno così sembra dall’informazione giornalistica e mediatica. Eppure, appena qualche mese fa l’argomento all’ordine del giorno era un’altra questione, anch’essa relativa a tagli da fare nella scuola per ottenere consistenti risparmi: il “dimensionamento” territoriale delle scuole previsto dalla Legge 111/2011 che fissa l’obbligo di accorpamento in istituti comprensivi delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie e secondarie di 1° grado che, per mantenere l’autonomia “devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche”.

Di tanti dibattiti, proteste, ricorsi alla Corte Costituzionale ormai non è rimasta più traccia e così a settembre molte scuole, specie nelle regioni meridionali che in passato non avevano provveduto a razionalizzare la rete scolastica, si sono dovute misurare con accorpamenti tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado. Infatti, poiché alcune regioni dovevano raggiungere parametri numerici irrinunciabili, l’inizio di quest’anno scolastico ha visto l’aggregazione delle scuole in istituti comprensivi, che hanno cominciato la loro trasformazione puntando innanzitutto sulla riorganizzazione amministrativa, finanziaria e gestionale. L’Emilia-Romagna, invece, non avendo l’urgenza di riorganizzare le scuole sul piano numerico, ha disposto l’avvio delle nuove istituzioni scolastiche entro il triennio 2012/2015, confermando “l’indirizzo a favore della diffusione del modello organizzativo verticale ritenuto particolarmente efficace in relazione alla qualità dell’offerta, quali la continuità didattica, l’integrazione fra le professionalità dei docenti dei diversi gradi”,… ed evidenziando “in particolare che la continuità educativa/didattica affermata negli orientamenti della scuola dell’infanzia, nelle indicazioni della scuola primaria e in quelli della scuola secondaria di 1° grado, sottolinea il diritto di ogni alunno ad ottenere un percorso scolastico unitario, organico e completo.”

Il Comune di San Lazzaro di Savena, partendo dalla delibera della Giunta regionale del 19 settembre 2011 sopra sinteticamente riportata, ha deciso di utilizzare questi tre anni per aiutare le attuali tre istituzioni scolastiche del territorio a diventare “comprensivi per davvero”, prevedendo l’istituzione di fatto degli istituti comprensivi per l’anno scolastico 2014/2015, mentre i prossimi due anni saranno utilizzati per progettare un percorso scolastico unitario, organico e completo. Da questa volontà di rifiutare unafusione a freddodelle scuole nasce il progetto “Comprensivi per davvero”, progetto che ha visto il protagonismo, oltre che delle scuole coinvolte, anche delle altre istituzioni presenti sul territorio e delle associazioni di genitori attraverso una modalità definita “laboratorio di partecipazione attiva per la progettazione della nuova rete scolastica”.

L’obiettivo generale del progetto è del tutto evidente, ma vale la pena di enunciarlo sia pure in modo sintetico:attivare i driver di un cambiamento consapevole,supportando un percorso di innovazione organizzativa in modo tale che possa diventare il terreno favorevole per sviluppare le competenze delle risorse professionali già presenti nelle scuole coinvolte.

 

Perchè diventare comprensivi per davvero?

Dovremmo sempre ricordare che il vero destino degli istituti comprensivi – fin dalla loro nascita nel 1994 – era ed è rimasto, nonostante le derive di questi ultimi anni, quello di qualificare l’offerta formativa praticando concretamente la continuità verticale, a livello formativo e curriculare, tra i tre diversi gradi di scuola e la continuità orizzontale, intesa come integrazione delle politiche educative a livello di governance territoriale. Ma per realizzare questo processo le scuole e le persone che ci lavorano dentro hanno bisogno di realizzare una vera e propria “transizione istituzionale ed organizzativa” e delle consapevoli “transizioni psicologiche”.

In questi ultimi due decenni le organizzazioni e le istituzioni sono coinvolte in mutamenti radicali che interessano le norme, le tecnologie, le strutture, le procedure e, di conseguenza, le competenze professionali necessarie per attraversare con successo queste profonde trasformazioni.

Le precedenti competenze, generate dalle appartenenze organizzative ed istituzionali dove le persone hanno interpretato ruoli già prescritti e vincolati a routine lungamente sperimentate, o si trasformano positivamente in questo passaggio – o, meglio, transizione – oppure, nel tentare di resistere a tutti i costi al cambiamento, sono destinate a cristallizzarsi ed impoverirsi.

In questa prospettiva, le competenze richieste per una transizione di successo, più che su un sapere basato sull’esperienza e su saperi codificati, sono fondate su un sapere che si arricchisce con l’agire in condizioni di incertezza, allorchè diventa fondamentale il riflettere sulle vecchie pratiche, il ricercarne e sperimentarne di nuove, elaborando strada facendo le rappresentazioni e la visione del nuovo contesto in cui si è chiamati a lavorare.

