M. Pacifico, Federico e Gerusalemme al tempo delle crociate

Presentazione libro di Marcello Pacifico: Federico e Gerusalemme al tempo delle crociate. Relazioni tra cristianità e islam nello spazio euro-mediterraneo medievale, 1215-1250. Napoli, 23 gennaio 2013. Complesso monumentale Santa Maria La Nova, ore 16

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GdL di Torino e Biella: inarrestabile successo dei ricorsi pettine

GdL di Torino e Biella: inarrestabile successo dei ricorsi pettine ANIEF

 

I Giudici del Lavoro di Torino e Biella danno pieno accoglimento alle richieste dell’ANIEF e ribadiscono che, anche se un docente è stato immesso in ruolo dalle graduatorie 2011/2014, il MIUR deve comunque rispettare il suo diritto alla corretta retrodatazione dell’assunzione. Gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, che hanno coordinato nuovamente con dovizia e professionalità i legali sul territorio, ottengono un’altra giornata di soddisfazione per gli iscritti ANIEF.

 

Gli Avvocati Giovanni Rinaldi e Angelo Maurizio Ragusa – che con sempre costante partecipazione e competenza seguono i ricorrenti ANIEF presso i Tribunali di Biella e Torino – ci trasmettono con soddisfazione ben sette sentenze di accoglimento a favore dei propri assistiti per cui ottengono il definitivo riconoscimento della retrodatazione del ruolo a far data dall’effettivo diritto maturato nelle graduatorie 2009/2011 nel rispetto del loro corretto inserimento “a pettine”.

 

Le solite argomentazioni opposte dal MIUR contro i ricorrenti sostenuti dall’ANIEF sono apparse al Giudice del Lavoro di Biella intempestive e assolutamente non condivisibili, e ha ribadito ancora una volta che non è possibile “prendere in considerazione dati ipotetici ricollegabili ad eventuali richieste di altri docenti di essere inseriti in graduatoria nella posizione corretta”. Dando torto al MIUR su tutta la linea, il Giudice ha anche chiarito, come richiesto dai nostri legali, che “non può ritenersi che l’immissione in ruolo abbia fatto venir meno il diritto all’accantonamento del posto, permanendo in ogni caso l’interesse del ricorrente ad una decorrenza anteriore della propria assunzione”.

 

MIUR nuovamente soccombente contro l’ANIEF, dunque, con relativa condanna al pagamento di 13.800 Euro di spese legali. Grazie all’intervento deciso e perseverante del nostro sindacato, i Tribunali di tutta Italia continuano a riconoscere che l’ANIEF aveva ragione e che l’Amministrazione, posizionando per un biennio i docenti “in coda” nelle graduatorie, ha compiuto un atto assolutamente illegittimo che ha sacrificato – nonostante i chiari dettami costituzionali – il fondamentale principio del merito.

Scherzo di Carnevale?

da l’Unità

Scherzo di Carnevale?

Il Ministero decide di far svolgere le prime prove scritte del concorso a cattedre anche nei giorni nei quali otto Regioni hanno deciso la sospensione delle attività didattiche.

