Ogni alunno merita la scuola

Ogni alunno merita la scuola

Desta grande preoccupazione e amarezza la notizia del diffondersi dei test d’ingresso alle scuole superiori.
Evidentemente cresce il numero di coloro che pensano di sostituire in Costituzione il diritto allo studio con il dovere di aver studiato, visto che lo si ritiene la condizione per accedervi.

Così facendo, all’obbligo d’istruzione valido per tutti non corrisponde più quello speculare della scuola, di istruire tutti secondo i propri interessi, ma solo quella parte che se lo merita.
Paghiamo le conseguenze del dilagare di una pessima idea di merito, usata ipocritamente come necessità di selezione in entrata, in luogo di quella costituzionale, di garanzia del raggiungimento dei più alti livelli d’istruzione in uscita, a chiunque lo meriti.

Di nuovo un principio di “promozione” viene stravolto in un principio di esclusione.
Ma il punto è che tutti i nostri giovani “meritano” la scuola; una scuola che sappia accompagnare tutti verso i più alti livelli possibili per ciascuno.
E non si dica che chi non passa il test può comunque sistemarsi in altre scuole: ogni selezione è un elemento di omologazione che pone il simile accanto al simile.
Non possiamo tornare alla scuola dei fuchi aristocratici e delle api operaie: deve passare la consapevolezza che la diversità di chi apprende, al pari di quella dei modi di apprendere, sono la ricchezza della scuola e la sua principale risorsa.
Senza dimenticare che la scuola con gli alunni più bravi è la stessa nella quale tutti gli alunni diventano più bravi.

 

Giuseppe Bagni

presidente nazionale del CIDI

Docenti inidonei: firmato il decreto interministeriale

Docenti inidonei: firmato il decreto interministeriale

Ma mancano le firme del MEF e della Funzione Pubblica

Questa mattina il Miur ha presentato (per voce del Dott. De Angelis) la bozza di decreto interministeriale. Ieri, come sempre al´ultimo momento il Ministro ha firmato il provvedimento, ma resta una norma non efficace perché mancano le firme del Ministro dell´Economia e delle Finanze e del Ministro della Funzione Pubblica.

Le OO.SS. hanno preso atto che l´amministrazione ha recepito alcune delle osservazioni proposte nei precedenti incontri (si vedano ad es. le norme relative alla cessazione dal servizio). Ciò nonostante resta la forte critica sulla scelta politica effettuata dal Governo quando ha deciso per soli scopi di taglio della spesa corrente, di costringere i docenti inidonei a transitare nel personale ATA, senza alcuna preparazione, motivazione e professionalità.

FGU-Gilda degli Insegnanti, anche a fronte delle indiscrezioni per un probabile intervento legislativo di revisione della questione (ricordiamo che eventuali disegni di legge hanno bisogno di un governo in carica..) chiede che si proceda alla cassazione delle norme che obbligato il personale a transitare nei ruoli del personale ATA, che si consenta la mobilità solo a livello volontario e che si aprano finalmente concrete possibilità di porre in essere forme di mobilità intercompartimentale verso quegli enti (si veda ad es. gli enti locali) che da anni sono spinti a ridurre le biblioteche pubbliche a causa della mancanza di risorse umane.

FGU-Gilda degli Insegnanti ribadisce che questa incredibile situazione sarebbe stata facilmente superata e risolta se il ministro Profumo avesse avuto la capacità politica di intervenire con l´organico funzionale di scuole o di reti di scuola. Evidentemente Profumo ha preferito per il momento a fare il venditore di tablet, lim, registri elettronici e a delegare le scelte di contenuto relative al sistema formativo del nostro Paese a Invalsi, Indire e Ispettori. Intanto attendiamo ancora lumi sull´avvio dei TFA speciali e sull´attivazione dei tirocini dei TFA ordinari…

Personale inidoneo, organico Ata e immissioni in ruolo, dati sui pensionamenti

Personale inidoneo, organico Ata e immissioni in ruolo, dati sui pensionamenti

I temi della riunione al ministero

Il resoconto della riunione

In data 21 marzo si sono tenuti incontri su: personale inidoneo, problematiche personale Ata, dati sui pensionamenti. Per la UIL Scuola hanno partecipato Pasquale Proietti ed Antonello Lacchei

Personale inidoneo
Il Miur ha illustrato alle organizzazioni sindacali il testo del Decreto interministeriale relativo al personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute e al personale docente titolare dei contingenti ad esaurimento denominati “C555” e “C999” che, in applicazione delle norme sulla revisione della spesa (art. 14, cc. 13 e 14, Legge n.135/12), prevede le modalità di passaggio ai ruoli Ata.
I contenuti del DL, il cui iter deve essere ancora perfezionato con la firma dei ministri della funzione pubblica e dell’Economia, non si discostano da quanto riferito nel report del 6 marzo 2013 sui ruoli Ata.
In particolare, al fine di evitare situazione di soprannumerari età, prevede un’applicazione graduale.
Accogliendo le richieste dei sindacati, nel testo è stata ripristinata la possibilità, per i docenti interessati, di chiedere la dispensa dal servizio, come previsto dalla normativa precedente.
Per gli ITP delle classi di concorso “C555” e “C999” in possesso di titolo è prevista la possibilità di passaggio ad altra classe di concorso.
Sul testo la Uil scuola ha proposto le seguenti modifiche:
– Art. 1/5: prima del passaggio del personale nei ruoli Ata, verificare le disponibilità in altre amministrazioni. In presenza di disponibilità procedere direttamente alla mobilità intercompartimentale.
A questo fine rendere disponibili tutti i posti in organico non ancora impegnati per eventuali concorsi;
– Art. 2/2: in caso di concorrenza tra più aspiranti, chiarire i criteri da adottare ai fini dell’attribuzione della sede, salvaguardando il diritto di scelta in base alla graduatoria;
– 5/3: prevedere, ai fini pensionistici, l’accesso al trattamento con i requisiti precedenti alla riforma Fornero.
Su tutta la materia la Uil scuola ha ribadito la netta contrarietà sia sul merito delle questioni che sul metodo adottato, che accentua la situazione di incertezza delle persone interessate.

