L’Italia all’ultimo posto nella Ue per la spesa in cultura e scuola

da la Repubblica

L’Italia all’ultimo posto nella Ue per la spesa in cultura e scuola

E’ quanto emerge da uno studio pubblicato da Eurostat che compara la spesa pubblica nel 2011: abbiamo speso l’1,1% del Pil contro una media del 2,2%, peggio anche della Grecia che investe l’1,2% della propria economia

MILANO – Per l’Unesco l’Italia detiene il più alto numero al mondo di beni patrimonio dell’umanità. Un dato in controtendenza alla spesa pubblica destinata dal Paese alla cultura: appena l’1,1% del Pil contro il 2,2% medio dell’Ue e all’ultimo posto in Europa dietro anche alla disastrata Grecia che spende l’1,2% del Pil. Peggio. Siamo al penultimo posto (questa volta davanti alla Grecia) nella spesa per l’istruzione: l’8,5% Pil con il 10,9% dell’Unione europea. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato da Eurostat che compara la spesa pubblica nel 2011: in cultura spendono tutti più di noi dalla Germania (1,8% del Pil) alla Francia (2,5%) fino al Regno Unito al 2,1%.
Secondo l’Istituto di statistica europeo, però in Italia è più alta la percentuale di spesa per i servizi pubblici generali (che comprendono gli interessi sul debito pubblico) con il 17,3% a fronte del 13,5% medio dell’Ue a 27 (in Grecia questa voce pesa per il 24,6% su tutta la spesa pubblica). La spesa per protezione sociale in Italia è invece ancora superiore a quella Ue a 27 con il 41% della spesa pubblica complessiva a fronte del 39,9%. La protezione sociale nel nostro Paese resta però sbilanciata su quella per le pensioni mentre arranca la spesa per coloro che perdono il lavoro, per la casa e l’esclusione sociale.
E ancora, l’Italia destina il 3% della spesa pubblica per la difesa (in linea con l’Ue a 27) e il 4% per l’ordine pubblico (3,9% la media europea). Per la sanità pubblica il nostro Paese spende leggermente meno della media Ue a 27 (il 14,7% contro il 14,9%). Nel complesso – scrive Eurostat – nel 2011 abbiamo speso il 49,1% del Pil con un calo rispetto all’anno precedente per tutte le voci ad eccezione dei servizi pubblici generali cresciuti a causa del peso degli interessi sul debito.
Il capitolo di spesa più pesante è quello di protezione sociale e sanità (il 55% del totale) cresciuto in particolare dal 2008 con lo scoppio della crisi, l’arrivo della recessione è il conseguente calo del reddito. Per la sola protezione sociale l’Italia ha speso nel 2011 il 20,5% del Pil (19,6% la media Ue a 27, il 20,2% l’Ue a 17): 5.322 euro per abitante. Meno comunque della Danimarca che destina alla protezione sociale il 25,2% del Pil (10.892 euro per abitante) e più della Germania che spende il 19,6% del Pil (6.215 euro per abitante). In Francia si spende il 23,9% del Pil con 7.306 euro per abitante

Eccellenze premiate per decreto

da Tecnica della Scuola

Eccellenze premiate per decreto
di Aldo Domenico Ficara
Con il D.D.G. prot.n. 1754 del 3 aprile 2013 si individuano gli studenti meritevoli per i risultati raggiunti nelle competizioni stabilite con D.M. 8 novembre 2011, determinando l’ammontare dei premi da assegnare
Nel decreto in particolare all’articolo n.2 si dice: “I quantitativi massimali di studenti beneficiari per ciascuna competizione, o sezione di competizione, sono determinati come segue. Per le competizioni, o sezioni di competizioni, individuali:

• fino a 100 studenti per ciascuna competizione della fascia “A”;
• fino a 75 studenti per ciascuna competizione della fascia “B”;
• fino a 50 studenti per ciascuna competizione della fascia “C”;
• fino a 25 studenti per ciascuna competizione della fascia “D”;
• fino a 10 studenti per ciascuna competizione della fascia “E”.

Per le competizioni, o sezioni di competizioni, per gruppi:

• fino a 75 studenti per ciascuna competizione della fascia “A”;
• fino a 60 studenti per ciascuna competizione della fascia “B”;
• fino a 45 studenti per ciascuna competizione della fascia “C”;
• fino a 30 studenti per ciascuna competizione della fascia “D”;
• fino a 15 studenti per ciascuna competizione della fascia “E”.

