Nuove classi di concorso

Nuove classi di concorso – Se il Miur le introdurrà attraverso un mero atto ministeriale, senza passare per il Parlamento, l’Anief annuncia una dura opposizione: siamo di fronte ad un colpo di mano privo di fondamento giuridico.

Il giovane sindacato ricorrerà sicuramente al Tribunale amministrativo regionale.

 

Le indiscrezioni delle ultime ore provenienti dalla stampa specializzata confluiscono sulla ferma volontà del ministro Profumo di rinnovare le classi di concorso della scuola nei giorni precedenti alla sua uscita di scena da Viale Trastevere: quindi entro l’inizio del mese di febbraio.

 

Se tutto questo venisse confermato nei fatti, se la politica del risparmio dovesse continuare a prevalere su ogni logica, l’Anief annuncia sin d’ora il suo diniego ad un’operazione che per salvare dalla sovrannumerarietà qualche migliaio di docenti li autorizza, di fatto, ad insegnare materie per le quali non sono abilitati e di cui hanno solo qualche primaria conoscenza. Oltre all’evidente danno agli studenti, ciò farà perdere le supplenze di lunga durata ad altrettanti precari, quasi sempre conoscitori della disciplina e regolarmente abilitati all’insegnamento.

 

Siamo di fronte ad un’operazione chiaramente illegittima – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief -: approvare la drastica riduzione delle classi di concorso attraverso un decreto del Ministero è una vera forzatura. La legge 133 del 2008 indica la necessità di far passare qualsiasi modifica delle classi di concorso necessariamente per le commissioni parlamentari. Cercare di aggirare quest’obbligo normativo, approfittando del particolare momento, a poche settimane dalle elezioni politiche di fine febbraio, non salverà di certo il Miur – conclude Pacifico – dalla presentazione al Tar di migliaia di ricorsi da parte dei tanti danneggiati da questo colpo di mano del ministro Profumo”.

Il concorso in quattro domande

da Italia Oggi

Oggi le indicazioni del ministero sugli scritti di febbraio. Profumo sorteggerà la batteria
Il concorso in quattro domande
A ciascuna 22 righe di risposta. I dubbi sull’inglese

DI MARIO D’ADAMO E ALESSANDRA RICCIARDI

Uno scritto di 4 domande, 22 righe per ogni risposta. Per accertare le conoscenze disciplinari dei futuri docenti, ma anche le competenze professionali.
E poi griglia di valutazione unica a livello nazionale per le commissioni d’esame: pertinenza, completezza, attinenza, competenza linguistica e orginalità i criteri per modulare il voto.

Sono queste le indicazioni sulla prova scritta del concorso a cattedra (prova che si terrà dall’11 al 21 di febbraio a seconda della disciplina) che oggi il ministero renderà note sul proprio sito e che ItaliaOggi è in grado di anticipare.

Le domande saranno in generale 4, che diventano 3 per le classi, come matematica, dove c’è anche la prova di laboratorio.
Restano alcune incertezze, per esempio sull’inglese per la scuola elementare: ci sarà una domanda ad hoc nella batteria di 4, oppure l’integrazione dell’inglese potrà essere richiesta in una qualsiasi delle domande? Quello che invece è certo è che sarà lo stesso ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, a sorteggiare la batteria di domande tra le 3 elaborate, il tutto avverrà per via informatica.

Per gli 88.610 aspiranti su 264.423 partecipanti e 321.210 domande i tempi di preparazione insomma stringono. Le votazioni politiche del 24 febbraio prossimo infatti hanno impresso un’accelerazione ai tempi di svolgimento inizialmente previsti per la
selezione.

Poiché c’era il rischio di far slittare tutto, comprese le nomine deì vincitori, si è preferito giocare d’anticipo. La puntualità ha avuto la meglio, e non c’è stato nemmeno il rinvio della pubblicazione del calendario da una data all’altra, com’è purtroppo accaduto per concorsi come quello ispettivo. Il calendario lo si sarebbe dovuto conoscere oggi, leggendo la Gazzetta ufficiale o accedendo ai siti del ministero e degli uffici scolastici regionali, e invece giovedì scorso è uscito un avviso sul sito ufficiale del ministero dell’istruzione, con il quale non solo si annunciano le date delle prove ma si danno anche alcune informazioni. Altre, quelle sulla natura delle prove, ci saranno oggi.

Gli scritti avranno luogo presso istituzioni scolastiche dei capoluoghi di Regione, l’elenco delle quali, con l’esatta ubicazione e l’indicazione della destinazione dei candidati in ordine alfabetico, sarà reso noto venerdì 25 gennaio con altro avviso sulla rete intranet, sul sito di viale Trastevere nonché sui siti internet degli uffici scolastici regionali competenti a gestire la procedura.

La pratica di far svolgere nella stessa giornata due distinte sessioni, inaugurata con la preselezione di dicembre, viene ripetuta ora con le prove scritte. I candidati della sessione antimeridiana si dovranno presentare entro le 8.00 del giorno stabilito, quando inizieranno le procedure di identificazione, mentre per la pomeridiana l’orario d’inizio è fissato alle ore 16.00.

Allo svolgimento della prova scritta, articolata in quattro quesiti a risposta aperta, sono assegnate due ore e trenta minuti. Solo due ore, invece, sono assegnate per rispondere ai tre quesiti che costituiscono la prova scritta delle classi di concorso per l’insegnamento di discipline scientifiche e tecnico-pratiche (A020, A033, A034, A038, A049, A059, A060 e C430), che prevedono un’ulteriore prova di laboratorio, e di quelle delle discipline artistiche (ambito 01: classi A025/A028), per le quali è prevista un’altra prova pratica.

