Nota 24 gennaio 2013, Prot. n. AOODGPER 564

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione Direzione Generale per il personale scolastico – Uff. III

 

Ai Direttori Generali degli UU.SS.RR.

Oggetto: Presidenti e componenti delle commissioni concorso a cattedre personale docente. Invio elenchi dei sorteggiati

Si trasmettono gli elenchi degli aspiranti a presidente, commissario e membro aggregato delle commissioni del concorso bandito con DDG n. 82 del 24 settembre 2012. Com’è noto l’ordine degli aspiranti all’interno di tali elenchi è stato sorteggiato tramite apposita procedura lo scorso 22 gennaio.

Gli elenchi sono forniti sia in formato excel, sia in formato pdf.

Si fa presente che nell’elenco dei presidenti, docenti universitari possono essere presenti dei casi di incongruenza dovuta a domanda presentata per posto/classe di concorso/regione non bandito e di conseguenza non utilizzabile ai fini della composizione delle commissioni per la regione in questione.

Come anticipato nell’incontro del 18 gennaio u.s. la funzione di formazione delle commissioni verrà rilasciata agli uffici a partire dal prossimo 6 febbraio. Nell’attesa, le SS.LL sono invitate a procedere alla formazione delle commissioni seguendo puntualmente l’ordine derivante dal sorteggio, secondo le disposizioni indicate nell’OM n. 92.

Le nuove domande degli aspiranti, da acquisire tramite la riapertura delle funzioni indicata con la nota prot. n. 514 del 22 gennaio 2013 e valutate positivamente dalle SS.LL entro il 4 febbraio p.v., saranno anch’esse sottoposte ad apposito sorteggio, con le stesse modalità utilizzate lo scorso 22 gennaio. I relativi elenchi potranno essere utilizzati nel rispetto dell’ordine di sorteggio per formare le commissioni esclusivamente nell’ipotesi in cui allo stato risulti una carenza di candidature.

Il Direttore Generale

Luciano Chiappetta

28 gennaio 2013 – Giornata europea della protezione dei dati personali

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

28 gennaio 2013 – Giornata europea della protezione dei dati personali

In occasione dell’edizione 2013 della “Giornata europea della protezione dei dati personali”, promossa dal Consiglio d’Europa con il sostegno della Commissione europea e di tutte le autorità europee per la protezione dei dati personali a partire dal 2007, l’Autorità Garante per la privacy italiana ha organizzato, in collaborazione con la RAI- Radiotelevisione italiana, un dibattito che si svolgerà lunedì 28 gennaio p. v. nell’ambito della trasmissione “Unomattina”.

Al dibattito, dedicato al delicatissimo tema del cyberbullismo e ai rischi connessi a un uso improprio dei social networks da parte delle più giovani generazioni, parteciperanno il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Presidente dell’Autorità Garante per la privacy, un responsabile di Google per l’Italia e una delegazione di studenti di Scuola Secondaria Superiore.

Ricorsi 24 punti

L’ANIEF riapre la partita sui ricorsi 24 punti

 

Accolte le richieste presentate dall’ANIEF in sede cautelare: il MIUR, all’atto dell’inserimento in graduatoria a esaurimento, doveva riconoscere il diritto di scegliere la classe di concorso cui voler attribuire il punteggio SSIS. Confermata l’ordinanza TAR già ottenuta dagli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli che obbligava il MIUR a spostare i 24 punti ingiustamente assegnati d’ufficio.

 

L’Avv. Marcello Frau, legale di fiducia dell’ANIEF sul territorio, ottiene dal Tribunale di Tempio Pausania (OT) ragione per una nostra iscritta cui il MIUR, all’atto dell’inserimento in graduatoria, aveva perentoriamente e iniquamente negato la possibilità di scegliere in quale classe di concorso “caricare” il bonus dei 24 punti SSIS in virtù dell’abilitazione “a cascata” in suo possesso.

 

La ricorrente già nel 2009 si era affidata all’ANIEF e aveva proposto ricorso al TAR Lazio R.G. n. 5746 per opporsi all’operato del MIUR; grazie all’intervento dei nostri legali ha ora ottenuto conferma del diritto a effettuare la scelta con conseguente obbligo per il MIUR di attribuire i 24 punti nella classe di concorso di effettivo interesse della docente.

 

Nonostante l’intervento del legislatore che aveva a posteriori vietato lo spostamento del punteggio già dichiarato, l’attenta e determinata azione dei nostri legali ha portato l’ANIEF a compiere un ulteriore passo avanti verso una positiva risoluzione della controversa questione. In attesa di ulteriori sviluppi, e dei prossimi pronunciamenti nel merito, l’ANIEF accoglie con soddisfazione questa nuova vittoria a conferma che la partita sui 24 punti è ancora tutta da giocare.