Rimane salvo il fatto che, per ciascuna competizione o sezione di competizione, siano inclusi tra i beneficiari tutti gli studenti che, nelle rispettive graduatorie di merito, risultino collocati ex-aequo con chi si trovi in posizione utile e che in tali casi il numero di beneficiari di una competizione possa eccedere il quantitativo massimale stabilito.  Gli studenti vincitori di premi in Olimpiadi internazionali ufficiali, alle quali ciascun Paese partecipi con un numero fissato di rappresentanti nazionali, non sono considerati nel computo dei sopra citati quantitativi massimali, e vengono inclusi in aggiunta a tali quantitativi massimali. Mentre all’articolo n. 5 si puntualizza che la premiazione degli studenti sarà effettuata dal dirigente scolastico dell’istituto frequentato secondo le forme previste dall’articolo 4 del decreto legislativo n. 262 del 29 dicembre 2007, qui di seguito riportate: a) benefit e accreditamenti per l’accesso a biblioteche, musei, istituti e luoghi della cultura; b) ammissione a tirocini formativi; c) partecipazione ad iniziative formative organizzate da centri scientifici nazionali con destinazione rivolta alla qualità della formazione scolastica; d) viaggi di istruzione e visite presso centri specialistici; e) benefici di tipo economico; f) altre forme di incentivo secondo intese e accordi stabiliti con soggetti pubblici e privati.

Impietoso studio Eurostat: su cultura e istruzione l’Italia è diventata la maglia nera!

da Tecnica della Scuola

Impietoso studio Eurostat: su cultura e istruzione l’Italia è diventata la maglia nera!
di A.G.
L’istituto di statistica europeo: nel 2011 la spesa pubblica per il nostro patrimonio di beni culturali, il più grande al mondo, è stata appena dell’1,1% rispetto al Pil. La metà della media Ue. Per il sovvenzionamento della scuola, da quella d’infanzia alle superiori, non va meglio: si spende solo l’8,5% del Pil, mentre nell’Ue si viaggia ad una media del 10,9%. Peggio di noi solo la Grecia. Gli studenti: siamo all’emergenza nazionale.
Ancora segnali negativi a livello nazionale sul fronte degli investimenti a favore della cultura e dell’istruzione dei nostri giovani. Secondo uno studio pubblicato il 6 aprile da Eurostat, l’istituto di statistica europeo, che ha messo a confronto la spesa pubblica nel 2011, in cultura spendono ormai tutti più di noi: dalla Germania (1,8% del Pil) alla Francia (2,5%) fino al Regno Unito al 2,1%. Anche la media del vecchio Continente è impietosa: se l’Italia si ferma all’1,1% del Pil, meritandosi la “maglia nera”, nell’Ue si spende esattamente il doppio. Il dato diventa ancora più avvilente se si pensa che per l’Unesco nel Bel Paese è contenuto il più alto numero al mondo di beni patrimonio dell’umanità.
E per quanto riguarda il sovvenzionamento della scuola, da quella d’infanzia alle superiori, non va meglio: per l’istruzione si spende solo l’8,5% del Pil, mentre nell’Unione europea si viaggia ad una media del 10,9%. L’ultimo posto stavolta non è nostro, ma davvero per poco: peggio dell’Italia fa solo la Grecia.
Tra i primi a commentare lo studio pubblicato da Eurostat sono le associazioni degli studenti. Secondo Michele Orezzi, coordinatore dell’Unione degli Universitari: le cifre indicate dall’istituto di statistica europeo sono “semplicemente l’ennesima conferma di quello che diciamo da anni come studenti, la spesa in Istruzione nel nostro Paese è più che insufficiente”. Continua Orezzi: “Dopo tanti slogan e tante campagne di disinformazione, ecco dei dati che certificano la realtà. I dati dell’Eurostat sono una risposta chiara e inconfutabile per tutti quelli che ancora oggi si ostinano a dire che bisogna tagliare la spesa in Istruzione. Dopo il calo degli iscritti all’università, dopo aver verificato, sempre dai dati dell’Eurostat, che siamo l’ultimo Paese in assoluto per numero di giovani laureati in Europa, è chiaro a tutti come l’Istruzione sia una vera e propria emergenza nazionale”.
Anche le parole di Daniele Lanni, portavoce della Rete degli Studenti, sono di dura condanna per la politica nazionale sul fronte dell’istruzione ed in generale della cultura italiana. “Dopo anni in cui hanno prima negato i tagli, poi li hanno giustificati con la crisi e con le politiche di austerity oggi ci vediamo ancora una volta fanalino di coda in Europa. Non è più accettabile, tutto il Paese deve prendere atto della situazione e devono essere adottati interventi urgenti e straordinari. Il taglio alla spesa per l’Istruzione dimostra il taglio al futuro di una intera generazione”.