Comparto Ministeri – Sciopero

La Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica ha comunicato, con la nota prot. n. DFP 26549 del 04.06.2013, che le RSU dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Cagliari hanno proclamato lo sciopero consistente “nell’astensione dalle prestazioni straordinarie e/o aggiuntive per tutti i lavoratori degli Uffici periferici del MIUR, con l’esclusione degli Uffici periferici della Regione Sicilia, dalle ore 8 del 21 giugno 2013 alle ore 22 del 20 luglio 2013.”

Protocollo d’Intesa sulla gestione degli edifici scolastici

Importante Protocollo d’Intesa ANP-UPI sulla gestione degli edifici scolastici

In data odierna l’ANP e l’Unione delle Province d’Italia (UPI) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa che potrà essere utilizzato da tutte le istituzioni scolastiche del secondo ciclo per stipulare accordi con la Provincia di riferimento in materia di gestione delle strutture edilizie.

Tali accordi consentiranno di ottimizzare la collaborazione ai fini della messa in sicurezza e di conseguire risparmi sulle spese gestionali, con vantaggi economici per le scuole.

CONTRO LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO CARROZZA

CONTRO LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO CARROZZA (PARTITO DEMOCRATICO) IN VII COMMISSIONE CULTURA SULL’UTILIZZO DI BES E ORGANICO FUNZIONALE PER TAGLIARE ALTRI 11MILA POSTI DI LAVORO

I lavoratori della scuola esprimono la loro profonda contrarietà per quanto emerso in occasione dell’audizione del ministro Carrozza in VII Commissione Cultura in merito all’utilizzo dell’organico funzionale e della circolare sui BES per tagliare altre 11mila cattedre di sostegno.
La continuità dell’attuale Governo con i precedenti in merito alle politiche scolastiche risulta ormai del tutto evidente, dato che l’unico vero obiettivo del ministero dell’Istruzione rimane sempre e comunque quello di risparmiare e, quindi, tagliare posti di lavoro sul modello ormai ben consolidato “Tremonti-Gelmini/Profumo”.
È gravissimo voler utilizzare la normativa sui “Bisogni Educativi Speciali” per ridurre da 101.000 a 90.000 le cattedre di sostegno, perché ciò colpirà proprio gli interessi di quegli studenti più deboli, decisioni queste che avranno dei costi sociali molto più alti negli anni a venire.
Dopo aver ridotto già fortemente negli ultimi anni le ore assegnate a ciascun alunno (il rapporto 1 docente di sostegno per due ragazzi disabili non è attualmente rispettato in gran parte dell’Italia), ora si tenta di eliminare il “problema delle certificazioni” alla radice stravolgendo le funzioni e le finalità originarie del docente di sostegno e della legge 104/1992, modello considerato un fiore all’occhiello del nostro sistema educativo e portato come esempio di integrazione in tutta Europa.

Se davvero il Ministro ha, come dice, l’obiettivo di migliorare “l’azione a favore del sostegno alle disabilità e fragilità degli studenti a scuola” le uniche soluzioni sono: aumentare i finanziamenti alla scuola pubblica cancellando i tagli operati dalla legge 133, assumere a tempo indeterminato tutti gli insegnanti precari assicurando così la reale continuità didattica che l’organico funzionale non solo non garantisce, ma anzi diminuirà creando “cattedre spezzatino”, ridurre il numero di studenti per classe in modo da garantire la reale possibilità per i docenti curriculari di personalizzare la didattica per ciascun alunno tenendo conto dei reali bisogni educativi individuali.

Il Miur ammette l’errore: le ferie ai precari vanno pagate

Il Miur ammette l’errore: le ferie ai precari vanno pagate. Un’altra battaglia vinta dall’Anief

 

A tutti i supplenti con contratti brevi o fino al 30 giugno prossimo che nel corso dell’anno non  hanno chiesto di fruire delle ferie durante i periodi di sospensione delle lezioni, il Miur garantirà il pagamento sostitutivo delle stesse subito dopo la cessazione del rapporto di lavoro. Ma non finisce qui, perché il giovane sindacato annuncia che in autunno impugnerà in tribunale quelle parti delle Legge n. 228 del 24 dicembre 2012 che a partire dal 1° settembre prossimo non permetteranno più la monetizzazione delle ferie: sono in palese contrasto con la Direttiva Comunitaria n. 2033/88.

 

Anche stavolta aveva ragione l’Anief: tutti i precari che nel corso dell’anno scolastico 2012/13 hanno sottoscritto contratti di supplenza per brevi periodi, fino al termine delle lezioni o al 30 giugno prossimo hanno diritto alla monetizzazione dei periodi di ferie maturati. A confermarlo alle organizzazioni sindacali è stata, il 12 giugno, la Direzione Generale del Bilancio del MIUR, che nell’occasione ha reso pubblica “l’avvenuta assegnazione alle istituzioni scolastiche delle risorse finanziarie per il pagamento delle supplenze brevi comprese quelle necessarie per il pagamento delle ferie, nella misura definita dal CCNL cioè 30/360 per i giorni di servizio previsti dal contratto”. Il Ministero dell’Istruzione, tramite il direttore generale Marco Ugo Filisetti, ha anche specificato che “la liquidazione ed il pagamento del compenso sostitutivo per le ferie non fruite dal personale docente ed ATA, titolare di contratti di lavoro a tempo determinato sino al termine delle attività didattiche, è effettuata dal Ministero dell’economia e delle finanze, Ragionerie Territoriali dello Stato, al quale i dirigenti scolastici trasmetteranno gli atti necessari”.

