Archivi giornalieri: lunedì 20 Maggio 2013
Organici e soprannumerari scuola media e mobilità personale ATA
Incontro del 22 maggio del SAB a Paola su organici e soprannumerari scuola media e mobilità personale ATA.
In vista della chiusura delle funzioni al SIDI per l’acquisizione dei posti e delle domande dei docenti soprannumerari della scuola media, il sindacato SAB, con la presenza del segretario generale prof. Francesco Sola, terrà un incontro, mercoledì 22 maggio, dalle ore 16, nella sede SAB di Paola, Via Lao n. 9, rione Sant’Agata, per una disamina degli organici della scuola media e per le domande di mobilità del personale ATA.
In riferimento agli organici, dopo l’informativa ricevuta dall’ATP di Cosenza nella convocazione del 16/5/2013 dove il SAB ha partecipato con il prof. Sola, il sindacato ha già formulato rilievi all’ATP tendenti, ove possibile, alla difesa della titolarità dei docenti perdenti posto, soprannumerari da trasferire d’ufficio.
In merito alla seconda lingua comunitaria è stato segnalato che le seguenti scuole medie non hanno censito la predetta lingua e, precisamente, Cosenza F.lli Bandiera, Francavilla Marittima, Cerchiara di Calabria, San Lorenzo Bellizzi, Pedace e Casole Bruzio dove, nel corrente anno, era presente l’insegnamento di Francese, come seconda lingua comunitaria.
Inoltre, sempre in merito al Francese, è stato evidenziato il comportamento scorretto delle seguenti scuole, Amantea Mameli, San Marco Argentano, Rende De Coubertin-Commenda e Castrolibero che hanno trasformato i posti interni di Lingua Francese in posti cattedra, esterni a beneficio di una terza lingua comunitaria, operazione non prevista dalle disposizioni vigenti.
Infatti, la C.M. n. 10 del 21/3/2013, di trasmissione del decreto interministeriale sulla costituzione degli organici per l’a.s. 2013/14 prevede: “L’offerta della seconda lingua comunitaria deve tener conto della presenza di docenti con contratto a tempo indeterminato nella scuola; eventuali richieste di trasformazione delle cattedre della seconda lingua comunitaria possono essere accolte dagli Uffici scolastici regionali qualora risultino prive di titolare, non comportino a regime la trasformazione della cattedra interna in cattedra esterna, non vi siano nella provincia docenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato in attesa di sede definitiva o in soprannumero e, comunque, non si determinino situazioni di soprannumerarietà.”.
A livello provinciale esiste esubero di docenti di lingua Francese per cui, le predette scuole, non possono trasformare, illegittimamente, i posti interi interni in posti cattedra esterni per come risulta dall’ipotesi di organico, da qui la richiesta all’ATP di intervenire per il rispetto della legge.
Infine è stato richiesto di rivedere l’organico di sostegno anche al fine di limitare la perdita di posti e contenzioso successivo, per le famiglie, per l’assegnazione del sostegno agli alunni disabili.
F.to Prof. Francesco Sola
Segretario generale SAB
Pensione per i professori, i sindacati: “Uscite flessibili per favorire i giovani”
da Repubblica.it
Pensione per i professori, i sindacati: “Uscite flessibili per favorire i giovani”
La proposta di Gilda e Cisl per ‘ammorbidire’ la riforma Fornero: cumulare negli ultimi 5 anni part-time e metà pensione. Torna alla ribalta il problema del burnout, dei docenti ‘scoppiati’ per lo stress da lavoro
di SALVO INTRAVAIA
REGOLE particolari per i pensionamenti della scuola. A chiederlo sono Gilda degli insegnanti e Cisl. A indurre una prima riflessione sull’applicazione della legge Fornero al personale della scuola sono stati i dati degli ultimi pensionamenti, ma anche la fatica che ogni giorno fanno gli insegnanti in classe con la prospettiva di non potere lasciare la cattedra prima dei 67 anni. Qualche giorno fa, la Gilda ha proposto al nuovo ministro, Maria Chiara Carrozza, di consentire ai docenti di cumulare, nel corso degli ultimi 5 anni di servizio, part-time e metà pensione. In questo modo è possibile liberare posti da assegnare ai giovani docenti e ai precari in attesa di essere assunti.
