“Specializzazione K” conseguita presso Enti diversi dall’Opera Montessori

Il MIUR non può escludere dalle graduatorie il docente con “Specializzazione K” conseguita presso Enti diversi dall’Opera Montessori.

 

La mancata stipula di contratto a tempo indeterminato su posto d’insegnamento con “Metodo Didattico Differenziato Montessori” – e la cancellazione dalle relative graduatorie – operata dal MIUR nei confronti dei docenti in possesso di specifico diploma di specializzazione con la mera motivazione che il titolo non è rilasciato dall’Opera Nazionale Montessori o Enti da quest’ultima autorizzati, risulta priva di supporto normativo.

 

L’Avv. Salvatore Russo, patrocinando le ragioni di una docente iniquamente esclusa dalle immissioni in ruolo effettuate attingendo dalle specifiche graduatorie degli specializzati per l’insegnamento con il metodo didattico Montessori, ha presentato ricorso presso il Tribunale di Roma secondo gli estremi di cui all’art. 700 c.p.c.: la specializzazione posseduta sin dal 1981 dalla ricorrente, e controfirmata dal competente Provveditore agli Studi, non era stata ritenuta valida dal MIUR ai fini della stipula di un contratto di lavoro a tempo indeterminato in quanto non conseguita presso l’Opera Nazionale Montessori o Ente da essa autorizzato.

 

L’argomentazione addotta dalla P.A. è stata desunta da quanto riportato al comma A.22, allegato A, Circolare n. 6103 Prot. n. AOOODGPER del 10 agosto 2012, ove il MIUR sostiene che: “Nelle sezioni di scuola dell’infanzia o nelle classi di scuola primaria che attuano la didattica differenziata Montessori, può essere nominato solo il personale in possesso del titolo di specializzazione nella specifica metodologia didattica, conseguito presso l’Opera Nazionale Montessori o da enti da quest’ultima autorizzati”. Tale assunto, secondo quanto dimostrato in udienza dall’Avv. Salvatore Russo, non si accorda con il combinato disposto degli artt. 46 e 49 del Regio Decreto n. 577/28, da cui si evince che, al contrario, è il Ministero dell’Istruzione l’unico preposto ad autorizzare specifici corsi proprio al fine di abilitare i docenti all’insegnamento con “metodo differenziato Montessori”.

 

Il Giudice, accogliendo le ragioni della ricorrente per come prospettate dall’Avv. Salvatore Russo, ha emanato ordinanza cautelare volta ad evitare la cancellazione della docente dalle graduatorie d’interesse e ha ordinato al MIUR di far permanere la ricorrente nella graduatoria “a tutti gli effetti di legge e di contratto collettivo”, avendo constatato, già in fase cautelare, che l’esclusione della ricorrente “dalla graduatoria, e comunque dal novero degli insegnanti suscettibili di stipulare un contratto a tempo indeterminato, effettuata dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca in forza dell’assunto che solo l’Opera Nazionale Montessori sarebbe abilitata al rilascio di diplomi di insegnamento secondo il metodo Montessori non trova, quindi, adeguato supporto normativo […] e, in quanto contenuta in un atto meramente esplicativo e comunque non avente efficacia normativa, quale una circolare (allegato A della Circolare Ministeriale MIUR n. 6103/2012) può essere allo stato agevolmente caducata da questo giudice”.

 

Secondo quanto già da tempo stabilito dal Consiglio di Stato, infatti, la circostanza per cui l’Opera Nazionale Montessori abbia assunto tra i suoi fini statutari la promozione, lo sviluppo e la diffusione del metodo d’insegnamento Montessori, non le attribuisce una posizione giuridica qualificata a svolgere in esclusiva corsi di didattica differenziata fondati sullo stesso metodo, di modo che uguale attività sia preclusa ad ogni altro soggetto pur ritenuto idoneo dalla competente autorità a norma dell’art. 46 del R.D. 5 febbraio 1928 n. 577; pertanto, legittimamente il Ministro della Pubblica Istruzione autorizza l’espletamento dei predetti corsi da parte di Enti diversi dalla citata Opera.