Ebbene, anche la trasformazione delle scuole in istituti comprensivi – se ben accompagnata nella fase di transizione – dovrebbe generare competenze che si creano in azione, mettendo in moto e trasformando, implicitamente ed esplicitamente, i saperi sociali da condividere nei nuovi contesti di lavoro che – lo sappiamo bene- possono diventare idiosincratici.

Il Progetto “Comprensivi per davvero” vuole fare da ponte tra il prima – le direzioni didattiche e le scuole medie – e il dopo, ovvero gli istituti comprensivi come nuovi contesti di lavoro per docenti e dirigenti e nuovi contesti formativi per gli alunni e le loro famiglie.

E’ bene, allora, chiarire che le persone, nel corso della loro vita affrontano numerosi cambiamenti, intesi come passaggi più o meno repentini e più o meno naturali, e, dunque, le transizioni esistono e non sono un male o un bene in sé, perchè l’esito positivo dipende da come ci si prepara ad affrontarle, da quali competenze si mettono in atto, se le si considera un’opportunità di sviluppo, di crescita e di arricchimento, oppure – come purtroppo accade nelle scuole che sono “costrette” a diventare istituti comprensivi – le si considera come una perdita di identità e di competenze perchè lo scenario viene immaginato imprevedibile e, dunque, minaccioso.

E’ facile comprendere allora che questo tipo di transizione, proprio perchè coinvolge sia le istituzioni (e non solo le scuole ma anche gli enti locali) che le persone (e non solo il personale della scuola, ma anche alunni e genitori) ha bisogno di un supporto che faccia da “contenimento”, che è una funzione fondamentale per orientare i diversi soggetti che di fronte a trasformazioni radicali mettono in atto sentimenti di “spaesamento”. I comportamenti di resistenza al cambiamento nascono proprio dal fatto che, non essendoci più “contenitori istituzionali” come avveniva in passato in cui il Ministero e gli IRRSAE/IRRE accompagnavano istituzionalmente la complessità di questa transizione, l’incertezza e l’imprevedibilità “oggettiva” delle transizioni si sommano alla “fragilità soggettiva” che rappresenta l’inevitabile stato psicologico di coloro che debbono riconsiderare perfino “la natura identitaria” della propria professionalità.

Ecco le ragioni per cui oggi assistiamo al paradosso che più aumenta la presenza degli istituti comprensivi nel panorama delle scuole del 1° ciclo, meno cresce la loro identità pedagogica e didattica! E tutto ciò accade perchè non viene rispettata la processualità di una così difficile transizione; processualità che è un percorso e non un evento, che coinvolge una pluralità di aspetti e di attori sociali ed individuali e il cui esito dipende dalla quantità e qualità di energie che si 5riesce a mobilitare.

Come diventare comprensivi per davvero?

Per chi è interessato a consultare il progetto e ad utilizzarne i materiali di lavoro, è utile andare sulla home page del Comune di San Lazzaro di Savena (Bologna), inoltrarsi sul link “la tua città” e da qui al progetto “Comprensivi per davvero”: Nella sezione è disponibile il materiale relativo ai Forum ed ai workshop già realizzati, gli atti normativi di riferimento, le tappe del progetto che è già attivo nella parte dell’elaborazione – che stanno realizzando i gruppi di ricerca delle tre scuole chiamate a lavorare insieme sulle nuove Indicazioni Nazionali per il primo ciclo d’istruzione – riguardante il Curricolo verticale. Il sito viene costantemente aggiornato sia nella parte relativa alle informazioni che in quella relativa ai materiali.

 

Nota 20 novembre 2012, MIURA00DGOS/ 7554

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

Segreteria del Direttore

 

Ai Dirigenti Scolastici e ai docenti dei Licei Musicali e Coreutici Statali e Paritari:

–       “Fusinato S.A. Marchesi” di Padova (PD)

–       “Marco Polo” di Venezia” (VE)

–       “Coll.Vescov. Barbarigo” Padova  (PD)

–       “Liceo Bertolucci” Parma (PR)

–       “Ottavio Colecchi”  Aquila  (AQ)

–        “Farnesina” Roma (RM)

–       “Carlo Rinaldini” Ancona (AN)

–       “G. Marconi” Pesaro (PS)

–       “A Palli Bartolomei” Livorno (LI)

–       “A Passaglia” Lucca (LU)

–       “T Stigliani” Matera (MT)

–       “Liceo artistico Musicale”  Potenza (PT)

–       “Alfano I” Salerno (SA)

–       “Don Lorenzo Milani” Acquaviva delle Fonti (BA)

–       “Archita Andrinico” Taranto (TA)

–       “ D. A. Azuni” Sassari (SS)

LORO SEDI

e.p.c.   Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali del Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Campania, Lazio, Toscana, Sardegna

LORO SEDI

 

Oggetto: Rete Nazionale “Qualità e sviluppo  dei licei musicali e coreutici”. Avvio seminari interregionali dedicati alla  validazione del “Portale della Rete” e  alla condivisione  di protocolli operativi per la collaborazione e l’integrazione delle reti di docenti e di studenti.

