Ben venga “la consultazione nazionale per salvare la scuola”

Ben venga “la  consultazione nazionale per salvare la scuola” lanciata da Vertecchi.
Ma innanzitutto parli la scuola reale

di Domenico Sarracino

La proposta di una “consultazione nazionale per salvare la scuola”, fatta dal prof. Vertecchi su “l’Unità “ del  5 scorso,  giunge opportuna e puntuale, essendo davvero incalzante la necessità di definire un prospettiva di politica scolastica per i tempi medi e lunghi che favorisca “la crescita di apprendimenti  che restino per tutta la vita o per un tratto consistente di essi”.

Credo di poter interpretare l’intervento di Vertecchi come un contributo alla qualificazione della campagna elettorale richiamando la politica alle sue responsabilità verso il sistema scolastico italiano a rischio di smarrimento.

E credo anche (mi perdonerà se sbaglio)  che non si sia rivolto solo ai partiti ed alle istituzioni ma un po’ a tutti quelli che hanno a che fare con la scuola, chiedendo di dire la propria.

Si va alle elezioni e tutti sicuramente parleranno di scuola, come al solito; e ci diranno  che essa è questione strategica per il nostro Paese, per il suo futuro, per le nuove generazioni, per lo sviluppo…

Ma di scuola non si può più parlare utilizzando il solito politichese e con il cinismo della mala-politica,  con le solenni dichiarazioni  scritte nei programmi elettorali , puntualmente  smentite dai fatti. Non è stato lo stesso ministro Profumo a dichiarare, davanti al folto pubblico di una seguita trasmissione televisiva che i problemi della scuola  “non entrano nelle riunioni del Consiglio dei Ministri”?

Anche se la tentazione a ritrarsi è forte e diffusa, in un momento come questo è quanto mai necessario l’esercizio della cittadinanza da parte di tutti noi, perché la buona politica non potrà mai nascere dal deserto  della passività democratica . Anzi, è questo il momento in cui  è imposto a noi cittadini-elettori di essere in  campo ed esigere che si creino le condizioni  per  il rilancio del buon governo della cosa pubblica.

Credo per questo che la proposta Vertecchi costituisca. nel campo dell’educazione e della scuola.  un passo in questa direzione e si collochi bene in questa prospettiva.

Ma bisogna dire subito quali sono i requisiti necessari perchè la proposta possa diventare una ripartenza netta nelle finalità, nelle modalità, nei cambiamenti, nei mezzi; e non sia ridotta ad un dispendioso confezionamento di uno dei tanti libri (bianco o verde  che sia) fatti per rimanere negli scaffali o per fare citazioni in documenti o dotte conferenze che poco o nulla tolgono o aggiungono alle difficoltà   della scuola. E che  Vertecchi, più di me, non voglia questo lo dimostrano ad abundantiam i suoi scritti ed interventi.

Affinchè l’iniziativa possa davvero incidere nella realtà, produrre cambiamenti,  introdurre correzioni, convincere e riappassionare , c’è bisogno che sia rispettata una condizione basilare: che chi la indice e la guida voglia vedere  le cose come stanno, direttamente ed onestamente.

Sappiamo che i  soggetti che vi dovranno partecipare sono naturalmente diversi e vari, e perciò, ancora una volta chiediamo che si faccia un’operazione verità facendo sì che a parlare , a raccontarsi, a segnalare  i punti di forza (che ancora ci sono) e le vulnerabilità (che crescono) siano innanzitutto quelli che la scuola la fanno, la studiano nei contesti reali delle classi,  si confrontano con i cambiamenti (innanzitutto nei nuovi profili degli apprendenti), si misurano con la complessità sociale, toccano  i bisogni, hanno subito e subiscono “innovazioni” nominalistiche, non sperimentate , non finanziate, non accompagnate da formazione e supporti, in un groviglio di norme improvvisate,che si accumulano e distolgono dal cuore del problema: e cioè da  come si apprende oggi, che cosa  e perché; come questi apprendimenti  possono essere significativi per i discenti e divenire autentica formazione  delle persone e dei cittadini.

Insomma, per tutto questo, sarebbe determinante che questa volta in primo piano ci fossero innanzitutto le singole scuole, magari quelle più scassate e sofferenti, insomma i terminali  del sistema che poi nel nostro caso ne sono il cuore.  Una zoomata in presa diretta, per non avere verità che lungo la strada, dalle fonti ai punti di raccolta,   rischiano l’edulcorazione, lo scolorimento e i soliti acconciamenti.

Ben venga dunque una consultazione nazionale sullo stato della scuola italiana, rigorosa nel metodo di acquisizione, nelle modalità organizzative, nei modi della partecipazione, e capace di fare il punto sullo stato reale delle cose, di indicare le urgenze immediate e legarle  con le prospettive più strategiche. Ma è  importante più di tutto che una tale iniziativa  non smarrisca – come invece  da tempo sembra che stia accadendo – l’urgenza di concentrare una straordinaria attenzione alla necessità di far funzionare ed ossigenare la vita delle classi,  i rapporti educativi, la significatività degli apprendimenti, il ruolo degli apprendenti, i processi di coesione sociale e crescita umana, la capacità di cittadinanza attiva e responsabile andando a guardare, studiare e ricercare cosa  oggi avviene nelle aule e nelle scuole.

Ma per fare  ciò c’è bisogno che cambi il modo di condurre la cosa pubblica, nella scuola come altrove. Le elezioni della nuova rappresentanza popolare sono il momento giusto per chiederlo, anzi per esigerlo. Grazie a Vertecchi per aver aperto la strada.

Un anno perduto pericolosamente

Un anno perduto pericolosamente

di Stefano Stefanel

 

L’anno scolastico 2012/2013 si sta avviando verso il semestre finale con poco entusiasmo, nessuna certezza e l’impressione generalizzata che si stia perdendo del tempo. Sembrano passati anni da quando all’inizio del 2012 la scuola aspettava con ansia le novità del Governo dei tecnici. Non sono tra quelli che considerano completamente negativa l’esperienza del Ministero Profumo, anche se certamente mi aspettavo qualcosa di meglio. Certamente credo che stiamo perdendo un anno importante, perché quando i nodi torneranno al pettine per l’ennesima volta la scuola si mostrerà ancora meno competitiva della volta precedente. Di “nodo” in “nodo” pare che la china non finisca mai.

A inizio anno di solito si fanno i buoni propositi e si mettono di fila le intenzioni migliori. Ma poiché nella scuola l’inizio dell’anno solare corrisponde alla metà dell’anno sostanziale è necessario essere realisti e valutare che cosa sarà possibile concludere e in che modo, tenendo conto che gli scenari elettorali non fanno capire come si evolveranno realmente le cose, non solo per la difficoltà che riserva il futuro, quanto soprattutto per la reticenza delle forze politiche a dire parole chiare e verificabili sulla scuola. Dunque enumero di seguito alcuni problemi strutturali che stanno paralizzando il sistema scolastico italiano con la connivenza di troppi che si fingono innovatori e invece sono conservatori. Se mi sbaglio ovviamente dovrò pagare pegno e a fine 2013 farò ammenda per averci visto male.

 

Sconfitte e innovazioni. Ci sono forze politiche, sindacati, associazioni culturali e professionali, singoli docenti, commentatori che vantano come grandi vittorie del 2012 l’aver bloccato il provvedimento sulle 24 ore dei professori e la riforma degli organi collegiali. Il provvedimento sulle 24 ore è stata una vera sciagura, perché ha annullato il dibattito sulla scuola: credo che il Ministro Profumo solo per aver permesso l’uscita di questa idea dovrebbe prendersi l’insufficienza. Però essere soddisfatti solo di aver bloccato qualcosa senza proporre nulla di alternativo non è una gran cosa. Anche perché il Contratto rimane lì immobile come la pietra a dire che le ore di insegnamento non si cumulano con quelle funzionali. La questione della riforma degli organi collegiali è invece grottesca. Il PD prima ha portato avanti e sostenuto il DDL 953 (Aprea) e poi quando è stato accusato da sindacati, movimenti, associazioni alla sua sinistra di attaccare la costituzione ha mandato allo sfascio il DDL non attraverso una chiara scelta, ma facendo slittare i tempi e facendolo ingoiare dalla fine della legislatura. Il DDL 953 poteva essere approvato a settembre, ma il PD ha fatto slittare tutto con audizioni, modifiche, cambi di direzione, distinguo, ecc. al solo fine di far terminare la legislatura senza aver approvato niente, cosa che è puntualmente accaduta. Anche qui è grottesco che ci si vanti di aver bloccato la riforma di qualcosa che dura dagli anni settanta del secolo scorso, che sta paralizzando le scuole su dispute inutili e assemblearismi privi di costrutto. Inoltre tutta la pletora di organismi previsti dai Decreti delegati non funzionano, non  vengono fatti funzionare, non si sa a cosa servono. Questo museo a cielo aperto del ’68 sembra un happening dei tempi passati, con i dirigenti scolastici che devono fare finta di essere uno dei componenti del consiglio d’istituto e nel frattempo preparare tutte le carte in modo che presidente e consiglieri possano guardarne qualcuna e dare qualche opinione qua e là e approvare o non approvare a seconda della serata. Ho detto più volte che l’unica strada per far funzionare gli Organi collegiali come nel bel tempo antico è abolire la figura del dirigente scolastico, del tutto incompatibile con l’assemblearismo, il riunionismo, la collegialità, la deresponsabilizzazione assembleare. Antonio Valentino mi ha anche “richiamato” su questo, ma io credo non si possa continuare a perdere tempo con riunioni assurde solo perché quarant’anni fa si faceva così. Una parola di chiarezza sugli organi collegiali della scuola aiuterebbe il futuro, ma qui invece si va avanti a tentoni.

