No al deprezzamento della professione docente!

No al deprezzamento della professione docente!

La Gilda chiama gli insegnanti alla mobilitazione per il ripristino dei diritti negati

Nei giorni 21 e 22 agosto si è riunita la Direzione Nazionale della Gilda degli Insegnanti che ha discusso i recenti provvedimenti di politica scolastica assunti dal Governo.

La Direzione Nazionale della Gilda degli Insegnanti ha espresso un giudizio molto negativo sull´azione del Governo verso la scuola e i docenti, in particolare non è stato mantenuto l´impegno alla restituzione dello scatto stipendiale 2012, da attuarsi con l´utilizzo di una quota dei risparmi dovuta ai tagli.

Non solo, con il DPR che ha prolungato il blocco dei contratti pubblici a tutto il 2014, ancora una volta il personale della scuola viene, mediante un ulteriore blocco delle progressioni stipendiali previste dal contratto di lavoro, colpito due volte.

La Gilda degli Insegnanti ritiene che anche questo Governo stia proseguendo nella politica di risparmio sull´istruzione che ha portato i docenti a perdere oltre il 15% del potere d´acquisto negli ultimi 5 anni e a peggiorare le condizioni di esercizio della professione docente.

Vengono inoltre ventilati un inaccettabile contratto a spesa zero e ulteriori possibili incursioni sull´orario di lavoro.

La Gilda chiama alla mobilitazione tutti i docenti, a partire dai primi collegi, con l´astensione immediata dall´inserimento nei programmi annuali di ogni attività non strettamente didattica, ivi comprese le gite ed i viaggi di istruzione.

La protesta proseguirà con l´indizione di assemblee su tutto il territorio nazionale e in mancanza di una risposta positiva del Governo alle giuste rivendicazioni dei docenti, le azioni di lotta saranno inasprite, sino ad arrivare allo sciopero, con l´auspicio che si crei un fronte comune tra tutti i sindacati della scuola.

Roma, 22 agosto 2013

IL COORDINATORE NAZIONALE

Rino Di Meglio

Scuola, per il personale tecnico niente assunzioni. “Colpa del governo Monti”

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, per il personale tecnico niente assunzioni. “Colpa del governo Monti”

L’informativa di ieri ha dato il via libera all’immissione in ruolo dei docenti ma non dei cosiddetti Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). A bloccare tutto è una norma contenuta nella ‘spending review’ che ha declassato 3mila insegnanti inidonei, facendo saltare i conti. E la situazione rischia di esplodere ne prossimi mesi

di Lorenzo Vendemiale

Sì ai docenti, no al personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Se la sospirata informativa di ieri con le organizzazioni sindacali sembra aver dato un’accelerata decisiva alle immissione in ruolo degli 11.268 nuovi insegnanti per l’anno scolastico 2013/2014, per il personale Ata tutto è in alto mare. Ancora nulla da fare per le 3500 assunzioni che pure erano state annunciate dal Ministero. E la situazione rischia di esplodere nei prossimi mesi, se non si troverà una soluzione.

La responsabilità dell’impasse, però, non spetta al Ministero dell’Istruzione: contrariamente a quanto accaduto per i docenti, la richiesta per il personale Ata non è stata autorizzata dal Ministero dell’Economia. A bloccare tutto sono le norme introdotte dal Decreto Legge 95/12, la famosa ‘spending review‘ varata nel luglio del 2012 dal governo Monti. “Un provvedimento avventato e cialtronesco”, lo definisce la Flc-Cgil. ‘Sforbiciando’ qua e là le spese del personale pubblico, con il comma 13 dell’articolo 14 il governo dei tecnici ha pensato bene di far “transitare nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico” tutto il “personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute”. Si tratta di quei docenti che per motivi di salute, appunto, non sono in grado di insegnare in classe, e vengono impiegati prevalentemente nelle biblioteche scolastiche, o in mansioni analoghe.