La distribuzione delle prove su nove giorni, da lunedì 11 febbraio a venerdì 15 e da lunedì 18 a giovedì 21, diciotto sessioni in tutto fra mattino e pomeriggio, consente ai concorrenti per più classi di concorso o posti di insegnamento di partecipare a tutte le relative prove.

Il rapporto posti/ concorrenti è di 10 a 77: poco più del 13 per cento avrà una cattedra tra il primo settembre 2013 e il primo settembre 2014. Se si guarda ai singoli insegnamenti la possibilità di superare il concorso va dal 4,7 per cento per gli insegnanti di lingua francese di scuola media (A245) al 33,8 per cento per gli insegnanti di scuola primaria.
Gli insegnanti di lettere alle superiori (classe A050) hanno il 32,5 per cento di possibilità di essere vincitori, quelli di lettere della scuola media solo il 10,1 per cento.

Il ministero, infine, a parziale rettifica di quanto comunicato con l’avviso del 27 novembre 2012, avverte che a partire da domani 16 gennaio 2013 tutti i candidati che hanno sostenuto la prova preselettiva la potranno visualizzare, accedendo al sistema presentazione on line delle istanze (Polis) al link http://archivio.pubblica.istruzione.it/istanzeonline / con le credenziali già in uso, compresi i candidati che, esclusi con specifico provvedimento dallo svolgimento della prova, sono stati ammessi grazie a un provvedimento cautelare a loro favore.

Ecco l’orario lungo per i prof

da ItaliaOggi

Ecco l’orario lungo per i prof

Alessandra Ricciardi

Stipendio più alto per chi si impegna pure il pomeriggio

la premessa è che la scuola non va più stravolta, che non dovranno esserci riforme calate dall’alto e che anzi vanno ridati finanziamenti e fiducia («Berlusconi ha raccontato favole, Monti ha proseguito con i tagli»). Una sorta di tregua quella che il partito democratico si impegna a garantire al settore istruzione e formazione professionale, travolto nell’ultimo decennio da continui cambiamenti o annunci di cambiamento. Ma questo non significa affatto immobilismo. A leggere le 15 pagine della proposta programmatica -«L’Italia giusta si prepara a scuola», da ieri pubblicata sul sito del partito democratico, sezione «le nostre idee»- si ritrovano vecchie conoscenze rimaste ampiamente sulla carta, come la scuola sempre aperta dell’epoca Fioroni, e nuove bandiere potenzialmente generatrici di scontro, come l’allungamento dell’orario di lavoro per i docenti. E poi il biennio unitario per le superiori, per garantire un effettivo obbligo di istruzione fino ai 16 anni, un piano straordinario per immettere in ruolo i precari e al tempo stesso un nuovo reclutamento per aprire ai giovani migliori laureati. Francesca Puglisi, responsabile istruzione del partito e candidata al senato, mette però le mani avanti per garantire che «tutto sarà fatto in collaborazione con la comunità della scuola. Promuoveremo una fase costituente con una grande consultazione nazionale».Domanda. Nella vostra proposta, figura anche un nuovo contratto con orari diversificati per i prof, con uno stipendio più alto e possibilità di fare carriera per chi decide di fare l’orario lungo. Non temete le polemiche che hanno accompagnato, anche da parte vostra, la proposta di Profumo sulle 24 ore?Risposta. Assolutamente no, si tratta di tutt’altra cosa. La norma di Profumo era fatta per aumentare l’orario di servizio in cattedra dei docenti, che così avrebbero rubato posti ai precari. La misura era finalizzata infatti a tagliare migliaia di posti di lavoro. Nel nostro caso invece l’orario di servizio rimane lo stesso, e ai ragazzi non si danno più ore di lezione frontale ma avranno la possibilità di frequentare la scuola anche il pomeriggio, di partecipare alla correzione dei compiti. D. Una sorta di doposcuola.R. Nessuno vuole far il doposcuola, ma far vivere la scuola anche dopo le lezioni sia agli insegnanti che agli alunni, come già avviene nel Mezzogiorno d’Italia grazie ad alcuni progetti avviati da Beppe Fioroni e di recente da Fabrizio Barca. D. Ma cosa faranno in più i docenti nell’orario pomeridiano rispetto ai colleghi dell’orario corto?R. Potranno prendersi cura della propria formazione, correggere i compiti in collaborazione con i ragazzi invece di farlo a casa, migliorare la didattica con gli studenti che hanno già in carico. E comunque sarà il contratto a disciplinarlo e non sarà mai una scelta obbligatoria. La stagione delle riforme imposte dall’alto è finita. D. Quale sarà il nuovo orario? E a che aumento corrisponderà?R. No, è prematuro parlarne. Se ne occuperà il prossimo contratto.D. I precari si attendono da un governo Bersani la svolta, la stabilità.R. Rilanceremo un piano pluriennale di stabilizzazioni, come già fatto dal governo Prodi. C’è un’emergenza: le graduatorie ad esaurimento vanno esaurite. Puntiamo in primis a stabilizzare tutti coloro che lavorano sui posti vacanti, ovvero circa 50 mila persone. D. L’obiettivo di immettere giovani insegnanti nella scuola, reclutando solo i migliori laureati, non è in antitesi con la stabilizzazione dei precari? R. Sono due percorsi paralleli. Prevediamo un sistema di formazione e di reclutamento in cui i migliori laureati saranno selezionati per la formazione iniziale per poi fare l’anno di prova, superato il quale saranno immessi in ruolo. Ci aveva già lavorato Prodi.D. Un biennio unitario per la scuola superiore non ammazza la formazione professionale?R. C’è un dato: 18 regioni su 20 hanno scelto percorsi integrati e non alternativi come quelli della regione Lombardia, per la formazione: tutti partono con l’istruzione professionale il primo anno, e la formazione professionale si affianca nel secondo anno. Questo consente al ragazzo di non decidere il proprio futuro in terza media. Se vogliamo veramente dimezzare la dispersione e garantire il diritto all’istruzione dobbiamo puntare a questo sistema.

