UNA SCUOLA PUBBLICA SEMPRE PIÙ POVERA CROLLA

Il crollo del solaio della scuola primaria M. Polo di Cardito

UNA SCUOLA PUBBLICA SEMPRE PIÙ POVERA CROLLA A CAUSA DELLE POLITICHE SULLA
FORMAZIONE DEGLI ULTIMI ANNI

Ancora un episodio drammatico, che per puro caso non si è trasformato in
tragedia, ha colpito la scuola campana.

Il crollo di parte del solaio di un’aula della scuola primaria Marco Polo di
Cardito durante le lezioni, che ha provocato il ferimento di due maestre e
di due bambini, è lo specchio della politica che da anni, in particolare
quelli del Governo Berlusconi, non considera più la scuola pubblica come un
bene comune da salvaguardare e valorizzare, per la sua decisiva funzione per
la crescita dei giovani e per lo sviluppo del Paese. La “cura” che la
formazione pubblica ha ricevuto in questi anni è stata devastante, in
particolare nel Mezzogiorno d’Italia, con un impoverimento senza precedenti,
tagli indiscriminati di risorse finanziarie e di personale, riduzione del
tempo scuola e di insegnamenti indispensabili, con sempre meno strumenti per
dare la dovuta attenzione alle esigenze dei più deboli.

In questo quadro, la sicurezza degli edifici scolastici è passata sempre più
agli ultimi posti, diventando un “optional”. Né lo Stato, né la Regione e
gli Enti locali hanno affrontato seriamente una problematica che ha a che
fare con il grado di civiltà di una nazione, in una realtà regionale dove la
maggioranza dei plessi non è a norma di sicurezza, con quasi sempre aule
strapiene di ragazzi proprio a causa dei tagli effettuati, con la messa a
rischio dell’incolumità fisica degli alunni e dei lavoratori.

In occasione dello sciopero nazionale della scuola indetto dalla CGIL il 12
ottobre, come FLC e CGIL, insieme ai rappresentanti dei movimenti dei
precari e degli studenti, abbiamo denunciato la grave situazione degli
edifici scolastici in un incontro in Prefettura, chiedendo che fosse
considerata una priorità.

Non è più possibile tirare a campare. È urgente che le istituzioni dello
Stato (Prefettura, Regione, Enti locali, Amministrazione scolastica e gli
stessi Organi centrali) assumano come non più dilazionabile tale emergenza e
si attivino per avviare urgentemente un programma di interventi
straordinario che trasformi tutti gli edifici in “normali” plessi
scolastici, funzionali e sicuri. Con la speranza che un prossimo Governo
metta al centro della sua azione la difesa e lo sviluppo dei luoghi della
conoscenza.

M.G. Mazzucco, Il bassotto e la Regina

Una favola per Natale

di Antonio Stanca

mazzuccoA Marzo di quest’anno aveva pubblicato, presso Einaudi, il romanzo Limbo, dove aveva narrato delle drammatiche vicende vissute in Afghanistan da una donna sottufficiale degli Alpini, a Novembre ha pensato ad una favola per Natale che è diventata Il bassotto e la Regina, comparsa pure presso Einaudi e composta da cento pagine con illustrazioni di Alessandro Sanna. La scrittrice è Melania Gaia Mazzucco di quarantasei anni. E’nata a Roma nel 1966 dallo scrittore Roberto Mazzucco,  è vissuta a Roma durante l’infanzia e l’adolescenza e qui si è laureata in Lettere presso l’Università La Sapienza. Come scrittrice aveva esordito con il racconto Seval nel 1992, a ventisei anni. Il primo romanzo è stato Il bacio della Medusa del 1996. Sono seguite altre narrazioni e nel 2003 col romanzo Vita, dove ricostruisce in maniera fantastica l’emigrazione in America del nonno paterno e di suoi amici avvenuta ai primi del ‘900, ha vinto il Premio Strega. Altri riconoscimenti ha avuto la Mazzucco sia per le opere di narrativa sia per quelle teatrali sia per i radiodrammi. Molto operosa si è rivelata finora se si tiene conto che collabora pure con importanti testate giornalistiche.

Storico si potrebbe definire il genere nel quale far rientrare la sua produzione narrativa. A ricostruire eventi, ricordare personaggi del passato più vicino o più lontano tende spesso la scrittrice nelle narrazioni, a recuperare, ristabilire valori che le sembra non siano stati evidenziati, a ricavare messaggi morali, spirituali tanto utili in tempi come i nostri  invasi da interessi soltanto mondani.

A questo intento ubbidisce pure la recente favola del piccolo cane Platone che s’innamora della giovanissima e bellissima levriera afghana Regina ma non ha  possibilità di essere corrisposto per la sua condizione d’inferiorità. Il suo aspetto, il suo spirito di bassotto non sono all’altezza di quelli di Regina, è lei stessa a dirglielo quando Platone le dichiarerà il suo amore. Lui farà di tutto per conquistarla, userà le sue qualità di filosofo, poeta, cantore, le canterà canzoni d’amore, la salverà dalla grave situazione nella quale viveva. Era tenuta nascosta, insieme ad altri animali rari, nella cantina sudicia di un palazzo perché di proprietà di un trafficante che, tra l’altro, la maltrattava. Niente, nessuna delle parole, delle azioni di Platone farà breccia nell’animo di Regina e dovrà egli rassegnarsi a rimanere solo perché rifiutato. Così sarà anche quando le sue azioni lo avranno distinto al punto da renderlo degno di premi. Neanche allora Regina si piegherà. I premi da lei riportati saranno superiori, vincerà tutti i concorsi di bellezza, giungerà ad essere dichiarata il cane più bello del mondo. Ma quando crederà di essere l’unica, la migliore, scoprirà di essere stata soprattutto usata per la sua bellezza, per il suo corpo, di non aver goduto e non godere di nessun affetto, di aver bisogno di essere corrisposta nei sentimenti, essere amata. Si ricorderà, quindi, di Platone poiché era stato l’unico che lo aveva fatto. Lo cercherà, lo troverà e sempre insieme rimarranno. A dire di tutto questo, a raccontare la favola è un pappagallo sapiente che di tutto sa poiché di tutto ha visto, dappertutto è volato, si è fermato, si è adoperato affinché vincesse il bene.

Antico è il genere letterario della favola e nelle sue antiche caratteristiche lo ripropone la Mazzucco, nell’eterna lotta da essa sempre rappresentata tra il bene e il male della vita, nel loro interminabile conflitto prima di giungere alla vittoria definitiva del bene. Come in altre favole anche in questa ci sono animali che pensano, capiscono, sognano, parlano, amano, fanno. Qui la levriera Regina dovrà scoprire, nella sua superba bellezza, quello che il bassotto, il pappagallo e la tartaruga sanno già, cioè che nella vita bisogna impegnarsi, resistere se si vuole ottenere il bene giacché essa è percorsa dalla cattiveria, dalla malvagità, in essa il cattivo vuole valere più del buono, vuole sopraffare, annientare chi gli sta intorno. Era tanto sicura di sé  Regina da credere di poter sfidare ogni pericolo. I suoi successi riempivano i suoi pensieri fin quando non si accorgerà di essere vissuta solo di esteriorità, soltanto della sua bellezza e di non essere stata mai appagata nell’anima, nello spirito. Correrà subito a colmare questo vuoto e la favola si concluderà con la vittoria di quel bene che il bassotto aveva tanto a lungo perseguito. E se il bene del cane è quello di sempre, di ogni favola, di ogni tempo, il male al quale allude la Mazzucco è quello dei nostri giorni, degli ambienti, dei costumi che oggi si sono diffusi e che continuamente traspaiono nel corso della narrazione, continuamente sono accusati e confrontati col bene che servirebbe per correggerli.

Un invito vuole essere, questo della scrittrice, a riflettere, resistere, lottare, a non rinunciare a sperare che si potrebbe star meglio.