In Italia sono circa 3mila. A questi si aggiungono i 460 titolari della classe di concorso C555 (Esercitazioni di pratica professionale) e i 28 della classe C999 (Assistenti di cattedra). 3500 docenti, in totale, tutti declassati per legge. “Una misura assurda – commenta il sindacato -, degradante dal punto di vista umano e professionale, visto che si negano la dignità e le competenze di questi insegnanti. E anche lesivo dei diritti alla salute di queste persone”.

Ma non è solo una questione morale. Il provvedimento del governo Monti ha al contempo colpito gli inidonei e sconvolto il mondo del personale Ata, “ancora una volta ingiustamente discriminato”, denuncia la Cgil. Il transito dei 3mila e passa docenti ‘degradati’ farebbe lievitare (e non di poco) il computo dei dipendenti in organico. E costituisce per il Mef “un ostacolo insormontabile” all’assunzione dei 3500 tecnici e ausiliari che il Ministero aveva annunciato.

L’abolizione della normativa, chiesta dai sindacati, si è fin qui arenata in Parlamento. Se ne riparlerà in autunno, alla ripresa dei lavori, quando i provvedimenti riguardanti il mondo della scuola dovrebbero essere scorporati dal Decreto D’Alia sulla pubblica amministrazione e fare percorso a sé. In quella sede una soluzione andrà trovata. I sindacati lavorano per questo insieme al Ministero: “Pure loro sono consapevoli di tutte le problematiche a livello pratico e amministrativo che la mancata immissione in ruolo comporterebbe nelle scuole”. Una nuova riunione sul tema potrebbe tenersi la settimana prossima.

Anche perché, poi, dal primo gennaio 2014 il transito diventerebbe effettivo, e a quel punto si porrebbe anche il problema della copertura finanziaria del personale per l’anno prossimo: per far fronte all’immissione dei 3mila inidonei il Miur sarebbe costretto ad andare a stornare le risorse a qualche altra voce di un budget già ridotto all’osso. “Ma quella è una questione a lungo termine – aggiunge la Flc-Cgil. Adesso bisogna garantire i 3500 nuovi posti Ata”. Sarebbe meglio farlo subito, per l’inizio della scuola, in modo da evitare il ricorso a supplenze. Ma, visti i tempi sempre più stretti, “andrebbe bene anche fare le nomine con decorrenza a ottobre”. L’importante è riuscirci: “Questi precari vanno stabilizzati. Sarebbe inaccettabile che le assunzioni saltassero per il secondo anno consecutivo”, conclude il sindacato.

