Città della Scienza di Napoli: i Ministri Barca e Profumo firmano Decreto Interministeriale

Città della Scienza di Napoli: i Ministri Barca e Profumo firmano il Decreto Interministeriale
per la costituzione del Comitato interistituzionale

(Roma, 28 marzo 2013) A seguito degli impegni assunti dal Governo per “Città della Scienza”, il museo interattivo di Napoli distrutto il 4 marzo scorso da un terribile incendio, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo e il Ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, sentiti la Regione Campania e il Comune di Napoli, hanno siglato oggi il Decreto Interministeriale per la costituzione del Comitato Interistituzionale per la ricostruzione della struttura, simbolo positivo di cultura e innovazione nazionale, apprezzato in Italia e nel mondo.

L’obiettivo è affrontare in un’ottica unitaria i molteplici e articolati aspetti indispensabili per la rapida realizzazione di un progetto per Città della Scienza, che tenga conto anche della necessità di assicurare coerenza agli interventi di sviluppo territoriale e garantire unità di intenti e costante cooperazione fra le Amministrazioni a vario titolo coinvolte.
In particolare, il Comitato, composto da otto membri, dovrà effettuare entro il 30 aprile la valutazione comparativa delle possibili opzioni di localizzazione, considerando i diversi aspetti amministrativi, urbanistici, finanziari e funzionali, anche in ragione dei tempi necessari.

“Non m’importa”

“Non m’importa”

 di Adriana Rumbolo

Ho letto pochi giorni fa una favola scritta, da Margot Sunderland, per aiutare i bambini  a esprimere le emozioni.

Il protagonista è un bambino che  si chiama  “non m’importa”.

E’ una storia che molti bambini vivono per cui ,il bambino che  la legge o se la sente raccontare, confrontandosi  con  emozioni bloccate,  frustrazioni,  disagi  presenti nella vita di un  coetaneo che si risolvono raccontandole, parlandone, piano, piano, potrebbe, anche lui, ammorbidire difese troppo rigide fino ad aprirsi e raccontare le proprie frustrazioni, le proprie incomprensioni, le rabbie, le paure e  ricavandone sollievo si  abituerebbe  a cercare il potente aiuto di un buon dialogo.

Non solo i bambini usano difendersi cercando di negare anche a se stessi  le emozioni negative con” non m’importa” ma, anche gli    adolescenti nascondono disagi sociali,  vergogne, rabbia per un’ingiustizia subita, violenze subite,  gridando con atteggiamento  di sfida “: non m’importa”.

Molti genitori, educatori cascano nella trappola e con  superficialità,   giudicano l’espressione,   solo  una provocazione o una sfida in un soggetto forte  e ribelle. spesso da punire.

Attenzione, “Non m’importa” spesso specie nell’infanzia e nell’adolescenza è invece una bandiera bianca di resa,  di dichiarazione che tutte le risorse ,le potenzialità stanno entrando o sono già entrate  in pausa con gravi danni nell’apprendimento , nel comportamento a danno proprio e altrui e con sofferenze psicosomatiche

Come ho già scritto negare  le emozioni è inutile, resteranno nell’inconscio a fare danni.

I sentimenti e le emozioni non vanno tenuti in silenzio o rimossi, perché  allora si che la loro azione potrebbe diventare molto pericolosa..

Le emozioni hanno bisogno di racconto.

Lo sperimentiamo ogni giorno.

Perché l’apprendimento cooperativo

Perché l’apprendimento cooperativo

di Rosa Maria Cannavale e Maria Rita Natella

Negli ultimi anni si è passati da una famiglia con un televisore a più televisori per una famiglia; da un computer per famiglia a una famiglia in cui ogni membro ne possiede uno.

Inoltre, si è passati dalla famiglia patriarcale alla famiglia allargata.

Si sta tutti insieme eppure si è sempre più soli. Ognuno si rinchiude nel proprio mondo, spesso virtuale, limitando al minimo le espressioni e le interazioni con il resto del mondo.

Prevale l’io – individualista .

Gli amici virtuali non si contano più. Amici virtuali, appunto, ma saranno veramente persone con le quali condividere opportunità e problematiche?

Ecco perché siamo convinte che oggi, ancor più di ieri, è importante avere l’opportunità di affrontare insieme le problematiche legate all’educazione, alla valorizzazione personale, all’apprendimento e alla motivazione.

Il Cooperative Learning[1], come lo definisce Artz e Newman, sono piccoli gruppi di studenti che lavorano in squadre, per eseguire un compito o raggiungere un obbiettivo comune risolvere un problema[2]. Il gruppo è il luogo della comunicazione, degli scambi e delle relazioni significative di un insieme di individui che agiscono in una realtà condivisa. Ci si motiva all’azione, si offrono occasioni di imitazione, si rinforzano i risultati raggiunti, si favorisce la partecipazione e l’integrazione delle competenze in un’ottica di cooperazione.

Non bisogna però confondere il Cooperative Learning con il normale lavoro di gruppo.

L’apprendimento cooperativo si basa sul coinvolgimento attivo delle persone ( ragazzi, studenti, adulti) in lavori di gruppo e sul successo di tutti i membri del gruppo; sulla positiva interdipendenza; sulla responsabilità individuale; sull’interazione faccia a faccia; sull’uso appropriato delle abilità e, non da ultimo, sulla valutazione del lavoro.

Con il Cooperative Learning, anche se a noi piace chiamarlo apprendimento cooperativo, viene incentivata le responsabilità individuale per il perseguimento degli obiettivi comuni, viene favorito l’emergere della responsabilità nei confronti degli altri componenti, e non l’individualismo competitivo, il senso di amicizia e di aiuto reciproco, di responsabilità sociale e di appartenenza al gruppo, il “ noi – gruppo” .

