Quantum Art and Science of Renovation

“Quantum Art and Science of Renovation”
di Paolo Manzelli egocreanet2012@gmail.com

La Meccanica Quantistica  (MQ) ha rappresentato un rinnovamento della scienza, limitato dalle vecchie concettualita’ della “meccanica classica” . Infatti dopo aver scoperto che le particelle vibrano associandosi costantemente ad onde di energia, la MQ e rimasta intrappolata dalla concezione Euclidea dello Spazio-Tempo per la quale il tempo meccanico e’ lineare, definito da Newton come un assoluta successione numerica di cio’ che viene prima e cio’ che viene dopo. Pertanto la “particella”, quale entita “locale definibile in termini di tre coordinate spaziali ” e la “onda” ( entita delocalizzata che come la e’ velocita’ definibile in termini di differenze di tempo ) divengono due osservabili che non possono essere misurate “contemporaneamente” dagli strumenti di concezione meccanica.  Come tali infatti non possono misurare contemporaneamente le coppie di osservabili dette incompatibili come sono “la posizione e la velocita”’ , ovvero  per similitudine “il Tempo di trasformazione e la Variazione di Energia “.  Pertanto il principio di indeterminazione della MQ (Heisemberg -1927) dice che mentre possiamo misurare con una precisione arbitraria una singola grandezza di una coppia di osservabili,  invece  la misura simultanea di coppie di osservabili resta  indeterminata , proprio in quanto  facciamo riferimento alla concezione  meccanica della misura .

 

Tale concezione che alla base del positivismo meccanico della MQ e stata confutata da David Bohm, come scienza “ Ingenua o Naive “, poiche’ ammette un limite intrinseco alla creativita dei processi mentali . Cosi’ che  diviene impensabile  trascendere tale limite concettuale della tradizione concettuale del meccanicismo la quale  e’ stata considerata come logica dominante durante  tutto il periodo dello sviluppo industriale .L’interpretazione della “Fisica Quantistica”  postulata da David Bohm nel 1952, riprende  l’idea della cosiddetta “onda pilota” , che Louis de Broglie elaborò  gia’ nel 1927 dicendo che l’ onda e’ a tutti gli effetti  reale e non solo una onda virtuale di probabilita;  pertanto il comportamento simultaneo di  “onda-particella” non e separabile in misure differenziate relative da un lato  all’ onda e dall’altro alla particella, poiche  tale attivita’ di separazione arbitraria , conduce ad interpretazioni paradossali  ed anche ad inispiegabili esperimenti , i quali sostanzialmente rimangono irrisolti come li antichi paradossi di Zenone.di Elea. La “Fisica Quantistica” iniziata da David Bohm dice pertanto che la mutua esclusione delle proprieta misurabili attuata con procedimenti meccanici, non esclude minimamente la possibilita  creativa di reinterpretarli con modalita alternative di pensiero . Infatti ,velocita e posizione, as es di una freccia sono contemporaneamente osservabili dalla percezione naturale proprio in quanto la percezione cerebrale non risponde ad una successione di scatti come quella di un film, dato che sappiamo che quest’ultima riproduce un falso movimento, ben diverso dalla  percezione simultanea di tempo e spazio della osservazione cerebrale.

 

Certamente la evoluzione dei concezioni sulla percezione, permesse oggigiorno dalle neuro-immagini del funzionamento  cerebrale,  hanno condotto al superamento della meccanicizzazione della visione, propria della tradizione newtoniana , cosi che la “neuro-estetica” ha modificato profondamente la concezione  tra la creatività ed  espressione artistica della “Quantum Art” .

 

Il Progetto “quARte” prende le mosse dalla necessita di superare le concezioni MECCANICHE  RIDUTTIVE DEL IMMAGINARIO  SCIENTIFICO E DELLA FANTASIA  ARTISTICA e si muove nell’ intento di  ricostruire i “livelli superiori di pensiero ed espressione creativa ” introducento  un “salto quantico di paradigma descrittivo” denominato  “Bio-Vitalismo” . Quest’ultima modalita di concepire la scienza e’ stata  delineato e discusso nell’ ambito della Onlus  EGOCREANET fin dal 1997 , anche al fine di non perpetrare all’ infinito  il paradosso del dualismo della MQ ,dove la complementarietà di interazione tra onda e particella, viene  concettualmente distrutta da una  arbitraria e contraddittoria assunzione, che persiste nel concepire “onda e particella” come fossero tra entita assolute, dove qualsiasi simultanea  interferenza  (ovvero , entanglement= sovrapposizione e intersezione ),  non viene presa in considerazione solo perche tale modalita’ di interferenza essa non puo essere misurata da strumenti meccanici . Il XIX secolo aveva visto affermarsi di un modello  di scienza della MQ del microcosmo obbligandolo riduttivamente a ricondurlo ad una visione del mondo del determinismo “meccanico” del macrocosmo , la quale  separa arbitrariamente il soggetto dall’oggetto della osservazione e tale separazione e’ sostanzialmente  rimasta anche nella MQ del xx Secolo.   Ma tale netta separazione tra soggetto ed oggetto della osservazione oggi non ha piu’ alcun senso, proprio in quanto il cervello  e’ divenuto esso stesso oggettivamente una osservabile,  inseparabile da cio che vediamo e percepiamo, sia come pensiero scientifico innovativo, che come espressione artistica creativa . Da tali considerazioni aperte alla condivisione del “cambiamento generativo di nuove conoscenze”  ha preso le mosse la attivita proettuale “quARte”, che si propietta verso il futuro della societa della conoscenza della bio-economia.