Avv. Salvatore Russo

Ferie d’ufficio, i sindacati chiedono lumi

da Tecnica della Scuola

Ferie d’ufficio, i sindacati chiedono lumi
di A.G.
Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda scrivono al Miur per sollecitare un incontro urgente e ottenere una circolare esplicativa. Anche dopo la legge di stabilità, intervenuta sul tema sollevato con la spending review, le interpretazioni dei dirigenti scolastici sarebbero infatti ancora diversificate. Creando non poche conflittualità col personale. L’Anief ricorda che qualsiasi novità va adottata solo dal 1° settembre 2013. Ma per la Flc-Cgil non si potrebbe neppure dopo: rimane materia di contrattazione.
Sulle controversa questione delle ferie da assegnare forzatamente ai precari, per evitare di liquidarle a supplenza finita, i sindacati vogliono vederci chiaro. Dopo aver preso atto che la legge di stabilità ha solo parzialmente risolto la questione delle ferie “coatte”, introdotta nell’estate scorsa attraverso la spending review, l’11 gennaio Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda hanno scritto a Miur per sollecitare “un incontro urgente” attraverso cui “discutere della nuova normativa relativa alle ferie del personale a tempo determinato, affichè le scuole possano avere una circolare esplicativa di riferimento”.
Secondo i sindacati di comparto, “le recenti modifiche normative di cui all’oggetto, hanno determinato un diffuso clima di conflittualità nelle Istituzioni scolastiche relativamente al diritto di fruizione delle ferie del personale con contratto a tempo determinato; ciò, in mancanza di indicazioni applicative delle norme citate da parte di codesto Ministero”.
Pertanto, le segreterie nazionali di Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda hanno chiesto “un incontro urgente per un confronto sull’argomento, preliminare ad una necessaria circolare applicativa, al fine di favorire una corretta ed omogenea applicazione delle norme in oggetto. Tale richiesta – sottolineano – è ulteriormente motivata dall’introduzione delle modifiche al D.L. n. 95/20123, per effetto dell’approvazione della legge di Stabilità” In caso contrario, se l’incontro non dovesse verificarsi, i sindacati sono convinti che non potrà che accentuarsi “clima di conflittualità che si regista nelle singole Istituzioni scolastiche, in assenza di indicazioni operative omogenee ed applicative delle norme di cui all’oggetto”.
Le organizzazioni che difendono gli interessi dei lavoratori hanno, infine, chiesto “la immediata attivazione su NoiPA, ove non ancora in funzione, della possibilità per le scuole di comunicare la liquidazione delle ferie maturate”.
Nella stessa giornata, anche l’Anief ha chiesto al Miur un intervento chiarificatore sulla questione. “Le necessità di fornire ‘indicazioni applicative’ deriva, in particolare, – sostiene il sindacato degli educatori in formazione – dai chiarimenti che la pubblicazione della legge di stabilità ha permesso di realizzare sull’adozione di alcune parti del D.L. 95/2012 approvato la scorsa estate. Modifiche che ora, al di là delle interpretazioni soggettive o di parte, contengono un punto fermo: qualsiasi modifica all’assetto tradizionale di fruizione delle ferie maturate dal personale a tempo determinato non può essere attuata prima dell’inizio dell’anno scolastico 2013/14”.
L’Anief ricorda quindi i punti che riguardano la questione affrontati nel testo della legge di Stabilità approvato poco prima di Natale a Palazzo Madama: “al comma 54 dell’art. 1, si indica che ‘il personale docente di tutti i gradi di istruzione fruisce delle ferie nei giorni di sospensione delle lezioni definiti dai calendari scolastici regionali, ad esclusione di quelli destinati agli scrutini, agli esami di Stato e alle attività valutative’.  Di seguito, al comma 55, si ribadisce che la fruizione delle ferie del personale della scuola, docente e Ata, è subordinata alla mancanza delle lezioni. Nel comma successivo, il 56, viene tuttavia specificato che ‘le disposizioni di cui ai commi 54 e 55 non possono essere derogate dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Le clausole contrattuali contrastanti sono disapplicate dal 1° settembre 2013’.
La conclusione è nelle parole del presidente, Marcello Pacifico: “è evidente a tutti che le norme contrattuali in vigore che regolano la gestione delle ferie del personale precario rimarranno, sino al termine dell’anno scolastico in corso, quelle precedenti alle disposizioni normative contenute nella legge di stabilità”.
“Cogliamo l’occasione – continua il presidente del giovane sindacato – per ricordare che diversi dirigenti scolastici prima dell’approvazione della legge di stabilità, adottando incautamente sul personale della scuola le novità introdotte dalla spending review per gli altri comparti della pubblica amministrazione, hanno collocato coattivamente in ferie i loro dipendenti in servizio attraverso contratti brevi o fino al 30 giugno 2013. Si tratta di soluzioni che ora, alla luce delle nuove norme, devono essere obbligatoriamente cancellate: le ferie d’ufficio, almeno fino al 1° settembre 2013, non si applicano”.
Molto critico sulla derogabilità dei contratti collettivi si è detta la Flc-Cgil. Secondo cui l’aggiramento delle norme contrattuali, formulato dal Governo Monti, rappresentano “un intervento gravissimo della legge su materie di esclusiva competenza contrattuale”. “Lo stesso art. 40 del decreto 165/2001 – sottolinea la Flc-Cgil – stabilisce che la contrattazione collettiva determina i diritti e gli obblighi direttamente pertinenti al rapporto di lavoro e orario e ferie rientrano pienamente in questa determinazione legislativa”. La conclusione del sindacato è davvero pessimistica: “prosegue quindi l’operazione di smantellamento dei contratti e della contrattazione già avviata”.

Scuole seggio, lezioni sospese per quattro giorni

da Tecnica della Scuola

Scuole seggio, lezioni sospese per quattro giorni
di A.G.

Negli istituti dove il 24 e 25 febbraio sono in programma le elezioni politiche e regionali, i locali scolastici si trasformeranno in sedi ospitanti urne ed elettori a partire dal pomeriggio di venerdì 22 febbraio sino a tutto il mercoledì successivo. Il calendario ufficiale giunto al Miur direttamente dal Viminale.
Perderanno tre o quattro giorni di scuola gli alunni e gli studenti frequentati gli istituti che in occasione delle elezioni politiche e regionali, in programma i prossimi 24 e 25 febbraio, si trasformeranno in sedi di seggio elettorale: la comunicazione ufficiale è stata fornita il 4 gennaio scorso dal Ministero dell’Interno a quello dell’Istruzione, Università e Ricerca attraverso una nota apposita, la n. 59.
Nella comunicazione, dal Viminale si specifica che le operazioni di voto si svolgeranno dalle ore 8,00 alle ore 22,00 di domenica 24 febbraio e dalle ore 7,00 alle ore 15,00 di lunedì 25 febbraio.
Ne consegue che, sia per favorire le operazioni di trasformazione delle aule scolastiche in seggi elettorali, sia per consentire la pulitura e la disinfestazione dei locali, il Miur ha comunicato agli istituti coinvolti che saranno a disposizione degli organizzatori delle operazioni di voto a partire dal pomeriggio di venerdì 22 febbraio sino a tutto il mercoledì successivo. La scuola riprenderà, quindi, il giorno dopo: giovedì 28 febbraio.