Nel senso psicosociale, un gruppo non è solo l’insieme di più individui che si trovano in uno stesso ambiente, ma è dato dal sentimento di appartenenza a quel gruppo che circola fra i componenti. è solo la circolazione di questo sentimento fra i membri del gruppo che qualifica quel determnato insieme di persone come tale. è  importante che l’insegnante abbia, non solo uno scopo da raggiungere col gruppo, ma che ne conosca anche il suo funzionamento per poterne superare, all’occorrenza, le difficoltà.

L’apprendimento cooperativo deve prevedere incentivi alla cooperazione e una responsabilità individuale del comportamento socialmente corretto durante il lavoro.

Come spiegato da Vygotskij ,1934, nel gruppo che coopera per un apprendimento attivo gli alunni possono confrontarsi e fornirsi assistenza l’un l’altro. E’ proprio questa ricerca di emulazione che favorisce l’interiorizzazione delle funzioni cognitive che si sta cercando di fare propria.

Apprendere in modo cooperativo significa aiutarsi reciprocamente, spiegarsi le varie strategie da usare, usare un linguaggio tra pari.

Negli ultimi quindici anni l’apprendimento cooperativo è diventato un importante approccio metodologico; gli studenti ottengono risultati scolastici migliori, livelli di autostima più alti, maggiori competenze sociali e acquisizione più approfondita di contenuti e abilità.

E, come dicevamo all’inizio, in una società sempre più frenetica dove, pur avendo 1000 amici virtuali, pur vivendo in famiglie allargate, pur avendo a disposizione televisori e computer, pur potendosi collegare in un istante con l’altra parte del mondo, stanno aumentando in modo allarmante i suicidi tra i giovani sotto i 30 anni abbandonati da una famiglia che non sa più ascoltare ne comprendere il malessere quotidiano dei propri figli lasciandoli pericolosamente nella loro più profonda solitudine.

Ed è proprio in questo momento, ne siamo convinte, che i nostri ragazzi hanno bisogno di cooperare, di aiutarsi, di condividere, o più semplicemente di parlare, di risolvere insieme, in gruppo, e non da soli l’obbiettivo che si sono prefissati.



[1] In merito al Cooperative learning l, cfr: Artz A.F., Newman C.M, Cooperative learning, “Matematics Teacher”, 1990, n. 83, pp. 448 449; Ausubel D.P, Educazione e processi cognitivi, Milano, Angeli, 1978: Bandura A., Autoefficacia, Erickson, Trento, 2000; Bernardini A., Un anno a Pietralata, Firenze, La Nuova Italia. 1976; Bruner, J.S., La mente a più dimensioni, Laterza, Bari, 1988; Cohen E.,  Organizzare i gruppi cooperativi. Ruoli, funzioni, attività, Erickson, Trento; COMOGLIO, M., Che cos’è il Cooperative Learning, in: “Orientamenti Pedagogici” , Anno XLIII, n. 2, 1999, pp. 259-293; Comoglio M., Apprendimento cooperativo ed insegnamento reciproco: strategie per favorire l’apprendimento e l’interazione sociale, in Vianello R. e Cornoldi C. (a cura di), Metacognizione, disturbi di apprendimento ed handicap, Edizioni Junior, Bergamo, 1996, pp. 77-107; Comoglio M.,  Il cooperative learning. Strategie di sperimentazione, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1998; Comoglio M. e Cardoso M.A.,  Insegnare e apprendere in gruppo. Il cooperative learning, LAS, Roma, 1996; Comoglio M.,  Educare insegnando. Apprendere e applicare il cooperative learning, LAS, Roma; Cornoldi, C.,  , Metacognizione e apprendimento, Il Mulino, Bologna, 1995; De Beni M., Prosocialità e altruismo, Trento, Erickson, 1998; Demetrio, D., (a cura di) , Per una didattica dell’intelligenza. Il metodo autobiografico nello sviluppo cognitivo, Franco Angeli, Milano, 1995; Dewey J., Il mio credo pedagogico, trad. it. La Nuova Italia, Firenze, 1954; Dixon Krauss, L., Vygotskij nella classe, Erickson, Trento, 2000; Doise W., Mugny G.,  La costruzione sociale dell’intelligenza, Il Mulino, Bologna, 1982; Dweck, C. S., Teorie del Sé, Erickson, Trento, 2000; Farmer T. W., Rifiuto dei pari e comportamenti problema: comprendere l’aggressività negli studenti con difficoltà, in Difficoltà di apprendimento, vol 7, n. 1, ottobre 2001, pp 23 53; Feuerstein R., Rand Y., Hoffman M.B., Miller R., Instrumental Enrichment; An Intervention for Cognitive Modifiability, University Park Press, Baltimore., 1980; Freinet C., Le mie tecniche, Firenze, La Nuova Italia, 1969; Freire P., L’educazione come pratica di libertà, Milano, Mondadori, 1975; Freire P., Pedagogia degli oppressi, Milano, Mondadori, 1980; Gardner H., Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Milano, Feltrinelli, 1987; Ianes, D.,  a cura di , Metacognizione e insegnamento, Erickson, Trento, 1996; Lodi M.  , Insieme. Giornale di una quinta elementare, Torino, Einaudi  1974; Loos S.,  99 giochi cooperativi, Edizione Gruppo Abele, Torino, 1998; Mercer C.D., Jordan L., Miller S.P.  , L’insegnamento della matematica secondol’approccio costruttivista, 1995, in Difficoltà d’Apprendimento, vol.1 n.2, Erickson, Trento, pp. 153 169; Pask, Gordon  . Conversation, Cognition and Learning: A Cybernetic Theory and Methodology, Elsevier, Amsterdam, 1975; Perrenoud, Philippe,  La fabrication de l’excellente scolaire : du curriculum aux pratiques d’evaluation: vers une analyse de la reussite, de l’echec et des inegalites comme realites construites par le systeme scolaire, Librairie Droz, Geneve, 1984; Perret Clermon A., Grossen M., Schubauer Leoni ML.,  La construction dell’intelligence dans l’interaction sociale, Peter Lang, Bern; Polito M.,  Attivare le risorse del gruppo classe, Erickson, Trento, 2000; Pontecorvo C., Ajello A.M., Zucchermaglio C., Discutendo si impara, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1991; Postmann R.,  Anche i cattivi giocano, La Meridiana, Bari, 1999; Rosenthal R. e Jacobson L, Pigmalione in classe, Milano, Angeli, 1984; Schon, Donald A., Il professionista riflessivo : per una nuova epistemologia della pratica professionale, Dedalo, Bari, 1993; Sharan Y. e Sharan S., Gli alunni fanno ricerca, L’apprendimento in gruppi cooperativi, Erickson, Trento, 1998; Slavin R.E., Using Student Team Learning,  3a edizione , Baltimore, 1986;  MD, Center for Research on Elementary and Middle Schools, John Hopkins University, Sullivan Palincsar A. e Brown A.L., Comprensione della lettura: insegnamento delle abilità di pensiero in un contesto di problem solving in gruppo, “Insegnare all’handicappato”, vol.3 n. 2, 1989 pp. 103-114; Topping K.,  Tutoring, Erickson, Trento, 1997; Tressoldi P.E. , Apprendimento cooperativo e insegnamento reciproco: strategie per favorire un apprendimento attivo e indipendente e l’educazione delle relazioni interpersonali, in Vianello R. e Cornoldi C.; (a cura di), Metacognizione, disturbi di apprendimento ed handicap, Edizioni Junior, Bergamo, 1996, pp. 108 115; Trombetta C. e Rosiello L., La ricerca azione, Trento, Erickson, 2000; Vianello R. e Tortello M. (a cura di),  Esperienze di apprendimento cooperat vo, Junior, Bergamo, 2000; Vygotskij, L. S., Pensiero e linguaggio, Giunti, Firenze, 1966.

