A FIRENZE NASCE IL TAVOLO DEI CONSIGLI D’ISTITUTO

A FIRENZE NASCE IL TAVOLO DEI CONSIGLI D’ISTITUTO

Ribolliva da tempo fra i genitori la voglia di partecipare in modo consapevole alla vita della scuola: basta con le approvazioni inconsapevoli, basta ai bilanci sottoposti all’ultimo minuto (perché se no la scuola viene commissariata) e basta con l’impegno dei soliti noti, nella delega/dilagante dei più.

Ci voleva una risposta efficace e i Consigli d’Istituto fiorentini l’hanno trovata: un Tavolo nuovo fiammante nel quale incontrarsi, scambiare esperienze, formarsi con l’aiuto di esperti qualificati. Ecco le parole chiave dell’incontro di contatto svoltosi presso l’ISIS Russell Newton di Scandicci: “migliorare”, “incidere”, “muro”, “è dura”, “imparare”, “sensibilizzare”, “normativa”. E poi anche “insieme”, “formazione”, “consapevolezza”.

Prossimo appuntamento a inizio settembre, quando si terrà il primo incontro di formazione dedicato alle regole di funzionamento dei Consigli (convocazione, gestione della seduta, delibere, verbalizzazione). A seguire verranno affrontate tematiche essenziali per il ruolo di rappresentante negli organi collegiali quali: progetti e Piano dell’Offerta formativa; ruoli all’interno della scuola; Presidente, Consiglieri e Giunta esecutiva;  Bilancio; Come coinvolgere i genitori; Regolamenti interni e Normativa scolastica.

Auspice dell’iniziativa l’Associazione genitori A.Ge. Firenze, che ha fatto la scommessa di convocare i membri dei Consigli a giugno inoltrato ed è stata premiata dalla partecipazione di oltre quaranta genitori, provenienti da ogni parte della provincia e anche da fuori. “Come AGe Toscana formiamo rappresentanti di classe e membri dei Consigli d’istituto da oltre 15 anni -dichiara la presidente Rita Manzani Di Goro- Ci sembra giunto il momento di mettere in rete le tante realtà toscane funzionanti con quelle in maggiore difficoltà e insieme costruire una cultura della partecipazione che abbia ricadute dirette sulla riuscita scolastica dei nostri figli e ancor più sulla loro formazione da cittadini”.

Prepararsi su temi come autonomia, POF, bilanci, regole, programmazione, condivisione con i territori aumenta la consapevolezza del ruolo dei genitori anche nella gestione diretta del bene comune-Scuola, e le relazioni positive con insegnanti, dirigenti e ATA.
Imparare il “mestiere del rappresentante-genitore in Consiglio di Istituto” può inoltre rendere più efficace e coordinata la ricerca di soluzioni condivise e unitarie a livello generale, con l’obiettivo di migliorare e rafforzare il patto di cittadinanza, nell’interesse dei bambini per i quali la scuola è un luogo privilegiato e fondamentale.

Graditissima ospite, una delegazione dell’Associazione AGe più giovane d’Italia, quella di Vitorchiano (VT), che a pochissimi giorni dal proprio riconoscimento presso la Federazione nazionale, ha voluto essere presente per raccogliere il testimone e non ha mancato di mettersi al servizio curando la segreteria dell’incontro, nel più autentico spirito AGe.

Tribunale di Catania sui 24 punti SSIS

Tribunale di Catania: piena tutela per i ricorrenti ANIEF sui 24 punti SSIS

 

Allineandosi con i precedenti positivi ottenuti dall’ANIEF negli ultimi mesi, il Giudice del Lavoro di Catania concede provvedimento cautelare d’urgenza in favore di una nostra iscritta e ordina al MIUR l’immediato riconoscimento del bonus di 24 punti SSIS nella classe di concorso di interesse della ricorrente. Gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, avvalendosi della preziosa collaborazione dei nostri legali sul territorio, aggiungono una nuova soddisfacente vittoria al palmarès dei successi ANIEF.

 

Il Tribunale di Catania non ha dubbi e dà piena tutela alle ragioni della iscritta ANIEF, affidata sul territorio alla sapiente azione legale degli avvocati Antonino Chiarenza e Marco Di Pietro, convenendo che è la stessa tabella di valutazione dei titoli allegata alla legge n. 143/04 a prevedere “con chiarezza che, ove a seguito di frequenza di un unico corso SSIS di durata biennale, il docente abbia conseguito più abilitazioni, questi può discrezionalmente stabilire a quale delle abilitazioni conseguite vada ascritto l’ulteriore punteggio di 24, corrispondente alla durata legale del corso”.

 

Costatando che, così come dimostrato dall’ANIEF, la ricorrente ha legittimamente chiesto che i 24 punti aggiuntivi previsti per i docenti abilitati SSIS le fossero computati nella graduatoria di interesse, il Giudice ha ritenuto “illegittima (…) la condotta tenuta dall’amministrazione resistente che ha negato alla ricorrente tale possibilità, così come ritenuto da copiosa giurisprudenza amministrativa (cfr., fra le tante, Consiglio di Stato n. 3205/2012 e Consiglio di Giustizia amministrativa n. 64/2010)”. Alla luce delle chiare argomentazioni riportate dai nostri legali, il Giudice ha reputato assolutamente sussistente sia il fumus boni iuris dell’invocata tutela cautelare, sia il periculum in mora “consistente nella sostanziale preclusione, a causa del mancato riconoscimento del punteggio rivendicato, della possibilità di prestare il servizio accedendo a nuovi incarichi lavorativi per un numero di ore sufficiente a garantire una adeguata fonte di sostentamento alla ricorrente ed al suo nucleo familiare”.