 

Si chiude, pertanto, una vicenda con tanti dirigenti scolastici promotori, nel corso dell’anno scolastico, di atti vessatori nei confronti di decine di migliaia di supplenti, messi in ferie d’ufficio durante i periodi natalizi e pasquali di sospensione delle attività didattiche, oltre che nel corso dei “ponti” e in alcuni casi addirittura in corrispondenza del giorni liberi dei lavoratori docenti e Ata. Assaliti dal timore di doversi fare carico della monetizzazione delle ferie, questi dirigenti non hanno mai voluto ammettere la conferma per l’anno scolastico in corso delle norme contrattuali per tutte le tipologie di contratto a tempo determinato: i dispositivi contenuti nella spending review approvata nell’estate scorsa, confluiti negli artt. 54, 55 e 56 della Legge n. 228 del 24 dicembre 2012, intendono infatti far decadere quanto disposto dal CCNL sulle ferie dei precari, negli artt. 13 e 19, ma sempre e comunque solo partire dal primo settembre 1° settembre 2013.

 

L’azione vincente dell’Anief non si fermerà qui. Da una ricerca approfondita, realizzata da esperti del giovane sindacato, risulta che gli articoli 54, 55 e 56 della Legge n. 228/12 sono in contrasto con la Direttiva Comunitaria n. 2033/88, attraverso la quale negli ultimi anni tutti i Paesi aderenti hanno provveduto a formulare leggi in rispetto del diritto dei lavoratori a usufruire delle ferie esclusivamente nei periodi di “incapacità lavorativa, di distensione e di ricreazione”. Pertanto l’Anief annuncia sin d’ora che dal prossimo autunno avvierà un contenzioso contro la normativa nazionale in palese contrasto con quella europea appena citata.

 

Quello della fruizione delle ferie solo ed esclusivamente in periodi di effettiva ‘distrazione’ dal servizio lavorativo – ricorda Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola e i quadri – è un principio conclamato e riconosciuto da tutti i Paesi moderni. Affermare il contrario, anche attraverso il legislatore, significa voler ledere un diritto costituzionalmente garantito. Siamo convinti di tutto ciò e pronti a dimostrarlo al giudice di competenza”.

 

Per avere supporto sindacale, ad iniziare da tutti i provvedimenti di collocamento in ferie d’ufficio che i dirigenti scolastici hanno applicato quest’anno, senza mai annullarli e senza procedere al pagamento dell’indennità sostitutiva, basta inviare una e-mail a ferie@anief.net

 

Maturità 2013, tra test-mania e i pasticci di Profumo

da Il Fatto Quotidiano

Maturità 2013, tra test-mania e i pasticci di Profumo

di Marina Boscaino

In un mondo in cui la comunità scientifica sta mettendo in discussione la valutazione tramite test, gli studenti della scuola italiana li fanno in II e V elementare, in I e III media, in II e V (dal prossimo anno, pare, obbligatoriamente) superiore, al I e al III anno di università. Consumatori acritici e piccole catene di montaggio, in una visione egemonizzata dall’uso ideologico dei test, da cui sembrano essere programmaticamente esclusi i tempi distesi dell’apprendimento e della riflessione. Risolutori di quiz, così li vogliamo. Dove sono andati a finire l’alto valore del pluralismo delle competenze e delle capacità e i saperi analitico-critici? Da noi tutto arriva in ritardo. Questa volta la nostra attitudine ai tempi lunghi avrebbe potuto rivelarsi un elemento positivo. Invece no. La test-mania incombe, straripa, moltiplica i propri obiettivi, avanza, dilaga, qualificandoci per l’ennesima volta quale la retroguardia culturale che siamo.

C’è di più. Il solo apparentemente sobrio Profumo (uno dei letali ministri degli ultimi anni) ebbe qualche tempo fa una “geniale”, demagogica idea: anticipare i test di ammissione all’università. Il relativo decreto, emanato il 24 aprile scorso, sarà annullato però da un imminente provvedimento, destinato a cancellare l’ipotesi che gli studenti debbano sostenere a luglio (cioè in pieno o immediatamente post esame di Stato) il test di ammissione alle facoltà universitarie, spostato a settembre.

Nei “lungimiranti” progetti dell’ex ministro ci sarebbe stato persino un anticipo dei test in primavera, come hanno già fatto Luiss, Cattolica e Bocconi. Il provvedimento avrebbe dovuto sanare alcuni presunti gap a carico dei nostri studenti rispetto ai colleghi europei: garanzia di un inizio più regolare dell’anno accademico; migliore organizzazione logistica per chi si debba trasferire; maggior numero di scelte alternative per coloro che non avranno passato le selezioni. Silenzio sul fatto che l’anticipo avrebbe avuto ricadute negative notevoli in termini di concentrazione su quell’appuntamento che, nonostante l’incuria che persino il governo dei “professori” ha riservato alla scuola, continua ad essere l’atto conclusivo di un percorso di 13 anni, suggellandone il termine e segnando una tappa importante nella vita di ciascuno. Nonostante le proteste vibrate delle associazioni studentesche, Profumo – come per il concorso dei docenti e per il regolamento sulla valutazione, due temi su cui certamente non si è distinto per gestione democratica e condivisa – è andato avanti.

