Proseguono gli scioperi contro la scuola-quiz

Proseguono gli scioperi contro la scuola-quiz: il 14 maggio blocchiamo gli indovinelli alle Medie e il 16 alle Superiori
La ministra Carrozza: ridimensioniamo i quiz. Il sottosegretario Rossi Doria contro i quiz all’esame di Terza Media

Malgrado quanto affermato dal MIUR in occasione della prima giornata di sciopero contro la scuola-quiz, migliaia di classi alle elementari non si sono prestate ai distruttivi indovinelli Invalsi, nonostante i pesanti interventi di molti presidi e degli invalsiani su docenti ed Ata e le illegali sostituzioni del personale in sciopero e “riorganizzazioni” del servizio, verso le quali procederemo per via legale, trattandosi di azione antisciopero che avevamo fortemente diffidato a compiere. Il dato fornito dal MIUR è ridicolo, perché si riferisce alle sole 1500 classi-campione, blindate da ispettori invalsiani e da presidi che vi si erano garantiti docenti “fedeli”: ma nulla dice il ministero sulle altre decine di migliaia di classi “normali” ove in tanti casi le prove sono saltate, grazie allo sciopero ma anche alla sacrosanta decisione di molti genitori di tenere i figli a casa.
Che la mobilitazione abbia colpito nel segno lo dimostra non solo la significativa attenzione mediatica ma anche le prime dichiarazioni della neo-ministra Carrozza e del sotto-segretario Rossi Doria.
Carrozza ha invitato a “ridimensionare i test di valutazione, che verranno usati per capire le omogeneità territoriali e avere un riscontro sul livello di apprendimento delle scuole a livello nazionale”, comprendendo le proteste, ritenendo “giusto che ci sia un dibattito” e impegnandosi a “sentire le parti in causa e a fare una riflessione”.
Rossi Doria, nel corso della trasmissione di Uno Mattina (Rai Uno) del 9 maggio, dibattendo con i Cobas e con un genitore romano, ha sostenuto che è assolutamente da evitare il “teaching to test” (cioè snaturare l’insegnamento per preparare gli studenti ai quiz), che i quiz non vanno usati per giudicare insegnanti e studenti, ed esprimendo il suo totale dissenso verso la presenza dei quiz Invalsi all’esame di Terza Media.
A prendere per buone queste dichiarazioni, parrebbe che entrambi non sappiano che l’insegnamento finalizzato ai quiz è oramai dilagante sia alle medie sia alle elementari, con libri di testo tutti orientati in tal senso; e che sta        penetrando anche alle superiori ove MIUR e invalsiani vorrebbero introdurre i quiz all’esame di Maturità entro il 2015; e che niente sappiano del Sistema di (s)valutazione approvato dal precedente governo.
Verificheremo comunque la coerenza tra le parole e le azioni a partire dalle prossime tappe dello sciopero, il 14 per le medie e il 16 per le superiori, quando, insieme agli studenti, nuovamente manifesteremo nelle principali città e in particolare a Roma al MIUR (a partire dalle ore 10).
Nell’occasione abbiamo chiesto un incontro con la ministra per verificare se esiste una reale disponibilità a quel confronto e ascolto annunciati, ma soprattutto alla modifica di quanto di distruttivo la pratica dei quiz ha già        introdotto nella scuola: modifica che dovrebbe portare alla eliminazione dei quiz dall’esame di Terza Media, alla rinuncia ad introdurli anche all’esame di Maturità e ad una conferma ufficiale sulla non-obbligatorietà dei quiz nelle scuole, restituendo ai Collegi docenti la piena decisionalità in merito ad una loro eventuale effettuazione.
E con la neoministra vorremmo discutere, oltre che di Invalsi e Sistema di (s)valutazione delle scuole, del furto di salario perpetrato ai danni dei lavoratori/trici con il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità; della urgenza di annullare la deportazione dei docenti “inidonei” e l’espulsione degli Ata precari; dell’assunzione  dei precari su tutti i posti disponibili; della restituzione nella scuola del diritto di assemblea per tutti/e.