 

Piena tutela, dunque, grazie alla vincente azione portata avanti dal team dei legali ANIEF, in favore della nostra iscritta e della sua famiglia. La docente, finalmente, potrà vedersi riconosciuto quel “diritto di scelta” della classe di concorso cui attribuire il bonus di 24 punti SSIS che la normativa le riconosce, ma che il MIUR, iniquamente, le aveva sempre negato.

Ministro Carrozza incontra la Crui

Ministro Carrozza incontra la Crui:
“Una conferenza sul sistema dell’istruzione superiore entro l’anno”

Una Conferenza sul sistema dell’Istruzione superiore entro l’anno. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza, incontrando stamattina l’Assemblea della CRUI.
Al centro della Conferenza – ha spiegato il Ministro durante il suo intervento – il tema del rapporto del sistema italiano con la dimensione europea, il confronto con gli obiettivi prioritari dell’occupazione giovanile e della mobilità sociale.

“Questa Conferenza, che organizzeremo insieme alle Università italiane, sarà utile per verificare la situazione attuale, ma soprattutto per fissare obiettivi e priorità del nostro sistema di istruzione superiore – ha commentato il Ministro Carrozza -Sarà un appuntamento importante per ribadire la centralità dell’istruzione superiore e della ricerca nell’agenda di questo governo, soprattutto nell’ottica di un rilancio del nostro sistema produttivo e dell’occupazione giovanile”.

Le tracce ai tempi delle larghe intese

Le tracce ai tempi delle larghe intese
Un moto di comprensione per gli studenti e una petizione

 di Beatrice Mezzina

Tutti contenti, se no, che larghe intese sono?

Poche voci di dissenso: un economista, Alberto Alesina, docente all’Università di Harvard, afferma che l’attuale struttura delle prove “spinge i ragazzi ad essere dei tuttologi” su argomenti non sempre elaborati e studiati a scuola; la solita sempre intervistata Paola Mastrocola, auspica  “No, torniamo indietro al foglio bianco”, con un bel titolo invece di  tutti i testi proposti su cui si affannano per un po’ gli studenti prima di capire cosa possono scrivere.

E poi esperti di sociologia e cattedratici che si ritagliano un loro spazietto sui giornali per consentire, pur non avendo alcuna esperienza di scuola.

Anche Marco Lodoli è buonista, nella sua lucidità:  “Di sicuro sono serviti i testi scolastici, la preparazione di migliaia di ore passate in un banco, le lezioni appassionanti o un po’ noiose degli insegnanti, ma stavolta mi sembra che ai candidati sia stato chiesto uno scatto di personalità, la dimostrazione di non essere stati assenti o distratti mentre il mondo, in questi anni, in questi mesi, produceva i suoi problemi e le sue contraddittorie soluzioni. Bisogna aver studiato, ma bisogna anche aver letto i giornali, le riviste, aver navigato sui siti di informazione, aver discusso e litigato con gli amici, aver sentito crescere una nuova consapevolezza”.

Insomma, la preparazione serve da sfondo, conta senz’altro aver studiato ma per svolgere le tracce bisogna aver fatto altro, essere informati, vivere consapevolmente, leggere e partecipare.

 

Sono così i nostri studenti? Hanno raggiunto tali traguardi di consapevolezza oltre la preparazione scolastica? E’ giusto che gli esami non possano anche avere obiettivi più umili, di sondare se lo studente abbia studiato, se conosca quello che i curricoli propongono, senza scatti e voli pindarici dell’ultima ora?

 

Sui loro siti invece gli studenti, che ascoltiamo poco, non sono contenti delle tracce,

si dicono affannati a scegliere tra le proposte – tante – che  li deconcentrano invece di favorirli.

E scelgono le tracce che ritengono più semplici, che sono invece le più insidiose perché inducono a forme di scrittura spesso poco autonome, non ben argomentate, legate pedissequamente ai documenti o dimentiche di quelli.

Solo le interviste sciocche dei alcuni giornali locali, li fotografano contenti perché “comunque si poteva scrivere”.

 

Per gli studenti quindi, che si confrontano su tracce secondo me  (e anche secondo loro) impossibili, un moto di comprensione.

 

Il Tema di argomento storico è il più sintomatico tra le tracce proposte: il povero candidato deve illustrare la vicenda politica di due stati in fase di sviluppo economico scelti tra quelli dell’acronimo BRICS – Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica. Abbiamo sempre discusso sull’insegnamento della storia molto eurocentrica, sull’ampliamento a realtà diverse, ma che i nostri studenti debbano conoscere la storia dei paesi emergenti tanto da farne una trattazione mi sembra troppo.

E’ vero che nelle Indicazioni Nazionali per i Nuovi Licei la Storia per il V anno è dedicata all’età contemporanea e  una piccola parte riguarda anche “la rinascita della Cina e dell’India come potenze mondiali” ma, a parte il fatto che tali indicazioni non riguardano ancora le V classi,  sfido chiunque a trovare una classe che abbia svolto in maniera approfondita tali temi.