Arte Quantistica e Realtà Aumentata 2013

Arte Quantistica e Realtà Aumentata  2013

Si e conclusa il 14 dicembre 2012 la conferenza di QANTUM ART & AUGMENTED REALITY in  Firenze. Le relazioni sono state lungamente applaudite e nel complesso l’iniziativa ha avuto un buon successo di ascolto per merito dei relatori e dell’attenzione e sostegno della Provincia di Firenze e del’Università di Firenze.

Nelle conclusioni è stata proposta  come prospettiva a breve scadenza, l’ idea progetto QARte,  (Quantum ART  nella Realta’ Aumentata) che verrà co-organizzata nel primo semestre del 2013 da QAGI/EGOCREANET e da alcune istituzioni di R&S. http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=133482

Si tratta della realizzazione  di un “Master Internazionale di Quantum ART & Augmented Reality ” (durata prevista di un paio di Giorni) le cui lezioni saranno associate alla esposizione di performances di Quantum Art  & Augmented Reality, comprensive di quelle specificamente orientate al marketing territoriale e tematico dalle relazioni trans-disciplinari  su Arte -Ricerca ed Impresa.

Il Progetto Idea- QARte, nella sua iniziale proposta di organizzazione di un Master Internazionale  di formazione di una  nuova professionalità di “Artisti/Ricercatori”, si terrà in Toscana (la location e’ ancora da definire), probabiliente nel Maggio 2013.

Le attività di implementazione  dei Nuovi Orizzonti dell’Arte Quantistica e della Realtà Aumentata nel 2013  saranno indirizzate a  promuovere nuove competenze transdisciplinari grazie ad un’eccezionale formazione iniziale degli “artisti/ricercatori“, finalizzata ad ampliare la partecipazione internazionale condivisa tra  artisti e scienziati, con l’obiettivo di  colmare il divario in materia di innovazione scientifica, tecnologica e culturale.

Il Progetto Master Internazionale  sara’ basato sulla cooperazione Europea ed Internazionale includendo  partner di paesi come la CINA, il Brasile , ed altri paesi emergenti, che sono necessari per affrontare globalmente  i numerosi obiettivi di cambiamento culturale e cognitivo interpretati dallo sviluppo del programma di creatività dell’Arte Quantisica.

Il Master di formazione del Progetto QARte, sarà pertanto orientato a favorire un’educazione “Artistico/Scientifica” capace di condividere la promozione della ricerca e dell’innovazione favorendo un impegno culturale adeguato all’evoluzione necessaria della societa civile contemporanea, nel quadro di sviluppo dell’eco-economia nei paesi  industrializzati ed emergenti.

Alla Conferenza conclusasi ieri si e’ aggregata una  Task Force del Progetto QARte, anche al fine di reperite fonti di ampia collaborazione ed oppotunita’ di cofinanziamento della iniziativa QAGI-EGOCREANET 2013.

La agenda di sviluppo del Master internazionale QARte  sara suddivisa in :

a) fase preparatoria e di coinvolgimento dei parner sata da compiersi entro GENNAIO 2013;

b) fase di verifica attuazione: adesione Istituzioni, cooperazione internazionale,…  location e accordi . Entro la fine di FEBB 2013;

c) fase pre-opetativa, diffusione e sviluppo della iniziativa , … adesioni dei relatori e iscrizioni Entro Marzo 2013

d) problemi specifici legati alla attuazione della Iniziativa (entro la meta di Maggio 2013)

Ritengo infine che per condividere questa proposta, possa essere utile  aprire un dibattito per  dare sviluppo effettivo ai contenuti dell’iniziativa che va considerata una scommessa vincente per gli orizzonti futuri della Quantum Art e della promozione della Augmented Reality.

Tale dibattito sugli orientamenti del Master Internazionale del Progetto QARte, sarà utile per indicare gli argomenti da trattare come rinnovo e sviluppo dell’Arte Quantistica. Tra essi propongo un argomento gia trattato in precedenti eventi di Scienza ed Arte organizzati da EGOCREANET che ritengo necessario per  promuovere una maggiore comprensione della biodiversità e del funzionamento naturale degli ecosistemi e delle loro interazioni, la eco-economia necessaria per la sostenibilita’ del benessere e dello sviluppo umano e sociale delle prossime generazioni. Le performance artistiche su questa tematica potranno essere presentate come attivita culturali di elevato impatto per il cambiamento della produzione in vari settori dall’ alimentare all’energetico , e per sottolineare e sostenete l’importanza vitale del rapporto tra acqua aria e vita in un’economia verde.

Artisti e scienziati che volessero collaborare alla suddetta iniziativa potranno contattarmi all’indirizzo e mail : pmanzelli.lre@gmail.com

Paolo Manzelli

CROLLO IN SCUOLA: E’ L’ENNESIMO INCIDENTE. SERVONO MEZZI PREVENZIONE

CROLLO IN SCUOLA, GILDA: E’ L’ENNESIMO INCIDENTE. SERVONO MEZZI PREVENZIONE

“E’ l’ennesimo incidente che colpisce la scuola. Ormai si tratta di episodi sempre più frequenti. D’altronde, è noto che la metà degli istituti italiani sia insicura. All’insegnante e ai bambini in classe va tutta la nostra solidarietà”. Lo afferma il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, dopo il crollo dell’intonaco nell’elementare di Cardito (Napoli), durante una lezione.

“Riteniamo che lo Stato, nelle sue articolazioni – conclude Di Meglio – debba avere quanto meno i mezzi per prevenire le situazioni più a rischio, ad esempio, attivando dei controlli da parte dei Vigili del fuoco”.

Sugli scatti di anzianità firmato un accordo a perdere

Anief: sugli scatti di anzianità firmato un accordo a perdere. Permangono forti dubbi sulla effettiva totale copertura previdenziale, sulla valenza giuridica dell’accordo e sulla decisione avallata da Cisl, Uil, Snals e Gilda di finanziarli cancellando quasi un terzo del fondo destinato allo stesso personale per svolgere le attività previste dal POF. Se non è questo il gioco delle tre carte…

 

Sugli scatti di anzianità recuperati, l’Anief sposa la linea assunta dalla Flc-Cgil. La soluzione trovata all’Aran da alcuni sindacati – Cisl, Uil, Snals e Gilda – nasce dall’esigenza di garantire quegli scatti di anzianità sottratti ingiustamente alla scuola, attraverso la Legge 122/2010. Ma ciò che è stato raggiunto rappresenta purtroppo un misero accordo a perdere. Dimenticando che tutto parte da un vero e proprio oltraggio all’art. 78 del Ccnl.

 

Perché se è vero che si sono trovati i soldi per il 2010 e per il 2011, la data di maturazione degli scatti stipendiali, prorogata di due anni nel cedolino di gennaio 2011 dal MEF, dovrebbe tornare a quella prevista nel cedolino del dicembre 2010. E quindi dovrebbe essere modificata la norma di legge che dichiara il servizio prestato negli ultimi due anni come” irrecuperabili ai fini economici e giuridici”. Ora, è evidente che se questa data non sarà spostata, i soldi sottratti al Mof non serviranno a maturare una maggiore pensione. E continueranno a ritardare di due anni i futuri aumenti di stipendio.

 

I dubbi del nostro sindacato sull’accordo raggiunto all’Aran diventano ancora più grandi in quanto le sedi locali dell’Anief ci continuano a comunicare che al personale della scuola assunto nel 2010 viene ancora oggi negata la possibilità di realizzare la ricostruzione di carriera: ciò fa supporre, fondatamente, che la soluzione trovata all’Aran sia priva di effetti giuridici.