Personale Ata
La UIL Scuola ricordando che l’accordo sottoscritto all’Aran lo scorso anno ha previsto un piano pluriennale di assunzioni, che nei tre anni deve portare alla copertura di tutti i posti in organico di diritto, ha chiesto che le nomine Ata siano fatte nell’anno in corso, per tutti i profili e su tutti i posti vacanti, proseguendo anche nella mobilità professionale.
È stato concordato di procedere con riunioni specifiche sugli aspetti relativi al reclutamento, all’organico, alla mobilità professionale, alla retribuzione degli affidamenti di più scuole e della indennità di funzioni superiori, alla formazione, a partire dalla prima settimana di aprile.
In particolare la Uil ha sollecitato, nella sede del confronto sull’organico ATA, una efficace redistribuzione dei posti alla luce del dimensionamento della rete scolastica e dei nuovi carichi di lavoro, la costituzione di posti di area C e l’estensione dell’area tecnica in ogni scuola.

Pensionamenti
Nel corso dell’incontro il MIUR ha fornito i dati dei pensionamenti del personale che, ad oggi, registrano 10.009 docenti ed educatori e 3.343 ATA.

 

Pensionamenti scuola: confermata la drastica riduzione

Pensionamenti scuola: confermata la drastica riduzione

Finalmente il Ministero ha reso pubblici i dati provvisori delle domande di pensionamento del personale della scuola.
Malgrado tutti i proclami sulle procedure on-line, questi dati già noti al momento della chiusura delle domande (5 febbraio), sono stati mantenuti “segreti” fino ad oggi.

Il dato conferma la drastica riduzione dei pensionamenti, che oltre a non dare risposta a chi avrebbe avuto i requisiti pre-riforma, danneggiano pesantemente i lavoratori precari a cui viene negata la prospettiva di stabilizzazione.
Dai questi primi dati si ricava una riduzione di quasi il 50% rispetto allo scorso anno. I docenti sono solo 10.009 contro le oltre 20.000 dello scorso anno e gli ATA sono solo 3.343 contro le oltre 5.000 dello scorso anno.
Con questi dati sicuramente avremo meno assunzioni e perfino l’attuale concorso rischia di non avere posti sufficienti. Altro che nuovo concorso!

A fronte di questa situazione per la FLC CGIL due operazioni sono prioritarie:

“riformare” la riforma Fornero per consentire ai giovani l’accesso al lavoro
investire nel sistema dell’istruzione per restituire alle scuole organico e risorse.
Anche su questi obiettivi si fonda la nostra mobilitazione che prevede un presidio del personale precario dei nostri comparti il 10 aprile a Roma presso il Ministero dell’Istruzione.

Il presidente del Camera Laura Boldrini sostiene gli inidonei

INACCETTABILE

Il presidente del Camera Laura Boldrini sostiene gli inidonei

Il Ministro Profumo li condanna e li deporta

Il presidente della Camera, Laura Boldrini, ringrazia gli inidonei che le hanno scritto per la puntuale e precisa segnalazione di un problema assai grave e che coinvolge tanto i docenti inidonei quanto il personale amministrativo e dichiara di rendersi conto di quanta possa essere la frustrazione di entrambe le categorie coinvolte e di quante vite sarebbero sconvolte da questo provvedimento. Pur consapevole dello scarso e limitato tempo a disposizione, si impegna a fare tutto ciò che è nelle sue possibilità e capacità per evitare che venga adottato un decreto che rischia di penalizzare migliaia di persone.

Ma mentre  il messaggio di speranza e di alto profilo umano del Presidente della Camera fa il giro dei net-work il Ministero dell’istruzione e il suo ministro

Francesco Profumo, condannano i docenti malati,

Docenti Inidonei

a) Transitano sui posti di assistenti amministrativi o tecnici che si rendono annualmente vacanti e disponibili (cioè sono costretti ad abbandonare le scuole che hanno scelto nonostante siano vicine alle proprie abitazioni o ospedali da raggiungere in caso di urgenza);

b) se si sottopongono a visita e sono guariti possono tornare sul ruolo docente;

c) in ogni scuola non può esserci più di un posto ATA per gli inidonei (ma se sono in grado di fare gli ATA perché si ritiene che più di una unità sia nociva per la collettività?) ;

d) chi è in servizio presso gli uffici periferici dell’amministrazione può richiedere di permanervi, previo parere positivo del dirigente (sappiamo che alcuni direttori generali hanno nelle proprie segreterie inidonei da garantire);

e) se nella domanda di passaggio non si specifica il profilo presso cui essere spostati si viene spostati di ufficio sui posti dei tecnici o sui posti dei collaboratori scolastici – ex bidelli – (se si sbaglia domanda si è  puniti);

f) chi è già “inidoneo” è inquadrato nel ruolo del personale ATA a partire dal 1° settembre 2012 con decreto collettivo del direttore regionale (la punizione è retroattiva) ;

g) il personale inidoneo deve conteggiare il punteggio posseduto per avere la sede provvisoria richiesta (il personale deve anche fare da solo i conteggi del proprio punteggio).

