Profumo, contro il cyberbullismo servono nuovi strumenti

da lastampa.it

Giornata Europea della Privacy dedicata ai giovani

Profumo, contro il cyberbullismo servono nuovi strumenti

Il Garante della Privacy, Antonello Soro “Si devono mettere in evidenza i lati oscuri della rete, in questo compito è fondamentale mettere insieme scuole, università e famiglie”

È necessaria una «revisione continua» degli strumenti messi in campo contro il bullismo e il cyberbullismo. Questa la convinzione del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo che nel corso della trasmissione Uno Mattina su Rai1 ha sottolineato che le iniziative avviate dal 2007 vanno aggiornate e che la formazione all’uso di internet e dei social network «potrebbe essere una nuova forma di educazione civica verso un mondo che sta cambiando o è già cambiato».

Secondo Profumo si può «avviare un moderno modo di trasferire questo tipo di formazione ma abbiamo bisogno di mettere mano anche alla formazione dei formatori».

Il ministero – ha precisato Profumo – «già dal 2007 lanciò campagna contro il bullismo e il cyberbullismo, ma dal 2007 a oggi il mondo è radicalmente cambiato, quegli strumenti messi in atto e tuttora attivi sono per la partenza del processo e probabilmente una revisione continua è necessaria anche perché c’è stata un’accelerazione nella tecnologia, nei mezzi, nella partecipazione dei ragazzi».

Profumo ha ricordato i quattro strumenti a disposizione: il numero verde aperto tutti i giorni «a disposizione dei ragazzi che sentono il bisogno di comunicare disagio»; una e-mail e un sito «che consente di avere le informazioni necessarie di base»; infine una rete regionale che «attraverso le direzioni regionali consente di avere anche un’attenzione territoriale». «Questo il punto di partenza – ha sottolineato il ministro – fatta un’esperienza di 5-6 anni c’è un sistema radicato ed è necessaria una grandissima attenzione» che va differenziata «con l’età dei ragazzi».

Insieme al minsitro  presente anche il Garante della Privacy, Antonello Soro per mettere in evidenza i rischi della rete e la necessità di dedicare la massima attenzione al cyberbullismo, in occasione della Giornata Europea della Privacy dedicata ai giovani e all’uso del web.

Antonello Soro, ha da parte sua dichiarato che bisogna «evitare di demonizzare l’uso della rete e dei social network» ma occorre «mettere in evidenza i lati oscuri della rete» e in questo compito è fondamentale mettere insieme scuole, università e famiglie.

Dimensionamento sia oggetto di nuovi parametri di valutazione

Scuola, Mascolo: “Dimensionamento sia oggetto di nuovi parametri di valutazione”

“Rivolgiamo alle istituzioni un forte appello affinché ci sia un serio confronto che restituisca stabilità, continuità e qualità all’offerta formativa. Siamo fortemente preoccupati, infatti, per l’applicazione dei parametri che determineranno il dimensionamento delle scuole per l’anno scolastico 2013/2014”.

Lo dichiara il segretario nazionale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo, spiegando che “la mancata intesa tra Miur e Conferenza delle Regioni implica il mantenimento a regime di quanto previsto dall’art. 19 della legge n. 111/2011, come modificato dalla legge n. 183/2011 e, di conseguenza, fa sì che per il prossimo anno scolastico ci troveremo a fare i conti con un parametro medio di 900 alunni per istituto. Questo significa che se la scuola non raggiungerà i 600 alunni (o 400 in casi particolari), alla stessa non verranno assegnati, in organico di diritto, il dirigente scolastico ed il direttore dei servizi generali e amministrativi”.

“In alcune regioni come la Sicilia per esempio – prosegue il sindacalista – ad oggi operano ben 171 scuole sottodimensionate, nonostante i due concorsi per dirigente scolastico, con la conseguenza che i posti mancanti per le suddette qualifiche sono 108”.

“Da qui la nostra richiesta alle istituzioni di procedere alle immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti in organico di diritto e di applicare nuovi parametri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, perché – conclude Mascolo – solo un’offerta formativa valida può offrire ad alunni e famiglie benefici evidenti”.

Concorso a cattedra: accolto dal TAR Lazio il ricorso contro la soglia 35/50 alle preselezioni

Concorso a cattedra: accolto dal TAR Lazio il ricorso Anief contro la soglia 35/50 alle preselezioni

 

I candidati con punteggio da 30 a 34,5 possono partecipare agli scritti con riserva per ordine del giudice se in possesso dell’ordinanza. La prima ricorrente del sindacato potrà accedere alle successive prove. Il 7 febbraio l’udienza per altri 5.000 candidati. Prorogati i termini per l’adesione al ricorso al 30 gennaio. Scrivi a proroga.soglia35@anief.net.

 

Il ricorso patrocinato dall’avv. ANIEF, Irene Lo Bue, domiciliata presso l’avv. Salvatore Russo, segue il successo avuto dagli avv.ti Fabio Ganci e Walter Miceli sui requisiti di accesso. Per la seconda volta i giudici amministrativi danno dunque ragione – anche se in sede cautelare – ai legali dell’Anief, questa volta ammettendo alle prove scritte in calendario dall’11 al 21 febbraio prossimi i ricorrenti che erano stati esclusi pur avendo raggiunto la soglia della sufficienza (30/50) prevista dalla legge rispetto alla soglia arbitraria dei 35 punti scelta dal Miur.

 

Ancora una volta la giustizia ha sanato una evidente condizione di illegittimità che aveva escluso dalle selezioni candidati che ora possono dimostrare il loro merito”, dichiara il presidente ANIEF, Marcello Pacifico. “Questo è il secondo dei ricorsi annunciati a settembre all’indomani della pubblicazione del bando di concorso che il sindacato vince”.