 

Organico funzionale addio. Il Ministro Profumo aveva fatto approvare a febbraio l’avvio dell’organico funzionale d’istituto e di rete (Decreto legge n° 5 del 10 febbraio 2012 convertito nella legge n° 35 del 4 aprile 2012). Tutto finito nel nulla anche qui, mentre invece quella sarebbe la strada maestra per la stabilizzazione degli organici, le risorse umane certe, la programmazione pluriennale. Sull’argomento ci sono state tante parole, ma le resistenze sotterranee e corporative alla fine hanno prevalso. Il Ministero e Sindacati vogliono mantenere intatte le procedure costose e burocratiche (trattative sugli organici, trasferimenti, utilizzazioni, assegnazioni provvisorie, ecc.) in modo da poter occupare personale e uffici su numeri e procedure bizantine, che ritardano sempre di più l’azione delle scuole e rendono sempre complessa ogni programmazione. Così, nonostante la legge, non si lavora sull’organico funzionale triennale per non disturbare le burocrazie ministeriali e sindacali imperanti.

 

Contro i concorsi. E’ sorprendente vedere come forze di sinistra e sindacali si considerino sconfitte perché il Miur è riuscito a fare i concorsi. La cosa potrebbe essere surreale se non fosse accaduta in questo 2012. Di suo il Miur ci ha messo concorsi sbilenchi, domande assurde, errori pacchiani, procedure attaccabili. Ma alla fine sta arrivando in porto e non è poco. Il Concorso per dirigenti è stato un macello organizzativo, ma almeno in 12 Regioni i nuovi dirigenti sono in servizio. Quello che mi pare atroce è che non vengano attribuiti tutti i posti dirigenziali liberi, perché vanno a reggenza le scuole sottodimensionate e quelle tenute da parte per i distaccati. Uno Stato serio coprirebbe tutte le sue scuole con i dirigenti idonei e i distaccati quando tornano “a casa” aspettano che si liberi un posto o vanno nelle scuole sottodimensionate. Il Concorso per docenti non è stato granché, ma almeno una selezione non basata sull’anzianità è iniziata, anche se poi i vincitori saranno nel complesso piuttosto anziani. L’idea di ripescare i laureati di dieci anni fa è bizzarra, non svecchia e porta nella scuola gente che ha fatto finora altro. Se questo è meglio o peggio vedremo. Quello che ascoltiamo giornalmente è il lamento dei precari più o meno storici che reputano doverosa la loro immissione in ruolo senza accettare che un concorso fatto dieci o dodici anni fa ormai ha per forza di cose perso la sua efficacia. Se non dal punto di vista formale certamente da quello sostanziale. Uno Stato serio copre tutti i posti in organico di diritto con contratti a tempo indeterminato assegnati attraverso concorsi pubblici che non tengono conto di alcuna graduatoria determinata dall’anzianità. Come prevede la Costituzione, difesa da molti solo nelle parti che fanno comodo.

 

Fondo d’istituto. Sembra quasi che il Miur sia contento della serrata di novembre dei docenti e non comunichi le cifre per il FIS per mantenere l’agitazione, far lievitare le sospensioni e le dimissioni e alla fine aver meno da pagare. Serietà vorrebbe che il 1° settembre di ogni anno il dirigente sappia di quanti soldi dispone, così entro il 20 settembre fa la sua proposta e in tempi rapidi si arriva alla firma. Invece va avanti questa deriva “sudamericana” dove i tempi della siesta ministeriale prevalgono su quelli del lavoro delle scuole e dove si lavora a vista con la prospettiva di aprire nuovi contenziosi tra coloro che lavorano e poi forse non saranno pagati.

 

Esami di fine ciclo. Il dibattito sulle 24 ore ha nascosto quello sugli esami di fine ciclo, che devono essere modificati radicalmente quanto prima. La loro lunghezza e farraginosità è pari alla loro inutilità tecnica: mantengono solo una grande utilità emotiva perché costituiscono un passaggio difficile e obbligato nella crescita degli adolescenti. Ma una prova di iniziazione della gioventù non può bloccare la ricerca didattica, costringere gli studenti a lunghi esami fuori dal tempo, creare situazioni viste dal resto del mondo come impossibili (alla fine praticamente tutti promossi). Solo che le 6 prove del primo ciclo e le quattro del secondo ciclo rimarranno intatte anche quest’anno, nel loro faraonico costo e nel loro esito improponibile, con le scuole che vanno peggio nelle probe Invalsi e Pisa che hanno i voti più alti. Tutto questo nell’impotenza di tutti all’interno di un sistema praticamente paralizzato.

 

Mi darei anche da fare, ma mica so bene da chi dovrei andare a parlare.

Suicidi e sconfitte sociali

Suicidi e sconfitte sociali

di Vincenzo Andraous

In una settimana due persone hanno tentato di ammazzarsi, due detenuti dello stesso penitenziario.

Tra tanti che riescono nell’intento di farla finita, in questi due accadimenti non è andata così, nel primo caso la prontezza di intervento degli Agenti di Polizia Penitenziaria ha consentito di arrivare per tempo,  il detenuto è in fin di vita, ma ancora vivo. Nel secondo caso la prontezza di riflessi dei compagni di cella hanno letteralmente sradicato dal buco nero più profondo il compagno dai passi perduti.

Due vite per fare una sola parola, predestinati, numeri di un contenitore tritatutto, anche la disperazione più disperante incontra la via più breve per non riuscire a sopportare l’irraccontabile.

E’ già epitaffio per un carcere così ridotto, miserabile e disumano, c’è urgenza di apostrofare la riflessione, innescare la più piccola provocazione per smetterla con gli omissis sulle responsabilità che non ci sono mai, con le posture scandalizzate di una società in preda al panico dialettico e comportamentale.

Come se fare gli indifferenti, i vendicativi a oltranza, i giustizialisti all’ennesima potenza, avesse il potere di rendere più mansueti gli uomini e le donne detenute, ponesse argine alle conseguenze drammatiche della recidiva, nell’intento di inquadrare in una identica civicità spicchi di umanità allo sbando, delinquenti malati e mai curati, malviventi veri e malviventi inventati, trattati nello stesso modo, una popolazione detenuta composta nella stragrande maggioranza da miserabilità, oltre a quella larga fetta di popolazione cosiddetta libera, ma inchiodata al non fare, e quindi nella più che prevedibile commissione di reati.

In questa cartina tornasole dai riflessi opacizzati dalle informazioni, comunicazioni, dati, non sempre esposti correttamente, perché esplicitati a seconda del tornaconto personale, c’è a fare da ponte la richiesta di una giustizia che tuteli le persone oneste, ma che garantisca equilibrio e comprensione umana verso chi sconta dignitosamente la propria carcerazione.

Giustizia giusta non sta a vendetta, peggio, a indifferenza di riordino, neppure è sinonimo di pena certa, quando la pena è un percorso a ostacoli, malamente accidentato, dove è sempre più obbligante morire di dipendenza, di patologia, di malattia.

La Giustizia e il Carcere non possono essere invocati quando qualcuno commette reati indegni o eclatanti, quando il disagio sociale implode-esplode in vere e proprie miserie dis-umane o interessi incrociati devastanti.

La giustizia è un valore alto che cresce dentro una condizione individuale e collettiva che sa schierarsi dalla parte di chi è la vittima, di chi è innocente, di chi  soffre inascoltato senza meritarlo, la Giustizia è tale perché non ha paura, non fa passi indietro nei riguardi di chi non vede riconosciuti i diritti fondamentali, di chi è costretto a sopravvivere, anche di chi ha sbagliato e non ha la possibilità di riparare, di diventare una persona migliore.

Ci si impicca, ci si uccide, quando la pena si traveste e muta in un eccesso di condanna, non c’è solamente la restrizione della libertà personale, ma una vera e propria mancanza di diritto, di corretta interpretazione della misura incapacitante, di non cura della salute e della propria dignità personale.

Il non rispetto di queste “prerogative carcerarie”, deprivano lo scopo e l’utilità sociale della pena stessa, che non può esser considerata una punizione o un castigo se non ricompone la solidarietà collettiva, attraverso lo strumento della riparazione che sta nel Dna di ogni possibile giustizia, per ridare autorevolezza e senso al carcere, che punisce il crimine ma rispetta l’uomo, pur sempre cittadino, detenuto.

