Docenti INIDONEI e biblioteche

Coordinamento Nazionale Bibliotecari Scolastici

La legge 135/2012 (Spending review) contiene un provvedimento (art.14 c.13) che trasforma in personale tecnico e amministrativo i docenti inidonei all’insegnamento per gravi motivi di salute e utilizzati in altri compiti; è pronta una bozza per il decreto attuativo e sappiamo che sono intercorsi allo scopo contatti ed incontri fra i tre ministeri coinvolti.
La dequalificazione non è da poco -dall’ex 6°-7° livello  al 4° (e risulta un autentico e perfetto AZZERAMENTO delle competenze, a differenza dell’ipotetico demansionamento degli I.T.P.)- oltre a costituire un accanimento su una categoria debole che, a rigore, è tutelata dalle leggi.
Ciò ha suscitato dubbi riguardo alla applicabilità, tanto che molti giuristi la ritengono incostituzionale e passibile di essere impugnata davanti al Giudice.
Invece noi siamo convinti che l’utilizzazione, se ben organizzata, costituisce una risorsa per conoscenza, impegno individuale, principi di civiltà, in particolar modo considerando le problematiche del “sistema scuola” in divenire.
Infatti, oltre alle malattie professionali tradizionali degli insegnanti, (apparato fono-uditivo, vista, cause di servizio) sono visibilmente in crescendo situazioni di disagio psichico – burnout. Tali patologie, proprie di tutte le helping professions, predispongono col tempo anche a malattie oncologiche.
Pertanto non è verosimile che l’inidoneità e la conseguente “Utilizzazione in altri compiti” vengano negate “per legge” a seguito di draconiani risparmi di spesa.

Negli ultimi 15 anni sono stati realizzati dal Ministero vari piani di promozione delle biblioteche scolastiche e di formazione dei docenti addetti, la maggioranza dei quali –docenti inidonei all’insegnamento- si è specializzata nell’educazione alla lettura e alla ricerca in tutti i livelli scolastici.
Tale politica è tuttora considerata un investimento nelle nazioni più avanzate.
Riteniamo che la Scuola non debba privarsi di quelle figure che finora hanno fornito supporto ai progetti dell’offerta formativa e mantengono funzionanti e vitali le biblioteche scolastiche, ora più che nel passato, vista la riduzione di insegnanti curriculari, la scomparsa delle ore di cattedra  disponibili e la mancanza di fondi per il pagamento delle ore eccedenti.

I docenti inidonei pertanto rimangono l’ultimo arricchimento extracurricolare nella complessa articolazione scolastica.

D’altro canto siamo consapevoli che la attuale nostra FRAMMENTAZIONE (normativa e logistica) favorisce di fatto una “utilizzazione” poco valutabile secondo standard di efficienza  e ciò può lasciar spazio ad elementi di “assistenzialismo” e può indurre un sensibile calo delle prestazioni.

Tenendo conto di ciò, il Conbs – Coordinamento Nazionale Bibliotecari Scolastici – propone un riassetto dell’istituto della “Utilizzazione in altri compiti” che da quasi 40 anni vede validamente impiegati i docenti inidonei all’insegnamento, oggi individuati come “spreco”.

Contestualmente tentiamo –con le proposte allegate-  di individuare altre pratiche aree di risparmio per permettere ai docenti inidonei di essere utilizzati in maniera assai più valida e su nuove basi.

Si tratta di “ridefinire” la condizione professionale del docente malato, in una cornice che preverrà con attenzione ogni tentazione di “parcheggio” e consentirà un reimpiego che metta a frutto il patrimonio professionale acquisito, senza azzerarlo, anzi dia modo di incrementarlo e rinnovarlo rispettando comunque la richiesta di risparmio imposta.
Oltretutto le proposte governative di passaggio in altri ruoli e/o amministrazioni costituiscono scommesse azzardate ove si tenga conto dell’età media troppo avanzata, della salute poco affidabile e dell’innalzamento dell’età pensionabile.
Al contrario la nostra proposta consente l’attuazione dei vari progetti di lettura studiati per colmare le carenze registrate ai vari livelli di scolarizzazione, il connesso ampliamento dell’offerta formativa delle scuole, l’eventuale apertura al territorio –come richiesto dal Governo e dall’Europa- e risulterebbe un investimento evidente sia al legislatore che al contribuente.
Il percorso formativo e mansionale uniforme diverrebbe obbligatorio, al fine di creare uno status professionale più riconoscibile e garantito in previsione di riforme future.
Attraverso tale scelta :
– si rende meno traumatico il frequente e fisiologico turn over del personale dovuto all’età media  elevata degli inidonei attuali e futuri;
– si rendono raffrontabili gli impieghi dei docenti inidonei nelle diverse scuole;
– si consente e garantisce un immediato reimpiego ed una adattabilità del precedente bagaglio conoscitivo e dei connessi titoli culturali, salvaguardando così una prosecuzione di carriera non mortificante, anzi arricchente per tutti.
– si rende possibile un’eventuale iniziativa del singolo tendente a mobilità esterna verso servizi bibliotecari pubblici.

Questo non esclude che si debbano tutelare e preservare le situazioni in essere, mediante norme transitorie, salvo volontari trasferimenti.

PROPOSTA DI NUOVE NORME E PROCEDURE
PER L’UTILIZZAZIONE
DEI DOCENTI INIDONEI ALL’INSEGNAMENTO

1. Modalità di Utilizzazione presente e futura

L’inserimento positivamente sperimentato, più “riconoscibile” professionalmente e più richiesto, si è consolidato nella biblioteca scolastica [da ora: b.s.; n.d.r.] e/o mediateca, elementi decisivi per:
gestione ordinata della b.s., promozione della lettura, sostegno alla multiculturalità, supporto a situazioni di svantaggio nelle situazioni di “diversità” o emergenza educativa, alfabetizzazione multimediale. E’ una situazione “strutturalmente protetta” per chi debba abbandonare il rapporto frontale a causa della salute.

Traendo spunto dalle normative internazionali IFLA, in passato sono state stanziate ingenti somme per formazione specialistica e per strumentazione e patrimonio documentale, pertanto l’Utilizzazione in biblioteca/mediateca costituisce un recupero di investimento.

Pure le non rare esperienze di “apertura” al quartiere, in orario extrascolastico, potrebbero sostenere la Utilizzazione, in sinergia con finanziamenti dall’Ente Locale e/o europei (già in sperimentazione nelle Regioni del sud). L’apertura al pubblico va incentivata mediante accordi che consentano il prestito librario agli iscritti al sistema territoriale, che provvederà a curare il rispetto delle regole (restituzioni in ritardo, cancellazione o multa ai contravventori). Anche la cessione di materiale librario in eccesso (doppioni)  e/o di servizi andrebbe perseguita, ove si supporti il locale servizio di pubblica lettura.

In vari casi le b.s. sono strettamente collegate ai laboratori informatici, raccordando didattica e tecnologia. Lo spazio biblioteca va perciò ridefinito in mediateca -al di là della strumentazione effettiva- per  il risultato educativo conseguente che si caratterizza col facilitare l’uso critico e consapevole del mezzo.

2   UTILIZZAZIONE IN ALTRI COMPITI

Premesso che per i docenti inidonei già utilizzati negli UST e USR si debba trovare in tempi brevi la giusta collocazione nel loro attuale posto di lavoro, con conseguente riconoscimento del livello di inquadramento e della esperienza pregressa, per i restanti docenti già utilizzati nelle scuole e per i futuri inidonei appare scelta logica e pagante l’individuare una dotazione “organica” di docenti bibliotecari con mansioni standard (non il ruolo ma almeno uniformità di mansioni e chiara interscambiabilità tra individuo e individuo, scuola e scuola).

3.   TRATTAMENTO STIPENDIALE / RISPARMI DI SPESA

3.1  Fermamente intenzionato a conservare del docente anche le prerogative stipendiali, il personale interessato rimane comunque “aperto” a futuri cambiamenti  che coinvolgessero l’intera categoria insegnante.

3.2  Potrebbe concepirsi una minor remunerazione per le varie situazioni “non-frontali”, provvisorie o definitive  rispetto al personale che sostiene il rapporto col gruppo classe. Tale differenziale potrebbe concepirsi relativamente ad una piccola percentuale  della voce  “retribuzione professionale docenti”.

3.3   Rimane garantito che quanti transiteranno nei ruoli Ata conserveranno integro l’ammontare dell’ultimo stipendio percepito prima del passaggio, come da Codice civile.

4.  COMPITI DELL’ UST

4.1   Ogni UST procede alla compilazione di un elenco delle scuole disponibili nell’Ambito Territoriale.  La prima compilazione avviene entro 8 mesi dalla legiferazione attuativa.  Successive compilazioni seguono allo scadere di ogni triennio, in tempo utile per l’anno scolastico. Le scuole  avranno  dichiarato  contestualmente di possedere le condizioni per l’Utilizzazione dei docenti inidonei (soddisfano i parametri  minimi richiesti per una b.s.).
I medesimi uffici compileranno inoltre due distinti elenchi alfabetici degli utilizzati: uno per le inidoneità provvisorie, uno per le permanenti. I tre elenchi saranno costantemente on line.

4.2  Le nuove necessità di Utilizzazione, verificatesi nei periodi intermedi, sia per gli inidonei  temporanei che per i permanenti, verranno comunque aggiornate senza soluzione di continuità ed i docenti utilizzati immediatamente dalle scuole prescelte che rilascino il benestare.

4.3  Gli UST, alla scadenza annuale, procederanno ad integrare i tre elenchi mediante aggiunte in coda.

4.4  Non si ritiene necessaria la redazione di “graduatorie” a punteggio per i dipendenti in quanto i nuovi casi si aggiungono in continuo durante l’anno, quindi ogni dipendente sceglierà tra quanto disponibile al momento e previo “gradimento” della scuola ricevente.
Solo in caso di contemporaneità si procede a differenziare due o più concorrenti sulla base dei principi esposti più sotto.

4.5 Gli aspiranti Utilizzati potranno depositare un curriculum che evidenzi una formazione utile alla b.s.: elementi di biblioteconomia e cosiddette “information and communication technologies” (ICT).

4.6 Per l’aggiornamento degli elenchi e per facilitare l’inserimento del docente utilizzando, l’UST si avvale della collaborazione continuativa di un docente inidoneo competente sulla normativa relativa a “inidoneità ed utilizzazioni”. Tale docente si occuperà anche del raccordo fra le varie b.s.