di Franco Labella

Siamo decisamente un Paese strano.
Con una naturale propensione a predicare bene e a razzolare male, a partire dai massimi livelli dell’Amministrazione per arrivare fino agli organi periferici.
Tutto ciò dopo esserci sciacquati la bocca con la Costituzione ed i principi costituzionali.
La vicenda del concorsone è l’ennesima riprova della premessa.
Da anni i calendari scolastici sono di competenza delle singole Regioni e non più dell’Amministrazione centrale.
Accade, perciò, che anche quest’anno alcune Regioni abbiano deciso la sospensione delle attività didattiche per il martedì grasso 12 febbraio.
Giusto o sbagliato che sia (la discussione oggi non può essere su questo) il dato è acquisito da ben prima che fosse bandito il concorso a cattedra.
L’art. 5 della Costituzione fa del decentramento un principio essenziale nell’ambito della dimensione unitaria dello Stato.
Ora cosa accade?
Che il Ministero decida di far svolgere le prime prove scritte del concorsone anche nei giorni nei quali ben otto Regioni hanno deciso la sospensione delle attività didattiche.
Le scuole non sono chiuse, chiariamo.
Sono le lezioni ad esser sospese ed in occasione della sospensione delle lezioni i docenti sono esonerati dall’andare a scuola.
Per cui le aule ci sono, basta mandarci il personale degli USR a fare la sorveglianza.
I docenti, invece, a scuola non ci vanno.
Ecco, avevano ragione Brunetta e pure Monti: i docenti sono fannulloni e pure conservatori.
Alt. Fermatevi.
Se io assumo un fornaio e decido di chiudere il forno quel giorno, mando il fornaio a fare il barista?
Se il dirigente d’azienda l’ho assunto come manager gli posso proporre, anche solo per un giorno, di prendere il posto dell’usciere?
Se ad un preside chiedessero anche se per una volta di svolgere il ruolo di assistente amministrativo accetterebbe senza esitazioni?
Se le risposte sono un “no” secco ed invariabile perché se le lezioni sono sospese ed io sono un docente, perché dovrei essere tenuto ad una prestazione lavorativa diversa da quella per cui sono stato assunto?
Perché ai concorsi per assumere un farmacista, a fare la sorveglianza ci mandano i farmacisti?
E già perché la storia della sospensione delle lezioni a Carnevale si intreccia con i superiori interessi dello Stato.
Insomma i docenti fannulloni , ancora una volta, devono trasformarsi in gratuiti salvatori della Patria.
Infatti si ipotizza che, nonostante la sospensione delle lezioni, sia possibile chiedere ai docenti non solo di recarsi a scuola ma anche di svolgere una attività che non rientra tra quelle connesse al loro status giuridico.
Fare la sorveglianza alle prove di concorso.
Fosse solo questo rientreremmo nella “normalità.”
Stavolta, però, si sta andando ben oltre.
Perché la reggente dell’USR Piemonte ha ipotizzato, in una intervista, un provvedimento di precettazione dei docenti.
La precettazione è una misura eccezionale prevista nell’ambito della regolamentazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.
Se ne ipotizza un uso al di fuori di tale contesto.
Si ipotizza, cioè, la possibilità di obbligare dei lavoratori, non in sciopero ma esonerati per legge (art 1256 c.c.) dal prestare attività lavorativa, a svolgere una prestazione non rientrante in quelle contrattuali e pure a titolo gratuito.
Possibile che nessuno si renda conto dell’enormità di questa situazione?
Possibile che non ci sia non dico il solito Ichino ma un giuslavorista anche meno presenzialista che faccia notare la stranezza?
Possibile che non ci sia modo di ricondurre al buonsenso un’Amministrazione disattenta perfino alle decisioni delle Regioni, e spingerla a decidere un rinvio delle prove?
Del resto che il MIUR sia disattento è dimostrato anche dal fatto che non ha tenuto conto di due o tre cosette che provo ad elencare.
Primo: visto che a febbraio le scuole chiuderanno già per le elezioni, c’era bisogno, in un momento cruciale dell’anno scolastico, di far chiudere per una ulteriore settimana, sia pure non tutte, ma molte scuole per il concorso?
Secondo: nessuna norma prevede per i docenti l’obbligo di prestare servizio come sorveglianti per il concorso.
Terzo: come se non bastasse posso imporre quest’”obbligo” addirittura in giorni in cui i docenti sono esonerati dalla legge dal prestare servizio?
Ci fosse un incentivo economico magari uno potrebbe pure accettare, su base di adesione volontaria, di svolgere un compito non previsto.
Ma se al tranviere che lavora a Natale viene corrisposta una indennità di lavoro festivo, il docente deve svolgere, gratis e pure obbligatoriamente, un lavoro che non gli compete in un giorno in cui non deve lavorare?
Siamo alle solite Calimero, diceva una vecchia pubblicità degli anni Sessanta.
Con una aggravante.
Che nell’agenda Monti, il leader dello schieramento per cui lo stesso Profumo correrà alle elezioni, si parla di “rimotivare i docenti e riconoscere il loro ruolo anche da un punto di vista economico”
Con la precettazione?
Finisce che bisognerà essere revisionisti e rivalutare perfino il vilipeso Brunetta…
Scherzo, ovviamente, visto che siamo a Carnevale per tutti ma non per il MIUR e Profumo.

 

Pillole di Diritto:
Art. 1256 del Codice civile: L’obbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile…omissis

“Caro Presidente, ma perché i prof vengono cambiati a metà dell’anno?”

da lastampa.it

“Caro Presidente, ma perché i prof vengono cambiati a metà dell’anno?”

Una scuola tecnica di Carpi bersagliata dalle sostituzioni scrive una lettera a Giorgio Napolitano
luigi grassia
Non è bello quando succede: l’anno scolastico parte con un professore ma più o meno a metà percorso l’insegnante cambia, con buona pace della continuità didattica. E quel che più disturba è che il turnover certe volte non è dovuto a imprevedibili ragioni di forza maggiore, come ad esempio una malattia del prof, ma al prevedibilissimo aggiornamento delle graduatorie, che (chissà perché) scatta fra dicembre e gennaio anziché a settembre. Così gli allievi di un istituto tecnico particolarmente tartassato da questa imperdonabile sciatteria burocratica (hanno già cambiato un insegnante e stanno per cambiarne altri tre) hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere «perché?». E la segreteria del Quirinale promette una risposta.

 

La lettera dell’Istituto commerciale Meucci di Carpi è ben scritta e incisiva e persino un po’ impertinente nella sua franchezza e non richiede una lunga introduzione ma una studentessa (il suo nome è Luly) che ha materialmente contribuito a redigere il testo tiene ad aggiungere al telefono che non ha niente da ridire sulla nuova insegnante, a sua volta vittima di un sistema assurdo: «Stavano per arrivare le vacanze di Natale e lei un venerdì a Napoli è stata informata che doveva prendere servizio in provincia di Modena lunedì». Ma a settembre, perché non gliel’hanno detto già a settembre? E altri tre professori in quel solo istituto stanno per essere cambiati. Nota bene: Carpi è nella zona del terremoto dell’Emilia ma con questa storia il sisma non ha niente a che fare. Anzi semmai in questa zona si richiederebbe un surplus di attenzione da parte dei funzionari, per evitare di aggiungere danno a danno.

 

Ecco il testo della lettera a Giorgio Napolitano; segue un commento del ministero.