BIBLIO ON LINE :

Ottiche Nuove : http://www.edscuola.it/archivio/lre/ottiche_nuove.htm

Tempo Bidimensionale : http://www.edscuola.it/archivio/lre/tempo_bidimensionale.htm

Limiti Cognitivi : http://www.edscuola.com/archivio/lre/limcogn.html

Modelli di Percezione: http://www.caosmanagement.it/art67_03.html

Bio-Vitalismo : http://www.edscuola.it/archivio/lre/realta_informazione.pdf

Crisi del Meccanicismo : http://dabpensiero.wordpress.com/2011/01/17/crisi-e-superamento-del-meccanicismo-nella-evoluzione-della-comunicazione-biologica/

Progetto Programma “quARte”: http://dabpensiero.wordpress.com/2013/04/09/il-progretto-programma-quartein-difesa-della-cultura/

Ricerca, grande interesse nel Mezzogiorno per il bando sul potenziamento delle infrastrutture pubbliche

Ricerca, grande interesse nel Mezzogiorno per il bando  sul potenziamento delle infrastrutture pubbliche

Scaduti ieri i termini. Pioggia di proposte per realizzare progetti in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia

A disposizione 76,5 milioni di euro

(Roma, 4 aprile 2013) Ventuno domande, presentate da cinquanta soggetti, tra università ed enti di ricerca delle regioni del Convergenza, per un investimento complessivo di quasi 400 milioni di euro. Ha suscitato un grande interesse nel mondo accademico e della ricerca l’avviso pubblico del Miur per il potenziamento delle infrastrutture di ricerca pubbliche in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia.

Il bando, scaduto ieri, mette a disposizione 76,5 milioni di euro del Piano Azione e Coesione (PAC) per attivare interventi di adeguamento e rafforzamento strutturale di centri di ricerca di elevata qualificazione, in settori e in ambiti disciplinari strategici per lo sviluppo del sistema produttivo del Mezzogiorno. Entro 60 giorni il Miur valuterà i progetti pervenuti, selezionando le proposte più valide alle quali saranno assegnate le risorse previste.

Come previsto dal bando, i progetti da finanziare saranno articolati in tre linee di intervento: alla prima, dedicata all’adeguamento e al rafforzamento strutturale di reti telematiche e infrastrutture digitali (ITC), saranno assegnati complessivamente 46,5 milioni di euro. La seconda, che raggruppa i progetti per l’adeguamento e il consolidamento di infrastrutture per il monitoraggio ambientale, potrà contare su 20 milioni di euro. I progetti della terza linea di intervento prevedono la realizzazione di una banca dati digitale dei prodotti e dei risultati della ricerca, fruibile in open access. Questi ultimi avranno a disposizione 10 milioni di euro.

La linea di intervento per la quale è pervenuto il maggior numero di proposte è la seconda (adeguamento e consolidamento di infrastrutture per il monitoraggio ambientale), con 13 domande. Tre domande invece si riferiscono alla prima linea di intervento e 5 alla terza. I progetti sono stati presentati complessivamente da 50 soggetti, tra cui 19 Università e Istituti Universitari statali, 11 Enti o Istituzioni Pubbliche Nazionali di Ricerca vigilati dal Miur e da altri 20 organismi di Ricerca. Tutti i proponenti hanno elaborato progetti per il potenziamento delle sedi operative, presenti o da costituire, in una o più regioni della Convergenza, secondo la seguente distribuzione territoriale: i progetti presentati per la Campania assorbono il 21% del costo totale. Quelli per la Puglia il 29%, per la Sicilia il 21% e per la Calabria il 18%.

La Galleria matematica dei traguardi di apprendimento del primo biennio

Il Progetto Nazionale “Condivisione e accertamento delle Conoscenze, abilità e competenze matematiche previste a conclusione dell’obbligo di istruzione e del primo biennio dei nuovi licei, Istituti tecnici e professionali”

ovvero…

…del Crivello di Eratostene!

La “Galleria matematica dei traguardi di apprendimento del primo biennio” (1)

Selezione dei risultati di apprendimento comuni alle Indicazioni Nazionali per i Licei e alle Linee Guida per gli Istituti Tecnici e Professionali.

La metafora del famoso setaccio dà contezza del laborioso processo di ri-conoscimento della matrice comune di conoscenze, abilità e competenze che alla fine del biennio conclusivo dell’obbligo di istruzione abbia a connotare la formazione in matematica degli studenti dell’intero territorio nazionale di licei, tecnici, professionali “riordinati”.

L’ambizioso Progetto, promosso dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici e per l’Autonomia scolastica, ha unito 160 docenti nella lettura dei testi normativi per l’estrazione dei punti focali, delle strutture portanti, delle esili e leggere – ma duttili e resistenti – spighe di grano, serbatoi di quel sapere matematico essenziale per l’interpretazione del reale, per la formalizzazione dell’ideale, per la stessa estetica delle idee. I Gruppi nazionali e regionali di coordinamento e i Referenti  degli Uffici scolastici regionali, condiviso il lavoro, sono stati impegnati  in un capillare percorso di disseminazione e rendicontazione per diffondere l’ampia documentazione prodotta – riassunta nel “quadro dei quadri” -nonché di raccogliere ulteriori indizi, stimoli, confronti a completamento di un’articolata ricerca di senso didattico e formativo. Il lavoro di disseminazione si è concretizzato nelle Giornate Matematiche, seminari di formazione/informazione, che si sono svolte in tutte le Regioni e hanno interessato complessivamente più di duemila docenti (Prot. MIURAOODGOS n. 1323 del 12 marzo 2013).

Enucleare i saperi proposti a livello nazionale in termini di risultati di apprendimento, contestualizzabili e verificabili, ricompone quindi  le prerogative del sistema nazionale d’istruzione che riconosce, nelle sue finalità, il perseguimento di saperi certi, affidabili come chiavi di volta da coniugare in un futuro spendibile, di cui dotare i quindicenni, prescindendo dall’indirizzo scolastico scelto.