Siti internet

Portale Erickson http://www.erickson.it newsgroup e materiali da scaricare.

Iprase di Trento http://www.bdp.it/~tnir0006/, nella sezione “Metodi di insegnamento”, sono presenti anche UD.

Scintille.it: http://www.scintille.it/ , articoli e UD.

Nel libro di M. Polito (2000)  è raccolta una vasta bibliografia su questi temi. Rimandiamo ad essa.

Autori

Silvia Andrich, Psicologa scolastica, Gruppo Erickson  TN , autrice di libri e articoli sulle difficoltà di apprendimento e sull’apprendimento cooperativo − E mail silviaandrich@eplanet.it.

Lidio Miato, Dirigente scolastico, Psicologo del gruppo M.T.  Padova , autore di articoli sull’apprendimento cooperativo e libri di psicopedagogia assieme al gruppo M.T. di Padova. E mail dir.ic.telve@scuole.provincia.tn.it.

Mario Polito, Psicologo e pedagogista, Gruppo Erickson  TN , autore di vari libri sul metodo di studio, motivazione, memoria. Ultimo suo libro: Attivare le risorse del gruppo classe, Erickson  2000 − Home page www.mariopolito.it- E mail: info@mariopolito.it, mario_polito@libero.it. – Telefono e fax 0424.460101

[2] In merito al Problem solving cfr.: MOSCONI G., D’URSO V. (a cura di), La soluzione di problemi. Problem-solving, Giunti-Barbèra, Firenze, 1973; KLEINMUNTZ B.(a cura di), Problem solving Ricerche, metodi, teorie, Armando, Roma, 1976; DUNCKER K., La psicologia del pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1969; WERTEIMER M., Il pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1965; DORNER D., La soluzione dei problemi come elaborazione dell’informazione, Città Nuova, Roma, 1988. Per la problematica dell’ermeneutica, cfr: GENNARI M., Interpretare l’educazione. Pedagogia, semiotica, ermeneutica, La Scuola, Brescia, 1992; MALAVASI P., Tra ermeneutica e pedagogia, La Nuova Italia, Firenze, 1992.

 

Contributi ‘volontari’, rivolta dei presidi: “Con più fondi non chiederemmo nulla”

da Repubblica.it

Contributi ‘volontari’, rivolta dei presidi: “Con più fondi non chiederemmo nulla”

Scontro tra il Ministero, che ha bacchettato quegli istituti che impongono alle famiglie di pagare una somma non dovuta per legge pena la non iscrizione dei figli, e l’Associazione delle scuole autonome: “È ora di smetterla con le ipocrisie”