 

Chi tra i candidati non ha ancora proposto ricorso al TAR Lazio e vuole chiedere un decreto monocratico alla luce dell’ordinanza cautelare n. 375/13 per partecipare alle prove, se in possesso di un punteggio da 30 a 34,5 ottenuto alle preselezioni, deve chiedere le istruzioni operative di adesione al ricorso alla mail proroga.soglia35@anief.net improrogabilmente entro le ore 15 del 30 gennaio 2013. Per info chiamare lo 091.6598362.

 

I candidati di Trento e Bolzano dovranno invece richiedere, sempre entro il 30 gennaio 2013, le specifiche istruzioni operative scrivendo a trento@anief.net.

Il Report dell’Istat per l’anno 2011-2012

Il Report dell’Istat per l’anno 2011-2012

 

Il Report dell’Istat per l’anno 2011-2012Fonte www.tecnicadellascuola.it – Nella scuola primaria la percentuale più alta di insegnanti di sostegno a tempo pieno si registra in Piemonte, con il 67,8%, quella più bassa nella Provincia autonoma di Bolzano, con il 33,4%. Nella scuola secondaria di primo grado la percentuale più elevata si riscontra in Friuli Venezia Giulia con il 72,3% degli insegnanti di sostegno, quella più bassa in Valle d’Aosta con il 56,3%.

Il numero medio di alunni con disabilità per insegnante è molto vicino, a livello nazionale, a quello previsto dalla Legge 244/2007 e cioè un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità. Si contano infatti 1,8 alunni con disabilità ogni insegnante di sostegno nella scuola primaria e 2,0 nella scuola secondaria di primo grado.

Le differenze territoriali sono molto marcate: la Provincia autonoma di Bolzano, per entrambi gli ordini scolastici, ha un numero maggiore di alunni per insegnante di sostegno e cioè 3,7 alunni nella scuola primaria, 5,0 alunni nella scuola secondaria di primo grado. Il rapporto più basso si riscontra in Molise per la scuola primaria con 1,3 alunni per insegnante di sostegno e in Sardegna per la scuola secondaria di primo grado con 1,5 alunni. L’elevato rapporto alunni con disabilità/docente di sostegno di Bolzano è dovuto a una diversa modalità di presa in carico dell’alunno con disabilità da parte della Provincia autonoma. Qui, infatti, a causa del bilinguismo, sono assegnati a ciascuna classe più docenti curriculari e in caso di alunno non autonomo è prevista la figura dell’assistente ad personam.

Gli insegnanti di sostegno, in entrambi gli ordini scolastici, svolgono prevalentemente attività di tipo didattico con l’80% degli alunni con disabilità, anche se con una quota di alunni che varia tra l’8,2% nella scuola primaria e il 7,2% in quella secondaria l’insegnante di sostegno svolge soprattutto attività di tipo assistenziale, nonostante le medesime attività siano di pertinenza di figure professionali quali l’assistente educativo culturale o l’assistente ad personam.

Tuttavia, con riferimento alle ore settimanali di sostegno assegnate in media all’alunno con disabilità, si evidenzia un gradiente territoriale per entrambi gli ordini scolastici, con un numero di ore maggiore nelle scuole del mezzogiorno dove 13,3 ore medie settimanali sono appannaggio nella scuola primaria e 10,7 ore medie settimanali nella scuola secondaria di primo grado. Più basso nelle scuole primarie e secondarie di primo grado del centro, dove le ore sono rispettivamente 10,1 e 8,0 ore medie settimanali.

Il nord si attesta in una posizione intermedia con 10,3 ore medie settimanali nella scuola primaria e 8,3 ore nella scuola secondaria di primo grado. Dalla rilevazione sulle scuole è emerso anche che una quota di famiglie, nel corso dell’anno, ha ritenuto che l’assegnazione delle ore di sostegno non fosse idonea a soddisfare i bisogni di supporto dell’alunno.

Circa il 9% delle famiglie ha presentato ricorso al Tribunale civile o al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) per ottenere un aumento delle ore. Per entrambi gli ordini scolastici nelle regioni del mezzogiorno la quota delle famiglie che ha fatto un ricorso è circa il doppio rispetto a quella delle regioni del nord. Nella scuola primaria rispettivamente 12,7% e 6,0%; nella scuola secondaria di primo grado rispettivamente 11,5% e 4,3%.

Da segnalare anche il fatto che ben il 17,4% delle scuole primarie e il 14,6% delle scuole secondarie di primo grado non è stato in grado di fornire una risposta al riguardo.

E’ importante, al fine della realizzazione del progetto individuale, che ci sia una continuità del rapporto docente di sostegno-alunno con disabilità, non solo nel corso dell’anno scolastico ma anche per l’intero ciclo scolastico. Questo però non sempre avviene: sono, infatti, il 14,8% gli alunni con disabilità della scuola primaria che hanno cambiato insegnante di sostegno nel corso dell’anno scolastico, tale percentuale scende al 10,0% per gli alunni con disabilità della scuola secondaria di primo grado. La percentuale maggiore di alunni che hanno cambiato insegnante di sostegno nel corso dell’anno scolastico si riscontra nelle regioni del nord per entrambi gli ordini scolastici: 17,6% di alunni della scuola primaria e 13,4% degli alunni della scuola secondaria; quella più bassa nel mezzogiorno dove si hanno 11,0% di alunni della scuola primaria e 8,3% degli alunni della scuola secondaria.

Le percentuali aumentano drasticamente se si analizzano i cambiamenti di insegnante di sostegno rispetto all’anno scolastico precedente: il 41,7% degli alunni della scuola primaria e il 39,3% di quelli della scuola secondaria di primo grado. In ogni caso dal Report dell’Istat viene fuori che per entrambi gli ordini scolastici la percentuale maggiore di alunni con diagnosi funzionale e con profilo dinamico funzionale risiede nelle regioni del mezzogiorno, mentre si trova al nord la percentuale maggiore di alunni con un programma educativo individualizzato.