Posto fisso a 11.200 professori sindacati delusi: troppo pochi

da la Repubblica

Posto fisso a 11.200 professori sindacati delusi: troppo pochi

Nelle scuole è corsa a completare gli organici

SALVO INTRAVAIA

ROMA — Dopo la protesta dei sindacati si sbloccano le immissioni in ruolo nella scuola. Ma le polemiche non si placano. Ieri pomeriggio, i tecnici del ministero dell’Istruzione hanno fornito i numeri sulle assunzioni nella scuola per l’anno 2013/2014. Una notizia molto attesa dai 183mila precari inseriti nella graduatorie provinciali ad esaurimento – cui toccheranno metà dei posti – e dai vincitori del concorsone, bandito dopo 13 anni di attesa dall’ex ministro Francesco Profumo, che potranno contare sull’altra metà dei posti. In tutto, per l’anno scolastico alle porte, saranno 11.268 i posti che il ministero dell’Economia ha concesso ieri. Nessuna immissione in ruolo invece per il personale Ata: amministrativi, tecnici e ausiliari. Ai docenti della scuola dell’infanzia andranno in tutto 1.274 cattedre, sempre da dividere a metà tra vincitori del concorso e supplenti inseriti nelle liste provinciali. Ai colleghi della scuola primaria (l’ex elementare) andranno invece 2.161 cattedre mentre saranno 2.919 quelle appannaggio dei prof della scuola media. Al superiore toccheranno 3.136 posti e per gli insegnanti di sostegno agli alunni disabili viale Trastevere ha destinato complessivamente 1.648 cattedre. Saranno invece 68 i posti che andranno agli educatori dei convitti nazionali e degli educandati e 62 le cattedre che il ministero ha riservato per stabilizzare altrettanti docenti di scuole comunali e provinciali che dal primo settembre passeranno allo Stato. In tutto: 11.268 posti che ai sindacati sembrano «poca cosa». I posti vacanti sono infatti oltre 25mila. Francesco Scrima, della Cisl scuola, parla «di risposta parziale» e invoca «un nuovo piano triennale di assunzioni per dare stabilità al settore scolastico ». Per Domenico Pantaleo, della Flc Cgil, invece «le 11mila assunzioni approvate dal ministero non bastano affatto». «Questa scelta minimalista – spiega – risulta ancora più inaccettabile da parte di un Governo che sbandiera il superamento della precarietà come priorità del suo agire politico». Mentre per la Gilda degli insegnanti le 11mila assunzioni sono una «goccia nell’oceano del precariato ». Massimo Di Menna, leader della Uil scuola, considera invece «un fatto positivo» lo sblocco dell’assunzioni. Ma lo stesso non riesce invece a spiegarsi «l’esclusione del personale Ata» (amministrativo, tecnico e ausiliario) dalla partita. E da oggi, la palla passa agli ex provveditorati che in pochi giorni dovranno assegnare le oltre 11mila cattedre prima del 31 agosto. Soltanto dopo sarà infatti possibile nominare i circa 75mila supplenti che completeranno il corpo docente. Il rischio è che le operazioni di nomina dei supplenti possano andare oltre l’avvio dell’anno scolastico con i presidi costretti ad accorciare l’orario delle lezioni per le prime settimane. Ma dal ministero sono ottimisti. «Saranno gli uffici territoriali a completare le operazioni amministrative di immissione. Il tutto – precisano da viale Trastevere – avverrà in maniera da garantire l’ordinato avvio delle lezioni in tutte le scuole d’Italia».

Codacons: stangata per famiglie, +5%per i libri e +3,5% per il corredo

da LaStampa.it

Codacons: stangata per famiglie, +5%per i  libri e +3,5% per il corredo

 Far studiare i figli pesa molto sui bilanci familiari
Soltanto per i libri la spesa quest’anno si attesterà intorno ai 450 euro
roma

Manca poco all’inizio della scuola e il Codacons mette in guardia sull’arrivo «dell’ennesima stangata per le famiglie italiane, in particolare per il caro libri. Secondo le prime rilevazioni dell’associazione, «mentre l’aumento del corredo scolastico si attesta al 3,5%, la spesa media di una famiglia per l’acquisto dei libri sale del 5%, oltre 3 volte quanto previsto dai tetti del ministero dell’Istruzione che, ritenendo di dover salvaguardare i diritti patrimoniali dell’autore e dell’editore invece degli stipendi dei dipendenti statali che non sono più indicizzati da oltre 3 anni, ha pensato bene di incrementare i prezzi di copertina in misura pari al tasso di inflazione programmata, ossia dell’1,5%».

 

Anche se l’aumento del 5% stimato dal Codacons si riferisce non al prezzo di copertina del singolo libro ma all’aumento di spesa di una famiglia che comprende i libri obbligatori, quelli consigliati, «che dovrebbero essere senza vincolo di acquisto ma che poi facoltativi non lo sono affatto, e i vocabolari», si tratta comunque di una «variazione superiore a 3 volte quella prevista dal ministero che, non a caso, mettendo le mani avanti prudenzialmente ammetteva nella nota del 25 gennaio che ”ad ogni buon conto (?) i tetti di spesa dovrebbero subire solo aumenti contenuti entro il tasso di inflazione”, dove il condizionale non fu mai così opportuno». Per il Codacons, «il vero problema è il rischio stangata atteso a partire dal primo settembre» dato che «hanno pensato bene, con la legge 221/2012, di eliminare l’unica cosa positiva di questi ultimi anni, ossia l’articolo 5 del decreto-legge n. 137/2008 convertito dalla Legge n. 169/2008, che obbligava le scuole ad adottare solo libri per i quali gli editori si erano impegnati a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio». Anche «il tira e molla del ministero sul digitale rischia di avere effetti nefasti sulle tasche delle famiglie italiane».