Precari Assistenti Amministrativi/Tecnici

Devastate anche le vite di migliaia di precari amministrativi e tecnici che, saranno licenziati in tronco dopo dieci/quindici anni di servizio e, nell’attuale situazione di crisi economica, non riusciranno più a ricollocarsi nel mondo del lavoro. Lo spreco dello professionalità acquisite e l’impossibilità di sostituire compiutamente unità di organico le cui funzioni non potranno essere ricoperte da personale malato e destinato ad assentarsi per terapie continue e costanti, renderà le segreterie, già duramente provate per i tagli di organico, ingestibili, con conseguente caos nelle scuole e allargamento delle sacche del disagio sociale.

Nel frattempo alcune forze politiche stanno intervenendo su inidonei e precari e mentre la senatrici Francesca Puglisi ha presentato proprio in queste ore una proposta di legge che invalida il Decreto interministeriale già firmato da Profumo, il M5S (a firma Catalfo, Serra, Montevecchi, Anitori, Morra, Mussini, Lucidi, Vacciano, Bignami, Nugnes, Moronese,Girotto e Pepe) ha depositato un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro per ricevere risposte chiare e ultimative e stanno predisponendo un apposito disegno di legge.

Anna Grazia Stammati

(esecutivo nazionale cobas)

Personale inidoneo e Itp in sovrannumero

Personale inidoneo e Itp in sovrannumero: il ministro Profumo firma un decreto illegittimo e inaccettabile, che mortifica la professionalità di migliaia di lavoratori della scuola.

 

ANIEF annuncia un nuovo ricorso al Tar per annullare il provvedimento alla firma, nei prossimi giorni, del Mef e della Funzione Pubblica. I lavoratori inidonei e delle classi di concorso C999 e C555 che intendono partecipare al ricorso possono chiedere informazioni scrivendo a riconversione@anief.net.

 

Dopo tanta inutile attesa il Miur conferma in toto la linea introdotta con la spending review di mezza estate, la Legge 135/2012, e dispone il passaggio tra il personale Ata sia di 3.084 docenti dichiarati non più idonei all’insegnamento, sia di 460 insegnanti tecnico pratici appartenenti alla classe di concorso C999 e altri 28 titolari nella C555. Per gli inidonei, inoltre, si profila la possibilità di essere trasferiti coattivamente presso un’altra amministrazione pubblica.

 

Non recependo quanto proposto per mesi dall’Anief, agli Itp non viene data invece la possibilità di abilitarsi, qualora in possesso del prescritto titolo, attraverso i Tfa. Né si concede loro di poter accedere a quell’organico funzionale (peraltro previsto dalla legge) che avrebbe fatto comunque valere le loro competenze sempre operando in ambito scolastico.

 

L’unica nota apprezzabile di questo decreto è che apre una ‘finestra’ di accesso per coloro che, avendo i requisiti previsti dalla normativa vigente, possono accedere al pensionamento. Tuttavia si tratta di una parte minimale degli oltre 3.500 docenti coinvolti nell’indegna operazione.

 

La decisione del Ministero di cambiare unilateralmente il profilo professionale di tanti insegnanti della scuola – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola – rappresenta l’apice della cattiva gestione dell’istruzione pubblica italiana. Contemporaneamente si mortificano tantissimi professionisti, in buona parte vittime di seri problemi di salute, anche derivanti da cause di servizio, utilizzandoli su ruoli a loro sconosciuti; si lasciano prive del personale addetto le biblioteche scolastiche; si usa ancora una volta come ‘ruota di scorta’ il delicato comparto del sostegno agli alunni disabili“.

 

Per tutti questi motivi – conclude Pacifico – quella fatta dal Miur è una scelta davvero grave. Contro la quale, appena sarà resa efficace, a seguito delle firme apposte dagli altri ministeri competenti, il nostro sindacato si opporrà strenuamente. Rivolgendosi a tutte le sedi giudiziarie competenti“.

 

I lavoratori che intendono partecipare al ricorso possono chiedere informazioni scrivendo a riconversione@anief.net.

INIDONEI/ PRECARI / ITP CONVINCONO IL NUOVO PARLAMENTO MA SINDACATI E MIUR DICONO NO

INIDONEI/ PRECARI / ITP CONVINCONO IL NUOVO PARLAMENTO MA SINDACATI E MIUR DICONO NO

Anche ieri i docenti inidonei, i precari amministrativi e tecnici e gli ITP  hanno dato bella prova di sé, ritrovandosi solo dopo una settimana, al MIUR, per chiedere conto alle Organizzazioni sindacali che siedono al tavolo della trattativa e all’amministrazione, del nuovo Decreto Interministeriale che i solerti funzionari del MIUR hanno preparato per dare seguito a quanto previsto nella spending review di luglio.