Quindi la traccia di argomento storico non è svolgibile. Perché si toglie allo studente bravo la possibilità di esporre la propria preparazione su argomenti studiati?

Anche il saggio nell’ambito storico- politico con l’indicazione secca Omicidi politici, che senso ha? che deve fare lo studente, tentare per ciascun periodo proposto dai testi un’analisi delle motivazioni e delle conseguenze degli atti omicidi inquadrati in situazioni storiche diversissime, insomma approfondire storicamente e meditatamente? Servirebbe una trattazione complessa, non alla portata degli studenti. Se non si fa questo,  si finisce per blaterare sulla cattiveria umana e sui misteri politici di alcuni omicidi?

Anche questa proposta ha avuto poco successo. Insomma, fuori due.

Sull’Analisi del testo, insomma il tema letterario, ogni anno gli studenti si esercitano sul tototema.

Sarà Pirandello quest’anno? Invece i nostri esperti li spiazzano, forse perché temono che gli studenti abbiano qualcosa da copiare.

Claudio  Magris, l’autore inconsapevolmente proposto ha detto con ironia: “Ora chiedo l’indulgenza degli studenti, e spero non mi maledicano mandandomi a quel paese”.

E’ proprio così. Chi è Magris, uno Yogurt? ha detto uno studente spiritoso.

Certo, gli studenti potevano far riferimento al tema del “viaggio” spesso presente in molti approfondimenti e “tesine”per gli esami di Stato reperibili su tanti siti per studenti (le tesine, altro obbrobrio da cassare per legge), e possono copiare benissimo, come hanno fatto, come confessano sui propri siti.

Nei casi migliori hanno fatto riferimento a tanti autori, da Omero a Dante, a Saba.

Ma l’interpretazione complessiva del testo con il “riferimento ad altri testi di Magris”  richiesta dagli esperti è fuori dalla portata degli studenti.

Gli esperti credono che il curricolo di scuola lo preveda? Insomma, Magris è nei programmi, per dirla brutalmente?

Allora gli studenti si  rivolgono ad altro, all’ambito artistico letterario su individuo e società di massa in cui tra Lascia o Raddoppia, Pasolini, Montale, qualcosa si può dire, sia pure con difficili accostamenti tra testi così differenti, dalla folla di Elias Canetti alle  speranze di Remo Bodei. Difficilissimo percorso se solo si storicizzano i testi, solfe ormai remote di inguaribili passatisti.

Oppure ci si accosta all’ambito tecnico scientifico  alla traccia sul cervello e sulla ricerca, gettonatissima, tanto dai testi qualcosa si ricava, qualcosa si scrive.

Qualcun altro tenta l’ interessantissima e difficilissima traccia su Stato, Mercato, Democrazia

che farebbe tremare le vene e i polsi a qualsiasi studioso che se ne occupi.

Ma scrivono almeno, tanto fra poco faranno i test di ammissione che sono altra cosa, altra questione.

Il tema di ordine generale è una chicca, è la cifra ideologica, scopertissima, delle larghe intese.

Una frase del fisico Frjtiof Capra che dagli organismi cellulari si sposta agli individui per la lode della Cooperazione al fine di  progredire. E se non voglio cooperare con Gasparri, regredisco?

E allora un appello, un invito a chi si occupa di scuola.

Come si scriva nelle prove d’esame e a scuola, con quale livello di approfondimento e di argomentazione,  lo dicono anche varie ricerche tra cui quelle degnissime dell’Accademia della Crusca: difettano gli studenti nell’argomentare, nel presentare una tesi e sostenerla, accostano spesso frasi e riflessioni senza connettivi logici di segnale. Recriminano le Università sulle abilità di scrittura dei propri studenti, così i commissari in varie prove di concorso.

Tuttavia il MIUR che investe danaro nelle ricerche,  non ne tiene conto per discuterne con gli insegnanti, per riflettere sul  percorso di scrittura a scuola, per migliorare  e anche per modificare le tracce d’esame che hanno una fortissima retroazione sulla didattica e sono viste nelle stessa ricerca inutilmente dense di testi da commentare o a cui far riferimento, spesso anch’essi mal collegati tra loro.

Che fare allora?

– si può, a partire dalle ricerche, discutere del curriculum di scrittura nelle scuole superiori, attività inversamente proporzionale all’età degli studenti e ritenuto compito degli insegnanti di Italiano, si può dare un’occhiata anche a quello che fanno all’estero, in Francia per esempio nel BAC, non per essere esterofili ma per confronto, si possono ridiscutere le tipologie delle prove d’esame o sono infallibili in uno spazio temporale lunghissimo?

– A breve termine, visto che lavori di ricerca non se ne parla da tempo e vanno bene solo i tablet per modernizzare la scuola, chiediamo almeno qualche traccia che umilmente sondi il lavoro fatto a scuola, la profondità dello stesso. Altrimenti non so a che serva svolgere bene un programma di Italiano, Storia, Filosofia nella scuola, se lo svolgimento di un compito d’esame sia estraneo nella maggior parte dei casi al curricolo reale svolto e gli studenti devono mostrare abilità varie che sfociano spesso in un chiacchiericcio indotto. Così gli studenti sono tutti sullo stesso piano, alla caccia di quello che potranno scrivere su tematiche rimacinate dai dibattiti televisivi, che sono le più scelte, o alla ricerca di poter cavare qualcosa dai documenti di riferimento, giustapposti, sfiorati, per cavarne qualcosa da scrivere.