 

«Caro Presidente,

siamo gli alunni dell’Iis Meucci di Carpi, in provincia di Modena.

Le scriviamo per manifestare il nostro dissenso riguardo al ritardo delle operazioni di aggiornamento delle graduatorie d’istituto dell’anno scolastico 2012/2013.

A causa di tale disservizio, buona parte dei nostri docenti, che sono precari, dopo le vacanze natalizie non saranno più nostri docenti e verranno sostituiti da quello che ci dicono essere “l’avente diritto”.

Nulla da eccepire sul diritto di questo nuovo docente ad occupare il posto che gli compete, ma il «nostro» diritto? Perché a quello nessuno sembra pensare? Perché questo docente “avente diritto” non si riesce a nominarlo per tempo già a settembre?

 

Ma ha idea del disagio che ha comportato per noi tale ritardo?

Innanzi tutto disomogeneità dell’insegnamento, che si aggiunge all’instabilità nella relazione virtuosa che dovrebbe instaurarsi tra alunno e insegnante. Solo e soltanto un insegnamento regolare e continuo potrà rispondere a parte delle aspettative che tutti noi abbiamo nei confronti della scuola pubblica.

Molte classi del nostro istituto si sono trovate da uno a tre insegnanti cambiati dall’inizio di quest’anno scolastico. In qualche classe nella stessa disciplina si sono alternati ben tre insegnanti dall’inizio dell’anno.

Tutto ciò è inaccettabile e vergognoso, perché ogni volta ci troviamo a dover imparare a conoscere da capo un nuovo insegnante. Questo, oltre ad essere difficile, visto che siamo già a metà anno, è un’evidente perdita di tempo per il nostro percorso scolastico.

 

Ci dica qualcosa che ci faccia sperare che questo problema possa essere risolto, prima o poi.

Cordiali saluti

Alunne ed alunni dell’Iis Meucci di Carpi»

 

Senza entrare nel merito della vicenda di Carpi, ma parlando del problema in generale, dal ministero il capo dipartimento istruzione Lucrezia Stellacci commenta che «se si tratta di docenti di ruolo le sostituzioni non dovrebbero essere possibili. C’è una norma secondo cui dopo il 20° giorno dall’inizio delle lezioni non si può più cambiare l’insegnante. Se invece si parla di supplenti, di precari, possono essere sostituiti se cambiano le graduatorie, o se quelle d’istituto non sono definite per tempo. E poi ci sono gli insegnanti che trovano un’offerta migliore e se ne vanno».

 

Invece quella insegnante di Ricezione alberghiera all’Istituto commerciale Meucci di Carpi ha dovuto dare forfait suo malgrado e adesso Luly, a nome dei suoi compagni di scuola e con tanto affetto per la nuova prof, dice con semplicità: «Ci spiace tanto che sia andata via».

I docenti non sono tenuti alla somministrazione di farmaci salva vita durante le ore di lezione

da Tecnica della Scuola

I docenti non sono tenuti alla somministrazione di farmaci salva vita durante le ore di lezione
di L.F.
Potrebbe capitare ad esempio che l’allievo soggetto a crisi epilettiche oppure a crisi ipoglicemiche o iperglicemiche, bisognoso in particolari farmaci, secondo accurati protocolli medici, abbia bisogno di un pronto intervento con somministrazione del farmaco che lo aiuti a superare la crisi. Come si dovrebbe comportare il docente in certi casi?
Il docente è tenuto alla somministrazione del farmaco, se lo studente è colpito, per esempio, da un attacco epilettico durante l’ora di lezione? Per rispondere a queste domande, basta ricordare la nota n. 2312 congiunta Miur e Ministero della salute del 25 novembre 2005 che ha predisposto l’allegato Atto di Raccomandazioni contenente le linee guida per la definizione di interventi finalizzati all’assistenza di studenti che necessitano di somministrazione di farmaci in orario scolastico. In queste linee guida c’è scritto: la somministrazione di farmaci in orario scolastico deve essere formalmente richiesta dai genitori degli alunni o dagli esercitanti la potestà genitoriale, a fronte della presentazione di una certificazione medica attestante lo stato di malattia dell’alunno con la prescrizione specifica dei farmaci da assumere (conservazione, modalità e tempi di somministrazione, posologia). I dirigenti scolastici, a seguito della richiesta scritta di somministrazione di farmaci:

– effettuano una verifica delle strutture scolastiche, mediante l’individuazione del luogo fisico idoneo per la conservazione e la somministrazione dei farmaci;
– concedono, ove richiesta, l’autorizzazione all’accesso ai locali scolastici durante l’orario scolastico ai genitori degli alunni, o a loro delegati, per la somministrazione dei farmaci;
– verificano la disponibilità degli operatori scolastici in servizio a garantire la continuità della somministrazione dei farmaci, ove non già autorizzata ai genitori, esercitanti la potestà genitoriale o loro delegati.