La prima applicazione della legge Fornero al personale scolastico ha più che dimezzato le uscite per pensionamenti: dai 21.000 docenti e 5.336 Ata del 2012, ai 10.000 docenti e 3.343 ATA di quest’anno. Un dato che preoccupa non poco i sindacati perché quello dell’Istruzione, ormai da anni, e soprattutto in questo momento di crisi, è l’unico ministero che assume a ritmi costanti e con numero considerevoli: 21mila insegnanti lo scorso mese di settembre. Assunzione che, con l’attuale legge sui pensionamenti, sarà impossibile ripetere. Secondo Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, l’obiettivo della proposta è quello di “sanare in una volta sola due grandi problemi della scuola: quello di decine di migliaia di precari abilitati, fermi nell’eterna lista di attesa, e quello di altrettanti docenti anziani che, stoppati dalla riforma Fornero, fanno sempre più fatica a reggere il carico di lavoro”.
Una circostanza ben nota a chi si occupa da anni di stress degli insegnanti, come Vittorio Lodolo D’Oria – il medico che per primo in Italia ha affrontato il tema del burnout (che significa “bruciato”, “scoppiato”) dei docenti. Già nel 2006 Fioroni, durante la sua breve esperienza a viale Trastevere, propose uscite anticipate per le insegnanti della scuola dell’infanzia, le più esposte alle patologie psichiatriche legate allo stress da lavoro. Ma poi non se ne fece più nulla.
Adesso, con l’aumento di quasi 10 anni dell’età pensionabile, i sindacati ritornano sulla questione. La soluzione proposta dalla Gilda, afferma Di Meglio, “consentirebbe di creare rapidamente almeno 100mila posti liberi a tempo parziale, ponendo fine alla questione delle graduatorie a esaurimento”.
“Il neo ministro dell’Istruzione – conclude il leader della Gilda – ha dichiarato di voler risolvere il problema del precariato e la Gilda degli Insegnanti formula una proposta concreta. Tocca al governo adesso dimostrare che vuole andare oltre i soliti annunci”. Anche la Cisl – per tutti i lavoratori – è uscita con una proposta per consentire l’uscita flessibile dei lavoratori, sfruttando il part-time, che propone “l’utilizzo contrattato e volontario del part-time negli ultimi anni della carriera lavorativa, senza penalizzazioni per i lavoratori interessati e lo sviluppo di forme mutualistiche integrative finalizzate a consentire un’uscita anticipata dal lavoro, da sostenere con opportuni incentivi fiscali e previdenziali”.
Misure, afferma il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, che “possono contribuire positivamente all’obiettivo di aumentare progressivamente l’età effettiva di pensionamento in una prospettiva socialmente sostenibile”.
“I promessi sposi 2.0”, un’applicazione web per rileggere i classici
da LaStampa.it
“I promessi sposi 2.0”, un’applicazione web per rileggere i classici
In quattro scuole di Trento il progetto pilota che sfrutta la praticità di un motore semantico
e l’immediatezza dei social network
elisa barberis
E se Alessandro Manzoni fosse vissuto nel ventunesimo millennio, come avrebbe raccontato la travagliata storia d’amore di Renzo e Lucia? C’è chi ha provato a narrarla in musica o sul grande schermo e c’è chi si affida a pagine e pagine di riassunti per memorizzare l’intramontabile romanzo ambientato vicino “a quel ramo del lago di Como”. A Trento, un team di professori ha fatto un passo in più: perché non trasformare uno dei più importanti classici della letteratura italiana in una sorta di grande ipertesto multimediale? Nasce così la versione 2.0 dei “Promessi Sposi”, ovvero un’applicazione web – visualizzabile su computer, tablet e smartphone – che, grazie a un motore di ricerca semantico, ha permesso di “smontarne” gli elementi costitutivi (sequenze narrative, personaggi, luoghi e tempi) e creare una mappa di nuovi percorsi di lettura in cui potersi districare più facilmente. il tutto, aiutati da un’interfaccia grafica al passo con i tempi, più intuitiva per i giovani studenti già abituati a destreggiarsi tra social network e Web, ma anche per i docenti costretti a confrontarsi con un mondo in evoluzione che richiede un aggiornamento dei metodi di insegnamento.