 

La Rete nazionale  “Qualità e sviluppo  dei licei musicali e coreutici” nel corso del primo anno di attività ha avviato la  progettazione e lo sviluppo delle principali attività al centro dell’Accordo di Rete e  condivise con tutti i Licei musicali e coreutici italiani nel corso dei seminari interregionali tenutisi ad Ancona, Padova, Salerno e Udine nei mesi di aprile, maggio e settembre 2012.

Tra le  attività previste nel piano di sviluppo particolare attenzione è stata data al supporto alla dimensione collaborativa da costruire  attraverso la realizzazione  di un Portale dedicato e la  costruzione/animazione  di  reti integrate di scuole, di docenti e di studenti  che, negli  ambienti di lavoro interattivi sviluppati  al suo interno,  possano  concretamente dar vita ad  attività di condivisione e scambio di progetti, materiali didattici, prodotti creativi realizzati nel corso e a sostegno delle loro attività educative e formative.

 

E’ stata, pertanto, programmata la realizzazione di  4 seminari interregionali dedicati :   alla validazione del Portale  e  alla condivisione  di protocolli operativi per la collaborazione e l’integrazione delle reti di docenti e di studenti dei Licei musicali e coreutici italiani che animeranno  le attività collaborative previste al suo interno.

 

Il primo di questi seminari si terrà nella sede del Liceo Coreutico “Leonardo da Vinci” di Bisceglie (BA) e vedrà la partecipazione di due docenti ( un docente di Tecnologie Musicali e uno di qualsiasi altra disciplina di indirizzo a scelta della scuola),  di 16  Licei musicali delle Regioni Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Campania, Lazio, Toscana, Sardegna,

 

Più in particolare nel corso delle attività seminariali :

–       verrà presentato il portale della rete e, nel corso di  attività laboratoriali strutturate, ne saranno sperimentati il funzionamento e le modalità di  implementazione e di collaborazione in  ogni sua area. Le attività che coinvolgeranno tutti i docenti presenti  nei seminari saranno realizzate con continua assistenza tecnica e utilizzando i materiali elencati  nell’Allegato tecnico di questa nota (Al.1). I docenti coinvolti nei seminari dovranno, perciò, acquisire  i diversi materiali, organizzarli  secondo le indicazioni fornite nell’allegato tecnico   e portarli  con sé,  in formato digitale per l’utilizzo nel corso della  attività di validazione.

 

Saranno, inoltre, discusse   e condivise:

 

–       le modalità di costruzione e integrazione delle reti di scuole,  docenti e studenti;

–       il profilo educativo e formativo  della dimensione collaborativa da realizzare all’interno del portale della Rete;

–       le procedure  di  attivazione e gestione dei nodi di rete e  di coinvolgimento di insegnanti e studenti nelle diverse aree di lavoro collaborativo ,  con particolare riferimento  all’implementazione dei Repositories dei progetti, dei  materiali didattici e  dei prodotti creativi realizzati nei Licei a supporto e nel corso delle attività formative.

 

Il processo di validazione del Portale e degli ambienti/ processi collaborativi proposti verrà concluso attraverso la compilazione in loco di una scheda di validazione che  permetterà ad ogni docente di esprimere una valutazione dell’effettiva  accessibilità e fruibilità degli ambienti presentati

 

Nel corso della attività seminariali, il “Gruppo di lavoro sullo sviluppo del portale”, costituito nell’ambito della Cabina di Regia della rete, supporterà le attività e  approfondirà, insieme ai docenti coinvolti,  i diversi aspetti e le specifiche problematiche riguardanti i temi ed ambiti di azione  sopra indicati.

 

 

Le scuole  coinvolte nel primo seminario organizzato presso il Liceo Coreutico “Leonardo Da Vinci”  di Bisceglie (BA) sono invitate a partecipare e  a trasmettere la conferma della loro adesione  via mail all’indirizzo:  BAPS030005@istruzione.it  all’istituto organizzatore  dell’incontro entro il 3 dicembre 2012.  

 

L’istituto organizzatore,  a sua  volta, avrà cura di fornire alle istituzioni scolastiche coinvolte la scheda di adesione ai seminari e più dettagliate informazioni /chiarimenti in merito al programma ( Allegato Tecnico alla presente nota) e allo svolgimento dell’iniziativa.

Il calendario dettagliato dei prossimi tre  Seminari verrà, invece, fornito nella nota che accompagnerà il secondo seminario in programma.