 

Inoltre, c’è da dire che ben 38 milioni di euro potrebbero essere sin d’ora destinati alla copertura degli scatti automatici, poiché la loro destinazione non è andata a termine: questi soldi avrebbero infatti dovuto coprire le spese per il “dimensionamento” scolastico di centinaia di istituti, ma poiché questo non ha avuto e non avrà compimento (a seguito della nota sentenza n. 147 del giugno scorso emessa dalla Corte Costituzionale) sarebbe logico che quei soldi fossero ora indirizzati sugli aumenti automatizzati degli stipendi del personale.

 

E che dire del fatto che centinaia di migliaia di euro nei prossimi anni verranno sottratti dal Miglioramento dell’offerta formativa e dalla contrattazione? Come si farà, in queste condizioni, ad assolvere ai compiti che ogni scuola autonoma si è prefissata? È evidente che siamo di fronte ad un assurdo “storno” di soldi. Che da una parte verranno tolti al personale e dall’altra riconcessi con il recupero di quegli scatti automatici che non andavano sottratti. Insomma siamo veramente al gioco delle tre carte. Con un risultato sicuro: la sensibile riduzione delle attività a supporto della didattica.

 

Per non parlare dell’accenno alla produttività da inserire nel prossimo contratto, che rimanda a quel merito tanto voluto dall’ex ministro Brunetta che aveva raggiunto con questi stessi sindacalisti un’intesa per cancellare per sempre dal 2014 gli scatti di anzianità. Anief non ci sta. E impugnerà questo contratto, citando in tribunale anche quei sindacati che hanno venduto a basso prezzo le conquiste e i diritti dei lavoratori della scuola italiana.

Il Furore metaforico in Ludovico Ariosto

“…Il Furore metaforico e da Topoi/Finzione di Teoreticità estetica della Poesia Lirica d’Incanto,…in Ludovico Ariosto…”

Nota Essenziale di Gianfranco Purpi.

 

…E sta proprio qui la massima grandezza (…di precursore da personalista critico ,…esistenzial/tomistico!) …e la linguistica poetica ed estetica di Ludovico Ariosto,…dato che il suo far “cercare la luna al suo Orlando”…è una metaforizzazione sublimante e pregevolmente trasformazionale del senso del trascendimento di ogni fissistico dato storico/percettivo rigido di riferimento al reale ipostatico (…”da opinione pubblica di gregge”!),… e quindi fortemente ironica/caricaturale rappresentazione sempre da teoreticità estetica della Paideia/Filosofia dell’Umano …e del suo peculiare far “introitare” transferialmente/osmoticamente (… del sollecitare perentoriamente !) …il penetrare singolarizzante e conviviale ecumenico di …ogni frammento epistemico/emozionale e catartico/criticistico di poeticità veritativa…dentro l’anima accorata del lettore “pre/disposto”!…Vale a dire,…di tutti i frammenti semiologici e artistici da tesoreggiare …costituenti…il fondamento critico esistenzial/problematicistico del “dondolare” e “altalenare” imprevedibile del Logos Fertile Poligonico e sempre Inquirente sperimentalista letterario;…dunque,da continua ricerca analogica di scientificità su cose,fatti e persone e “intrapersone” in immediatezza espressiva intuizionista,…epperò sempre umanizzata in termini di “continuum ” intellegibile mirato/mirabile…da “interesse etico/politico” di conoscenza/I-Care , … e da spasmodica incessante ricerca delle vie e dei meandri di ogni organica interiorità di soggettività umana …(…id est, …da ricerca denotata comunque …dalla valenza olistica sempre rivelante fusione mistica ed estatica di sentimento pulsionale “furioso” e di razionalizzazione paidetica personalistica comunque autogeneticamente ipotetico/deduttiva/sperimentaliste…ed etico/universalizzanti “erga omnes”;…di cuore e di ragione!)…

…Laddove la “teoresi” di ogni prassi estetica e intellegibile (e dunque la prassi stessa di ogni tal presupposta teoreticità davvero umanistica e speculativamente deduttivistica/aprioristica/sintetica/induttivistica,…nello stesso tempo e per lo stesso motivo!)…trascendono sempre “il viaggio tribolato di angoscia,tormento o euforia felicitante”… di tutte le possibili “poiesis/poieton/thecnèe” dell’Io e della sua “Politeia/Polis”…progettualizzate e ideate in prima germinale istanza di Logos Sincretico (…da “mano sinistra” di immediatezza espressivo/metaforica… di Jerome Bruner!)…

…E ogni stessa progettualità e ogni conseguente teleologia/assiologica …dei fini antropologici e degli approdi deontologici speculati in raffronto alle istanze palpitanti di Pubblico e Privato,…sono sempre provvisori e sempre da confutare/autorettificare/autoreinventare scientificamente,…e mai da considerare “raggiunti” in proiezione mentale di totalizzazione cognitivo/ipotetica… una volta per tutte ,…o addirittura in prospettiva di ipotesi finalistiche da valorialità di sterile feticistico/reificante …comunque emergente in quanto macigno cosale di sostanzializzato ossimoro idelologico e di conseguente mistificazione beffarda di Potere egemonizzante/spersonalizzante/alienante/vessatorio …

…E,così,nella stesso tempo e per lo stesso motivo,…Ludovico Ariosto viene a far comprendere a chi ha intelligenza criticistica e vero Logos etico/poligonico fertile, …che ogni nuova esperienza e ogni nuova ulteriore/eccedente prospettiva narrativa e finalità paidetico/storicistica e quindi artistico/poetica …di Bene o di Male (…di Giusto o di Ingiusto,…di Bello o di Brutto,…ecc.) …non può non essere sempre percepita che…come “novità” di esperenziale intuizionistica possibilità problematicistica …di esistenza passata,presente e futura trasfigurata e sublimante irriflessamente…”da furiosi o addirittura pazzi”;…da sognatori o idealisti;…”da matti” o poeti presuntuosi o di estro scomodo;…da mille e una notta fantasticata verace (…di vero innamoramento,…o da “spacconeria” da stolto)…; …psicanaliticamente ed eticamente addirittura…”al di là del bene e del Male millantati e pseudo/oggettivamente Rivelati satanicamente e clericalmente”;…ma di quello risultante dialogicizzato in prospettiva laico/laicista …a seguito e nel vivo operazionale/fruitivo …del “cum/sentire”,…”cum/scire” e …”cum/agere” di intersoggettivo sinolo umanistico conviviale sempre fondante/criteriante/creante …ogni prassi/poiesis/thecnè di conseguente produttiva espressività polisemica e semiologico/sintattica (…sempre divergentemente ulteriore/eccedente ogni storicità di un attualizzante “hic et nunc”…sempre appena di un attimo…”passato” …dal successivo impercettibile presente ontico,entro l’incombere di un lampeggiante guizzo di presenzialità immediatistica da “attimo stesso eterno …solo temporalizzante rievocativamente!)…

…Ma noi sappiamo che gli stolti si precipitano sempre dove gli angeli hanno paura di camminare…perchè sempre hanno e suonano corde …”monocordi” …di cuore e di anima,…e di ,Logoi e di Topoi,…e di “chitarra” della storia e della vita da Pratico/Inerte puramente contemplativo/rivelativo;…da sovente inconscia/squallida … “Non/Filosofia/della/prassi”,…o da insussitente personalismo critico da rischio e naufragio e…approdo finale sulla mareggiata esaltante …da vera persona in grazia di Dignità !…E sappiamo bene da persone con gli occhi scaltriti e intrisi di problematicismo esistenzialistico e criticistico autenticamente da veri neo/kantisti e neo/tomisti ,…che tale “personalismo critico” (…sempre risultato di storicizzazione e mai di apriorismo imbelle che scaturisce da meccanismo di fuga di chi ha pausa/paura/insicurezza …di vivere la vita dove si sceglie di …scegliere sempre e per sempre le ipotesi e gli esiti della storia e dell’Esserci),…è,al postutto,il fondamento e il principio della poetica e della letteratura mirabile (… fresca sgorgante di Umanizzazione verista …) del Nostro Autore!