Il liceo sportivo slitta di un anno

da Repubblica.it

Il liceo sportivo slitta di un anno

Una circolare del ministero chiarisce che il nuovo indirizzo potrà essere attivato solo a partire dal 2014-2015. Disappunto per le Regioni che avevano già previsto per il prossimo anno scolastico

di SALVO INTRAVAIA

Il liceo sportivo slitta di un anno. I tantissimi fan del nuovo indirizzo, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 11 gennaio, dovranno aspettare il primo settembre 2014 prima di assistere alle prime lezioni. Due giorni fa, il ministero dell’Istruzione ha diramato una nota in cui il capo dipartimento Lucrezia Spallacci chiarisce che il liceo scientifico ad indirizzo sportivo “non potrà che essere attivato dall’a. s. 2014/2015”. Il motivo è semplice. “Lo schema di decreto è stato approvato dal Consiglio dei ministri – continua la Stellacci – nella seduta dell’11 gennaio 2013 ed è stato trasmesso, da parte del Dipartimento della ragioneria generale dello stato, alla firma del Presidente della Repubblica”.
Ma l’iter dovrà essere completato dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale “che, prima di pubblicare” il provvedimento, “lo invierà alla Corte dei conti per la registrazione. Tempo stimato per la conclusione dell’iter, senza tener conto degli eventuali rilievi della Corte dei conti, almeno due mesi”. Un tempo inconciliabile con gli adempimenti delle regioni che, attraverso il Dimensionamento, entro il prossimo 31 gennaio dovrebbero definire la rete scolastica e il cosiddetto Piano dell’offerta formativa regionale con tutti gli indirizzi scolastici per ogni istituto, liceo sportivo compreso.
Nel nuovo liceo sportivo circa un quarto delle ore settimanali saranno dedicate a discipline a carattere sportivo: Diritto e Economia dello sport, Scienze motorie e sportive e

Discipline sportive. Niente Latino e Storia dell’arte, meno ore di Filosofia e qualche ora di Scienze ed Educazione fisica in più alla settimana. Un quadro orario che potrebbe essere gettonato da quegli alunni che, dopo avere frequentato qualche mese, si disperdono o cambiano indirizzo di scuola perché trovano lo scientifico tradizionale “troppo pesante”. Ma, in fase di prima applicazione della legge, sarà possibile attivare un solo corso per provincia: un centinaio in tutta Italia, quindi.
E la notizia del rinvio di un anno ha creato la delusione di quelle regioni e province che si sono attrezzate per fare partire la novità dal settembre 2013. Come la regione Umbria che, attraverso l’assessorato all’Istruzione, “esprime disappunto circa la decisione del ministero dell’Istruzione di rinviare l’attivazione dei licei ad indirizzo sportivo all’anno scolastico 2014/2015”. Infatti, “il Piano regionale dell’offerta formativa approvato prevedeva l’attivazione per il prossimo anno in Umbria di due licei ad indirizzo sportivo, di cui uno a Narni e l’altro a Foligno, per i quali erano già pervenute le prime richieste da parte di studenti interessati”.

Iscrizioni on-line: urgono soluzioni immediate alle difficoltà delle procedure

Iscrizioni on-line: urgono soluzioni immediate alle difficoltà delle procedure

I processi di innovazione non possono mettere a rischio diritti e principi democratici.

Ieri è emerso il problema del codice fiscale obbligatorio quindi richiesto anche ai genitori immigrati senza permesso di soggiorno che il codice fiscale ovviamente non ce l’hanno.

Siamo in attesa di conoscere i termini precisi della soluzione che il MIUR sostiene di aver trovato, ma che non è ancora pubblica né operativa,  per poterne valutarne l’efficacia e la congruità rispetto alla gravità delle questioni in campo.
Risultano peraltro ancora irrisolte le altre criticità che avevamo segnalato al MIUR.

Intanto però altri problemi affiorano: rispetto ai genitori ex conviventi ora separati e, ancora, rispetto ai bambini per i quali la procedura di adozione  non sia ultimata. E non ci soffermiamo sulle difficoltà di accesso alla procedura on line che sembra stiano costringendo  migliaia e migliaia di genitori ad impiegare ore ed ore in tentativi inutili di portare a buon esito la procedura on line.

Ribadiamo la nostra richiesta di lasciare aperta per tutti la possibilità di effettuare l’iscrizione secondo le modalità tradizionali. Per tutti, sottolineiamo con forza,  e non solo per particolari categorie che il sistema informatico non è in grado di riconoscere, altrimenti il ricorso al cartaceo si tradurrebbe in una sorta di stigma e/o di discriminazione.