 

Per la buona riuscita dei seminari, a cui la Direzione Generale per gli Ordinamenti e per l’Autonomia Scolastica  assegna particolare importanza, sarà decisivo il contributo di tutti i soggetti coinvolti: dirigenti scolastici, docenti, conduttori dei gruppi di lavoro, nella prospettiva  di rafforzare l’azione della Rete nazionale  “Qualità e sviluppo  dei licei musicali e coreutici”  e di sostenere e valorizzare il processo  di costruzione  dell’identità  di  questa attesa e necessaria tipologia Liceale così da garantire la possibilità di scelta per  studenti e famiglie e mettere a disposizione del sistema istruzione una risorsa reale per il sostegno allo sviluppo dell’educazione musicale e coreutica nel nostro paese.

 

IL DIRETTORE GENERALE

Carmela Palumbo

 

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

 

Rete nazionale “Qualità e sviluppo dei licei musicali e coreutici”Seminari interregionali di validazione del Portale della rete e di condivisione di protocolli operativi per la collaborazione e l’integrazione  delle reti di docenti e di studenti

Ambito di riferimento:

Azioni integrate di Accompagnamento della riforma

Introduzione

 

Il Portale della Rete Nazionale “Qualità e sviluppo  dei licei musicali e coreutici “è uno spazio nato per promuovere e sostenere:

–       la comunicazione e l’ integrazione tra tutti i Licei italiani che hanno dato vita a percorsi educativi musicali e/o coreutici;

–       lo scambio e la condivisione di progetti, risorse per la formazione, prodotti creativi realizzati da studenti e docenti della rete nel corso delle attività di studio e di ricerca.

 

Il portale è stato perciò progettato e realizzato quale luogo di incontro, collaborazione, scambio,  tra  tutti   le reti di interesse collegate a questa esperienza: insegnanti,  studenti dei Licei, prima di tutto e, insieme, le  altre istituzioni delle filiere formative di riferimento ( Conservatori, Accademia, etc).

Il progetto di sviluppo del portale, date la sue caratteristiche (alto livello di interattività e orizzontalità di reti, pratiche, accessi)  e i suoi obiettivi,  è stato  discusso e condiviso nel corso dei  4 seminari nazionali (3 indirizzati ai Licei Musicali e 1 ai Licei Coreutici)  che si sono tenuti nei mesi di aprile, maggio e settembre in quattro differenti sedi (Ancona, Padova, Salerno e Udine) e ai quali sono stati invitati a partecipare i dirigenti e i docenti (2 per istituto) di tutti i Licei parte della Rete.

 

I seminari al centro di questo nuovo intervento promosso e organizzato della Rete “Qualità e sviluppo  dei licei musicali e coreutici”  sono stati ideati  e strutturati  quali interventi dedicati:

 

  1. alla validazione della struttura del portale e del suo funzionamento
  2. alla costruzione di reti Integrate di  scuole,  docenti e studenti a alla formazione sull’utilizzo di ambienti  collaborativi e sui processi di attivazione e movimentazione di reti di studenti e docenti  in ambienti  educativi web 2.0.

 

Più in particolare, nel corso delle attività seminariali :

 

–       verrà presentato il portale e ne saranno sperimentati  funzionamento e  modalità di  implementazione e di  collaborazione  in ogni sua area,  da tutti i docenti coinvolti nei seminari nel corso di  attività laboratoriali strutturate.

 

Saranno, inoltre, discusse   e condivise:

–       le pratiche e le modalità di costruzione e integrazione delle reti di scuole,  docenti e studenti;

–       il profilo educativo e formativo  della dimensione collaborativa da realizzare all’interno del portale della Rete;

–       le procedure  di  attivazione e gestione dei nodi di rete e  di coinvolgimento di insegnanti e studenti nelle diverse aree di lavoro collaborativo,  con particolare riferimento  all’implementazione dei Repositories dei progetti, dei  materiali didattici e  dei prodotti creativi realizzati nei Licei a supporto e nel corso delle attività formative.

 

Il processo di validazione del Portale e degli ambienti/ processi collaborativi proposti verrà concluso attraverso la compilazione in loco di una scheda di validazione che  permetterà ad ogni docente di esprimere una valutazione dell’effettiva  accessibilità e fruibilità degli ambienti presentati. Nei 4 seminari previsti che coinvolgeranno due insegnanti per ogni Liceo della rete  ( 40 insegnati in media per ogni seminario), il “Gruppo di lavoro per lo sviluppo del Portale”  costituito nell’ambito della Cabina di Regia della Rete, curerà  / supporterà  tutte le azioni di validazione/formazione previste e, insieme ai docenti, condividerà i diversi aspetti e le specifiche problematiche che emergeranno nel corso dei lavori.