La sconfessione esplicita da parte del governo attuale -politicamente stravagante (persino più di quello precedente) – marca il fallimento totale del decisionismo di Profumo, che ha tentato in tutti i modi di segnalare il proprio come il mandato più autoreferenziale della storia di Viale Trastevere, sorridendo amabilmente in qualsiasi circostanza, sia che gli arrivassero consensi sia che (i casi più frequenti) fossero fischi. Impermeabile alle critiche quanto alle pratiche di consultazione e dialogo.

Il futuro decreto prevede anche la ridefinizione dei criteri di valorizzazione del percorso scolastico e dunque del controverso “bonus maturità”. Un provvedimento che ha tentato di risolvere in modo meccanico una questione estremamente complessa. Il decreto Profumo stabiliva che i punti, da 4 a 10, sarebbero stati «attribuiti esclusivamente ai candidati che hanno ottenuto un voto almeno pari a 80/100, rapportato alla distribuzione in percentili dei voti ottenuti dagli studenti che hanno conseguito la maturità nella stessa scuola nell’anno scolastico 2011/12». Le tabelle che hanno previsto la conversione, attraverso i percentili, del voto di maturità in punti bonus, hanno fatto emergere disparità tra città e città ma anche tra scuola e scuola.

La finalità era, probabilmente, quella di pareggiare attraverso criteri di equità il grande divario che esiste nell’assegnazione del voto all’esame di Stato. In realtà la questione si è tradotta in un boomerang che ha sortito l’effetto opposto. Facciamo un esempio: si prenda una scuola statale molto seria o molto “dura” (i due aggettivi non sono necessariamente sinonimi), in cui gli studenti o per l’ottima preparazione o per effetto della selezione (più o meno) “naturale” nel corso degli anni, arrivino a conseguire voti di maturità molto alti e globalmente alti. Si prenda, poi, una scuola paritaria, modello “diplomificio”, nella quale vanno a confluire spessissimo studenti indolenti ma danarosi, che acquistano a suon di euro il viatico per uscire dalla scuola. Questi ultimi passeranno tutti (o quasi), considerando il livello generale e le “pratiche preventive” che quelle scuole attuano in occasione dell’esame di Stato; ma con voti meno alti. La tabella relativa ai percentili degli istituti italiani attesta che la seconda scuola avrà un punteggio superiore, dovendo “risarcire” i propri studenti del trattamento subito.

Attendiamo, si tratta di ore, l’emanazione del nuovo decreto. Quello che è certo è che gli studenti dell’ultimo anno di superiore hanno dovuto iscriversi tassativamente entro il 7 giugno (pagando entro il 14 giugno i 35 euro previsti per gli atenei statali; nulla in confronto ai 130 per il Campus Biomedico di Roma, privato) ai test di ingresso e compilare una lista di “preferenze” delle province nelle quali – in caso di ammissione – avrebbero potuto/voluto/dovuto andare. Tutto ciò ad una settimana dall’esame di Stato, la maturità; dibattendosi, negli ultimi giorni, tra un quiz, la preparazione delle ultime verifiche, simulazioni di prove, studio delle materie scolastiche.

Questo perché il prof. Francesco Profumo, quello che ha messo a concorso il turn over sulle cattedre scolastiche chiamandola “rivoluzione”, aveva fretta di lasciare la propria impronta, oltre che sui precari, anche sulle sorti di questa generazione di maturandi.

Maturità, bonus in euro per chi avrà 100

da LaStampa.it

Maturità, bonus in euro per chi avrà 100

 All’università esoneri parziali o totali a seconda atenei sulle tasse del primo anno
roma

In attesa di sapere cosa succederà con il bonus Maturità, sicuramente ottenere il massimo dei voti alla maturità conviene: può garantire un premio in denaro ed agevolazioni sulle tasse universitarie.

Ad esempio a La Sapienza e Tor Vergata di Roma, Alma Mater di Bologna, Carlo Bo di Urbino chi prende 100 non paga le tasse il primo anno.

La questione del Bonus maturità, per il quale il voto di maturità avrà un peso nei test di ingresso all’università, ha sollevato molte polemiche, tanto che il nuovo Ministro dell’Istruzione forse prenderà nuove decisioni in merito. Ma agli studenti conviene ottenere il massimo dei voti soprattutto perché il loro merito viene riconosciuto a peso d’euro.

Grazie al progetto “Io Merito” del Miur, è previsto un premio in denaro per i ragazzi che escono dalle superiori con 100 e lode. Il progetto fornisce agli studenti che hanno conseguito la votazione di 100 e lode all’esame di Maturità delle borse di studio, dopo averli inseriti nell’inseriti nell’Albo Nazionale delle Eccellenze. L’anno scorso i ragazzi usciti con 100 e lode hanno ricevuto ben 650 euro, mentre per quest’anno la cifra da destinare sarà resa pubblica ad ottobre.