A livello nazionale, e per entrambi gli ordini scolastici, non tutti gli alunni con disabilità dispongono della documentazione completa per i percorsi individuali prevista dalla legge. Nelle scuole primarie la percentuale di alunni per i quali è stata predisposta la diagnosi funzionale è pari al 95,9%, quella che ha un profilo dinamico funzionale è pari all’86,9% e per il 97,6% di alunni è stato redatto il programma educativo individualizzato. Nelle scuole secondarie di primo grado le percentuali si attestano, rispettivamente, al 95,9%, 86,9% e al 98,9%.

Per maggiori informazioni

Scarica il testo integrale dell’Istat o vai su www.istat.it

28 gennaio 2013

Iscrizioni on line. Le scuole dovranno o potranno aiutare i genitori?

da TuttoscuolaNews

Iscrizioni on line. Le scuole dovranno o potranno aiutare i genitori?

Ha destato una certa sorpresa, mista a preoccupazione, nelle segreterie delle scuole la nota prot. n. 253 del 18 gennaio scorso con la quale il Miur ha fornito precisazioni e interpretazioni relative alle iscrizioni scolastiche che dal 21 gennaio, per la prima volta in assoluto, si effettuano esclusivamente on line, anziché mediante il tradizionale modello cartaceo.

La sorpresa e la preoccupazione sono state determinate dal fatto che, mentre la circolare n. 96/2012 sembrava esortare le scuole ad aiutare i genitori nelle procedure di iscrizione, la nota precisa che le scuole ‘dovranno’ offrire un valido servizio di supporto.

Ma c’è di più: la circolare parlava di “servizio di supporto per le famiglie prive di strumentazione informatica”, mentre la nota, invece, parla esplicitamente di possibilità per tutti i genitori, anche se provvisti delle strumentazioni informatiche necessarie, di effettuare le iscrizioni on line presso le scuole. In tal caso, le scuole sono invitate a mettere a disposizione una sala informatizzata con la presenza di personale scolastico che fornirà le opportune delucidazioni ai genitori.

Sala informatizzata (ovviamente con linea adsl)? Personale scolastico a disposizione per fornire delucidazioni? E’ un po’ il libro dei sogni per molte scuole, soprattutto con gli organici del personale amministrativo ridotti all’osso.

Il ministro Profumo forse non conosce bene la situazione delle scuole, ma i funzionari del Miur certamente sì. Non possono, quindi, pensare che basti una semplice nota per fare il miracolo o che l’intervento dell’Ufficio scolastico regionale – come si suggerisce – serva da stellone salva tutto.

Non tocca a noi fornire interpretazione autentica delle note ministeriali, ma crediamo che il senso vero (il buon senso) di quella nota sia da intendere non come una disposizione vincolante, bensì, in presenza di risorse invariate, come esortazione-auspicio a fare. Se potete.

Campagna elettorale. La scuola in ombra

da TuttoscuolaNews

Campagna elettorale. La scuola in ombra

da TuttoscuolaNews

Quella che è ormai in pieno corso è una campagna elettorale dominata dai problemi dell’economia: la tenuta dei conti pubblici, lo spread, l’IMU. E poi, in stretta relazione con queste tematiche, il lavoro, la disoccupazione soprattutto giovanile (ma che dire dei cinquantenni che perdono il lavoro perché la loro azienda chiude?), l’aumento dei ‘neet’, giovani che il lavoro neanche lo cercano. E poi l’ulteriore calo della produttività. E così via.

Nel dibattito in corso scarso spazio viene riservato ai problemi educativi: poco a quelli dell’università e della ricerca, quasi nessuno a quelli della scuola, a dispetto delle dichiarazioni di principio sulla loro rilevanza prioritaria.

In realtà all’interno dei programmi-proclami dei partiti la formazione scolastica, universitaria e professionale (Education) non sta in prima linea, a differenza di quanto avvenuto in altre occasioni (per esempio nel 1996 nel programma dell’Ulivo di Prodi o nel 2001 in quello del centro-destra di Berlusconi, con il lancio delle ‘3 i’).

Per limitarci ai due maggiori contendenti, il Pdl e il Pd, si nota che nel primo caso le proposte di politica scolastica non sono contenute in un capitolo autonomo, ma rientrano in un paragrafo del capitolo ‘welfare’, mentre nel caso del Pd prima della voce ‘Sapere’, che riguarda scuola università e ricerca, vengono le voci Europa, Democrazia, Lavoro, Uguaglianza, Libertà; dopo vengono Sviluppo sostenibile, Diritti, Beni comuni, Responsabilità.

Scuola. Il diploma a 18 anni. Ecco il piano

da Il Messaggero

Scuola. Il diploma a 18 anni. Ecco il piano

L’iter scolastico dovrebbe essere ridotto. I sindacati temono il taglio dei posti

LA POLEMICA

ROMA

Non sarà un percorso facile, polemiche e critiche si sono riaccese immediatamente. E i sindacati della scuola mettono in guardia. Con pareri diversi e un’intenzione comune: se si vuole fare come l’Europa prima di tutto si dia più dignità all’istruzione. Il prossimo governo si troverà il progetto chiavi in mano, perché la commissione incaricata dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo sul diploma a 18 anni ha finito il suo lavoro tecnico, lasciando alla scelta politica due possibilità diverse. Scuola primaria e secondaria con un numero di anni invariato rispetto a quello attuale, con l’anticipo dell’ingresso a scuola a 5 anni.