I processi di dematerializzazione, in un sistema democratico, devono funzionare a garanzia dei principi di universalità, di inclusione, di non discriminazione. Se per riuscirci occorre spendere un po’ più di tempo e risorse occorre trovare l’uno e le altre. Certo quei principi e i diritti che ne conseguono non possono essere sacrificati sull’altare di una presunta modernità tecnologica; sarebbe una tragica confusione tra mezzi e fini.

La FLC CGIL ha scritto al Ministro rappresentando queste esigenze. Siamo in attesa di risposte. Urgenti. Ed efficaci.

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Roma, 24 gennaio 2013

Al Prof. Francesco Profumo
Ministro Istruzione, Università e Ricerca

e p.c. Al Dott. Marco Rossi Doria
Sottosegretario al Ministero Istruzione,
Università e Ricerca

Alla Dott.ssa Elena Ugolini
Sottosegretario al Ministero Istruzione,
Università e Ricerca

Egregio Signor Ministro,
è necessario un Suo immediato intervento per porre rimedio ad un grave vulnus all’universalità del diritto all’istruzione che si è prodotto nella procedura di iscrizioni on line. Il modulo che i genitori debbono compilare prevede, come obbligatorio, anche l’inserimento del codice fiscale. Questo determina l’impossibilità ad iscrivere i figli di immigrati irregolari, oltre a suscitare nei genitori il timore di entrare in relazione con la scuola che invece è la principale
agenzia di inclusione e integrazione. Occorre superare questo vulnus, con l’urgenza dettata dalla gravità della circostanza e, contestualmente, provvedere ad informare con capillarità ed efficacia della riparazione avvenuta. Garantire a tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze presenti nel paese il diritto ad andare a scuola, rassicurare sul fatto che nessuno deve temere che iscrivere i figli a scuola possa in qualche modo nuocere.

A fronte di questo gravissimo, problema e dei molti altri che si stanno palesando con l’attivazione delle procedure on line di iscrizione, appare opportuno mantenere attiva accanto alla procedura on line la possibilità di effettuare le iscrizioni secondo la modalità tradizionale.

Contiamo sulla Sua coscienza democratica e restiamo in attesa di conoscere le Sue determinazioni.

Distinti saluti.

Domenico Pantaleo
Segretario generale FLC CGIL

Abbandono scolastico: Sicilia peggio della media nazionale

Abbandono scolastico: Sicilia peggio della media nazionale e lontana dall’obiettivo europeo

Il 25% dei ragazzi siciliani di 18-24 anni lascia gli studi dopo la scuola dell’obbligo. Lo sport può aiutare: l’ex arbitro Farina collabora al progetto Discobull presso l’Itcgt «Duca Abruzzi» di Palermo

Palermo, 24 gennaio 2013 – Per la Sicilia è ancora un orizzonte lontano la convergenza verso il tasso medio nazionale di abbandoni precoci degli studi da parte dei giovani, pari al 18,2%, e soprattutto verso il traguardo europeo del 10% riproposto dalla Strategia Europa 2020. Anche se dagli ultimi dati emerge qualche segnale incoraggiante. La percentuale di ragazzi siciliani di 18-24 anni che possiedono la sola licenza media e che non sono inseriti in percorsi educativi diminuisce dal 26% del 2010 al 25% del 2011, confermando il trend decrescente degli ultimi anni. Contribuiscono al miglioramento dello scenario soprattutto le femmine, il cui tasso d’abbandono scende nello stesso periodo dal 22,6% al 21,3% (oltre un punto percentuale in meno). Tra i maschi la riduzione è meno accentuata e gli abbandoni precoci sono molto più frequenti: il 28,5% dei 18-24enni siciliani è fuori dai circuiti educativi pur avendo al massimo frequentato la scuola dell’obbligo, e tale quota ha subito una contrazione rispetto al 2010 di soli 0,8 punti percentuali.

Nonostante i miglioramenti, il dato siciliano è particolarmente preoccupante, perché si inserisce in un contesto economico e occupazionale tra i più deboli del nostro Paese e si manifesta nell’ormai noto fenomeno dei Neet (Not in Education, Employment or Training), ovvero i giovani di età compresa tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano. Il dato sui Neet siciliani ha raggiunto livelli preoccupanti, attestandosi sul 35,7%. Con il protrarsi della crisi economica e l’aggravarsi delle condizioni occupazionali, tale valore sembra destinato ad aumentare, in assenza di interventi efficaci.