Piero Bernocchi   portavoce nazionale Cobas

Josefa Idem: i docenti di scienze motorie servono già alla primaria

da Tecnica della Scuola

Josefa Idem: i docenti di scienze motorie servono già alla primaria
di A.G.
Per il nuovo ministro per le Pari opportunità e per lo Sport, ospite a “Che tempo che fa”, è un passaggio fondamentale se si vuole far crescere la cultura sportiva: le attuali maestre sono bravissime, ma non sono specialiste. Poiché la novità riguarderebbe 130mila classi, per lo Stato la spesa sarebbe di circa 250 milioni di euro. A meno che le due ore a settimana si tolgano alle docenti oggi in organico.
Non bastano le palestre adeguate e a norma. Le scuole italiane necessitano della “presenza di laureati in scienze motorie”. Ad iniziare dalla scuola primaria, dove oggi invece l’attività motoria è affidata alle maestre non specializzate.
A rilanciare l’idea dei docenti specializzati a partire delle ex elementari è stato il nuovo ministro per le Pari opportunità e per lo Sport Josefa Idem: ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, la campionessa olimpica ha spiegato che per far crescere la cultura sportiva “bisogna partire dalle scuole elementari”, e a questo scopo nel primo ciclo di istruzione vanno garantite oltre a palestre adeguate anche professionisti della cultura dello sport.
Josefa Idem ha aggiunto che la sua proposto non è una critica contro l’attuale modello formativo: “le maestre sono bravissime, ma non sono specialiste”.
Sull’auspicio del ministro plurimedagliato siamo tutti d’accordo. Chi potrebbe dire, infatti, che i bambini tra i 6 e gli 11 anni non abbiano bisogno di maggiori attenzioni per coltivare la loro attività fisica? Recenti studi, ricordiamo, hanno appurato che è proprio questa la fascia d’età che si apprendono movimenti e nozioni con maggiore facilità rispetto a tutte le altre. E che dire dell’importanza dello svolgere della sana attività motoria già in tenera età, anche al fine di prevenire l’obesità e assumere sani stili di vita?
Il problema è allora solo uno: come al solito, mancherebbero i fondi. Facciamo quattro conti. Quest’anno sono state attivate in tutta Italia 132.193 classi di primaria in tutta Italia. Considerando che l’attività motoria con il docente specialista dovrebbe continuare a prevedere due ore a settimana d’insegnamento, sarebbero circa 11mila gli insegnanti che occorrerebbero. Calcolando che lo stipendio annuale iniziale, comprensivo di oneri fiscali e previdenziali, si aggira sui 23mila euro aunnui, l’impegno economico per lo Stato sarebbe di almeno 250 milioni di euro. Una cifra non proprio irrisoria. A meno che non si voglia introdurre il nuovo docente specializzato di educazione fisica ed annullare la spesa che abbiamo appena quantificato sottraendo le ore dalle maestre oggi in organico. Un’eventualità che in tempi di “magra” come quelli che viviamo da alcuni anni non ci sentiamo affatto di escludere. Anzi….

Per Ferrero l’accordo Miur/sindacati scuola del 12 maggio 2011 produce effetti devastanti