GLI STUDI

Oppure un anno in meno di studi, passando da 13 a 12, da togliere, è questa l’indicazione, all’ultima tappa, quella della secondaria, che scenderà a quattro anni. La Cgil non ha alzato barricate, anzi. «Siamo disponibili a ragionarci, se questa proposta fa parte di un progetto complessivo di riorganizzazione – spiega Mimmo Pantaleo, segretario generale scuola -. Un progetto nuovo che riveda i cicli, cominciando a rendere obbligatorio l’ultimo anno della materna. La nostra priorità è elevare l’obbligo scolastico a 18 anni, e quindi portare al diploma tutti i ragazzi. Ma se l’obbiettivo invece è, o diventa, solo quello di tagliare per far cassa per noi non va bene». Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola, è problematico: «E’ importante arrivare prima o arrivare ben preparati? Per noi la questione non è soltanto anagrafica ma riguarda il livello di preparazione che diamo ai nostri ragazzi. La nostra scuola è simmetrica, non si possono fare salti. E’ come una scala, bisogna assecondare il processo di sviluppo dell’alunno».

LE IPOTESI

Tra le due ipotesi che la commissione tecnica del ministero ha individuato, quella che sembra preferita è la riduzione di un anno di studi. Sull’anticipo della scuola a 5 anni, infatti, sono molti i dubbi avanzati sui rischi pedagogici che comporta, compresa la scelta dell’indirizzo delle superiori anticipata di un anno. Ma l’abbassamento da 13 a 12 comporta un’altra conseguenza, che preoccupa i sindacati: un anno in meno può significare meno posti di lavoro. E infatti la stessa relazione tecnica prevede un risparmio di 1.380 milioni di euro nei primi anni di messa a regime del progetto. Il sindacato Gilda degli insegnanti è severo: «La scelta di ridurre di un anno la scuola per i giovani italiani ci sembra, ancora una volta, un facile modo per tagliare le spese dello Stato sull’istruzione e comprimere cattedre». Scrima avverte: «Se vogliamo fare come l’Europa investiamo nell’istruzione e diamo stipendi più dignitosi agli insegnanti».

Alessia Camplone

“L’Italia migliora ma non prepara al mondo reale”

da La Stampa

“L’Italia migliora ma non prepara al mondo reale”

SARA RICOTTA VOZA

La ripresa? I Paesi più lungimiranti puntano sul capitale umano, cioè sui ragazzi e sulla scuola. È lì che investono, convinti che l’istruzione cambi la vita dei singoli e delle nazioni . È l’opinione di Andreas Schleicher, vicedirettore Ocse per l’istruzione e direttore del programma Ocse/Pisa, uno dei massimi esperti mondiali sui sistemi scolastici internazionali, a Milano per «Arte e Scienza in Piazza». Che non boccia la scuola italiana perché, pur restando sotto la media, fa progressi in termini di efficienza e svecchiamento. Certo, il limite principale è sotto gli occhi di tutti: «Il fatto che tanti laureati non trovino lavoro e tanti imprenditori non trovino personale: la spiegazione è che la scuola non prepara al mondo reale».
In un secolo è cambiato il modo d’intendere l’istruzione. «Prima era un processo di selezione – spiega Schleicher – l’economia aveva bisogno di poche persone benissimo istruite e tanti con livello e medio basso». In passato, poi, i contenuti erano validi per tutta la vita, ora cambiano continuamente. Quali sono, quindi, gli ingredienti nuovi da prendere qua e là dai sistemi migliori del mondo? «Prima di tutto il valore che la società dà all’istruzione, quanto la ritiene centrale e meritevole di risorse».
Ma questo non solo a livello di politica. «In Cina sono tutti convinti che studiare sia la chiave del successo, ragazzi e genitori, e in Giappone è interessante quello che è successo dopo lo tsunami: hanno deciso di ripartire dalla scuola, approfittandone per ricostruire un sistema scolastico adeguato al futuro». Il mito del nucleare è crollato e loro vogliono che i giovani si preparino a risolvere i problemi energetici di domani.
Un altro ingrediente è la capacità di attrarre i migliori insegnanti: «In Finlandia quello dell’insegnante è il secondo mestiere più ambito dai migliori laureati, e non per lo stipendio; attrae intellettualmente, perché assicura un ruolo attivo». Il terzo elemento è l’investire risorse là dove possono fare la differenza, e su questo Schleicher insiste molto perché ne deriva l’equità di un sistema. «In Ontario il 40% dei figli di emigrati ha performance uguali o migliori rispetto agli altri, e questo perché il Paese spinge molto nello sviluppo dei talenti, che spesso si perdono per via del basso retroterra socioculturale». Quest’ultimo infatti non deve più essere una barriera ma anzi un potenziale . Gli ultimi ingredienti sono la coerenza e la capacità di disegnare progetti a lungo termine.
Non resta che parlare degli errori da evitare, ma ci limitiamo a quelli che ci riguardano più da vicino: «In Italia c’è il terrore delle classi numerose; un altro errore è l’enfasi data alla memorizzazione di contenuti che oggi cambiano continuamente».
Infine, il tasto dolente della valutazione. «Vedo che in Italia gli studenti spesso hanno buoni voti anche se non sanno. Il messaggio è: “Non importa, va bene lo stesso”. È un danno, perché nei Paesi ad alti standard i ragazzi sanno che cosa è bene e cosa non lo è, hanno dati e voti più vicini alla realtà».