Mobilità 2013/2014: chiarimenti sull’attribuzione del punteggio per le esigenze di famiglia

da Tecnica della Scuola

Mobilità 2013/2014: chiarimenti sull’attribuzione del punteggio per le esigenze di famiglia
di Lucio Ficara
Per tutti quei docenti che svolgono la loro professione in scuole ubicate fuori dal comune di residenza e quindi chiedono, per ogni anno scolastico, in fase di mobilità provinciale o interprovinciale, il ricongiungimento al coniuge, diamo alcuni chiarimenti sull’attribuzione del punteggio attribuibile per le esigenze di famiglia
Il punteggio spettante per il ricongiungimento è riportato nell’allegato D tabelle di valutazione dei titoli e servizi punto II esigenze di famiglia dell’ipotesi CCNI mobilità 2013/2014 firmato il 6 dicembre 2012. In tale punto è scritto: per ricongiungimento al coniuge ovvero, nel caso di docenti senza coniuge o separati giudizialmente o consensualmente con atto omologato dal tribunale, per ricongiungimento ai genitori o ai figli, si assegnano punti 6. Per vedere attribuiti questi punti è importante presentare una certificazione o autocertificazione corretta e dettagliata.
Negli anni passati è accaduto che per dichiarazioni poco chiare, il punteggio di 6 punti non è stato assegnato o è stato tolto in seguito a ricorso. Per esempio, chi è separato giudizialmente dal coniuge, non può dichiarare il ricongiungimento allo stesso, ma lo deve chiedere per i figli o per i genitori. È importante ricordare l’art. 9 del CCNI 6 dicembre 2012, riguardo la documentazione per usufruire delle maggiorazioni di punteggio derivanti da esigenze di famiglia.
Il punteggio per il ricongiungimento al coniuge, ai genitori o ai figli è attribuito solo se la residenza della persona alla quale si richiede il ricongiungimento è comprovata, ai sensi delle disposizioni contenute nel D.P.R. 28/12/2000, n. 445, così come modificato ed integrato dall’art. 15, della legge 16 gennaio 2003, n. 3 e dall’art. 15 comma 1 della legge n. 183/2011, con una dichiarazione personale, anche redatta dall’interessato, nella quale l’interessato dichiari che la decorrenza dell’iscrizione anagrafica deve essere anteriore di almeno tre mesi alla data di pubblicazione all’albo dell’ufficio territorialmente competente dell’ordinanza ministeriale concernente l’indicazione dei termini di presentazione della domanda.
Questa documentazione che autocertifica lo stato anagrafico di residenza, deve essere prodotto, come tutte le altre documentazioni, contestualmente alle domande di trasferimento. Se l’interessato all’attribuzione dei 6 punti per il ricongiungimento dovesse evadere la dichiarazione personale sulla residenza della persona con cui vuole ricongiungersi o se questa dichiarazione non fosse chiara, il rischio è quello di vedersi non assegnati i punti di ricongiungimento e magari continuare a fare i pendolari per un altro anno scolastico.

Consiglio dei Ministri: certificazione delle competenze

da Tecnica della Scuola

Consiglio dei Ministri: certificazione delle competenze
Su proposta dei Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dell’istruzione, di concerto con gli altri Ministri competenti, il Consiglio dei Ministri ha approvato, in via definitiva, dopo aver acquisito l’intesa in sede di Conferenza unificata lo scorso 20 dicembre, un provvedimento sul Sistema nazionale di certificazione delle competenze, in attuazione della riforma del mercato del lavoro per la crescita (Cfr. comunicato stampa n. 56 del 30 novembre 2012).
Il provvedimento completa un “pacchetto di innovazioni” per innalzare i livelli di istruzione e formazione delle persone adulte, in linea con gli impegni assunti dall’Italia in sede europea.
Il nostro Paese dimostra così di rispondere alle sollecitazioni rivolte dalla Ue ai Paesi membri affinché, in un periodo di crisi economica globale, si dotino degli strumenti legislativi che consentano al maggior numero di persone, in particolare ai giovani in cerca di prima occupazione e ai giovani NEET (né al lavoro né in formazione), di far emergere e far crescere il grande capitale umano rappresentato dalle competenze, finora scarsamente valorizzate, acquisite in tutti i contesti: sul lavoro, nella vita quotidiana e nel tempo libero.
Un sistema rigoroso e coordinato a livello nazionale di riconoscimento delle competenze comunque acquisite, promuove la mobilità geografica e professionale, favorisce l’incontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, accresce la trasparenza degli apprendimenti e dei fabbisogni e l’ampia spendibilità delle certificazioni in ambito nazionale ed europeo.
Il sistema nazionale di certificazione delle competenze costituisce, pertanto, una fondamentale infrastruttura di raccordo tra le politiche di istruzione, formazione, lavoro, competitività, cittadinanza attiva e welfare in sintonia con le dinamiche e gli indirizzi di crescita e sviluppo dell’Unione europea.

Scuola-Lavoro, l’intesa Miur-Unioncamere si rinnova

da Tecnica della Scuola

Scuola-Lavoro, l’intesa Miur-Unioncamere si rinnova
di A.G.