Inoltre da un’indagine effettuata da Skuola.net si è messo in luce che alcune tra le più importanti università italiane hanno introdotto l’esonero totale dalle tasse universitarie del primo anno per i ragazzi diplomati con 100/100. Tra questi atenei spiccano La Sapienza e Tor Vergata di Roma, Alma Mater di Bologna, Carlo Bo di Urbino, ma non sono i soli: tra le altre, fornisce questa opportunità l’università di Cagliari, del Molise, di Bergamo, di Messina, di Ferrara.

Quando l’esonero totale dal pagamento delle tasse universitarie del primo anno non è garantito, potrebbero essere previsti esoneri parziali o agevolazioni per gli studenti meritevoli. All’Università di Milano, gli studenti usciti con 100/100 hanno una riduzione del 50% sui contributi del primo anno, e così anche alla Cattaneo di Catanzaro. Esoneri parziali sono previsti anche, tra le altre, dall’Università di Trieste, di Padova, di Udine. Avrà agevolazioni e sconti anche chi si iscriverà all’ Università di Siena, alla Ca’Foscari di Venezia, alla Federico Caffè di Napoli, solo per accennarne alcune.

Le università private non sono ancora allineate con quelle pubbliche e statali per quanto riguarda la possibilità di esoneri parziali o totali d’ufficio per chi esce dalla maturità con il massimo dei voti, ma per gli studenti meritevoli c’è la possibilità di candidarsi ad una quantità stabilita di borse di studio.

La scuola vista dai ragazzi. Paure e un Invalsi ‘democratico’

da l’Unità

La scuola vista dai ragazzi. Paure e un Invalsi ‘democratico’

La consultazione studentesca di Rete degli Studenti ha visto una partecipazione massiccia.

Luciana Cimino

Si aspettavano qualche migliaio di risposte, ne sono arrivate quasi 100mila. La consultazione studentesca elaborata dalla Rete degli Studenti e somministrata nelle scuole di tutta Italia ha visto una partecipazione massiccia.
Quella che ne è uscita è una piattaforma politica ma anche il ritratto di una generazione. I risultati sono stati presentati ieri mattina alla Sala Mercede della camera dei Deputati, davanti alla FlC-Cgil, a associazioni della scuola e organizzazioni studentesche e ad alcuni parlamentari.
«Volevamo rovesciare il rapporto tra chi scrive le riforme e gli studenti, alle leggi calate dall’alto contrapponiamo un forma di democrazia partecipata, un modello che però in questi anni non è mai stato preso in considerazione», dice Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti. Il referendum è partito il 15 aprile per finire il 4 maggio.
«Interrogare sulle ansie di una generazione, che vive pure la crisi, ha un valore non solo politico ma anche culturale». Difatti il principale problema evidenziato dagli studenti con il 73.4% delle indicazioni è la paura della precarietà e l’incertezza nel futuro lavorativo. Tutte le altre “paure” (come la qualità dello studio o la sicurezza degli edifici scolastici) scompaiono davanti alla precarietà senza superare il 9%. E’ anche una generazione che ha chiari limiti e pregi dell’autonomia scolastica ma che decisamente non vuole l’ingresso dei privati negli istituti (il 62 per cento). Il 26 per cento comprende che c’è bisogno dei fondi dei privati per le economie delle università ormai disastrate ma chiede che la didattica e la ricerca rimangano pubbliche.
Più del 52 per cento chiede il “reddito di formazione” sulla base del modello scandinavo. Il 77 per cento vorrebbe stage legati agli studi realizzati mentre sul numero chiuso il 30% pensa che debba rimanere in facoltà come Medicina, Architettura, Odontoiatria, il 12 lo estenderebbe ovunque mentre la maggioranza, il 57% immagina università aperte. Domanda anche sulle valutazioni, Invalsi e Ava: per il 48 per cento dovrebbero essere più democratiche, il 27% le trova “da contrastare”. Riguardo al diritto allo studio, settore particolarmente ridimensionato negli anni a causa degli tagli, più del 45 per cento degli intervistati risponde che con le borse di studio debbano essere sostenuti gli studenti privi di mezzi.
Che debbano essere attribuite su scala nazionale (e non regionale, come è adesso) mentre il 25% ritiene che vada anche dimostrato il merito. Il prestito d’onore (cavallo di battaglia degli ex ministri Gelmini e Profumo) è apprezzato solo dal 3,65 per cento. A tal proposito ieri la Rete della Conoscenza ha anche presentato le sue 10 proposte per il diritto allo studio, dalla gestione di alloggi e mense ai criteri di assegnazione delle borse.
«Abbiamo provato a ragione a lungo termine, l’esigenza è adesso quella di costruire forme di partecipazione efficaci che coinvolgano anche associazioni della scuola e coordinamenti studenteschi per incidere in maniera immediata e per lanciare un grande dibattito pubblico sull’istruzione»