Il progetto pilota, realizzato da Cross Library Services in collaborazione con l’azienda di sviluppo software torinese Celi e l’Unità di ricerca Human Language Technology della Fondazione Bruno Kessler del capoluogo Altoatesino, è già una realtà in quattro licei e istituti tecnici della provincia di Trento, ma punta a diventare un valido strumento di supporto alla didattica. Sono allievi e professori in prima persona ad arricchire questo lavoro in continuo divenire, inserendo contenuti e riflessioni che poi potranno essere condivise con le altre classi, amplificando il loro valore. Come su Facebook, ogni personaggio (i protagonisti, ma anche tutti quelli minori e quelli storici) ha un proprio profilo che contiene anche i dialoghi e le scene d’azione a cui prendono parte, oltre ai commenti dell’autore. Il castello dell’Innominato, il monastero della Monaca di Monza e la chiesa di Don Abbondio si potranno poi visualizzare su una mappa del Seicento e confrontare su Google Maps. E il testo originale sarà sempre a portata di clic.
La scelta dei “Promessi sposi” come prima grande opera con cui confrontarsi non è casuale, spiega il linguista Andrea Bolioli, 45 anni, tra i responsabili dell’iniziativa. «Si studia in ogni scuola ed è un libro difficile da affrontare, per lo più considerato estremamente noioso dalla maggior parte degli studenti. E spesso i docenti si trovano in seria difficoltà a trasmettere queste conoscenze – continua –. Per questo abbiamo deciso di rendere il romanzo più attraente, sia dal punto di vista della modalità narrativa, sia utilizzando delle tecnologie che fanno parte del loro quotidiano». E la risposta è stata incredibilmente positiva: «Sopra ogni aspettativa, direi: c’è un forte interesse non scontato da parte dei ragazzi e il fatto che questo metodo d’apprendimento alternativo funzioni è dimostrato dagli alti voti dei test di comprensione che vengono effettuati al termine di ogni lezione». Ma la scuola è pronta a questa “svolta”? «Se molti insegnanti hanno ancora difficoltà a passare dal libro di carta a quello digitale – sottolinea ancora Bolioli –, molti altri già hanno la possibilità di sfruttare tablet e computer, ma lamentano la mancanza di strumenti ad hoc per insegnare, come programmi per migliorare le competenze linguistiche dei ragazzi, per esempio». Senza contare l’aspetto più importante: «Le attività sono le stesse che si potrebbero fare anche alla lavagna, ma sarebbero di sicuro meno coinvolgenti».
“I promessi sposi 2.0” fanno parte del più ampio progetto di ricerca Sèduco (Sharing Educational Content) – che mira a sperimentare l’uso nelle classi di una piattaforma tecnologica che integri gestione documentale, ricerca semantica, linking e analisi del testo – e saranno presentati nell’ambito del Salone del Libro domenica alle 17 nella sezione Book To The Future. Un momento di incontro tra studenti, docenti e ricercatori universitari che per 24 mesi seguiranno la sperimentazione e a Torino racconteranno la loro esperienza finora. Esperienza che, se sarà accolta positivamente anche dagli editori, è destinata a diventare modello per la scuola di domani Il prossimo libro è già in lavorazione, annuncia Bolioli: “Pinocchio”, un altro grande classico per grandi e piccini.