Sottoscritto, dal ministro Profumo e dal presidente Dardanello, un Accordo di programma teso a dare nuovo impulso a tutte le iniziative dirette ad agevolare le assunzioni. Prevista l’intensificazione delle forme di alternanza e della mobilità internazionale. Basterà per fermare la disoccupazione giovanile giunta al 37%?
“Mettere in campo azioni volte a favorire il collegamento tra scuola e lavoro, in maniera da poter orientare i ragazzi verso scelte di studio e di lavoro più facilmente spendibili”. Prefiggendosi questo fine, l’11 gennaio Miur e Unioncamere hanno sottoscritto un Accordo di programma, siglato dal ministro Francesco Profumo, e dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, il cui obiettivo prioritario è proseguire e intensificare gli ambiti di collaborazione già esistenti tra sistema camerale e sistema scolastico-formativo. L’iniziativa intende, tra l’altro, continuare il percorso avviato con il precedente protocollo d’intesa siglato nel 2003, e dare in questo modo nuovo impulso a tutte le iniziative dirette ad agevolare l’occupabilità e l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Oltre che allinearsi ai nuovi programma scolastici, introdotti con la riforma delle superiori approvata durante la gestione Gelmini.
Con una disoccupazione giovanile che ha superato il 37%, il programma d’intenti raggiunto assume oggi ancora maggiore importanza.
L’accordo di programma prevede la realizzazione di un programma pluriennale di attività riguardanti in particolare azioni di promozione e sostegno allo sviluppo di una sistematica collaborazione tra istituzioni scolastiche, Camere di commercio ed imprese per la realizzazione su tutto il territorio nazionale di un vero e proprio “sistema dell’Alternanza Scuola-Lavoro.
Sono previste iniziative progettuali congiunte volte a favorire la mobilità internazionale, la transizione dei giovani al lavoro e la promozione di una cultura dell’internazionalizzazione, con la definizione di modelli e percorsi sperimentali di “Alternanza di Qualità Internazionale”, basati su stage in contesti lavorativi all’estero e su territorio italiano, comunque aperti alla dimensione internazionale dei processi formativi, lavorativi ed economico-produttivi.
Tra gli obiettivi prefissati, figura anche il rafforzamento delle iniziative dirette all’orientamento dei giovani al lavoro, sia dipendente che indipendente, anche attraverso la diffusione della cultura d’impresa e la realizzazione di attività di “job shadowing”, da collocare nell’ambito dell’appuntamento/evento annuale “JobDay – La Giornata del Lavoro e del Fare Impresa”. Attenzione anche alla formazione e aggiornamento degli operatori scolastici, per favorire le occasioni di conoscenza dell’azienda da parte di dirigenti, docenti, tutor e altri operatori, anche per mezzo di stage ad essi riservati.
In generale, si punterà a permettere una maggiore “diffusione della cultura tecnico-scientifica e professionale, in relazione con l’organizzazione del Premio “Scuola, creatività e innovazione” (ideato da Unioncamere nel 2004).
L’intesa punta infine anche sulla promozione di iniziative dirette a potenziare e diffondere l’Istruzione tecnica, l’Istruzione professionale e l’Istruzione tecnica superiore, per contribuire alla costruzione di un’offerta coordinata a livello territoriale tra i relativi percorsi, basata sulla costituzione dei Poli tecnico professionali. Poi, si prevede lo sviluppo delle Reti territoriali integrate di servizi per l’istruzione, la formazione, il lavoro, l’apprendimento permanente, l’individuazione e validazione delle competenze,
con il concorso delle Camere di commercio, delle imprese e delle loro associazioni di rappresentanza.
“L’accordo con il Miur – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – testimonia il clima estremamente favorevole nei rapporti tra sistema scolastico-formativo e sistema camerale. Esso è frutto anche dell’interesse, dell’attenzione e della disponibilità crescenti incontrate presso il Ministero e gli Uffici Scolastici Territoriali dall’impegno delle Camere di commercio, del ruolo che esse ormai svolgono sui territori di anello di congiunzione tra mondo della formazione ed esigenze dei sistemi economico-produttivi e, grazie all’esperienza decennale maturata con il Sistema informativo Excelsior, di soggetto di riferimento nell’analisi dei fabbisogni formativi e professionali”.

“Stop ai corsi di recupero pomeridiani”

da Tecnica della Scuola

“Stop ai corsi di recupero pomeridiani”
I presidi: “Senza investimenti non possiamo programmare le attività integrative e formative”.
Niente corsi di recupero pomeridiani, progetti sospesi e attività integrative bloccate in molte scuole romane: così in un articolo di Repubblica è commentato il drastico tagli di fondi alle scuole. Nonostante il sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria, abbia assicurato che i fondi per il miglioramento dell’offerta formativa (Mof) arriveranno presto, molti presidi romani spiegano: “Non sappiamo ancora l’importo che ci verrà assegnato e che in genere ci veniva comunicato fra ottobre e novembre, quindi non possiamo programmare le attività e i relativi investimenti”.
“Sappiamo solo che i fondi del Mof sono stati tagliati per coprire il pagamento degli scatti stipendiali a docenti e Ata, che il governo Berlusconi aveva bloccato, ma nulla di più” spiega Giuseppe Fusacchia, presidente dell’Associazione scuole autonome del Lazio (Asal).
Molti hanno quindi deciso di non spendere “al buio” prima di sapere quanto gli arriverà in cassa e di bloccare, nel frattempo, le attività integrative del Pof. Ma non solo. In molte altre scuole romane non sarebbero stati attivati i corsi di alfabetizzazione per gli alunni stranieri. “Per ora faremo solo recupero in itinere, nel normale orario di lezione. Con i soldi che ci arriveranno garantiremo i corsi di giugno e luglio, ma quelli invernali salteranno, così come molti progetti extrascolastici”.
“Abbiamo bloccato quasi tutte le attività integrative da prima di Natale, al termine del primo trimestre, per l’incertezza sull’ammontare dei fondi. Sono saltati i corsi di recupero pomeridiani, così come alcuni progetti del Pof”.
Chi non ha annullato le lezioni in più per gli alunni con insufficienze, ha dovuto trovare altri modi per finanziarle: “Attingeremo al contributo volontario versato dalle famiglie e ai residui attivi dello scorso anno”. Intanto arriva un nuovo allarme, legato questa volta ai fondi per i corsi serali: “Quest’anno l’Ufficio scolastico regionale ha assegnato solo mille euro a ciascuna delle 80 scuole del Lazio che hanno corsi serali per adulti, indipendentemente dal numero di alunni. Noi abbiamo 13 classi e sarà difficilissimo andare avanti con così pochi soldi”.

Classi di concorso e dimensionamento scuole, incontro al Miur

da Tecnica della Scuola

Classi di concorso e dimensionamento scuole, incontro al Miur
di A.T.
Dopo le richieste di incontro avanzate dai sindacati, il Ministero dell’istruzione li ha convocati per il 14 gennaio per un confronto sulle tematiche evidenziate.
In una lettera inviata al Miur, la Cisl Scuola, la Uil Scuola, lo Snals-Confsal e la Fgu-Gilda degli Insegnanti segnalava che “a dicembre 2012 è stata consegnata al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, per il previsto parere, una stesura del decreto di riorganizzazione delle classi di concorso diversa da quella presentata alle organizzazioni sindacali nell’incontro del 16 maggio 2012; al contempo è stato inviato alle stesse organizzazioni un indirizzo di posta elettronica al quale inviare osservazioni e proposte inerenti lo stesso tema, mentre la circolazione in rete della nuova stesura ha iniziato a creare non poche preoccupazioni tra l’altissimo numero di interessati. Le scriventi organizzazioni ritengono inaccettabile la riduzione delle relazioni sindacali a semplici comunicazioni di posta elettronica e rivendicano un incontro per un confronto reale sulla materia”.
A sua volta, la Flc Cgil chiede di “stoppare” la revisione delle classi di concorso (e la valutazione), “in assenza dei prescritti pareri e di un Governo in carica”.