…Ed è così che l’Ariosto stesso ,al postutto,…profila l’essenzialità e l’emblematicità davvero religiose e laiche allo stesso tempo , …tipiche di una vera persona laicista e cristiana autentica,…che comunque ,per questo, …si dovrebbe mettere …sempre “in gioco” , …senza certezze precostituite o imposte autoritativamente/oppressivamente…a livello di opinione pubblica/slogan occulta o violentemente “vessata” e “predata”,…risultando solo così …”Essere/di/se/stessa/sempre/dubitante/per/metodo/di Pensiero/Pensare”,…e non già Repellente espressione di Logica dell’Avere appropriantisi ricettivamente o addirittura in senso di plagio…dei “luoghi comuni” delle pseudo/razionalizzazioni scientifiche vetero/positivistiche …o…dei dogmatismi illibertari/clericali/chiesastici comunque da Casta asfissiante mediatica e senza cuore (…id est, dei dogmatismi antiumanistici …e ,al postutto, deterministico/necessitaristici di Ragione…ed epistemologia della pulsionalità emozionale anti/Maslowiana/Junghiana/Freudiana…)!

…Laddove credo,alla fin fine ,…che il Pazzo e Furioso non sia per davvero…”l’Orlando Furioso”…o un Gianfranco Purpi “di turno” dei tempi nostri…di marcata affinità generativa filogenetica/ontogenetica con queste prospettive romanzate ,…epperò di trasfigurazione metaforica ed astratto/astraente …da esistenzialità/datità “realissime”,…e indubbiamente “scomode” agli Indifferenti o ai “Parassiti/Servi” di tutti i tempi con i vessilli dei chierici e dei pretini…

…Ma altri ,…magari portatori cinici e cattivi (…o idioti e ignari Gattopardi di Potere Forte Narcisistico Privatistico!);…o poveri di cuore,di anima e di intellegibile forza/coraggio/criticità di vivere in prospettiva di sempre ricercata Dignità personalistica olistica dell’Umano Vero…e “senza paura” di Comporre e Ricomporre continuamente, …se occorre …anche “sovversivamente” in pace amore e legalità, …le dialettiche di tutte “le cose e le persone della vita” Pubblica o Privata che sia…

 

Scuola, se cala la capacità di comprendere la lettura

da l’Unità

Scuola, se cala la capacità di comprendere la lettura

Benedetto Vertecchi

ANCORA UNA VOLTA, LA PUBBLICAZIONE DEI DATI DI UN’IMPORTANTE RICERCA COMPARATIVA SUI RISULTATI CONSEGUITI IN VARI SISTEMI SCOLASTICI è stata l’occasione per esprimere giudizi da bar dello sport. In questo caso, si tratta di una rilevazione promossa dall’International Association for the Evaluation of Educational Assessment (Iea), volta ad accertare il livello di capacità di comprensione della lettura raggiunto dagli allievi che frequentano il quarto anno del ciclo dell’istruzione primaria (Pirls, acronimo di Programme for International Reading Literacy Study). In Italia, tale definizione individua i bambini di nove anni. Rilevazioni precedenti avevano consentito di esprimere un giudizio ampiamente positivo sulla capacità di comprensione raggiunta nelle scuole elementari italiane. L’Italia si collocava, infatti, nelle prime posizioni della graduatoria. Ora è emersa una situazione diversa: le nostre scuole, pur continuando a collocarsi al di sopra della media dei Paesi partecipanti, sono scivolate di molte posizioni nella classifica internazionale. Sono subito emerse due linee interpretative. Da un lato sì è sostenuto che la perdita è stata modesta, e comunque ci si trova di fronte ad un quadro che è ancora fondamentalmente positivo. Ma, dal lato opposto, si è fatto osservare che i risultati meno positivi sono stati ottenuti in un periodo di tempo in cui le scuole elementari hanno subito gli effetti devastanti delle modifiche degli ordinamenti (mi rifiuto di chiamarle riforme) introdotte quando responsabili del ministero dell’Istruzione erano prima Letizia Moratti e, dopo un paio d’anni di intervallo, Mariastella Gelmíni. Anche se questa seconda posizione ha molto di vero, considerato il basso profilo degli interventi menzionati, credo che in un caso e nell’altro ci si limiti a rilevare sintomi marginali di un male molto maggiore, che non ha origine nel sistema scolastico, anche se per molti versi è proprio l’attività educativa quella che deve subirne le conseguenze più gravi. Infatti, sullo sviluppo della comprensione della lettura influiscono sia le decisioni didattiche assunte all’interno della scuola, sia le esperienze che gli allievi compiono al suo esterno. Da troppo tempo le scelte politiche hanno lasciato che si affermasse a livello sociale una cultura che contrasta sostanzialmente con quella che fa da supporto all’educazione scolastica. Bambini e ragazzi sono sottoposti a condizionamenti il cui intento principale è di accrescerne la propensione al consumo e, per ottenere che questo intento si realizzi, si ricorre a messaggi di facile acquisizione, che non richiedono un particolare impegno per essere compresi, che comportano un numero limitato di parole e sono privi di asperità grammaticali e sintattiche. Sul piano della motivazione, i messaggi sono resi accattivanti per le prospettive di successo che evocano o a cui alludono. I messaggi sono proposti da personaggi sorridenti, nei quali tutto mostra che abbiano raggiunto i risultati che fanno intravedere e che si traducono, nell’immediato, nell’acquisizione dì oggetti del desiderio e, in prospettiva, di quantità indefinite di denaro. Tutti sono felici, ma nessuno spiega perché lo siano. È possibile che non ci si ponga mai il problema delle conseguenze che può avere sulla popolazione l’assenza di una politica per l’educazione e la cultura sottratta alle rozze logiche speculative che ormai sembrano padrone incontrastate del campo? Eppure, si tratta di un problema non solo italiano, per il quale altrove sono già state elaborate soluzioni, che consistono nell’accrescere il tempo di funzionamento delle scuole per contrastare l’effetto dei condizionamenti esterni. Bambini e ragazzi trascorrono a scuola gran parte del loro tempo, svolgendo attività il cui scopo è di bilanciare l’incidenza negativa delle esperienze che si compiono nella vita quotidiana. Negli anni passati si sono avute continue riprove di quanto poco le rilevazioni a fini valutativi siano considerate il punto di partenza per riflettere sui mutamenti in atto nella cultura e nella società, e per assumere le decisioni capaci di contribuire e orientare i cambiamenti attraverso l’educazione. C’è bisogno di affermare interpretazioni meno anguste della valutazione del sistema scolastico: non basta rilevare che i dati non soddisfano, ma si devono cercare le ragioni delle difficoltà che le scuole incontrano nello svolgimento del loro compito. La ricerca valutativa non può esaurirsi in rilevazioni impegnative (come sono quelle che coinvolgono tutti gli allievi), dalle quali provengono solo modeste indicazioni su ciò che non funziona e nessuna indicazione sul perché. Occorre esaminare l’evoluzione del linguaggio, delle strutture argomentative, dei repertori sapienziali, degli apprendimenti impliciti e via elencando. E non ci si può limitare ad un esame dall’interno delle scuole, ma si deve considerare in che modo sulla loro attività si esercitino i condizionamenti dall’esterno.

La crisi morde, ma il vero spread è nell’istruzione

da Corriere della sera

La crisi morde, ma il vero spread è nell’istruzione

«In un contesto globale, gli individui e i paesi che investono seriamente sull’educazione registrano forti ritorni anche sul piano economico»

di Antonio Alizzi –  *Docente di Management per l’editoria all’Università di Verona

In tempi di crisi, dove spread e austerity sono le parole più gettonate, i media e i dibattiti pubblici trattano poco del ruolo dell’istruzione e dell’importanza che gli investimenti in questo settore possono avere proprio per superare la difficile fase in cui si trova l’intero sistema occidentale. Ne abbiamo parlato con il vice direttore per l’Educazione dell’Ocse, Andreas Schleicher. Ecco il suo pensiero in quattro punti.