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

 

Rete nazionale

Qualità e sviluppo dei licei musicali e coreutici

 

 

SEMINARIO NAZIONALE

 

RIVOLTO AI LICEI MUSICALI  STATALI E PARITARI

di tutte le Regioni Italiane

 

 

Azioni di validazione del portale della Rete nazionale dei Licei musicali e coreutici

 

Liceo Coreutico “Leonardo da Vinci”

Via Cala dell’Arciprete,1 -76011-

BISCEGLIE (BA)

 

12/13 Dicembre  2012

Organizzato in collaborazione con

LICEO GINNASIO DI STATO “C. RINALDINI” di Ancona

 

PROGRAMMA

Mercoledì  12 Dicembre  2012

mattina

 

Ore 8:30 REGISTRAZIONE DEI PARTECIPANTI

 

9.00 APERTURA LAVORI

Dirigente Scolastico Gianni Colangelo  di Bisceglie

 

SALUTI ISTITUZIONALI

Ore 09:15 Ispettore Donato  Marzano

Capo Ispettorato Scolastico e Dirigente uff V dell’USR Puglia

 

INTERVENTI

Ore 9:30 Aluisi Tosolini, Liceo Musicale “A.Bertolucci” di Parma  componente del “Gruppo di lavoro portale” e componente “Cabina di regia” della Rete  dei licei musicali e coreutici italiani

 

Il portale della rete  come strumento di  condivisione, diffusione  e valorizzazione  del potenziale educativo, formativo  e culturale dei licei musicali e coreutici italiani

 

Ore 9,45 Gemma Fiocchetta – MIUR –  Coordinatore “Gruppo di lavoro portale” e

componente “Cabina di regia” della Rete  dei licei musicali e coreutici italiani

 

Il Portale dei Licei Musicali e Coreutici struttura, reti, ambienti di lavoro collaborativi. Strumenti e pratiche per l’innovazione di sistema

 

Ore 10,15 Teresa Menduni, componente del “Gruppo lavoro portale”  e coordinatore cooperativa “IME Production work Andria”

 

Ambienti interattivi del portale procedure di accesso, funzionamento, protocolli di comunicazione

 

 

Ore 10, 30

Condivisione e discussione delle procedure di accesso al portale e dei protocolli per l’implementazione delle aree di lavoro collaborative  a cura degli studenti e dei docenti dei licei musicali e coreutici

 

Coordinano: Gemma Fiocchetta, Teresa Menduni, Aluisi Tosolini

 

 

 

Gruppo di lavoro 1

 

Ore 11,30 Navigazione approfondita del portale finalizzata alla comprensione  della struttura delle aree interattive e al corretto utilizzo degli strumenti di interazione online: area community

 

 

Coordinamento

 

Gemma Fiocchetta

Teresa Menduni

Aluisi Tosolini

IME  Production work

    Andria”

 

 

 

 

 

 

 

Gruppo di lavoro 2

 

Ore 11,30 Navigazione approfondita del portale finalizzata alla comprensione  della struttura delle aree interattive e al corretto utilizzo degli strumenti di interazione online: area community,

 

 

Coordinamento

 

Gemma Fiocchetta

Teresa Menduni

Aluisi Tosolini

IME  Production work  Andria”

 

 

Ore 13:00

PRANZO

 

 

Mercoledì 12 dicembre  2012

pomeriggio

Gruppo di lavoro 1

 

Ore 14,30 Inserimento  dati nell’area Area reti  del portale ( dati della scuola , dati docenti) Coordinamento

 

Gemma Fiocchetta

Teresa Menduni

Aluisi Tosolini

IME  Production work  Andria”

 

 

Gruppo di lavoro 2

 

Ore 14,30 Trasferimento file Repositories area collabora Coordinamento

 

Gemma Fiocchetta

Teresa Menduni

Aluisi Tosolini

IME  Production work  Andria”

 

Gruppo di lavoro 1

 

Ore 16,30 Trasferimento file Repositories area collabora del portale Coordinamento

 

Gemma Fiocchetta

Teresa Menduni

Aluisi Tosolini

IME  Production work  Andria”

 

 

Gruppo di lavoro 2

 

Ore 16,30 Inserimento  dati nell’area Area reti  del portale ( dati della scuola , dati docenti) Coordinamento

 

Gemma Fiocchetta

Teresa Menduni

Aluisi Tosolini

IME  Production work  Andria”

 

0re 18.00

Conclusione lavori

 

0re 20.00

CENA

 

 

 

Giovedì 13 Dicembre  2012

 

 

INTERVENTI

Ore 9:00 Breve restituzione dei risultati  del primo giorno di validazione e organizzazione dei gruppi di lavoro e delle  attività in coerenza con i risultati/ criticità rilevate nel primo giorno di lavoro 

 

Coordinano: Gemma Fiocchetta, Teresa Menduni , Aluisi Tosolini

 

 

 

INTERVENTI

Ore 9:30 Presentazione degli strumenti Cloud Computing Google Apps for education

 

a cura di : Teresa Menduni

 

 

INTERVENTI

Ore 10:00 Presentazione piattaforma collaborativa OPEN Sounds

 

a cura di : Prof Antonio Rodà  – Unità di  Ricerca del “Centro di Sonologia Computazionale” (CSC)  del  Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione  dell’ Università degli studi di  Padova –

 

 

 

Gruppo di lavoro 1

 

Ore 10,30  

Inserimento  dati nell’area Area reti  nell’area collabora,  nell’area eventi  e nell’area scambi culturali del portale ( dati della scuola , dati docenti).