Inoltre, la Flc Cgil ha inviato la richiesta di un incontro urgente al Ministero dell’istruzione e alla Conferenza delle regioni per discutere del dimensionamento della rete scolastica 2013/2014, facendo riferimento alla nota del 28 dicembre 2012 del Dipartimento istruzione del Miur “con cui si dà indicazione agli Uffici scolastici regionali di procedere al dimensionamento su base di 900 alunni per istituto e sulla base della persistenza dell’applicazione del concetto di scuola sottodimensionata (comma 5 art. 19 legge 111/2011)”.

La Flc Cgil “ritiene che l’intesa fra Stato e Regione che prevedeva entrambe le misure (900 alunni e superamento del concetto di scuola sottodimensionata) non può essere applicata solo in parte confermando la media di 900 alunni e lasciando in piedi la vigenza del concetto stesso di scuola sottodimensionata. L’intesa non ha trovato traduzione normativa e se si vuole procedere per atto amministrativo occorre allora discutere tutti i termini della questione”

Si attende un confronto serrato nell’incontro al Miur fissato per il 14 gennaio (come già riportato in un altro articolo pubblicato sul nostro sito).

La lettera “segreta” della Bce all’Italia sulla scuola

da Tecnica della Scuola

La lettera “segreta” della Bce all’Italia sulla scuola
di Pasquale Almirante
Nel corso della puntata di “Servizio Pubblico”, durante la quale l’ex premier ha per l’ennesima volta ripetuto che nessuna responsabilità può addebitarsi al suo governo per la crisi (ma allora non si capisce perché abbia sloggiato), è venuta fuori la famosa lettera che la Bce, Banca centrale europea, ha spedito all’allora Governo italiano per impegnarlo a superare la crisi e che, secondo quanto è emerso, sarebbe stata scritta a Roma per sbaraccare Tremonti e per procedere, con giustificati motivi, alla stretta fiscale di cui fu poi artefice Monti. E in quella lettera cosa c’è che riguarda la scuola?
Di sicuro, dice il Corriere della sera dell’agosto 2011, “la lettera «segreta» spedita il 5 agosto scorso al governo italiano dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, e dal suo successore in pectore, Mario Draghi, oggi governatore della Banca d’Italia, ha condotto ad una manovra di finanza pubblica di entità mai vista nella storia della Repubblica italiana.”
All’interno di questa manovra, “il pareggio di bilancio anticipato dal 2014 al 2013 e la richiesta di raggiungere un deficit pubblico pari all’1% del prodotto interno lordo addirittura già nel 2012, con una manovra di tre punti di prodotto interno lordo, una cinquantina di miliardi di euro, in un solo anno, ha fatto tremare le vene ai polsi di Giulio Tremonti.”
E tra le “presunte” richiesta della Bce all’Italia c’è pure quella che riguarda le pensioni, di cui poi si farà carico Elsa Fornero e il governo Monti, vista la “necessità di rendere più severi i criteri per ottenere le pensioni di anzianità e di allungare l’età pensionabile delle donne nel settore privato in modo da avere risparmi di bilancio «già nel 2012». E l’opportunità di ridurre «significativamente» il costo degli impiegati pubblici, rafforzando le regole sul turnover e, «se necessario, riducendo gli stipendi».
Per accelerare la crescita dell’economia, Trichet e Draghi richiamano esplicitamente l’esigenza di rivedere le norme sulle assunzioni e i licenziamenti dei lavoratori (per i quali nella lettera si usa il termine «dismissal») nelle imprese applicando l’intesa del 28 giugno tra la Confindustria e i sindacati, «che si muove in questa direzione». Ma che evidentemente non basta.
Sempre per la crescita serve la «piena liberalizzazione» degli ordini professionali e dei servizi pubblici locali, prevedendone la «privatizzazione su larga scala». Ed un «serio impegno» per abolire o consolidare alcuni livelli amministrativi intermedi, «come le Province» puntualizzano Draghi e Trichet.”
Nella successiva lettera di risposta si ribadisce anche l’ambizione a introdurre nella Costituzione la regola del pareggio di bilancio, ma non ci sono riferimenti di sorta a uno strumento legislativo collaterale che è per altro necessario a rendere tale norma operativa e coerente con quanto prevede l’UE in tema di bilancio. Qual è la scadenza prevista per tale strumento legislativo secondario? Come garantirà di essere conforme a ciò che prevede l’UE in tema di bilancio?
Ritornando alla lettera della Bce all’Italia, alla voce “Capitale umano”, si chiede praticamente al governo “Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l’uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell’istruzione).
Alla lettera spedita dalla Bce, il governo italiano risponde e sulle richieste relative alla valorizzazione del capitale umano è detto:
a) Promozione e valorizzazione del capitale umano. L’accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l’anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti; si valorizzerà il ruolo dei docenti (elevandone, nell’arco d’un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo); si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento.
Si amplieranno autonomia e competizione tra Università. Si accrescerà la quota di finanziamento legata alle valutazioni avviate dall’ANVUR e si accresceranno i margini di manovra nella fissazione delle rette di iscrizione, con l’obbligo di destinare una parte rilevante dei maggiori fondi a beneficio degli studenti meno abbienti. Si avvierà anche uno schema nazionale di prestiti d’onore.
Da ultimo, tutti i provvedimenti attuativi della riforma universitaria saranno approvati entro il 31 dicembre 2011.
La lettera entra poi nel merito di alcune proposte:
– rispetto a Scuola ed Università si parla di “promozione e valorizzazione del capitale umano”: in sostanza vuol dire che queste si devono modellare secondo criteri di impresa, creando futuri dipendenti completamente disciplinati e sottomessi alle esigenze del profitto. Si pensa ad un “programma di ristrutturazione per le scuole” (leggi: taglio di fondi, altri licenziamenti), si “amplieranno autonomia e competizione tra Università” (ovvero si smette di dare fondi ed ogni ateneo deve reperire le sue risorse, ricorrendo ai “trucchi” più disparati). I pochi finanziamenti saranno legati alle valutazioni dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca), ovvero ad un organo centrale che valuterà per criteri astratti, in base a parametri “produttivi” alquanto dubbi, seguendo logiche fintamente “meritocratiche”, probabilmente abbandonando certi atenei, soprattutto al Sud, e dando risorse a quelli gestiti da “amici degli amici”, magari trasformati in fondazioni private frequentate dagli studenti più danarosi. Poi “si accresceranno i margini di manovra nella fissazione delle rette di iscrizione”: vuol dire che il Governo dà un indirizzo di aumento delle tasse universitarie, ed introduce i prestiti d’onore, ovvero un meccanismo di indebitamento per gli studenti meno abbienti, che per studiare dovranno farsi prestare i soldi dalle università e restituirli di anno in anno una volta trovato lavoro. Infine, la riforma Gelmini, di cui pochi decreti sono finora diventati attuativi, verrà approvata in toto entro il 31 dicembre 2011, gettando un colpo di spugna sulle mobilitazioni studentesche di questi anni.
E a questo proposito spontanee sorsero però le seguenti domande:
13. Quali caratteristiche avrà il programma di ristrutturazione delle singole scuole che hanno ottenuto risultati insoddisfacenti ai test INVALSI?
14.Come intende il governo valorizzare il ruolo degli insegnanti nelle singole scuole? Quale tipo di incentivo il governo intende varare?
15.Il governo potrebbe fornirci ulteriori dettagli su come intende migliorare ed espandere l’autonomia e la competitività tra le università? In pratica, che cosa implica la frase “maggior spazio di manovra nello stabilire le tasse di iscrizione”?