Già il 12 marzo scorso i lavoratori e le lavoratrici avevano manifestato e chiesto l’apertura di un tavolo tecnico tra i lavoratori, le organizzazioni sindacali e l’amministrazione, per discutere del decreto con il quale si vorrebbero ‘deportare’ 3.500 docenti malati (insieme a 500 Insegnanti tecnico pratici) dalle biblioteche, dai laboratori, dalle attività di supporto alla didattica (su cui sono oggi utilizzati/e) sui posti dei precari amministrativi e tecnici che verrebbero definitivamente licenziati.

Ciò non è stato possibile, per l’assoluta opposizione delle organizzazioni sindacali che anche nella giornata di ieri si sono blindate nella stanza della trattativa al MIUR impedendo ai funzionari di ricevere i manifestanti.

Ma mentre i sindacati si contrappongono a qualunque movimento radicale di opposizione, il nuovo Parlamento risponde positivamente agli appelli e sia dal presidente della camera Laura Boldrini sia dai senatori e onorevoli del M5S (Ruocco, Catalfo, Morra, Serra) che dalla senatrice del PD (Francesca Puglisi), sono arrivate risposte puntuali e precise, che prendono atto di vite sconvolte e “penalizzate”, e mettono in campo un concreto impegno (attraverso interrogazioni, proposte di legge, richieste di chiarimento), per risolvere la situazione.

La decisa protesta di inidonei/precari amministrativi e tecnici e ITP ha costretto però i sindacati a non accogliere il testo nella stessa giornata del sit-in, perché sarebbero stati assediati per tutta la giornata ed hanno perciò rimandato a oggi la discussione, ma una delegazione è lì per farsi dare nell’immediato il testo di un decreto che il MIUR non ha voluto consegnare a nessuno e che sino a ieri avevano solo funzionari e OOSS.

Oggi inidonei, precari e ITP consegneranno immediatamente in Parlamento il testo, chiedendo contestualmente, a chi ha dimostrato loro vicinanza e solidarietà, di trasformare in azione concreta tale vicinanza, prendendo atto del totale scollamento tra parti delle stesse istituzioni, che rifiutando di vedere il nuovo assetto politico-sociale, continuano a perseguire interessi di casta.

Anna Grazia Stammati

( esecutivo nazionale cobas)

21 marzo Spese Pubblico Impiego e Reclutamente dirigenti

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 21 marzo 2013, ha esaminato il regolamento di contenimento delle spese del pubblico impiego ed ha approvato il regolamento del sistema di reclutamento e formazione dei dirigenti e funzionari pubblici.

Il Consiglio, su iniziativa del Ministro dell’economia, di concerto con il Ministro della Pubblica amministrazione e semplificazione, ha proposto di avviare l’iter concernente il regolamento di contenimento delle spese del pubblico impiego. Questo consentirà al prossimo governo di scegliere tra la proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali portando a termine la procedura del regolamento, come previsto dal decreto legge 98 del 2011; oppure di trovare una diversa copertura e così evitare per il 2014 il blocco delle progressioni e degli automatismi retributivi nel pubblico impiego. (…)

A. SISTEMA DI RECLUTAMENTO E FORMAZIONE DEI DIRIGENTI E FUNZIONARI PUBBLICI

Su proposta del Ministro della pubblica amministrazione e semplificazione il Consiglio ha approvato in via definitiva, dopo aver acquisito i pareri del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari competenti, un regolamento che attua la legge n. 135 del 2012 (spending review – confronta comunicato stampa n. 38 del 05 luglio 2012) derivante dalla unificazione (così come richiesto dal Consiglio di Stato) dei due schemi di regolamento in materia di riordino del sistema di reclutamento e formazione dei dipendenti pubblici da parte delle scuole pubbliche di formazione e di disposizioni per il corso-concorso per funzionari e dirigenti pubblici approvati in via preliminare dal Consiglio dei ministri del 22 gennaio 2013 (confronta comunicato stampa n. 66 del 22 gennaio 2013).

Queste le novità principali del regolamento:

1. la Scuola superiore della PA (rinominata Scuola nazionale dell’amministrazione) assieme all’Istituto diplomatico “Mario Toscano”, la Scuola superiore dell’economia e delle finanze, la Scuola superiore dell’amministrazione dell’interno – SSAI, la Scuola di formazione e perfezionamento del personale civile della difesa e la Scuola superiore di statistica e di analisi sociali ed economiche, costituisce il Sistema unico del reclutamento e della formazione pubblica.

2. L’azione del Sistema unico verrà indirizzata dal “Comitato per il coordinamento delle scuole pubbliche di formazione”, presieduto dal Presidente del Consiglio e composto dagli organi di vertice delle Scuole del Sistema unico, che coordina la pianificazione dell’attività di formazione e reclutamento di funzionari e dirigenti, ma anche l’utilizzo delle risorse umane (in particolare del personale docente), finanziarie e logistiche (sedi e locali delle Scuole).

3. Il Dipartimento della funzione pubblica elabora ogni anno il “Piano triennale previsionale di reclutamento di dirigenti e funzionari nelle amministrazioni dello Stato anche ad ordinamento autonomo e negli enti pubblici nazionali”, che viene successivamente approvato dal Consiglio dei Ministri.

4. Il reclutamento dei funzionari e dei dirigenti nelle amministrazioni statali, anche a ordinamento autonomo, e negli enti pubblici non economici, avverrà per metà dei posti con il sistema unico di reclutamento.