Le richieste delle scuole paritarie ai partiti

da Tecnica della Scuola

Le richieste delle scuole paritarie ai partiti
Riprendiamo l’appello integrale rivolto ai leader politici da parte delle associazioni delle scuole paritarie cattoliche e della formazione professionale (Fidae, Fism, Confapp, Foe Cdo, Agidae, Agesc, Msc), che rivolgono ai partiti
L’autonomia scolastica è lo strumento strategico per inserire il sistema scolastico italiano a pieno titolo nel contesto culturale e formativo europeo. La scuola dell’autonomia è la scuola della comunità e della società civile. Lo Stato, anche secondo il dettato costituzionale, determina e garantisce i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili all’istruzione e all’educazione su tutto il territorio nazionale. La “gestione” delle istituzioni scolastiche e formative attiene alle competenze regionali, mentre il “governo” della scuola attiene al livello nazionale. In un sistema di governo fondato sul principio costituzionale della sussidiarietà, lo Stato detta le norme di carattere generale del sistema d’istruzione e attua il controllo e la valutazione dei risultati raggiunti ed interviene in forma sussidiaria nei confronti degli enti territoriali che non sono in grado di assicurare l’erogazione del servizio ed il raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni. In questo contesto la famiglia, come sancito dalla nostra carta costituzionale e dalle dichiarazioni internazionali dei diritti, deve godere, per il suo primario e inalienabile diritto-dovere educativo, di una piena libertà di scelta tra scuole statali, scuole paritarie, centri di formazione professionale e di una reale corresponsabilità all’interno degli istituti scolastici, cooperando fattivamente alla definizione del “patto educativo tra scuola, studenti, famiglia e comunità locale“. Affinché il diritto di libera scelta educativa della famiglia possa essere reale è necessario tutelare e garantire la libertà e il pluralismo delle istituzioni scolastiche e dei modelli pedagogico-educativi. Dopo la riforma del 2001 della nostra Carta fondamentale, l’istanza della parità effettiva tra scuole statali e scuole paritarie va letta a partire dall’introduzione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche considerata alla luce del nuovo Titolo V della Costituzione (Legge costituzionale n.3/2001). Considerato in questa nuova cornice, la parità risulta: • ulteriormente fondata in base ai principi della costituzionalizzazione dell’autonomia scolastica e della sussidiarietà in materia di istruzione e di formazione professionale; • riferita al riconoscimento del carattere pubblico del servizio reso dalle scuole che costituiscono il sistema nazionale di istruzione; • ridefinita come equità nell’accesso degli alunni e delle loro famiglie al sistema pubblico di istruzione e di formazione. E’ necessario che la classe politica nella sua interezza prenda piena consapevolezza degli elementi costituzionali che esplicitano e rendono cogente la piena attuazione della libertà di scelta educativa e il riconoscimento, giuridico ed economico, del carattere pubblico del servizio offerto anche dalle scuole paritarie e dai centri di formazione professionale.Una sinergica correlazione tra le norme generali sull’istruzione e le prestazioni essenziali in materia di istruzione e formazione professionale garantiscono il coordinamento delle scuole (statali e paritarie) verso la realizzazione di fini sociali del sistema formativo. L’indicazione dei livelli essenziali delle prestazioni specifica il livello qualitativo che devono raggiungere l’offerta formativa delle scuole e dei centri di formazione professionale (fondamentali per contrastare l’elevata dispersione scolastica) e gli apprendimenti e le competenze acquisite degli alunni. Il sistema dell’istruzione e dell’istruzione e formazione professionale (IeFP), indipendentemente dalla configurazione giuridica degli enti gestori, è pubblico e consente l’accreditamento delle scuole e dei centri che vi fanno parte, in quanto: • è rivolto a tutti i soggetti titolari del diritto all’istruzione;
• rispetta le norme generali e le prestazioni essenziali; • è retto dai principi di sussidiarietà, di autonomia e di pluralismo delle istituzioni scolastiche e formative. In vista delle prossime elezioni politiche ci rivolgiamo a tutte le forze politiche affinché nel corso della prossima legislatura portino a compimento i principi costituzionali dell’autonomia e della parità, per adeguare il nostro sistema di istruzione e di formazione ai parametri europei e alle sfide culturali, sociali ed economiche della complessa contemporaneità. Le associazioni firmatarie del presente documento chiedono di prendere con decisione l’iniziativa avviando il superamento di ogni discriminazione economica tra alunni del sistema nazionale di istruzione e di formazione e basandosi sul principio costituzionale della sussidiarietà.
Chiedono pertanto che: • tutte le istituzioni scolastiche e formative del sistema nazionale di istruzione, indipendentemente dalla natura giuridica della gestione, possano essere accessibili a tutti considerando che sono gli stessi alunni, con i genitori, titolari del diritto all’istruzione; • nell’esercizio di tale diritto costituzionale, sia superata ogni discriminazione economica tra gli alunni di scuole statali e paritarie allo scopo di renderne possibile l’esercizio senza condizionamenti di sorta; • al personale docente e non docente delle scuole paritarie – conseguentemente alla parità economica – possa essere assicurato un trattamento economico equipollente, a tutela della professionalità. Circa lo strumento di attuazione propongono un finanziamento diretto alle scuole autonome accreditate del sistema nazionale di istruzione (statali e paritarie) sulla base del “costo standard di gestione delle scuole”, da calcolare attraverso: • il numero degli alunni iscritti e/o il numero delle sezioni/classi funzionanti; • i costi fissi di funzionamento delle scuole anche con l’introduzione di opportuni accorgimenti, già operanti in altri Stati, in grado di distinguere tra i vari ordini e gradi di scuole e di tenere conto della situazione di aree particolarmente disagiate.
Chiedono, infine, che sin dai primissimi mesi della nuova legislatura si proceda a: • semplificare e razionalizzare i passaggi burocratici che rallentano e complicano l’erogazione dei contributi alle scuole paritarie e ai centri di formazione professionale; • adeguare, finalmente, l’entità dei contributi statali e regionali, che sono a sgravio delle rette scolastiche a carico delle famiglie, a maggior ragione dato il quadro socio-economico odierno di gran parte delle stesse, anche attraverso adeguati interventi e soluzioni di tipo fiscale; • rendere coerente lo stanziamento nazionale destinato alle attività IeFP alla domanda di formazione che emerge dalle Regioni. FIDAE, FISM , CONFAP, FOE CDO, AGIDAE, AGeSC, MSC

Aumentano le cause dei precari contro P.A.