 

Inidonei e Itp in soprannumero

Inidonei e Itp in soprannumero, si va verso la cancellazione del passaggio nei ruoli Ata

 

La Commissione Cultura del Senato si schiera contro l’operazione mossa solo da ragioni di risparmio. Se l’invito avrà seguito, Anief annuncia il ritiro dei ricorsi avviati.

 

Appello del sindacato al Mef: dia immediato seguito alle assunzioni in ruolo di circa 5.400 amministrativi, tecnici ed ausiliari previste da quasi un anno.

 

Prosegue spedito l’esame dei disegni di legge abbinati per l’abrogazione dei commi 13, 14 e 15 dell’articolo 14 del dl 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, riguardante il transito nei ruoli Ata del personale docente dichiarato permanentemente inidoneo e di insegnanti tecnico-pratici soprannumerari: il 19 giugno, come riportato dal sito internet del Senato, è stata richiesta la deliberante in VII Commissione permanente – Istruzione Pubblica Beni Culturali – per il licenziamento delle norme per salvaguardare i diritti lavorativi del personale inidoneo e degli Itp privi di titolarità, evitando che confluiscano tra il personale non docente della scuola.

 

Anief auspica la rapida approvazione del ddl, primi firmatari Puglisi e Centinaio, perché tutelerebbe la professionalità del personale della scuola coinvolto in questa operazione mossa solo da mere ragioni di risparmio. Il giovane sindacato coglie l’occasione per invitare tutti i gruppi parlamentari a sostenere le richieste poste in sede di discussione deliberante per evitare, come rilevato dalla senatrice Puglisi, l’attuazione di “una doppia ingiustizia, a danno tanto degli inidonei quanto dei precari ATA”.

 

Un epilogo favorevole della vicenda – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief – metterebbe chiaramente fine alla serie di impugnazioni e ricorsi avviati dalla nostra associazione sindacale, presentati già all’indomani dell’approvazione della decisione ‘punitiva’, contro inidonei e Itp, posta all’interno delle norme sulla spending review approvate dal Governo Monti. Il ricorso ai tribunali del lavoro non avrebbe più senso, visto che sarà il legislatore a correggere i contenuti di una norma redatta e approvata precedentemente senza riflettere sul danno professionale e morale che avrebbe arrecato ad almeno 3.500 lavoratori della scuola”.

 

Allo stesso tempo – conclude Pacifico – il nostro sindacato invita il Governo, in particolare il Ministero dell’Economia e delle Finanze, a sbloccare le circa 5.400 immissioni in ruolo Ata riguardanti il corrente anno scolastico, accordate ormai quasi un anno fa ma mai portate a termine proprio per l’incerto esito della questione inidonei e soprannumerari”.

 

Ricerca, 8 progetti italiani premiati all’Intel Business Challenge di Dublino

Ricerca, 8 progetti italiani premiati all’Intel Business Challenge di Dublino

Carrozza: “Ottimo riconoscimento internazionale che dimostra la qualità della nostra ricerca”

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza ha espresso soddisfazione per i risultati del secondo round europeo dell’Intel Business Challenge, la competizione tra business plan per studenti universitari, svoltasi ieri a Dublino, 19 giugno. Sono stati 24 i finalisti di cui 8 italiani, scelti tra centinaia di progetti provenienti da tutta Europa.
“Un ottimo riconoscimento internazionale – ha commentato il Ministro – che dimostra la qualità della nostra ricerca. E’ fondamentale che le nostre università, tramite il lavoro dei docenti e del personale tecnico/amministrativo, sappiano promuovere e coltivare queste iniziative imprenditoriali, che partono dalla creatività di studenti e ricercatori, principalmente per il fortissimo contenuto formativo di queste esperienze.
E’ inoltre altrettanto importante che il nostro sistema industriale e finanziario sappia selezionare e valorizzare i migliori frutti della scienza e tecnologia italiana, trovando opportunità per innovare i propri prodotti, servizi e modelli di business”.

Per la prima volta nella storia della competizione, due team italiani: SEM+ e Tensive, sono arrivati rispettivamente al primo e terzo posto, ed andranno in California ad ottobre per sfidare le eccellenze delle idee e tecnologie di tutto il mondo. SEM+ e Tensive sono due spin-off della ricerca pubblica italiana. La prima è stata fondata da studenti di dottorato dell’IIT e del Sant’Anna, la seconda è una delle spinoff della Fondazione Filarete. Queste due aziende nascono dal cuore della ricerca italiana e hanno beneficiato delle sue eccellenze e del primo supporto offerto dalle strutture di trasferimento tecnologico delle istituzioni.

Il Ministro Carrozza ha invitato al Miur il 3 luglio tutti i finalisti italiani e gli organizzatori di Intel per congratularsi di persona del lavoro svolto e del successo ottenuto.