5. Le amministrazioni sono tenute ad adottare, entro il 30 giugno di ogni anno, un Piano triennale di formazione del personale, da trasmettere al Comitato che provvede a redigere il “Programma triennale delle attività di formazione dei dipendenti pubblici”, secondo il criterio della programmazione a scorrimento entro il 31 ottobre di ogni anno.

6. Il sistema di reclutamento e formazione di dirigenti e funzionari viene ridefinito in base a quattro obiettivi: concentrare, snellire e rendere più economiche le procedure concorsuali; garantire l’eccellenza dell’attività formativa generale; strutturare i corsi di formazione in modo da assicurare il più elevato livello di specializzazione professionale degli allievi; subordinare l’assunzione degli allievi al superamento di prove valutative che assicurino l’effettiva selezione dei più meritevoli.

7. Per i funzionari le novità riguardano i requisiti minimi di accesso al corso-concorso (laurea specialistica/magistrale o diploma di laurea per i candidati non dipendenti pubblici e laurea triennale per i dipendenti pubblici); le modalità di svolgimento (durata complessiva di 9 mesi di cui i primi sei di formazione generale presso la Scuola nazionale di amministrazione e le altre Scuole del Sistema unico e i successivi tre mesi di formazione specialistica svolta presso le amministrazioni di destinazione degli allievi, utilizzando anche le strutture delle Scuole di riferimento); il trattamento economico degli allievi.

8. Per i dirigenti le novità riguardano il trattamento economico e le modalità di svolgimento del corso (con una fase di formazione generale, della durata di otto mesi, svolta dalla Scuola nazionale di amministrazione e una fase di formazione specialistica, della durata di quattro mesi, alla cui organizzazione provvede il Comitato tramite le Scuole di riferimento o, in mancanza, con la Scuola nazionale di amministrazione.

Innovazione, Profumo lancia la Social Innovation Agenda italiana

Innovazione, Profumo lancia la Social Innovation Agenda italiana

Selezionati 40 progetti del bando
Social Innovation Nazionale. Pronti 25 milioni di euro

Il bilancio di un anno di lavoro:
75 milioni di euro per 97 progetti di Social Innovation attivati
Coinvolti 430 giovani under 30

 

(Roma, 21 marzo 2013) Il punto sugli interventi finora realizzati, le risorse e i progetti già avviati, e l’inizio di un percorso che porterà alla costruzione della prima Social Innovation Agenda italiana. La presentazione, oggi al Miur, dei bandi Social Innovation sulle Aree della convergenza (40 Mln), nazionale (25 Mln) e all’interno del bando Start – up con la misura Social Innovation Cluster (7 Mln), è stata l’occasione per il Ministro Francesco Profumo di lanciare il percorso che porterà alla costruzione, per la prima volta in Italia, della Social Innovation Agenda italiana.

Nella giornata di oggi è stato presentato il documento di sintesi “La Via Italiana alla Social Innovation Agenda”, che costituisce un primo quadro di indirizzo delle attività che l’Italia può mettere in campo in questo senso nei prossimi anni. Le linee guida del documento sono state illustrate dal think tank per le politiche per l’innovazione del Miur. Partendo dalla raccolta di esperienze italiane e internazionali (come quella di Nesta Uk, una delle migliori pratiche in Europa, e speaker all’evento), gli indirizzi comprendono azioni concrete e obiettivi in materia di politiche pubbliche, nuovi strumenti finanziari legati all’impatto sociale, grandi obiettivi di misurazione dell’impatto, modelli di accelerazione, pratiche inclusive e partecipative per una nuova generazione di servizi pubblici.

Social Innovation Nazionale
Tra le iniziative di ricerca e innovazione che hanno caratterizzato l’azione del Miur sotto la guida del ministro Profumo, particolare rilievo ha assunto l’attenzione dedicata al ruolo “sociale” dell’investimento pubblico in ricerca. Sotto questo profilo, dopo il bando Social Innovation Pon – dedicato alle quattro regioni della Convergenza (Sicilia, Puglia, Campania e Calabria) e la presentazione dei relativi progetti approvati nel giugno 2012 – sono stati selezionati 40 progetti nell’ambito del bando Social Innovation Nazionale, dedicato cioè a tutte le regioni d’Italia, e sempre rivolto ai giovani innovatori con meno di 30 anni. Le idee selezionate hanno l’obiettivo di offrire soluzioni innovative ai problemi legati alla sicurezza del territorio, l’invecchiamento della società, l’architettura sostenibile, il welfare, la domotica, i servizi della pubblica amministrazione, la salute, la scuola, la gestione delle risorse idriche, il patrimonio culturale, l’ambiente e la mobilità. Il costo complessivo dei progetti è di circa 25 milioni di euro, mentre il costo di ciascuna iniziativa non potrà superare il milione di euro. Le iniziative previste coinvolgeranno 121 soggetti, tra università, enti di ricerca e aziende. L’età media dei giovani innovatori promotori dei progetti è di 27 anni.

I numeri di un anno di lavoro
Complessivamente, considerando anche il precedente bando rivolto alle regioni Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, il Ministero, a fronte di uno stanziamento di risorse pubbliche pari a 65 milioni di euro, ha attivato in un anno di lavoro ben 97 progetti di Social Innovation, per un costo di circa 75 milioni di euro. I giovani innovatori coinvolti sono stati 430. L’età media è di 27 anni.
Il MIUR ha inoltre, di recente, stanziato ulteriori 7 milioni di euro nell’ambito del Bando Start-Up, dedicati espressamente al tema della Social Innovation.