da Tecnica della Scuola

Aumentano le cause dei precari contro P.A.
In Toscana aumentano le cause per mobbing e i contenziosi di precari contro la Pubblica amministrazione, in particolare nella scuola. E’ quanto emerge dalla relazione della sezione lavoro, diffusa in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Firenze
Nel periodo 1 luglio 2011-30 giugno 2012, rispetto all’anno precedente, ”in fase di incremento sono le controversie nei confronti della pubblica amministrazione, con particolare riguardo al settore scolastico: tale contenzioso molto spesso è originato dai problemi del precariato che nel settore pubblico acquista connotazioni specifiche”. ”Anche le cause di mobbing – si legge ancora nella relazione – sia nel settore privato che pubblico, sono in costante aumento e, in molti casi, si ha l’impressione che vi sia una tendenza a connotare in termini mobbizzanti e/o discriminatori quelle che sono fisiologiche discrezionalità valutative da parte della Pubblica amministrazione, ad esempio nel conferimento di incarichi dirigenziali o di posizioni organizzative”.

Numeri a confronto “Più facile al Sud l’esame di maturità”

da lastampa.it

Numeri a confronto “Più facile al Sud l’esame di maturità”

Le città meridionali guidano la classifica dei voti di diploma Ma le valutazioni dei test Invalsi capovolgono la graduatoria
flavia amabile
Roma

Ma siamo sicuri che ai nostri figli convenga frequentare il liceo più difficile ed esigente, quello in cui si temprano alla scuola del rigore e dei voti bassi se poi alla maturità arriveranno in tanti con i loro voti più alti ad avere maggiori opportunità nei concorsi, nei colloqui, nelle università a numero chiuso?

La domanda è lecita a leggere l’indagine del sito «Tuttoscuola» sulle disomogeneità dei criteri di valutazione sul territorio nazionale, lo spread dei voti tra nord e sud, tra provincia e provincia Sono 64 gli studenti eccellenti di Torino e provincia che nel 2011 si sono diplomati con 100 e lode all’esame di maturità. Poco più dei 43 che hanno raggiunto lo stesso traguardo a Crotone e provincia. La differenza è che a Torino si sono diplomati in 12.621 (quindi solo lo 0,51% è stato valutato con il massimo dei voti), a Crotone in 1.525 (il 2,82% ha preso la lode). In altri termini a Torino uno studente su 197 è stato valutato meritevole di lode, a Crotone uno ogni 35.

Numeri simili a Milano (dove sono 50 i 100 e lode su 19.065 diplomati, pari all0 0,26%, cioè uno ogni 381) e in molte altre città del Nord.

La differenza e lo sconcerto aumentano se si va a effettuare il confronto tra i voti presi alla maturità e quelli ottenuti durante le prove Invalsi. Mentre ai risultati della maturità è prima a livello nazionale, Crotone appare incredibilmente ultima su 101 province nei dati Invalsi che si riferiscono agli studenti nel I ciclo e nelle classi prime e terze delle secondarie superiori.

Qualcosa del genere accade anche in altre province: ad Agrigento si diploma con 100/100 il 9% degli studenti (seconda a livello nazionale dietro Crotone che ha il 9,38%), ma risulta terz’ultima (in 99ma posizione) nelle rilevazioni Invalsi. Oppure Vibo Valentia (quinta con l’8,53% di diplomati con 100/100 e penultima nelle prove Invalsi), Enna (decima con il 7,56% di diplomati con 100/100 e quart’ultima nelle prove Invalsi), Cosenza (quarta con l’8,57% di diplomati con 100/100 e 91ma su 101 province nelle prove Invalsi), Foggia (rispettivamente sesta con l’8,5% di 100/100 e 85.ma per l’Invalsi).

In generale risulta che tutte le province del Sud, eccetto Isernia, ottengono risultati decisamente migliori all’esame di maturità. Crotone guadagna 100 posti, Reggio Calabria 86, Foggia 79, Trapani 76, Messina 69. Se invece si prendono in considerazione le regioni, tutte quelle del Sud, eccetto il Molise, sono avvantaggiate e la Calabria, in particolare, è prima nei voti alla maturità e ultima alle prove Invalsi.

Tutte le province del Nord, invece – eccetto La Spezia, Alessandria ed Asti – risultano penalizzate all’esame di maturità rispetto alle prove Invalsi. Bergamo perde 89 posizioni tra le prove Invalsi e il numero di 100/100 alla maturità, Udine 88, Sondrio 87, Lecco 86, Como 85, Verbano 84, Torino 61, Novara 52.

Ad essere penalizzate sono tutte le regioni del Nord: il Friuli è primo nelle rilevazioni Invalsi e penultimo nelle votazioni con 100/100 all’esame finale, il Piemonte è sesto nelle rilevazioni Invalsi e sedicesimo nelle votazioni con 100/100 all’esame finale.

Un quadro sconfortante, quindi, ma non vuole essere un atto di accusa antimeridionalista o contro alcuni professori. «I dati presentati non comportano valutazioni specifiche sulla preparazione né degli studenti né dei professori (che non competono a noi), e non si tratta di mettere sotto accusa i docenti di alcune aree, – precisa Giovanni Vinciguerra, direttore di Tuttoscuola – al Sud esistono molti istituti di eccellenza e non è un caso che tantissimi meridionali diventino classe dirigente in Italia e anche all’estero. Ciò che va affrontato è la generale disparità di valutazione nelle scuole, che può esserci anche nella stessa città o addirittura nello stesso istituto scolastico».

La shoà: mi viene da dire…

La shoà: mi viene da dire…

di Domenico Sarracino

Da quando ufficialmente ricordiamo la tragedia della Shoà (ma quanto ogni parola  si rivela inadeguata a racchiuderla!) e anche da prima, da quando da ragazzo vidi in una mostra foto di mucchi di occhiali, di scarpe, di valigie, di capelli, di cataste e cataste di cadaveri, scheletri che camminavano,  sguardi senza occhi, e i sinistri fumi delle ciminiere – due o tre pensieri mi si sono inchiodati nella testa. E li vado ripetendo.