di SALVO INTRAVAIA

RIVOLTA dei presidi contro i rimbrotti del ministero sui “contributi volontari” che le scuole sono costrette a richiedere alle famiglie. “Basta con le ipocrisie”, risponde l’Asal (l’Associazione delle scuole autonome del Lazio) alla circolare dello scorso 7 marzo in cui il capo dipartimento di viale Trastevere, Lucrezia Stellacci, striglia quei presidi che pretendono dalle famiglie il versamento “volontario”.
La storia inizia qualche mese fa, quando gli studenti denunciano alcuni presidi che pretendono il versamento chiedendo un intervento del ministero. “Si ritiene  –  si legge nella nota ministeriale dello scorso 7 marzo  –  che simili comportamenti, oltre a danneggiare l’immagine dell’intera amministrazione scolastica e minare il clima di fiducia e collaborazione che è doveroso instaurare con le famiglie, si configurino come vere e proprie lesioni del diritto allo studio costituzionalmente garantito”.
Il riferimento diretto è ad alcuni presidi che hanno minacciato di non iscrivere i figli a scuola, se non dopo il pagamento dell’obolo volontario, o di quelli che hanno minacciato di non consegnare la pagella o altre ripercussioni nei confronti dei ‘morosi’. Una situazione, quella dei contributi volontari fatti passare per obbligatori, denunciata di recente anche da una nota trasmissione televisiva. Con la circolare di due settimane fa, il ministero ricorda la natura volontaria del contributo e che in assenza di versamento “nessuna capacità impositiva viene riconosciuta dall’ordinamento a favore delle istituzioni scolastiche, i cui Consigli d’istituto, pur potendo deliberare la richiesta alle famiglie di contributi di natura volontaria, non trovano in nessuna norma la fonte di un vero e proprio potere impositivo che legittimi la pretesa di un versamento obbligatorio”.
Ma i presidi non ci stanno ad essere dipinti come soggetti autori di “comportamenti vessatori e poco trasparenti” che dovrebbero assicurare una “gestione corretta ed efficiente delle risorse pubbliche” e dovrebbero “far leva sullo spirito di collaborazione e di partecipazione delle famiglie le quali, si è certi, ben comprendono l’importanza di risorse aggiuntive per la qualità dell’offerta”.
“Nella nostra limitata ottica di gestori delle istituzioni scolastiche – dichiara Giuseppe Fusacchia, presidente dell’Asal – non sappiamo da quali ispirate fonti il ministero tragga tale certezza; quello che sappiamo, invece, è quali e quante difficoltà le scuole incontrino per convincere le famiglie della necessità di contribuire economicamente alla fornitura di servizi basilari alla propria utenza per i quali le risorse pubbliche non pervengono più da anni”. E puntano il dito contro lo stesso ministero e gli enti locali che dovrebbero sostenere le scuole pubbliche.
E giù un lungo elenco di problemi e inadempienze cui devono fare fronte giornalmente i dirigenti scolastici per sopperire alle carenze di fondi pubblici. “Può una scuola non essere dotata di materiali igienici nei bagni? Può una scuola non disporre della possibilità di effettuare fotocopie di materiali didattici per gli alunni? Può un istituto tecnico industriale non disporre di reagenti nel laboratorio di chimica? Può un laboratorio informatico non prevedere un abbonamento per l’accesso ad Internet? Può l’installazione delle Lavagne interattive multimediali (le Lim) nelle aule (tanto care al ministero) non prevedere i costi per la sostituzione delle lampade dei videoproiettori?”, si chiedono provocatoriamente i capi d’istituto.
Ma non solo: Fusacchia chiama in causa anche comuni, province e regioni. “E che dire degli arredi scolastici, della manutenzione di edifici scolastici fatiscenti, della sicurezza? L’elenco delle inadempienze della nostre amministrazioni è davvero impressionante, ma la colpa  –  dicono ironicamente i presidi  –  è delle scuole che vessano le famiglie! E da questo furore moralizzatore non si salva nessuno: né i dirigenti scolastici, che incorrerebbero in una ‘grave violazione dei propri doveri d’ufficio’, né i Consigli d’istituto, che non avrebbero ‘alcun potere di imposizione’ di tali contributi”.
“È ora di smetterla con queste ipocrisie: il Ministero, così sollecito nel fustigare comportamenti magari eccessivi da parte delle scuole si impegni a garantire alle scuole finanziamenti sufficienti per il loro buon funzionamento (quelli attualmente assegnati sono di entità ridicola) oppure dica chiaramente che non è in grado di assicurare elementi essenziali del servizio, che riguardano tutti gli alunni e per i quali, quindi, le famiglie sono chiamate obbligatoriamente a contribuire”.

Vacanze di Pasqua al via

da La Stampa

Vacanze di Pasqua al via

Ultima pausa prima dello stop estivo ai primi di giugno. Esami di Stato dal 17 giugno
roma

Vacanze di Pasqua al via. Scaglionata a seconda dei singoli calendari regionali ha, infatti, preso il via l’ultima pausa dalle lezioni fini allo stop per le vacanze estive.

I primi a restare a casa sono stati gli studenti dell’Umbria, dove le scuole hanno chiuso i battenti da ieri per riaprire il prossimo 2 aprile. I prossimi a restare a casa saranno oggi, mercoledì 27, gli studenti della Provincia di Trento. Per tutti gli altri ultimo giorno di lezione sarà il 28 marzo.

Quasi ogni regione riaprirà le scuole il 2 aprile tranne la Campania dove la fine delle vacanze pasquali è fissata per il 1 aprile, l’Abruzzo e la Provincia di Trento dove le scuole riapriranno il 3. Studenti a casa, come ogni anno, anche il 25 aprile Anniversario della Liberazione, il 1 maggio Festa del Lavoro, il 2 giugno festa nazionale della Repubblica e per la festa del Santo partrono.

Ultima campanella dell’anno scolastico 2012-2013 tra il 6 e il 14 giugno. I primi ad andare in vacanza saranno gli studenti dell’Emilia Romagna, appunto il 6 giugno. A seguire, l’8 sarà la volta dei ragazzi di Abruzzo, campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Puglia, sardegna, Umbria e Veneto. L’11 giugno toccherà quindi ai ragazzi della Basilicata e del Molise, mentre il giorno successivo l’ultima campanella suonerà nel Lazio, in Liguria, in Piemonte, in Sicilia e in Valle d’Aosta. Gli ultimi a godersi il meritato riposo saranno gli studenti della Provincia di Bolzano, che ha fissato la chiusura delle scuole per il 14 giugno.

Il ministero dell’Istruzione ha poi stabilito (ordinanza n.68) le date per gli esami di Stato: la prova scritta, a carattere nazionale, in terza media si svolgerà il 17 giugno 2013 mentre l’Esame di Maturità comincerà, con la prima prova scritta di italiano, il 19 giugno 2013.