Perché Social Innovation:
L’innovazione dal basso che nasce tra i più giovani
Il Miur in questo anno ha dato particolare rilievo al ruolo “sociale” dell’investimento in ricerca, all’idea cioè che ogni euro di risorse pubbliche investite può e deve avere un “ritorno”, una ricaduta a livello “sociale”, per contribuire alla soluzione di bisogni e problemi presenti nella società e nelle comunità in cui viviamo. Con questo obiettivo il Miur ha elaborato i bandi dedicati ai progetti di ricerca nell’ambito delle “Città Intelligenti” (Smart Cities), all’interno dei quali hanno trovato posto le specifiche azioni di sostegno alla Social Innovation. L’idea è dare risposta a bisogni sociali attraverso soluzioni innovative e con il coinvolgimento creativo degli stessi utenti, ovvero di coloro che avvertono ed esprimono i bisogni da soddisfare e i problemi da risolvere. Con Social Innovation,dunque, il Miur ha superato l’approccio verticistico, o calato “dall’alto”, in favore di una moltitudine di idee e iniziative provenienti “dal basso”, dalla società appunto, e dalle esperienze quotidiane dei più giovani. Entrambi i bandi, infatti, sono stati dedicati ed hanno visto protagonisti giovani innovatori al di sotto dei 30 anni, nella consapevolezza che si debbano sostenere e assecondare le energie e la creatività presenti nel Paese, in particolare tra le nuove generazioni.

Le prospettive di sviluppo:
la Social Innovation Agenda italiana
Le risorse investite con il bando Smart Cities and Communities, e le misure ad hoc destinate ai progetti di Social Innovation, dimostrano l’attenzione riservata dal Governo a questi temi. Iniziative che si aggiungono agli interventi normativi in merito alle “imprese innovative a vocazione sociale”, agli strumenti innovativi di finanziamento (crowdfunding), le iniziative di trasparenza e partecipazione (le consultazioni pubbliche sull’Agenda Digitale) e l’accesso ai dati pubblici (OpenCoesione e Open Data Miur). Così, a partire dalle esperienze realizzate dagli USA – dove il Presidente Obama ha istituito nel 2009 l’Office of Social Innovation – e delle Istituzioni europee, anche l’Italia ha cominciato a tracciare la sua via alla Social Innovation, in quanto espressione di cittadinanza attiva, creatività e organizzazione della società civile, delle comunità on line e dell’imprenditoria capace di generare soluzioni innovative alle nuove sfide sociali e ambientali.

SOCIAL INNOVATION AGENDA

SOCIAL INNOVATION AGENDA

La Social Innovation nell’Agenda delle Istituzioni

MARZO 2013

A seguito dell’analisi condotta e della consultazione della comunità di es- perti sono state raccolte le seguenti raccomandazioni e proposte utili nella definizione di nuove politiche per la Social Innovation attraverso 5 aree di intervento.

Sommario

  1. Politiche Pubbliche: Proposte
  2. Finanza per La Social Innovation: Proposte
  3. Misurazione e Impatto della Social Innovation: Proposte
  4. Metodi e Processi per la Social Innovation: Proposte
  5. Accelerare la Social Innovation: Proposte

 

21 MARZO 2013 – GIORNATA MONDIALE SULLA SINDROME DI DOWN

21 MARZO 2013 – GIORNATA MONDIALE SULLA SINDROME DI DOWN
ANFFAS ONLUS: “RISPETTO E TUTELA DEI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITA’ INTELLETTIVA E/O RELAZIONALE, ANCHE NELLA FORMAZIONE ED INFORMAZIONE”

Si celebra oggi, 21 marzo 2013, la Giornata Internazionale delle Persone con Sindrome di Down, evento riconosciuto dall’ONU che rappresenta un importante appuntamento per informare e sensibilizzare sui temi relativi alla Sindrome di Down e che si svolge il 21 marzo proprio perché il 21 è il numero della coppia cromosomica presente all’interno delle cellule che caratterizza la Sindrome di Down.

Così come già fatto per la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, 3 dicembre di ogni anno, anche in questa occasione Anffas Onlus vuole evidenziare come l’attenzione ai diritti delle persone con disabilità debba essere prestata ogni giorno e non solo in concomitanza di eventi come quelli odierni e per quanto concerne in particolare le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, Anffas Onlus sottolinea l’importanza della tutela anche del diritto alla formazione ed informazione, elemento troppo spesso sottovalutato o non preso in considerazione.

L’Associazione quindi vuole riaffermare la necessità di continuare a lavorare per eliminare le barriere relative all’accesso alla formazione ed informazione e alla partecipazione attiva a tutti gli ambiti della vita, nonché all’accesso al mondo del lavoro “vero”, e tali concetti saranno portati all’attenzione dell’opinione pubblica anche il prossimo 7 aprile 2013, giorno in cui si svolgerà “Anffas in Piazza – VI Giornata Nazionale della Disabilità Intellettiva e/o Relazionale”, la manifestazione nazionale promossa e organizzata da Anffas Onlus volta a sensibilizzare ed informare i cittadini sui temi della disabilità intellettiva e/o relazionale.