Crisi e investimenti in istruzione. «In un contesto globale, gli individui e i paesi che scelgono di investire seriamente sull’educazione registrano dei forti ritorni sul piano sociale e su quello economico. Anche durante la crisi, infatti, non mancano le imprese che non trovano le persone con le competenze necessarie. Nei paesi Ocse che negli ultimi decenni hanno puntato sull’espansione dell’istruzione universitaria, sono cresciuti i differenziali retributivi a vantaggio dei laureati. Più è elevato lo stock di conoscenze possedute da una persona, più cresce il suo riconoscimento economico. L’altra faccia della globalizzazione è lo sviluppo tecnologico che, di nuovo, dipende dai livelli dell’istruzione, non tanto perchè i knowledge workers e gli innovatori devono essere dotati di alta formazione, quanto perché la presenza di una forza lavoro molto istruita costituisce una pre-condizione per lo sviluppo di nuove tecnologie e per l’aumento dei tassi di produttività. E l’importanza dell’istruzione, più in generale, oltrepassa la dimensione economica: permette agli individui di vivere in un contesto complesso, essere cittadini attivi e responsabili, cogliere la bellezza di un mondo in cui convivono credenze, culture e valori diversi». Risorse finanziarie limitate e spesa pubblica. «Solamente il 20% dei differenziali di performance tra i paesi Ocse dipende dalle risorse finanziarie destinate all’istruzione. Il denaro è solo una parte della risposta. La seconda parte riguarda le scelte di spesa, ovvero per cosa si spende. Se si vogliono classi di studenti meno numerose, non si possono incrementare gli stipendi degli insegnanti. Se si vogliono più ore sui banchi, non si possono affidare agli insegnanti attività non connesse all’insegnamento». Le scelte dell’Italia e le risposte degli altri paesi. L’Italia ha optato per un numero alto di insegnanti scarsamente retribuiti. La Corea del Sud ha preferito un corpo insegnanti contenuto ma con una retribuzione elevata e con classi numerose. L’indagine Pisa (Programme for International Student Assessment, ndr) evidenzia a riguardo che i migliori risultati sono legati alla qualità degli insegnanti e non alla dimensione della classe. Due generazioni fa la Corea del Sud aveva uno standard di vita come quello dell’odierno Afghanistan ed era tra i paesi con i peggiori sistemi di istruzione. Oggi è un top-performer globale. In Polonia, la decisa riorganizzazione del sistema educativo ha ridotto i divari tra le scuole. La Germania ha contenuto l’impatto del contesto socioeconomico di provenienza sulle chance future degli studenti. Il Portogallo ha posto rimedio a un sistema frammentato, migliorato la performance complessiva, ridotto le disuguaglianze. Anche chi sostiene che la qualità dell’istruzione dipende da fattori socioculturali deve ammettere che i sistemi educativi possono migliorare a prescindere: la Polonia non ha cambiato la propria cultura o la composizione della popolazione, non ha licenziato masse di insegnanti; ha semplicemente rivisto il sistema». A caccia degli insegnanti migliori. «Un sistema educativo moderno richiede insegnanti di un certo calibro. Quando insegnare voleva dire trasferire conoscenze fisse e immutabili, il sistema poteva permettersi di affidarsi a insegnanti di scarso livello. Non è un caso che quando la qualità degli insegnanti è bassa, i governi tendono a dire esattamente loro cosa e come fare, adottando sistemi di organizzazione industriale del lavoro per ottenere precisi risultati. La nostra iindagine Talis (Oecd Teaching and Learning International Survey, ndr) dimostra che tra gli insegnanti è diffusa la convinzione che la scuola sia un ambiente ostile all’innovazione, che non ricompensa le idee innovative. Tuttavia, paesi come la Finlandia o Singapore hanno posizionato l’insegnamento tra le professioni ad alto valore aggiunto, contribuendo allo sviluppo della professione in un’ottica collaborativa. Gli insegnanti più talentuosi dovrebbero essere assegnati alle classi difficili e i presidi più competenti alle scuole più complesse. È controintuitivo ma il risultato più strabiliante che ci viene dalla Finlandia non sono tanto le sue performance educative, ma il fatto che le scuole del paese hanno un differenziale di performance solo del 5% tra loro» (traduzione a cura di Annalisa Perteghella). *Docente di Management per l’editoria all’Università di Verona

Brevetti e bravura

da Internazionale

Brevetti e bravura

Tullio De Mauro

Il 7 dicembre, mentre in Italia eravamo  intenti a capire le intenzioni  di un ex primo ministro e a consolarci  con X Factor, Patrick Thomas  e Anthony Breitman hanno rilasciato  in Spectrum, la rivista on line  dell’Institute of electrical and  electronics engineers, la loro “annual  analysis ofwho’s who in patenting  innovation”. Le notizie sul  numero di brevetti nel mondo sono  state ottenute da università, enti  pubblici e imprese dei più svariati  settori, aerospazio e tecnologie  dell’informazione, biotecnologie e  strumenti medici. Il numero di  brevetti depositati nell’anno e la  loro percentuale sulla popolazione  sono buoni indicatori non solo della  potenza tecnologica e industriale  di un paese. In filigrana si legge  lo stato di una cultura: il sapere e il  saper fare, il grado di competenze  operative, intellettuali e organizzative  di un paese, il funzionamento,  in definitiva, dell’apparato scuolauniversità-ricerca.  Altre stime disponibili  sono poco aggiornate e  assemblate con criteri non sempre  chiari. Quelle di Spectrum sono  aggiornate e ben presentate.  Le ha richiamate in una sua nota  Roberto Vacca. Oltre agli Stati  Uniti, altri paesi sono presenti come  principali produttori di brevetti:  Giappone e Germania, Svezia,  Regno Unito, Olanda, Canada,  Finlandia, Danimarca, Corea del  Sud, Cina, Belgio. Molti sono più  piccoli dell’Italia, che risulta assente.  In Italia, dice Vacca, per “redimere  il paese” i decisori pubblici  e perfino i più miopi privati dovrebbero  capire che brevetta e prospera  di più chi studia di più. .

Tutti i numeri del “concorsone”: oltre 300mila candidati hanno provato il simulatore