 

Lo scorso anno, ricorda l’associazione, «era entrato in vigore il divieto di utilizzare testi esclusivamente a stampa determinando una stangata aggiuntiva per le famiglie di 80 euro per l’acquisto dei libri, sia perché quelli multimediali avevano mandato in soffitta i testi usati, le vecchie edizioni, il passaggio dei libri dal figlio maggiore al minore, sia perché non tutte le case editrici si erano adattate alle nuove regole, costringendo gli insegnanti a cambiare libri, vanificando in tal modo il blocco. Una volta fatta la frittata però, per certi versi inevitabile anche se non per la tempistica, è assurdo provare a rimettere l’uovo nel guscio».

 

Il ministero invece «ci ha provato, togliendo per quest’anno l’obbligo del digitale (o del formato misto) ormai in vigore e reintroducendolo per l’anno scolastico 2014/2015, un vero pasticcio, che rischia di determinare stangate multiple invece di una sola, ormai superata. Un regalo alla lobby degli editori che rischia di causare per l’anno scolastico 2014/2015 una vera e propria scoppola per le famiglie».

 

Secondo le prime rilevazioni del Codacons, infatti, mentre l’aumento del corredo scolastico si attesta al 3,5%, la spesa media di una famiglia italiana per l’acquisto dei libri sale del 5%, oltre 3 volte quanto previsto dai tetti del ministero dell’Istruzione che, ritenendo “di dover salvaguardare i diritti patrimoniali dell’autore e dell’editore”, invece degli stipendi dei dipendenti statali che non sono più indicizzati da oltre 3 anni, ha pensato bene di incrementare  i prezzi di copertina in misura pari al tasso di inflazione programmata ossia dell’1,5%.

 

«Anche se l’aumento del 5% stimato dal Codacons si riferisce non al prezzo di copertina del singolo libro ma all’aumento di spesa di una famiglia che comprende i libri obbligatori, quelli consigliati (che dovrebbero essere senza vincolo di acquisto, ma che poi facoltativi non lo sono affatto) ed i vocabolari – spiega il Codacons – si tratta comunque di una variazione superiore a 3 volte quella prevista dal ministero, che, non a caso, mettendo le mani avanti, prudenzialmente ammetteva, nella nota del 25 gennaio 2013, che, “ad ogni buon conto (…) i tetti di spesa dovrebbero subire solo aumenti contenuti entro il tasso di inflazione”, dove il condizionale non fu mai così opportuno».

 

“Ma il vero problema – aggiunge il Codacons – è il rischio stangata atteso a partire dal 1 settembre 2013, dato che hanno pensato bene, con la legge n. 221/2012, di eliminare l’unica cosa positiva di questi ultimi anni, ossia l’articolo 5 del decreto-legge n. 137/2008, convertito dalla Legge n. 169/2008, che obbligava le scuole ad adottare solo libri per i quali gli editori si erano impegnati a mantenere invariato il contenuto per un quinquennio. Anche il tira e molla del ministero sul digitale rischia di avere effetti nefasti sulle tasche delle famiglie italiane. Lo scorso anno, infatti, era entrato in vigore il divieto di utilizzare testi esclusivamente a stampa, determinando una stangata aggiuntiva per le famiglie di 80 euro per l’acquisto dei libri, sia perché i libri multimediali avevano mandato in soffitta i libri usati, le vecchie edizioni, il passaggio dei libri dal figlio maggiore al minore, sia perché non tutte le case editrici si erano adattate alle nuove regole, costringendo gli insegnanti a cambiare libri, vanificando in tal modo il blocco».

