REGOLAMENTO VALUTAZIONE ISTITUTI
Si va verso un’affrettata approvazione da parte delle Commissioni Cultura. Con le scuole che si vedranno assegnare meriti e fondi sulla base di freddi incartamenti e verifiche – redatti da organi esterni, quali Invalsi, Indire e Corpo ispettivo – che non tengono conto della centralità dell’alunno, del Pof e dell’autonomia scolastica. Con il risultato che le scuole e gli alunni più in difficoltà per motivazioni oggettive, come la provenienza da territori o famiglie svantaggiate, invece di essere adeguatamente sostenute, si ritroveranno ad essere classificate come meno meritevoli.
La Commissione Cultura del Senato sembrerebbe orientata ad approvare in tempi brevi il Regolamento sul sistema di valutazione degli istituti: l’accelerazione dei tempi sarebbe dovuta alla necessità di far accedere l’Italia ai finanziamenti previsti dai fondi strutturali europei per i prossimi sette anni.
A quanto risulta, i rilievi mossi da Cnpi e dal Consiglio di Stato non avrebbero avuto adeguato accoglimento. Con il risultato che gli istituti scolastici si ritroveranno ad essere valutati da tre istituti – Invalsi, Indire e Corpo ispettivo – che valuteranno gli istituti in modo del tutto avulso rispetto alla realtà: si determinerà l’assurda situazione di assegnare meriti e fondi sulla base di dati teorici, stampati sulla carta ma non nei fatti, senza alcun riscontro degli elementi scolastici che contano. Come la provenienza socio-economica degli alunni, l’analisi e le esigenze del territorio, il livello culturale delle famiglie. Senza contare la mancata considerazione per le indicazioni contenute nel Piano dell’offerta formativa redatto da ogni scuola.
Appare evidente che se venisse approvato questo regolamento, le scuole più in difficoltà ed i loro alunni si ritroverebbero affossati. “Il regolamento di valutazione degli istituti in via di approvazione – dichiara Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – non tiene minimamente conto di aspetti centrali per le caratteristiche dell’offerta formativa e dei livelli di didattica raggiungibili. Ignora del tutto, inoltre, l’inevitabile influenza del territorio sulla qualità della didattica. Tutti elementi che influiscono pesantemente sul curricolo degli alunni. E sul Pof di ogni istituto”.
Per tutti questi motivi l’Anief non può che opporsi a questo miope modo di classificare gli istituti. “La nostra presa di posizione – spiega Pacifico – non è un volersi opporre all’introduzione del sistema di valutazione delle scuole. Ma, di sicuro, questa non può limitarsi alla fredda compilazione di moduli o slide ministeriali. Né tantomeno alla somministrazione di prove Invalsi, che snaturano la centralità dell’alunno, del Pof e dell’autonomia scolastica. Approvare un modello di questo genere – conclude il presidente Anief – smonterebbe, in poche parole, il processo docimologico avviato nell’ultimo ventennio”.