da Tecnica della Scuola

Tutti i numeri del “concorsone”: oltre 300mila candidati hanno provato il simulatore
di A.G.
Quasi 8 milioni e mezzo di moduli scaricati per le esercitazioni. Pochissimi refusi nelle domande ufficiali e comunque già eliminati. Le aule informatiche che il 17 e 18 dicembre si popoleranno di aspiranti docenti sono 2.520. Per ogni turno saranno impegnati 49.385 computer. Stanziati circa 200 euro al giorno per pagare il personale di sorveglianza. Il costo complessivo dell’operazione non supererà di molto un milione di euro. Distribuite 5 mila chiavette USB, che i commissari useranno per il salvataggio delle risposte fornite. Il calendario delle prove scritte nella Gazzetta Ufficiale del 15 gennaio.
A poche ore dalle prove che selezioneranno una balle fetta dei 321.210 candidati ad aggiudicarsi uno degli 11.542 messi a concorso come docenti della scuola dell`infanzia, della primaria, della secondaria di I e II grado, il Miur ha reso pubblico un documento contenente tutti i numeri del “concorsone”.
Per quanto riguarda la preparazione delle prove preselettive, in programma lunedì 17 e martedì 18 dicembre, sino al 14 dicembre erano 8.481.184 i moduli scaricati per le esercitazioni e 300.387 i candidati che hanno utilizzato il simulatore gratuito messo a disposizione del Ministero per prepararsi alla prova (oltre il 90 per cento). Dal Miur tengono a precisare che i”n merito ai quesiti pubblicati, e con riferimento anche ad alcune fantasiose notizie di stampa, si precisa che, su 3.500 quesiti, solo alcuni presentavano errori o refusi, in particolare nel modo in cui le stesse domande sono state formulate. Questi, comunque, sono stati eliminati”.
Complessivamente, il Miur giudica positivamente la fase preparatoria della prova, svolta attraverso test somministrati nelle aule e attraverso dispositivi informatici che saranno utilizzati per la prova preselettiva. “Complessivamente, le aule che saranno utilizzate per lo svolgimento del test di preselezione sono 2.520. Sono 224 invece le aule di riserva. Per ogni turno saranno impegnati 49.385 computer, mentre sono 2.649 i computer di riserva. Sono state inoltre distribuite 5 mila chiavette USB a tutte le scuole impegnate. Alle ore 13 di oggi (14 dicembre ndr) il software che sarà utilizzato per le prove è già stato reso disponibile per tutte le scuole”.
Per quanto riguarda il compenso per il personale coinvolto nelle prove di preselezione, il Miur tiene a precisare “che, anche con riferimento ad alcune notizie di stampa, la somma stanziata è di circa 200 euro al giorno per aula. Considerato che sono 4 le ore aggiuntive al normale orario di lavoro giornaliero, per due persone il compenso risulta quindi di circa 25 euro l’ora. In ogni caso, nonostante alcune ricostruzioni di fantasia abbiano addirittura ipotizzato un costo complessivo di 120 milioni di euro, il Miur precisa che il costo del concorso è inferiore al milione di euro”.
I candidati che superano la prova di preselezione sono ammessi alle successive prove scritte, o scritto-grafiche, relative alle discipline oggetto di insegnamento per ciascun posto o classe di concorso. Le prove consistono in una serie di quesiti a risposta aperta e sono finalizzate a valutare la padronanza delle competenze professionali e delle discipline oggetto di insegnamento. La prova scritta della scuola primaria comprende anche l’accertamento della conoscenza della lingua inglese. I candidati all’insegnamento di discipline scientifiche e tecnico-pratiche – che prevedono anche attività di laboratorio – svolgeranno oltre alla prova scritta anche una prova di laboratorio. Il calendario delle prove scritte sarà pubblicato dal Ministero nella Gazzetta Ufficiale del 15 gennaio 2013.
I candidati che superano le prove precedenti sono ammessi allo svolgimento delle prove orali. Queste hanno per oggetto le discipline di insegnamento. Oltre a valutarne la padronanza, la prova orale dovrà verificare anche la capacità di trasmissione delle stesse discipline e la capacità di progettazione didattica (una vera e propria lezione simulata), oltre ovviamente alla capacità di conversazione nella lingua straniera prescelta dal candidato.
La prova orale sarà così articolata: una lezione simulata – novità assoluta del concorso – della durata di 30 minuti su una traccia estratta dal candidato 24 ore prima dello svolgimento della prova orale; un colloquio, anch’esso della durata di 30 minuti, nel corso del quale saranno approfonditi i contenuti, le scelte didattiche e metodologiche operate nella lezione simulata.
Così come nelle prove scritte, la prova orale della scuola primaria comprende anche l’accertamento della conoscenza della lingua inglese.
Viale Trastevere conferma che l’identikit dei candidati è decisamente “rosa”: la gran parte infatti, per la precisione 258.476, è costituita da donne. I restanti 62.734, sono uomini. Ben due terzi degli aspiranti insegnanti che hanno fatto domanda di partecipazione al concorso, spiega il Miur, non provengono dalle graduatorie ad esaurimento. Sono 214.453 (66,8%), rispetto ai 106.757 (33,2%) che sono invece presenti nelle stesse graduatorie.
Va poi ricordato che a fronte di 321.210 candidati, le richieste complessive per i posti e le diverse cattedre messe a concorso sono state 501.287, potendo ciascun candidato con una sola domanda richiedere di concorrere per più posti o classi di concorso messi a bando, purché in una sola regione.
L`età media dei candidati è di 38,4 anni. Di poco più alta è l`età media degli uomini (40 anni) rispetto a quella delle candidate donne (38 anni). Nello specifico, la maggior parte dei candidati (158.879) ha un`età compresa tra 36 e 45 anni. Seguono i 113.924 candidati con un`età pari o inferiore ai 35 anni e i 45.595 con un`età compresa tra i 46 e i 55 anni. I candidati con un`età superiore a 55 anni sono 2.812.
Per quanto riguarda la distribuzione delle domande, considerati gli ordini di scuola scelti dai candidati, le domande si distribuiscono in modo pressoché omogeneo. Il 26,2% delle domande riguarda i posti disponibili nella scuola dell`infanzia, il 26,6% la scuola primaria, il 20% la secondaria di I grado e il 27,2% la secondaria di II grado.
Circa la metà delle domande di partecipazione al concorso riguarda posti disponibili nel Sud: sono 164.827, il 51,3%.
Percentuali minori per le domande riguardanti le regioni del Nord (29,3%) e del Centro (19,4%). La regione con il maggior numero di domande è la Campania: 56.773.
“Considerato il rapporto tra le richieste inviate e i posti e le cattedre bandite – riassume il ministero dell’Istruzione – maggiori probabilità di successo sono previste per i posti nella scuola primaria, da sempre punto di forza del sistema d`istruzione italiano, nelle cattedre di italiano, storia ed educazione civica, geografia della scuola secondaria di I grado e nelle cattedre delle materie letterarie nel primo biennio della scuola secondaria di II grado”.

La scuola va a fondo per pagare gli scatti e la RPD

da Tecnica della Scuola

La scuola va a fondo per pagare gli scatti e la RPD
di Lucio Ficara
Gli scatti di anzianità, unico strumento di avanzamento di carriera per i docenti, rappresentano un diritto contrattuale che però è stato congelato da una legge del precedente governo. Per essere chiari bisogna dire che la legge n. 122/2010 ha interferito sull’art. 78 del Contratto Collettivo Nazionale della scuola
Infatti vogliamo ricordare che ai commi 1 e 2 di tale articolo del CCNL 2006-2009, si scrive che gli stipendi tabellari previsti dall’art. 2, comma 2, del CCNL 7/12/2005 sono incrementati delle misure mensili lorde, per tredici mensilità, indicate nell’allegata Tabella 1, alle scadenze ivi previste e che per effetto degli incrementi indicati al comma 1, i valori degli stipendi annui sono rideterminati nelle misure ed alle decorrenze stabilite nella Tabella 2.
C’è da dire che oltre il blocco degli scatti di anzianità, in alcuni casi, abbiamo registrato anche il blocco della retribuzione professionale dei docenti, che per esempio per chi passa dalla fascia 09 alla fascia 15, comporta un mancato incremento di circa 40 euro lordi mensili, che si aggiungono alle 187 euro lordi di scatto stipendiale mensile.
Per chi invece passa dalla fascia 15 a quella 28, il blocco del RPD comporta un mancato incremento di 55 euro lordi mensili, che si associa a 156 euro lordi di scatto stipendiale mensile. Per mettere una toppa all’imbroglio del blocco degli scatti stipendiali, norma ritenuta da molti illegittima e rivendicata a chiare lettere da una sentenza della Consulta, alcuni sindacati hanno accettato l’accordo di distrarre ingenti somme, indirizzate al fondo d’istituto, per sbloccare il diritto costituzionale degli scatti di anzianità e delle quote della retribuzione professionale docente (RPD).
Le quote distratte possono sottrarre fino al 30% da alcuni fondi d’istituto rispetto alle cifre percepite nell’anno scolastico 2011/2012. In buona sostanza è stata fatta una scelta tra due diritti essenziali, ponendo sull’altare sacrificale il fondo d’Istituto a vantaggio degli scatti.
Potremmo dire che la scuola va a fondo per pagare gli scatti e la retribuzione professionale docente. Un’altra osservazione che è opportuno fare, è quella che gli scatti dei docenti vengono pagati con soldi dei docenti stessi, che riducono il “loro” fondo d’Istituto per garantire il passaggio di fascia di alcuni colleghi. Quindi più che di una risoluzione del problema si può parlare di uno spostamento del problema, da oggi non parleremo più dello sblocco degli scatti stipendiali di chi li ha maturati nel 2011, ma piuttosto, emergerà il problema di come fare quadrare i conti per il funzionamento delle attività scolastiche volte a garantire il piano dell’offerta formativa.