Concorso a Cattedra: TAR Lazio ammette agli orali i candidati con almeno 21/30 alle prove scritte per la scuola primaria

Concorso a Cattedra: TAR Lazio ammette agli orali i candidati con almeno 21/30 alle prove scritte per la scuola primaria

 

Sul presupposto che il punteggio della prova di inglese deve essere considerato aggiuntivo in quanto facoltativo. Ancora un successo dell’azione legale dell’ANIEF, questa volta patrocinata dall’avv. Fortunato Niro, grazie a un decreto monocratico (2423/13) in attesa della Camera di Consiglio dove discutere la richiesta di sospensione del D.D.G. n. 82 del 24 settembre 2012. Ancora possibile aderire al ricorso, in attesa di conoscere l’esito delle prove. Scrivi a concorsoacattedra@anief.net.

 

Il MIUR in maniera arbitraria ha violato espressamente quanto previsto dal decreto legislativo 297/94, art. 400, in merito alla disciplina dello svolgimento di tutta la procedura concorsuale: per l’accesso alla scuola elementare la normativa di riferimento prevede la possibilità per i candidati di sostenere una prova facoltativa scritta e orale di accertamento della conoscenza di una lingua straniera, e non obbligatoria (art, 7 c. 3 D.D.G. n. 82 del 24 settembre 2012). Pertanto, per l’ANIEF il punteggio relativo alla valutazione della prova d’inglese va aggiunto alle altre prove scritte che per essere superate e permettere l’accesso agli orali devono recare il punteggio di 21/30. Chi si ritrova in tale condizione ed è stato escluso dagli elenchi degli ammessi alla successiva prova orale è stato ingiustamente escluso dal concorso e deve ricorrere al TAR Lazio, sul presupposto del pregiudizio grave e irreparabile, per continuare la procedura concorsuale.
L’ANIEF ricorda che sono ancora aperti i termini per ricorrere e invita tutti i candidati che sono stati o saranno esclusi dall’ammissione agli orali per la scuola primaria per colpa della valutazione della prova in lingua inglese a inviare una mail a  concorsoacattedra@anief.netcon i propri dati anagrafici, la data degli orali, la data di pubblicazione degli elenchi, al fine di ricevere le istruzioni operative per il ricorso, indicando nell’oggetto: “inglese e ammissione agli orali”, entro 10 giorni dalla pubblicazione degli elenchi degli esclusi (o altra comunicazione che attesti la mancata ammissione agli orali) o comunque non oltre 50 giorni dalla loro pubblicazione, fermo restando la procedibilità del ricorso legata ai tempi di notifica prima dello svolgimento degli orali. Per conoscere il voto complessivo ottenuto al termine delle prime tre prove scritte è possibile inviare l’istanza di accesso agli atti che ANIEF invierà insieme alle istruzioni per ricorrere.

 

Scuola, la Maturità fuori dalle celebrazioni e dai rituali

da FIRST online

Scuola, la Maturità fuori dalle celebrazioni e dai rituali

E’ tempo di riflettere sull’oggettività e sulla terzietà dell’esame e di rispondere alla domanda sollevata dal direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto: “Quando un esame di Stato eguale per tutti gli studenti?” rendendo confrontabili gli esami – Sul tappeto resta la controversa questione del bonus e si attendono i cambiamenti del ministro Carrozza.

 di Donatella Purger

E’ fatta. La prima pericolosa strambata è stata compiuta e la navigazione può proseguire. Non mancano altre insidiose ondate, ma tutti (quasi 500.000) ormai si trovano in mare aperto. L’esame è come una regata e dopo la prima prova si va comunque avanti perché ansie e paure non possono più fermare la barca. Accompagnato dai soliti riti (il toto-tema che fallisce sempre, i cinquanta milioni di pedagogisti che declinano tutte le alternative immaginabili alle prove e al loro svolgimento, le opinioni del solito studente e del solito professore davanti alla scuola, eccetera)  e dopo il trionfale ingresso di Magris, degli omicidi politici e dei BRICS, l’eco della cosiddetta maturità, che invece è esame di Stato, occuperà oggi e lunedì le cronache, per spegnersi gradualmente.

Ma stavolta sulla scia di quell’eco, tre voci sembrano destinati a non spegnersi. Il possibile cambiamento dell’esame (e dell’ultimo anno delle superiori), annunciato dal ministro Maria Chiara Carrozza in alcune interviste, le traversie del bonus per l’accesso all’Università e la questione sollevata dal Direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto, sulla Stampa di Torino a proposito dell’oggettività e della terzietà dell’esame.

“Quando un esame di Stato uguale per tutti gli studenti?” si chiede Gavosto “non è forse giunto il momento di riflettere seriamente su come rendere i risultati dell’esame di Stato finalmente confrontabili su scala nazionale? Solo così elimineremo lo scarto fra l’epopea emotiva che la vecchia maturità ancora rappresenta e la sua sempre più scarsa utilità come strumento di valutazione delle competenze dei diplomati.”

Sacrosanti quesiti che richiamano  la questione ancora non risolta del merito e della valutazione, mentre non si intravvedono ancora strumenti efficaci per penalizzare i furbi e i corrotti.