La necessità di migliorare gli apprendimenti di matematica dei nostri studenti e le azioni a supporto dell’attuazione delle Indicazioni Nazionali e delle Linee Guida trovano nella Galleria dei traguardi un imprescindibile riferimento di contenuto e metodo. Essa è descritta con coinvolgente entusiasmo dall’Isp. Emilio Ambrisi alla cui cura scientifica e culturale è riconducibile l’intero impianto del Progetto. (Caterina Spezzano)

Galleria matematica dei traguardi di apprendimento del primo biennio
dei Licei, Istituti Tecnici e Professionali

di Emilio Ambrisi

POSTER GALLERIA MATEMATICA 86X62_2

(1) La Galleria dei Traguardi è in distribuzione in tutte le classi del primo biennio dei Licei, degli Istituti Tecnici e Professionali

INCLUSIONE SCOLASTICA

GIOVEDI’  11  APRILE  2013,  ALLE  ORE 9,

presso l’aula  magna  dell’ ITE  “P. Savi” di  Viterbo, avrà luogo un seminario di studio sulle  novità  introdotte  dalla  direttiva   ministeriale   del  27/12/2012  e dalla  CM n° 8  del  6/3/2013  in  materia  di

INCLUSIONE  SCOLASTICA
(“non solo disabilità e DSA”)

ARGOMENTI  DEL  SEMINARIO:

1) distinzione fra le nozioni di “inclusione” e “integrazione” (i Bisogni Educativi Speciali; BES);

2) i “nuovi” disturbi evolutivi da gestire con un PDP: deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria-disprassia,  funzionamento cognitivo limite, ADHD e autismo di tipo lieve;

3) lo svantaggio socio-economico, linguistico culturale;

4) dal G.L.H.  al  G.L.I. (gruppo di lavoro per l’inclusione);

5) il P.A.I. (piano annuale per l’inclusività),

6) nuove competenze per consigli di classe/teams e collegio dei docenti.

L’ANDIS è soggetto riconosciuto dal MIUR per le attività di formazione; agli insegnanti partecipanti verrà rilasciato attestato di partecipazione.

info: 0761308111    E-MAIL:  icmonaci@alice.it

il presidente provinciale

Giuseppe Guastini

Le Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione

Le Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione

Hotel Hermitage – Galatina (LE) – Giovedì 11 aprile 2013 Ore 9.30 – 18.00

11413

Associazione Professionale Proteo Fare Sapere

Soggetto Qualificato per la Formazione

Decreto MIUR nr. 177/00 e DM del 8/06/05

 

 

SCHEDA DI ISCRIZIONE

Le Nuove indicazioni Nazionali

 

Cognome: …………………………………… Nome: ……………………………………………………..

 

Nato/a …………………………………………………………… il ……………………………………….

 

Abitazione:Via /Piazza …………….………………………………………   n°……………………….

 

Città: ………………………………………  Provincia: ………………….……..  CAP:…………………….

 

Cellulare/telefono: ……………………………………………………………………………………….

 

e-mail (N.B. scrivere in modo leggibile):……………………………………………………………….

¨  Docente

  • Infanzia
  • Primaria
  • Secondaria di primo grado

 

¨  Dirigente

 

 

Data…………………………………………    Firma…………………………………………….

 

 

La scheda va inviata entro e non oltre il 09/04/2013   a uno dei seguenti recapiti:

–  per e-mail a proteolecce@alice.it

–  per fax nr. 0832 216295

 

 

 

 

Informativa ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/03 “Codice in materia di protezione dei dati personali”

Proteo Fare Sapere ed FLC CGIL non raccolgono dati sensibili, trattano i dati personali con mezzi elettronici ad accesso riservato al personale addetto, predispongono misure di sicurezza informatica necessarie per ridurre al minimo il rischio di violazione della privacy delle/dei sue/suoi utenti da parte di terzi, tratta i dati secondo principi di correttezza, liceità, trasparenza e tutela della riservatezza e dei diritti degli interessati.

L’invio della scheda implica il consenso all’utilizzo e al trattamento dell’indirizzo E-mail, e di eventuali altri dati personali, per permettere di comunicare iniziative dell’associazione e dell’organizzazione sindacale. Ai sensi dell’art. 7 del D.Lgs. 196/03, Proteo Fare Sapere ed FLC CGIL garantiscono la possibilità di esercitare in qualsiasi momento i diritti di accesso, aggiornamento e cancellazione dei dati personali.

 

 

 

Per partecipare al corso in caso di impegni di servizio

L’iniziativa, organizzata da soggetto qualificato per l’aggiornamento (DM 08.06.2005), è automaticamente autorizzata ai sensi degli artt. 64 e 67 CCNL 2006/2009 del Comparto Scuola), con esonero dal servizio e con sostituzione ai sensi della normativa sulle supplenze brevi e come formazione e aggiornamento dei Dirigenti Scolastici ai sensi dell’art. 21 CCNL 15/7/2011 Area V e dispone dell’autorizzazione alla partecipazione in orario di servizio.

Scuola, dobbiamo tenerci ancora Profumo e le sue promesse

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, dobbiamo tenerci ancora Profumo e le sue promesse