Nuove classi, scontro aperto sindacati-ministero

da ItaliaOggi

Nuove classi, scontro aperto sindacati-ministero

Carlo Forte

È scontro aperto tra i sindacati e il ministero dell’istruzione sulla questione delle nuove classi di concorso. Le critiche delle organizzazioni sindacali si appuntano sul metodo e sul merito. Sul metodo, per la scelta di regolare le nuove classi di concorso con un semplice decreto ministeriale. E sul merito perché la scelta di ridurre fortemente il numero delle classi di concorso e di modificare i titoli di accesso preclude a un alto numero di docenti precari la possibilità di continuare a lavorare. É quanto è emerso nell’incontro che si è tenuto ieri a viale Trastevere tra i rappresentanti dei sindacati della scuola, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda-Unams e dell’amministrazione scolastica. Incontro in cui le posizioni sono rimaste distanti e, quindi, le parti si sono date appuntamento a giovedì prossimo per discutere ancora. Quanto alle critiche di metodo, le rappresentanze sindacali contestano la scelta del ministro procedere alla riscrittura delle classi di concorso utilizzando la via del decreto ministeriale. E quindi bypassando tutte le consultazioni previste, invece, quando si sceglie la strada del regolamento. L’opzione adottata da viale Trastevere, infatti, riduce di molto i tempi della procedura. E ciò ha precluso alle associazioni professionali e ai sindacati di far sentire la loro voce anche in sede parlamentare. A differenza del decreto del Presidente della Repubblica, che ha un iter procedimentale che comprende anche l’acquisizione del parere delle commissioni parlamentari, il decreto ministeriale, infatti, viene emanato ad esito di un mero procedimento amministrativo. Che non comprende tutte queste fasi di consultazione. Secondo il ministero, però, la scelta sarebbe legittima. Perché l’adozione dello strumento del decreto del Presidente della Repubblica non sarebbe più necessaria. L’articolo 64 del decreto legge 112/2008, che lo prevedeva, vincolava tale scelta ad economie di spesa da raggiungere che, secondo il ministero dell’istruzione sarebbero già state raggiunte. Peraltro per effetto di legge ordinaria. E cioè con l’art.14 commi 17-21 del decreto legge 95/2012. Vale a dire, attraverso la ricollocazione dei docenti in esubero tramite passaggi di cattedra e di ruolo della durata di un anno ( utilizzazioni) disposte sulla base del possesso del mero titolo di studio anche senza abilitazione. E anche tramite la ricollocazione dei docenti inidonei nei ruoli del personale Ata. Pertanto l’amministrazione avrebbe pieno titolo ad agire con decreto, giovandosi della facoltà prevista dall’articolo 405 del decreto legislativo 297/94. Nel merito, invece, il nervo scoperto è rappresentato in primo luogo dalla sconvolgimento che avverrebbe all’interno delle graduatorie a esaurimento e nelle graduatoria di istituto. Ciò deriverebbe dal fatto che non tutti i docenti precari potrebbero continuare a vantare il diritto di insegnare nelle nuove classi di concorso. Perché queste ultime sarebbe state concepite per i nuovi titoli di accesso che saranno rilasciati quando la riforma del reclutamento andrà a regime

Precari, ancora una vittoria sugli scatti di anzianità

Precari, ancora una vittoria sugli scatti di anzianità

Dopo la sentenza della Cassazione il Giudice del Lavoro di Venezia accoglie in pieno le richieste della Gilda degli insegnanti

Nuova importante sentenza del Tribunale del Lavoro di Venezia sul diritto al riconoscimento dei servizi prestati ai fini della maturazione degli scatti retributivi.

Il Giudice del Lavoro di Venezia dott.ssa Chiara Coppola con la Sentenza n. 1129/2012 ha infatti accolto le richieste di altri 7 docenti precari nel ricorso patrocinato dalla Gilda degli insegnanti di Venezia e seguito dall´avv. Alberto Checchetto dello Studio legale Olivetti-Scopinich che chiedeva il riconoscimento ai fini giuridici ed economici dell´anzianità maturata in tutti i servizi non di ruolo prestati, del conseguente diritto al collocamento nel livello stipendiale corrispondente all´anzianità maturata nonché del relativo adeguamento retributivo.