Imminente la pubblicazione della circolare per le iscrizioni

da Tecnica della Scuola

Imminente la pubblicazione della circolare per le iscrizioni
La CislScuola comunica gli esiti dell’incontro tra Oo. Ss. e il Miur relativamente alle preiscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l’a.s. 2013/14. Di imminente pubblicazione la circolare ministeriale. Termine ultimo per le iscrizioni online il 28 febbraio 2013
La novità sostanziale riguarda la dematerializzazione delle procedure amministrative cosi come stabilito dall’art. 7, comma 28, del decreto-legge 95/2012 (“Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica”) che prevede, che a decorrere dall’a.s. 2012/13, le iscrizioni alle istituzioni scolastiche statali avvengano esclusivamente con modalità on line.
Il MIUR, pertanto, ha predisposto una specifica procedura informatica (disponibile sul sito web del Ministero medesimo) per consentire alle famiglie l’iscrizione con modalità on line per le sole classi prime dei vari ordini di scuola, fatta eccezione per la scuola dell’infanzia, le scuole in lingua slovena, le scuole delle province di Aosta, Trento e Bolzano e per i corsi per l’istruzione per gli adulti attivati presso le sezioni carcerarie.
Le istituzioni scolastiche cureranno la redazione del proprio modulo di iscrizione attraverso un’apposita funzionalità disponibile sul portale SIDI. Il modulo è strutturato in una parte generale, uguale per tutte le scuole, contenente dati anagrafici degli alunni e in una parte che la scuola può personalizzare.
Dopo la predisposizione, il modello sarà reso disponibile sul sito web del MIUR: le famiglie, così, potranno procedere all’iscrizione dei propri figli presso la scuola prescelta attraverso la funzione “Iscrizioni on line”.
Il termine di scadenza per le iscrizioni è fissato per tutti gli ordini e gradi al 28 febbraio 2013.
Le istituzioni scolastiche avranno tempo dal momento dell’emanazione della circolare (prevista per la prossima settimana) fino al 20 gennaio per l’integrazione e la personalizzazione del modello.
Non vi sono sostanziali modifiche rispetto alla circolare dello scorso anno ma si evidenziano:
• la soppressione di ogni riferimento alle “sezioni primavera” in quanto, ad oggi, non sono quantificabili le risorse economiche ad esse destinate e se ve ne saranno;
• l’iscrizione on line alla prima classe della scuola secondaria di primo grado anche se appartenente ad Istituto Comprensivo;
• la possibilità di indicare, soltanto in subordine, da parte dei genitori altre due istituzioni scolastiche in caso di non accoglimento della richiesta di iscrizioni per eccedenza delle domande;
• per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado la possibilità per i genitori di alunni minori iscritti e frequentanti classi del primo anno di richiedere, nel corso dei primi mesi dell’anno scolastico, il trasferimento a diverso indirizzo di studi della stessa o di altra scuola, essendo mutate le esigenze educative dei propri figli;
• la possibilità per coloro che dovrebbero frequentare il secondo biennio degli istituti tecnici e professionali, di iscriversi (non on line) a diverso settore/indirizzo e/o articolazione rispetto a quello frequentato;
• la possibilità di richiedere l’iscrizione per coloro che frequenteranno il secondo biennio ad una delle opzioni (tecnici e professionali) indicate dalle istituzioni scolastiche tra quelle comprese nella tabella nazionale e deliberate nel piano dell’offerta regionale.
Per quanto riguarda i licei musicali e coreutici le Organizzazioni Sindacali presenti all’incontro, hanno richiesto di considerare l’opportunità – per gli studenti che non dovessero superare le prove di verifica – di una riapertura dei suddetti termini per iscriversi ad altra istituzione con diverso indirizzo.
Si ribadiscono le modalità di iscrizione per gli alunni con disabilità e disturbi specifici di apprendimento introducendo il diritto per gli alunni con disabilità ultradiciottenni, non in possesso del diploma di licenza conclusivo del primo ciclo, di frequentare i corsi per adulti presso i “centri di istruzione per gli adulti” con le prerogative della legge 104/1992.
A tale proposito – in attesa della pubblicazione del Regolamento recante le norme generali per la ridefinizione dei suddetti “centri” – l’Amministrazione si riserva di fornire istruzioni in merito alle iscrizioni il cui termine di scadenza resta fissato al 31 maggio 2013.
Nulla è mutato, infine, per quanto riguarda le iscrizioni degli alunni con cittadinanza non italiana e la scelta dell’insegnamento della religione cattolica e delle attività alternative.

Riscontrati errori nelle graduatorie di istituto

da Tecnica della Scuola

Riscontrati errori nelle graduatorie di istituto
di Lara La Gatta
Il Miur invita i dirigenti scolastici delle scuole non dimensionate a depennare i nominativi dei docenti erroneamente inclusi
Ieri il Miur ha pubblicato la nota prot. 9509 del 12 dicembre 2012, che ha per oggetto “Graduatorie di istituto del personale docente – Pubblicazione graduatorie”, con la quale il Ministero ha comunicato che, in attesa della risoluzione di alcuni problemi tecnici legati alla pubblicazione delle graduatorie, gli uffici scolastici periferici sono invitati a dare disposizioni affinché nel frattempo le stesse graduatorie di istituto non vengano utilizzate.
A questa nota ha fatto seguito, in data odierna, la nota prot. n. 9582 del 14 dicembre 2012, con la quale richiama, oltre alla suddetta nota, anche la n. 6964  del 21 settembre 2012.
Con quest’ultima, in particolare, era stato chiarito che il decadimento dei vincoli del numero massimo di scuole esprimibili (10 per l’infanzia e primaria – 20 per gli istituti di I e II grado) riguardava esclusivamente le istituzioni scolastiche interessate dal dimensionamento della rete (cambiamento di codice anagrafico e/o di composizione).
A causa di un errore materiale (ecco i famosi problemi tecnici), anche nelle scuole noninteressate in alcun modo dal dimensionamento, in particolare nelle scuole primarie, le relative graduatorie di istituto possono aver subito variazioni con l’inclusione di aspiranti non interessati dalle conseguenze del dimensionamento e quindi non destinatari delle procedure previste dalla richiamata nota. In queste scuole, pertanto, le graduatorie non devono recare alcuna modifica nella composizione rispetto a quelle utilizzate nell’a.s. 2011/2012 con eccezione di quegli aspiranti per i quali, ai sensi della nota ministeriale prot. n. 6791 del 17 settembre 2012, era prevista la possibilità di presentare ex novo il modello B di scelta delle sedi.
Una situazione questa che può essere risolta, secondo il Miur, invitando i dirigenti scolastici delle istituzioni non interessate dal dimensionamento, e che si trovino a riscontrare la presenza dinuovi inserimenti nelle graduatorie, dovuti ai suddetti errori materiali, ad effettuare il depennamento dei nominativi dei docenti erroneamente inclusi, ripubblicando, se necessario, le graduatorie interessate dal fenomeno. Questo perché non ci sono i tempi tecnici per ripristinare le preesistenti graduatorie in via informatica.
A supporto delle scuole interessate dal “disguido”, verrà presto fornito l’elenco delle istituzioni non dimensionate nelle quali sarà necessario effettuare, da parte degli Usr e Usp, gli opportuni controlli per  verificare l’adempimento da parte dei dirigenti scolastici.
Una volta completate le operazioni di depennamento, sarà possibile effettuare le convocazioni per il conferimento degli incarichi a tempo determinato; il tutto omettendo, ovviamente, di convocare gli aspiranti depennati e ciò nelle more dell’aggiornamento delle convocazioni tramite il Sistema Informatico.
Resta ferma la validità delle nomine già  effettuate, con le nuove graduatorie, qualora non si proceda al depennamento di alcun aspirante o nel caso in cui la nomina sia stata conferita all’avente diritto.