4.7   In caso di contemporanee richieste di Utilizzazione su medesima scuola, causa nuova Utilizzazione, si opera una valutazione, visibile ai concorrenti, che consideri nell’ordine:
– percentuale di invalidità e/o handicap (risultanti da referto della CMV)
– titoli di studio e perfezionamento confrontati per durata del corso e per attinenza alle mansioni
– anzianità di servizio, seguita dall’anzianità anagrafica
La valutazione, espletata prevalentemente on line, viene affidata a tre persone : un funzionario UST competente di inidoneità; il docente inidoneo “esperto”; un docente delegato dalla scuola ricevente.
Le richieste di trasferimento vanno invece accodate alle nuove utilizzazioni.

4.8 Gli aspiranti utilizzati che risultassero in  eccedenza rispetto al numero di scuole disponibili, vengono utilizzati scegliendo tra scuole indicate dall’UST che, prive dei parametri richiesti, risultano più prossime all’obbiettivo e si impegnano a raggiungerlo. Scaduto il triennio, l’utilizzato dovrà trasferirsi in una delle scuole che rispettano i parametri (o in carenza dovrà cambiare scuola con scansione triennale tra quelle scuole aspiranti ad inclusione, nello “spirito” di migliorarne l’offerta e diminuirne lo svantaggio).

4.9 Ricevuto il verbale di inidoneità all’insegnamento l’UST entro 30 giorni convoca il docente per la firma del contratto di utilizzazione, lo informa degli obblighi come al successivo punto 6 e comunica le modalità di formazione.

5.  COMPITI DELLE SCUOLE

5.1   Le scuole con popolazione scolastica non inferiore a 800 [1] unità ed interessate alle Utilizzazioni   comunicano all’UST la vacanza del posto e dichiarano di possedere le risorse necessarie, quantificandole tramite modulo ministeriale, predisposto e scaricabile nel sito UST.
Tali dichiarazioni andranno onorate per l’intero triennio di validità dell’elenco.

5.2   Al successivo triennio ogni scuola che non abbia avuto nel frattempo la dotazione di un Utilizzato potrà non rinnovare l’iscrizione all’elenco territoriale. Se invece sia già dotata del personale dovrà garantirne l’incarico anche per il successivo periodo, o sarà considerata inadempiente [sanzioni citate di seguito].

5.3   Per sopravvenuta o originaria dichiarazione mendace (senza dimostrati titoli), decisiva per l’iscrizione, o per mancata osservanza, in itinere, delle regole, la scuola sarà esclusa nelle tre candidature successive (due se cambia il dirigente) dagli elenchi in oggetto.

5.4   Le biblioteche dovranno soddisfare standard di base documentati all’atto della domanda:
– n.1 computer-operatore corredato da programma di gestione del catalogo, collegato ad
Internet, non obsoleto oltre 5 anni, munito di stampante; n.1 computer-utente;
– patrimonio documentario di almeno 3000 unità di volumi a stampa correnti per le scuole primarie, 4000  per le scuole secondarie di 1° grado e istituti comprensivi e 5500 per scuole superiori (oppure, in caso di presenza di “fondo storico”, 5500 meno il 25% della consistenza numerica del fondo storico);
– finanziamento annuale di almeno 450 euro per soli acquisti “librari”, confermato nei POF delle scuole servite dalla b.s. (le scuole aperte al pubblico si avvalgono anche di forniture equivalenti, dal sistema territoriale con cui collaborano);
– presenza del bibliotecario scolastico [da ora: B.S. ; n.d.r.]  nell’organismo di gestione  della b.s. , con diritto di voto e funzione aggiuntiva di “segretario”;
– collaborazione sussidiaria di docenti curriculari o anche volontari (interni o esterni all’istituto) o coinvolgimento formativo-collaborativo di studenti, con previsti crediti formativi; la collaborazione sarà di almeno 6 ore settimanali negli istituti oltre 1000 studenti, più identico incremento orario per ogni incremento di 200 unità di popolazione scolastica [1] (obbligatoria la puntuale registrazione quotidiana delle presenze dei collaboratori).

5.6  Assistenza tecnica: va garantita continuativamente per un efficiente funzionamento di tutti i servizi.

5.7  Ambienti: nel caso la biblio-mediateca sia ospitata in un unico locale, questo può essere usato per attività collaterali solo se ad essa connesse e non oltre il 20 % dell’orario lavorativo del bibliotecario.

5.8  Mansioni: deroga alle ordinarie mansioni potrà essere data con nota dell’UST per particolari incombenze, impiegando il docente in altri compiti di sussidio alla didattica –non connessi alla b.s. – non oltre il  20 % dell’orario complessivo annuale.

5.9   Il bibliotecario scolastico è convocato per iscritto, quale “esperto”, almeno alle sedute del collegio docenti in cui si presenta ed approva il POF  per fornire a richiesta chiarimenti su attività e servizi e, se necessario, supportare e formalizzare l’annuale “progetto biblioteca” integrato nel POF.

Nota [1] : Si sommano anche plessi diversi, distanziati non oltre 1000 metri, se fruitori della stessa struttura. Al calcolo della popolazione contribuiscono anche altre scuole che condividano pienamente lo stesso servizio bibliotecario, sia causa “accorpamenti”, sia grazie a “reti” di prossimità, tra b.s.: riconosciute e assistite dal servizio bibliotecario territoriale e con cataloghi condivisi in rete.
Fanno eccezione gli istituti comprensivi dei comuni montani e piccole isole ove si osservi una apertura al pubblico in orario extrascolastico di almeno 18 ore settimanali.

6. Iter formativo

Per i 30 giorni successivi alla firma del contratto il docente utilizzato, si dedica alla formazione (anche on line) opportunamente individuata secondo l’offerta vigente, prima di prendere effettivo servizio. Tale formazione deve essere certificata mediante attestato finale di frequenza. Può anche essere acquisita certificando il tirocinio (con pieno orario settimanale, registrato, equivalente all’impiego), presso una b.s. già avviata qualora il B.S. sia disponibile come tutor ed operi da almeno 5 anni.

Negli anni successivi sottostà a tassativo obbligo di formazione per le contrattuali ore annue (30 al momento) nei primi 3 anni.  In seguito la sospensione dell’aggiornamento è consentita non più di un anno per volta nel primo decennio.  Andranno protocollate copie degli attestati di frequenza.

7.  TUTELE  e PRECEDENZE

7.1  Particolare attenzione, riguardo all’attribuzione di sede si presta per:
– invalidità superiore ai 2/3;
– handicap  documentati ai sensi della L. 104/92;
– età uguale o superiore a 60 anni.

7.2  Per i casi in cui il docente sia soggetto alla legge 104/92  in situazione di gravità e/o ad invalidità del 70%, potrà optare per la utilizzazione con le mansioni di supporto alla didattica, in particolari progetti stabiliti e coordinati dal ministero, presso una o più delle scuole disponibili.

7.3  Andranno pertanto concordate, in sede di contrattazione nazionale, deroghe e facilitazioni logistiche correlate ai punti di cui sopra.

8   DISPENSA, SANATORIE, CONTENZIOSI, NORME TRANSITORIE

8.1   Non andrebbe tralasciata la possibilità, per i nuovi inidonei e per quelli già in utilizzazione che lo preferissero, un “accompagnamento” verso i ruoli di AA -assistente amministrativo- o AT  -assistente tecnico- che consenta, al termine di un anno di prova, la possibilità di una volontaria mobilità verso ruoli amministrativi.

8.2  I docenti inidonei, che per almeno 5 anni siano stati proficuamente utilizzati in Progetti didattici diversi dalla Biblioteca/mediateca, possono continuare a fornire collaborazione per il 33% del tempo alle attività di Progetto e per il restante 67% alla gestione della Biblio-mediateca.

8.3  Si evidenzia la necessità che, soprattutto in prima applicazione, si riconosca il diritto, per chi abbia maturato 15 anni di servizio, di accedere alla dispensa anche in presenza di referto di inidoneità permanente relativa (all’insegnamento).  Si evidenzia la assoluta necessità di suddetta norma, soprattutto per invalidi ed anziani, legiferando opportunamente.

8.4  In prima applicazione i docenti già utilizzati permanentemente (alla data di emanazione delle norme) conservano la sede d’impiego per la scansione triennale a venire (salvo trasferimento volontario).

RISPARMIO
COME E DOVE LO PENSIAMO NOI

La nostra Proposta comporta già un risparmio perché va ad eliminare le “sacche” di emarginazione e sottoutilizzazione del personale inidoneo; ma in più riteniamo che altri risparmi si realizzeranno sulle

–          ESTERNALIZZAZIONI: consideriamo infatti le economie realizzabili sulle cooperative cui verrebbe altrimenti affidata una parte del lavoro
–          DOCENTI CURRICOLARI: per tenere aperte le b.s.  (fra l’altro solo per 1-2 ore al giorno e non tutti i giorni) dovrebbero essere remunerati col fondo incentivante

Inoltre gli inidonei che già lavorano negli UST sono riciclabili senza spesa, avendo già essi la professionalità richiesta: anziché  Ata nella scuola sarebbero amministrativi nei “provveditorati” [con costo simile e senza sconvolgere le mansioni].

Non dimentichiamo inoltre il contributo già dato dalla “categoria”, tramite la mobilità interna già realizzata da 600 docenti inidonei.
Consideriamo inoltre che mobilità future si potrebbero consentire, con ulteriore sfoltimento di organico, mediante un sistema di passaggio volontario nel ruolo ATA a scansione annuale.
La dispensa (cioè prepensionamento con i contributi maturati)  su richiesta degli interessati, per i più anziani e malati potrebbe rivelarsi in “pareggio di spesa” perché in tali casi le assenze sono molte e la produttività limitata (va considerato che sempre più la pensione risulta inferiore dello stipendio).

A questo si possono aggiungere:

I. Economie sul “sistema scuola” cioè:

I.a  Una piccola quota delle risorse riservate alle Funzioni strumentali  (visto che la b.s. opera spesso in supporto e SEMPRE nello spirito dei vari progetti)

I.b  Cancellazione dei progetti nazionali non indispensabili. Ad esempio sul progetto riguardante le biblioteche scolastiche del precedente Governo (il Progetto “Una rete di biblioteche scolastiche per le competenze chiave del XXI secolo”, proposto dalla Direzione Generale degli Ordinamenti scolastici e per l’Autonomia scolastica nell’a.s. 2009/2010) tuttora “operante”, nutriamo forti riserve: si è dimostrato privo di costrutto, ha richiesto un impiegato/coordinatore per regione e la gestione di un sito: http://www.bibliorete21.it/

I.c  Facili da recuperarsi sono tutte le somme indebitamente stanziate senza osservare procedure legittime e legali, come le spese per le 19 “Pillole del sapere”, grazie anche alle indagini in corso, amministrative e della magistratura.