La novità della sentenza consiste non solo nella minuziosa ed articolata motivazione con cui è stata riconosciuta fondata la richiesta dei ricorrenti ma soprattutto per il definitivo superamento della Sentenza della Corte di Cassazione n. 10127 del 20.6.2012 in merito alla quale ha stabilito che nulla ha a che vedere con la richiesta oggetto del ricorso.
La ricostruzione dettagliata del quadro normativo nazionale e UE ha portato il Giudice del lavoro di Venezia di affermare il principio superiore delle norme comunitarie che nella Direttiva CE 1999/1970 secondo cui «i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato […] a meno che non sussistano ragioni oggettive» così come da numerose sentenze della Corte di Giustizia dell´Unione Europea nonché dall´orientamento giurisprudenziale ormai consolidato anche in Italia.
Il Giudice Coppetta ha quindi ritenuto direttamente applicabile la norma comunitaria sulla base dell´indiscutibile superiorità gerarchica delle fonti normative europee ed ha riconosciuto ai ricorrenti l´anzianità maturata nei periodi di lavoro a termine, condannando di conseguenza il Miur a ripristinare ai colleghi il livello stipendiale corrispondente all´anzianità di servizio maturato, a pagare le differenze retributive calcolate dallo Studio legale Olivetti-Scopinich nonché agli interessi monetari.

In poche parole la sentenza di Venezia ha riaperto la questione del riconoscimento dei servizi svolti dai docenti precari che sembrava essere stata bloccata dalla Sentenza della Corte costituzionale. E in tale direzione l´affermazione del principio della parità di trattamento da docenti a tempo indeterminato e docenti precari ha segnato un punto definitivo da cui non si potrà in futuro piùtornare indietro.

La Gilda degli Insegnanti, che da anni chiede il riconoscimento dei diritti dei docenti e l´abolizione della piaga del precariato scolastico caratteristica del sistema scolastico italiano, è orgogliosa di questo risultato e continua la sua battaglia per il riconoscimento della dignità professionale, giuridica ed economica di tanti docenti utilizzati da anni come soluzione alle insufficienze di un sistema scolastico ancora considerato periferico nelle politiche nazionali di questi ultimi anni.

Se tocca al Pd: cosa cambia dall’asilo al liceo

da ItaliaOggi

Se tocca al Pd: cosa cambia dall’asilo al liceo

ItaliaOggi pubblica alcuni stralci della proposta programmatica del Partito democratico su scuola e formazione professionale.

INVESTIMENTI AL 6% DEL PIL

Riportare gli investimenti in istruzione «almeno al livello medio dei Paesi Ocse (6% del Pil), tagliando altrove la spesa statale». Obiettivo: «Dimezzare il tasso di dispersione scolastica e raddoppiare il numero di laureati».

COMINCIARE BENE

Per la scuola dei più piccoli (0-6 anni) un nuovo piano per raggiungere l’obiettivo del 33% di copertura dei posti all’asilo nido come chiesto dall’Europa; garantire a tutti un posto nella scuola dell’infanzia. Nella scuola primaria: tempo pieno e modulo a 30 ore con le compresenze.

SUPER PROF PER LE MEDIE

Per la scuola media, «punto critico per l’abbandono scolastico, dobbiamo reclutare una leva di insegnanti specializzati per preadolescenza e adolescenza, e allungare il tempo scuola».

SUPERIORI E BIENNIO UNITARIO

Per il ciclo superiore, il Pd propone un primo biennio unitario, «così che la scelta a quale scuola iscriversi non sia fatta in 3° media, troppo presto, ma maturi dopo i primi due anni della secondaria».

PROFESSIONALE E FORMAZIONE

Una nuova governance territoriale per migliorare l’offerta formativa puntando a istituire Poli per l’istruzione tecnica superiore che tengano insieme l’istruzione tecnica /professionale e la formazione professionale (sistema integrato), le imprese, l’università e il mondo della ricerca.

PERSONALE STABILE E VALUTABILE

Garantire un organico funzionale (cioè una dotazione di personale) stabile per almeno un triennio, attraverso un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per stabilizzare i precari; potenziare l’autonomia scolastica «valorizzando gli organi collegiali esistenti e riformandoli con l’aiuto di insegnanti, dirigenti scolastici, studenti, genitori, Ata… una valutazione non punitiva, che accompagni le scuole al miglioramento, con un unico Istituto Nazionale per la Valutazione e la Ricerca Educativa».

UN CONCORSO PER I MIGLIORI

«Pensiamo anche ai giovani che vogliono insegnare: la nostra proposta prevede la selezione attraverso concorso dei migliori laureati per l’accesso alla formazione iniziale per ottenere l’abilitazione, un anno di prova attraverso tirocinio e supplenze brevi e firma del contratto a tempo indeterminato».

NUOVO CONTRATTO

Un nuovo contratto nazionale che attribuisca una retribuzione più alta per il prof che decide di svolgere a scuola nel pomeriggio le attività svolte oggi a casa come la correzione dei compiti, la preparazione delle lezioni, la formazione.

L’8XMILLE ALL’EDILIZIA

Per intervenire sull’edilizia scolastica: allentare il patto di stabilità interno degli enti locali che investono per ristrutturare o edificare nuove scuole, rifinanziare la legge 23 e offrire ai cittadini la possibilità di destinare l’8 x mille all’edilizia scolastica.