Il Miur garantisce il pagamento delle ferie non godute per i precari della scuola

da Tecnica della Scuola

Il Miur garantisce il pagamento delle ferie non godute per i precari della scuola
di Lucio Ficara
La questione è stata chiarita nel corso di un incontro fra Ministero e sindacati.
Risolta, con piena soddisfazione da parte di tutti i sindacati della scuola, l’iniziativa volta a trovare le risorse finanziare per potere pagare le ferie non godute dei supplenti brevi e saltuari.  Oggi nel pomeriggio c’è stato un incontro alla Direzione Generale del Bilancio del Miur che ha visto all’ordine del giorno la spinosa e complessa questione del pagamento delle ferie al personale supplente.  In questo incontro, voluto tenacemente da tutte le sigle sindacali, è stato detto che il ministero dell’istruzione ha assegnato alle scuole tutte le risorse finanziarie necessarie per la monetizzazione delle ferie dei supplenti brevi e saltuari. Il Dr. Marco Ugo Filisetti, direttore generale del bilancio del Miur, ha voluto precisare, per una questione di trasparenza e di orientamento dell’Amministrazione, che riguardo al problema monetizzazione delle ferie, sollevato in più scuole di varie regioni italiane, che vengono confermate valide le attuali norme contrattuali per tutte le tipologie di contratto a tempo determinato.  Per cui per l’attuale anno scolastico resta valido il comma 2 dell’art.19 del CCNL scuola che dispone le ferie del personale assunto a tempo determinato.  In tale comma si specifica che le ferie sono proporzionali al servizio prestato. Qualora la durata del rapporto di lavoro a tempo determinato sia tale da non consentire la fruizione delle ferie maturate, le stesse saranno liquidate al termine dell’anno scolastico e comunque dell’ultimo contratto stipulato nel corso dell’anno scolastico.  La fruizione delle ferie nei periodi di sospensione delle lezioni nel corso dell’anno scolastico non è obbligatoria. Pertanto, per il personale docente a tempo determinato che, durante il rapporto di impiego, non abbia chiesto di fruire delle ferie durante i periodi di sospensione delle lezioni, si dà luogo al pagamento sostitutivo delle stesse al momento della cessazione del rapporto.  E’ quindi del tutto evidente che i precari della scuola hanno pienamente diritto al pagamento delle ferie non godute. A margine dell’incontro con i sindacati e direzione generale bilancio del Miur, il direttore Filisetti ha tenuto a sottolineare, a chiare lettere e senza fraintendimenti, che le ferie saranno retribuite, oltre ai supplenti brevi e saltuari, anche a tutti i supplenti con contratto in scadenza al 30 giugno. Risulta così rafforzata la vigenza del Contratto Collettivo Nazionale e l’entrata in vigore a partire dal 1° settembre 2013 delle norme introdotte dalla legge di stabilità.

Scuole in zone a rischio, il Governo punta a far arrivare cospicui fondi strutturali Ue

da Tecnica della Scuola

Scuole in zone a rischio, il Governo punta a far arrivare cospicui fondi strutturali Ue
di A.G.
Francesco Boccia (Pd), presidente della Commissione Bilancio: in ballo ci sono 30 mld di euro da spendere entro il 2015, stiamo operando perché vengano usati sino all’ultimo centesimo per dare impulso agli investimenti, anche su scuola e efficienza della PA, perché al sud è necessario investire sui servizi di base.
Potrebbe arrivare dai fondi strutturali gestiti dalla Commissione Europea una bella boccata d’ossigeno per risollevare le scuole italiane collocate in aree svantaggiate. Ad annunciarlo è stato Francesco Boccia (Pd), presidente della Commissione Bilancio, in un intervento a conclusione dell’audizione alla Camera del ministro per la Coesione Territoriale, Carlo Trigilia.
Sui Fondi europei – ha detto il rappresentante del Partito Democratico – è molto positivo l’impegno del governo. Si tratta di 30 miliardi di euro da spendere entro il 2015, faremo in modo che vengano utilizzati fino all’ultimo centesimo“.
Boccia ha poi auspicato che “il Ministero della Coesione Territoriale non sia più il Ministero dei fondi ma il centro che dia impulso agli investimenti, anche su scuola e efficienza delle pubbliche amministrazioni, perché al sud è necessario investire sui servizi di base” e ha chiesto al ministro “un costante aggiornamento del negoziato 2014-2020, in particolar modo in merito alla cosiddetta rete di sicurezza per le regioni con il Pil 2007-2013 sotto il 75% della media Ue a 25, ma il cui Pil procapite è superiore al 75% della media Ue a 27, cioé Sicilia, Puglia, Basilicata e Campania, per le quali sarà necessario garantire un livello minimo di intervento. Su quest’ultimo punto il ministro Trigilia – conclude Boccia – si é impegnato a tornare a riferire in Commissioni riunite Bilancio e Politiche Ue“.
Vale la pena ricordare, come riportato dallo stesso Miur, che i fondi strutturali gestiti dalla Commissione Europea “sono strumenti finanziari per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale riducendo il divario fra le regioni più avanzate e quelle in ritardo di sviluppo. Il MIUR è stato coinvolto nella gestione dei fondi strutturali durante la programmazione 1994-1999; 2000-2006 e 2007-2013”. Entrando nel dettaglio, è utile sapere anche che il Fondo Sociale Europeo (FSE) “finanzia interventi nel campo sociale. Ha il compito di intervenire su tutto ciò che concorre a sostenere l’occupazione mediante interventi sul capitale umano: prevenire e combattere la disoccupazione, creazione di figure professionali e di formatori”. Tutti obiettivi che, tutto sommato, non sono molto distanti da quelli che si prefigge l’istruzione pubblica. Il problema, sempre se arriveranno quei fondi, è capire se verranno convogliati nel giusto modo. Senza disperderli, come accaduto in passato, su progetti molto ambiziosi. Ma, alla lunga, poco fruttuosi.