“Sono migliaia le persone con sindrome di down” dichiara Roberto Speziale, Presidente Nazionale dell’Associazione “che afferiscono ad Anffas. Cinquantacinque anni fa – quando l’Associazione è stata fondata – la maggior parte di loro viveva vite brevi, di esclusione dal mondo della scuola e del lavoro, di negazione dell’espressione di abilità e potenzialità”. “Oggi” prosegue il Presidente “grazie ai progressi scientifici e culturali, ma anche all’impegno delle famiglie, fortunatamente le loro possibilità di affermazione e raggiungimento di una buona qualità della vita sono considerevolmente aumentate. Ma c’è ancora molto da fare, soprattutto nel campo dell’inclusione scolastica e lavorativa e della piena partecipazione alla nostra società”.

“Anffas” conclude Speziale “proprio in questi mesi sta diffondendo anche in Italia, attraverso il progetto Pathways 2 (realizzato in collaborazione con Inclusion Europe e co-finanziato dal Programma per l’apprendimento dell’Unione Europea) strumenti ed esperienze relative al “linguaggio facile da leggere” utili a garantire l’accesso alla formazione ed informazione delle persone con disabilità intellettiva. Speriamo che questi strumenti possano trovare la massima applicazione anche nel nostro Paese e che possano rappresentare opportunità in più per tutte le persone con sindrome di down, e non solo”.

Test ingresso scuole superiori

Alcune scuole superiori hanno deciso di sottoporre ad un test d’ingresso gli alunni provenienti dalla scuola media per selezionare le proprie matricole sostenendo che ci sono troppe richieste di iscrizioni, soprattutto ai licei, e che gli spazi sono ridotti. Altri dicono di voler motivare maggiormente i futuri alunni del liceo.

L’Uciim, nello stigmatizzare questo comportamento, ritiene che tale metodo sia in contrasto con la nostra Costituzione soprattutto perché si violano gli articoli 3, 33 e soprattutto 34 che così recita: “La scuola è aperta a tutti.  L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.

Inoltre, tenuto conto che i primi due anni della scuola superiore rientrano nell’obbligo scolastico, non si possono creare barriere e ostacoli di alcun genere al diritto all’istruzione e alla formazione.

Con tali atteggiamenti, infine, si colpisce la funzione sociale ed educativa della nostra scuola, creando discriminazioni soprattutto per le classi meno abbienti.

Facciamo appello al Ministro affinchè intervenga per mettere fine a tali sistemi sperequativi e a pratiche scandalose.

La Presidenza nazionale UCIIM

Mobilità: tra passaggio di cattedra e trasferimento quale movimento precede?

da Tecnica della Scuola

Mobilità: tra passaggio di cattedra e trasferimento quale movimento precede?
di L.F.
Oltre alla semplice domanda di trasferimento nello stesso ordine di scuola, è possibile richiedere il passaggio di ruolo da un ordine di scuola ad un altro e solamente per i docenti delle scuole secondarie di I e II grado il passaggio di cattedra dalla classe di concorso di titolarità ad un’altra, in cui si è abilitati, dello stesso ordine e grado d’istruzione
Tali tipologie di mobilità possono essere richieste anche contestualmente. Per i docenti delle scuole ed istituti di istruzione secondaria che intendono chiedere contemporaneamente trasferimento e passaggio di cattedra, devono precisare, nell’apposita sezione del modulo-domanda di passaggio di cattedra, a quale movimento (trasferimento o passaggio di cattedra) intendono dare precedenza e, in caso di più domande di passaggio di cattedra, con quale ordine intendono che esse siano trattate. In mancanza di indicazioni chiare e precise, viene data precedenza al trasferimento e, nel caso di più domande di passaggio di cattedra, si segue l’ordine di elencazione delle classi di concorso secondo il D.M. n. 39/1998. La richiesta di passaggio di cattedra per taluna classe di concorso con precedenza rispetto al trasferimento e per altra classe di concorso in subordine alla domanda di trasferimento non è presa in considerazione. In tal caso, le domande sono trattate secondo le suddette modalità. Quanto detto viene regolato dal comma 4 dell’art.8 dell’ordinanza ministeriale del 13/03/2013. Per quanto riguarda i passaggi di ruolo, essi non sono regolamentati nello stesso modo dei passaggi di cattedra. Nel caso dei passaggi di ruolo non esiste la possibilità di precisare a quale movimento si intende dare precedenza. Infatti per quanto scritto nell’art. 14 comma 1 della su citata ordinanza ministeriale, nel caso di presentazione di domande di trasferimento, di passaggio di cattedra e di passaggio di ruolo, il conseguimento del passaggio di ruolo rende inefficace la domanda di trasferimento e/o di passaggio di cattedra o il trasferimento o passaggio di cattedra eventualmente già disposto. Per cui nel caso in cui si debba richiedere un tipo di mobilità articolata tra trasferimenti e passaggi di cattedra / ruolo, si consiglia di prendere attentamente visione degli artt. 8 e 14 dell’ordinanza sulla mobilità.