Classi di concorso. Il decreto frena

da Il Sole 24 Ore

Classi di concorso. Il decreto frena

Claudio Tucci ROMA

Si cerca una mediazione. Sulla discussa questione del riordino delle classi di concorso delle superiori di primo e secondo – che da 122 passerebbero a 56 si veda «Sole 240re» di domenica – i vertici del ministero dell’Istruzione e i sindacati si rivedranno giovedì 17 gennaio. L’incontro di ieri durato circa cinque ore ha confermato le distanze tra le parti. Francesco Profumo vorrebbe andare avanti sulla strada del decreto ministeriale (mentre la legge 133 del 2008 prevede un Regolamento, che deve però passare per il Parlamento); mentre i sindacati hanno chiesto più tempo per la discussione, e soprattutto di non procedere con atti considerati “non urgenti” vista l’attuale fase di fine Legislatura e lo scioglimento delle Camere. Di qui la soluzione di compromesso trovata ieri, e cioè quella di rinviare tutto a dopodomani. «Si discuterà punto per punto tutti gli articoli del decreto e i suoi allegati», ha annunciato al termine del lungo confronto il capo dipartimento per l’Istruzione, Lucrezia Stellacci. Che ha, però, ribadito la necessità diprocedere alla razionalizzazione delle classi di concorso, considerato come ormai siano decollati i nuovi cicli di istruzione, stiano partendo i Tfa (i tirocini abilitanti all’insegnamento a medie e superiori) e sia stata rimessa in moto la macchina dei concorsi. Per questi motivi, ha aggiunto Stellaccí, «cí confronteremo, cercando di trovare i punti di contatto per andare avanti ed emanare il decreto. Fermo restando l’impegno del ministero a procedere ad eventuali correzioni, qualora dall’applicazione del provvedimento dovessero emergere criticità». Ma i sindacati ribadiscono il loro «no» a un provvedimento accelerato: «Invitiamo il ministro Profumo a fermarsi -ha detto il numero uno della Flc Cgil, Domenico Pantaleo – e lasciare il loro compito di riordinare le classi di concorso al nuovo Governo, che dovrà anche mettere a punto una nuovapolitica sul reclutamento ». Nel corso dell’incontro di ieri è stato comunicato ai sindacati dai vertici del ministero di Viale Trastevere anche come il provvedimento sui “Tfa speciali” (quelli cioè riservati agli aspiranti docenti con esperienza nella scuola) avrebbero ricevuto parere positivo, con alcune osservazioni, da parte del Consiglio di Stato. Quando arriverà la comunicazione ufficiale dal Cds, il provvedimento sui Tfa speciali sarà inviato subito alle commissioni parlamentari (che lo attendono) per il parere. E c’è quindi buona possibilità che venga varato definitivamente

I nuovi dirigenti tornano alunni

da lastampa.it

I nuovi dirigenti tornano alunni

Assunti a settembre Gli 845 dirigenti hanno preso servizio all’inizio dell’anno scolastico
Ci sono 845 dirigenti scolastici che da ottobre stanno studiando la scuola del domani, quella con le pagelle agli istituti, la valutazione tanto ostacolata da una buona fetta di mondo politico e sindacale. È la fase finale del concorso per dirigenti. I vincitori sono stati assunti il primo settembre e hanno iniziato un corso di formazione che andrà avanti fino a giugno, un’idea del sottosegretario all’Istruzione Elena Ugolini. Accompagnati da 300 dirigenti già in attività, stanno imparando a gestire le scuole secondo il nuovo sistema di valutazione. Il corso si chiuderà con il primo rapporto di autovalutazione comune nella scuola italiana.

Per farlo si serviranno dei dati Invalsi, di quelli presenti nella sezione del sito del ministero «La scuola in chiaro» e degli indici di comparazione forniti per un confronto a livello territoriale e nazionale. Dovranno individuare i propri punti di forza e di debolezza e definire gli obiettivi da raggiungere.

Smentita la notizia di una norma del governo Monti per finanziare gli istituti in base ai risultati ottenuti, il processo di valutazione sta continuando il suo cammino anche se sul suo futuro pesa un’incognita. Il Regolamento approvato dal Consiglio dei ministri in prima lettura il 24 agosto è ora al vaglio del Consiglio di Stato, in attesa di un parere che potrebbe arrivare anche nei prossimi giorni. Resta ancora un ultimo atto, il parere consultivo da parte della VII commissione del Senato e poi il provvedimento potrebbe ottenere il via libera definitivo e diventare operativo.

Anche nell’ipotesi in cui il provvedimento dovesse decadere, secondo Elena Ugolini, «il percorso è arrivato fino ad un punto molto qualificante. Qualunque sia il prossimo governo non potrà perdere tempo in merito al tema della valutazione e questo regolamento riprende le migliori esperienze compiute a livello internazionale».

A scuola la rivoluzione delle iscrizioni on line

da lastampa.it

A scuola la rivoluzione delle iscrizioni on line

Le pratiche per la prima volta da casa: si parte tra una settimana
flavia amabile
ROMA

Da quest’anno le iscrizioni alle scuole saranno solo online. Si parte lunedì prossimo e va ricordato però che a doversi iscrivere sono solo gli alunni delle classi iniziali dei corsi di studio, per gli altri avviene in modo automatico. È una rivoluzione e, come tutte le rivoluzioni, non è indolore né priva di problemi o confusione. Da tutt’Italia arrivano messaggi di allarme perché se è vero che ormai la rete è sempre più diffusa, esistono anche molte famiglie prive di pc o di connessione. Di fronte alle proteste, il ministero ha previsto che in caso di difficoltà ci si possa rivolgere alle segreterie. Nel frattempo sta nascendo una rete di solidarietà con pc messi a disposizione da associazioni e sindacati. La scadenza per le iscrizioni è il 28 febbraio. Può essere presentata una sola domanda. Se le richieste superano il numero dei posti, si procede sulla base dei criteri di precedenza definiti dalle scuole con una delibera del Consiglio di istituto.