I.d  Verifica dell’assegnazione dei Fondi per la Ricerca (secondo quanto contesta la Cgil)

I.e  Controlli e risparmi mirati sulle scuole italiane all’estero. Alcuni tagli erano previsti nella s.r. ma poi sono stati bloccati, nonostante stipendi ed emolumenti vari risultino faraonici, senza considerare le regalie previdenziali.

I.f  Si potrebbero verificare le proprietà cedute durante il fascismo ad alcune istituzioni educative e Convitti Nazionali (vedasi il caso ora chiuso di Villa Lucidi sede dal Centro Elaborazione Dati) e le motivazioni alla base di tali cessioni e servizi sociali connessi.

I.g  Si potrebbero stabilire norme rigide e restrittive su spese per stampa, stoccaggio e diffusione di materiali cartacei (presentazione di progetti, opuscoli, pubblicità “mascherate”); andrebbe promossa altresì la pubblicazione on line obbligatoria e la conversione in e-book.

I.h  Controlli e raffronti delle utenze per: luce, telefono, connessioni internet
A. Utenze e manutenzione
E’ stato ampiamente verificato, negli anni, un consumo incontrollato attinente le utenze con bolletta: condotte  insensibili, da parte degli operatori scolastici poco “coinvolti”, producono sprechi notevoli.  Ad esempio, l’illuminazione ininterrotta e integrale di TUTTI i locali.  Anche nelle giornate di non-lezione. La soluzione radicale sarebbe spostare i bilanci per le utenze dall’ente locale direttamente alle scuole.
B. Risparmio energetico e sostenibilità
E’ possibile prevedere una voce inserita fra i compiti di una delle “figure strumentali” e del POF di ogni istituto, che tratti:  risparmio energetico, sostenibilità,  nuovi stili di vita, in ambito educativo e nell’ organizzazione stessa delle scuole. [E’ già sperimentato in molte scuole il progetto “I guardiani della luce”]. Anche il bibliotecario andrebbe coinvolto con precisi programmi di ricerca.

I.i  Ri-assegnazione al personale in servizio nelle scuole di incombenze attualmente esternalizzate.

I.l  Cogestione/scambio dei beni “eccedenti”:  attrezzature  usate limitatamente per  Progetti “a termine” e poi inutilizzate  (attrezzi ginnici, computer, plastificatrici,  lavagne multimediali,  taglierine, scanner, lampade, proiettori, materiali specifici secondo gli indirizzi di studio, quali metalli, tessuti ecc.) potrebbero essere inserite in una “banca delle eccedenze” e rimesse in circolo fra le scuole mediante una rete di scambio predisposta dal ministero e gestita per livelli territoriali.

II. Risorse per le Biblioteche

II.a  Scambialibro dei moltissimi libri ricevuti in regalo ma inadatti alla fascia di età oppure  in numero di copie eccessivo.  Si può pensare una “banca dello scambio” tra biblioteche scolastiche eventualmente esteso alle pubbliche. In sostanza un piano nazionale che sostituisca i progetti bibliotecari “vuoti” e sostenga una “banca” dello scambio del libro.

II.b  Donazioni:  favorire a livello ministeriale gli “atti di liberalità” (donazioni) sul genere della iniziativa ben avviata dalla editrice Sinnos: “I libri spediamoli a scuola”

II.c  Estendere alle b.s. lo strumento del 5x mille

Un anno di vita e passione sindacale

ANIEF: un anno di vita e passione sindacale dalla scuola al pubblico impiego

In occasione degli auguri del presidente Marcello Pacifico per il nuovo anno, il punto su attività, ricorsi, azione confederale, corsi, servizi promossi dalla giovane associazione nata nel 2008 e ripresi dalla stampa – nazionale, locale e specialistica – in 750 articoli durante il 2012.

L’anno si è aperto con il ritiro del bando di selezione del tutor per il sostegno e si è chiuso con lo stralcio dal disegno di legge di stabilità dell’aumento a 24 ore dell’orario di lavoro dei docenti e l’apertura di una terza procedura d’infrazione a carico dell’Italia per la violazione dei contratti a termine, dopo il viaggio a Bruxelles del presidente nazionale e l’invio di migliaia di denunce da parte dei precari. È stata accantonata l’ipotesi di riduzione di un anno della scuola e dell’abolizione del valore legale del titolo di studio, è stata bloccata la chiamata diretta dei docenti in Lombardia e a Trento, l’esclusione dei precari ricorrenti per la stabilizzazione dalle nomine annuali per l’AT di Mantova, l’esclusione degli ATA che avevano cambiato provincia dai benefici del Salva-precari. È stata garantita una nuova tranche di immissioni in ruolo, la riapertura delle GaE ai docenti laureati in Scienze delle Formazione Primaria o abilitati presso Conservatori ed Accademie. È stata confermata la carica ricoperta dalle RSU neo-elette nelle oltre 2.000 scuole dimensionate. Si è ottenuto il parere favorevole del CNPI sull’accesso dei precari con 360 giorni di servizio pregresso al TFA speciale. Durante le ultime elezioni RSU, ANIEF – insieme a Usi, Lisa, Sisa, Conitp, Scuolathena – dopo un comunicato con USB e un accordo di desistenza con Unicobas, ha presentato le sue liste nel 10% delle scuole, ottenendo il 75% delle preferenze. Per il triennio 2012-2015, pertanto, risulta il primo sindacato non rappresentativo per numero di deleghe, con 2.090 associati in più dei Cobas. Non è mancato il sostegno alla classica azione sindacale con l’appoggio e l’adesione a due scioperi nel mese di gennaio 2012, la proclamazione di una giornata di astensione a marzo contro la politica restrittiva del Governo sul settore della conoscenza, il sostegno alle manifestazioni svolte tra maggio e ottobre a Roma da laureati e laureandi in Scienze della Formazione primaria e abilitati presso Accademie e Conservatori contro la IV fascia, e dei precari contro il concorso e per la stabilizzazione. Durante l’ultimo scorcio della XVI legislatura, ANIEF è riuscita a far presentare emendamenti al mille-proroghe, al decreto sulle semplificazioni e alla spending review con una proposta articolata in 10 punti per salvare la scuola e interventi in favore di vicari, quota 96-pensioni, organico funzionale, riconoscimento del servizio prestato per 360 giorni negli AFAM, docenti sovrannumerari inidonei e ITP, ferie dei precari. Il ridotto dibattito parlamentare non ne ha permesso l’approvazione, ma tutti questi temi saranno proposti all’attenzione del nuovo Parlamento. Dura e costante è stata la denuncia dell’ANIEF durante tutto il 2012 su: blocco della ricostruzione di carriera, del primo gradone stipendiale e della mobilità per i neo-assunti, illegittima trattenuta Enam e incostituzionale trattenuta TFR del 2,5% per neo-assunti post 2001, falsi numeri forniti su sostegno, abbassamento del livello di istruzione degli studenti rilevato da Istat, dei livelli di apprendimento nella scuola elementare nel rapporto Pirls, del potere d’acquisto degli stipendi dei docenti fermi al 2000 secondo l’Ocse, calo dell’apprendistato, assenza dei giovani dal mercato del lavoro, cancellazione del ruolo dei ricercatori universitari, eccessivo numero di distacchi sindacali, inopportunità della valutazione Invalsi negli esami di Stato, mancata stabilizzazione dei precari rispetto agli 80.000 posti vacanti, cancellazione di 200.000 posti nella scuola durante gli ultimi sei anni per il 75% della P.A., danno erariale scaturito dalla cattiva gestione dell’ultimo concorso per dirigente scolastico, illegittimità delle mediane rilevate dall’Anvur nel concorso per l’abilitazione nazionale, incostituzionalità della IV fascia delle GaE per il biennio 2012-2013, illegittimità dell’atto di indirizzo all’ARAN su scatti di anzianità, cancellazione di 2.000 scuole autonome con conseguente mobilità di dirigenti e dsga per via del dimensionamento incostituzionale, inopportunità del concorso per docenti rispetto alla presenza di migliaia di abilitati con più di 36 mesi di servizio da stabilizzare.

La presenza di ANIEF in Confedir, Confederazione dei dirigenti pubblici e alte professionalità (la più consistente tra le OO. SS. aderenti) che si conferma per il triennio 2012-2015 rappresentativa nelle aree 2, 3, 4 ma presente, attraverso Unadis, anche nelle aree 1, 6, 8 del Pubblico Impiego, ha visto l’assegnazione da parte del Segretario generale al Presidente dell’ANIEF della delega ai direttivi, alte professionalità, quadri di tutta la P.A. e alla scuola. Durante gli incontri a Palazzo Vidoni, per i tavoli aperti dal ministro Patroni Griffi su applicazione della riduzione degli organici relativi alla Spending Review, mobilità del personale e precarietà disciplinata dalla riforma Fornero, sono stati denunciati il taglio dei posti nella scuola e nella dirigenza pubblica, la dismissione del patrimonio pubblico, la differenza di trattamento tra gli stessi dirigenti e dipendenti pubblici rispetto al blocco dei contratti o alla perequazione delle pensioni, l’illegittima proroga dei contratti a termine dopo i 36 mesi. Tra le proposte, invece, innovativa la presentazione di un piano di sviluppo economico e il raggiungimento di una nuova intesa sulle relazioni sindacali che modifica la riforma Brunetta. Non è mancata la polemica verso alcune affermazioni dei ministri Fornero (lavoro, disoccupati, giovani), Giarda, Polillo e dello stesso Presidente del Consiglio Monti (ruolo dei docenti). L’anno si è chiuso con l’assegnazione di una nuova delega al Presidente ANIEF alla gestione del contenzioso confederale dopo la nomina come supplente nel comitato paritetico all’Aran.