Ma la dispersione scolastica non è l’unico problema che la scuola e la società sono chiamate ad affrontare. I fenomeni di bullismo tra le aule scolastiche non sono da sottovalutare. Circa il 25% degli studenti delle scuole superiori è stato coinvolto in scontri fisici, spesso avvenuti tra le mura scolastiche. Secondo uno studio del Censis, circa il 50% delle famiglie italiane segnala prepotenze di diverso tipo (verbale, fisico, psicologico) all’interno delle classi della scuola secondaria superiore frequentate dai propri figli. Ma è difficile avere una misura esatta delle dimensioni del fenomeno, che spesso non viene denunciato dalle vittime ed è di difficile identificazione da parte di insegnanti e genitori. Diverse indagini condotte negli ultimi anni sottolineano come circa il 40% degli adolescenti ritenga di potersi difendere da solo da eventuali atti di prepotenza.

All’interno di questo scenario si collocano le attività del progetto «Abbandono scolastico e bullismo: quali rischi tra i giovani?» (Discobull), promosso dal Ministero dell’Interno nell’ambito del Pon Sicurezza, Obiettivo Convergenza 2007-2013. L’intervento si svolge in nove istituti scolastici delle quattro Regioni dell’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e offre servizi di formazione, ascolto e sostegno, recupero e aiuto allo studio a studenti, famiglie, docenti, proponendo laboratori e progetti che adottano modalità attive e coinvolgenti. Il progetto è realizzato da un raggruppamento composto dal Censis (capofila) e da Iprs, Enaip, Csl e Stampa.

Da quest’anno il progetto si è avvalso della collaborazione dell’ex arbitro Stefano Farina, che ha attivato presso l’Istituto tecnico commerciale, geometri e turismo «Duca Abruzzi» di Palermo un laboratorio di formazione e riflessione che ha coinvolto studenti, genitori e insegnanti. L’obiettivo del laboratorio – che giunge oggi a conclusione ed è già stato ampiamente sperimentato in situazioni simili – è stato quello di utilizzare la pratica sportiva per attivare processi e stimolare cambiamenti che contribuiscano alla riduzione dei fenomeni del bullismo e della disgregazione sociale e al miglioramento della coesione, con particolare riguardo agli studenti e alle loro famiglie. Nel primo incontro dell’11 gennaio, con gli studenti sono state affrontate tematiche come il rispetto delle regole e la gestione delle relazioni e delle proprie capacità. Con i docenti e i genitori, invece, Farina ha affrontato il nodo della comunicazione, l’importanza dell’ascolto e della capacità di affrontare e risolvere prontamente i problemi. Domani si svolgerà la giornata conclusiva, dedicata alla sessione plenaria con tutti i partecipanti, che prevede anche la realizzazione di esercitazioni sportive finalizzate a sviluppare il gioco di squadra e a mettere in luce l’importanza del rispetto delle regole.

Per avere maggiori informazioni sul progetto è possibile consultare il sito web www.discobull.it, la pagina Facebook o inviare un’e-mail all’indirizzo info@discobull.it.

 