Gli operatori scolastici possono essere individuati tra il personale docente ed Ata che abbia seguito i corsi di pronto soccorso ai sensi del decreto legislativo n. 626/94. Potranno, altresì, essere promossi, nell’ambito della programmazione delle attività di formazione degli Uffici scolastici regionali, specifici moduli formativi per il personale docente ed Ata, anche in collaborazione con le AUSL e gli assessorati per la salute e per i servizi sociali e le associazioni. Qualora nell’edificio scolastico non siano presenti locali idonei, non vi sia alcuna disponibilità alla somministrazione da parte del personale o non vi siano i requisiti professionali necessari a garantire l’assistenza sanitaria, i dirigenti scolastici possono procedere, nell’ambito delle prerogative scaturenti dalla normativa vigente in tema di autonomia scolastica, all’individuazione di altri soggetti istituzionali del territorio con i quali stipulare accordi e convenzioni. Nel caso in cui non sia attuabile tale soluzione, i dirigenti scolastici possono provvedere all’attivazione di collaborazioni, formalizzate in apposite convenzioni, con i competenti assessorati per la salute e per i servizi sociali, al fine di prevedere interventi coordinati, anche attraverso il ricorso ad enti ed associazioni di volontariato (es.: Croce Rossa Italiana, Unità Mobili di Strada). In difetto delle condizioni sopradescritte, il dirigente scolastico è tenuto a darne comunicazione formale e motivata ai genitori o agli esercitanti la potestà genitoriale e al sindaco del comune di residenza dell’alunno per cui è stata avanzata la relativa richiesta. Se il docente non ha seguito, come previsto dalla legge 626/94 i corsi di pronto soccorso, è consigliabile, in casi di emergenza d’intervento, che si limiti a chiamare il 118 e allarmare il personale idoneo alla somministrazione del farmaco salva vita.

SCATTI ECONOMICI ANNUALI DEL 2,5% AI DOCENTI PRECARI

VINTO RICORSO PER LA CORRESPONSIONE DEGLI SCATTI ECONOMICI ANNUALI DEL 2,5% AI DOCENTI PRECARI
(IN ANALOGIA AGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICA)

Dopo due anni da quando il ricorso era stato depositato presso il Tribunale del Lavoro di Roma, è stata emessa la sentenza che riconosce ai precari incaricati annuali ricorrenti il diritto a percepire gli scatti biennali a decorrere dal secondo anno di contratto annuale.
Una vittoria importante sancita dal Giudice Paola Giovene di Girasole del Tribunale di Roma che equipara gli insegnanti precari, di qualunque disciplina ed ordine e grado di scuola, ai docenti di religione, fino ad ora gli unici a godere degli automatismi d’anzianità del 2,5%  ogni due anni.
Non è del resto questo l’unico privilegio di cui godono.
Sono nominati, per impartire la dottrina della Chiesa, dal Vescovo, ma chi li paga è lo Stato.
Dal 2003 possono essere assunti a tempo indeterminato anche se per legge insegnano una materia facoltativa, scelta da genitori e studenti all’iscrizione di ogni anno scolastico.
Se i 13.880 insegnanti di religione cattolica entrati in ruolo ricevessero il ritiro del nulla osta vescovile, lo Stato continuerebbe comunque a pagarli.
A questa serie di privilegi si aggiunge il fatto che, come emerge da documenti ministeriali, sono gli unici per i quali, negli ultimi anni, il fenomeno del precariato è nettamente diminuito.
Possiamo dire quindi che, sebbene parzialemente, si è fatta giustizia, anche se parzialmente. Come organizzazione sindacale patrocinante, siamo in attesa di veder riconosciuto il risultato di simili ricorsi da noi presentati per docenti ed ATA con incarico a tempo indeterminato, i quali rivendicano il mancato riconoscimento (al tempo del precariato) dei medesimi aumenti corrisposti agli insegnanti di religione cattolica.
E così, mentre i “sindacati gialli” della scuola (CISL,UIL, SNALS e GILDA) pattuiscono con i rappresentanti del MIUR i tagli da effettuare al fondo delle istituzioni scolastiche al fine di reperire i finanziamenti per il pagamento degli scatti di anzianità ‘sospesi’ ai tempi di Tremonti col loro placet (scatti che quindi sono un diritto e andrebbero ripristinati senza tagliare il salario accessorio), il sindacato Unicobas Scuola continua la sua battaglia solitaria per la giustizia e la difesa degli interessi della categoria e dei lavoratori tutti, riuscendo, ancora una volta, a riportare un successo, a riprova della bontà del suo operare.

Stefano d’Errico
(Segretario nazionale)