L’attività giudiziaria dell’ANIEF è iniziata con la riassunzione di tutti i ricorsi presentati al Tar Lazio sull’inserimento a pettine presso il giudice del lavoro che in tutto il territorio nazionale, sia in sede cautelare che di merito, ha deciso l’immissione in ruolo dei ricorrenti sui posti accantonati dal Miur, la condanna alle spese legali dell’amministrazione, e in alcuni casi anche la condanna della stessa per lite temeraria. Parallelamente si sono pronunciate le Corti del lavoro stabilendo in primo grado cospicui e ripetuti risarcimenti danni a favore dei precari che si erano rivolti nel biennio precedente all’ANIEF per ottenere la condanna dell’abuso dei contratti a termine, gli scatti stipendiali e le mensilità estive. Il giudice di Trani ha deciso, persino, la stabilizzazione di alcuni precari nonostante una sentenza della Cassazione che avrebbe potuto fermare il contenzioso, ma che secondo il Massimario della Cassazione e la pareristica dell’Avvocatura non appare determinante, specie per l’attivazione di nuove procedure d’infrazione da parte della UE. I giudici del lavoro si sono espressi, anche cambiando precedenti orientamenti, in maniera favorevole sul punteggio del servizio militare e sull’aspettativa per dottorato di ricerca, mentre sono stati riassunti presso la Corte dei conti i ricorsi sulle pensioni. Il Tar Lazio ha dato ragione ai ricorrenti che si sono rivolti all’ANIEF per accedere alle prove scritte del TFA, vista la palese erroneità dei quiz, e alle prove preselettive del concorso a cattedra, se giovani laureati o docenti di ruolo. Il tribunale amministrativo ha ordinato anche un’istruttoria al Miur sui posti tagliati agli ATA, mentre la Consulta con due sentenze ha cancellato le norme su dimensionamento, trattenuta TFR, blocco automatismi di carriera dei magistrati. L’anno si è concluso con l’impegno a notificare tutti i ricorsi che sono stati promossi nell’ultimo biennio nei primi tre mesi del 2013, in particolare su blocco del contratto e scatti stipendiali, trattenuta Enam, Tfr-Tfs, ricostruzione di carriera pre-ruolo, indennità dei vicari, valutazione titoli domanda di mobilità, trasferimenti, tabella valutazione titoli Gae, IV fascia e inserimento con riserva.

L’attività formativa dell’ANIEF, qualificata dal Miur per il personale della scuola, è stata apprezzata da migliaia di corsisti per l’accesso al TFA, al concorso a cattedra, per svolgere il ruolo di Tutor. Partecipati dai quadri sindacali e dalle RSU, i seminari e le diverse conferenze organizzative nazionali e interregionali, la scuola estiva sulla tematica delle relazioni sindacali. Partecipate, altresì, dai legali le diverse conferenze organizzative e il seminario sulla legislazione comunitaria svoltosi a Roma, in collaborazione con Accademia Forense, Pegaso, Gazzetta Amministrativa, Confedir, alla presenza di un presidente di sezione del Tar Lazio, della Cassazione, di un giudice della Corte dei Conti e del presidente onorario dell’Avvocatura dello Stato. I seminari sulla legislazione svolti nel primo trimestre dell’anno sono stati sollecitati dai corsisti e riproposti nel primo quadrimestre di quest’anno scolastico e hanno portato una ventata di novità e professionalità nel corpo docente e per tutto il personale della scuola. Il Congresso ha chiuso degnamente un anno di attività con il lancio di un manifesto programmatico che impegnerà la politica sindacale dell’associazione nel prossimo quadriennio, sia in campo europeo che nazionale e territoriale, mentre sono in programmazione i nuovi corsi per il sostegno, progressione di carriera ATA, ABA, docenti e ancora nuovi seminari su legislazione, sempre in aggiornamento.

Tra i servizi, oltre alla presenza su Facebook con una pagina che ha superato le 7.000 adesioni, sono stati creati account su Twitter e Google+, è stato aperto il canale ANIEF TV con diversi video, è continuato il consueto aggiornamento attraverso la rubrica e la newsletter, è stata confermata l’assicurazione contro gli infortuni. È stato potenziato il servizio di consulenza attraverso l’apertura di diverse sezioni della segreteria nazionale (formazione, amministrazione, consulenza, contenzioso, rete territoriale-rsu) e di diversi sportelli territoriali con una maggiore presenza alle convocazioni del personale. Sono state risolte tutte le contestazioni d’addebito mosse nei confronti di alcuni iscritti, mentre sono state firmate o confermate le convenzioni con Pegaso per le iscrizioni a corsi universitari, Eipass, Edises e Simone (testi di preparazione al concorso e corsi), Acli (patronati e Caf).

L’attenta e costante attività sindacale dell’ANIEF, infine, è stata ripresa nell’ultimo anno con più di 750 citazioni nella stampa specialistica (250 su Tecnica della Scuola, Tuttoscuola, Orizzonte Scuola, etc.), nelle testate di rilevanza nazionale (50 su La stampa, Repubblica, Italiaoggi, Il Manifesto, Corriere della Sera, Il Sole 24ore, Il Fatto quotidiano, Avvenire), nei lanci di agenzia (250, su Ansa, Italpress, Tmnews, Agenparl, etc.), nella stampa locale (200) e nelle radio-tv nazionali (TG Rai, Sky24, Radio 1, Radio 3, Radio24ore) e locali, con un aumento progressivo delle citazioni dal mese di luglio e un picco di oltre 100 registrato nello scorso mese di novembre.

Questi dati sono il frutto di chi, in questo nostro nuovo sindacato, ha creduto fermamente e continua a credere nel valore sociale e politico di un’azione che, grazie alla fiducia e al contributo di migliaia di persone, diventa sempre più incisiva e rilevante nella vita del Paese. È ferma intenzione dell’ANIEF realizzare l’auspicio espresso dal Presidente della Repubblica nel discorso di fine settennato, in merito al ruolo di protagonista che la scuola finalmente è chiamata ad assumere, in termini di risorse e valorizzazione delle professionalità. Questo è anche l’augurio che mi sento di offrire per il 2013 a tutti i collaboratori, ai soci e a tutti voi e alle vostre famiglie, perché un mondo senza conoscenza è un mondo senza umanità e felicità.

Il presidente nazionale ANIEF

Marcello Pacifico

C. Mallardi – M.R. Sicoli, La Scuola e la Città

INSEGNARE AD INSEGNARE: UNA SCUOLA E LA SUA MISSION

di Carlo De Nitti

mallardi_sicoliSe è vero che solo chi è padrone del passato è padrone del futuro, come recita il ben noto aforisma del George Orwell di 1948, non vi è nulla di educativamente più euristico che condurre un gruppo di adolescenti a scoprire la storia della scuola in cui compiono la loro esperienza di studenti e le prime prove da cittadini di un’Italia democratica.

Negli archivi di tutte le scuole di ogni ordine e grado, in particolare, di quelle di più antica istituzione vi sono nascosti dei tesori che meritano di essere portati alla luce dalle ragazze e dai ragazzi del XXI secolo e fruiti da loro medesimi, dall’intera comunità scolastica e dalla comunità territoriale di riferimento per avere contezza della propria storia, fondata consapevolezza del proprio presente e prospettiva critica del proprio futuro.

Nel Liceo delle Scienze Umane “Giordano Bianchi-Dottula” di Bari, un dimenticato e polveroso archivio è divenuto – grazie ad una forte passione archivistica e storiografica congiunta ad una notevole lungimiranza educativa – il cuore di un Progetto pluriennale ideato e condotto in collaborazione tra il Liceo stesso e l’Archivio di Stato di Bari, volto a promuovere competenze storiografiche e di cittadinanza, insieme al senso di appartenenza verso l’istituzione scolastica frequentata.

Da esso trae origine il volume  di CARLA MALLARDI e MARIA ROSARIA SICOLI, La Scuola e la Città. L’Istituto “Giordano Bianchi Dottula” da Scuola Normale a Istituto Magistrale (1862-1964), edito recentemente per i tipi delle Edizioni del Sud nella collana Memoria 37, che è arricchito dalla Presentazione di Eugenia Vantaggiato e dall’Introduzione di  Vito Antonio Leuzzi.

Nel volume – a cui è allegato un interessantissimo DVD, ricco di documenti e di immagini – vengono ripercorse le vicende dell’allocazione della scuola che ha formato fin dalla sua fondazione gli/le insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia.

Per le discenti del XXI secolo, la ricostruzione della storia della loro scuola, il “Bianchi-Dottula”, dal 1862 al 1964, ha significato studiare la storia dell’evoluzione dell’istruzione magistrale a Bari, in Puglia, nel Mezzogiorno ed in Italia nell’arco di un centocinquanta anni: la stessa evoluzione onomastica da “scuola normale” ad “istituto magistrale” all’attuale “liceo delle scienze umane” merita adeguato spazio affinché le giovani generazioni possano sviluppare un consapevole senso di appartenenza ad un’istituzione scolastica la cui mission è quella stata storicamente ed è tuttora – con diversa semantica – quella di insegnare ad insegnare, a divenire professionisti della formazione dei bambini, dei ragazzi e dei giovani: oggi non solo in contesti scolastici ma in tutte le situazioni ‘educative’.

Il problema della formazione dei maestri è sempre stato fondamentale nella scuola italiana a partire dall’unità d’Italia, tanto da essere fin dal 1850 al centro dei pensieri di Francesco De Sanctis, futuro ministro della Pubblica Istruzione nel neonato Regno d’Italia, nella sua Relazione per la riforma della pubblica istruzione nel Regno di Napoli: ed è proprio dallo scenario normativo della formazione della classe magistrale dagli Stati preunitari ad oggi (pp. 17-40) che prende abbrivo il lavoro di CARLA MALLARDI, docente di lettere negli istituti di istruzione secondaria superiore,, e di MARIA ROSARIA SICOLI, funzionario archivista dell’Archivio di Stato di Bari, per concentrarsi nei capitoli seguenti – non numerati – sulla situazione del Sud dopo l’Unità (pp. 41-44) e sulle Scuole Normali nel Meridione d’Italia (pp. 45-48), prima di passare ad analizzare la Scuola Normale maschile di Bari (pp. 49-80), la Scuola Normale femminile di Bari (pp. 81-119) e l’Istituto Magistrale a Bari (pp. 121-136).

Duplice è, dunque, la ricerca condotta:  sul versante della macrostoria un excursus sulla formazione della classe magistrale in Italia e le trasformazioni intervenute nelle istituzioni scolastiche preposte all’uopo, sul versante della microstoria quella della sede barese della scuola preposta alla formazione degli insegnanti ed in particolari delle maestre e dei maestri elementari.

Se con il Decreto Legislativo 3725 del 13.11.1859 – la cosiddetta Legge Casati – costituisce l’atto di nascita della scuola italiana, essendo esso stato esteso con l’unificazione (1861) dal Regno di Sardegna al Regno d’Italia, la legislazione inerente la nascita delle scuole per la formazione dei maestri viene ripresa da Casati dalla previgente legge Lanza (1858) che aveva istituito le Scuole Normali al fine di creare un corpo di maestre e maestri preparati a compiere la loro opera professionale in un Paese in cui l’analfabetismo la faceva da padrone con percentuali che sfioravano l’80% della popolazione.