Ugolini: Occorre considerare la scuola un investimento e non un costo

da tuttoscuola.com 

Ugolini: Occorre considerare la scuola un investimento e non un costo
La scuola “non può più essere terreno di scontro politico. Siamo a un punto in cui è possibile, anzi necessario, arrivare a delle conclusioni comuni, condivisibili e dunque percorribili, qualunque governo nascerà dalle prossime elezioni”. Lo scrive, in una lettera al Corriere della Sera, il sottosegretario all’istruzione Elena Ugolini.

Dietro la scuola c’è tutto il paese. Le politiche nazionali e locali sulla scuola dovrebbero avere un unico scopo: aiutare le singole istituzioni scolastiche, i loro dirigenti e docenti, a lavorare bene. Lo scopo è che tutte le famiglie italiane possano avere una scuola di qualità per i propri figli a prescindere dal reddito”. Per Ugolini, “la scuola deve tornare ad essere considerata un investimento, non solo un costo o, addirittura, una voce del redditometro. In un paese civile si dovrebbero poter dedurre le spese per l’educazione dei figli”.

Penso – continua nella lettera – che la leva per il cambiamento sia costituita da quattro parole: autonomia, valutazione, nuove politiche del personale, sostegno alle famiglie nelle proprie scelte educative. Propongo semplicemente di aggiornare il libro bianco sull’istruzione scritto 5 anni fa da Fabrizio Barca e Piero Cipollone, per chiedersi seriamente che cosa vorremmo che la scuola fosse da qui a 10 anni e prendere, solo di conseguenza, delle decisioni a breve e medio termine”.

Concorsone, le pagelle dei prof i vincitori: fisici, matematici, ingegneri. Male i filosofi

da Repubblica.it

Concorsone, le pagelle dei prof i vincitori: fisici, matematici, ingegneri. Male i filosofi

Il “quizzone” superato da poco meno del 50% dei docenti per le superiori. Tra i laureati in materie scientifiche la percentuale salta quasi al 70%, seguiti (66%) da latinisti e grecisti. In fondo alla classifica i laureati in filosofia: passati solo al 33%

di SALVO INTRAVAIA

Nel test di preselezione del concorsone a cattedre spiccano fisici, matematici e ingegneri. E’ invece un tonfo quello registrato da filosofi, laureati in giurisprudenza e architetti. Il divario tra i primi e gli ultimi è imbarazzante. Il quizzone per la selezione di 11.542 nuovi insegnanti  –  svolto lunedì 17 e martedì 18 dicembre scorsi  –  consente di stilare le pagelle dei 321 mila laureati e dei precari della scuola che si sono presentati al primo step della selezione attesa da 13 anni. Limitandosi soltanto alle discipline per insegnare le quali è necessario possedere il diploma di laurea, la classifica per “classi di concorso”  –  come si chiamano in burocratese le discipline di insegnamento  –  riserva non poche sorprese.

Il test di 50 domande a risposta multipla da svolgere in 50 minuti, comprendeva 18 quiz di logica e altrettanti di comprensione del testo scritto. Per concludere con 7 domande di informatica e un ugual numero di domande di lingua straniera. Per accedere alle prove scritte  –  in programma, secondo il calendario comunicato dal ministero dell’Istruzione, dall’11 al 21 febbraio  –  occorreva totalizzare almeno 35 punti. Un traguardo raggiunto da 45 aspiranti prof su cento al superiore e dal 48,5 per cento di coloro che si vedono dietro una cattedra alla scuola media. Il tasso di ammissione agli scritti della scuola elementare e materna è stato inferiore: 22,9 per cento per i primi e 18,8 per cento per i secondi.

Ma all’interno dei singoli segmenti scolastici, la situazione è tutt’altro che omogenea. Al superiore, in cima alla classifica degli ammessi si piazzano i fisici e gli ingegneri che aspirano ad insegnare Fisica, con ben tre candidati ammessi agli scritti su 4. Seguono con percentuali sempre superiori al 70 per cento matematici e ingegneri che si candidano ad insegnare Elettronica  –  negli istituti tecnici industriali e negli istituti professionali  –  e Matematica e Fisica nei licei. Ma si piazzano bene  –  con quasi il 66 per cento di ammessi  –  anche latinisti e grecisti che concorrono per una cattedra presso i licei classici. Una circostanza che fa cadere l’idea che il test fosse tagliato su misura per i laureati in materie scientifiche.