Ripetizioni private: riparte la marcia
da Tecnica della Scuola
Ripetizioni private: riparte la marcia | ||
di Pasquale Almirante | ||
Per un verso le scuole hanno smesso di organizzarli, per l’altro sono insufficienti per numero di ore e così ai corsi di recupero le famiglie sostituiscono le lezioni private, che costano | ||
Secondo delle associazioni di consumatori, il 45% dei ragazzi quest’anno si sarebbe affidato alle ripetizioni di insegnanti privati, spendendo una media di 27 euro l’ora, leggermente meno rispetto al 2012, ma più di due anni fa. “Mediamente un mese di ripetizioni private effettuate da un docente si attesta sui 260 euro, considerando due ore a settimana di lezioni”, dicono le associazioni, anche se bisogna distinguere non solo il peso in sé della materia, qualora ce ne fosse uno, ma anche del “chi” la impartisce. E’ chiaro che un docente con esperienza e conosciuto, una “canizie invecchiata” insomma avrà un tariffario diverso rispetto a un giovane laureato. Sembra fra l’altro che i corsi privati di greco siano i più cari, con una media di 35-38 euro l’ora, ma anche perché è difficile reperire docenti sul mercato della libera concorrenza. Seguirebbero poi i docenti di matematica e quindi a seguire: latino, lingue straniere e italiano: in questi casi i docenti chiedono tra 27 e 30 euro l’ora. Bisogna tuttavia dire che di fronte all’assenza non giustificabile della scuola, che stenta per vari motivi a implementare i corsi di recupero insieme allo scarso di numero di ore messo a disposizione di chi ha insufficienze, e al costo, talvolta insostenibile, che le famiglie debbono affrontare per le ripetizioni private, sono stati messi in cantiere corsi di ripetizioni autogestite o i corsi tenuti da studenti universitari a prezzi oggettivamente bassi. In ogni caso il dato più evidente che viene a galla sta nella sempre maggiore distanza che la scuola prende nei confronti di chi è più debole economicamente, e non solo per quanto riguarda le ripetizioni e le lezioni private. |
CdS rigetta l’appello del Miur al concorso Ds in Campania
da Tecnica della Scuola
CdS rigetta l’appello del Miur al concorso Ds in Campania | ||
di Aldo Domenico Ficara | ||
Il Consiglio di Stato rigetta il ricorso in appello presentato dal MIUR, confermando, di fatto, il blocco delle prove orali del concorso per Dirigenti Scolastici in Campania | ||
Il Tar della Campania lo scorso 6 febbraio aveva accolto il ricorso di alcuni aspiranti Dirigenti scolastici esclusi dal concorso per non aver superato le prove scritte e conseguentemente non ammessi alla successiva prova orale. Dopo quasi tre mesi e mezzo il Consiglio di Stato rigetta il ricorso in appello presentato dal MIUR, confermando, di fatto, il blocco delle prove orali del concorso per Dirigenti Scolastici in Campania. Si ricorda che la Procura di Napoli sta indagando su un dirigente di un ufficio scolastico provinciale coinvolto nel concorso. Le Fiamme Gialle, infatti, su disposizione della stessa Procura, hanno perquisito gli uffici presso il Provveditorato di Caserta, l’ abitazione del dirigente e il suo ufficio presso il ministero della pubblica istruzione a Roma, dove conservava un incarico. Inoltre da alcuni candidati casertani al concorso a DS erano state sollevate diverse irregolarità riguardanti le incompatibilità per alcuni componenti della commissione esaminatrice. In particolare nelle denunce si riferiva di componenti di commissione referenti di un sindacato; di componenti che avevano fatto parte del comitato scientifico ed erano stati docenti di un corso di preparazione al concorso; di componenti che avevano svolto un master di preparazione al concorso dove tra i partecipanti al master ben nove candidati avevano superato le prove scritte del concorso. Dopo questo rigetto amministrativo l’udienza di merito rimane fissata per il 03/07/2013. |
Blocco dei contratti: il Senato decide in settimana
da Tecnica della Scuola
Blocco dei contratti: il Senato decide in settimana | ||