1) Tutto questo è avvenuto nel nostro tempo (appena 60-70 anni fa) e nella nostra tanto decantata civiltà.
2) Com’è stato possibile che uomini come noi – spesso amanti dell’arte, della musica, della grande letteratura e filosofia – alla fine di giornate trascorse ad eliminare con meticolosa “professionalità” migliaia e migliaia di altri uomini senza soffermarsi neppure per un attimo nei loro sguardi, dopo tutto ciò siano tornati tranquillamente alle loro case ed abbiano abbracciato teneramente i loro bambini.

Com’è stato possibile che dopo tutto questo venissero:
– ahimè, i “gulag” dell’Unione Sovietica che pure era nata per liberare gli uomini da ogni oppressione;
– e, da parte della più grande “nazione democratica”, le bombe  al napalm sul piccolo e povero popolo del Vietnam,  che richiedeva solo  il suo sacrosanto diritto   ad autodeterminarsi;
– quell’altro precipizio rappresentato dalla follia dei “Kmer rossi” in Cambogia;
– il genocidio nel Ruanda, più o meno un altro milione di morti, più o meno sotto i nostri occhi, più o meno causato dal cieco colonialismo di blasonati paesi europei;
– e i morti della guerra all’Iraq, scatenata da bugie costruite scientificamente a tavolino e vendute spudoratamente all’opinione pubblica del mondo intero; e ancora una volta dai capi della più grande “nazione democratica” per i quali non ci sono mai tribunali internazionali a cui rendere conto…
– ….

Ed infine, com’è stato possibile che appena qualche anno fa e sotto i nostri occhi, ancora una volta poco vigili, venissero avviate, e pure benedette da qualche santo uomo, le guerre fratricide nei territori della ex Yugoslavia nel nome della religione, delle etnie o degli interessi economici, soffiando sul fuoco di antichi odi e rancori, invece che sopirli con l’aiuto del tempo e con  politiche di  pacifica convivenza. Guerre nelle quali abbiamo dovuto rivedere i campi recintati da fili spinati, misere baracche, e ancora gli sguardi vuoti e senza speranza di uomini e donne ischeletriti dalla fame e disanimati dal dolore; e, poi, ancora fosse comuni, ponti e città distrutte, e infine … gli stupri etnici, sconvolgenti nella loro inaudita crudeltà di costringere le donne a portare dentro di sè delle creature figlie dei loro carnefici ed assumere la  lacerante decisione di che fare.
Come non essere d’accordo con il poeta che con sarcasmo e sferzante ironia bollava i facili esaltatori delle “magnifiche sorti e progressive” dell’umana gente”!

Eppure, con l’ottimismo della volontà e della speranza, vogliamo fare nostre le parole di un altro poeta, il sommo, che faceva dire ad Ulisse, rivolgendosi ai suoi uomini all’atto di tentare l’impresa del superamento delle terre fino ad allora conosciute:
” considerate la vostra semenza/ fatti non foste a viver come bruti/ ma per seguire virtute e canoscenza”.

28 gennaio Materie seconda prova scritta Esami di Stato

Con Decreto ministeriale 28 gennaio 2013, n. 15, il MIUR rende note le materie oggetto della seconda prova scritta negli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio ordinari e sperimentali di istruzione secondaria di secondo grado per l’anno scolastico 2012/2013.

Di seguito il comunicato stampa:

Esame di Stato, scelte le materie per la seconda prova scritta

(Roma, 28 gennaio 2013) Latino al Liceo classico; Matematica al Liceo scientifico; Lingua straniera al Liceo linguistico; Pedagogia al Liceo pedagogico; Disegno geometrico, Prospettiva, Architettura al Liceo artistico; Economia aziendale ai Ragionieri, Tecnologia delle costruzioni ai Geometri; Alimenti e alimentazione all’Istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione. Sono queste alcune delle materie scelte per la seconda prova scritta degli Esami di Stato 2013 e contenute nel decreto firmato dal ministro Francesco Profumo, che individua, tra l’altro, anche le materie assegnate ai commissari esterni. Il decreto, per la prima volta protocollato attraverso una procedura informatica e non più cartacea, è ora in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Le prove scritte dell’Esame di Stato dell’anno scolastico 2012/2013 si terranno il 19 giugno (prima prova) e 20 giugno (seconda prova).

Licei

  • Liceo classico: Latino;
  • Liceo scientifico: Matematica;
  • Liceo linguistico: Lingua straniera;
  • Liceo pedagogico: Pedagogia;
  • Liceo artistico: Disegno geometrico, Prospettiva, Architettura.

Istituti tecnici e professionali
Sono state scelte materie che, oltre a caratterizzare i diversi indirizzi di studio, hanno una dimensione tecnico-pratico-laboratoriale. Per questa ragione la seconda prova può essere svolta, come per il passato, in forma scritta o grafica o scritto-grafica o scritto-pratica, utilizzando, eventualmente, anche i laboratori dell’istituto.

Le materie scelte per alcuni indirizzi sono:

  • Istituto tecnico commerciale (ragionieri): Economia aziendale;
  • Istituto tecnico per geometri: Tecnologia delle costruzioni;
  • Istituto tecnico per il turismo: Lingua straniera;
  • Istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione: Alimenti e alimentazione;
  • Istituto professionale per i servizi sociali: Psicologia generale e applicata;
  • Istituto professionale per Tecnico delle industrie meccaniche: Macchine a fluido.

Settore artistico (licei e istituti d’arte)
La materia oggetto di seconda prova ha carattere progettuale e laboratoriale (architettura, ceramica, mosaico, marmo, oreficeria ecc.) e si svolge in tre giorni.