Sui punteggi di anzianità del servizio per la mobilità

da Tecnica della Scuola

Sui punteggi di anzianità del servizio per la mobilità
di Lucio Ficara
Ecco qualche curiosità sulle dichiarazioni dell’anzianità di servizio. L’anzianità derivante da decorrenza giuridica della nomina anteriore alla decorrenza economica, se non è stato prestato alcun servizio o se il servizio non è stato prestato nel ruolo di appartenenza, quanti punti dovrebbe valere?
Incominciamo con il dire che una volta inoltrata la domanda di mobilità con i relativi allegati, contenenti le dichiarazioni sostitutive, ai sensi del D.P.R. 445/2000, attraverso le istanze on line, i responsabili degli Uffici territoriali competenti, potranno procedere, qualora lo ritengano opportuno, ad un controllo d’ufficio della veridicità delle dichiarazioni personali rilasciate.
Le procedure di controllo sono effettuate secondo quanto previsto negli artt. 71 e 72 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, così come modificato e integrato dall’art. 15 della legge 16 gennaio 2003 n. 3 e dall’art. 15 comma 1 della L. 183/2011. Le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi, nei casi previsti dal D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, così come modificato e integrato dall’art. 15 della legge 16 gennaio 2003 n. 3 e dall’art. 15 comma 1 della L. 183/2011, sono puniti a norma delle disposizioni vigenti in materia.
Tutto ciò significa che chi, malauguratamente, incappa in un controllo delle proprie dichiarazioni personali, in cui si rileva un falso, rischia una doppia sanzione, una di natura procedurale e l’altra di natura penale ai sensi dell’art. 26 della legge n. 15/1968 e dell’art. 76 del D.P.R. 445/2000. In sostanza, le sanzioni sono di due nature: procedimentali e penali. L’art. 75 del D.P.R. 445, si riferisce alla prima fattispecie e disciplina la decadenza dai benefici ottenuti dall’emanazione di un provvedimento favorevole in base ad una dichiarazione falsa. L’art. 76 del D.P.R. 445 si riferisce alla tipologia di sanzione penale, che nei casi peggiori potrebbe arrivare anche all’interdizione dalla professione.
Per questo motivo è importante leggere bene il contratto di mobilità, le tabelle di valutazione dei titoli e le importantissime note comuni alle tabelle dei trasferimenti a domanda e d’ufficio. Scriviamo qualche curiosità sulle dichiarazioni dell’anzianità di servizio: per esempio , bisognerebbe sapere che l’anzianità derivante da decorrenza giuridica della nomina anteriore alla decorrenza economica, se non è stato prestato alcun servizio o se il servizio non è stato prestato nel ruolo di appartenenza, dovrebbe valere sol 3 punti e non 6, come qualche distratto fa risultare nell’allegato D (dichiarazione personale dell’anzianità di servizio), ignorando la norma.
Bisognerebbe sapere anche che gli anni di servizio pre-ruolo, svolto in scuole statali, prestato per almeno 180 giorni o ininterrottamente dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale, valgono solo 3 punti, ma questi non dovrebbero essere valutati, se non sono rispettate le condizioni temporali appena dette. Un’altra importante osservazione da fare è quella del docente che abbia usufruito di periodi di aspettativa per famiglia, il punteggio per i servizi di ruolo di cui alle lettere A e B del punto I della tabella di valutazione sarà attribuito per intero, a condizione che nel relativo anno scolastico l’interessato abbia prestato un servizio non inferiore a 180 giorni. In caso contrario l’anno non può essere valutato e, pertanto, non sarà attribuito alcun punteggio.
Queste sono solo alcune piccole curiosità di come si dovrebbe dichiarare l’anzianità di servizio, nelle fasi della mobilità o della composizione delle graduatorie d’Istituto per l’individuazione dei soprannumerari. Ci risulta che troppo spesso, con eccessiva leggerezza e convinti di non subire alcuna sanzione penale, i docenti dichiarano, in fase di compilazione delle dichiarazioni personali di anzianità di servizio, punteggi di servizio non spettanti e non previsti dal CCNI di mobilità. Servirebbero controlli più seri e soprattutto una grande dose di etica professionale quando si compilano certe dichiarazioni personali.

Iscrizioni: informazioni sulla seconda fase

da Tecnica della Scuola

Iscrizioni: informazioni sulla seconda fase
di Lara La Gatta
Il supporto tecnico che le scuole dovranno fornire alle famiglie in difficoltà con la trasmissione del modulo on-line
Non è ancora conclusa la prima fase delle iscrizioni (predisposizione e pubblicazione sul Sidi del modulo di iscrizione on line a cura delle istituzioni scolastiche), ma il Miur spiega, con Nota prot.n. 116 del 17 gennaio 2013, cosa accadrà nella fase successiva, quella in cui le famiglie dovranno trasmettere l’iscrizione.
Si tratta di una fase indubbiamente delicata, per lo sforzo notevole che dovranno compiere le segreterie scolastiche per supportare tutte le famiglie che avranno difficoltà nella compilazione.
Oltre il consueto lavoro di informazione e di orientamento, le scuole dovranno infatti garantire un vero e proprio supporto tecnico per le famiglie che ne avranno bisogno.
Potranno infatti verificarsi casi di famiglie che, pur disponendo delle strumentazioni informatiche necessarie (computer con accesso ad internet e posta elettronica), chiedano alla scuola di poter essere seguita durante la compilazione della domanda on line. In tali casi, il genitore (disponendo di una casella di posta elettronica) può registrarsi a nome proprio al servizio delle “Iscrizioni on line” e eseguire la procedura personalmente seppure presso la scuola destinataria dell’iscrizione. In questo caso il ruolo della scuola è quello di supporto informativo svolto mettendo a disposizione, in orari e giorni prestabiliti, una sala informatizzata con la presenza di personale scolastico, che fornirà delucidazioni mentre il genitore compila il modulo, attivato tramite il proprio codice personale (che il genitore riceve sulla propria casella di posta elettronica, previa registrazione sul sito www.iscrizioni.istruzione.it).
Oppure potrebbero verificarsi anche situazioni in cui la famiglia non dispone di un computer con accesso ad internet né di una casella di posta elettronica. In questo caso, non disponendo del codice personale, il genitore chiede alla scuola la compilazione diretta della domanda di iscrizione del proprio figlio. La scuola, per inserire per conto della famiglia le informazioni richieste nel modulo di iscrizione, dovrà accedere alle stesse funzionalità dedicate alla famiglia cliccando sul banner “Iscrizioni on line” presente in www.iscrizioni.istruzione.it, con le stesse credenziali che utilizza per l’accesso al SIDI.
Con un altro avviso il Miur precisa anche che la registrazione al servizio “Iscrizioni on line” sarà possibile a partire dal 21 gennaio 2013. La registrazione deve essere eseguita nello spazio (www.iscrizioni.istruzione.it) e non su POLIS o altre applicazioni del Ministero, come sta erroneamente accadendo.