di R.P. | ||
C’è attesa per la relazione di maggioranza in Commissione Cultura, affidata alla senatrice PD Francesca Puglisi | ||
I prossimi giorni di lavoro al Senato si preannunciano decisamente interessanti. La I Commissione Affari Costituzionali, infatti, dovrà formulare il proprio parere sulla bozza di Regolamento che prevede il blocco della contrattazione fino al 31/12/2014. Sulla bozza si è già espressa (favorevolmente) la Camera e adesso si aspetta appunto cosa ne diranno i senatori. Prima di esprimere il proprio parere la I Commissione dovrà ricevere i pareri della Commissione V (Bilancio) e della VII (Cultura). Ed è proprio il parere di quest’ultima Commissione quello più atteso perché la relazione dovrà essere presentata dalla senatrice del PD Francesca Puglisi. Vedremo dunque se la senatrice PD rimarrà fedele a quanto aveva dichiarato a fine febbraio ad Huffington Post: “Gli insegnanti meritano quel prestigio sociale che i governi prevedenti hanno negato, anche attraverso un nuovo contratto nazionale che attribuisca una retribuzione più alta per chi decide di svolgere a scuola nel pomeriggio le attività svolte oggi a casa come la correzione dei compiti, la preparazione delle lezioni, la formazione, ecc..” Ma la sensazione del momento è che sarà difficile abbandonare la linea del rigore per non mettere a rischio la tenuta del Governo. Va ricordato che lo schema di Regolamento ha già superato lo scoglio della Camera e quindi è facile prevedere che anche al Senato tutto filerà liscio. Non bisogna però dimenticare che – volendo – dopo aver acquisito i pareri delle Commissioni parlamentari il Governo potrebbe anche decidere di soprassedere e di accantonare il provvedimento, almeno per qualche tempo. |
Governo prova a cambiare i cedolini, ma la trattenuta del 2,5% TFR non è giusta
Anief-Confedir: Governo prova a cambiare i cedolini, ma la trattenuta del 2,5% TFR non è giusta
Il CCNQ 26 luglio 1999, recepito dal DPCM 20 dicembre 1999 prevede dal maggio 2000 per i neo-assunti statali il passaggio da regime di TFS con aliquota 9,60% e trattenuta 2,5% a regime TFR con aliquota 6,91% totalmente a carico del datore di lavoro (nota Inpdap 9 giugno 2000). Dopo 13 anni, a seguito delle recenti diffide sindacali, il Mef sembra fare mea culpa e correre, invano, ai ripari per non restituire niente. Mancano, inoltre, ancora i 3 miliardi necessari per liquidare interamente i TFS futuri.
I più di 700.000 dirigenti e dipendenti pubblici passati al nuovo regime di TFR regolato dall’articolo 2120 del Codice civile introdotto dalla legge 297/1982, secondo quanto disposto dalla legge 335/1995 che prevede l’armonizzazione del sistema previdenziale pubblico a quello privato dopo la privatizzazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego (d.lgs. 29/1993), hanno sempre letto nei loro cedolini, in questi tredici anni, una voce: TRATTENUTA 2,5% TFR – OPZ. PREV. corrispondente a 35 € mensili per uno stipendio medio di 1.250 €
Questa voce, in verità, non è dovuta visto che l’azienda privata non opera alcuna trattenuta nella busta paga dei suoi lavoratori.
L’Anief, già dopo la pubblicazione della sentenza n. 223/12 della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il passaggio anche dei lavoratori rimasti in regime TFS allo stesso regime TFR dal 1° gennaio 2011 con la trattenuta del 2,5%, ha messo a disposizione un primo modello di diffida per interrompere la trattenuta (ottobre 2012), superato poi dalla legge 228/12 (art. 1, cc. 98-99) che ha ripristinato la situazione precedente. In seguito, a tale norma, il sindacato ha elaborato un secondo modello di diffida (febbraio 2013) atto
- alla certificazione del credito figurativo del 2,69% (9,60%-6,91%) quale differenza tra le due aliquote per gli anni 2011-2012 per chi è ritornato in regime TFS;
- all’interruzione della trattenuta del 2,5% con richiesta risarcitoria-recupero credito per gli ultimi dieci anni per chi è stato assunto in regime TFR o ha optato per esso.