 

Le scuole

I singoli istituti curano la redazione del proprio modulo di iscrizione che è strutturato in una parte generale, uguale per tutte le scuole, contenente i dati anagrafici degli alunni e del relativo nucleo familiare, e in una parte che le scuole possono personalizzare con la richiesta di informazioni specifiche, attinte da un ampio elenco di voci predefinite o aggiunte dalla scuola. Dopo averlo predisposto, il modello della domanda sarà reso disponibile alle famiglie attraverso l’applicazione internet «Iscrizioni on line» a cui si può accedere dal sito web del ministero.

 

Le famiglie

Per poter effettuare l’iscrizione on line devono individuare la scuola che interessa, compilare la domanda in tutte le sue parti, registrarla e inviarla alla scuola di destinazione attraverso il sistema «iscrizioni on line», raggiungibile dal sito del ministero o all’indirizzo web www.iscrizioni.istruzione.it in modo diretto. Il sistema «iscrizioni on line» si farà carico di avvisare le famiglie, via posta elettronica, in tempo reale dell’avvenuta registrazione o delle variazioni di stato della domanda. La famiglia, inoltre, attraverso una funzione web potrà in ogni momento seguire l’iter della domanda inoltrata. In caso di genitori separati o divorziati, se l’affidamento non è congiunto, la domanda d’iscrizione presentata on line deve essere perfezionata presso la scuola entro l’avvio del nuovo anno scolastico.

 

Gli anticipi

Sono confermati. È possibile, quindi, iscrivere i bimbi a 2 anni e mezzo alla materna e a 5 anni e mezzo alla primaria. Fatta salva la disponibilità di posti. Incerto, invece, il destino delle sezioni primavera (quelle che accolgono i bimbi fra 2 e 3 anni).

TFA speciali e nuove classi di concorso

TFA speciali e nuove classi di concorso: l’improvvisa sterzata del Miur non porta nulla di buono. Alla scuola e ai suoi lavoratori.

 

 

Se il buongiorno si vede dal mattino, quello avviato dal Ministero dell’Istruzione con i sindacati della scuola su dei temi importanti, come l’avvio dei Tfa speciali e il rinnovo delle classi di concorso, non prelude a nulla di buono: i Tfa riservati al personale precario, infatti, sembrano essere posticipati di almeno un anno rispetto alla iniziale tabella di marcia stilata dallo stesso Ministero. Che avrebbe dovuto portare gli idonei ai corsi abilitanti alla partecipazione del nuovo concorso a cattedra. Inoltre, le nuove classi di concorso, che tanto tempo hanno fatto attendere, sembrano ora destinate ad essere approvate attraverso un decreto unilaterale e illegittimo firmato dal Ministro Profumo.

 

Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, quelli che il Ministero vuole approvare “sono due provvedimenti che non fanno bene alla scuola italiana. Il primo, perché rimanda di un ulteriore anno le aspettative di abilitazione formulate da tantissimi precari della scuola con almeno 360 giorni di servizio alle spalle. Una quota minima, peraltro, che sempre questo Miur sembrava intenzionato a portare a tre annualità di servizio. Puntando, in questo modo, a ridurre il numero di partecipanti. Ma dimenticando anche di dare seguito alle parti del decreto legislativo 297/94, che indicano nei 360 giorni di supplenze svolte l’unica soglia per accedere ai Tfa riservati. Come del resto già attuato nel 1999 e nel 2004”.

 

Ma anche il secondo provvedimento annunciato da Profumo ai sindacati, il rinnovo frettoloso delle classi di concorso, cozza con il mancato rispetto delle regole: “per ridefinire importanti cambiamenti, per lavoratori della scuola e studenti, come quello che vorrebbe apportare il Ministero dell’Istruzione – continua Pacifico – occorre infatti coinvolgere necessariamente le commissioni parlamentari. Vale la pena ricordare al Miur che aggirare quest’obbligo normativo, approfittando del particolare momento storico, a pochi giorni dalla mancata proroga del Cnpi e a poche settimane dalle elezioni politiche di fine febbraio, architettando l’approvazione di un improbabile decreto ministeriale, aprirebbe le porte ad un sicuro contenzioso”.

Colpo di scena: il Miur farà slittare i Tfa speciali al 2014! E accelera sulle nuove classi di concorso