Addio ai libri solo cartacei a scuola

da La Stampa

Addio ai libri solo cartacei a scuola

Il ministro Profumo ha firmato il decreto che prevede l’uso dei libri digitali dal 2014/15

flavia amabile

Addio ai libri cartacei. Ancora un anno di tempo e nella scuola italiana entreranno solo libri digitali o nel formato misto. Il ministro Francesco Profumo ha firmato il decreto ministeriale in materia di adozioni dei libri di testo e stavolta sembra che si faccia sul serio: tra le principali novità è la disposizione per i professori di adottare, dall’anno scolastico 2014/2015, solo libri nella versione digitale o mista.

All’inizio ad essere coinvolte saranno le classi prima e quarta della scuola primaria, la classe prima della scuola secondaria di I grado, la prima e la terza classe della secondaria di II grado.

Nel decreto sono previsti anche risparmi le famiglie. I prezzi di copertina dei libri, definiti per l’anno scolastico 2013/2014, restano confermati anche per il 2014/2015, si riducono i tetti di spesa entro cui il Collegio dei docenti deve mantenere il costo complessivo dei testi adottati. La riduzione, rispetto ai limiti stabiliti per l’anno scolastico 2013/2014, è del 20%. Ma nel caso in cui l’intera dotazione libraria sia composta esclusivamente da libri in versione digitale la sforbiciata è più consistente, con una riduzione che arriva fino al 30%. I nuovi tetti si applicano per le adozioni dei libri della prima classe della scuola secondaria di I grado e della prima e della terza classe della secondaria di II grado. Per le rimanenti classi restano validi i limiti già definiti per le adozioni relative all’anno scolastico 2013/2014. I risparmi ottenuti potranno essere utilizzati dalle scuole per dotare gli studenti dei supporti tecnologici necessari (tablet, PC/portatili) ad utilizzare al meglio i contenuti digitali per la didattica e l’apprendimento.

La consultazione dei testi digitali sarà resa possibile attraverso una piattaforma che il Ministero metterà a diposizione degli istituti scolastici e degli editori, affinché i docenti possano consultare e scaricare on line la demo illustrativa dei libri di testo in versione mista e digitale, ai fini della loro successiva adozione. In ogni caso, al fine di assicurare la gradualità del processo di innovazione, anche a tutela dei diritti patrimoniali dell’autore e dell’editore, solo per le prima e terza classe della secondaria di II grado il Collegio dei docenti potrà eventualmente confermare le adozioni dei testi già in uso. Una deroga valida però solo per i due anni successivi all’introduzione dei libri digitali, cioè gli anni scolastici 2014/2015 e 2015/2016.

Editori contro Profumo: “Gli istituti non hanno sufficienti dotazioni tecnologiche”

da Tecnica della Scuola

Editori contro Profumo: “Gli istituti non hanno sufficienti dotazioni tecnologiche”
Gli editori negano di aver siglato un accordo con il ministro Profumo, anzi sostengono di avere detto al ministro di ritenere il decreto “inapplicabile”
Il Giornale parte all’attacco degli ultimi provvedimenti del ministro Profumo e questo sui libri digitali lo ritiene un “provvedimento di facciata dietro al quale c’è il nulla perchè i soldi per la digitalizzazione della scuola non ci sono e non si può pensare di farlo a costo zero.” Il quotidiano milanese riporta il disagio dell’Associazione italiana Editori secondo cui il ministro non «ha affatto convinto gli editori della bontà» del provvedimento, sottolineando anche di non essere preoccupati soltanto per le conseguenze gravi sull’intera filiera, editori, grafici, cartai, librai e agenti. Non c’è dubbio infatti che gli editori non abbiano alcun interesse a vedere progressivamente ridotto e poi definitivamente annullato il mercato dell’editoria scolastica che ammonta ad oltre 650 milioni di euro annui e che dunque abbiano tutto l’interesse a rimandare la digitalizzazione della scuola. Sono altrettanto vere però anche le altre problematiche messe in evidenza nel comunicato degli editori. Ovvero che le scuole non hanno dotazioni tecnologiche adeguate, a cominciare dalla banda larga. E sono ancora molto poche quelle dotate di wi-fi. Il ministro poi, scrive sempre Il Giornale, non sembra essersi minimamente posto il problema della mancata preparazione degli insegnanti. Quanti di loro sono in grado di gestire con disinvoltura i devices tecnologici visto che l’età media dei nostri professori è 50 anni? Anche per gli studenti si pone il problema dei supporti tecnologici: si porteranno I-pad e I-phones e e Kindle da casa?E la scuola sarà obbligata a fornirli a chi non li ha? Con quali soldi? Non solo. Gli editori accusano il ministro anche di qualcosa di più grave di una semplice mancata programmazione economica. «Le intenzioni del ministero sembrano frutto della sola determinazione di voler favorire l’acquisto di tablet e pc e non poggiano su alcuna seria e documentata validazione di carattere pedagogico e culturale -scrivono gli editori- Così come non risulta siano state valutate le possibili ricadute sulla salute di bambini ed adolescenti esposti ad un uso massiccio di devices tecnologici». L’Aie conclude ribadendo una netta presa di distanza «da un decreto che ritiene dannoso e inapplicabile