In fondo alla classifica, un po’ a sorpresa, troviamo invece i filosofi della classe di concorso A036 che intendono lavorare presso i licei delle scienze umane. Per loro la selezione è stata particolarmente dura, visto che soltanto il 33 per cento è riuscito ad ottenere il lasciapassare per le prove scritte. Tra questi ultimi e i primi della lista ci sono oltre 40 punti percentuali di scarto. Poco meglio  –  sempre attorno al 33 per cento di ammessi  –  per laureati in architettura in lizza per insegnare Educazione artistica alla media e Disegno e Storia dell’Arte nei licei e per i laureati in giurisprudenza e in economia che vorrebbero insegnare Diritto negli istituti tecnici.

Per questi ultimi la percentuale di ammissione è stata pari al 36 per cento. Seguono le classi di concorso per le quali non era necessario possedere una laurea, come i diplomati all’istituto per geometri che possono insegnare Laboratorio di edilizia ed esercitazioni di topografia  –  un ammesso su quattro  –  e coloro che sono in possesso per insegnare Scienze motorie  – quella che una volta si chiamava Educazione fisica  –  alla media e al superiore. Chiudono la classifica le maestre della scuola dell’infanzia, per le quali era valido ancora il vecchio diploma di istituto magistrale purché conseguito entro l’anno 2001/2002.

Salvo Intravaia

Scuola, dal 21 al via le iscrizioni on line

da lastampa.it

Scuola, dal 21 al via le iscrizioni on line

Quest’anno i moduli si compilano esclusivamente via internet : ultimi giorni per gli indecisi per orientarsi

La scelta è ormai più che alle porte. Le iscrizioni per il prossimo anno scolastico, come stabilito da una circolare del Ministero, inizieranno dal 21 gennaio e saranno esclusivamente online, tranne che per le scuole dell’infanzia. C’è tempo fino al 28 febbraio.

Per scegliere la scuola primaria e secondaria (elementari, medie e scuole superiori) le famiglie devono accedere all’area del Ministero www.iscrizioni.istruzione.it , cercare la scuola desiderata e compilare il modulo di iscrizione messo a disposizione dall’istituto prescelto.

Una scadenza importante per tutti, forse soprattutto per i circa 600.000 studenti di terza media, impegnati a raccapezzarsi tra le molte proposte di scuole superiori, scelta dalla quale dipenderà, in parte, il futuro.

se il ministero Profumo ha augurato a tutti«una buona scelta» , a pochi giorni dal via è ancora molto alto il tasso di studenti di terza media indecisi. Secondo una ricerca online svolta dal portale studentesco Skuola.net, le scuole non hanno lesinato attività sull’orientamento: oltre l’80% degli intervistati , studenti di terza media, ha dichiarato che nel proprio istituto di appartenenza sono state svolte attività di orientamento. Tuttavia solo la metà degli studenti intervistati le promuove appieno, dichiarando di averne trovato giovamento. Il mito del liceo continua a vivere nel 70% delle teste dei tredicenni che, nonostante l’indecisione, sono orientati verso la scelta di questi ultimi. Un dato simile a quello rilevato da Skuola.net l’anno passato nello stesso periodo. Alla fine tuttavia è prevalso il pragmatismo. A dimostrarlo sono stati i dati delle iscrizioni alle scuole superiori diramati a settembre dal Miur: nel 2012-2013 circa il 53% degli iscritti al primo superiore ha preferito un istituto tecnico o professionale.

In base a quali parametri viene effettuata la scelta? Oltre 4 tredicenni su 5 rivendicano la piena paternità della scelta, effettuata a loro dire in base ai propri interessi e alle proprie abilità. Solo 1 su 10 ammette un sostanziale intervento dei genitori, mentre sono davvero pochi (il 7%) coloro che decidono in base ai consigli degli amici.

«Il dato degli indecisi in merito a una scelta così importante come quella della scuola superiore dimostra ancora una volta la necessità di dedicare più risorse per aiutare i nostri giovani a scegliere il percorso di studi più adatto a loro – ha dichiarato nei giorni scorsi Daniele Grassucci, responsabile delle Relazioni esterne del portale Skuola.net – non è un caso che, stando ai recenti dati Almadiploma, il 42% dei diplomati si dichiara pentito del percorso di studi scelto. Bisognerebbe pensare a percorsi di orientamento che partano fin dalla prima media per indirizzare gli studenti, senza arrivare ad occuparsi del problema nei primi mesi della terza media».

Via libera ai licei sportivi

da lastampa.it

Via libera ai licei sportivi

Iscrizioni aperte a tutti non solo a chi pratica sport agonistico
roma

Il Consiglio dei ministri ha approvato il regolamento che prevede la riorganizzazione dei percorsi delle sezioni a indirizzo sportivo dei licei. E’ quanto si legge nel comunicato di Palazzo Chigi.

In particolare, con l’approvazione della “sezione a indirizzo sportivo del sistema dei licei” si è consentito agli studenti di iscriversi al nuovo indirizzo già dal prossimo anno scolastico.

L’obiettivo principale del provvedimento è «quello di portare a sistema esperienze didattiche già condotte in molte scuole, avvalendosi dell’autonomia, e di implementare allo stesso tempo il ventaglio dell’offerta formativa, rafforzando il ruolo dello sport nella scuola. Per la prima volta nel nostro ordinamento viene inserito un nuovo indirizzo di studi nell’ambito del liceo scientifico».

Rispetto alle discipline dell’ordinario liceo scientifico sono introdotte due nuove materie: “diritto ed economia dello sport” e “discipline sportive” che vanno a sostituire “disegno e storia dell’arte” e “lingua e cultura latina”. Inoltre, è previsto il potenziamento di “scienze motorie e sportive”. L’iscrizione è aperta a tutti, anche ai disabili, e non sono previste prove selettive d’ingresso.