Coordinamento

 

Gemma Fiocchetta

Teresa Menduni

Aluisi Tosolini

IME  Production work  Andria

 

 

Gruppo di lavoro 2

 

Ore 10,30 Inserimento  dati nell’area Area reti nell’area collabora e nell’area eventi e nell’area scambi culturali del portale ( dati della scuola, dati docenti).

 

Coordinamento

 

Gemma Fiocchetta

Teresa Menduni

Aluisi Tosolini

IME  Production work  Andria

 

 

 

Ore 13.00 Compilazione questionario di validazione 

 

 

 

 

Ore 13.30

Pranzo

 

 

Parere CNPI 20 novembre 2012, MIURAOODGOS Prot.n. 7551

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica – Uff. VIII

Segreteria del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione.

 

All’On.le Ministro

SEDE

Oggetto: Parere sullo schema di DPR recante: “regolamento sul Sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione”.

Adunanza del 20 novembre 2012
IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

Vista la nota prot. n. 5488 del 4.09.2012 con la quale l’ Ufficio Legislativo ha chiesto il parere del C.N.P.I. in merito all’argomento in oggetto;

Visti gli artt. 24 e 25 del D. L.vo n. 297 del 16.4.1994;

Vista la relazione della Commissione consiliare, appositamente costituita per l’esame istruttorio, ed incaricata di riferire al Consiglio in ordine all’argomento in oggetto specificato;

dopo ampio ed approfondito dibattito;

ESPRIME

il proprio parere nei seguenti termini:

Il tema della valutazione nei sistemi di istruzione/formazione, è da tempo al centro degli interventi che i Paesi della comunità europea, e non solo, hanno realizzato nel corso degli anni.
Ovunque i Governi abbiano praticato politiche di valutazione, non sono mancate le reazioni delle categorie interessate e un dibattito che ha consentito progressivi aggiustamenti rispetto alle norme iniziali.

In sostanza il CNPI ritiene che la valutazione nell’ambito del sistema debba essere ricondotta a una pratica che , individuati obiettivi e percorsi, proceda periodicamente per aggiustamenti progressivi utilizzando al meglio i contributi che possono emergere dal confronto con il mondo accademico, con le organizzazioni sindacali e con le associazioni professionali della scuola, con la ricerca educativa e soprattutto con le scuole protagoniste del processo. Tali considerazioni sono state esposte, con positivo riscontro, nell’audizione con il Sottosegretario Elena Ugolini.

Questo tipo di approccio va chiaramente esplicitato nel Regolamento in oggetto che , al contrario, non solo presenta un impianto rigido ma non lascia margini per una reale pratica da parte delle scuole e dei suoi attori, finalizzata alla perfettibilità in itinere del processo.

Nel complesso, il provvedimento appare pertanto segnato da una redazione eccessivamente generica ed affrettata che rende la bozza in esame al di sotto delle esigenze maturate sul versante di questo delicato problema.

I soggetti cardine del sistema, così come delineati dalla bozza ( art.1 e segg), sono tre:

  • l’INVALSI , soggetto che propone i protocolli di valutazione, definisce gli indicatori e coordina il sistema. Un ruolo decisamente forte, impegnativo, impensabile senza un processo di ristrutturazione dell’Ente e delle sue risorse ( di cui, nella bozza, non vi sono tracce);
  • l’INDIRE, soggetto chiamato a fornire alle scuole un supporto per il miglioramento della qualità dell’offerta formativa e dei risultati di apprendimento degli studenti;
  • il CORPO ISPETTIVO, che partecipa ai previsti Nuclei di valutazione. Una figura insomma di facilitatore dei processi funzionali al miglioramento della qualità della scuola; un profilo che non appare coerente con la figura professionale definita dal recente concorso e di cui appare opportuno, alla luce di quanto previsto dal Regolamento sul Snv, ripensarne profilo e funzione.

Il Coordinamento funzionale del sistema è assicurato da una Conferenza costituita presso l’Invalsi e composta dai Presidenti Invalsi e Indire e da un dirigente tecnico del MIUR.