 

NUOVI APPROCCI NELLA SCIENZA DELLA NUTRIZIONE: NUTRIGENOMICA E NUTRIGENETICA

NUOVI APPROCCI NELLA SCIENZA DELLA NUTRIZIONE: NUTRIGENOMICA E NUTRIGENETICA

 

 

Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali

Dipartimento Scienze Biochimiche

Università degli Studi di Firenze

 

Firenze,  8 febbraio – 9 marzo 2013

Direttore del corso: Prof. Luigia Pazzagli

Comitato Scientifico: Prof. Luigia Pazzagli, Dr. Paolo Paoli, Dr. Annalisa Olivotti, Dr. Gianni Zocchi

 

PROGRAMMA

 

 

Venerdì 8 febbraio             

Presentazione del corso

h 8.30-9.00                            Prof. Paola Bruni (Preside della Facoltà di SNFN)

                                               Prof. Marco Linari (Presidente del Corso di Laurea in Scienze Biologiche)

 

h 9.30-13.00                          Il metabolismo dei nutrienti

Paolo Paoli,  Dipartimento Scienze Biochimiche, Università Firenze

 

h 14.00-18.00                        Biochimica ormonale

Francesca Cencetti, Dipartimento Scienze Biochimiche, Università Firenze

 

 

 

Sabato 9 febbraio                

 

h 8.30-13.00                          La scienza della nutrizione

                                               Gianni Zocchi, Biologo Nutrizionista, Spec. in Scienza dell’Alimentazione

 

h 14.00-16.00                         Nutrigenetica e nutrigenomica

Annalisa Olivotti, Biologa, specialista in Patologia Generale

 

h 16.00-18.00                        Reazioni avverse agli alimenti – Diagnostica

                                               Annalisa Olivotti, Biologa, specialista in Patologia Generale

 

 

 

Venerdì 22 febbraio

 

h 8.30-13.00                          Fisiologia della nutrizione

Caterina Baccari, Dipartimento di Scienze Fisiologiche, Università Firenze

 

h 14.00-18.00                        L’alimento di origine vegetale e gli integratori alimentari

                                               Nadia Mulinacci, Dipartimento di Scienze farmaceutiche, Università Firenze

 

 

 

 

Sabato 23 febbraio

 

h 8.30-11.00                          Regolazione dell’espressione genica negli eucarioti

Elisabetta Meacci, Dipartimento Scienze Biochimiche, Università Firenze

h 11.00-13.00                        Nutrigenetica

Dr. Keith Grimaldi,  Scientific Consultant Eurogene Project, UK

 

h 14.00-18.00                        Nutrigenetica

Dr. Keith Grimaldi,  Scientific Consultant Eurogene Project, UK

 

 

Domenica 24 febbraio

 

h. 9.00-10.00                         Gut-Brain axis

Paolo  Manzelli, Chimico, EGOCREANET

h. 10.00-13.00                                   Microbiota intestinale

Matteo Ramazzotti, , Dipartimento Scienze farmaceutiche, Università Firenze

 

h 14.00-17.00                        Alimentazione e attività fisica-

Alessandro Lombardi, medico nutrizionista specialista medicina dello sport

 

 

Venerdì 8 marzo

 

h 8.30-13.00                          I microrganismi negli alimenti

Antonella Lo Nostro, Dipartimento di Sanità  Pubblica, Università Firenze

 

 

h 14.00-18.00                        Accettabilità degli Alimenti  e scelte dei consumatori

                                               Erminio Monteleone, Dipartimento Biotecnologie Agrarie, Università Firenze

 

 

Sabato 9 marzo

 

h 8.30-11.00                          Psicologia del comportamento alimentare

                                               Vieri Boncinelli, specialista in psicologia clinica, ostetricia e ginecologia

 

h 11.00-13.00                        Scienza della nutrizione applicata alle patologie

                                               Gianni Zocchi, Biologo Nutrizionista, Spec. in Scienza dell’Alimentazione

 

h 14.00-18.00                        Le intolleranze alimentari- celiachia

                                               Silvio Moretti, AIC- Consulente Scientifico Sicurezza Alimentare,  Roma

NUTRA-SCIENZA

NUTRA-SCIENZA : La metamorfosi della economia industriale e le nuove performances della qualità della produzione e della commercializzazione nel settore dell’ AGRI –FOOD .

Premessa di :   Paolo Manzelli  pmanzelli.lre@gmail.com

La attuale crisi strutturale della economia industriale –meccanica , e’ sintomatica di una profonda metamorfosi che condurra ‘ la impresa agro-alimentare ad adeguarsi a nuove logiche manageriali e di marketing territoriale impostate nel quadro della eco-economia Europea . In tale contesto denominato KBBE ( knowledge Based Bio-Economy) si colloca la innovazione dei settori produttivi della agricoltura basata sulla ricerca nutrizionale, quale fulcro dello sviluppo ad elevata qualita della produzione del settore dell’ Agri-Food.

Nell’ ambito della societa industriale la produzione agricola e’ stata vista in termini quantitativi, come necessita di superare la fame nel mondo, mentre la qualita’ alimentare, piu che in riferimento alla salute ed al benessere della popolazione, e’ stata considerata in termini di  prezzo, di altre esigenze soggettive del consumatorcosi’che e’ stata  sostanzialmente limitata alla verifica e al controllo di requisiti minimi di sicurezza. Non e ‘un caso che nell’ epoca industriale  qualsiasi tipologia del cibo  venisse valutata in termini quantitativi espressi in “Calorie” , annientando ogni riferimento specifico al valore salutistico degli alimenti.

 

Oggigiorno tale consuetudine di considerare la qualita’ un valore soggettivo, e’ stata modificata profondamente in quanto i fattori critici di successo, che danno  valore  alla qualita oggettiva degli alimenti , sono quelli che assumono un elevato impatto nella promozione alimentare, i quali si congiungono sinergicamente alla salute ed il benessere  delle persone ed alla qualita della vita. Cio comporta un profondo cambiamento correlato agli sviluppi della ricerca nutrizionale in quanto capace di definire caratteristiche misurabili ed oggettive del metabolismo del cibo , che necessariamente si traducono in una altrettanto precisa definizione delle caratteristiche salutistiche  della produzione alimentare ,le quali permettono ad un prodotto di essere percepito e concepito  come di qualità di benefici nutritivi “superiori” rispetto ad altri.

Questo e anche il nuovo elemento di competitività  del moderno marketing agro-alimentate ,  in particolare apre nuove opportunita’ di sviluppo territoriale delle zone di produzione ad elevata tradizione culinaria, quale garanzia del rapporto tra cultura alimentare e storia della modulazione delle proprieta’ salutistico –nutrizionali della trasformazione del cibo .Inoltre la rinnovata  correlazione tra produzione Agricola del cibo, che oggi emerge dall’ antico detto di Ippocrate “fai che il tuo cibo procure la tua salute”, ha una forte impatto sulla prevenzione di malattie metaboliche e auto-immuni , che nell’ attuale fase di crisi generano una sempre piu netta insostenibilita’ delle spese medico-sanitarie correlate ad una errata alimentazione. Pertanto la prevenzione basata su criteri di valutazione oggettivi della qualita del cibo sta diventando un crescente aspetto del necessario cambiamento  della concezione relativa alla qualita della produzione e all’ ampliamento della innovazione e della gamma commerciale nell’ ampio settore dell’ Agro-alimentare, della Erboristeria e della Nutraceutica .

In questo contesto si pone in evidenza la Nutra-Scienza (ovvero scienza Nutraceutica)  http://www.edscuola.it/archivio/lre/NUTRA_SCIENZA.pdf, quale ricerca e sviluppo per la valorizzazione delle proprieta salutistico-nutrizionali del cibo per tramite la caratterizzazione dei componenti “nutraceutici” ( “Bio-markers”), che sono funzionali alla prevenzione dalla salute e del benessere e della qualita’ della vita.  Per procedere nello sviluppo del programma NUTRA-SCIENZA 2013 , EGOCREANET si propone di organizzare un WORKSHOP in Marzo 2013 ( in data da concordare ) c/o la sala Luca Pistelli della Provincia di Firenze .

 

Il Gruppo di collaboratori che con EGOCREANET si propone di co-organizzare tale Workshop e’ :

Paolo Manzelli pmanzelli.lre@gmail.com,  (Chemistry) Marcello Traversi traversimarcello@gmail.com ( Management) ;Annalisa Olivotti a.olivotti@libero.it, (Nutritionist);Janos Feher j.feher@libero.it,( expert in Nutraceutical Production )  Alessandro Sale <alessandro.sale@in.cnr.it> ( neurobiologist) , Gianna.Scatizzi, (chemistry- expert in nutraceutical production) g.scatizzi@fiorgen.net, “Giorgio Tarozzi” <direttorescientifico@medicalage.sm>, Amedeo Alpi,aalpi@agr.unipi.it,(agronomist) , “mauro” cresti@unisi.it ( Biologist) , “Nadia Mulinacci” nadia.mulinacci@unifi.it (Chemistry) , “Tonutti Pietro” <pietro.tonutti@sssup.it>,(Life Sciences) , Riccardo Simoni (Neurologist) .