Con i Regi Decreti 474 del 1862 e 1225 del 1235 del 1863 vengono istituite quattro Scuole Normali nelle Province Meridionali del Regno: nella città di Bari nasce un’istituzione scolastica che avrà nel corso dei decenni un forte sviluppo culturale ed un grande incremento  negli iscritti. Il fortissimo fabbisogno di maestri nell’Italia postunitaria ma anche nei decenni seguenti è motivato dall’impellente necessità di abbattere il diffusissimo analfabetismo che dominava nel Paese, specialmente nel Mezzogiorno: il maggior merito storico che va riconosciuto alla scuola pubblica italiana segnatamente meridionale è quello di avere sconfitto questa piaga.

Dalla legge Casati alla Riforma Gentile l’analfabetismo passa da circa l’80% della popolazione a poco più del 20%: un risultato eccezionale realizzato, peraltro, con risorse non sempre congrue ai nobili fini da perseguire. Lo stesso sottotitolo dice un percorso macrostorico di storia della scuola italiana che si compie: dalle Scuole Normali di casatiana memoria, passando attraverso la statalizzazione delle scuole e degli insegnanti fino ad allora prevalentemente gestiti dai Comuni, voluta nel 1911 dalla Legge Daneo-Credaro che pone sotto ildietto controllo dello Stato le scuole elementari ed il personale docente che vi opera, all’Istituto Magistrale creato dalla Riforma Gentile.

Parallelamente ad essi le vicende politico-amministrative che  hanno caratterizzato la sua allocazione logistica fino alla costruzione dell’attuale sede in corso Giuseppe Mazzini, 114 con la quale termina l’excursus storiografico ed archivistico compiuto dalle studentesse e dalle loro guide.

Nella microstoria dell’Istituto barese intitolato al nobile Giordano Bianchi Dottula – il cui nome compare per la prima volta nelle carte d’archivio nel 1904; antecedentemente la Scuola Normale femminile era intitolata a Laura Beatrice Mancini-Oliva, poetessa napoletana del XIX secolo e moglie di Pasquale Stanislao Mancini – le diverse e talvolta tribolate vicende collegate alla ricerca di un’allocazione consona al numero dei discenti ed alle necessità della didattica.

Quanta attualità nelle iniziative e nelle lettere degli anni ‘30 dell’allora preside dell’Istituto, il prof. Giuseppe Petraglione (si parva licet…), alle autorità politiche ed amministrative locali e non solo dell’epoca per assicurare alle alunne ed agli alunni dell’Istituto Magistrale condizioni degne per l’apprendimento (pp.123-126) mi pare di ravvedere se penso alla corrispondenza che spesso intrattengo con gli Enti locali!

L’attuale sede del Bianchi-Dottula, progettata all’inizio del 1960, fu compiuta nel gennaio 1964 e all’istituto di conseguire una sede degna ed adeguata alle esigenze della didattica.

Il volume di CARLA MALLARDI e MARIA ROSARIA SICOLI, ricostruendone le vicende storico-archivistiche, giunge a proposito visto l’imminente cinquantenario dell’edificio. Un lavoro, quello delle autrici, di grande fascino storico ed archivistico che potrebbe continuare, è solo un modestissimo suggerimento, con uno studio sulle persone che hanno vissuto nell’Istituto il loro impegno professionale o la loro formazione di studenti. Come non ricordare tra i dirigenti ed i numerosissimi docenti – rigorosamente in ordine alfabetico ed a memoria d’uomo, fallace per definizione – personalità come Vitantonio Barbanente, Nicola Dell’Andro, Giovanni Modugno, Angela Ninni, Giuseppe Petraglione, Gaetano Santomauro, Rosaria Scardigno, etc.?

La lettura di questo bellissimo volume tra i suoi meriti ha quello di suscitare forti emozioni: ad esse in me si sono uniti ricordi indelebili perchè della comunità scolastica dell’Istituto Magistrale “G. Bianchi-Dottula”, negli anni ’70, da adolescente, ho fatto parte anch’io.

Che errore per la scuola mettere i voti online

da la Repubblica

Che errore per la scuola mettere i voti online

Sembra una formula magica di minaccia, invece è un progetto di innovazione che coinvolge tutta la scuola italiana. Prevede iscrizioni e certificati online, pagelle elettroniche, registri di classe e personali in formato elettronico. Si chiama “Piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie”. Da questo anno scolastico tutto ciò è obbligatorio, però nel modo in cui sono obbligatorie le innovazioni in Italia, ovvero “senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Il che vuol dire che abbiamo tutto il tempo di farci sopra una riflessione.

Si può parlar male del registro elettronico? O almeno guardar dentro a qualche suo effetto collaterale?
La domanda non è se funziona o non funziona. Alla fine certo che sì. Dopo aver trovato le risorse per acquistare o affittare i notebook per tutte le aule di tutte le scuole del regno e per pagare i contratti alle aziende incaricate di risolvere i pluriquotidiani problemi tecnici e di garantire assistenza continua, dopo aver formato tutti gli insegnanti, governato
le rivolte per lo stress iniziale da voti scomparsi e da password smarrita, blindato il sistema contro allievi-piccoli-hackerinformatici, alla fine funziona. Poi è un attimo trovare il quadro complessivo dei voti, la media della classe, della scuola, per materia, per provenienza geografica, per sesso, le assenze, le note, i ritardi, ancora per materia e per sesso. Per appartenenza religiosa e situazione sanitaria in teoria no, perché son dati sensibili. Ma il resto sì.
Fin qui siamo (tutti) contenti. Si chiama efficienza ed è proprio da conoscere quello che vorrebbe compilare le pagelle a mano come pochi anni fa ancora capitava. Scrivere i voti uno a uno, e anche le assenze, decine di volte in decine di documenti. No no. Mai più.
I voti e le assenze. Il registro elettronico permette di vedere online i voti e le assenze. I genitori dei ragazzi accedono con password e sanno in diretta, in tempo reale, se il figlio è a scuola o no, quale voto ha preso, in quale materia, la media, le note disciplinari, gli esiti intermedi e finali. Tutto tutto. Quel che altrimenti o comunque avrebbero saputo andando a colloquio con i docenti. Lo sanno da casa. Dall’ufficio. Da smartphone.
Dove il registro elettronico c’è da un po’, capita che i genitori non si facciano più vedere ai colloqui con i docenti o alle riunioni della Consulta, basta il voto letto sul video, la media la sanno fare da sé. Come se la valutazione fosse cosa di numeri: niente storia di una conquista da raccontare e condividere, niente alleanza educativa da concordare. La scuola in numeri: quattro-cinque-sei. Oppure i genitori a scuola ci vanno, ma vanno a fine quadrimestre e a fine anno, a contestare il voto in pagella, perché non rispetta la media dei voti monitorata per mesi online.
Come se il processo di apprendimento e crescita potesse diventare un numero appunto.
Con bel margine di paradosso, in anni in cui la crisi di partecipazione investe la scuola come tutta la realtà sociale e in cui nascono progetti per riportare i genitori a sentire la scuola realtà propria, a sentire che il “noi” della scuola comprende tutti, noi e loro. Questa iperconnessione sembra ratificare che quel che resta sono i rapporti immateriali. Una spiritualizzazione tecnologica. Fede in una tecnologia che sostituisce la relazione con la connessione. Sicuri che questo sia bene?
E’ possibile che senza ben pensarci si stia avvalorando un vuoto tremendo. Vuoto di parole dette,
di fiducia conquistata. Di fiducia. Non solo fra scuola e famiglie, ma forse e di più fra genitori e figli. Anche se il figlio non parla di scuola, con il registro elettronico il genitore comunque “sa” quel che conta. Il voto. L’assenza. Il marinare la lezione. Subito. L’istante che ci domina. Non c’è per il ragazzo quel tempo sospeso tra ciò che capita e il momento in cui se ne deve o può parlare. Il tempo di pensare, il dispiacere per il voto preso, il proposito di rimediare, il dire sì, è un brutto voto, ma con la promessa già pronta: sto studiando, domani mi faccio interrogare. O sperare che l’impulso di una mattina in fuga da scuola non sia scoperto. Capire da sé che non va bene. Poter ricominciare da un voto non
scoperto e riparato, da un bigiare di cui ci si dispiace da soli. Come non c’è per i genitori il tempo per dedicare attenzione a quel che capita, interpretare i segnali, le parole non dette, aspettare quelle che possono arrivare se si lascia il tempo, appunto, e decidere che va bene, stavolta passa, perché il figlio ha capito, e poi vediamo.
Sapere tutto subito placa l’ansia ma non sostituisce la fiducia. Codifica un terreno di ambigua trasparenza. In cui abita anche lo studente che infrange le regole. Uno studente che manometteva o bruciava il registro di classe cartaceo era limpidamente un mascalzone. Uno che viola il registro elettronico è in una confusa posizione di genialità male utilizzata.
La notizia recente è che uno di questi studenti nello stesso giorno ha ricevuto, per il suo gesto di hackeraggio scolastico, dalla scuola una sanzione e da un’azienda informatica un’offerta di lavoro.
In una scuola che ha soprattutto bisogno di alleanze concretissime di idee, persone e risorse, il registro elettronico può diventare un abbaglio che ci permette ancora una volta di non vedere quel che capita. Una fondamentale vita di relazioni che si perde. Chi lavora a scuola conosce l’importanza di guardare dritto dritto lo studente, a me gli occhi, nel momento in cui si scopre la firma falsa sull’assenza. Il decidere se dirlo o non dirlo al genitore o al ragazzo stesso, se far capire che si è capito, con lo sguardo che parla al posto delle parole, e basta quello, per sempre.
Più avanza il possibile della tecnologia, più bisogna custodire la materialità delle relazioni. La relazione educativa è incontro. Incontrarsi è un argine all’idea che tutto possa esaurirsi nella virtualità di un rapporto online. Forse è di moda lasciarsi con un sms, a volte anche senza nemmeno quello. Di certo sarebbe indecente bocciare un ragazzo attraverso una comunicazione via web.
La smaterializzazione (orrenda parola, vorrà dire qualcosa il fatto che sia così brutta la parola? Le parole contano, eccome) della scuola può andar bene per l’effi-cientamento (e qui il lessico vira verso l’horror, ma sta scritto proprio così) delle carte e procedure, certo non per i rapporti, che hanno bisogno del corpo. Gli occhi che scappano, le mani che da adolescenti non si sa dove mettere, la voce che dice la verità, le parole che spiegano, tante parole che spiegano come la fiducia è qualcosa che si costruisce fra persone che si incontrano e parlano, non su un computer che ci denuncia.