di Marina Boscaino

 Insomma, dobbiamo tenercelo fino a data da destinarsi. Nel clima generale di disorientamento e perplessità, di anomalia e disarticolazione del sistema, un’altra pessima notizia: il ministro Profumo continuerà.
Salutato con un’accoglienza a dir poco festosa (sobrietà e competenza contro approssimazione e arroganza, questo sembrò il passaggio di testimone con l’indimenticabile Gelmini, autrice materiale – le “menti” erano Tremonti e Brunetta – di uno dei più catastrofici interventi su scuola e università, altrimenti detto “riforma”) Profumo ci ha messo pochissimo non dico a far rimpiangere la precedente amministrazione (sarebbe davvero stato troppo); ma, almeno, a farci capire che – sebbene lo stile fosse cambiato – la sostanza rimaneva immutabile.
Il governo Monti si insedia il 16 novembre del 2011. Il seguente 22 dicembre, Profumo partecipa ad un forum di “Repubblica”, dove annuncia il seguente programma: gestione di un miliardo e trecento milioni di fondi europei per le scuole del Sud; prossima pubblicazione della sempre promessa e mai realizzata Anagrafe dell’Edilizia Scolastica (si ricorda che a tutt’oggi oltre il 60% degli edifici scolastici è a rischio); Innovazione e Scuola 2.0: classi digitali e banda larga negli istituti, con incremento delle Lavagne Interattive Multimediali; Matematica e laboratori di scienze; attuazione dopo anni di mora di concorsi pubblici per i docenti; ascolto degli studenti che da 2 anni scendono in piazza (ascolto di cui è stato dato un saggio eloquente con le manganellate della manifestazione del 16 novembre scorso); rivalutazione dell’immagine dei professori, depressa “dalle recenti scelte politiche e culturali” (nell’autunno dell’anno successivo questa intenzione si tradurrà nella bomba “24 ore”, per ora disinnescata; il ministro si farà promotore di una proposta indecente: aumento di 6 ore di lezione frontale a settimana senza riconoscimento salariale); valutazione. Compresa rapidamente, forse (o forse no), l’impossibilità di tener fede a questi annunci, Profumo si dedica – nella prima fase del suo mandato – intensivamente a due punti: l’innovazione tecnologica (che si concretizza, come vedremo, in una serie di promesse mai realizzate, configurando un vero e proprio stile, la Demagogia 2.0) e il concorso. Mentre si susseguono gli annunci 2.0, mai avvalorati dai fatti, nell’estate prendono definitivamente corpo 2 provvedimenti.
Il primo: la spending review, DL 95/12. In coerenza con i tagli lineari della gestione Gelmini, sono sottratti alla scuola 15mila posti e 360 milioni, colpendo in particolare gli elementi più deboli del sistema: i docenti inidonei all’insegnamento per ragioni di salute e coloro che sono andati in soprannumero per effetto della riduzione degli orari, che verranno assegnati a compiti definiti unilateralmente, senza confronto in sede contrattuale. A tutto ciò si aggiunge la drastica riduzione delle supplenze per docenti, personale amministrativo, collaboratori scolastici. Si annuncia infine trionfalmente che “A decorrere dall’anno scolastico 2012/2013 le istituzioni scolastiche e i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico”. La previsione innesca la consueta grancassa mediale, ma è subito smentita dai fatti, tanto che già all’inizio di Ottobre, una nota del Dipartimento Per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali deve mestamente ammettere di aver messo il carro davanti ai buoi: “L’anno scolastico appena iniziato rappresenta un periodo di transizione durante il quale le scuole dovranno attivarsi per realizzare al meglio il cambiamento”.
Più o meno contestualmente è emanato il bando di concorso, annunciato come il più clamoroso “largo ai giovani” degli ultimi decenni. In realtà fanno domanda coloro che sono in possesso dell’abilitazione, quindi che abbiano portato a termine la Siss o che addirittura siano vincitori del precedente concorso del ’99. Sempre in realtà, vengono messi a concorso una parte dei posti destinati al turn over, 11.452, per gli a. s. 2013/14 e 2014/15. I candidati, spesso in cattedra da diversi anni e muniti di titoli culturali e scientifici, vengono sottoposti ad un’umiliante preselezione sotto forma di test, ad assecondare la quiz-mania, altro connotato del mandato Profumo.
Il 12 settembre 2012 una dichiarazione del ministro si allinea con i proclami primaverili in salsa 2.0: “Un piano per 30 milioni di euro. Un tablet per ogni insegnante del Sud. Messe in campo risorse: 24 milioni di euro per i computer in ogni classe scuole secondarie di I e II grado”. L’8 ottobre Profumo rincara la dose: ”Un tablet per ogni studente entro quest’anno”. Dispositivi tecnologici – per docenti e studenti – di cui non c’è tuttora traccia nelle scuole italiane. E poco importa, considerando le ben più significative emergenze– prima tra tutte, l’edilizia scolastica – di cui la nostra scuola soffre. E la consapevolezza che non sarà confidando nel dispositivo digitale che risolveremo i problemi della dispersione, le carenze in lettura e scrittura dei quindicenni alfabetizzati, la inadeguatezza della scuola a costruire oggi risposte convincenti e significative sul cosa, come e perché studiare.
Mentre prometteva tecnologia e minacciava 24 ore di lezione per gli insegnanti, Profumo dimenticava di assumere una posizione inequivocabile di ricerca della verità sul vergognoso caso delle Pillole del sapere, conferma dell’italica scarsa attitudine alla trasparenza amministrativa e perfino culturale.
Dicembre 2012: scioglimento delle Camere e annuncio delle elezioni di febbraio. Il Governo Monti è chiamato a svolgere funzioni di “disbrigo degli affari correnti”. Ma è proprio in quest’ultimo scorcio di mandato che Profumo sfodera un’insospettata grinta da fondista, allungando inaspettatamente nel finale e producendo – nonostante l’inerzia precedente, i tempi incongrui e persino la sconfessione della credibilità del governo, non premiato dalle urne, sebbene rivitalizzato dal Presidente Napolitano negli ultimi giorni- una serie di interventi determinanti su temi “caldi” e oggetto di discussioni e contrasti, che avrebbero necessitato di ben altri riflessione, ascolto, mediazione.
Innanzitutto il dpr sulla valutazione, che affida la valutazione stessa ad un organismo l’Invalsi, che è di emanazione ministeriale, nonostante sia definito indipendente: l’indipendenza non deriva infatti dalla definizione normativa, ma dal modo con cui si è nominati e dalle garanzie di autonomia nello svolgimento dell’attività; oppure a funzionari ministeriali (ancorché esperti e non amministrativi) come gli ispettori tecnici, che comunque dipendono dal ministro. Ogni garanzia di imparzialità e di una valutazione terza è ontologicamente negata, configurando, al contempo, una forma pesante e subdola di condizionamento e limitazione della libertà di insegnamento, che piegherà modalità e pratiche didattiche al raggiungimento dell’obiettivo: dalla creazione di cittadini consapevoli a risolutori di quiz.
La questione annunciata della conversione dei docenti inidonei in personale Ata anticipata dalla spending review, è stata decretata dal governo dell’ordinaria amministrazione negli ultimi giorni. Un recentissimo decreto ministeriale, infine, ha forzato la mano sull’introduzione dei libri di testo digitali. Molto critico Marco Guastavigna, insegnante esperto nell’uso delle tecnologie nella scuola: “Questa accelerazione fa notizia, ma non è una buona notizia. Essa infatti genererà fretta negli addetti ai lavori, che non sapranno concepire e realizzare prodotti culturali davvero innovativi, capaci di utilizzare la dimensione digitale per incrementate l’efficacia della mediazione didattica e di integrarsi nel contesto scolastico senza promettere fumose e insostenibile rotture epistemologiche e professionali”.
Ancora più netto Giorgio Israel, che accusa Profumo di atteggiamento irresponsabile, “perché le scuole sono allo stremo e, in assenza di reti wi-fi a banda larga, la digitalizzazione dei testi si trasformerà in una buffonata epocale; perché i tempi imposti non permettono di determinare standard unificati dal punto di vista informatico e soprattutto di creare testi di qualità (ma a lui cosa importa dei contenuti?); e perché questa operazione farà crollare l’impiego nel settore dell’editoria scolastica, il che non è una bella idea coi tempi che corrono”.