Arriva ScienzAperta2013

da Tecnica della Scuola

Arriva ScienzAperta2013
di A.G.
Ad organizzarla l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: ricco il programma di iniziative di comunicazione rivolte al grande pubblico per diffondere la conoscenza scientifica, creare curiosità attorno al mondo della ricerca, raccontare le scoperte scientifiche e dialogare con la comunità. Perché, come diceva il filosofo Guglielmo di Champeaux, “La scienza aumenta quando la si distribuisce”. L’Ingv promuoverà un concorso dedicato ai bambini della scuola primaria per la realizzazione del Calendario scolastico 2014.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia organizza un ricco programma di iniziative di comunicazione rivolte al grande pubblico per diffondere la conoscenza scientifica, creare curiosità attorno al mondo della ricerca, raccontare le scoperte scientifiche e dialogare con la comunità. L’obiettivo è quello di accrescere la percezione dell’importanza delle Scienze della Terra nell’ambito delle attività umane e rafforzarne il radicamento nella società. Gli appuntamenti con il pubblico sono previsti dal 15 al 20 aprile a Roma. Successivamente ad Arezzo e Catania.
L’edizione 2013 di ScienzAperta è dedicata alla Città della Scienza di Napoli, a testimonianza della vicinanza del mondo della ricerca scientifica ad una importante e unica istituzione, centro di stimolo scientifico e culturale e punto di riferimento della diffusione della cultura scientifica per tutti-
Con ScienzAperta l’Ingv si propone di aprire al pubblico le proprie Sedi per mostrare i luoghi della ricerca scientifica, offrendo eventi, percorsi e visite guidate. In quasi tutte le sedi si avvicenderanno programmi scientifici con l’obiettivo comune di incuriosire, interessare ed emozionare il pubblico, per presentare la ricerca come un patrimonio di tutti.
Come diceva il filosofo Guglielmo di Champeaux “La scienza aumenta quando la si distribuisce”.
In occasione della manifestazione ScienzaAperta 2013, l’Ingv promuoverà un concorso dedicato ai bambini della scuola primaria per la realizzazione del Calendario scolastico 2014 (il regolamento su www.scienzapertaingv.it).
La premiazione dei bambini che hanno vinto il concorso per il calendario “Nel cuore della Terra”, avverrà nell’ambito della manifestazione ScienzAperta che si svolgerà dal 15 al 20 aprile a Roma in via di Vigna Murata, 605.  Il giorno fissato per la premiazione è il 16 aprile alle 10:30 e come ogni anno saremo onorati ad averVi con noi per premiare i bambini.

In lavorazione l’assegnazione alle scuole del saldo del MOF 2012/2013

da Tecnica della Scuola

In lavorazione l’assegnazione alle scuole del saldo del MOF 2012/2013.
È continuata oggi, 27 marzo 2013, l’informativa al MIUR sui finanziamenti alle scuole. È stata assicurata la copertura dei contratti, ma sul pagamento delle ferie ai supplenti non ci sono novità.
La Flc-Cgil rilascia il report dell’incontro di oggi al Miur. Per il pagamento dell’indennità di funzioni superiori l’IGOP (Ispettorato Generale per gli Ordinamenti del Personale e l’Analisi dei costi del lavoro pubblico) sta per emanare una nota di chiarimento per precisare che la retribuzione degli amministrativi facenti funzioni di DSGA non sarà ridotta rispetto a quella già percepita come AA. Per quanto riguarda invece l’assegnazione dei fondi per le supplenze, è precisato: 1. relativamente all’anno 2012 è ancora in corso la modifica, richiesta dall’ Amministrazione ad alcune scuole, dei dati errati inseriti a sistema 2. relativamente all’anno 2013 è necessario che i contratti inseriti a sistema siano sempre convalidati, per tutti i contratti inseriti fino al 13 marzo saranno assegnati i fondi necessari. Si procederà più volte al mese ad integrare le assegnazioni di fondi alle scuole e nel futuro si ipotizza una integrazione settimanale.
L’Amministrazione ritiene che sarà così possibile pagare entro il mese i contratti inseriti entro il 15 dello stesso mese. Sull’emanazione di linee guida nazionali sul ricorso al mercato elettronico il MIUR sta predisponendo un testo che affronterà anche la questione della coerenza del Titolo IV (attività negoziale) del D.I. n..44/2001 sulla gestione amministrativo contabile delle scuole con il Codice dei Contratti (Dlvo 163/2006) e il suo decreto applicativo (DPR 207/2010). Il confronto informativo proseguirà sulla de-materializzazione e potenziamento del sistema informativo nel prossimo incontro previsto per il 4 aprile 2013.

La beffa della prova “non selettiva” dei Tfa speciali

da Tecnica della Scuola

La beffa della prova “non selettiva” dei Tfa speciali
Tuona la Flc-Cgil: una prova spacciata per allineamento in ingresso che invece incide sulla possibilità di abilitarsi e sul relativo voto. Il Decreto presenta profili di illegittimità
La prova preliminare, introdotta nel decreto organizzativo dei Tfa speciali, che doveva essere “non selettiva” per regolamentare i tempi di accesso alla procedura, nel testo firmato dal Ministro entra a far parte del punteggio finale di abilitazione incidendo per ben il 35%.
Il decreto organizzativo, furoreggia Flc-Cgil, “va ben oltre quanto previsto dal regolamento, modificando surrettiziamente la tabella 11-bis. Si tratta di un eccesso di delega sul quale stiamo verificando una eventuale impugnativa.”
La prova preliminare consiste in 70 quesiti a risposta multipla (30 di logica, 30 di comprensione del testo e 10 di lingua straniera [inglese per la primaria]). La valutazione della prova è estremamente restrittiva: fino a 42 risposte esatte il punteggio è 0 (zero), alle risposte esatte oltre le 42 si assegna 1,25 punti, le risposte errate prevedono una penalizzazione di -0,5. Il punteggio massimo è di 35 punti. Sulla base del punteggio ottenuto si effettuerà la ripartizione tra i contingenti del 2013/14 e 2014/15 dei corsi, quando sarebbe stato più semplice e veloce utilizzare l’anzianità di servizio.
In effetti l’obiettivo non è solo la regolamentazione degli accessi, ma una pesante ipoteca sul voto finale e perfino sulla possibilità di abilitarsi.
Nella modifica alla tabella 11-bis si configura, dice Flc-Cgil, illegittima, il punteggio della prova preliminare incide per ben 35 dei 100 punti complessivi previsti. C’è anche da sottolineare, continua il comunicato Flc, che l’indicazione degli anni accademici 2013/14 e 2014/15 per i Tfa speciali è in aperto contrasto con la scelta di non valutare l’anno scolastico 2012/13 che era stata motivata proprio dall’attivazione a partire dal corrente anno accademico.
Questa scelta inciderà anche sull’attivazione dei Tfa ordinari che a questo punto probabilmente salteranno un anno e saranno riattivati solo nel 2013/14.