Le prime due cose da fare per la scuola italiana

da l’Unità

Le prime due cose da fare per la scuola italiana

di Mila Spicola

SU SCALA INTERNAZIONALE SI È ATTIVATO NEGLI ULTIMI ANNI, IN CAMPO EDUCATIVO, UN CONFRONTO TRA LE POLITICHE SCOLASTICHE DEI SINGOLI PAESI mirato al miglioramento  globale in cui la scuola italiana si attesta su valori complessivi sotto la media. Questo significa che si conoscono e si possono applicare modelli e politiche sperimentate con successo altrove?Certo studiarli eviterebbe le superficialità che in più di un’«agenda» stiamo scorgendo, laddove prendono come esempio modelli o riforme scolastiche che si sono ampiamente dimostrati fallimentari (su tutti quella di Blair). Dimostrando superficialità e incompetenza. Il sistema d’istruzione di un Paese attiene al simbolico e all’identitario di una nazione, e non è detto che ciò che va bene in Finlandia o in Corea del Sud (in cima alle classifiche per qualità e risultati)possa essere trasferito toutcourt nelle nostre scuole a meno delle necessarie cautele sperimentali. In questi giorni siamo sommersi di proposte del tipo «le cinque cose da fare subito per salvare la scuola». Il «subito» non attiene ai tempi lunghi di sperimentazione delle decisioni assunte in ambito educativo.Le necessità comunicative elettorali devono semplificare problemi complessi, ma la semplificazione spesso è approssimazione. La scuola italiana è un sistema a macchia di leopardo, con eccellenze e carenze e concontesti così vari da non poterne prescindere quando si pensa a impossibili ricette unitarie salvifiche. Possiamo però dare dei margini di priorità di intervento. La prima è sicuramente l’edilizia scolastica. La seconda è l’azione sugli insegnanti: vera valvola di accensione del cambiamento. Se non si agisce sul fattore «docenti»non si agisce sul sistema. Lo dice il rapporto The learning curve illustrato recentemente a Bruxelles, che ha analizzato sistemi d’istruzione di 40 Paesi. Per Andreas Schleischer, vicepresidente del settore educazione dell’Ocse, «i sistemi scolastici di alto livello devono prestare grande attenzione al modo in cui selezionare, formare e aggiornare il corpo docente. Bisogna studiare strategie per rafforzare la pratica e la condivisione di conoscenze, per mettere gli insegnanti nella condizione di ampliare e aggiornare sempre meglio le proprie strategie pedagogiche». Quando si parla in Italia di valorizzazione degli insegnanti non leggo nulla di tutto ciò. Leggo,come fattori per valorizzare i docenti, di orari, di stipendi, di riconoscimento del merito: sono solo conseguenze (per lo più di tenore sindacale) di altre azioni che dovrebbero adottarsi. Si deve agire sulla qualità della formazione, sul rigore e sulla certezza nella selezione e sulla continuità dell’aggiornamento in servizio. Basterebbero  queste tre corse per capovolgere il destino della scuola. Selezionare,formare aggiornare il corpo docente:ecco dove siamo enormemente carenti. Abbiamo un sistema di formazione universitaria inadeguato ai tempi e ai compiti: ha lo stesso impianto di 30 anni fa. La  maggior parte dei colleghi non ha mai studiato tematiche inerenti la didattica o la pedagogia, perché non era richiesto nei concorsi e non era compreso nel loro corso di studi. Abbiamo un sistema di selezione della classe docente che definire folle è un eufemismo: non diventi insegnante perché risulti il più bravo in un processo selettivo, bensì per puro allineamento di costellazioni planetarie favorevoli. Abbiamo una pratica concorsuale non all’altezza nel selezionare. Non esiste concorso svolto negli ultimi venti anni che non sia stato funestato da migliaia di ricorsi. E infine l’assurdo: non esiste da almeno 30 anni un sistema nazionale di aggiornamento. La grande stagione riformista della scuola negli anni 70 basava il sistema scuola proprio sull’aggiornamento costante e in servizio del docente. L’insegnante è un ricercatore, insegnare è una scienza umana. Se smette di esserlo inficia la qualità del risultato. Si potrebbe obiettare: con la scuola autonoma tutto ciò è demandato alla singola scuola. La scuola autonoma non ha energie, risorse, né competenze per gestire da sola la questione dell’aggiornamento. Per le linee guida generali dovrebbe essere coordinato e monitorato a livello centrale e nazionale di concerto e in osmosi con gli istituti universitari locali di ricerca educativa, con immediate ricadute positive per entrambi, su tutte l’annullamento della marginalità di azione e considerazione sociale. Sono tre azioni da adottare subito per valorizzare gli insegnanti. Oltre che a migliorare la qualità del servizio offerto diventerebbe più semplice misurare e valutare la quantità e la qualità di formazione iniziale e di aggiornamento in servizio, le ore necessarie a farlo e la possibilità di produzione di azioni e di contenuti utili per il mondo educativo in termini di avanzamenti, aumenti o premialità. Per un docente continuare  ad apprendere fondamentale per agire a  livello motivazionale, per ricreare un senso comune d’intenti e a diffondere la convinzione personale e collettiva di poter riuscire a fare la differenza nell’educazione dei propri ragazzi.