Scattano i nodi sugli scatti di anzianità

da Tecnica della Scuola

Scattano i nodi sugli scatti di anzianità
Per pagare gli scatti di anzianità occorre tagliare il 36,64% delle risorse finanziare per le scuole: funzioni strumentali, incarichi specifici e ore eccedenti
Dunque per ripristinare il diritto agli scatti di anzianità maturati nel 2012 del personale della scuola bisogna ridurre le risorse contrattuali da distribuire alle scuole. Una ipotesi questa messa a punto dal Miur che ha fatto un calcolo sulle assegnazione delle risorse per
1 funzioni strumentali;
2. incarichi specifici per il personale ata;
3. attività complementari di educazione fisica;
4. ore eccedenti sostituzione colleghi assenti;
5. indennità turno notturno – festivi art. 88 punto 2 lett. g;
6. FIS e compensi vari.
Non sarebbe stato ancora effettuato alcun calcolo ma sarebbe stato confermato, come dice la Flc-Cgil, che si utilizzeranno i parametri definiti dall’accordo che ipotizza un taglio da operare su tutte le voci per l’anno scolastico 2012/2013 pari al 36,64%.
I sindacati CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams hanno avanzato la proposta di spalmare in prima battuta questo taglio del 36,64% del fondi contrattuali su due anni scolastici, 2012/2013 e sul 2013/2014. Su tale proposta, dice la Gilda-Unams, il Direttore generale del Dipartimento dott. Marco Filisetti si è riservato di decidere. La Cgil invece si è dichiarata contraria alla nostra proposta ma favorevole a quella del Direttore.

Assunzione precari “storici”, oltre 100mila sperano nei giudici europei

da Tecnica della Scuola

Assunzione precari “storici”, oltre 100mila sperano nei giudici europei
di Alessandro Giuliani
A dispetto della sentenza di Cassazione dello scorso giugno, che sembrava aver chiuso la questione, negli ultimi mesi tutti gli accadimenti hanno giocato a favore dei supplenti con almeno 36 mesi di servizio su posti vacanti: in 20mila hanno già fatto ricorso. E dopo l’Anief, anche Gilda e Cgil si giocano la carta dei tribunali super partes d’oltre confine.
Sta assumendo proporzioni mastodontiche la spinta dei precari “storici” della scuola verso la stabilizzazione: a presentare ricorso per l’immissione in ruolo sarebbero ormai oltre 20.000 tra supplenti docenti e Ata. Si tratta di personale che ha svolto almeno 36 mesi di servizio su posti vacanti, esattamente come stabilisce una direttiva comunitaria, la 1999/70/CE, fatta propria da diversi tribunali del vecchio Continente.
 L’aspetto curioso della vicenda è che la sentenza della Cassazione del 20 giugno scorso, che nella reiterazione dei contratti dei supplenti docenti e Ata non ha ravvisato alcuna anomalia, sembra aver dato vigore al popolo dei ricorrenti.
La prima risposta è arrivata dall’Anief, che ha subito “bollato” la sentenza dei giudici ermellini figlia di un “istinto comprensibilmente conservatore, come era del resto prevedibile, vista l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione”. Ma non solo: preso atto che anche la trattativa con la Funzione Pubblica non avrebbe portato ad alcun risultato, in autunno il suo presidente, Marcello Pacifico, si è recato a Bruxelles per consegnare personalmente alla Commissione Ue la documentazione utile a fare da apripista a migliaia di ricorsi.
E le pressioni non hanno tardato a produrre frutti: l’Ue ha infatti aperto una procedura d’infrazione contro l’inosservanza dell’Italia proprio per la violazione della normativa sulla reiterazione dei contratti a tempo determinato.
Ma non finisce qui. Perché il 2013 si è aperto con un altro punto a favore dei precari. Un giudice del tribunale del lavoro di Napoli, Paolo Coppola, che doveva decidere sulla richiesta di assunzione in ruolo di una professoressa precaria, Raffaella Mascolo, ha infatti chiesto di sollevare la questione di pregiudizialità davanti alla Corte di Giustizia del Lussemburgo. Tornando così a tirare per la giacca i magistrati europei. I quali sulla questione non sembrano avere troppi dubbi.
Gli ultimi accadimenti sulla vicenda hanno indotto anche altri sindacati della scuola a muoversi. Anche perché il numero di potenziali ricorrenti è altissimo: gli ultimi dati della Ragioneria dello Stato indicano oltre 113mila docenti e Ata precari con oltre 36 mesi di servizio alle spalle.
Il 17 gennaio hanno emesso un chiaro comunicato in merito, prima la Fgu-Gilda degli Insegnanti e poi la Flc-Cgil. Il primo sindacato ha fatto sapere che “la Fgu, che ha già vinto numerose cause di risarcimento riguardanti la stabilizzazione dei precari con oltre tre anni di servizio, è stata legittimata a stare in giudizio davanti alla Corte di Strasburgo a difesa degli insegnanti precari”. Il coordinatore nazionale della Fgu-Gilda, Rino Di Meglio, ha ricordato che ad inizio gennaio il giudice Coppola “ha posto il problema delle continue contraddizioni in cui sono cadute finora le decisioni assunte dalla Corte di Cassazione in questo ambito, sottolineando anche la questione della retroattività dei provvedimenti adottati dal Parlamento italiano e l’incoerenza con quanto previsto dalla normativa europea”.
Anche Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil, ha ricordato che “il tribunale di Napoli ha riconosciuto alla nostra organizzazione il diritto di costituirsi in giudizio alla Corte di Giustizia Europea in quanto rappresentativa degli interessi di questi lavoratori”. Per il leader del sindacato confederale “questa decisione rende ancora più forte l’impegno della Flc a favore di una battaglia di civiltà per dare sicurezza e futuro alle persone e alla scuola che così può contare su personale qualificato e stabile”. Pantaleo ha sottolineato che la sua organizzazione chiederà “al prossimo Governo prioritariamente un credibile piano pluriennale di stabilizzazione dei precari. Si tratta di una tappa importante che è il frutto di una lunga e diffusa campagna politica e vertenziale promossa dalla FLC a partire dal 2010 contro il Collegato Lavoro voluto dall’allora Ministro Sacconi”, ha concluso Pantaleo.
Ora si entrerà, presumibilmente, in una fase di stand by. Che si concluderà in primavera. Quando il nuovo Governo italiano avrà scoperto le nuove carte. E fatto capire se allinearsi all’Ue. O continuare a lasciare i supplenti in balia del loro destino da precari anche per venti e più anni.