I limiti dell’applicazione nella mobilità della precedenza per l’assistenza al genitore disabile in stato di gravità

da Tecnica della Scuola

I limiti dell’applicazione nella mobilità della precedenza per l’assistenza al genitore disabile in stato di gravità
di Lucio Ficara
L’art. 7 del CCNI sulla mobilità 2013/2014 è noto con il nome di sistema delle precedenze comuni ed esclusione dalle graduatorie interne d’Istituto. Si tratta di un articolo contrattuale molto delicato, che da una parte raccoglie, doverosamente, le esigenze di leggi dall’alto contenuto civico, come quelle della tutela dei disabili e di chi si trova in particolari situazioni di salute, ma dall’altro è anche l’articolo che genera più contenzioso, in quanto permette, a chi ha punteggi inferiori ad altri interessati alla mobilità, di precederli proprio in applicazione del sistema delle precedenze.
Nel contesto della procedura dei trasferimenti viene riconosciuta, in base all’art. 33 commi 5 e 7 della legge n. 104/1992, richiamato dall’art. 601 del D.L.vo n. 297/1994, la precedenza ai genitori anche adottivi o a coloro che esercitano legale tutela del disabile in situazione di gravità, al coniuge e al solo figlio individuato come referente unico che presta assistenza al genitore disabile in situazione di gravità. Qualora entrambi i genitori siano impossibilitati a provvedere all’assistenza del figlio disabile grave perché totalmente inabili, viene riconosciuta la precedenza, alla stregua della scomparsa di entrambi i genitori, anche ad uno dei fratelli o delle sorelle, in grado di prestare assistenza, conviventi di soggetto disabile in situazione di gravità. In caso di un figlio che assiste un genitore in qualità di referente unico, la precedenza viene ovviamente riconosciuta, ma con alcune limitazioni. Esaminiamo adesso le limitazioni dell’applicabilità della precedenza riconosciuta in base all’art. 33 comma 5 e 7 della legge n. 104/1992. La precedenza su citata non è applicabile se non viene documentata l’ impossibilità del coniuge del disabile di provvedere all’assistenza per motivi oggettivi, come per altro, non è applicabile, se non venisse documentata l’impossibilità, da parte di ciascun altro figlio di effettuare l’assistenza al genitore disabile in situazione di gravità per ragioni esclusivamente oggettive.
Bisogna anche documentare di essere anche l’unico figlio che ha chiesto di fruire per l’intero anno scolastico in cui si presenta la domanda di mobilità, dei 3 giorni di permesso retribuito mensile per l’assistenza ovvero del congedo straordinario ai sensi dell’art. 42 comma 5 del D.L.vo n. 151/2001. In assenza anche di una sola delle suddette condizioni per il figlio referente unico che assiste un genitore in presenza di coniuge o di altri figli, la precedenza nella mobilità provinciale prevista dalla legge n.104/92 potrà essere fruita esclusivamente nelle operazioni di mobilità annuale. Un’altra limitazione della precedenza per l’assistenza al genitore disabile è quella applicata alla prima fase dei trasferimenti. Infatti bisogna specificare che detta precedenza si applica anche alla prima fase dei trasferimenti, alle condizioni sopra indicate, limitatamente ai comuni con più distretti. In sostanza in quei comuni mono-distrettuali, la precedenza non si applica, mentre è applicabile nei comuni metropolitani che hanno al loro interno più distretti. La norma prevede anche la non applicazione di questa precedenza per i trasferimenti interprovinciali per coloro che sono entrati in ruolo dal 2011/2012 ed avrebbero il blocco quinquennale della mobilità. Questa norma è comunque in contrasto con un parere del Consiglio di Stato risalente all’anno 2000, come ha ben evidenziato il sito della gilda di potenza.

Its, finanziamenti a chi collabora con le imprese

da Tecnica della Scuola

Its, finanziamenti a chi collabora con le imprese
A giugno scatteranno gli esami finali che concluderanno il primo ciclo biennale dei percorsi Its (le scuole speciali di tecnologia, post diploma). Ma già è in piedi un attento monitoraggio sulle 62 fondazioni che gestiscono gli Its, che servirà anche a indirizzare i 14 milioni di euro annui stanziati dalla legge 135 del 2012 per il loro finanziamento
Il punto è che all’interno della programmazione 2013-2015 bisognerà supportare gli Its che collaborano fattivamente con le imprese, e che permettono di creare quel link diretto tra formazione e mondo del lavoro, espressamente indicato anche nel documento sulla scuola sottoscritto da Confindustria e dai sindacati (Cgil, Cisl e Uil) lo scorso febbraio.
Attivati 116 percorsi Dai primi monitoraggi effettuati risulta che entro il 2012 sono stati attivati 116 percorsi, con 2.421 frequentanti, di cui l’84% ha meno di 24 anni e il 96% sono diplomati. In media per ogni corso si sono presentate alle selezioni 45,4 persone a fronte di classi di 25 alunni. I corsi che appaiono più richiesti sono quelli della mobilità sostenibile, per i quali in media si sono presentate alle prove di selezione di ciascun corso 77,6 persone. I docenti provengono per il 35% dal mondo delle imprese, è alta anche la percentuale di docenti raggruppati sotto la voce “altro” (22%). In genere questi docenti sono liberi professionisti, quindi non diretta espressione delle imprese, ma appartenenti al mondo del lavoro. Le imprese rappresentano il 23,4% dei soci fondatori di ciascun Its, la percentuale sale se si analizza il dato relativo ai soci partecipanti (45,3%). Sono coinvolte nel percorso anche moltissime aziende che non fanno parte del partenariato della Fondazione, in media ogni corso coinvolge 14,8 imprese nella fase di tirocinio e di queste solo 2,6 sono imprese socie della Fondazione. Gli esami finali Gli studenti, per conseguire il titolo di tecnico superiore, dovranno superare, con la votazione complessiva di 70/100, una prova teorico-pratica delle competenze acquisite, che riguarda la soluzione di un problema, una prova scritta nazionale, predisposta dall’Invalsi con la collaborazione della Crui, tesa a valutare le conoscenze e le abilità nell’applicazione di principi e metodi scientifici nello specifico contesto tecnologico cui si riferisce l’Its, un colloquio con la discussione di un project work. (Il Sole24Ore)