In effetti, spiega Palazzo Chigi, la sezione non è finalizzata solo alla formazione scolastica di giovani che praticano sport a livello agonistico e sono magari impegnati in competizioni di rilievo nazionale o internazionale, ma si rivolge anche agli studenti particolarmente interessati ai valori propri della cultura sportiva.

In prima applicazione le Regioni, nell’ambito delle proprie competenze di programmazione dell’offerta formativa, potranno autorizzare un numero di sezioni non superiore a quello delle rispettive province. Le scuole individuate dalle Regioni apriranno le iscrizioni già a partire dal prossimo anno scolastico.

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 10

 

 

Gazzetta Ufficiale

 

Serie Generale
n. 10 del 12-1-2013

Sommario

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELLA DIFESA

 


DECRETO 21 dicembre 2012


Modifiche alle tabelle di cui all’allegato D del decreto 12 febbraio
2004 concernenti la competenza territoriale delle Commissioni mediche
di 2ª istanza e delle Commissioni mediche ospedaliere. (13A00171)


(GU n.10 del 12-1-2013

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Pag. 1

 

 

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

 


DECRETO 12 dicembre 2012


Sostituzione di un componente della Commissione provinciale per i
miglioramenti ai trattamenti previdenziali ed assistenziali in favore
dei lavoratori agricoli (C.I.S.O.A.) di Foggia. (13A00139)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 5

 

 

 


DECRETO 14 dicembre 2012


Rideterminazione delle tariffe minime per le operazioni di
facchinaggio nel territorio della provincia di Chieti. (13A00138)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 5

 

 

 


DECRETO 19 dicembre 2012


Sostituzione di un componente della commissione provinciale per il
trattamento sostitutivo della retribuzione dei lavoratori agricoli di
Rimini. (13A00140)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 6

 

 

 


DECRETO 20 dicembre 2012


Ricostituzione della commissione provinciale di conciliazione di
Como. (13A00160)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 7

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


DECRETO 7 novembre 2012


Modifica al decreto 8 agosto 2008, per quanto riguarda l’applicazione
della misura della riconversione e ristrutturazione dei vigneti.
(13A00126)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 8

 

 

 


DECRETO 19 dicembre 2012


Modifica dei responsabili della conservazione in purezza di varieta’
di cereali a paglia iscritte al registro nazionale. (13A00177)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 9

 

 

 


DECRETO 20 dicembre 2012


Proroga della designazione delle «Camere di commercio, industria,
artigianato ed agricoltura di Genova, Savona, Imperia e La Spezia,
coordinate dalla Unioncamere Liguria» ad effettuare i controlli per
la denominazione di origine protetta «Basilico Genovese», registrata
in ambito Unione europea ai sensi del regolamento (CE) n. 510/2006.
(13A00174)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 10

 

 

 


DECRETO 21 dicembre 2012


Iscrizione di varieta’ di specie agrarie ai relativi registri
nazionali. (13A00175)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 11

 

 

 


DECRETO 21 dicembre 2012


Variazione del responsabile della conservazione in purezza di
varieta’ foraggere. (13A00176)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 12

 

 

 


DECRETO 21 dicembre 2012


Modifica del decreto 9 febbraio 2012 relativo al rinnovo
dell’iscrizione, cancellazione e proroga della commercializzazione di
varieta’ di specie ortive iscritte al relativo registro nazionale.
(13A00186)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 13

 

 

 


DECRETO 27 dicembre 2012


Riconoscimento del Consorzio di tutela del Prosciutto Veneto
Berico-Euganeo DOP e attribuzione dell’incarico di svolgere le
funzioni di cui all’articolo 14, comma 15, della legge 21 dicembre
1999, n. 526 per la DOP «Prosciutto Veneto Berico-Euganeo».
(13A00156)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 15

 

 

 


DECRETO 28 dicembre 2012


Modifica del decreto 1° agosto 2011 recante disposizioni in materia
di «Attuazione dell’articolo 17 del Regolamento (CE) n. 110/2008 del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 gennaio 2008, concernente
la definizione, la designazione, la presentazione, l’etichettatura e
la protezione delle indicazioni geografiche delle bevande spiritose –
Scheda tecnica della “Grappa”». (13A00125)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 16

 

 

 


DECRETO 4 gennaio 2013


Dichiarazione dell’esistenza del carattere di eccezionalita’ degli
eventi calamitosi verificatisi nelle province di Bari,
Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto. (13A00172)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 17

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 19 dicembre 2012


Scioglimento della «Morgobbo Societa’ Cooperativa», in Argelato e
nomina del commissario liquidatore. (13A00162)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 18

 

 

 


DECRETO 19 dicembre 2012


Scioglimento della «Achea – Societa’ Cooperativa», in Cassano allo
Ionio e nomina del commissario liquidatore. (13A00163)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 19

 

 

 


DECRETO 19 dicembre 2012


Scioglimento della «Amici della Terra Societa’ Cooperativa Edilizia»,
in Vibo Valentia e nomina del commissario liquidatore. (13A00164)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 19

 

 

 


DECRETO 19 dicembre 2012


Annullamento del decreto 14 giugno 2011 nella parte relativa allo
scioglimento della «Coop. sociale produzione lavoro e servizi C.OP.E.
S.c.r.l.», in Voghera. (13A00165)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 20

 

 

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA DELLE ENTRATE

 


DECRETO 27 dicembre 2012


Accertamento del periodo di mancato funzionamento dei servizi
catastali dell’Ufficio provinciale di Padova – Territorio. (13A00148)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 21

 

 

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


DETERMINA 7 gennaio 2013


Modalita’ di gestione delle sperimentazioni cliniche dei medicinali a
seguito del trasferimento della funzione dell’Autorita’ Competente
all’Agenzia italiana del farmaco. (Determina n. 1/2013). (13A00303)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 21

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI BERGAMO

 


COMUNICATO


Nomina del conservatore del registro delle imprese (13A00161)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 25

 

 

REGIONE TOSCANA

 


COMUNICATO


Approvazione dell’ordinanza n. 135 del 5 ottobre 2012 (13A00124)


(GU n.10 del 12-1-2013

)

 

Pag. 25