Emanata la direttiva per gli alunni disabili

da Tecnica della Scuola

Emanata la direttiva per gli alunni disabili
di L.L.
La Direttiva del 27 dicembre 2012 contiene indicazioni su strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica
Tra gli aspetti trattati dalla direttiva del 27 dicembre 2012 appena pubblicata sul sito del Miur e riguardante “strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”, il Ministero illustra quali sono gli interventi messi in campo per i Bisogni Educativi Speciali (BES)
In particolare, viene evidenziata la necessità di elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e studenti con bisogni educativi speciali, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato, individuale o anche riferito a tutti i bambini della classe con BES, ma articolato, che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate.
Con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico, le scuole possono avvalersi per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010 (DM 5669/2011).
Fondamentale è anche la necessità di adottare una didattica che sia denominatore comune per tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno, una didattica inclusiva più che una didattica speciale.
In tal senso, alle richieste di approfondimento e accrescimento delle competenze di docenti e dirigenti scolastici, il Miur ha sottoscritto un accordo quadro con le Università presso le quali sono attivati corsi di scienze della formazione finalizzato all’attivazione di corsi di perfezionamento professionale e/o master rivolti al personale della scuola.
A partire dall’anno accademico 2011/2012 sono stati attivati 35 corsi/master in “Didattica e psicopedagogia dei disturbi specifici di apprendimento” in tutto il territorio nazionale ed è ora stata predisposta una ulteriore offerta formativa che si attiverà sin dal corrente anno scolastico su alcune specifiche tematiche emergenti in tema di disabilità, con corsi/master dedicati alla didattica e psicopedagogia per l’autismo, l’ADHD, le disabilità intellettive e i funzionamenti intellettivi limite, l’educazione psicomotoria inclusiva e le disabilità sensoriali.

Da lunedì iscrizioni online

da tuttoscuola.com

Da lunedì iscrizioni online
 Inizia l’era digitale della scuola per le famiglie italiane. Da quest’anno chi vuole iscrivere il proprio figlio alle prime classi della scuola primaria e a quelle della secondaria di primo e secondo grado dovrà farlo obbligatoriamente online a partire dal 21 gennaio e fino al 28 febbraio.

In questo modo il ministero dell’Istruzione, università e ricerca ha dato applicazione alla legge 135 del 2012, la spending review (circolare ministeriale 96 del 17 dicembre 2012).

L’iscrizione via Internet sarà possibile a partire da lunedì, ma intanto ci si può registrare online accedendo al sito www.iscrizioni.istruzione.it e “non su Polis (Presentazione On Line delle Istanze) o altre applicazioni del ministero – si legge sul sito del Miur – come sta erroneamente accadendo“.

Entrando nell’area, è possibile accedere al modulo per la registrazione, che, una volta compilato e inoltrato, rilascia un codice personale, che verrà comunicato automaticamente via mail, per accedere al servizio delle iscrizioni online. Il ministero di viale Trastevere ha predisposto anche una pagina con le domande frequenti, visti i tanti dubbi avanzati dalle famiglie. A partire da chi non ha un computer o una connessione internet a casa propria: in questo caso, comunica il ministero, è possibile contattare la scuola di destinazione o di frequenza e informarla della situazione.

La scuola – aggiunge il Miur – “può inserire la domanda per conto della famiglia“, come si spiega nella citata sezione “domande frequenti” sul sito Internet del ministero, dove si trova anche la guida per l’iscrizione online.