 

GUT BRAIN AXIS

“GUT BRAIN AXIS” :

by : Paolo Manzelli pmanzelli.lre@gmail.com,    S.Vincenzo (LI) 06th/JAN/2013

 Hank Osuna (Science &Art)

http://graphics8.nytimes.com/images/2012/06/19/science/19MICR/19MICR-articleInline.jpg

Premise:

The “Gut Brain Axis” interactions effects the “memory-based immune adaptive system” that responds to each new encounter with the gene-expression of microbial world on the basis of past interactions.

Therefore the adaptive immune system evolved in humans not only to mount defenses against micro-organisms but because of their need to recognize and manage the symbiosis with the many complex communities of beneficial microbes, in particular to those that live in the intestinal tract . It is well known that the enteric microbiota interacts with the gut-microbiome to form essential relationships that govern metabolic homeostasis.

Furthermore the regulation of the microbiome–gut–brain axis is essential for maintaining both symbiosis and the relative homeostasis of gut metabolic functionality, and this includes the memory processes of enteric brain (ENS) but also is inclusive of the bi-directional signalling with the central brain (CNS)

Therefore the ability of gut microbiota to communicate with the two brains
(ENS<–> CNS) and thus modulate their activity of neurotransmission is emerging as an exciting concept in health and disease prevention. .

Despite the unique bacterial fingerprint of each individual ( e.g  Microbiome symilarly to genome is an unique fingerprint of each person) , there appears to be a certain composition of biodiversity in gut-microbial balance confers a health gut benefits for a large spectrum of population .

It is, therefore, reasonable to note that a decrease in bio-diversity the gastrointestinal bacteria will lead to deterioration in gastrointestinal, neuro-endocrine and/or immune relationships and ultimately the dysbiosis based on the decrease of biodiversity in microbiome determines various metabolic and immunologic diseases.

Thus FUTURE HORIZON OF NUTRITION studies focusing on the impact to the enteric microbiota of the host and also to the central nervous system interactivity on the dysbiosis are essential to scientific understanding of the influence of this complex “gut-brain axis” system.

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Man is a “Super – Organism” because the complete genetics is not only determined by the Nuclear DNA of each cell, but  is inclusive of  the complemented expression and functions of Mitochondrial DNA, and through the symbiosis of Microbiome  e.g  the genetic of bacteria having a determinant effect in the primary metabolism of food. Most scientific literature show how  microbes living in our gut, where they work as a complex metabolic organ and provide bio-chemical transformations not encoded in our nuclear human genome.

The Microbiome /Microbiota healty functionality. .

Recent studies of the human microbiome have revealed that even healthy individuals differ remarkably in the microbes that occupy habitats such as the gut, skin and vagina. Much of this bio-diversity is important to establish epigenetic adaptation to the environment. Diet represent the most important relationship environment starting  from early microbial exposure to food.

In order to  characterize the human microbial communities composition and genetics , the Human Microbiome Project (HMP)  as an important result put in evidence that  the genetic diversity (microbiome)  and composition  of the types of  microbes (microbiota)  vary widely  among healthy subjects living in western society. (1)

There’s very broad variation in these bacteria in different person  , so that we can think that “each genome has associated a symbiotic personalized microbiome”.  This main result of the  HMP  gives severely limits our ability to define a “normal” microbiome profile to get a model of an “healty gut microbiome”  that can be preferred through modulating the composition of microbiota on the basis of different diets.

Bacterial colonization of the intestine is dynamic in relation to the changes of diets and so that is critical the symbiosis between genome and microbiome . As a consequence no- personalized diets  favor the risk of dysbiosis  by changing the normal  metabolic homeostasis, and producing many diseases such as the immune and endocrine systems. Besides it is emerging that the influence of the dysbiosis of gut –microbiome also extends some disturbances to the modulation of neural development.

Furthermore, it become very important to understand how the symbiosis genome-microbiome can be maintained  in a stable coordination for the prevention of an healty life and ageing

As a matter of fact recent research demonstrates that the overall balance in composition of the microbiota, together with the influence of pivotal genetic of bacterial species can induce specific responses, that can effect to  adult neural functions both in peripherally ENS and to the centrally CNS. Many studies have clearly demonstrate that effects of dysbiosis of commensal gut bacteria  include drastic lose of protection from  infection and procures bowel inflammation ads a consequence abnormal  modulation of behavioral responses giving stress and pain. There is now robust evidence that gut bacteria influence interactively the enteric nervous system, an also produces effects that may contribute to afferent signaling to the central brain. The vagus nerve has also emerged as an important means of communicating signals from the CNS to gut bacteria. Further understanding of the interactivity underlying microbiome-gut and brain communication (e.g. “ Gut-Brain Axis”) will provide with new insight into the symbiotic relationship between gut microbiota and the human hosts and therefore may identify and implement the potential of microbial-based knowledge for improving preventive or therapeutic strategies to aid the treatment of physiological and psychological  disorders. (2)

In particular it is known that the enteric brain works through the enteric sensory nerves stimulate gut motility and pain perception. These enteric  neurons in the intestinal tract are arranged in two  layers (plexuses) sandwiched between the two tubes of muscle that form the digestive tract. Hence the enteric  neurons control the gut, contracting the muscle to propel or mix its contents, as well as triggering secretion of water and enzymes to aid digestion and absorb nutrients. Viceversa gut bacteria interact with enteric neurons and the mucous membrane of the digestive tract though changes in bacteria metabolic activities that may alter anxiety-like behaviors and memory function. Furthermore signals produced by the metabolic microbiome-products (as for instance SCFA (= Short Chain Fatty Acids) can indeed travel interactively to the central brain via several different routes, including via vagal and spinal sensory nerves, and this changes in communication interactivity may be effect in altering  function in the central nervous system. Often interventions in substituting the microflora ( by fecal transplantation -3 ) seems to  be  effective for improving language, cognitive abilities, adaptive behavior, and social skills, and reducing anxiety and aggression in autism. But those results in relation to autism till now demonstrate some contracdictory research findings due the complexity of such interactive communication  and bio-chemical interaction .(4)

Recently  a  team of Australian researchers studied more than 50 children with autism and discovered ”no” significant differencies in gut microbes and also in the bacteria present in the digestive systems. This study contradicts some earlier research that has found that autistic children have microbiomes that differ from those of other kids. So that at the status of the art in this field that search to clarify the relationship effects between “ Microbiome and  Autism” there are so many contradictory among research findings, probably because they are seen  across too many different specific research fields.

The human microbiome serves as the interface between our genes and the evolution of environmental exposures. Therefore  future horizons  of the knowledge of  microbiome’s symbiosis  thus may offer  of providing new insights into our neuro-development, and perhaps to understand better even a variety of neuropsychiatric diseases ranging from affective disorders to autism.(5)

In conclusion more research findings are necessary to go beyond the  central question in psychiatry and understand  the relative role of genes and environment in shaping behavior.

BIBLIO ON LINE

(1)   – http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22699609

(2)   – http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22638926

(3)   – Bacteriotherapy or total gut flora fecal transplant : https://autismitsgutstupid.wordpress.com/2012/01/18/bacteriotherapy-fecal-transplant/#comment-3237

(4)   –http://blogs.plos.org/wonderland/2012/11/08/on-autism-gut-microbes-and-contradictory-research-findings/

(5)   http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3139398/

(6)   http://scienceline.org/2011/11/fecal-transplants-the-scoop-on-therapeutic-poop/

(7)   http://theconversation.edu.au/can-a-gut-bacteria-imbalance-really-cause-autism-9128

 

Consuntivo attività a fine 2012 e Prospettive per il primo semestre 2013

EGO-CreaNET

Consuntivo attività a fine 2012 e Prospettive per il primo semestre 2013

 

La vision di Egocreanet si basa sulla definizione di progetti e sull’organizzazione di eventi e altre iniziative pubbliche finalizzate a sviluppare un processo cooperativo per l’innovazione condivisa nei settori della R&S e della educazione, utilizzando tutti i canali ICT per lo scambio interattivo di informazioni tra tutti i soggetti interessati al fine di assicurare una scelta consapevole di una innovazione multidisciplinare che integri “scienza, cultura ed arte” come il bisogno fondamentale di sviluppo creativo della società della conoscenza globale.

 

 

Consuntivo attività a fine 2012

In linea con i principali cardini del piano di attività 2012 concordati all’insediamento di Egocreanet nel contesto dell’Incubatore Universitario Fiorentino, e come prosecuzione delle linee di azione già sviluppate nel primo trimestre (aprile-giugno 2012), nel secondo semestre 2012 le attività di Egocreanet hanno consentito il perseguimento di interessanti risultati, che hanno visto soprattutto la concretizzazione di due azioni:

 

a)    Predisposizione progetti

Egocreanet ha proseguito la co-organizzazione della promozione e della realizzazione del progetto “FUHONU – Future Horizon of Nutrition”, che sarà presentato sulla call FP7- KBBE-2013.2.2-02 in scadenza al 5 febbraio 2013.