Il bonus fino a un massimo di 10 punti rapportati ai risultati della scuola e della Commissione d’esame era stato introdotto dal ministero Profumo in era montiana, nel tentativo di arginare il facile successo di coloro che ottenevano il diploma in commissioni, scuole e contesti sociali e regionali di manica larga. Il provvedimento, di ispirazione anglosassone, era nato nell’intento di disincentivare la facile concessione di voti elevati perché premiava il migliore di una popolazione con valutazioni relativamente basse e penalizzava i primi di una popolazione con molti voti elevati. Tuttavia, il meccanismo ha incontrato la ferma opposizione del CRUI, di molti ambienti universitari, di associazioni studentesche, di realtà prestigiose come l’Istituto Cattaneo, in nome del diritto del diplomato al riconoscimento del bonus e la conseguenza è stata quella di rinviare i test di ammissione alle università a settembre, consentendo così di rapportare i risultati non ai dati del precedente anno scolastico ma a quelli dell’anno di riferimento. La complicata e controversa questione presenta aspetti complessi.

La risposta riposa proprio nell’individuazione di soluzioni che possano garantire l’oggettività della valutazione, in modo tale che i risultati della scuola superiore italiana non siano più viziati da squilibri tra regioni, tra tipologie di scuole, tra statali e paritarie, tra situazioni.

Ancora molto poco, anzi nulla si sa dei cambiamenti anticipati dal ministro Carrozza riguardo all’esame di Stato, ma c’è da augurarsi che essi si muovano nella direzione della oggettività della valutazione delle prove d’esame e che diano risposte concrete alla valorizzazione del merito, invocata da tutti ma ancora troppo latitante.

Maturità, è il giorno del secondo scritto Latino, matematica e lingua straniera

da LaStampa.it

Maturità,  è il giorno del secondo scritto Latino, matematica e lingua straniera

 roma

Maturità, si replica. Oggi seconda prova scritta per i 491.491 gli studenti che devono affrontare l’esame di Stato. Entrati in classe  si cimenteranno con  Latino al Classico, Matematica allo Scientifico, Lingua straniera al Linguistico, Pedagogia al Pedagogico, e Disegno geometrico, Prospettiva e Architettura all’Artistico. Per gli istituti tecnici e professionali sono state invece scelte materie che, oltre a caratterizzare i diversi indirizzi di studio, hanno una dimensione tecnico-pratico-laboratoriale. Una verifica che cambia da indirizzo a indirizzo e ha come obiettivo quello di accertare che il candidato abbia specifiche conoscenze relative al corso di studi frequentato.

Naturalmente restano validi anche oggi i divieti all’uso di telefonini, palmari pc e affini. In classe saranno ammessi soltanto dizionari di lingua e calcolatrici non programmabili. E non  è possibile scoprire in anticipo le tracce delle prove di Maturità, gelosamente custodite dal ministero fino al giorno della prova, ma si può provare a stabilire una linea di tendenza per prevedere quale autore sia stato scelto per la prova di latino. Infatti, riguardando le prove di latino degli anni precedenti, si nota una linea comune: quella di scegliere un autore di età classica, la cui lingua, quindi, non sia soggetta ad arcaismi o a volgarismi eccessivi, tipici delle età arcaiche e tardo-imperiali. In più, è molto improbabile che esca un poeta: la versione di latino della prova del classico è tradizionalmente in prosa.

Dal sondaggio proposto da Skuola.net è emerso che gli studenti si aspettano in particolare un brano tratto dalle opere di Cicerone: più del 50 % dei ragazzi pensa che sia l’autore più probabile. Il secondo tra le preferenze è risultato Tacito con un 23% di voti. A seguire i maturandi prevedono l’uscita di Quintiliano (12%) o di Livio (10%). In questi anni la tendenza del ministero dell’Istruzione per la scelta delle tracce della seconda prova di latino è stata quella di proporre un importante autore di età classica, tendendo a riproporre più volte gli stessi scrittori. Per questo il totoesame prevede che i maturandi affrontino un gigante della letteratura latina, per l’appunto Cicerone. Altro autore tradizionale della maturità classica è Tacito, e anche Quintiliano e Livio potrebbero essere la scelta di questo anno perché molto presenti tra le versioni del programma dell’ultimo anno. Escluso un grande della letteratura latina, Seneca: è stato protagonista già tre volte della seconda prova classica da quando è partito il nuovo Esame di Stato. Sempre che anche queste tendenze generali non vengano smentite come accaduto dalla prima prova di ieri.