da Tecnica della Scuola

Colpo di scena: il Miur farà slittare i Tfa speciali al 2014! E accelera sulle nuove classi di concorso
di A.G.
Il rinvio di un anno dei tirocini abilitanti, riservati al personale con servizio alle spalle, è stato comunicato ai sindacati nel corso dell’atteso incontro del 14 gennaio: troppo rischioso attivarli ora, come era stato promesso. Entro fine mese ci sarà invece la firma del decreto che dimezza le nuove discipline, ma allarga il numero di materie che ogni docente può insegnare. Comunque la loro adozione avverrà solo nel 2014/15. Il confronto riprenderà tra due giorni.
Niente Tfa speciali, almeno per il 2014. Sì, invece, alle nuove classi di concorso, malgrado la ferma opposizione delle organizzazioni sindacali. Sono queste le notizie che giungono da viale Trastevere, al termine di un duro confronto tra l’amministrazione e i sindacati della scuola. Che le distanze fossero lontane si sapeva. Ma non così come è emerso.
Come mai si è arrivati a queste conclusioni? Facciamo un passo indietro. Sui tirocini abilitanti da aprire al personale con un periodo di servizio alle spalle, il Miur aveva preparato da tempo un regolamento che introduceva un’inedita richiesta di almeno tre supplenze annuali. Mentre i sindacati chiedevano di mantenere la tradizionale soglia dei 360 giorni. Un’ipotesi, quest’ultima che nelle ultime ore si stava facendo sempre più largo, a seguito dei rilievi mossi dagli organi istituzionali che hanno esaminato le modifiche al D.M. 249/10. Invece durante l’incontro fiume svolto al Ministero, terminato pochi minuti fa, è arrivata la doccia fredda. Sarebbe troppo complicato e rischioso, almeno in questo momento di passaggio politico, fare attivare questi corsi, con diverse decine di migliaia di supplenti ammessi d’ufficio e senza prove. Così, niente Tfa speciali. Almeno per tutto il 2013. Se ne riparlerà tra un anno.
Il Miur ha invece una fretta terribile di approvare le nuove classi di concorso. Sempre da indiscrezioni, sembra che il dimezzamento delle classi di concorso (da 122 a meno di 60) rimanga confermato. Come rimane confermata la nuova procedura: è stata infatti abbandonata del tutto la pista del nuovo regolamento, che in oltre tre anni ha portato al nulla di fatto; per puntare tutto, invece, sul decreto d’urgenza.
Un’operazione che, sempre secondo i piani ministeriali, porterebbe ad approvare le rinnovate classi di concorso già entro la fine di questo mese. Al massimo entro la prima decade di febbraio Appena in tempo, insomma, per anticipare il blocco derivante dall’avvio delle operazioni di rinnovo della legislatura.
Alle obiezioni dei sindacati, che temono uno stravolgimento unilaterale dell’assetto degli organici e della mobilità – a cui sono interessati centinaia di migliaia di docenti, tra quelli di ruolo e i precari – , i vertici dell’amministrazione hanno spiegato che si tratta di un punto su cui il ministro Profumo tiene tantissimo. E che intende portare a termine prima che lasci viale Trastevere.
A tal fine, il responsabile del Miur è stato rassicurato degli esperti che operano per il dicastero dell’Istruzione: la procedura d’urgenza, tramite decreto ministeriale, non comporterebbe alcuno “strappo” alle norme. Ma sarebbe anche prevista, per chi si intende di diritto, da un attento esame degli articoli del Testo Unico, il decreto legislativo 297/94, che regolano ancora il reclutamento dei docenti in Italia.
A proposito dei contenuti delle allargate classi di concorso, il Miur non ha ancora consegnato una bozza definitiva. E sino a quando la situazione rimarrà tale, la nostra testata giornalistica non intende pubblicare quelle provvisorie che circolano in questi giorni: ciò genererebbe tra i lettori confusione e timori, spesso infondati.
In ogni caso, comunque vada, una cosa è certa: l’adozione delle nuove classi di concorso non riguarderà l’anno scolastico prossimo (per il quale verranno quindi probabilmente confermate le cosiddette tabelle di confluenza). Del resto non ci sono nemmeno i tempi, visto che tra qualche giorno è prevista la pubblicazione del contratto sulla mobilità. Ma entrerebbero in vigore solo dal 2014/15.
Intanto, sindacati e amministrazione si sono dati appuntamento a breve: torneranno a vedersi tra quarantottore, mercoledì 16 gennaio. In quell’occasione i rappresentanti dei lavoratori tenteranno di far comprendere al Miur che l’introduzione delle nuove discipline comporterebbe seri problemi (e pasticci!) nella complessa gestione di organici, trasferimenti e supplenze. Un equilibrio che si regge su meccanismi delicati. Toccando i quali si rischia di creare pericolosi effetti. Ma le intenzioni degli alti dirigenti di viale Trastevere sono chiare: allargando le classi di concorso al massimo, si aumenterebbe le possibilità di collocare diverse migliaia di soprannumerari. E di risparmiare tanti soldi, poiché quelle cattedre non andrebbero ai supplenti ma a personale già pagato.
I sindacati lo sanno bene. Sanno che, come al solito, da diversi anni, la precedenza viene data ai risparmi. Ora, però, si vogliono giocare l’ultima carta: dopodomani chiederanno, se il Ministro dovesse continuare a puntare i piedi, di utilizzare i nuovi raggruppamenti di materie solo per la gestione dei concorsi.

Tfa speciali: ci vorranno 360 giorni di servizio

da Tecnica della Scuola

Tfa speciali: ci vorranno 360 giorni di servizio
di R.P.
A rettifica di quanto abbiamo scritto oggi, precisiamo che per accedere ai TFA speciali saranno necessari non meno di 360 giorni di servizio. Ma tutto è ancora in discussione.
In merito alla notizia pubblicata nel pomeriggio di oggi sui TFA speciali dobbiamo fare una precisazione.
Mentre risulta confermato che il parere del CdS è in fase di registrazione e che quanto prima sarà trasmesso al Ministero dell’Istruzione, è bene chiarire che l’abbassamento da 3 anni a 360 giorni del servizio necessario per accedere ai Tfa senza prove preselettive è per il momento una ipotesi alla quale stanno lavorando le forze politiche. Secondo fonti attendibili su questo punto ci sarebbe già un accordo fra i capigruppo delle forze presenti nelle Commissioni Cultura di Camera e Senato.
Ma, come si sa, in politica non bisogna mai dare nulla per scontato.
E infatti nel corso della riunione fra Miur e sindacati svoltasi proprio nella giornata in materia di classi di concorso, è emersa una ulteriore possibilità e cioè che i Tfa vengano rinviati di un anno.
Nelle prossime ore se ne saprà certamente di più.