Contrattazioni integrative d’Istituto: evanescenti

da Tecnica della Scuola

Contrattazioni integrative d’Istituto: evanescenti
di Lucio Ficara
La contrattazione si svolge con cadenza annuale e le parti possono prorogare l’accordo già sottoscritto in mancanza del quale le controverse saranno sottoposte alla commissione di cui all’art.4, comma 4, lettera d), che fornirà la propria assistenza. Quest’anno l’evanescenza dell’art.6 è totale e le scuole sono ad oggi senza contratto integrativo.
Nelle scuole italiane si sta navigando a vista e con estrema cautela, senza avere certezza delle risorse economiche destinate al fondo d’istituto per l’anno scolastico in corso. Le nuove RSU, elette nella tornata elettorale di marzo 2012, si stanno domandando che fine abbiano fatto le contrattazioni d’Istituto , visto che mancano le condizioni primarie per avviare il tavolo della contrattazione. Con la chiusura del quadrimestre siamo giunti al giro di boa, le attività dei progetti e dei corsi di recupero entrano nel vivo, le funzioni strumentali sono impegnate nelle loro mansioni di sostegno agli studenti, ai docenti, di orientamento in entrata o in uscita, le attività sportive pomeridiane sono in pieno svolgimento , i collaboratori dei dirigenti scolastici , si stanno consumando per organizzare il funzionamento giornaliero della scuola, garantendo copertura delle classi, compilazione e pubblicazione delle circolari e smaltendo l’infinità di pratiche burocratiche che giornalmente invadono la scrivania del dirigente scolastico, ma nessuno ha certezza, se e quanto verrà retribuito a fine anno scolastico. Tanta incertezza non si era mai vista, da quando esiste l’autonomia scolastica. Alcune scuole , nell’incertezza economica, hanno deciso di attendere e non procedere con gli incarichi e i corsi di recupero. La mancanza di dati certi sulla effettiva consistenza economica del fondo di istituto, rappresenta il detonatore di una situazione esplosiva, che potrebbe generare una mancata aspettativa di guadagno da parte di molti lavoratori della scuola, che nel frattempo hanno lavorato per diverse ore eccedenti, ma che non hanno nessuna garanzia di vedersi riconosciuto economicamente il lavoro già svolto. Il problema di tale incertezza e di tale ritardo , come è ormai noto a tutti, dipende dal fatto che per garantire gli scatti stipendiali a chi li aveva maturati nel 2011, si è deciso di distrarre ingenti risorse economiche dai fondi d’Istituto. Al momento ci troviamo nella situazione che gli scatti non sono stati ancora liquidati e che le spettanze del fondo d’Istituto alle singole scuole non sono state ancora assegnate. Il rischio più che concreto, è quello di poter chiudere la partita delle contrattazioni d’Istituto a marzo 2013. Una situazione surreale al limite dell’accettabile, che denota ancora una volta, la poca attenzione rivolta alle regole contrattuali, che rimangono solo scritte, ma vengono spesso ignorate. Bisogna ricordare che nel CCNL 2006-2009 esisterebbe l’art.6 comma 2 del Capo II sulle relazioni sindacali a livello di istituzione scolastica, dove è scritto che il dirigente , deve formalizzare la propria proposta contrattuale entro termini congrui con l’inizio dell’anno scolastico, e, in ogni caso, entro i successivi dieci giorni lavorativi decorrenti dall’inizio delle trattative. Queste ultime devono comunque iniziare non oltre il 15 settembre. La contrattazione di cui sopra si svolge con cadenza annuale. Le parti possono prorogare, anche tacitamente, l’accordo già sottoscritto. Se le Parti non giungono alla sottoscrizione del contratto entro il successivo 30 novembre, le questioni controverse saranno dalle Parti medesime sottoposte alla commissione di cui all’art.4, comma 4, lettera d), che fornirà la propria assistenza. Quest’anno l’evanescenza dell’art.6 è totale , le scuole sono ad oggi senza contratto integrativo, gli scatti di anzianità non sono entrati in busta paga, ma nessuno grida allo scandalo e si indigna per questa surreale situazione.

Tfa speciali: soluzione sempre più vicina

da Tecnica della Scuola

Tfa speciali: soluzione sempre più vicina
di R.P.
Le Commissioni parlamentari dovrebbero esprimere il proprio parere in tempi rapidi. Per l’avvio effettivo dei corsi bisognerà aspettare le decisioni delle Università.
La vicenda dei Tfa speciali si sta avvicinando sempre di più alla soluzione definitiva. Tutta la documentazione è già stata consegnata in modo informale alle Commissioni parlamentari che molto probabilmente saranno convocate in via ufficiale la prossima settimana.
Questo significa che nell’arco dei prossimi 10-15 giorni le Commissioni di Camera e Senato potrebbero esprimersi definitivamente sulla questione.
Stando a quanto riferisce il senatore Mario Pittoni (capogruppo della Lega in Commissione Cultura del Senato) c’è già un accordo politico per modificare i requisiti di accesso al percorso formativo (360 giorni e non più i tre anni previsti dalla bozza di regolamento). Sul punto sembra che anche il ministro Profumo abbia dato il proprio assenso. Subito dopo il parere delle Commissioni il Ministro potrebbe emanare il decreto per consentire l’avvio dei Tfa (sia quelli ordinari sia quelli speciali). Sulla data dell’effettivo avvio dei corsi permangono però le incertezze in quanto bisognerà attendere che le Università organizzino percorsi e attività.