Nel cedolino di aprile 2013, dopo l’arrivo di migliaia di diffide del personale della scuola, il Governo cambia la giustificazione della trattenuta, perché, in verità, non voleva trattenere il 2,5% come contributo obbligatorio per la costituzione del TFR ma come trattenuta compensativa per garantire parità retributiva tra vecchi e nuovi assunti, ai sensi dell’art. 1, c. 3, del DPCM 1999.
Ma forse la pensione non è una retribuzione differita? Come è possibile affermare un principio, quello corretto della parità retributiva, dopo averlo sconfessato nei commi precedenti a sfavore delle nuove generazioni sulle buonuscite future? E questa trattenuta, se non doveva essere data, perché è tassata all’origine? E perché non è stata recuperata esplicitamente a livello figurativo nella contrattazione? Forse che il 2,5% pagato in regime di TFS non garantisce una maggiore buonuscita rispetto alla riduzione già penalizzante dello 0,19 (7,10% – 6,91%) dell’aliquota o della liquidazione?
Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir al contenzioso, pone queste domande non soltanto al Governo ma a tutte le Confederazioni sindacali perché non si adotti più una riforma che penalizzi i lavoratori in base all’anno di assunzione, proprio mentre il Governo pensa di portare a 70 anni l’età anagrafica necessaria dal 2020 per andare in pensione e di erogare dal 2030 ai lavoratori in quiescenza soltanto il 40% del loro ultimo stipendio.
Il mea culpa del Mef, se mea culpa è stato, non convince, perché non si tratta di un mero errore formale in un Paese nel cui ordinamento giuridico la forma è sostanza, ma di un’evidente ingiustizia. Pertanto, Anief-Confedir continua a mettere a disposizione le diffide per i lavoratori in regime di TFR e avvierà le opportune iniziative giudiziarie nei tribunali della Repubblica perché possa essere rispettato il principio della parità di trattamento tra tutti i cittadini senza distinzione di età e perché i lavoratori del pubblico impiego non siano penalizzati rispetto ai privati soltanto perché il Governo ha la potestà di legiferare d’urgenza e di disapplicare i contratti da lui firmati in contrasto con la legge da lui voluta.
Nel frattempo, a Palazzo Chigi farebbero bene a fare bene i conti perché oltre ai soldi per cassa integrazione o proroga dei contratti bisogna trovare la copertura anche per quei 3 miliardi (corrispondente al 2,69%, frutto della differenza tra le due aliquote TFS e TFR per gli anni 2011-2012) necessari per onorare interamente le future buonuscite dei 2,5 milioni di dirigenti e dipendenti pubblici che nei prossimi anni andranno in pensione, rispetto ai 41 milioni già stanziati nell’ultima finanziaria bastevoli a riliquidare il trattamento di fine servizio di chi è andato illegittimamente, nel frattempo, in pensione in regime di TFR. Anche per questa ragione, rimangono validi i modelli di diffida per il TFS.
Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 116
Gazzetta Ufficiale
n. 116 del 20-5-2013
Sommario
LEGGI ED ALTRI ATTI NORMATIVI
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 18 marzo 2013, n. 53
Pag. 1
DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
DECRETO 14 maggio 2013
Pag. 26
MINISTERO DELLA SALUTE
DECRETO 20 dicembre 2012
Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Lestra». (13A04153)
Pag. 32
DECRETO 20 dicembre 2012
Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Maxiram WG Green». (13A04154)
Pag. 36
DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’
COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA
DELIBERA 26 ottobre 2012
Pag. 41
DELIBERA 21 dicembre 2012
Pag. 44
ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
COMUNICATO
Comunicato relativo alla composizione del Comitato paritetico
Stato-Regioni Enti locali. (13A04291)
Pag. 49
RETTIFICHE
ERRATA-CORRIGE
Pag. 49