Si tratta di un progetto cooperativo sull’area di ricerca multidisciplinare “Nutrition  for Heathy Prevention” di grandi dimensioni (il co-finanziamento comunitario è di 9 milioni di euro).  La proposta è sviluppata in stretta collaborazione con lo IUF ed il CeRA (Centro Interdipartimentale di Ricerca per la Valorizzazione degli Alimenti dell’Università di Firenze), che avranno entrambi ruoli specifici nel progetto. Il processo di elaborazione della proposta ha coinvolto un numero significativo (almeno 15) di ricercatori dell’Università di Firenze, per molti dei quali si è trattato di un primo approccio ai progetti comunitari, e comunque ha costituito un’interessante occasione per un confronto interdisciplinare fra colleghi fiorentini ed internazionali.

Oltre all’Università di Firenze (che è il soggetto capofila) il partenariato include altri 20 centri di ricerca provenienti da 15 paesi diversi:

nazione

partner

Australia Garvan Institute of Medical Research
Belgium Catholic University Leuven
Belgium Ghent University
Belgium Université Catholique de Louvain
Canada Laval University
Czech Republic Institute of Microbioloy of Academy of Sciences of the Czech Republic
France Inserm
Germany Heidelberg University Hospital
Hungary Eszterhazy Karoly College
Italy Bologna University
Italy Egocranet
Italy Florence University
Italy Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica
Nederland Stichting Dienst Landbouwkundig Onderzoek
New Zealand University of Otago
Norvay Norwegian University of Science and Technology
Slovak Republic Pavol Jozef Safarik University in Kosice
Spain Fundació Institut de Recerca Hospital Universitari Vall d’Hebron
Spain Servicio Andaluz De Salud
UK Nottingham Trent University
USA Colorado State University

Il progetto è in fase avanzata di messa a punto: tutte le sezioni della proposta sono definite ed ora sono in stato di rifinitura, prima della chiusura finale.

 

b)    Organizzazione eventi

Egocreanet/QAGI, in collaborazione con l’Accademia dell’Arte di Macerata e il patrocinio della della Provincia di Firenze, ha organizzato la conferenza internazionale sul tema Arte & Scienza, presso la sede della Provincia di Firenze, in data 14 dicembre 2012: “Future Horizon of Quantum Art and Augmented Reality”. Nell’organizzazione dell’evento, Egocreanet ha coinvolto anche Polis, il polo della Sostenibilità Urbana.

La “Quantum art” è un movimento d’avanguardia contemporaneo che si espande in sincronia con le strategie di sviluppo della Eco-Economia, immergendosi tra realtà virtuale e realtà oggettiva per superare i limiti concettuali dello spazio-tempo euclideo, al fine di facilitare una nuova coerenza in sintonia con le esigenze contemporanee di partecipazione al cambiamento. Il movimento Quantum art agisce come driver di cambiamento, in base alla “tempistica di coesione tra pensiero e sentimento”, che unisce la scienza e l’arte ed è attualmente impegnata nella creazione di una “start up” per la progettazione di una cultura d’impresa e di innovazione a livello mondiale.

La Conferenza ha ottenuto un ottimo successo di partecipazione ed ha visto la presentazione di numerosi interessanti contenuti sia sulla Quantum art sia sulla realtà aumentata.

Prospettive per il primo semestre 2013

Di seguito si indicano le principali prospettive operative di Egocreanet previsti per il primo semestre 2013, con gli in continuità con lo sfruttamento e l’attuazione dei progetti e degli eventi realizzati da Egocreanet come un imprenditore sociale durante il 2012.

Per quanto possibile le attività saranno sviluppate in sinergia con altri soggetti attivi allo IUF (es Polis) e valorizzando le infrastrutture dello IUF.

 

1)    Finalizzazione della proposta di progetto FUHONU

Nel mese di gennaio Egocreanet collaborerà alla stesura definitiva del progetto FUHONU, in stretta collaborazione con IUF e CERA e in coordinamento con tutti gli altri partner.

L’obiettivo è garantire la sottomissione di una proposta di qualità che possa avere chance di ottenere il finanziamento comunitario.

 

2)    Progressi nell’organizzazione della Community “Nutra-Scienza“

Egocreanet collaborerà alla realizzazione del Master Nuovi Approcci nella Scienza della Nutrizione: Nutrigenomica e Nutrigenetica”, organizzatodalDipartimento Scienze Biochimiche dell’Università di Firenze,  8 febbraio – 9 marzo 2013

 

Egocreanet intende organizzare nel marzo 2013 un workshop sulla gestione della scienza applicata e le tendenze di mercato connessi con lo sviluppo della ricerca sugli alimenti e sulla nutrizione (cibi funzionali & nutraceutica) quali strumenti per mantenere e migliorare la salute.

 

L’obiettivo del workshop sarà la creazione a Firenze di una start up per l’attivazione di un Centro Competenza e Consulenza Internazionale (CCCI) capace di sviluppare, divulgare e diffondere strategie di innovazione e sviluppo della nutraceutica e del cibo funzionale. L’ipotesi è organizzare il CCCI come una partnership multi-disciplinare e multi-attoriale tra ricerca ed impresa, che offra conoscenze e tecnologie per riorientare l’industria agricola ed agroalimentare per la progettazione, ricerca e sviluppo di alimenti nutritivi, funzionali e integratori per la salute e la prevenzione della salute.

 

3)    Progressi sull’area Arte & Science

Sull’argomento della “QARte“ (Quantum Art and Augmented Reality for tematics or territorial marketing management in future horizons of science and society), Egocreanet ritiene che questa possa costituire un piano strategico iniziale per la sfida con la futura applicazione di Arte, Scienza & Tecnologia in un nuovo modo di concepire il marketing pensando all’orizzonte del 2020.

Sull’argomento sarà approfondita l’opportunità di presentare una proposta progettuale su bandi comunitari. Inoltre si sta valutando l’idea di realizzare, in collaborazione tra QAGI/Egocreanet ed  alcune istituzioni di R&S, un “Master Internazionale di Quantum Art & Augmented Reality” con associata esposizione di performance di QA & AR.

 

Paolo Manzelli e Marcello Traversi  31/DIC/2012

TFR: la trattenuta del 2,5% deve essere restituita ai neo-assunti dopo il 2001

TFR: la trattenuta del 2,5% deve essere restituita ai neo-assunti dopo il 2001

La sentenza della Consulta n. 223/12 è chiara, pertanto se tutto rimane immutato per il personale della scuola in regime di TFS, in verità, fino a 10.000 euro possono essere restituiti al personale precario e di ruolo che è stato assunto e ha prestato servizio nell’ultimo decennio, in regime di TFR. Scrivi a tfr@anief.net per ricevere la diffida e le istruzioni operative per ricorrere anche contro il blocco del contratto.

L’art. 1, cc. 98-100 della legge n. 228/12 ha cessato la materia del contendere rispetto alla richiesta di restituzione della trattenuta del 2,5% da parte di chi (assunto prima del 2001) era transitato dal regime TFS al regime TFR dal 1° gennaio 2011 a causa dell’applicazione dell’art. 12 c. 10 della legge 122/2010, dichiarata incostituzionale, perché riporta il TFS alla precedente aliquota del 9,60%, ma non può essere applicata ai neo-assunti dopo il 2001 o ai precari. Per questi lavoratori che in virtù del D.P.C.M. del 20.12.1999, a partire dal 1 gennaio 2001, sono passati dal regime di TFS al regime di TFR regolato dall’art. 2120 del Codice civile per i privati, con la nuova aliquota del 6,91%, non si sarebbe mai dovuto applicare “il contributo previdenziale obbligatorio nella misura del 2,5 per cento della base retributiva previsto dall’art. 11 della legge 8 marzo 1968 n. 152 e dall’art. 37 del DPR 1032/1973 n. 1032”, come statuito dal comma 2 dello stesso articolo 1 del decreto. La ratio è spiegata dalla stessa Corte costituzionale: lo Stato, in quanto datore di lavoro, non può versare un TFR inferiore a quello di un’azienda privata. E poiché lo Stato ha trattenuto dalla busta paga indebitamente questi soldi negli ultimi dieci anni, è tenuto ora a restituirli. Soltanto nella scuola, sono oltre 250.000 i possibili beneficiari, la metà degli assunti nel pubblico impiego.

Il primo passo, prima di intraprendere la via giudiziaria, riguarda l’invio di una nuova diffida che il sindacato mette a disposizione gratuitamente per tutto il personale della scuola neo-assunto dopo il 2001 o precario in regime di TFR che lo richiederà scrivendo a tfr@anief.net. Nell’oggetto si dovrà indicare “richiesta diffida regime TFR post 2001 (se assunti a TI dopo il 1° gennaio 2001)” oppure “richiesta diffida regime TFR precario (se con contratto a TD negli anni 2011 e 2012)”, mentre nel testo si dovranno riportare i propri dati anagrafici e i recapiti telefonici. Ai fini della corretta individuazione dell’importo di cui si chiede la restituzione, si consiglia di verificare tutti i cedolini, mese per mese, ricevuti nei dieci anni precedenti la data dell’invio della diffida e di sommare gli importi presenti alla voce “Ritenute”, OP. DI PREV./TFR.