Chi paga le spese processuali per il comportamento antisindacale dei ds?

da Tecnica della Scuola

Chi paga le spese processuali per  il comportamento antisindacale dei ds?
di Lucio Ficara
A pagare le malefatte di certi dirigenti scolastici, condannati dai tribunali per comportamenti antisindacali, non è, come dovrebbe essere, lo stesso dirigente, ma è il Miur. In pratica i soldi per rifondere le spese processuali e gli avvocati di parte vengono esborsati dalle casse del Miur e quindi della collettività: un obbrobrio.
Spesso leggiamo alcune sentenze emesse dai tribunali, che esplicando le funzioni tipiche del giudice del lavoro, condannano, per evidente comportamento antisindacale, i dirigenti scolastici a cessare immediatamente il predetto comportamento, e quello che è peggio, condannano il Ministero dell’istruzione a pagare le spese processuali. Quest’anno con grande ritardo rispetto agli scorsi anni, è arrivato il momento topico di sottoscrivere il contratto integrativo d’Istituto, che spesso è motivo di contenzioso, per la cocciutaggine di alcuni DS a volere disattendere l’art. 6 comma 2, punti h), i), m), del CCNL 2006 /2009. Questo è un nodo cruciale che mette, le associazioni dei presidi contro le organizzazioni sindacali del personale scolastico. In particolare le rappresentanze dei Ds, spingono, con decisione e convinzione, per l’applicazione del d.lgs. 150/2009, che a loro dire ascrive le materie su citate dell’art. 6, all’esercizio dei poteri, esclusivi ed unilaterali, del dirigente scolastico, rifiutando di contrattare con le RSU sui temi dell’organizzazione del lavoro, mentre le OO.SS. ritengono tale comportamento un grave comportamento antisindacale ex art. 28 legge 300/1970. Come emerge anche da recenti sentenze e relative motivazioni, bisogna ricordare che la materia dell’art. 6 comma 2, punti h), i) , m), del CCNL 2006 /2009, rientra nella contrattazione d’Istituto e non rientra assolutamente nell’applicazione dell’art. 54 del d.lgs. 150/2009. Il tribunale di Torino, Firenze, Bologna, Lucca, ma tanti altri ancora, ritengono la materia ai punti h), i), m), dell’art. 6 comma 2, del contratto scuola vigente, materia di “confine” tra l’ambito della concreta organizzazione del lavoro e l’ambito dell’effetto che le scelte organizzative esercitano sulle condizioni del lavoro del personale scolastico. Poiché a monte della contrattazione si collocano le scelte organizzative che coinvolgono direttamente il benessere dei lavoratori e del loro rapporto di lavoro, tale materia pretende criteri di elevata trasparenza, che non possono essere lasciati a decisioni unilaterali del DS, ma devono essere contrattati. Ecco che il rifiuto a contrattare tale materia è ascrivibile a comportamento antisindacale. Purtroppo, con questa tornata di contrattazioni, la storia si ripeterà, con alcuni DS che infischiandosene delle varie sentenze dei tribunali, ultima in ordine di tempo quella del tribunale di Lucca (febbraio 2013), si rifiutano a priori di discutere in contrattazione integrativa, i punti h), i), m), dell’art. 6 comma 2 del contratto scuola, ingenerando contenzioso e altre sentenze dei tribunali, ma purtroppo anche il pagamento delle spese processuali a carico di tutto il sistema scolastico.

Innovazione, siti internet della PA a prova di disabilità

da Tecnica della Scuola

Innovazione, siti internet della PA a prova di disabilità
Profumo firma decreto che aggiorna requisiti di accessibilità
Siti internet della Pubblica Amministrazione a prova di disabilità. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con delega all’Innovazione della PA, Francesco Profumo, ha firmato oggi il decreto che aggiorna i requisiti per l’accessibilità dei siti web delle PA, allineandoli ai migliori standard internazionali. Il decreto, che è ora al vaglio della Corte dei Conti, recepisce le indicazioni dell’Unione Europea in tema di accessibilità delle informazioni e dei servizi erogati dai siti delle pubbliche amministrazioni, consentendo loro di poter sviluppare servizi tecnologicamente innovativi nel rispetto del diritto di tutti i cittadini, indipendentemente dalla disabilità, di poterne usufruire.
Ciò significa che ogni sito dovrà essere accessibile in ogni sua parte, senza che determinate tecnologie o programmi possano inficiarne la fruizione da parte di cittadini portatori di qualsiasi disabilità. Soprattutto, da ora sarà possibile utilizzare tecnologie differenti dal normale HTML, quindi creare applicazioni nel web utilizzabili da tutti. Si tratta dunque di un decreto che guarda al futuro, senza limitare la tecnologia d’utilizzo.
Inoltre, questa nuova impostazione archivia i programmi ‘statitici’ a favore di quelli ‘sociali’, che favoriscono lo scambio di comunicazioni e servizi tra persone. Grazie a questi requisiti, il cittadino con disabilità non sarà spettatore passivo ma cittadino con possibilità di partecipare, ottenere informazioni e servizi indipendentemente dalla sua disabilità, nel rispetto dell’art. 3 della Costituzione italiana, applicato alle nuove tecnologie.
Il nuovo decreto aggiorna i requisiti previsti dalla legge “Stanca”, emanati nel 2005, e – tecnicamente – recepisce i principi della specifica internazionale di riferimento W3C WCAG 2.0 al livello “AA”. Così facendo, l’Italia si pone tra i primi Paesi in Europa ad accogliere e rendere operativi i criteri più rigorosi per l’accessibilità dei contenuti per il web, siano essi pagine informative, documenti scaricabili, applicazioni o social network.