ANTEPRIMA: i Tfa normali varranno 18 punti, gli speciali 12 punti

da Tecnica della Scuola

ANTEPRIMA: i Tfa normali varranno 18 punti, gli speciali 12 punti
di Alessandro Giuliani
La Tecnica della Scuola è in grado di anticipare, sempre qualora il Consiglio di Stato non abbia nulla da eccepire sul decreto ministeriale predisposto dal Muir, i nuovi punteggi derivanti dalla frequenza positiva dei due corsi abilitanti: la differenza dovuta al fatto che quello aperto a tutti ha comportato una dura selezione ed è più impegnativo. Prevista anche una nuova valutazione del servizio di supplenza: ogni mese varrà un punto e non più i canonici due. Tutte le novità sui tirocini abilitanti sul n. 16 del nostro quindicinale, disponibile anche on line
I Tfa normali avranno una valenza maggiore di quelli speciali. Ma i punteggi che verranno assegnati ai precari tra un anno, in occasione del periodico aggiornamento delle graduatorie d’istituto, saranno ben diversi da quelli sinora trapelati: salvo improbabili modifiche dell’ultimo momento, i circa 21mila aspiranti docenti selezionati (dopo aspre polemiche e non pochi ricorsi) e che stanno frequentando i Tfa normali, l’anno prossimo potranno aggiornare la graduatoria d’istituto facendo un salto in avanti di ben 18 punti. A patto, ovviamente, che superino tutti gli esami finali degli insegnamenti previsti, svolgano positivamente il corposo tirocinio e siano ritenuti idonei in occasione della prova finale.
Mentre agli almeno 75mila che termineranno con esito positivo i più veloci Tfa speciali verranno corrisposti 12 punti (gli stessi assegnati a chi ha concluso un dottorato di ricerca).
Vale la pena ricordare che si tratta di una doppia novità rilevante, visto che sino ad oggi tutte le indiscrezioni confluivano rispettivamente su 12 e 6 punti. Dal Ministero hanno confermato che la differenza è dovuta al fatto che il Tfa normale, aperto a tutti, ha comportato una dura selezione. Ma non solo: la sua frequenza comporta un numero di ore decisamente maggiore rispetto a quelle dei partecipanti ai Tfa speciali (esentati dalle centinaia di ore di tirocinio da svolgere direttamente presso gli istituti scolastici).
La nuova valutazione del punteggio da assegnare per coloro che termineranno con esito positivo i Tfa è contenuta nel terzo decreto ministeriale, il secondo di tipo organizzativo, con cui viale Trastevere ha provveduto a rivedere la tabella di valutazione dei titoli culturali e di servizio validi per l’inserimento e l’aggiornamento delle graduatorie di seconda fascia d’istituto.  Il decreto, a differenza di quello “madre”, di tipo regolamentare, non necessita di essere approvato con particolare urgenza. In questo momento è ancora al vaglio del Consiglio di Stato e la sua approvazione (in teoria con proposta motivata di ulteriori modifiche) potrebbe far attendere ancora diversi mesi.
Anche in questo caso, le modifiche sono però necessarie: nella tabella vigente, in quanto preesistente al D.M. n.249/2010, non era prevista la valutazione del titolo di abilitazione che sarà conseguito da quanti stanno frequentando il Tfa ordinario, né tanto meno quello che sarà conseguito al termine del percorso abilitante speciale. Viale Trastevere sinora si era limitata a far sapere che “si è colmata quindi anche questa lacuna, disponendo una differenziazione di punteggi tra abilitazioni conseguite nei percorsi ordinari e riservati nel segno della continuità con il passato, che già riconosceva un diverso punteggio alle abilitazioni conseguite a seguito della frequenza dei corsi Ssis e delle sessioni riservate, ed in ossequio alla osservazione posta dalla VII Commissione della Camera dei deputati in sede di esplicitazione di parere sul testo del D.M. rettificativo del D.M.n.249/2010”.
Ma nella rinnovata tabella di valutazione dei titoli utili all’aggiornamento delle graduatorie d’istituto è contenuta anche un’altra importante novità. Stavolta riguardante il servizio svolto come supplenti, sempre se in possesso del prescritto titolo di studio. Ebbene, il testo fornito dal Ministero al Consiglio di Stato prevede che d’ora in poi ogni mese di servizio, o frazione minima residua di 16 giorni, valga un solo punto. Con l’annualità che verrà, di conseguenza, 6 punti anziché i canonici 12 punti.
Sul n. 16 del quindicinale La Tecnica della Scuola, disponibile anche on line sono contenute tutte le ultime notizie sui Tfa, la tempistica con cui verranno svolti e i “passi” che le diverse decine di migliaia di interessati dovranno attuare sin da metà aprile per candidarsi e formulare la dichiarazione di titoli e servizi svolti.