Lo stesso modello nei prossimi giorni sarà fornito dalla Confedir a tutti i dipendenti e ai dirigenti pubblici.

In caso di esito negativo, dopo i termini preventivati, ogni interessato riceverà le istruzioni operative per ricorrere al giudice del lavoro e recuperare le somme spettanti. Sarà possibile in quella sede, richiedere contestualmente anche lo sblocco degli scatti di anzianità e del contratto, bloccati da una legge che, per quanto riguarda gli effetti sullo stipendio dei magistrati e degli avvocati dello Stato, è stata dichiarata incostituzionale. Chi ha già inviato la diffida, interrompendo così la data di prescrizione decennale del credito, riceverà nei prossimi mesi le istruzioni per ricorrere.

 

Approfondimenti

 

D.P.C.M. 20.12.1999

2. A decorrere dalla data dell’opzione prevista dall’art. 59, comma 56, della legge n. 449 del 1997 ai dipendenti che transiteranno dal pregresso regime di trattamento di fine servizio, comunque denominato, al regime di trattamento di fine rapporto non si applica il contributo previdenziale obbligatorio nella misura del 2,5 per cento della base retributiva previsto dall’art. 11 della legge 8 marzo 1968, n. 152, e dall’art. 37 del decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1032. La soppressione del contributo non determina effetti sulla retribuzione imponibile ai fini fiscali.

 

Legge 228/12, cc. 98-100

98. Al  fine  di  dare  attuazione  alla  sentenza   della   Corte costituzionale n. 223 del 2012 e di salvaguardare  gli  obiettivi  di finanza pubblica, l’articolo  12,  comma  10,  del  decreto-legge  31 maggio 2010, n. 78, convertito, con  modificazioni,  dalla  legge  30 luglio 2010, n. 122, è abrogato a decorrere dal 1° gennaio  2011.  I trattamenti di fine servizio, comunque denominati, liquidati in  base alla predetta disposizione prima della data di entrata in vigore  del decreto legge 29 ottobre 2012, n.  185,  sono  riliquidati  d’ufficio entro un anno dalla predetta data ai sensi della  disciplina  vigente prima dell’entrata in vigore del citato articolo 12, comma 10, e,  in ogni caso, non si provvede al recupero a carico del dipendente  delle eventuali somme già erogate  in  eccedenza.  Gli  oneri  di  cui  al presente comma sono valutati in 1 milione di euro per l’anno 2012,  7 milioni di euro per l’anno 2013, 13 milioni di euro per l’anno 2014 e 20 milioni di euro a decorrere dall’anno 2015. All’onere di 1 milione di euro per l’anno 2012 si provvede mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo  per  interventi  strutturali  di  politica economica di cui all’articolo  10,  comma  5,  del  decreto-legge  29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge  27 dicembre 2004, n. 307.

99. I processi pendenti  aventi  ad  oggetto  la  restituzione  del contributo previdenziale obbligatorio nella misura del 2,5 per  cento della base contributiva utile prevista dall’articolo 11 della legge 8 marzo 1968, n. 152, e dall’articolo 37 del testo  unico  delle  norme sulle prestazioni previdenziali a  favore  dei  dipendenti  civili  e militari  dello  Stato  di  cui  al  decreto  del  Presidente   della Repubblica 29 dicembre 1973,  n.  1032,  si  estinguono  di  diritto; l’estinzione è dichiarata con decreto, anche d’ufficio; le  sentenze eventualmente  emesse,  fatta  eccezione  per   quelle   passate   in giudicato, restano prive di effetti.

100. Restano validi gli atti e i  provvedimenti  adottati  e  sono fatti salvi gli effetti prodottisi  ed  i  rapporti  giuridici  sorti sulla base delle norme del decreto-legge 29  ottobre  2012,  n.  185, recante «Disposizioni urgenti  in  materia  di  trattamento  di  fine servizio dei dipendenti pubblici» non convertite in legge.

 

 

 

Termini di prescrizione del credito

 

La perdita del diritto alla riscossione del credito si determina nel caso in cui il proprio diritto non venga esercitato per un delimitato periodo.

I tempi di prescrizione vengono definiti a seconda della tipologia del credito ed in generale, salvi i casi in cui la legge dispone diversamente, il credito si prescrive in 10 anni (art. 2946 c.c).

Il decorso della prescrizione del credito può essere interrotto con la notifica al debitore di un atto con cui il creditore manifesti in maniera esplicita la propria intenzione di interrompere il decorso della prescrizione oltreché costituire in mora il debitore.

Dalla data di ricezione di tale atto il termine di prescrizione ricomincerà a decorrere.

 

Ritorno a scuola: gli stop per le elezioni mettono a rischio le prossime vacanze

da Corriere della Sera

Ritorno a scuola: gli stop per le elezioni mettono a rischio le prossime vacanze

Troppe sospensioni con «election day» e comunali: per rispettare la regola dei 200 giorni di lezione, molti presidi potrebbero cancellare i «ponti» di primavera

ROMA – Le vacanze natalizie sono finite, le altre – quelle primaverili – già sembrano a rischio. Lunedì 7 gennaio, migliaia di studenti sono rientrati a scuola. E nella Capitale già inizia il conto alla rovescia per il calcolo dei 200 giorni di lezione necessari per rendere valido l’anno scolastico: un calcolo che preoccupa i docenti e i dirigenti scolastici perchè a Roma (come nelle altre città italiane chiamate a rinnovare le amministrazioni comunali), oltre allo stop per l’election day di politiche ed elezioni regionali, ci sarà – probabilmente a maggio – quello per il voto su consiglio comunale e nuovo sindaco. Tra occupazioni, ponti festivi e annunciati stop elettorali, molti istituti superiori romani potrebbero non raggiungere il tetto minimo previsto dal ministero dell’Istruzione.

ORE NECESSARIE AI RECUPERI – Il conteggio e gli eventuali provvedimenti che si renderanno necessari per giungere al numero minimo sono un rebus non semplice da risolvere, anche considerando i corsi di recupero: con la fine della prima parte dell’anno, nelle scuole vengono organizzate lezioni supplementari per gli studenti sotto la sufficienza e non sarà semplice far quadrare le ore di lezione. Con l’adozione del quadrimestre, i corsi sono ipotizzabili tra la fine di gennaio e febbraio. Così, i presidi fanno i conti.

4 GIORNI PER OGNI PROVA AI SEGGI – Il fatto è che a Roma si voterà due, o forse tre volte: oltre al 24 e 25 febbraio (politiche e Regione Lazio), in tarda primavera per le amministrative, che prevedono il doppio turno, ovvero il ballottaggio in caso di necessario spareggio fra i contendenti alla poltrona del primo cittadino. Ogni tappa elettorale, in effetti, richiede una sospensione fino a quattro giorni, tra allestimento del seggio, spoglio delle schede, disinfestazione dei locali, dal venerdì antecedente al martedì sucessivo.

PASQUA E IL 25 APRILE – Insomma, le scuole che ospitano i seggi, quest’anno, debbono risolvere un problema in più. Alle interruzioni elettorali, si aggiungono poi le vacanze pasquali, dal 28 marzo al 2 aprile quasi. Quindi, le festività: il 25 aprile cade di giovedì, il primo maggio di mercoledì: non automatici, ma comunque possibili eventuali ponti, con altri giorni di lezioni che salteranno. A meno che i dirigenti scolastici non decidano di obbligare gli studenti a frequentare, cancellando qualche giorno di vacanza, pur di raggiungere i 200 fatidici giorni di lezione. Niente sospensione per il 2 giugno, invece, che cade di domenica, poco prima del termine delle lezioni, fissato tra l’8 e il 12 giugno.

AL VIRGILIO LEZIONI MINIME – Al liceo classico Virgilio, nonostante 6 giorni di occupazione e lo spauracchio del voto per il nuovo sindaco di Roma, l’anno è salvo grazie ad un escamotage voluto dalla dirigente, Emilia Marano. Altrove si vedrà. La succursale del Virgilio, durante l’occupazione della sede centrale, è rimasta aperta per volontà della preside. I prof hanno segnato le assenze e l’incognita, dunque, resta solo per chi ha occupato e si trova segnate a registro un numero congruo di assenze. Per essere ammessi agli scrutini è necessario aver frequentato i due terzi delle lezioni. Sui singoli casi deciderà il consiglio di istituto: «Nessun problema con le elezioni», spiegano a via Giulia. E allo scientifico Pasteur, la preside Daniela Scocciolini assicura: «Noi con i giorni per ora ci siamo, per fattori esterni imprevedibili valuteremo».