Quei temi troppo belli per gli esami di maturità

da la Repubblica

Quei temi troppo belli per gli esami di maturità

Marco Lodoli

UNA vera prova di maturità, un vero confronto con le paure e le speranze di una giovinezza che sta per lasciare il porto quasi sicuro della scuola e avventurarsi nel mare aperto e tempestoso della vita adulta: così mi suonano queste tracce su cui i nostri diciottenni hanno dovuto ragionare.UNA vera prova di maturità, un vero confronto con le paure e le speranze di una giovinezza che sta per lasciare il porto quasi sicuro della scuola e avventurarsi nel mare aperto e tempestoso della vita adulta: così mi suonano queste tracce su cui i nostri diciottenni hanno dovuto ragionare. Di sicuro sono serviti i testi scolastici, la preparazione di migliaia di ore passate in un banco, le lezioni appassionanti o un po’ noiose degli insegnanti, ma stavolta mi sembra che ai candidati sia stato chiesto uno scatto di personalità, la dimostrazione di non essere stati assenti o distratti mentre il mondo, in questi anni, in questi mesi, produceva i suoi problemi e le sue contraddittorie soluzioni. Bisogna aver studiato, ma bisogna anche aver letto i giornali, le riviste, aver navigato sui siti di informazione, aver discusso e litigato con gli amici, aver sentito crescere una nuova consapevolezza. Bisogna aver sentito che la giovinezza è pronta a caricarsi di qualche responsabilità, che è finita la lunga epoca della spensieratezza totale. La letteratura ci spiega che la vita è un viaggio, e che è necessario essere pronti per affrontarlo con gli strumenti e i sentimenti migliori: Claudio Magris, grande conoscitore della letteratura mitteleuropea, invita a comprendere che ogni scrittore è anche un pellegrino, che ogni libro importante è un’avventura conoscitiva, un viaggio verso l’ignoto. La vita non è un villaggio- vacanze, un posto dove tutto è già preordinato per organizzare al meglio la distrazione: è un percorso accidentato, con molte salite e molti imprevisti. Omero, Dante, Cervantes, Melville, Collodi, tanti grandissimi scrittori hanno raccontato questa avventura esistenziale, ognuno a modo suo ha rinnovato la meravigliosa metafora del viaggio fuori e dentro di sé. Insomma, la letteratura non è un giardinetto fiorito, ma un percorso che sale e abbraccia sempre più mondo, un invito a partire, a seguire la propria prua. Ma anche il tema sul rapporto tra l’individuo e la società di massa mi appare ben pensato. Ogni ragazzo percepisce il rischio dell’annichilimento dei propri talenti, dello scioglimento della propria unicità nell’indistinto di un gregge protettivo e infelice. È uno degli argomenti che più viene dibattuto nell’adolescenza, perché la paura della solitudine è pareggiata dal timore di non essere niente, solo un numero in una statistica, solo un corpo che vaga in un centro commerciale. La pressione del consumismo, delle mode, dell’impersonalità è avvertita a volte come una protezione e a volte come una minaccia, comunque come una questione decisiva con cui confrontarsi. E naturalmente anche il tema del mercato e della democrazia tocca nervi scoperti: ogni ragazzo ormai sa che l’economia neoliberista lo scaraventerà prestissimo in mezzo a una spaventosa compravendita di qualità. Sa che anche la democrazia china il capo davanti all’onnipotenza del mercato, che gli Stati sembrano subire quelle regole feroci. C’è molto da ragionare sul rapporto difficile tra libertà e produzione, tra speranze individuali e brutalità finanziarie, tra vita e performance. Però, ripeto, bisogna aver letto qualcosa in più rispetto alle belle antologie scolastiche, bisogna dimostrare di aver tenuto gli occhi aperti e la mente attenta alle trasformazioni veloci degli ultimi anni. Non è scontato che in classe si sia affrontata l’impetuosa crescita delle economie emergenti e il declino altrettanto rapido delle nostre economie europee, basate fino a ieri sulla difesa dei diritti dei lavoratori e oggi costrette a rivedere crudelmente tutti i propri principi. Insomma, tanti argomenti di bruciante attualità, tante proposte stimolanti. Speriamo che i nostri ragazzi in quest’ultimo periodo abbiano non solo studiato a fondo i programmi, ma abbiano anche allungato lo sguardo fuori dalle finestre della scuola, su un paesaggio che rassicura poco, in tumultuosa metamorfosi, nel quale già da domani dovranno cominciare a camminare.

Blocco contratti e stipendi PA, un altro sì alla Camera

da Tecnica della Scuola

Blocco contratti e stipendi PA, un altro sì alla Camera
di A.G.
Stavolta arriva dalle Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro. In attesa di conoscere le motivazioni del parere, i sindacati si ricompattano e mettono subito in chiaro che per docenti e Ata si tratterebbe di una doppia penalizzazione: pronti a mobilitarci.
Un’altra fumata bianca a favore del prolungamento del blocco dei contratti e delle retribuzioni dei dipendenti pubblici fino a tutto il 2014. Stavolta a formularla sono state le Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera, che il 19 giugno hanno espresso parere favorevole all’ulteriore blocco dei contratti e delle retribuzioni dei dipendenti pubblici. Se le motivazioni del giudizio espresso dai deputati non sono ancora note, per i sindacati l’effetto che il parere potrebbe avere sulla decisione finale del Governo appare più di una minaccia. Tanto che sono bastate pochissime ore per ricompattarsi e invitare “il Governo ad aprire le trattative per il rinnovo dei contratti di lavoro e annunciano, in mancanza di risposte, iniziative che potranno avere effetti anche sull’avvio del prossimo anno scolastico”.
I segretari generali di Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda unams, nel corso di un incontro tenuto in vista del confronto con il ministro dell’Istruzione, previsto per il prossimo 1° luglio, hanno così manifestato “netta contrarietà” a quanto deliberato Invitano il Governo a non emanare tale decreto e ad aprire le trattative per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Il provvedimento – affermano in una nota unitaria i leader delle cinque organizzazioni, Pantaleo, Scrima, Di Menna, Nigi e Di Meglio – “sarebbe per il personale della scuola doppiamente penalizzante, in quanto al blocco del contratto aggiungerebbe il blocco degli aumenti di anzianità, previsti dal Contratto vigente e quindi già finanziati”. I sindacati annunciano quindi che “in relazione alle decisioni che saranno adottate dal Governo, assumeranno le necessarie iniziative di mobilitazione, che potranno avere effetti anche sull’avvio del prossimo anno scolastico”.
Insomma, in linea con quanto accade da alcuni anni, per il mondo della scuola anche la prossima estate si preannuncia tutt’altro che rilassante.