Pon, competenze per lo sviluppo: il punto

da Tecnica della Scuola

Pon, competenze per lo sviluppo: il punto
La UilScuola pubblica il report della riunione del Comitato di Sorveglianza del PON Competenze per lo sviluppo (del Fondo Sociale Europeo) ed Ambienti per l’apprendimento del fondo sociale europeo per lo sviluppo regionale
Il trend, dice UilScuola, è positivo sia per quanto attiene gli aspetti economico finanziari che per il coinvolgimento delle scuole che, infine per il raggiungimento degli obiettivi e delle azioni. Per il FSE risultano programmati 1.486 M euro, di cui l’87,1% impegnati, il 61,7 % spesi ed il 57,8%. I progetti presentati sono 48.552 ed i destinatari coinvolti tra operatori scolastici, studenti e famiglie oltre 3 milioni. L’asse con maggior grado di attrattività è quello connesso allo sviluppo del capitale umano e buone performance ( 26,8%) per le scuole che procedono all’autovalutazione del servizio offerto. Il tasso di abbandono scolastico è diminuito di un’ulteriore punto percentuale nell’ultimo anno, passando dal 28,4 del 2004 al 21,7 del 2012. Molto positive e nuove sono state il forte coinvolgimento degli insegnanti di scuola dell’infanzia e la costituzione di reti tra scuole e territorio esemplificati attraverso alcuni casi significativi come quello del comune di Cerignola. Per il FESR 510,7 M euro programmati, 101,7% impegnati, 46, 1% spesi e 44,5% certificati. Le quote impegnate ma non spese potranno essere utilizzate, per la programmazione 2007-2013, entro i primi mesi del 2015.
Per questa attività i progetti più attrattivi sono legati alla società dell’informazione e della conoscenza, alla qualità degli ambienti scolastici.
La Commissione Europea ha comunicato la propria disponibilità a riunire gli obiettivi dei due programmi (FSE FESR ) in un unico ambito di azione.

Sta franando il concorso a cattedre

da Tecnica della Scuola

Sta franando il concorso a cattedre
di R.P.
In Piemonte le prove orali rimandate a settembre per difficoltà nel reperimento di esperti di lingua straniera e di informatica. Non è da escludere un effetto domino in altre regioni
Il testo del comunicato diramato in queste ore dall’Ufficio scolastico regionale del Piemonte è quasi incredibile. Lo riportiamo integralmente: “A seguito della difficolta’ riscontrata da questo ufficio scolastico regionale nel reperire i componenti da aggregare alle commiossini  giudicatrici che, nelle prove orali, devono procedere all’accertamento delle conoscenze informatiche e delle lingue straniere, le prove orali per le procedure concorsuali per la scuola primaria e per la scuola dell’infanzia sono rinviate successivamente al periodo estivo” Il significato è dirompente ma assolutamente inequivocabile: le prove orali sono sospese e riprenderanno a settembre. I docenti vincitori di concorso, quindi, non potranno prendere servizio il 1° settembre come dal Ministero si sono invece sempre affrettati ad assicurare. L’Usr del Piemonte parla di difficoltà nel reperire componenti aggiunti ma è probabile che i problemi riguardino anche la regolare composizione delle commissioni. A questo punto l’effetto domino potrebbe essere inevitabile: anche in altre regioni potrebbe diventare difficile “convincere” docenti ed esperti a far parte quasi gratuitamente delle commissioni di concorso.Con quali effetti è facile comprendere. Il pressapochismo con cui è stata gestita la questione dei compensi dei commissari di concorso sta dando i suoi risultati.