LA PROVA INVALSI – Altra incognita da affrontare, quella delle prove Invalsi, programmate in primavera, con tutti gli ostacoli, anche di carattere burocratico, per correzioni e valutazione. E poi, i viaggi di istruzione, le care vecchie gite, non facili da incastrare in un programma così concentrato. Alla vigilia di Natale, l’istituto Luzzati di Palestrina, tra gli altri, ha deliberato lo stop ai viaggi istruzione, alla somministrazione e correzione delle prove Invalsi.

PROSSIME AGITAZIONI – Intanto riparte la protesta: il Coordinamento scuole di Roma discute, mercoledì 9 gennaio al Piaget, le «prossime mobilitazioni». Il 2 febbraio inoltre scende in piazza il nuovo Coordinamento nazionale scuole. E in agitazione, infine, c’è il liceo Talete, che per primo ha avviato l’«autunno caldo»: cogestione dal 22 al 25 gennaio.

Simona De Santis

Baby pensioni e debito pubblico. P er non dimenticare…

da TuttoscuolaNews

Baby pensioni e debito pubblico. P er non dimenticare…

Da un articolo di Enzo Martinelli sul numero di dicembre di Tuttoscuola, che approfondisce il tema dei posti vacanti nella scuola (ce ne saranno sempre meno) e della rivalità tra docenti precari e neo laureati per accaparrarseli. Ma molti dei problemi di oggi, dovuti alla scarsità di risorse, vengono da lontano…

“(…) lo Stato si accolla l’onere di 168 miliardi per sostenere la spesa per il pagamento delle cosiddette baby pensioni.

La Confartigianato ha calcolato che 531.752 nostri concittadini che sono andati in pensione prima di aver compiuto i 50 anni di età, gravano sui bilanci (ex Inpdap per il 78,6% e Inps 21,4%) per un importo superiore a quanto lo Stato ha complessivamente incassato nel 2011 per le imposte indirette (€.165.703 mln). Infatti i 16.953 dipendenti pensionati in età inferiore a 35 anni staranno mediamente sul groppone degli enti previdenziali per 53,9 anni. Quelli che hanno lasciato il lavoro fra i 35 ed i 44 anni (222.110 unità) riscuoteranno la pensione per 45 anni ed i restanti 291.669 beneficati fruiranno del vitalizio per 37,4 anni. Fino ai primi anni 90 le donne potevano fruire della pensione con 14 anni, 6 mesi ed un giorno di servizio.

Agli uomini per maturare lo stesso diritto occorrevano 5 anni in più. Si discute se queste regole fossero frutto di politiche clientelari o di conquiste sindacali. Di fatto in età compresa fra i 35 e 40 anni, i dipendenti chiedevano di essere “collocati a riposo” e diventavano baby pensionati. Nella scuola queste fortunate posizioni erano diffusissime.

Col riscatto di 4 anni di laurea e con 10 anni di servizio, intervallati magari da un paio di maternità, alle docenti bastavano 6-7 anni di effettiva attività per beneficiare delle favorevoli regole di pensionamento. A 40 anni si poteva cominciare un nuovo lavoro (magari al nero) per incrementare il reddito familiare a cui era già garantito a vita il cespite previdenziale maturato. Da allora quelle pensioni sono state, ogni anno, rivalutate e se il loro importo è inferiore ai 1.500 euro mensili anche ora vengono aggiornate. Poiché chi ha 40 anni e più di contributi oggi viene penalizzato, non sarebbe equo ed opportuno chiedere un contributo di solidarietà anche a quel mezzo milione di baby pensionati? (…)”.

Lo sbilancio tra i contributi versati dai baby pensionati e le pensioni ricevute e che riceveranno è di tutta evidenza. Come è stato (e dovrà essere ancora) finanziato? Con il debito, che ogni anno costa al bilancio dello Stato in termini di interessi decine di miliardi di euro (molto più dei tagli alla scuola di questi anni, per intenderci), che aumentano ad ogni rialzo di spread. Gli esborsi per erogare queste pensioni “in rosso” (non coperte da contributi) e per rimborsare gli interessi sottraggono risorse alla spesa pubblica, a partire dalla scuola. Per non dimenticare… (ovviamente la responsabilità di questa situazione non è di chi si è avvalso legittimamente di leggi dello Stato, ma di chi le ha volute ed emanate, con il consenso di molte parti sociali, pensando forse agli interessi elettorali e corporativi del presente e non al futuro del Paese, che ora ne paga le conseguenze).

Finanziamenti in base ai risultati: protesta dell’Anief

da Tecnica della Scuola

Finanziamenti in base ai risultati: protesta dell’Anief
di R.P.
Ma l’ “idea” era contenuta già in un parere approvato a fine febbraio dalla Commissione Cultura della Camera che aveva posto una precisa condizione per l’approvazione del “decreto semplificazioni”. E così, adesso, il Governo ha recepito la volontà del Parlamento.
Sulla questione finanziamenti alle scuole assegnati in base ai risultati l’Anief fa già sapere la propria posizione. Secondo l’associazione di Marcello Pacifico con questa disposizione il ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi “toglie la maschera e dà seguito alle logiche ‘premiali’ introdotte con la Riforma Brunetta della PA nel 2009”. “La norma legiferata – sostiene l’Anief – non è altro che il continuum di quanto prodotto dal legislatore durante l’ultimo esecutivo guidato da Silvio Berlusconi. In particolare, già la riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione, il decreto 150/09, aveva attribuito carattere imperativo alle logiche “premiali”. Nella fattispecie della scuola, l’ex ministro della Funzione Pubblica aveva agito da una parte attraverso l’annullamento degli scatti di anzianità e dall’altra concedendo i finanziamenti pubblici solo alle scuole ritenute più produttive”. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, si tratta anche di una logica non inapplicabile al mondo della scuola: “prima di tutto perché la scuola non è l’università, visto che la formazione obbligatoria rientra nei servizi pubblici. In secondo luogo, adottando un criterio di meritocrazia all’istruzione pubblica si finirà inevitabilmente per danneggiare le scuole collocate in territori difficili e svantaggiati. Privandole dei pochi fondi che permettono oggi ai docenti di attivare progetti che danno sostegno ad una formazione scolastica svolta in contesti difficili, lo Stato di fatto condannerà gli alunni più svantaggiati, e i loro docenti, ad un percorso di crescita ancora più in salita di quello che il destino gli ha riservato”. C’è da dire – per amore di verità – che la norma contenuta nel comma 149 dell’articolo 1 della legge di stabilità non è una invenzione del ministro Patroni Griffi o di qualche altro membro della compagine governativa. Già a fine febbraio, formulando il proprio parere sulla legge di conversione del “decreto semplificazioni”, la Commissione Cultura della Camera aveva infatti sottolineato la necessità di prevedere un fondo di finanziamento unico per ciascuna istituzione scolastica comprensivo del fondo per il funzionamento e gli investimenti e del fondo per il personale. E, sempre a proposito dei finanziamenti, la Commissione aveva proposto (anzi posto la condizione) che, per la loro erogazione, “si tenga conto dei risultati ottenuti”. Il documento era stato approvato a larga maggioranza dalla Commissione e quindi, non appena si è presentata l’occasione, il Governo non ha fatto altro che adeguarsi alla volontà del Parlamento.

Con la ripresa delle attività didattiche, le scuole fanno orientamento

da Tecnica della Scuola

Con la ripresa delle attività didattiche, le scuole fanno orientamento
di Lucio Ficara
Domani, 7 gennaio 2013, riaprono per otto milioni di studenti i portoni delle scuole dopo le feste natalizie e per molti di questi è già tempo di orientarsi per la scelta della scuola da frequentare il prossimo anno scolastico.
Per gli alunni che si devono iscrive alla scuola primaria, alla scuola secondaria di primo grado o a quella di secondo grado, scatta il timer delle iscrizioni, ma soprattutto della scelta da fare. Delicata, in particolare, la scelta per chi si iscrive alle secondarie di secondo grado. Quale sistema formativo scegliere? Quello liceale, tecnico  o professionale? Una volta scelto il sistema formativo, quale indirizzo scegliere? Riassumiamo nella tabella sottostante gli indirizzi dell’ordinamento scolastico attuale del II ciclo:

LICEO ISTITUTO TECNICO ISTITUTO PROFESSIONALE
Liceo artistico

– Indirizzo arti figurative Indirizzo architettura e ambiente Indirizzo design Indirizzo audiovisivo e multimediale Indirizzo grafica –  Indirizzo scenografia Liceo classico Liceo linguistico Liceo musicale e coreutico Liceo musicale Liceo coreutico
Liceo scientifico Indirizzo tradizionale Opzione scienze applicate Indirizzo sportivo

Liceo delle scienze umane Indirizzo tradizionale Opzione economico-sociale

Settore economico Amministrazione, finanza e marketing Turismo Sistemi informativi aziendali Relazioni internazionali per il marketing Settore tecnologico Meccanica, meccatronica ed energia Trasporti e logistica Elettronica ed elettrotecnica Informatica e telecomunicazioni Grafica e comunicazione Chimica, materiali e biotecnologie Tessile, abbigliamento e moda Agraria ed agroindustria Costruzioni, ambiente e territorio