Concorso-incubo, la scuola non trova nuovi ispettori

da Il Messaggero

Concorso-incubo, la scuola non trova nuovi ispettori

I posti sono 145, dopo cinque anni ammessi all’orale in 79

BUROCRAZIA
ROMA Il concorso-lumaca. In tempi in cui si chiede, anche nel mondo della scuola, di fare largo ai giovani, si fa in tempo a invecchiare anche facendo un solo concorso pubblico. È la storia dei 145 posti per ispettori scolastici. Dopo quasi cinque anni da quando è stato bandito il concorso (l’8 febbraio del 2008), si è conclusa il 18 dicembre scorso la correzione delle prove scritte. E si devono ancora fare gli esami orali. Un concorso così lento che intanto gli ispettori scolastici non esistono più nella vecchia denominazione, adesso sono definiti dalla normativa «dirigenti tecnici». I posti scoperti sono più dei 145 messi in palio (45 per la scuola primaria e dell’infanzia e 100 per le medie e le superiori). Sono addirittura 299. Ma questo concorso, quando arriverà a traguardo, ne potrà coprire molti di meno. Perché le tre prove scritte sono state tanto difficili quanto severissime così che i superstiti che dovranno affrontare gli orali sono appena 79, l’8,7% dei candidati. Davvero pochi considerando le risorse di cui ci sarebbe bisogno. Ovvero: una figura che nelle strategie politiche è di primo piano, essenziale al buon funzionamento delle scuole (sarebbero 335 i posti necessari in tutta Italia, ma in attività ci sono solo 36 dirigenti) vede scoperte intere regioni, come il Veneto. Oppure succede che c’è un dirigente che è competente per un migliaio di istituti, come avviene attualmente in Sicilia.
LE TAPPE
Il concorso per ispettori scolastici ha vissuto tutte le tappe di una burocrazia esasperante. È stato indetto dopo 15 anni dal precedente. C’è voluto quasi un anno e mezzo per correggere i test di trentamila candidati. In proporzione, se fosse successo così con il «concorsone» per docenti di dicembre scorso, che aveva oltre trecentoventimila iscrizioni, i risultati invece di essere in tempo reale si sarebbero conosciuti nel 2027. Poi c’è stato il passaggio di tre ministri e tre governi (Fioroni centrosinistra, Gelmini centrodestra, Profumo tecnico). Di data in data, lo slittamento delle prove è diventato quasi una regola. Poi c’è stato il ricorso di duecento candidati, ai quali il Tar ha permesso di svolgere la prova scritta nonostante non fossero stati definiti idonei per le preselezioni. Poi le polemiche, con un’interrogazione parlamentare, sui criteri di valutazione. Il risultato paradossale è che, nonostante nella legislazione attuale il ruolo di dirigente tecnico, ex-ispettore, sia diventato sempre più di primo piano, non si è riusciti a sostituire quelli già in ruolo che via via sono andati in pensione. E così ci si è adattati. Affidando i compiti ispettivi, quando si verificava una necessità, ai presidi attraverso gli uffici scolatici periferici. Oppure, negli uffici scolastici regionali, l’amministrazione ha proceduto a fare delle nomine temporanee, triennali.
GLI ESAMI ORALI
Ora a metà febbraio il via agli esami orali. Le polemiche continuano e gli esclusi stanno chiedendo l’accesso agli atti. Critici anche i sindacati. La Flc Cgil vuole sapere quali sono i «criteri» con cui sono state «valutate le prove».
Alessia Camplone

ELEZIONI 2013. La scuola nell’Offerta Politica. Dov’è la centralità?

da Tecnica della Scuola

ELEZIONI 2013. La scuola nell’Offerta Politica. Dov’è la centralità?
di Anna Maria Bellesia
A sentirli parlare, i politici, dicono tutti che la scuola è “centrale”. Ma della scuola “reale” poco si parla e poco si scrive. Ecco le proposte contenute nell’attuale Offerta Politica e le domande finora senza risposta.
Era salita agli onori della cronaca nazionale al tempo dello scontro sulle 24 ore. Aveva fatto capolino nel match televisivo Bersani-Renzi. Aveva indispettito Monti, che contava di prelevare quei 700 milioni di euro dal lavoro supplementare gratuito dei docenti per risanare i conti pubblici. Poi la Scuola è scomparsa dal dibattito politico. Tutti ne proclamano la “centralità”. Ma nessuno entra nel merito, se non per scandire qualche slogan, spesso un po’ vecchiotto.
C’è da scommettere però che il milione di lavoratori del settore, docenti in particolare, reduci dalle batoste degli ultimi anni, nella veste di elettori staranno ben attenti sul dove mettere la crocetta. Troppe le promesse di “valorizzazione” finite nel bidone.
L’attuale Offerta Politica sembra confezionata su misura di elettore, specialmente quello incerto. Riguardo all’Istruzione, “rilanciare” ed “investire” sono le parole magiche. Qualità, efficienza, valutazione e merito sono le tematiche più trendy, a cui si aggiungono produttività e flessibilità. Si glissa invece sulle risorse. Logoro appare ormai il discorso della scuola più “moderna ed europea”.
COSA CI CHIEDE E NON CI CHIEDE L’EUROPA
Forse vale la pena di ricordare cosa ci chiede davvero l’Europa. Le priorità strategiche sono delineate nella comunicazione della Commissione europea “Ripensare l’istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici” del 20/11/2012. In sintesi:
– Investire nell’istruzione e nella formazione per sviluppare le abilità necessarie alla crescita e alla competitività.
– Non ridurre la spesa, ma spendere meglio, in maniera più mirata ed efficiente, anche mettendo a punto dei modelli di partenariato e di partecipazione ai costi (per esempio, coinvolgendo le imprese nel settore tecnico professionale).
– Sviluppare una Istruzione e Formazione Professionale di eccellenza, in particolare i sistemi di formazione duale per agevolare l’occupazione giovanile.
– Valutare e certificare i “risultati di apprendimento” per sostenere la mobilità.
– Conoscere più lingue (lingua materna più altre due lingue)
– Sfruttare al meglio il potenziale delle Tic, per rendere più efficace l’apprendimento e ridurre le barriere all’istruzione, in particolare quelle d’ordine sociale.
– Rivedere e rafforzare il profilo di tutte le professioni dell’insegnamento: insegnanti di ogni livello, dirigenti scolastici e formatori degli insegnanti.
– Dare un deciso sostegno allo sviluppo professionale continuo degli insegnanti.
Quello che non ci chiede l’Europa è di ridurre di un anno il percorso degli studi. I 27 Paesi Ue si dividono infatti abbastanza equamente tra quelli che terminano il percorso scolastico a 18 anni (13 Paesi, tra cui Spagna e Francia) e quelli che lo terminano a 19 anni (15 Stati, tra cui Italia, Germania, Danimarca). Finlandia e Romania offrono due opzioni, dipende se si continua il ciclo di studi.
L’ATTUALE OFFERTA POLITICA PER LA SCUOLA
Il primo a rilanciare “Una scuola dove si impara davvero” è stato Matteo Renzi. Il suo programma fa leva su merito e valutazione, sia per le scuole sia per i docenti, secondo un modello che alla fine risulta molto simile a quello da anni proposto da Valentina Aprea del Pdl: “Gli istituti scolastici devono godere di un’ampia autonomia, anche riguardo alla selezione del personale didattico e amministrativo, con una piena responsabilizzazione dei rispettivi vertici e il corrispondente pieno recupero da parte loro delle prerogative programmatorie e dirigenziali necessarie”. Altri punti riguardano la valutazione degli istituti scolastici attraverso il completamento del nuovo Sistema di Valutazione, centrato sull’azione di Invalsi e Indire, e la valutazione e incentivazione degli insegnanti, attivando in ciascun istituto scolastico un meccanismo finalizzato all’attribuzione di un premio economico annuale ai migliori. Un programma che rileggiamo quasi identico nell’Agenda Monti. C’è chi dice infatti che abbiano in comune lo stesso maître à penser ed estensore del testo.
Quanto a Pier Luigi Bersani, a parole si è dimostrato sensibile al tema di ridare dignità alla scuola e a chi ci lavora. “La riforma -ha detto- deve partire dalla considerazione del ruolo, della dignità, dell’importanza degli insegnanti”, ma ha aggiunto anche: “miracoli non ne prometto ma mi impegno”.
Nell’intervento del 30/11/2012 “Non c’è democrazia senza istruzione”, reperibile in vari siti internet, Bersani aveva rilanciato le proposte “storiche” del Pd: dall’organico funzionale (senza dire però con quali risorse), al tempo pieno e modulo di 30 ore con le compresenze nella primaria, alla lotta alla dispersione scolastica, al piano straordinario per l’edilizia scolastica. Senza trascurare il rilancio dell’istruzione e formazione tecnica e professionale, per finire con le “Scuole aperte tutto il giorno”, una idea molto simile al centro civico e ludico di Profumo, anche qui senza specificare con che mezzi. Avendo ricevuto più critiche che consensi, il leader del Pd attualmente ha scelto alla voce “Sapere”una proposta molto più generica, limitandosi all’enunciazione di principio che è necessario “avviare un’opera di ricostruzione vera e propria”. “Garantiremo processi di riqualificazione e di rigore della spesa, avendo come riferimento il grado di preparazione degli studenti e il raggiungimento degli obiettivi formativi”. Seguono altre vaghe indicazioni circa l’impegno per un piano straordinario contro la dispersione scolastica, misure operative per il diritto allo studio e un investimento sulla ricerca.
Anche il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo dedica alla Scuola una pagina in 13 punti del suo programma politico. Si va dall’abolizione della legge Gelmini ad un grande impulso alla diffusione di internet nelle scuole, all’insegnamento obbligatorio della lingua inglese fin dall’asilo, all’abolizione del valore legale dei titoli di studio. Altri punti riguardano l’università: valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti, investimenti nella ricerca, integrazione università/aziende, sviluppo di strutture di accoglienza per gli studenti. È detto papale papale che le risorse finanziarie dello Stato saranno erogate solo alla scuola pubblica.
Nel sito di Sel di Nichi Vendola, troviamo un corposo “Quaderno di scuola” di 102 pagine, che comprendono università e ricerca, scuola, politiche giovanili. Per la scuola, viene presentata “una proposta di revisione complessiva”, pur nella consapevolezza che servono ulteriori riflessioni aperte al personale e alla società. In sintesi, viene proposto un percorso scolastico dai 5 ai 18 anni, con un primo ciclo di sette anni e un secondo ciclo di cinque anni, con progressivo innalzamento dell’obbligo di istruzione a 18 anni. Qualunque percorso di formazione professionale deve essere spostato successivamente alla frequenza del percorso di istruzione obbligatoria e va eliminata la possibilità di espletare l’ultimo anno dell’obbligo nell’apprendistato. Una proposta questa che appare in controtendenza sia rispetto a quanto è stato fatto finora, da Fioroni in poi, sia alle linee strategiche della Ue.
Anche Italia Futura di Montezemolo ha annunciato di voler “rimettere la Scuola al primo posto”. Intanto, il 24 dicembre, è stata pubblicata l’Agenda di Mario Monti. “Bisogna prendere l’istruzione sul serio”, così si intitola il relativo paragrafo, che enuncia obiettivi in linea con la strategia di Lisbona 2020. Inoltre, bisogna “investire in capitale umano”, puntando su autonomia e responsabilità come principi fondanti per un nuovo modello organizzativo, completare e rafforzare il sistema di valutazione centrato su Invalsi e Indire, inserire con gradualità meccanismi di incentivazione dei dirigenti scolastici e degli insegnanti, attraverso un premio economico annuale agli insegnanti che hanno raggiunto i migliori risultati.
Questo aspetto in particolare rappresenta una novità (nello schema di Regolamento del Sistema nazionale di valutazione, approvato dal Consiglio dei ministri del 24 agosto scorso, non se ne parla), o meglio un ritorno al passato di Gelmini-Brunetta, quand’era in voga parlare di performance e premialità selettiva. “Il merito e la produttività dovranno essere gli elementi essenziali per la valutazione del lavoro svolto da tutti i dipendenti pubblici e per la parametrazione delle pubbliche retribuzioni”, così sta scritto in un altro punto dell’Agenda.
Monti è molto prudente sul dove trovare le risorse da investire: “Man mano che si riduce il costo del debito pubblico e si eliminano spese inutili, possiamo creare nuovi spazi per investimenti nell’istruzione”.
E come la mettiamo con le pensioni? Gli insegnanti italiani sono fra i più vecchi d’Europa e la riforma li porta a 67 anni, in condizioni lavorative che non sono più quelle di una volta. Secondo Monti “la riforma delle pensioni ha dato al Paese il sistema più sostenibile e avanzato in Europa”. Nessuna marcia indietro. Al massimo, “dovrebbero” essere consolidate delle misure per l’“invecchiamento attivo” e soprattutto i lavoratori saranno invitati a “meglio pianificare il loro futuro e i loro risparmi attraverso la previdenza complementare”.
DOMANDE IN CERCA DI RISPOSTA
Per i soggetti politici che volessero misurarsi con la scuola “reale” per rendere davvero “centrale” istruzione, formazione, educazione, suggeriamo alcune domande:
1) Quale scuola vogliamo per le nuove generazioni?
2) Come tornare ad investire sulla scuola, per renderla al passo con le sfide del XXI secolo, e dove reperire le risorse?
3) Quale docente? Quali competenze, percorso di formazione, percorso di carriera? Quale stato giuridico? Quale riconoscimento economico? Quale rivalutazione sociale?
4) Come reclutare personale docente giovane ed assicurare il necessario ricambio generazionale?
5) Come assorbire il precariato che logora metà vita professionale dell’aspirante docente?
6) Come gestire il Sistema nazionale di valutazione?
7) Quali proposte per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche?
8) A chi giova l’eventuale riduzione di un anno del percorso di studio e diplomare i 18enni?
9) Come si colloca la scuola paritaria rispetto ai finanziamenti pubblici?
10) Come affrontare il problema dell’eccessivo innalzamento dell’età pensionabile rispetto all’esigenza di rinnovamento e al lavoro stesso?
SITOGRAFIA
Ø           Commissione europea, “Ripensare l’istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici”, Strasburgo 20/11/2012
Ø           Matteo Renzi, “Investire sugli Italiani – Una scuola dove si impara davvero”
Ø           Pier Luigi Bersani
L’intervento di P.L.Bersani del 30/11/2012 “Non c’è democrazia senza istruzione” è reperibile in vari siti internet, ad esempio:
Ø           Beppe Grillo
Ø           Nichi Vendola, “Quaderni di scuola”
Ø           Mario Monti, Agenda “Cambiare l’Italia, riformare l’Europa”