Indennizzi ai precari, ma allo Stato conviene continuare a dire no?

da Tecnica della Scuola

Indennizzi ai precari, ma allo Stato conviene continuare a dire no?
di A.G.
Stavolta è il Codacons a rilanciare il tema dei risarcimenti cospicui: l’associazione ha calcolato che l’amministrazione deve in media 30mila euro a ricorrente. Considerando anche le sentenze vinte dai sindacati e che di recente i giudici hanno corrisposto ai precari difesi dall’Anief indennizzi record, al Miur forse farebbero bene ad affrontare la questione una volta per tutte.
Continua il pressing di associazioni e sindacati nei confronti del ministero dell’Istruzione per il trattamento vessatorio condotto verso i precari di lungo corso. Il solco tracciato dall’Anief, ha fatto di questo tema un suo cavallo di battaglia, riuscendo in più occasioni a smontare in tribunale le deroghe esplicite dello Stato italiano nei confronti delle norme europee (in particolare la direttiva 1999/70/CE) che prevedono l’assunzione automatica dopo 36 mesi di servizio, è stato negli ultimi mesi percorso anche da altre rappresentanze dei lavoratori. E pure da alcune associazioni. Come il Codacons, che il 3 aprile ha fatto il punto della situazione, intimando al Miur “di risarcire gli insegnanti precari con la cifra complessiva di circa 7,5 milioni di euro”: in caso contrario l’amministrazione l’organismo a tutela dei consumatori guidato da Carlo Rienzi si dice pronto “a pignorare il palazzo storico di Viale Travestere a Roma dove ha sede il dicastero”.
Per l’associazione tutto questo ha arrecato un chiaro “danno economico agli insegnanti, privandoli degli scatti di anzianità e dei benefici economici derivanti dall`assunzione a tempo indeterminato. Proprio sulla base di tale principio tutti i Tribunali del lavoro hanno condannato il Ministero dell`istruzione a risarcire i precari con le differenze tra gli stipendi percepiti negli anni e quelli che avrebbero percepito se fossero stati assunti a tempo indeterminato, oltre gli scatti d`anzianità e gli interessi legali maturati. Una cifra che si aggira attorno ai 30mila euro a precario”, conclude il Codacons.
Considerando le ormai innumerevoli cause vinte dagli altri sindacati e che alcune di queste hanno assunto una portata risarcitoria decisamente più consistente – sempre l’Anief ha dato notizia di recente di tre indennizzi superiori a 150mila euro – occorre a questo punto capire se allo Stato converrà mantenere in piedi questa guerra a colpi di ricorsi in Tribunale. Oppure approntare, assieme agli stessi rappresentanti dei lavoratori, un piano straordinario (Mef permettendo) di immissioni in ruolo. Che riducendo il numero di precari storici, ridurrebbe anche la quantità di vertenze in corso.

Codacons: Miur paghi 7,5mln ai precari o pignoriamo

da Tecnica della Scuola

Codacons: Miur paghi 7,5mln ai precari o pignoriamo
“Sono oltre 250 le sentenze positive che ordinano al Ministero dell’Istruzione di risarcire gli insegnanti precari con la cifra complessiva di circa 7,5 milioni di euro: ora il Miur dovrà pagare e se non lo farà siamo pronti a pignorare il palazzo storico di Viale Travestere a Roma dove ha sede il dicastero”
Lo dice il Codancos presentando i numeri fatti registrare dai ricorsi promossi fino ad oggi dall’associazione dinanzi ai Tribunali del lavoro di tutta Italia, per conto di docenti precari mai assunti a tempo indeterminato dal dicastero. “I giudici – spiega il Codacons – sono oramai tutti orientati nella direzione di riconoscere non solo i diritti degli insegnanti precari, ma anche i danni che il comportamento della pubblica amministrazione ha loro prodotto. Nelle sentenze finora ottenute grazie al Codacons (e tutte positive) il Ministero è stato condannato per aver prorogato per anni e anni contratti a termine ai docenti, senza trasformare il rapporto lavorativo ‘a tempo determinato’ in ‘a tempo indeterminato’, violando così la normativa nazionale e comunitaria, che prevede limiti precisi al rinnovo dei contratti a termine”. “Il comportamento della pubblica amministrazione, secondo le oltre 250 sentenze finora raccolte che hanno riconosciuto le ragioni dei precari della scuola, ha arrecato un danno economico agli insegnanti, privandoli degli scatti di anzianità e dei benefici economici derivanti dall’assunzione a tempo indeterminato. Proprio sulla base di tale principio tutti i Tribunali del lavoro hanno condannato il Ministero dell’istruzione a risarcire i precari con le differenze tra gli stipendi percepiti negli anni e quelli che avrebbero percepito se fossero stati assunti a tempo indeterminato, oltre gli scatti d’anzianità e gli interessi legali maturati. Una cifra che si aggira attorno ai 30mila euro a precario”, conclude il Codacons. (TMNews)