Il CNPI rileva a questo proposito quattro osservazioni:

  1. le scuole rischiano di essere ridotte a puro “oggetto” della valutazione e non parte attiva del processo sperimentale ( e ciò richiederebbe in primo luogo investimenti mirati), in netto contrasto con il profilo giuridico delle IIS che sono riconosciute come titolari di una autonomia costituzionalmente garantita;
  2. compiti e funzioni dei tre soggetti/cardine richiedono un profondo lavoro di ristrutturazione/qualificazione e investimento , senza il quale verrebbero a mancare i presupposti per l’architettura di sistema;
  3. manca qualsiasi riferimento al necessario rapporto con le istituzioni del territorio; una valutazione del sistema non può prescindere da questo nesso così fondamentale per l’analisi e lo sviluppo di una scuola di qualità;
  4. alcun riferimento si rileva nei confronti della Scuola dell’Infanzia che pur vanta significative riflessioni e ricerche legate alla valutazione (vedi la ricerca curata dal MIUR e dal CEDE – oggi INVALSI – del 2001 e lo strumento denominato AV.S.I. – Autovalutazione Scuola Infanzia – ). Il CNPI auspica un progetto di ricerca/azione sulle modalità e criteri di valutazione, coerente con le finalità formative e le peculiarità della Scuola dell’Infanzia.

Il procedimento di valutazione appare composto da quattro fasi:

  1. autovalutazione delle scuole: sulla base dei dati forniti dal sistema informativo del Ministero e dell’Invalsi, le scuole analizzano e verificano il proprio servizio, elaborano un rapporto e formulano un piano di miglioramento;
  2. valutazione esterna: viene effettuate nelle scuole che presentano maggiori difficoltà ed è basata sulle visite del nucleo di valutazione ( un dirigente tecnico del nucleo ispettivo e due esperti scelti e selezionati dall’Invalsi) che contribuiranno al processo valutativo della scuola avendo a riferimento i programmi e i protocolli definiti dalla Conferenza di Coordinamento del S.N.V e alla messa a punto del piano di miglioramento. La limitazione alle sole scuole “ in difficoltà ”rischia di snaturare il significato di valutazione come processo mirato al miglioramento continuo e di oscurare il ruolo positivo che modelli virtuosi di gestione possono produrre nel contesto territoriale dato;
  3. azioni di miglioramento: le scuole definiscono e attuano gli interventi migliorativi con il supporto dell’Indire e/o Università, centri di ricerca, associazioni professionali, ecc.;
  4. rendicontazione sociale: piena trasparenza e diffusione dei risultati raggiunti, attraverso indicatori e dati comparabili, in una logica di miglioramento e condivisione con la comunità di appartenenza, tenendo conto della particolare incidenza che possono determinare le problematiche relative al disagio sociale , alla dispersione scolastica, all’inserimento di alunni con disabilità.

Ciò premesso, il CNPI considera elementi postivi:

  • la previsione di un procedimento di valutazione articolato in varie fasi che parte dalla scuola e ritorna alla scuola;
  • l’assenza di un approccio premiale e/o sanzionatorio che per lungo tempo ha costituito un oggettivo limite del dibattito intorno alla valutazione;
  • l’inclusione fra gli obiettivi del S.N.V.della formazione professionale di competenza regionale; l’importanza della formazione professionale e la sua articolazione normativa e organizzativa a livello regionale, richiede infatti una specifica azione di indirizzo istituzionale a garanzia dell’imprescindibile unitarietà dei percorsi e degli esiti formativi a livello nazionale ed europeo, così come richiesto dalle normative vigenti .In tale contesto va affermato con chiarezza il vincolo per le scuole paritarie ad assumere quanto disposto con il nuovo regolamento.

Il CNPI ritiene tuttavia di evidenziare, in particolare, alcuni elementi non condivisibili e problematici presenti nella bozza di regolamento:

  • un evidente squilibrio fra i soggetti cardine del sistema, con un ruolo eccessivo dell’Invalsi chiamato ad operare senza che siano stati definiti prioritariamente i livelli essenziali di istruzione e formazione;appare inoltre del tutto eluso il ruolo che il personale della scuola può essere chiamato ad assumere in relazione alla costituzione dei previsti nuclei di valutazione;
  • problemi di corretta interpretazione delle norme riguardanti i Dirigenti scolastici ;
  • la definizione di un S.N.V è certamente condizione necessaria per attivare un processo di miglioramento della qualità nelle scuole ma,parimenti, senza un investimento mirato alla formazione degli operatori sulla cultura della valutazione, difficilmente potranno essere raggiunti gli obiettivi che il provvedimento afferma di voler realizzare.