Da oggi le nuove regole per la pensione

da Tecnica della Scuola

Da oggi le nuove regole per la pensione
La riforma Fornero sulle pensioni entra oggi in vigore e siccome si campa di più, si allunga e si alza di conseguenza la panca per gli uomini, che devono aspettare 66 anni e 3 mesi, e per le donne la cui attesa va fino a 62 anni e 3 mesi
Antonio Mastrapasqua, il presidente dell’Inps, per evitare che qualcuno lo possa scordare, ricorda la riforma Fornero ai microfoni di ‘Start’ su RadioRai1. E infatti ha detto, senza turbamenti e dribblando sulle pensioni d’oro: “L’età pensionabile è agganciata all’aspettativa di vita perchè per fortuna si vive di più, quindi si lavorerà di più e si percepirà una pensione per più tempo”. E poi ha aggiunto: “La riforma è cominciata vent’anni fa con Amato, poi con Dini e tutti i governi che si sono susseguiti. Di fatto la riforma Monti-Fornero, chiude un ciclo di transizione molto lungo.”
A chi gli chiedeva se il sistema sarà sostenibile dalle singole persone ha poi risposto: “Serve la ‘seconda gamba’ della pensione complementare, che in Europa è molto diffusa ma che in Italia stenta ancora a decollare. Su questo tutti (Inps, assicurazioni e banche) devono lavorare”. Mastrapasqua ha anche ricordato un dato “allarmante”: nel Vecchio Continente “la media di coloro che hanno la pensione complementare è di circa il 91%, in Italia è il 23%. Un delta troppo ampio sul quale bisogna riflettere per capire quali sono gli errori che sono stati fatti”

Bastano sei ore per salvare la cattedra

da Tecnica della Scuola

Bastano sei ore per salvare la cattedra
di Aldo Domenico Ficara
Titolarità di cattedra esterna va costituita anche se lo spezzone di titolarità è inferiore a 9 ore.
Il Tribunale di Lecce con un’ordinanza del 13 agosto 2012 riguardante le condizioni per il mantenimento della titolarità della cattedra, conferma l’indirizzo giurisprudenziale secondo cui la titolarità della cattedra va salvaguardata se nella stessa scuola è disponibile almeno un terzo delle ore ed è comunque possibile costituire l’orario con 18 ore settimanali d’insegnamento utilizzando spezzoni orari della stessa classe di concorso presenti nella scuola di titolarità e/o in quelle di completamento.
Quindi la titolarità di cattedra esterna va costituita anche se lo spezzone di titolarità è inferiore a 9 ore. Infatti, tale spezzone non deve essere di entità inferiore a un terzo (almeno 6 ore) rispetto alla cattedra orario completa di 18 ore. Tutto questo servirà nell’elaborazione dei prossimi organici ad evitare che molti docenti titolari vadano in soprannumero. I giudici di merito hanno fatto presente che, quando lo spezzone di titolarità subisce una riduzione di ore tale da farlo diventare inferiore al 50% della cattedra (nel caso delle secondarie: inferiore a 9 ore) si applica una norma speciale volta a salvaguardare la titolarità del docente interessato.
La disposizione cui hanno fatto riferimento i giudici è l’art. 6 del decreto ministeriale n. 35/2010, dove è previsto che alla presenza di docente titolare in una delle sedi della cattedra orario, la titolarità va salvaguardata se nella sede stessa sia disponibile almeno un terzo delle ore. Rimane implicito il fatto che deve essere possibile costituire la cattedra mettendo insieme ulteriori spezzoni per arrivare alla cattedra completa di 18 ore

Rassegna Stampa 2 gennaio 2013

IN PRIMO PIANO

 
   
la Repubblica  del  02-01-2013  
LA SCUOLA E IL RILANCIO DEL PAESE (N.Urbinati) [solo_testo] pag. 29  
la Repubblica  del  02-01-2013
DISOCCUPATI, GIOVANI, POVERI E IMMIGRATI TUTTE LE PRIORITA’ DEL QUIRINALE PER L’ITALIA (V.Conte) [solo_testo] pag. 5
Corriere Adriatico  del  31-12-2012  
RIVALUTARE L’ISTRUZIONE (G.Israel) [solo_testo] pag. 15  
il Messaggero  del  02-01-2013  
CONCORSO-INCUBO, LA SCUOLA NON TROVA NUOVI ISPETTORI (A.Camplone) [solo_testo] pag. 14  
il Messaggero  del  02-01-2013  
UN MESE PER I RICORSI CONTRO IL QUIZZONE [solo_testo] pag. 14  
Corriere della Sera  del  02-01-2013  
IPOCRISIE POLITICHE SULLA RICERCA SCIENTIFICA (G.Stella) [solo_testo] pag. 41  
   

MINISTERO

 
   
la Repubblica  del  02-01-2013  
LA SCUOLA LIQUIDA (M.Veladiano) [solo_testo] pag. 40/41  
il Messaggero  del  02-01-2013  
IL BILANCIO DI MONTI “ORA MENO TASSE” (B.Corrao) [solo_testo] pag. 4  
L’Unita’  del  02-01-2013  
L’OMOSESSUALITA’ NON E’ UN TABU’ PER I GIOVANI MA LA STRADA E’ IN SALITA [solo_testo] pag. 24  
il Mattino  del  02-01-2013  
L’UNIVERSITA’ CAMBIA, I TAGLI RESTANO (C.Claudi) [solo_testo] pag. 29  
Corriere della Sera  del  02-01-2013  
GLI STUDENTI “CONNESSI” HANNO PIU’ SUCCESSO ALL’UNIVERSITA’ (A.Castaldo) [solo_testo] pag. 27  
Italia Oggi  del  02-01-2013  
UNA FACOLTA’ DI MEDICINA DIVERSA (R.Giardina) [solo_testo] pag. 14  
Corriere della Sera – ed. Milano  del  02-01-2013  
DALLA “BIBBIA DI POLO” AI SISTEMI ANTIFRODE L’UNIVERSITA’ DELLE IDEE (F.Cavadini) [solo_testo] pag. 5  
la Stampa  del  02-01-2013  
Int. a M.Carrozza: LA DONNA RETTORE “IL MIO IMPEGNO E’ PER I PRECARI” (F.Amabile) [solo_testo] pag. 9  
Avvenire  del  02-01-2013  
ADDIO ALLA SIGNORA DELLA SCIENZA (F.Gabici/R.Levi montalcini) [solo_testo] pag. 22  
Europa  del  02-01-2013  
Int. a R.Montalcini: “LA SCIENZA SENZA LIMITI” (M.Colimberti) [solo_testo] pag. 3  
il Messaggero – Cronaca di Roma  del  02-01-2013  
A RITA LEVI MONTALCINI L’OSPEDALE ISRAELITICO E L’UNIVERSITA’ ROMA TRE (F.Olivo) [solo_testo] pag. 38  