Materie affidate ai commissari esterni
Il decreto individua, inoltre, le materie affidate ai commissari esterni. Nella scelta delle materie affidate ai commissari esterni è stato seguito, laddove si è rivelato opportuno, il criterio della rotazione delle discipline. Si è dato comunque particolare rilievo agli insegnamenti di Matematica e di Lingua straniera. A questo proposito, si fa presente che quest’anno, per la prima volta, la Lingua straniera, negli istituti tecnici e professionali che prevedono tale insegnamento, è stata affidata ai commissari esterni.

Sono 50 gli istituti scolastici coinvolti nel progetto Esabac (erano 40 l’anno scorso), finalizzato al rilascio del doppio diploma italiano e francese ed attuato sulla base dell’Accordo Italo-Francese sottoscritto il 24 febbraio 2009.

Anche quest’anno dirigenti scolastici ed insegnanti presenteranno on line la domanda di partecipazione agli Esami di Stato in qualità di presidenti di commissione e di commissari d’esame.

Nota 28 gennaio 2013, Prot.n. MIUR AOOUSPBS R.U. 0001241

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
Ufficio XI – Brescia

Prot.n. MIUR AOOUSPBS R.U. 0001241

Brescia, 28 Gennaio 2013

Alla  Stampa locale

Ai Dirigenti Scolastici delle scuole primarie e secondarie di primo grado

Ai Docenti Supervisori

 Ai Docenti Esperti

Oggetto: Invito alla conferenza stampa  “Presentazione progetto Alfabetizzazione Motoria 2013”

 

 

Le SS.LL. sono invitate alla conferenza stampa che si terrà Venerdì 01 Febbraio 2013 alle ore 14.30 presso l’Aula Magna dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia – via S. Antonio 14 – per la presentazione dei dati  del “Progetto alfabetizzazione motoria 2013”.

 

Il progetto, già attivato nei precedenti anni scolastici con grandi riscontri positivi, nell’anno scolastico 2012-2013 vedrà impegnate ben quaranta istituzioni della scuola primaria bresciana con il coinvolgimento di più di ottomila alunni.

 

Si ringrazia per l’attenzione e si porgono cordiali saluti.

 

Il Dirigente
Maria Rosa Raimondi

 

 

 

Per informazioni:  N/T  segreteria
Tel  030 2012221/220
mail  usp.bs@istruzione.it

Decreto Direttore Generale 28 gennaio 2013, Prot.n.AOODGAI/1200

 

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per gli Affari Internazionali

 

Il Direttore Generale

VISTO il Decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 7 marzo 2012, prot. 3889, pubblicato sulla G.U. n. 79 del 3.04.2012, contenente i requisiti per il riconoscimento della validità delle certificazioni delle competenze linguistico-comunicative in lingua straniera del personale scolastico e la corrispondenza tra i livelli del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue, oltre che i titoli di studio e le attestazioni nazionali;

VISTO il proprio Decreto AOODGAI/10899 del 12 luglio 2012;

VISTE le note inviate dall’Ambasciata Britannica Roma il 21.12.2012 e dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania Roma il 6.11.2012;

RITENUTO pertanto di dover aggiornare l’elenco degli enti certificatori di cui al Decreto direttoriale del 12 luglio 2012;

DISPONE

L’articolo 4 del proprio Decreto AOODGAI/10899 del 12 luglio 2012 (elenco degli enti certificatori) è modificato come segue.

Articolo 4
Elenco enti certificatori

LINGUA FRANCESE
– Alliance Française, ente operatore del Ministero francese dell’Educazione Nazionale
per certificazioni rilasciate fino al 2008
101, boulevard Raspail 75006, Paris, Francia;
– Camera di Commercio e d’Industria di Parigi, Francia;
– Centre International d’Etudes Pédagogiques (CIEP), ente operatore del Ministero francese dell’Educazione Nazionale
1 avenue Léon-Journault 92318 Sèvres cedex, Francia.

LINGUA INGLESE
– Cambridge ESOL
1, Hills Road, Cambridge, CB1 2EU, UK;
– City and Guilds (Pitman)
1, Giltspur Street, London, EC1A 9DD, UK;
– Edexcel /Pearson Ltd
190, High Holborn, London, WC1V 78H, UK;
– English Speaking Board (ESB)
9, Hattersley Court, Burscough Road, Ormskirk L39 2AY, UK;
– International English Language Testing System (IELTS)
1 Hills Road, Cambridge, CB1 2EU, UK;
– London Chamber of Commerce and Industries Examination Board (LCCIEB)
LCCIEB EDI, International House, Siskin Parkway East, Middlemarch Business Park, Coventry, CV3 4 PE, UK;
– Trinity College London (TCL)
89, Albert Embankment, London SE1 7TP, UK;
– Department of English, Faculty of Arts – University of Malta
Tal-Qroqq, Msida MSD 2080, Malta;
– National Qualifications Authority of Ireland – Accreditation and Coordination of English Language Services (NQAI – ACELS);
5th Floor Jervis House, Jervis Street, Dublin 1, Irlanda;
– Ascentis Anglia (www.angliaexams.com).

LINGUA NEOGRECA
– Centro di Lingua Greca di Atene, Grecia.

LINGUA SPAGNOLA
– Istituto Cervantes
C/Alcalà 34, 28014 Madrid, Spagna;
– Ministerio de Educación, Cultura y Deporte
C/Alcalà 34, 28071 Madrid, Spagna;
– Consorzio Interuniversitario CELU, Argentina.

LINGUA TEDESCA
– Goethe-Institut
Monaco di Baviera, Germania;
– Österreichisches Sprachdiplom Deutsch (ÖSD)
ÖSD-Zentrale, Hörlgasse 12/14, 1090 Wien, Österreich;
– Telc Language Tests, Germania

IL DIRETTORE GENERALE
F.to Marcello Limina