Cambia il bonus maturità

da Tecnica della Scuola

Cambia il bonus maturità
di P.A.
La ministra all’istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha firmato il decreto ministeriale che modifica il contestato “bonus” agli esami di stato. Insediata una commissione che formuli delle proposte di modifica per garantire un sistema equo di accesso ai corsi a numero programmato
Firmato, così come era stato anticipato dalla ministra in alcune interviste nei giorni scorsi, il nuovo Decreto ministeriale che definisce le modalità delle prove di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato nazionale per l’anno 2013-2014. Oltre al posticipo delle date delle prove a settembre, il Decreto stabilisce nuovi criteri per la valutazione del percorso scolastico rispetto al precedente decreto del 24 aprile. In particolare, esplicita il comunicato del Miur, il cosiddetto bonus maturità, da 1 a 10 punti, verrà attribuito esclusivamente ai candidati che hanno ottenuto un voto all’esame di stato almeno pari a 80/100 e non inferiore all’80esimo percentile della distribuzione dei voti della propria commissione d’esame nell’anno scolastico 2012/13 (e non più della propria scuola nell’anno scolastico precedente), secondo la seguente tabella: Voto dell’esame di stato non inferiore all’80 esimo percentile e pari a: Punteggio
100 e lode                                                                                                             10 punti
99-100                                                                                                                    9 punti
97-98                                                                                                                      8 punti
95-96                                                                                                                      7 punti
93-94                                                                                                                      6 punti
91-92                                                                                                                      5 punti
89-90                                                                                                                      4 punti
86-87-88                                                                                                                3 punti
83-84-85                                                                                                                2 punti
80-81-82                                                                                                                1 punto
I voti dell’esame di stato riferiti all’80esimo percentile di riferimento saranno pubblicati sul portale Universitaly del Ministero (www.universitaly.it) entro il 30 agosto 2013. I candidati inoltre che hanno già effettuato l’iscrizione ai test di ammissione dovranno integrarla con le informazioni necessarie all’attribuzione del bonus legato al punteggio di diploma che viene calcolato secondo le nuove modalità. Le iscrizioni on line si apriranno il 25 giugno e si chiuderanno il 18 luglio. Il perfezionamento dell’iscrizione presso le singole sedi sarà completato con il versamento del relativo contributo di iscrizione che dovrà essere effettuato entro il 25 luglio e dal quale sono dispensati gli studenti che hanno già versato il contributo di iscrizione e che confermano la prima preferenza. Il nuovo decreto ministeriale punta a mitigare quelle che sono state ritenute delle criticità, ma non può intervenire in radice (ad esempio sul cosiddetto bonus maturità), in quanto vincolati dall’attuazione del decreto legislativo 14 gennaio 2008 n.21, i cui principi non possono essere modificati da un decreto ministeriale. Per questo motivo, il Ministro Carrozza ha deciso di insediare contestualmente una commissione che, alla luce della prima esperienza applicativa, formuli delle proposte operative, anche con modifiche alla normativa primaria e secondaria, al fine di garantire un sistema di accesso ai corsi a numero programmato equilibrato e che sia in grado di valorizzare le potenzialità dei candidati.
La commissione, che terminerà i lavori entro il 30 settembre, sarà composta da: Bernardo Giorgio Mattarella, Professore ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università degli Studi di Siena (coordinatore); Luigi Frati, Rettore dell’Università La Sapienza di Roma; Carmela Palumbo, Direttore Generale della DG per gli Ordinamenti scolastici e l’Autonomia scolastica del MIUR; Stefania Basili, Professore associato Medicina Interna Università La Sapienza di Roma; Ilaria Valente, Professore straordinario di Composizione Architettonica e Urbana Politecnico Milano; Alessandra Scagliarini, Professore associato Malattie infettive degli animali domestici, Università di Bologna; Giuseppina Campisi, Professore associato di Malattie odontostomatologiche Università di Messina; Marcella Corduas, Professore ordinario di Statistica Università Federico II di Napoli; Maria Teresa Lucarelli, Professore ordinario di Tecnologia dell’Architettura Università di Reggio Calabria.

Residui delle scuole: ennesimo monitoraggio per scoprire l’acqua calda

da Tecnica della Scuola

Residui delle scuole: ennesimo monitoraggio per scoprire l’acqua calda
di R.P.
Se ne è parlato nel corso di un incontro Miur-Sindacati nella giornata del 12 giugno. Ma, forse, più che un nuovo (inutile) monitoraggio basterebbe leggere con un po’ di attenzione i bilanci delle scuole in cui i residui sono analiticamente elencati.
Puntuale come la pioggerellina di marzo e come i “40° all’ombra” della settimana di ferragosto è arrivata in queste ore da ministero e sindacati la rassicurazione sulla soluzione al problema dei residui attivi delle scuole, ossia dei crediti che le istituzioni scolastiche vantano da ormai 6-7 anni nei confronti di Viale Trastevere. Ovviamente il ritornello è il medesimo da 6-7 anni a questa parte: per poter liquidare i residui bisogna effettuare un accurato monitoraggio e conoscere con precisione l’entità dei crediti. Ma ormai la storia è vecchia e in pochi ci credono, perché di monitoraggi e di conteggi, in questi anni, ne sono stati fatti almeno una mezza dozzina e forse persino di più. D’altronde non è neppure chiaro quali controlli particolari si debbano fare: basta prendere il bilancio di una scuola e andarsi a leggere l’allegato in cui vengono elencati in modo analitico tutti i residui attivi; quindi si estraggono i residui relativi a finanziamenti ministeriali e il conto è presto fatto. Eppure nell’incontro svoltosi il 12 giugno fra Miur e organizzazioni sindacali la questione è tornata a galla e si è discusso per l’ennesima volta di come quantificare con precisione i residui.
Il Ministero vorrebbe utilizzare gli avanzi del MOF per ripianare i debiti dell’Amministrazione Centrale verso le scuole, i sindacati non ci stanno e chiedono che il MOF (e gli eventuali avanzi) resti nella disponibilità della contrattazione integrativa. Ma c’è qualcosa che non torna. Più di 6 mesi fa quanto venne siglato l’accordo sull’utilizzo dei fondi del MOF per riconoscere gli scatti stipendiali, quasi tutti i sindacati dichiararono che non ci sarebbe stata nessuna erosione reale del MOF perché ogni anno si avanzano su questo capitolo somme molto consistenti. Sarebbe però interessante conoscere la verità sull’ammontare degli avanzi: per il 2011/2012 si parla di circa 40milioni di euro, ma se è vero che negli anni passati la somma era decisamente più alta, si potrebbe sapere che fine hanno fatto quei soldi ? O forse non è vero che negli anni precedenti l’avanzo era molto elevato ? Insomma, un po’ di chiarezza (anzi, trasparenza come va di moda dire ora) non guasterebbe. O si chiede troppo ?