Resi noti i dati provvisori di pensionamento

da Tecnica della Scuola

Resi noti i dati provvisori di pensionamento
E la Flc-Cgil proclama il presidio del 10 aprile dei precari al ministero dell’istruzione: meno pensionamenti = meno assunzioni, anche contro gli effetti della riforma Fornero
Con la pubblicazione dei dati provvisori delle domande di pensionamento del personale della scuola, mantenuti segreti, sottolinea la Flc-Cgil, viene confermata “la drastica riduzione dei pensionamenti, che oltre a non dare risposta a chi avrebbe avuto i requisiti pre-riforma, danneggiano pesantemente i lavoratori precari a cui viene negata la prospettiva di stabilizzazione. Dai questi primi dati si ricava una riduzione di quasi il 50% rispetto allo scorso anno. I docenti sono solo 10.009 contro le oltre 20.000 dello scorso anno e gli ATA sono solo 3.343 contro le oltre 5.000 dello scorso anno. Con questi dati sicuramente avremo meno assunzioni e perfino l’attuale concorso rischia di non avere posti sufficienti. Altro che nuovo concorso!. A fronte di questa situazione per la FLC CGIL due operazioni sono prioritarie: 1. “riformare” la riforma Fornero per consentire ai giovani l’accesso al lavoro 2. investire nel sistema dell’istruzione per restituire alle scuole organico e risorse

Adozione libri digitali: la filiera del libro e della carta contro il decreto Profumo

da Tecnica della Scuola

Adozione libri digitali: la filiera del libro e della carta contro il decreto Profumo
di A.T.
Editori e librai contro il decreto sull’adozione dei libri scolastici, che prevede dall’a.s. 2014/2015, inizialmente in alcune classi, solo testi digitali o in formato misto: sottolineata, tra l’altro, l’insufficienza infrastrutturale delle scuole (banda larga, wi-fi, dotazioni tecnologiche), mentre non sono previsti investimenti pubblici, ma gli oneri sono riversati su imprese e famiglie. Riaffermato poi dagli editori il valore pedagogico del libro a stampa.
Per editori e librai, ignorate le indicazioni del Parlamento, volte ad assicurare equilibrio, misura e gradualità, e a non limitare l’autonomia delle scuole. Ancora una volte sottolineata, inoltre, l’insufficienza infrastrutturale delle scuole (banda larga, wi-fi, dotazioni tecnologiche), mentre non sono previsti investimenti pubblici, ma gli oneri sono riversati su imprese e famiglie. Evidenziati poi dagli editori il valore pedagogico del libro a stampa e il dubbio se un impatto pervasivo degli strumenti elettronici sui ragazzi non sia nocivo per la salute. Ecco il testo diffuso dalla “filiera del libro e della carta”:
 
L’Associazione italiana editori (Aie), la Federazione della filiera della carta e della grafica, l’Associazione librai italiani (Ali), l’Associazione nazionale agenti rappresentanti e promotori editoriali (Anarpe), componenti tutti della filiera del libro, mentre ribadiscono la volontà, già ampiamente dimostrata, di favorire l’innovazione tecnologica nell’ambito scolastico, riaffermano congiuntamente la loro totale contrarietà al decreto ministeriale dedicato alle scelte dei libri scolastici, firmato nei giorni scorsi dall’uscente ministro dell’istruzione, Francesco Profumo.
Il decreto, secondo i componenti della filiera, oltre a non tenere conto delle indicazioni del Parlamento, volte ad assicurare equilibrio, misura e gradualità, e a non limitare l’autonomia delle scuole e il principio costituzionale della libertà di insegnamento, non considera in alcun modo l’insufficienza infrastrutturale delle scuole (banda larga, Wi-Fi, dotazioni tecnologiche, …).
Inoltre, le disposizioni firmate da Profumo non prevedono (come succede normalmente negli altri Paesi che analogamente affrontano il tema della digitalizzazione nelle scuole) investimenti pubblici. Al contrario, riversano sulle imprese e sulle famiglie l’onere per l’innovazione scolastica, prevedendo, addirittura, che queste ultime versino alle scuole quanto eventualmente risparmiato o lo destinino per l’acquisto di tablet o pc.
Infine, sollecitando genitori e alunni ad acquistare prodotti di aziende straniere, non europee, a danno di imprese italiane, il decreto rischia seriamente, in un contesto generale di profonda crisi economica, di mettere ulteriormente in difficoltà le aziende e gli occupati dell’intera filiera del libro e della carta, già pesantemente condizionata da restrittive norme specifiche, senza peraltro assicurare alcun vantaggio in termini di risultati didattici attesi e, soprattutto, di tutela dei bilanci familiari certamente sottoposti a nuovi e maggiori costi derivanti da un non avveduto e graduale passaggio al digitale.
La filiera del libro e della carta, al contrario, riafferma il valore pedagogico e la centralità del libro a stampa, che dovrebbe quindi rimanere irrinunciabile. A oggi infatti non è dimostrato da nessuna parte che l’impatto sempre più pervasivo degli strumenti elettronici sui ragazzi non sia nocivo per la salute, senza contare che la memorizzazione e la comprensione sono meno sollecitati dai supporti elettronici.