Le parole di Profumo: diventare più bravi; e i fatti, De Mauro: l’Italia non ha brevetti

da Tecnica della Scuola

Le parole di Profumo: diventare più bravi; e i fatti, De Mauro: l’Italia non ha brevetti
Se il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, all’Accademia dei Lincei dice che ‘”Dobbiamo tirarci su le maniche e diventare più bravi”, l’ex ministro Tullio De Mauro denuncia che nessun brevetto è stato presentato dall’Italia quest’anno.
”Dobbiamo tirarci su le maniche e diventare più bravi perchè abbiamo una grandissima responsabilità nei confronti delle tasse dei nostri cittadini”.
”Mi auguro che la ricerca venga inserita tra i temi della prossima campagna elettorale. Non possiamo avere dei bravi ricercatori se non partiamo dalla scuola. La scuola è l’elemento centrale dove si crea un Paese migliore che ha bisogno di ricerca e innovazione”. ”Il Cnr ha la grande capacità d’interazione dei saperi. A differenze delle università dove i settori scientifici sono vincolati e con ambiti ristretti, il Cnr ha la capacità di far lavorare insieme persone che hanno saperi diversi. Questo è un grandissimo valore”. Queste in sintesi le parole del ministro dell’Istruzione Profumo all’Accademia dei Licei.
Tullio De Mauro, il famoso linguista accademico dei Licei e già ministro dell’Istruzione, però fa presente in una nota (da Internazionale) .
Il 7 dicembre, mentre in Italia eravamo intenti a capire le intenzioni di un ex primo ministro e a consolarci con X Factor, Patrick Thomas e Anthony Breitman hanno rilasciato in “Spectrum”, la rivista on line dell’Institute of electrical and electronics engineers, la loro “annual analysis ofwho’s who in patenting innovation”.
Le notizie sul numero di brevetti nel mondo sono state ottenute da università, enti pubblici e imprese dei più svariati settori, aerospazio e tecnologie dell’informazione, biotecnologie e strumenti medici.
Il numero di brevetti depositati nell’anno e la loro percentuale sulla popolazione sono buoni indicatori non solo della potenza tecnologica e industriale di un paese. In filigrana si legge lo stato di una cultura: il sapere e il saper fare, il grado di competenze operative, intellettuali e organizzative di un paese, il funzionamento, in definitiva, dell’apparato scuolauniversità-ricerca.
Altre stime disponibili sono poco aggiornate e assemblate con criteri non sempre chiari. Quelle di Spectrum sono aggiornate e ben presentate. Le ha richiamate in una sua nota Roberto Vacca. Oltre agli Stati Uniti, altri paesi sono presenti come principali produttori di brevetti: Giappone e Germania, Svezia, Regno Unito, Olanda, Canada, Finlandia, Danimarca, Corea del Sud, Cina, Belgio.
Molti sono più piccoli dell’Italia, che risulta assente. In Italia, dice Vacca, per “redimere il paese” i decisori pubblici e perfino i più miopi privati dovrebbero capire che brevetta e prospera di più chi studia di più.

Oltre 7mila aule per oltre 300mila candidati: è il concorsino, bellezza

da Tecnica della Scuola

Oltre 7mila aule per oltre 300mila candidati: è il concorsino, bellezza
di Pasquale Almirante
Si parte il 17 e si prosegue il 18 dicembre prossimi con la preselezione per accedere al concorso del personale docente che dovrà spartirsi 11.542 cattedre, ma in due anni, e mentre le graduatorie a esaurimento scoppiano e mentre altri migliaia di giovani neolaureati chiedono lavoro
A cosa serve dunque questo concorso a cattedra? Forse solo a creare caos e confusione benché all’origine si pensò che fosse buono per sbloccare la consuetudine delle abilitazioni, fra cui i corsi Ssis che l’ex ministro Gelmini tolse per mettere in moto i Tfa la cui storia fra l’altro è tutta da scrivere. Intanto ai cosiddetti nastri di partenza scaldano i muscoli 321.210 candidati che devono spartirsi 11.542 cattedre che però saranno consegnate nell’arco di due anni, mentre oltre 160mila precari, abilitati e molti anche in servizio, sono appesi alle graduatorie a esaurimento, sperando che al più presto si apra una varco per lasciare quelle scomode e indecorose grucce.
Una situazione oggettivamente paradossale e senza precedenti in altra parte d’Europa dove a nessuno verrebbe in mente di lasciare nel limbo tante persone o di chiamarle alla bisogna, o sotto la spinta dell’emergenza anche per anni, e poi abbandonarle a se stesse con un bel servito.
Che se fosse operazione fatta da un privato, bislacco e truffaldino, si potrebbe pure accettare, con tutte le riserve è vero e le ingiurie del caso, ma che venga dallo Stato la dice lunga sulla sua organizzazione periferica e il suo senso della giustizia sociale e morale.
Tuttavia “sic transeat gloria mundi” e con essa i 50 minuti che i 321.210 candidati avranno a disposizione per rispondere alle 50 domande fra le quali si potrebbe pure nascondere il “Sarchiapone”, visto che in totale i test sono la bellezza di 3.500, nascosti all’interno di un database che li tirerà fuori a secondo della sua logica asettica e irrazionale, che però molti chiamano “a sorte” e quindi in modo di incolpare, così che, quando qualcosa non funziona, si può sempre dare addosso alla machiavellica “fortuna”.
E infatti sulla ruota delle fortuna si sono pure avviati i ricorsi, tanti ricorsi, per consentire a chi non doveva partecipare di parteciparvi, svilendo ancora di più un concorso già di per sé avvilente, come hanno gridato centinaia di precari ieri davanti al Miur.
Solo l’Anief ne ha fatti entrare, dicono i suoi dirigenti, 1.500 che non erano contemplati nei criteri del bando perchè laureati dopo il 2004, mentre il Codacons ha fatto pure la sua parte con altri quasi 2mila candidati. Finito il conto? Non del tutto visto che molti docenti di ruoli, stanchi di insegnare la stessa disciplina, hanno chiesto a gran voice di cambiare e quindi sono stati inseriti nel grande circuito preconcorsuale. Quanti siano non è dato sapersi benché qualcuno conta un numero superiore alle centinaia.
Intanto il Miur pretende serietà e correttezza e ha imposto ai vigilanti di ciascuna scuola, posto che sia libera da occupazioni studentesche, di non consentire l’ingresso di oggetti elettronici e di verificare le tasche dei candidati alla ricerca di pizzini, cartucciere, congegni e marchingegni, compreso tutto ciò che possa agevolare qualcuno. E siccome le nelle aule si entrerà a turni e a blocchi, a gruppi e ad avvicendamenti il popolo concorsuale è pure pregato di rispettare gli orari e di non spingere, né rumoreggiare, né creare assembramenti, rispettando rigorosamente l’orario assegnato. Se qualcuno dunque avesse pensato di arrivare prima è pregato di aspettare fuori, sorseggiando magari un bel caffè o una camomilla, a seconda dello stato d’animo.
Siamo certi comunque che al Miur incrociano le dita nella speranza che la fortuna, non quella machiavellica, intervenga generosa per evitare blackout, la rottura dei computer, il distacco di solai e soprattutto la tenuta dell’autocontrollo non solo dei candidati ma anche di tutto quel personale che dovrà supportare le operazioni. In bocca al lupo dunque, oltre che ai 321.210 candidati anche a loro.