 

Settore dei servizi Agricoltura e sviluppo rurale Servizi socio-sanitari Enogastronomia e ospitalità alberghiera Servizi commerciali Settore industria e artigianato Produzioni artigianali e industriali Manutenzione e assistenza tecnica

 

 

Le iscrizioni che ricordiamo dovranno essere prodotte esclusivamente on line, attraverso l’applicativo “Scuola in chiaro”, dovranno essere effettuate a partire dal 21 gennaio con scadenza il 28 febbraio. Intanto le scuole si stanno organizzando nel consueto Open Day annuale, per fare conoscere ad alunni e famiglie, la propria offerta formativa. La scelta della scuola secondaria di secondo grado dopo le scuole medie è una delle più difficili ed impegnative nella vita di ogni studente, servirebbe un serio orientamento, fatto di vere informazioni e non come a volte capita, di pura propaganda, messa in scena per accaparrarsi iscrizioni, sulla pelle degli studenti. Il sistema concorrenziale delle scuole produce, a volte, un cattivo modo di fare orientamento, che rischia di illudere le aspettative degli studenti e delle loro famiglie. In alcuni comuni d’Italia si è pensato ad un orientamento fatto in rete di scuole, un grande salone dell’orientamento, dove contemporaneamente tutte le scuole di quel comune potranno presentare pubblicamente e trasparentemente la propria offerta formativa, eliminando il basso profilo di qualche concorrenza sleale.

L’aumento della Tarsu metterà in crisi le scuole paritarie

da Tecnica della Scuola

L’aumento della Tarsu metterà in crisi le scuole paritarie
di Reginaldo Palermo
Il contributo del Miur ai Comuni resterà comunque fermo ai 39milioni complessivi, come previsto dal decreto legge 248/2007. Le scuole paritarie dovranno invece pagare ai Comuni una tassa superiore a quella degli anni passati.
Il passaggio dalla Tarsu alla Tares penalizzerà soprattutto le scuole paritarie e quindi anche i Comuni che gestiscono le scuole dell’infanzia. L’incremento del 50% della tassa/tariffa, di cui diamo conto in altro articolo nel sito, non inciderà infatti sulle spese del Ministero dell’Istruzione che, a seguito di un’intesa Stato-Regioni sottoscritta nel marzo 2008 e rinnovata negli anni successivi, rimborsa ai Comuni una quota fissa determinata dallo stanziamento di poco meno di 39milioni di euro previsto dall’art. 33 bis del decreto legge n. 248 del 2007. Con i diversi accordi via via sottoscritti Ministero e Regioni hanno sempre convenuto sulla soluzione di ripartire l’intero budget in modo proporzionale al numero degli alunni, riconoscendo però un piccolo “premio” ai Comuni che arrivano ad almeno il 50% di raccolta differenziata. Ed è così che, con l’ultima assegnazione disposta un mese fa, a Roma è arrivato poco più di un milione e mezzo di euro, a Milano 623mila euro, a Napoli 759mila e al piccolissimo comune piemontese di Clavière meno di 39euro; addirittura al Comune delle Tremiti sono arrivati solamente 4 euro e 85 centesimi corrispondenti all’unico alunno che frequenta la scuola dell’isola. Il meccanismo, quindi, è tale per cui l’aumento della tariffa non determinerà un maggiore esborso da parte del Ministero, almeno fino a quando non verrà rivisto lo stanziamento previsto dal decreto legge del 2007. Ma la revisione dei costi inciderà pesantemente sulle scuole paritarie che dovranno pagare ai Comuni una tariffa ben più consistente. Complice il clima natalizio l’aumento della Tares è passato sotto silenzio, ma c’è da credere che fra qualche giorno le organizzazioni che tutelano gli interessi delle scuole paritarie faranno sentire la propria voce.

I tagli nella scuola forse sono ancora incompleti

da Tecnica della Scuola

I tagli nella scuola forse sono ancora incompleti
di A.D.F.
La Ragioneria generale dello Stato evidenzia che oggi il rapporto alunni/docenti è più vicino agli “standard europei e internazionali”, cresciuto dello 0,7%, mentre l’obiettivo originario rimane dell’1%.
L’aumento di questo rapporto è cresciuto di 0,7 punti negli ultimi anni, ma la finanziaria del 2008 del governo Berlusconi prevedeva che si arrivasse all’incremento di un punto, e contemporaneamente alla riduzione del 17% della dotazione organica complessiva di chi opera nella scuola. In pratica si vuol fare passare il messaggio che si è tagliato poco rispetto alle previsioni della manovra 2008. Infatti, all’articolo 64 quella manovra indicava obiettivi precisi. In particolare nel 2009/2010 fra docenti e Ata era prevista una riduzione di 46.267 posti, mentre quella accertata è stata pari a 44.343 posti. Nel 2010/2011 le previsioni parlavano di 29.727 posti in meno, mentre ne sono stati certificati 18.633. Nel 2011/2012 si indicava un numero di 33.843 posti in meno, mentre ne sono stati certificati al momento 25.019. Anche i risparmi previsti dalla manovra 2008 non sono stati quelli attesi. Nel 2009/2010 sono stati 59 i milioni risparmiati in meno rispetto alle previsioni, nel 2010/2011 minori tagli per 198,2 milioni di euro e infine per il 2011/12 si indicava un taglio di 975,3 milioni di euro, mentre sono stati certificati 803,4 milioni di euro, ovvero 171,9 in meno. Volevano tagliare drasticamente i fondi destinati alla scuola e non ci sono del tutto riusciti? Ci riusciranno nella prossima legislatura se saranno rieletti? Chi vivrà vedrà.

Dal 2014 addio fondi a pioggia: soldi solo alle scuole migliori

da Repubblica.it

Dal 2014 addio fondi a pioggia: soldi solo alle scuole migliori

La norma nella legge di Stabilità. Conterà “il risultato”. Ma i sindacati si ribellano e ci sono dubbi sul metodo di valutazione

di SALVO INTRAVAIA

ROMA – La scuola si prepara all’ennesima rivoluzione: più soldi agli istituti migliori. La novità per il cosiddetto fondo di Funzionamento delle oltre 9mila istituzioni scolastiche italiane dovrebbe scattare dal 2014. Una idea che richiama alla mente lo stesso sistema, lanciato dall’ex ministero dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che oggi assegna più risorse alle università italiane più meritevoli. Peccato che in Italia non esista un meccanismo in grado di valutare scientificamente le performance dei singoli istituti. Un fatto che porta i sindacati a bollare questa norma – introdotta nella legge di Stabilità varata lo scorso 24 dicembre, comma 149 dell’articolo 1 – come una cosa “irrealizzabile”.

Il provvedimento è chiaro: “A decorrere dal 2014 i risultati conseguiti dalle singole istituzioni sono presi in considerazione ai fini della distribuzione delle risorse per il funzionamento”. Un ragionamento che non fa una piega. Ma che per Massimo Di Menna, a capo della Uil scuola, “si tratta di una norma scritta in modo approssimativo”. “La cosa migliore – spiega – è che il prossimo governo non tenga conto di questa norma scritta con superficialità”. La posta in gioco è alta, basta citare i dati di due anni fa quando le scuole ricevettero dal ministero – e dagli enti locali – quasi 2 miliardi e mezzo di euro per le cosiddette spese di Funzionamento didattico e amministrativo. Con queste risorse la scuola riesce a coprire a malapena le spese per

l’acquisto della cancelleria e del materiale di pulizia, le spese postali e telefoniche e quelle per l’acquisto di libri e riviste scientifiche, dei materiali e la manutenzione degli strumenti da utilizzare nei laboratori. Ma non solo: le spese di funzionamento servono a fare camminare la macchina scolastica. “Non riusciamo a comprendere – confessa Domenico Pantaleo, leader della Flc Cgil – la logica di questa norma e cosa si intenda per “risultati””.

“In Italia – continua – non c’è un sistema di valutazione collaudato. E poi, che senso ha legare le risorse per il funzionamento ad ipotetici risultati ancora tutti da verificare?”. Gli unici dati al momento disponibili per valutare le performance delle scuole sono i risultati dei test Invalsi in Italiano e Matematica sugli alunni della scuola elementare, media e superiore e i dati sui promossi e bocciati. Ma è fin troppo evidente che le prove standardizzate risentono delle condizioni socio-economico-culturali del contesto: non è la stessa cosa fare scuola a Scampia o al centro di Milano. Per valutare le scuole meritevoli si potrebbe anche ricorrere ai dati sulla dispersione scolastica, appoggiarsi ai risultati dei test internazionali o mettere in piedi un complesso sistema di valutazione ad hoc.

“Un sistema di valutazione serve senz’altro – osserva Di Menna – ma sarebbe serio costruirlo in 4 anni e spendendo quanto si spende in Francia”. “E ammesso che si possano verificare gli apprendimenti, qual è la ratio che porta a tagliare le risorse alle scuole con risultati peggiori? Semmai, occorrerebbe assegnare a queste scuole più risorse”