Concorsone, Profumo invita i candidati ad avere fiducia nella selezione

da tuttoscuola.com

Concorsone, Profumo invita i candidati ad avere fiducia nella selezione
 “Il sistema è trasparente e, dal punto di vista della selezione, di ottima qualità. Invito ad avere fiducia”. È il messaggio che il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha lanciato ai candidati del concorso a cattedra in un’intervista al portale nazionale dei media universitari Ustation.it.

Abbiamo – ha spiegato il ministro – due grandi processi in atto: uno è il concorso per la scuola, l’altro è l’abilitazione per i docenti universitari. Sono due processi paralleli, però hanno alcuni elementi in comune che sono l’apertura rispetto a persone che vogliono impegnarsi, che hanno le capacità e che vogliono dedicare la loro vita o alla scuola o all’università. In entrambi i casi c’è stata una grande attenzione da parte del ministero – ha assicurato Profumo – per ricreare fiducia da parte cittadini nei confronti dello Stato e dei sistemi di selezione dello Stato per la nuova generazione di docenti. Certo – ha osservato il ministro – i candidati sono di più rispetto ai posti disponibili ma si è avviato un processo che continuerà nel tempo, che darà l’opportunità di confrontarsi con altri e per alcuni di loro ci sarà poi la possibilità di avere uno sviluppo di carriera o nella scuola o nell’università”.

Le iscrizioni? Si fanno in biblioteca

da tuttoscuola.com

Le iscrizioni? Si fanno in biblioteca
 Continuano a pervenire segnalazioni di utili iniziative di supporto alle famiglie per l’iscrizione on line alle prime classi delle scuole di ogni ordine e grado, che partiranno lunedì 21 gennaio.

Oggi Tuttoscuola intende far conoscere quella della biblioteca civica “Pezza” di Mortara, un comune della provincia di Pavia, che apre le sue porte e mette a disposizione dei genitori i suoi servizi tecnologici.

Per agevolare quanti non dispongono di una connessione Internet, la Biblioteca in accordo con i Dirigenti degli Istituti scolastici, con l’Ufficio Istruzione del Comune di Mortara e con gli Assessorati di competenza, rende disponibili le postazioni di accesso ad internet presenti nella struttura e l’esperienza di assistenza del proprio personale.

Il servizio, ovviamente gratuito, è disponibile dal lunedì al sabato presso la sede della Biblioteca civica con orari sia antimeridiani che pomeridiani.

Inoltre, nella giornata di sabato 26 gennaio, dalle ore 15 alle 15.30, sarà effettuata una simulazione della procedura di iscrizione aperta a tutti i genitori.

Dimensionamento: per l’Anief anche le Regioni sbagliano

da tuttoscuola.com

Dimensionamento: per l’Anief anche le Regioni sbagliano
 L’Anief apre un nuovo fronte, quello del  dimensionamento delle scuole, puntando come al solito sul versante del contenzioso giurisdizionale. Secondo il sindacato infatti “il Miur continua a ignorare la sentenza della Corte Costituzionale n. 147/2012: per il prossimo anno scolastico, ai fini della costituzione degli istituti scolastici imporrà il parametro medio di 900 alunni, che è l’ennesimo nuovo criterio illegittimo. Inoltre, applicando ostinatamente l’ormai superato comma 5 dell’art. 19 della Legge n.111/2011, provvederà alla mancata assegnazione del dirigente scolastico e del Dsga in tutti quei casi in cui gli istituti superiori non raggiungano i 600 alunni iscritti”.

Però a sbagliare non è solo il Miur, ma anche le Regioni: “dalle prime risposte pervenute all’Anief dai governatori di Marche, Toscana e Lombardia”, a seguito delle diffide inviate dal sindacato all’inizio del 2013 alle giunte di tutta Italia, “le Regioni sostengono che la Corte Costituzionale nel giugno scorso ha ribadito la loro competenza esclusiva sulla rete scolastica, ma che in ogni caso questa espressione non sarebbe in conflitto con le indicazioni del Miur”.

Per il sindacato si tratta di interpretazioni errate, come quella che riguarda i Dsga. “La Legge 111 del 2011 e le norme sull’autonomia scolastica – sostiene Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – non fanno alcun riferimento ai Direttori dei servizi generali e amministrativi: una figura professionale che quindi non doveva essere coinvolta nel dimensionamento. Ma non è solo questo l’errore: perché, infatti, si è permesso di far cadere l’autonomia delle scuole d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, accorpandole in mega-istituti senza capo né coda, rette da dirigenze in perenne difficoltà, dal momento che nessuna disposizione lo prevedeva?”

Di conseguenza l’Anief annuncia che intende patrocinare (gratuitamente) i ricorsi ai Tar “con il preciso fine di annullare anche questi ultimi atti sul dimensionamento scolastico palesemente illegittimi”.

Non solo: l’Anief patrocinerà, sempre gratuitamente,  anche “i ricorsi dei tanti dirigenti scolastici che a seguito della soppressione e fusione degli istituti hanno perso la titolarità. Tutelerà poi i tanti Dsga finiti in esubero. Oltre che il personale docente che si è ritrovato perdente posto e il personale Ata che ha dovuto subire un illegittimo trasferimento d’ufficio”.