Carta Erasmus per l’istruzione superiore 2014-2020

da Tecnica della Scuola

Carta Erasmus per l’istruzione superiore 2014-2020
La scadenza per la presentazione delle candidature alla Carta europea dell’istruzione superiore è il 15 maggio 2013. Le informazioni relative al programma sono reperibili al seguente indirizzo internet. Le candidature vanno presentate seguendo le istruzioni fornite dall’Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura
In attesa dell’approvazione del proposto Programma UE 2014-2020 per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport “Erasmus per tutti”, la Commissione ha deciso di pubblicare un invito a presentare progetti per consentire un’agevole implementazione del programma non appena la sua base giuridica verrà adottata dai legislatori europei e anche per consentire ai beneficiari potenziali delle borse dell’Unione di iniziare a preparare le loro proposte in tempo utile. La carta Erasmus per l’istruzione superiore (CEIS) definisce il quadro qualitativo generale in cui s’inscrivono le attività di cooperazione europea e internazionale che un’istituzione d’istruzione superiore (IIS) può condurre nel contesto del programma. L’attribuzione di una carta Erasmus per l’istruzione superiore è la precondizione affinché le IIS situate negli Stati Ue, Croazia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Turchia e Svizzera , possano candidarsi a partecipare a iniziative di mobilità apprenditiva per i singoli e/o cooperazioni per l’innovazione e le buone pratiche nell’ambito del programma

I libri digitali hanno impatto sulla salute dei bambini?

da Tecnica della Scuola

I libri digitali hanno impatto sulla salute dei bambini?
A chiederlo è il presidente di Grande Sud Adriana Poli Bortone che aggiunge: “Sarebbe utile capire cosa ne pensano i medici dell’impatto che possono avere i testi scolastici del futuro, ossia i libri digitali sulla salute dei bambini”.
“Al di là della ripercussioni economiche sull’editoria, sembra di fondamentale importanza capire quanto possa essere dannoso per i bambini e per gli alunni di ogni ordine e grado un costante utilizzo di libri digitali. E poi saranno le scuole a dotarsi di tali supporti o dovranno essere gli stessi alunni a munirsi di questi nuovi libri? E chi non se può permettere? Domande su cui sarebbe utile riflettere seriamente prima di pensare già ai tagli e ai risparmi e agli obiettivi dell’ Agenda digitale.”

Libri digitali, aspra polemica editori-Profumo

da tuttoscuola.com

Libri digitali, aspra polemica editori-Profumo

L’Aie, Associazione italiana  editori, alza ulteriormente il tiro contro il decreto ministeriale che dispone di adottare dall’anno scolastico 2014-2015 solo libri nella versione digitale o mista.

Una nota dell’associazione definisce il provvedimento “dannoso e inapplicabile” perché non tiene conto della “insufficienza infrastrutturale delle scuole (banda larga, WiFi, dotazioni tecnologiche…), rappresentata, con dati e confronti molto eloquenti, poche settimane fa dall’indagine dell’Ocse” e ignora le “pesanti ripercussioni sui bilanci delle famiglie, sulle quali si vogliono far ricadere i costi di acquisto delle attrezzature tecnologiche (pc, portatili, tablet…), quelli della loro manutenzione e quelli di connessione, che nelle altre esperienze europee e degli altri paesi a ovest e a est dell’Europa sono solitamente affrontate con consistenti finanziamenti pubblici”.

Ben diverso il punto di vista del titolare di viale Trastevere, riflesso nel decreto, secondo cui nel caso in cui l’intera dotazione libraria sia composta esclusivamente da libri in versione digitale la sforbiciata ai tetti di spesa arriverebbe al 30% e i risparmi ottenuti potrebbero essere utilizzati dalle scuole per dotare gli studenti dei supporti tecnologici necessari (tablet, PC/portatili).

A parere degli editori invece le intenzioni del Ministero “sembrano frutto della sola determinazione di voler favorire l’acquisto di tablet e pc e non poggiano su alcuna seria e documentata validazione di carattere pedagogico e culturale”, né tengono conto delle “possibili ricadute sulla salute di bambini e adolescenti esposti a un uso massiccio di devices tecnologici”.

Secca la replica del ministro Profumo, che sulla necessità di innovare non ha dubbi. “Pensare che tutto debba essere messo a disposizione dalla scuola è utopia, serve invece un lavoro di squadra. Insomma se uno studente ha un tablet lo porti pure a scuola, come fosse un libro, e lo usi per studiare” aveva detto alcuni giorni fa. E difende il decreto contestato: “Grazie a questi provvedimenti gli studenti avranno la possibilità di utilizzare anche a scuola, e per obiettivi didattici, strumenti che già utilizzano diffusamente a casa, migliorando il livello delle competenze digitali dell’intera popolazione italiana”.

La maggiore incognita che grava sulla concreta attuazione del decreto nei tempi previsti appare peraltro quella relativa alla formazione dei docenti: un’operazione che dovrebbe coinvolgere centinaia di migliaia di insegnanti già nell’anno scolastico 2013-2014, e che richiederebbe una azione sinergica tra Ministero e case editrici.