Tutti i comandi cesseranno il 31 agosto 2013

da Tecnica della Scuola

Tutti i comandi cesseranno il 31 agosto 2013
di Aldo Domenico Ficara
Dimezzato il contingente di dirigenti scolastici e di docenti da utilizzare per la realizzazione dei compiti connessi con l’attuazione dell’autonomia scolastica
Con nota (prot. n. AOODGPER 2980) del 25 marzo 2013 il Miur comunica che con la legge n. 228 del 24/12/2012 (legge di stabilità 2013) il contingente di dirigenti scolastici e di docenti da utilizzare per la realizzazione dei compiti connessi con l’attuazione dell’autonomia scolastica, è stato ridotto della metà come indicato all’art. 1 commi 57 e 58, apportando in tal modo ulteriori modifiche all’art. 26, comma 8 della legge 23/12/1998, n. 448, già rettificato dall’art. 4 della legge 12/11/2011, n. 183 (legge di stabilità 2012). In attesa dell’emanazione del conseguente provvedimento del Ministro che necessariamente dovrà ridistribuire in maniera organica il nuovo contingente a seguito della riduzione delle unità disponibili, è necessario informare il personale utilizzato che tutte le posizioni di comando attualmente in essere cesseranno a decorrere dal 31 agosto 2013. A tal proposito la stessa nota si precisa che:
a) le domande per il rientro nei ruoli di provenienza sono regolate dall’art. 5 commi 1 e 2 del CCNI sottoscritto l’11/3/2013 sulla mobilità del personale docente, educativo ed Ata per l’a.s. 2013/2014. b) il personale comandato ai sensi della normativa in oggetto nonché quello collocato fuori ruolo in applicazione di altra normativa, rientrante comunque nelle categorie indicate nell’art. 5 commi 1 e 2 del CCNI 11/3/2013, deve produrre domanda finalizzata all’ assegnazione di sede definitiva che verrà disposta con precedenza rispetto alle operazioni di mobilità e con le modalità indicate anche all’art. 3 dell’O.M. n. 9/2013 sulla mobilità. c) tale domanda, ai fini dell’assegnazione di sede di titolarità sarà necessariamente in forma cartacea e rivolta all’Ufficio scolastico regionale – Ufficio territorialmente competente rispetto alla provincia scelta, entro le date di scadenza indicate nell’art. 3 dell’O.M. citata. d) nel caso gli interessati non ottengano una delle sedi richieste, per mancanza di disponibilità, potranno presentare domanda di mobilità al predetto Ufficio, che le acquisirà al sistema informativo per l’assegnazione della sede definitiva nel corso delle operazioni di movimento. In tale circostanza la domanda di mobilità sarà presentata via web se proposta entro i termini indicati nell’art. 2, comma 1, dell’O.M. n. 9/2013; in caso contrario, superate tali scadenze, gli interessati saranno riammessi nei termini e la domanda sarà presentata in forma cartacea.

Docenti un po’ più cittadini degli altri?

da Tecnica della Scuola

Docenti un po’ più cittadini degli altri?
di Reginaldo Palermo
Renza Bertuzzi, responsabile di redazione di Professione Docente, torna sulla questione aperta da Rino Di Meglio e charisce i termini de problema.
Nell’ultimo numero di Professione Docente, la rivista della Fgu-Gilda, il coordinatore nazionale del sindacato Rino Di Meglio ha parlato degli insegnanti come di “cittadini un po’ più cittadini degli altri”.


Con Renza Bertuzzi, responsabile di redazione della rivista, approfondiamo la questione.  “L’affermazione del coordinatore nazionale ci permette di ritornare su un tema che la Gilda ha sempre sostenuto, la funzione del docente, secondo la Costituzione”.


In che senso?
“Il ruolo dei docenti discende dalla Costituzione, nella quale, tra le diverse interpretazioni dottrinali, è prevalsa quella che assegna alla scuola un carattere educativo e non solo informativo, poiché essa tende alla formazione delle nuove generazioni. Così, il D.L. 16 aprile 1994, n. 297 (Parte III, titolo I, Capo I) afferma che la ‘funzione docente è intesa come esplicazione essenziale dell’ attività di trasmissione della cultura, di contributo alla elaborazione di essa e di impulso alla partecipazione dei giovani a tale processo e alla formazione umana e critica della loro personalità’”.


E perché da questo ne dovrebbe discendere che il docente è un po’ più cittadino degli altri?
“Semplicemente perché svolge un ruolo che qualcuno più esperto di noi ha definito un “ mandato sociale”, a formare i cittadini. Non c’è nulla di azzardato, dunque, nell’ affermazione di Rino Di Meglio che ha inteso sottolineare questo principio, oggi disatteso tra le fantasiose invenzioni della funzione del docente : da mediatore culturale a stimolatore dell’ apprendimento”.

C’è però il rischio che nell’immaginario collettivo si crei l’idea che chi è più cittadino ha anche più diritti degli altri (e il passo da diritti a privilegi è facile, soprattutto quando si parla di dipendenti pubblici)… “Niente affatto: un cittadino più cittadino degli altri dovrà avere consapevolezza più piena – e quindi più responsabilità- dei suoi diritti e dei suoi doveri, dovendo trasmetterli a chi cittadino consapevole dovrà diventare. La triste realtà, purtroppo, è ben altra: oggi ormai, in regime di Costituzione materiale, questo e altri criteri della nostra Carta sono stati rimossi, anche da chi dovrebbe farli valere”.

Il mondo del libro contro il decreto Profumo per i testi digitali

da tuttoscuola.com

Il mondo del libro contro il decreto Profumo per i testi digitali

La Filiera del libro e della carta è in rivolta contro il Decreto Profumo sull’introduzione obbligatoria dei libri digitali a scuola.

A protestare sono l’Associazione italiana editori, la Federazione della Filiera della Carta e della Grafica, l’Associazione librai italiani, l’Associazione nazionale agenti rappresentanti e promotori editoriali, componenti tutti della filiera del libro, che  “ribadiscono – si legge in una nota – la volontà, già ampiamente dimostrata, di favorire l’innovazione tecnologica nell’ambito scolastico“, ma al tempo stesso “riaffermano congiuntamente la loro totale contrarietà al decreto ministeriale dedicato alle scelte dei libri scolastici, firmato nei giorni scorsi dall’uscente ministro dell’istruzione, Francesco Profumo“.

Secondo i componenti della filiera del libro e della carta, il decreto oltre a non tenere conto delle indicazioni del Parlamento, volte ad assicurare equilibrio, misura e gradualità, e a non limitare l’autonomia delle scuole e il principio costituzionale della libertà di insegnamento, non considera in alcun modo l’insufficienza infrastrutturale delle scuole (banda larga, Wi-Fi, dotazioni tecnologiche…).

La filiera del libro e della carta, inoltre, riafferma il valore pedagogico e la centralità del libro a stampa, che “dovrebbe quindi rimanere irrinunciabile“. A oggi infatti, secondo le associazioni, “non è dimostrato da nessuna parte che l`impatto sempre più pervasivo degli strumenti elettronici sui ragazzi non sia nocivo per la salute, senza contare che la memorizzazione e la comprensione sono meno sollecitati dai supporti elettronici“.