Iscrizioni on line, il Miur potenzia il sistema

da Tecnica della Scuola

Iscrizioni on line, il Miur potenzia il sistema
di Alessandro Giuliani
Il ministero dell’Istruzione sembra contraddirsi: prima sostiene che sinora sono stati riscontrati solo “sporadici problemi di accesso al sito”. Nella serata del 23 gennaio introduce però una nuova configurazione. E nella prima ora di servizio il numero delle iscrizioni raddoppia, passando da 5.000 a 10.000 l’ora. Ora i conti tornano. Rassicurazioni per i figli degli immigrati senza permesso di soggiorno: per loro varrà l’iscrizione tradizionale presso le segreterie scolastiche.
Quasi 140mila iscrizioni on line in meno tre giorni. Sembrerebbe un risultato rassicurante quello raggiunto dal Miur alle ore 19 di mercoledì 23 gennaio: “alle 19 di oggi quindi le domande inserite sono passate a 139.027 di cui 100.918 inoltrate alle scuole”, ha scritto viale Trastevere.
La precisazione è opportuna, perché dopo i diversi problemi di connessione riscontrati nel corso del primo giorno (anche se il Miur parla di “sporadici problemi di accesso al sito del Ministero”), da più parti si erano posti seri dubbi sulla tenuta del sistema telematico predisposto dal ministero dell’Istruzione che avrebbe dovuto permettere a circa un milione e 700mila alunni e studenti di iscriversi al prossimo anno scolastico entro il prossimo 28 febbraio.
Il Miur, non a caso, ha tenuto così a precisare che “l’architettura del sistema è stata comunque potenziata già dopo il primo giorno ed oggi alle 18 è entrata in esercizio una nuova configurazione che ha consentito nella prima ora di servizio di raddoppiare il numero delle iscrizioni passando da circa 5.000 iscrizioni l’ora a 10.000”.
L’amministrazione è così giunta alla conclusione che in base ad una “proiezione dell’afflusso di questi primi giorni si conferma dunque la praticabilità delle iscrizioni on line entro il 28 febbraio dei 1.700.000 studenti previsti”.
In effetti, viaggiando alla media di poco più di 40mila iscrizioni al giorno si arriverebbe a soddisfare le necessità dell’utenza.
Per quanto riguarda la denuncia delle ultime ore relativa all’impossibilità di iscrivere gli alunni figli di immigrati privi di permesso di soggiorno, il dicastero dell’Istruzione ha gettato acqua sul fuoco: “l’iscrizione – ha ricordato il Miur – deve essere garantita a tutti gli studenti in diritto dovere di istruzione, seppur privi, all’atto dell’iscrizione, del permesso di soggiorno e quindi del codice fiscale. I genitori di questi studenti devono recarsi presso le segreterie delle scuole che provvederanno ad acquisire le domande di iscrizione”. Polemica chiusa? Lo scopriremo nei prossimi giorni. Quando i genitori privi di permesso di soggiorno verificheranno l’effettiva praticabilità dell’indicazione ministeriale.

Il Miur viola le norme sulla immigrazione

da Tecnica della Scuola

Il Miur viola le norme sulla immigrazione
di R.P.
La procedura per le iscrizioni on line non consente l’invio delle domande dei figli di immigrati senza il permesso di soggiorno perchè richiede obbligatoriamente il codice fiscale che però l’Agenzia delle Entrate rilascia solo a chi è in regola.
Il Progetto Melting Pot Europa per la promozione dei diritti di cittadinanza ha diffidato il Ministero per la procedura di iscrizione on line. Tale procedura, infatti, richiede obbligatoriamente i dati relativi al codice fiscale e questo, secondo Melting Pot, esclude la possibilità di iscrizione dei figli alle scuole elementari da parte di genitori privi di permesso di soggiorno. L’articolo 38 del Testo Unico sull’immigrazione è assolutamente chiaro in proposito: i minori stranieri presenti sul territorio sono soggetti all’obbligo scolastico. E l’articolo 45 del Regolamento di attuazione fornisce una ulteriore precisazione: i minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. D’altra parte per il rilasciare il codice fiscale, l’Agenzia delle Entrate richiede comunque l’esibizione del visto di ingresso o del permesso di soggiorno. “In buona sostanza – denunciano i responsabili del Progetto Melting Pot – il sistema predisposto dal Ministero preclude l’esercizio dell’obbligo/ diritto di frequenza alle scuole elementari”

La proposta Anp sulla scuola per la XVII legislatura

da Tecnica della Scuola

La proposta Anp sulla scuola per la XVII legislatura
L’Anp sottolinea ai politici 3 priorità: L’elevato numero di giovani che lasciano il sistema prima di aver conseguito un diploma o una qualifica professionale spendibili nella vita adulta; risultati comparativamente insoddisfacenti nei testi internazionali di apprendimento; disoccupazione giovanile fra le più elevate (oltre un terzo del totale, con punte di oltre la metà nel Mezzogiorno).
E poi: governance generale/sussidiarietà; governance scolastica; messa in coerenza del quadro normativo; disponibilità di risorse; differenziazione ed adeguatezza; ripensare il valore legale del titolo di studio; valutazione.

IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI

Obiettivi chiari, risorse adeguate, condizioni normative coerenti: sono tutti pre‐requisiti per un recupero di efficienza del servizio di istruzione, che però passa di necessità attraverso un migliore utilizzo delle risorse professionali, dirigenti e docenti.

DIRIGENTI – L’intervento necessario è duplice: in primo luogo, occorre selezionarli in modo più mirato di quanto si sia fatto fino ad ora. Né la formazione successiva né la valutazione possono sostituire un buon reclutamento. Le norme attuali si sono rivelate, alla prova dei fatti, inadeguate, anche per la mole di contenzioso cui prestano il fianco. Anp ha messo a punto una propria analitica proposta in merito, che viene diffusa separatamente: senza entrare nei dettagli, si può dire che essa interviene su tre punti critici.

DOCENTI – Le linee di decisione politica per quanto riguarda i docenti non sono molto dissimili: reclutamento, carriera professionale, riconoscimento sociale. Per quanto riguarda il reclutamento, Anp ritiene giunto il momento di mettere in coerenza l’autonomia delle scuole con la possibilità di avvalersi delle risorse professionali più adeguate a sostenerla.

“More uxorio”, il Miur modifica il modulo per l’iscrizione on line

da Tecnica della Scuola

“More uxorio”, il Miur modifica il modulo per l’iscrizione on line
All’Adnkronos il Miur annuncia di avere trovato la soluzione tecnica per consentire anche agli ex “more uxorio” (genitori separati ma non sposati) di presentare le domande di iscrizione on line senza intoppi e senza dover dichiarare il falso.
L’ufficio tecnico ha, infatti, deciso di disgiungere le opzioni “separato/divorziato” da “affido congiunto: si, no”, che passa da casella subordinata allo status di sposato ad una valida per tutti, sposati o meno. “Come in altri casi – sottolineano da Viale Trastevere – il Ministero ringrazia per la segnalazione ricevuta. Nessuna difficoltá ad adeguare il modulario elettronico, che era stato mutuato da quello esistente, alle nuove forme di genitorialitá che via a via si presentano nella sociata italiana, con in mente sempre il bene dei bambini e degli alunni”.

Gilda: docenti precari alla Corte di giustizia europea

da Tecnica della Scuola

Gilda: docenti precari alla Corte di giustizia europea
Apprendiamo che a seguito di un ricorso della Gilda di Napoli in merito alla violazione della direttiva comunitaria 199/70 da parte dello Stato italiano, il giudice del Tribunale di Napoli, dott. Coppola, ha rimesso gli atti alla Corte di giustizia europea, chiedendo di pronunciarsi sull’abuso fatto dall’Ammistrazione della reiterazione dei contratti a termine.
La Gilda degli insegnanti ci segnala, inoltre, che si è costituita in giudizio presso il Tribunale di Napoli per poter difendere tutti i docenti precari, non solo nei tribunali italiani, ma anche presso la Corte di giustizia europea.

Le potenzialità didattiche di Google Drive

da Tecnica della Scuola

Le potenzialità didattiche di Google Drive
di A.D.F.
Google Drive è un servizio di storage online introdotto da Google il 24 aprile 2012 che permette il file hosting di documenti fino a 5 GB estensibili fino a 16 TB in totale
Nel nuovo Google Drive è stato integrato Google Docs, il sistema per creare e condividere documenti di testo, presentazioni e fogli di calcolo. Tutto ciò per consentire di aggiornare in tempo reale i propri elaborati e condividerli con altre persone, che possono aggiungere, se hanno l’autorizzazione per farlo, commenti o apportarvi particolari modifiche. Questi file possono anche essere resi pubblici, condividendoli con più persone attraverso un link. Google Drive è un servizio di storage online introdotto da Google il 24 aprile 2012 che permette il file hosting di documenti fino a 5 GB estensibili fino a 16 TB in totale. Al debutto del servizio, i client necessari per sincronizzare i vari tipi di file erano disponibili per i seguenti sistemi operativi: Mac OS X 10.7 Lion e Mac OS X 10.6 Snow Leopard per sistemi Macintosh; Windows XP, Windows Vista e Windows 7 per i PC; Android per telefoni e tablet Android; iOS per iPhone, iPad ed iPod touch. Per quanto esposto salta subito in evidenza il suo possibile utilizzo nella didattica innovativa della scuola digitale, infatti, il docente potrebbe creare adeguati ipertesti, arricchendo i contenuti di una semplice lezione frontale con video, documenti e svariati link di supporto. La condivisione dei contenuti culturali della rete attraverso Google Drive potrebbe dare lo stimolo decisivo verso nuove frontiere nella trasmissione del sapere. Per completare l’informazione