Per Anief la ministra dà i numeri, ma in difetto

da Tecnica della Scuola

Per Anief la ministra dà i numeri, ma in difetto
di P.A.
Anief plaude alla volontà espressa dalla ministra Carrozza durante il question time a una interrogazione del M5S, ma critica la ristrettezza delle future immissioni in ruolo. “Pensionate i Quota 96”
Secondo il sindacato sarebbero 80 mila i posti di docenti e Ata vacanti e disponibili, a cui vanno aggiunti almeno altri 40-50 mila dipendenti che saranno collocati in pensione. Ergo, calcola Anief, se si può plaudire alla richiesta di immissione in ruolo di circa 15 mila precari ribadita oggi dal ministro dell’Istruzione, i numeri però non tornano, perché i posti vacanti e disponibili tra docenti e personale Ata sono molti di più: almeno 22 mila e non 15 mila. Anche nella programmazione delle nuove assunzioni, secondo Anief, i calcoli sono sbagliati: “Non riusciamo a comprendere come mai al ministero dell’Istruzione si facciano sempre i conti delle assunzioni in difetto”. Dai conteggi fatti, spiega l’Anief, “risultano infatti almeno 120 mila i posti che si renderanno disponibili tra il prossimo anno e il 2017”. Il sindacato, a tal proposito, coglie l’occasione per chiedere ai parlamentari di approvare con urgenza la modifica alla riforma Fornero, prodotta dai parlamentari Gnecchi e Ghizzoni, della quale si sta già occupando la Commissione lavoro della Camera, riguardante 3.500 docenti e Ata che avevano iniziato l’anno scolastico 2011/12 sapendo di andare in pensione ma che invece oggi sono ancora in servizio a causa della mancata deroga. Risolvere positivamente la questione dei Quota 96 sarebbe già un punto a favore. Di chi ha diritto a lasciare e di chi deve essere assunto.

Concorsi 24 mesi Ata e riconoscimento giuridico del servizio

da Tecnica della Scuola

Concorsi 24 mesi Ata e riconoscimento giuridico del servizio
di L.L.
Nessun rinvio all’anno scolastico successivo. Gli Usr sono invitati a dare immediata applicazione alla nota 2932/2013
Facendo seguito alla nota prot. 2932 del 22 marzo 2013, con la quale il Miur aveva consentito il riconoscimento giuridico del servizio, ai soli fini giuridici, al personale Ata. incluso nelle graduatorie permanenti e che si trovava in posizione utile per il conferimento di supplenza annuale o temporanea, nota che aveva creato qualche difficoltà applicativa (alcuni Usr non avevano infatti consentito l’inclusione di tale punteggio, a causa dell’avvenuta chiusura dei termini di scadenza del concorso dei 24 mesi ed erano, conseguentemente, emerse delle difformità di trattamento degli aspiranti Ata), il Miur, anche dietro sollecitazione sindacale, ha emanato la nuova nota prot. n. 5954 del 17 giugno 2013, con la quale sollecita gli Usr “a dare puntuale adempimento alla circolare di cui sopra per le graduatorie cosiddette “24 mesi” per l’anno scolastico 2012/2013 senza rinvii nell’applicazione all’anno successivo”.

In questo modo sarà possibile tutelare la posizione di coloro che erano stati penalizzati dall’utilizzo delle graduatorie di istituto per il conferimento di supplenze fino all’avente diritto.

“La ricerca scommette sul cervello” fa boom agli esami di Stato

da Tecnica della Scuola

“La ricerca scommette sul cervello” fa boom agli esami di Stato
di P.A.
“La ricerca scommette sul cervello” è stata scelta dal 21,8% degli studenti. I dati, basati su un campione significativo di 461 scuole, indicano nella traccia del saggio breve di ambito tecnico-scientifico la scelta più gettonata dagli studenti che oggi hanno affrontato la prima prova dell’Esame di Stato
Lo comunica il Miur che, in base ai risultati di cui dispone, comunica che subito dopo, al secondo posto, il tema di ambito artistico-letterario “Individuo e società di massa”, è stato svolto dal 20,3% dei candidati. Terza la traccia di ambito socio-economico “Stato, mercato e democrazia”, è stata invece scelta dal 16,3%. A seguire l’analisi del testo, dell’autore Claudio Magris, già utilizzato in precedenti sessioni dell’ Esame di Stato, con “L’ infinito viaggiare” (15,3%); seguono il tema storico-politico “Gli omicidi politici” (14,0%); il tema di carattere generale “La rete della vita” (11,0%); e infine il tema di argomento storico sui Paesi emergenti, Brics (1,3%). Nei licei e negli Istituti artistici la traccia più svolta è stata quella di ambito artistico-letterario “Individuo e società di massa”, mentre negli istituti Tecnici, e Professionali è stata privilegiata la traccia dell’ambito tecnico-scientifico “La ricerca scommette sul cervello”.