Orientamento, prima di scegliere la nuova scuola un “salto” su internet è d’obbligo

da Tecnica della Scuola

Orientamento, prima di scegliere la nuova scuola un “salto” su internet è d’obbligo
di A.G.
L’esempio del nuovo portale QScuole: contiene informazioni su centinaia di istituti medi e superiori di tutta Italia. Con tanto di commenti ‘postati’ direttamente dagli studenti. Indicazioni preziose per le famiglie che vogliono andare oltre le schede formali.
Su internet nascono iniziative ormai tutti i giorni. Non poche riguardano la scuola. Una delle ultime che abbiamo intercettato si chiama QScuole: si tratta di un portale che riporta delle preziose informazioni. Ma soprattutto le recensioni  su tanti istituti scolastici di primo grado (ancora poche per la verità) e di secondo grado (tante e suddivise prima in Nord, Centro e Sud, poi in regioni).
Per ogni scuola è stata inserita una scheda riassuntiva sui corsi proposti, sul tipo di struttura e sulle modalità per raggiungerla. Diverse schede contengono anche i punti di forza e quelli deboli dei vari istituti.
L’iniziativa appare interessante. Prima di tutto perché, spesso in mancanza di un orientamento completo, offre delle informazioni preziose per quel milione di famiglie che ogni anno si ritrovano alle prese sulla decisione di iscrivere i propri figli al primo anno di corso delle scuole medie e superiori.
In effetti, la proposta del sito www.qscuole, nasce da un ragionamento che non fa una piega. Andando oltre le presentazioni formali, chi meglio degli utenti, gli allievi che le frequentano, possono dare dei giudizi sul servizio formativo offerto? Certo, si tratta di giovani che sono o sono stati parti in causa. Ma che, in genere, non hanno alcun motivo per esprimere commenti distanti dalla realtà. E, come buona norma di internet, più commenti arrivano più si affina il giudizio complessivo.
Non a caso, la parte più interessante del portale sono sicuramente i migliaia di commenti ‘postati’ direttamente dagli studenti. Che sono, ovviamente, quelli che hanno frequentato o stanno frequantando gli istituti. Eccone alcuni. “Ho frequentato la scuola per circa 4 anni e non mi posso lamentare…”. “Ottima scuola di vita. Ho avuto la fortuna di avere professori con la voglia di insegnare”.
Ci sono anche dei giudizi che valgono più di mille recensioni: “se potessi tornerei immediatamente indietro per rivivere tutti i momenti belli e brutti che ho vissuto in questa scuola. mi manca….”. “Ho finito da pochi mesi, ormai.. Questa è una scuola che lascia il segno, ma non solo perché si imparano le lingue definite “morte”, o perché si studia obiettivamente molto, soprattutto per l’ambiente famigliare e caloroso…”.

Nel programma elettorale del PD c’è l’organico funzionale triennale

da Tecnica della Scuola

Nel programma elettorale del PD c’è l’organico funzionale triennale
di Lucio Ficara
Per la responsabile scuola del partito democratico, Francesca Puglisi , uno degli strumenti per dare stabilità alla scuola, è quella di garantire un organico funzionale, cioè una dotazione di personale stabile per almeno un triennio, e un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per stabilizzare i precari
Tra le idee programmatiche del PD, che riguardano il rilancio della scuola, spunta un’ interessante proposta sugli organici dei prossimi anni scolastici.
L’idea politica del partito democratico, è quella di pensare ad un sistema di scuole collegate in rete tra loro, di conseguenza l’organico funzionale, non sarà più un organico di istituto, ma potrebbe essere un organico funzionale alla rete di scuole. Ma cosa significa, nella sostanza, organico funzionale di rete? Per rispondere con precisione a questa domanda, bisogna citare l’art.50 della Legge 5/2012, che all’art.50 comma 1 punto d) impone la definizione di un organico di rete con la finalità di creare reti territoriali tra istituzioni scolastiche, al fine di conseguire la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie; nonché per l’integrazione degli alunni diversamente abili, la prevenzione dell’abbandono e il contrasto dell’insuccesso scolastico e formativo, specie per le aree di massima corrispondenza.
Questo tipo di organico avrà carattere di stabilità per almeno un triennio, anche per i posti di sostegno ,fatte salve ovviamente le esigenze d’emergenza che si potrebbero determinare annualmente, in una singola scuola o in una data rete di scuole. È quindi pensabile che, se a governare l’Italia, sarà il partito di Bersani, nessuna rivoluzione verrà attuata rispetto ai provvedimenti di riforma che sono stati attuati dai governi precedenti, ma si avranno solo dei provvedimenti tampone, per porre rimedio all’emorragia di tagli, che hanno caratterizzato le politiche scolastiche degli ultimi cinque anni.
Con questo nuovo modello di organici di rete, quali saranno le novità? Cosa cambierà in sostanza? È ipotizzabile che i docenti che saranno individuati soprannumerari, non saranno individuati più da semplici graduatorie d’istituto, ma bensì da graduatorie di rete, sostanzialmente verrà stilata un’unica graduatoria di rete da cui individuare il perdente posto. Il perdente posto sarà colui che non troverà più cattedra o residui di ore nella rete di appartenenza. La speranza è quella, ma questo l’on. Puglisi non lo dice, che questo modello di organico funzionale venga completamente scollegato dall’odioso art.64 della legge 133/2008.