da Tecnica della Scuola

Per Ferrero l’accordo Miur/sindacati scuola del 12 maggio 2011 produce effetti devastanti
di A.D.F.
Dal sito web di Paolo Ferrero, deputato nella XV legislatura, che si dimise quando fu nominato Ministro della solidarietà sociale nel II Governo Prodi, si può leggere un comunicato stampa riguardante la delicata posizione dei lavoratori Ata nella scuola
Di seguito il comunicato: “Continua il delinquenziale accanimento del governo nei confronti dei lavoratori Ata (Amministrativi, Tecnici e Ausiliari del settore scuola): il Dipartimento della Funzione pubblica ha espresso parere negativo all’ipotesi di accordo sulle attribuzioni delle posizioni economiche di cui all’accordo Miur/sindacati scuola del 12 maggio 2011. Gli effetti sono devastanti per gli operatori e il regolare funzionamento delle strutture scolastiche, considerato che la decisione comporta il recupero delle somme già percepite dal personale Ata nel 2011 e il rinvio delle immissioni a ruolo di nuove posizioni economiche, fino al rinnovo dei contratti di lavoro. Invece di regolarizzare il lavoro regolarmente prestato dal personale Ata, il Governo chiede ai suoi lavoratori, tenuti artificialmente in condizioni di precarietà da anni, di restituire i soldi ricevuti negli anni scorsi: una vergogna. Nell’esprimere la nostra solidarietà ai lavoratori Ata ci rendiamo disponibili per ogni azione di lotta che blocchi questo scandalo. Chiediamo al Governo di intervenire immediatamente per dar corso agli accordi pattuiti; pacta sunt servanda: il personale Ata deve essere immediatamente immesso in ruolo! [Paolo Ferrero]”

Carrozza: Invalsi è solo un test

da Tecnica della Scuola

Carrozza: Invalsi è solo un test
Il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, non ha escluso una “riflessione” sui test Invalsi, oggetto negli ultimi giorni di molte critiche, ma ha invitato a non dare troppo peso a questo tipo di valutazioni. Il video di TMNews
“Ci stiamo lavorando e stiamo anche ascoltando le critiche, ma va ridimensionato” il peso che nel dibattito degli ultimi giorni viene attribuito a questi esami. ” E’ un test di valutazione utilizzato anche per finalità conoscitive, per capire il mondo della scuola e le peculiarità territoriali. Deve essere un po’ ridimensionato il valore e l’impatto che gli si attribuisce”, ha aggiunto a margine della firma dell’accordo sul San Raffaele. Secondo Carrozza, comunque, “è giusto che ci sia un dibattito, sentire le parti in causa e magari faremo una riflessione, ma è un test”

Più sport a scuola per dare grinta e fiducia nei propri mezzi

da Tecnica della Scuola

Più sport a scuola per dare grinta e fiducia nei propri mezzi
di A.D.F.
Sport di base, nuoto e atletica, sport di “adattamento all’ambiente”, come orienteering, arrampicata, ciclismo, pattinaggio su ghiaccio o a rotelle; sport intrecciati col territorio e la cultura locale: sci per chi è in montagna, vela per chi è al mare, canoa o kayak per gli altri; sport di “cooperazione e opposizione individuale”
Discipline di combattimento (lotta o pugilato), di racchette (tennis o tennistavolo o badminton) di squadra (calcio, pallavolo, basket e pallamano); sport “artistici ed estetici”: danza e ginnastica, queste le proposte del neo Ministro dello sport Josefa Idem. In altre parole si propone alle scuole attività sportiva per tre ore alla settimana, 108 in un anno e una conoscenza progressiva e obbligatoria dello sport. La campionessa olimpica di Sydney 2000 individua gli ingredienti per svolgere al meglio il mandato per cui è stata incaricata: “Servono la grinta e la fiducia nei propri mezzi, l’immagine di quello che vuoi creare, un approccio innovativo e di ricerca: dallo sport impari a ragionare sui sistemi: lo sport è un metodo e il successo è una questione di metodo.  E così mi comporterò”. Si ricorda che lo Spiegel, in un articolo di Fabian Reinbold, saluta con una certa soddisfazione l’inclusione di Josefa Idem nel governo Letta, infatti, l’autore enfatizza i successi agonistici dell’atleta, mettendo anche a fuoco il lato più politico della Idem, e il delicato ruolo che si ritrova a occupare. Il suo Ministero delle Pari opportunità, Sport e Politiche giovanili, continua il giornale tedesco, “è una combinazione inedita e una posizione interessante, perché in Italia sport e politica sono spesso intrecciati in maniera bizzarra.