Graduatorie ad esaurimento: pronto il decreto per la dichiarazione dei titoli di riserva

da Tecnica della Scuola

Graduatorie ad esaurimento: pronto il decreto per la dichiarazione dei titoli di riserva
di Lucio Ficara
Il provvedimento è atteso da migliaia di precari che consentirà una più adeguata valutazione dei titoli posseduti.
Quella dell’emanazione del decreto che permette la presentazione, da parte dei docenti precari già inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, delle dichiarazioni dei titoli di riserva dei posti e la possibilità di scioglimento delle riserve, è una notizia molto attesa. Dalla sede nazionale della Flc-Cgil, ci giunge notizia che nel corso di un incontro al Miur è stata analizzata la bozza di decreto relativo alle graduatorie ad esaurimento per, consentire appunto, come già evidenziato, la dichiarazione dei titoli di riserva dei posti e per lo scioglimento delle riserve o dichiarazione del titolo di sostegno. Sarà possibile, per chi ne fosse in possesso, dichiarare il diritto alla riserva dei posti ai sensi della legge n. 68/99 e art. 6 comma 3-bis legge 80/06. È stato anche chiesto, nel corso del suddetto incontro, che sia concesso dichiarare la priorità nella scelta della sede ai sensi della legge n. 104/92. Sarà possibile sciogliere la riserva nel caso si sia acquisita l’abilitazione e dichiarare il possesso della specializzazione sul sostegno. Potranno anche sciogliere la riserva anche gli aspiranti “congelati” Ssis, iscritti in soprannumero al Tfa e inseriti con riserva nelle GaE. La procedura per la presentazione delle istanze, sarà ancora una volta on-line, sarà aperta presumibilmente fino alle ore 14 del 12 luglio 2013. Nessuna risposta invece per i futuri abilitati degli stessi corsi accademici né per coloro che siano già in possesso dell’abilitazione ma non siano inclusi, per vari motivi, nelle graduatorie ad esaurimento. Il decreto dovrebbe essere pubblicato nei prossimi giorni. Si specifica, riguardo la questione della riserva dei posti, per l’eventuale inserimento nei ruoli, la condizione di essere inseriti negli elenchi speciali per la disoccupazione, come previsto dalla normativa vigente.

Tfa speciali in arrivo. Forse eliminata la prova preliminare

da Tecnica della Scuola

Tfa speciali in arrivo. Forse eliminata la prova preliminare
La Flc-Cgil sussurra l’ipotesi secondo cui il Miur non darebbe seguito alla procedura della prova preliminare. Ancora nessuna certezza per il TFA ordinario
A breve invece i contingenti e la data della prova d’accesso per Scienze della Formazione primaria. Dopo i rilievi della Corte dei Conti, pubblca la Flc-Cgil, il MIUR ha fornito puntuali risposte e si attende a breve la registrazione e la conseguente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Immediatamente dopo la pubblicazione saranno rese disponibili le funzioni on-line per la presentazione della domanda, mentre per l’avvio dei corsi occorrerà attendere il Decreto organizzativo del Ministro. A questo proposito è stato ribadito che i corsi saranno attivati per tutte le classi di concorso (inclusi strumento musicale e gli ITP) e per la scuola primaria e dell’infanzia. Per quanto riguarda la prova preliminare per i Tfa speciali sembra che il nuovo Ministro sia intenzionato a non dare seguito a quella procedura, consapevoli delle legittime aspettative dei docenti non abilitati che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole. Resta anche aperta la questione dell’inclusione anche del corrente anno scolastico in considerazione che i corsi saranno comunque attivati a partire dall’anno accademico 2013/2014 ed in tal senso sono in corso iniziative a vari livelli. Per quanto riguarda i percorsi ordinari è previsto a breve il Decreto che definisce i posti disponibili e al data della prova d’accesso per scienze della formazione primaria, mentre per il TFA ordinario sono ancora in corso approfondimenti con il nuovo Ministro per garantire un’attivazione dei corsi più congruente con le effettive esigenze del sistema formativo e nuove modalità della prova preselettiva che superino le rigidezze e i problemi dimostrati dal precedente sistema. È stato chiesto pure di pubblicare il nuovo Decreto per i Tutor del tirocinio per garantire l’attivazione degli esoneri in tempo utile con le operazioni annuali e le supplenze.