 

 

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E SOCIETÀ

 
   
il Sole 24 Ore  del  02-01-2013  
FISCO, BUROCRAZIA E BONUS RICERCA I CAPITOLI INCOMPIUTI DELLE RIFORME (D.Colombo/A.Gagliardi) [solo_testo] pag. 7  
il Sole 24 Ore  del  02-01-2013  
L’AGENDA DEL SOLE 24 ORE: DIECI IDEE PER IL PAESE [solo_testo] pag. 5/7  
   
A cura di Giuseppe Colella e Federico Bandi

 

 

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 1

 

Sommario

LEGGI ED ALTRI ATTI NORMATIVI

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 26 ottobre 2012, n. 230


Regolamento relativo ai requisiti di professionalita’ ed ai criteri
per l’espletamento della selezione per l’iscrizione nell’elenco dei
soggetti che possono essere nominati segretari generali di camere di
commercio nonche’ agli obblighi di formazione per i segretari
generali in attuazione dell’articolo 20 della legge 29 dicembre 1993,
n. 580, cosi’ come modificata dal decreto legislativo 15 febbraio
2010, n. 23. (12G0247)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 1

 

 

DECRETI PRESIDENZIALI

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 17 dicembre 2012


Scioglimento del consiglio comunale di San Martino di Finita e nomina
del commissario straordinario. (12A13504)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 16

 

 

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 17 dicembre 2012


Scioglimento del consiglio comunale di Sassello e nomina del
commissario straordinario. (12A13505)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 16

 

 

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 17 dicembre 2012


Scioglimento del consiglio comunale di Marostica e nomina del
commissario straordinario. (12A13506)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 17

 

 

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 17 dicembre 2012


Scioglimento del consiglio comunale di Cengio. (12A13630)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 18

 

 

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 22 dicembre 2012


Nomina del Commissario ad acta per il subentro della Regione Autonoma
Friuli-Venezia Giulia nella gestione della situazione di criticita’
socio-ambientale in atto nel territorio della Laguna di Marano
Lagunare e Grado, ai sensi dell’articolo 5, commi 4-ter e 4-quater,
della legge 24 febbraio 1992, n. 225, e successive modifiche ed
integrazioni. (12A13664)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 18

 

 

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 22 dicembre 2012


Proroga dello stato di emergenza determinatosi nel settore del
traffico e della mobilita’ nel territorio dei comuni di Treviso e
Vicenza. (12A13665)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 19

 

 

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 22 dicembre 2012


Proroga dello stato di emergenza determinatosi nel settore del
traffico e della mobilita’ nell’asse autostradale Corridoio V
dell’autostrada A4 nella tratta Quarto d’Altino – Trieste e nel
raccordo autostradale Villesse – Gorizia. (12A13666)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 20

 

 

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 


DECRETO 21 dicembre 2012


Riparto del concorso finanziario agli obiettivi di finanza pubblica
delle Regioni a statuto ordinario per l’anno 2012 di cui all’articolo
16, comma 2, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con
modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135. (12A13711)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 21

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 30 luglio 2012


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«KYLEO». (12A13390)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 23

 

 

 


DECRETO 30 luglio 2012


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Magnet Med». (12A13464)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 27

 

 

 


DECRETO 30 luglio 2012


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Cythrin L». (12A13472)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 30

 

 

 


DECRETO 30 luglio 2012


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Vertimec Pro». (12A13473)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 33

 

 

 


DECRETO 31 luglio 2012


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Ship». (12A13471)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 38

 

 

 


ORDINANZA 13 dicembre 2012


Proroga e modifica dell’ordinanza 26 agosto 2005 e successive
modifiche, concernente “Misure di polizia veterinaria in materia di
malattie infettive e diffusive dei volatili da cortile”. (12A13710)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 42

 

 

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

 


DECRETO 10 dicembre 2012


Sostituzione di un componente della commissione provinciale di
conciliazione designato da Confartigianato di Pavia. (12A13468)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 44

 

 

 


DECRETO 10 dicembre 2012


Integrazione dei componenti della Commissione provinciale di
conciliazione designati dalla Unione industriali di Pavia. (12A13469)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 44

 

 

 


DECRETO 10 dicembre 2012


Sostituzione di un componente effettivo della Commissione provinciale
di conciliazione designato da Confagricoltura di Pavia. (12A13470)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 44

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 27 novembre 2012


Scioglimento della «Nova Servizi 2004 societa’ cooperativa sociale a
mutualita’ prevalente», in Roma e nomina del commissario liquidatore.
(12A13391)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 45

 

 

 


DECRETO 27 novembre 2012


Scioglimento della «Bio Agri – societa’ cooperativa», in Battipaglia
e nomina del commissario liquidatore. (12A13392)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 46

 

 

 


DECRETO 27 novembre 2012


Scioglimento della «Ginepro societa’ cooperativa a responsabilita’
limitata», in Anzio e nomina del commissario liquidatore. (12A13393)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 46

 

 

 


DECRETO 27 novembre 2012


Scioglimento della «Gestione servizi societa’ cooperativa a
responsabilita’ limitata», in Nettuno e nomina del commissario
liquidatore. (12A13394)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 47

 

 

 


DECRETO 27 novembre 2012


Scioglimento della «Obiettivo lavoro 2008 – societa’ cooperativa», in
Fiumicino e nomina del commissario liquidatore. (12A13395)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 47

 

 

 


DECRETO 27 novembre 2012


Scioglimento della «DI.ME. – societa’ cooperativa», in Roma e nomina
del commissario liquidatore. (12A13396)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 48

 

 

 


DECRETO 4 dicembre 2012


Emissione, nell’anno 2013, di un francobollo ordinario appartenente
alla serie tematica «Lo sport italiano» dedicato ai Campionati del
Mondo di Sci Nordico, nel valore di € 0,75. (12A13631)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 49

 

 

 


DECRETO 4 dicembre 2012


Emissione, nell’anno 2013, di un francobollo ordinario appartenente
alla serie tematica «Il folclore italiano» dedicato al Carnevale
Termitano, nel valore di € 0,60. (12A13632)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 50

 

 

 


DECRETO 12 dicembre 2012


Autorizzazione al rilascio di certificazione CE conferito alla
societa’ Oecis S.r.l., in Roma, ad operare in qualita’ di organismo
notificato per la certificazione CE ai sensi della direttiva 95/16/CE
del 29 giugno 1995, concernente il ravvicinamento delle legislazioni
degli Stati membri relative agli ascensori. (12A13465)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 51

 

 

 


DECRETO 12 dicembre 2012


Estensione di termini e condizioni di partecipazione alla procedura
di contenimento dei consumi di gas per l’anno termico 2012-2013.
(12A13467)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 53

 

 

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


DETERMINA 7 dicembre 2012


Riclassificazione del medicinale Dovobet (calcipotriolo/betametasone)
gel ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993,
n. 537. (Determina n. 734/2012). (12A13624)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 54

 

 

 


DETERMINA 7 dicembre 2012


Riclassificazione del medicinale Desloratadina Germed (desloratadina)
ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n.
537. (Determina n. 733/2012). (12A13625)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 55

 

 

 


DETERMINA 7 dicembre 2012


Annullamento della determina n. 463 del 13 luglio 2012 relativa al
medicinale «Montelukast Mylan Generics Italia». (Determina n.
728/2012). (12A13626)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 56

 

 

AUTORITA’ PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI

 


DELIBERA 20 dicembre 2012


Approvazione della manovra tariffaria di Poste Italiane di cui al
procedimento avviato con delibera 286/12/CONS. (Delibera n.
640/12/CONS). (12A13667)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 57

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

AUTORITA’ DI BACINO NAZIONALE DEL FIUME ADIGE

 


COMUNICATO


Adozione del progetto di 2ª Variante al piano stralcio per la tutela
dal rischio idrogeologico del fiume Adige approvato con DPCM 27
aprile 2006. Misure di salvaguardia e prescrizioni a regime.
(12A13398)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 63

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO

 


COMUNICATO


Estinzione della Confraternita Ave Gratia Plena, in Fisciano.
(12A13507)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 63

 

 

 


COMUNICATO


Estinzione della Confraternita del SS. Sacramento, in Fisciano.
(12A13508)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 63

 

 

 


COMUNICATO


Estinzione della Confraternita di Maria SS. della Pieta’ e dei SS.
Crispino e Crispiniano, in Salerno. (12A13627)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 63

 

 

 


COMUNICATO


Estinzione della Confraternita dei SS. Angeli Custodi, in Calvanico.
(12A13628)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 63

 

 

 


COMUNICATO


Estinzione della Congrega del SS. Crocifisso e Rosario, in Pellezzano
(12A13629)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 64

 

 

 


COMUNICATO


Avviso relativo all’ammissione del Comune di Sciacca al contributo ex
articolo 2, comma 552, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, per la
stabilizzazione di lavoratori socialmente utili a carico del bilancio
comunale da almeno otto anni – annualita’ 2009. (12A13633)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 64

 

 

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

 


COMUNICATO


Passaggio dal demanio al patrimonio dello Stato di un’area nel Comune
di Maruggio. (12A13466)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 64

 

 

 


COMUNICATO


Consultazione pubblica riguardante la bozza di decreto concernente il
nuovo regolamento recante norme per la concessione dei benefici
previsti dall’art. 45, comma 3, della legge 23 dicembre 1998, n. 448,
e successive modifiche e integrazioni. (12A13397)


(GU n.1 del 2-1-2013

)

 

Pag. 64

 

 

SUPPLEMENTI ORDINARI

 


DECRETO 28 dicembre 2012


Incentivazione della produzione di energia termica da fonti
rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole
dimensioni. (12A13721)


(GU n.1 del 2-1-2013

– Suppl. Ordinario

n. 1
)

 

 

 

 


DECRETO 28 dicembre 2012


Determinazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio
energetico che devono essere perseguiti dalle imprese di
distribuzione dell’energia elettrica e il gas per gli anni dal 2013
al 2016 e per il potenziamento del meccanismo dei certificati
bianchi. (12A13722)


(GU n.1 del 2-1-2013

– Suppl. Ordinario

n. 1
)