Avendo infine a riferimento l’ottica richiamata in premessa, il CNPI sottolinea quattro punti critici che andrebbero presi in considerazione:

  1. Regioni ed autonomie locali sono soggetti “interessati” al miglioramento dei risultati delle scuole e pertanto debbono essere coinvolte nel processo di valutazione;
  2. in relazione ai provvedimenti in corso per la riforma degli oo.cc della scuola, al di là di specifici dettagli, le scuole, anche in relazione all’attuale Titolo V, non possono essere chiamate solo “ad aderire” a quanto disposto dal Ministero. Del resto solo da una dinamica dialettica positiva tra scuole e amministrazione, può nascere un processo virtuoso di miglioramento reciproco. E’ impensabile infatti che le scuole siano sollecitate a processi di miglioramento senza che siano previste ricadute e modifiche sulla stessa struttura a livello amministrativo ( dal Ministero agli uffici regionali);
  3. e’ assente infine, nella bozza di regolamento, un qualsiasi riferimento ai nuclei di valutazione interna alle IIS; limite grave perché una relazione dialettica tra nuclei interni ed esterni è certamente una delle condizioni per realizzare il miglioramento auspicato;
  4. la realizzazione di quanto previsto dal Regolamento, certamente modificherà sensibilmente impegni, carichi di lavoro, profili ed organizzazione del lavoro del personale impegnato nelle IIS. L’insieme di queste problematiche dovrà trovare nella contrattazione il luogo elettivo per le soluzioni più opportune.

Il CNPI, sulla base di quanto sopra e con l’auspicio che vengano recepite nella stesura finale, formula le seguenti proposte di emendamento:

Emendamento integrativo all’art.2 comma 1

Dopo “decreto legislativo 19 nov. 2004,n°286” aggiungere “ in coerenza con gli obiettivi indicati dalla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18.06.2009, per garantire i diritti di cittadinanza, l’inclusione sociale, l’opportunità di accesso al lavoro e all’apprendimento permanente di tutti , comprese le persone svantaggiate e in situazione di handicap” .

Emendamento integrativo all’art.2 comma 2

Dopo “ L’Snv supporta… e successive modificazioni”, aggiungere “ nel rispetto delle norme previste dal contratto nazionale-area V”;

Emendamento aggiuntivo all’art.2 ,aggiungere punto 7

“ Ogni tre anni il Ministro dell’Istruzione, tenendo anche conto dell’odg con parere favorevole del Governo e della Commissione affari costituzionali del 28.04.2012, verifica, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni e sentito il CNPI, lo stato di attuazione del processo e definisce, con apposite linee guida, gli obiettivi prioritari per il triennio successivo”

Emendamento sostitutivo all’art.3 lettera c

“ definisce gli indicatori di efficienza ed efficacia e sulla base delle priorità individuate dal Ministro, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni e sentito il CNPI; individua le istituzioni scolastiche e formative nelle quali attivare prioritariamente la valutazione esterna”

Emendamento integrativo all’art.3 lettera f

Dopo “legislazione vigente”, aggiungere..”avvalendosi anche di tutte le risorse professionali presenti nel mondo della scuola”

Emendamento integrativo all’art.6 comma 1 lettera d

Dopo “ comunità di appartenenza” aggiungere “ Il Dirigente scolastico, il Collegio Docenti e il Consiglio di istituto, curano, per le parti di loro competenza, la rendicontazione sociale della istituzione scolastica. Analogamente a quanto previsto per il Pof di cui all’art 3 DPR 275/99, il dirigente scolastico attiva i necessari rapporti con gli Enti Locali e le diverse realtà istituzionali , culturali ,sociali ed economiche, operanti sul territorio”

Emendamento integrativo art.6 comma 3 e abrogazione comma 4

“Tenendo conto di quanto previsto dall’art.25 del Dlgs n°165 e dal contratto nazionale di lavoro-area V…”(segue testo regolamento); conseguentemente si chiede l’abrogazione del comma 4 stesso articolo.

Con le suesposte considerazioni e proposte emendative, si esprime il richiesto parere.

IL SEGRETARIO DEL CNPI

Maria Grazia Buscema

IL VICE PRESIDENTE

Mario Guglietti

Avviso 20 novembre 2012

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per gli Affari Internazionali

 

Il programma Ruta Quetzal-BBVA, avviato nel 1979 per una iniziativa di Sua Maestà il Re di Spagna, è promosso dal Ministero spagnolo degli Affari Esteri con il patrocinio della Banca BBVA, l’Università Complutense di Madrid e il Canal di Isabel II di Madrid.

Gli studenti italiani con una buona conoscenza della lingua spagnola potranno partecipare alla Ruta Quetzal-BBVA presentando prima del 19 gennaio presso la Consejería de Educación della Ambasciata di Spagna in Italia un lavoro originale in lingua spagnola le cui caratteristiche si possono consultare sul sito:

http://www.educacion.gob.es/italia/dms/consejerias-exteriores/italia/convocatorias/quetzal/Bases-Ruta-Quetzal-ITALIA-2013.pdf

Lo studente vincitore potrà usufruire della borsa di studio nel periodo compreso tra il 19 giugno e il 23 luglio visitando Panama e la Spagna insieme ad altri ragazzi provenienti da oltre cinquanta Paesi diversi”