 

“Una volta fatta la frittata, però, per certi versi inevitabile, anche se non per la tempistica, è assurdo provare a rimettere l’uovo nel guscio. Il ministero, invece, ci ha provato, togliendo per quest’anno l’obbligo del digitale (o del formato misto) ormai in vigore e reintroducendolo per l’anno scolastico 2014/2015, un vero pasticcio, che rischia di determinare stangate multiple invece di una sola, ormai superata. Un regalo alla lobby degli editori che rischia di causare per l’anno scolastico 2014/2015 una vera e propria scoppola per le famiglie», conclude il Codacons.

 

Per quanto riguarda il corredo scolastico, il Codacons consiglia alle famiglie di non inseguire le mode, di rifornirsi al supermercato dove il risparmio può arrivare fino al 30% rispetto alla cartolibreria, di non fare scorte acquistando subito tutto quello che potrebbe servire nel corso dell’anno, aspettare le disposizioni dei professori per le cose più tecniche onde evitare acquisti superflui o carenti e di controllare bene la qualità dei kit a prezzo e fisso.

Parte la caccia al diario per il nuovo anno scolastico

da LaStampa.it

Parte la caccia al diario per il nuovo anno scolastico

 ANSA
Dagli zaini agli astucci, ai quaderni fino ai libri, le famiglie si preparano al tradizionale “salasso”
roma

Nel kit scolastico è l’oggetto più desiderato, quello scelto con attenzione e cura: anche quest’anno, con l’avvicinarsi del ritorno in classe, parte la caccia al diario scolastico.

 

Dall’andamento delle prime vendite, secondo i commercianti, restano i pole position, soprattutto per i più grandi, le intramontabili agende “Comix” e “Smemoranda”, mentre tra i bambini delle elementari spopolano i personaggi dei cartoons e delle serie tv.

 

«Per le scuole superiori vanno molto i `“Comix” e “Smemoranda” ma anche la novità “Be-u” – dicono all’Adnkronos dal negozio C’Art del centro commerciale Cinecittà 2 a Roma – mentre per le elementari le bambine prediligono i diari di “Violetta” e di “Gorjuss” , i bambini ”Spiderman”, le “Tartarughe Ninja” e  “Super Mario”».

 

«“Comix” e “Smemoranda” i più gettonati tra gli adolescenti» anche secondo quanto riferiscono dalla storica cartoleria “Vertecchi” di via della Croce a Roma, mentre «tra i più piccoli le agende di “Supermario” e della serie “Spongebob” sono tra le più vendute».

 

E non manca chi, magari alla ricerca del prezzo più conveniente, punta all’acquisto on-line. Basti pensare che su eBay.it, alla vigilia dell’inizio del nuovo anno scolastico sono già oltre 12.700 le inserzioni legate agli articoli per la scuola, oltre 1.900 quelle per la vendita di diari e agende.

 

Le prossime settimane saranno però dedicate alla caccia di tutto il corredo scolastico e anche dei  libri di testo. Dagli zaini agli astucci, ai quaderni fino ai libri, le famiglie si preparano al tradizionale  “salasso”.

 

«Al di là delle variazioni rispetto allo scorso anno, il problema dei genitori con l’avvio dell’anno scolastico, sarà il costo annuale tra corredo scolastico e libri di testo: sarà una cifra consistente, anche superiore ai 1000 euro», anticipa all’Adnkronos il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti. Come ogni anno, Federconsumatori presenterà lo studio completo, articolo per articolo, sul costo dei materiali scolastici negli istituti medi e superiori. In attesa dei dati definitivi Trefiletti sottolinea: «Siamo preoccupati perché il potere di acquisto delle famiglie non gode di buona salute».

Il Consiglio dei ministri di domani non affronterà la questione “Quota 96”

da Tecnica della Scuola

Il Consiglio dei ministri di domani non affronterà la questione “Quota 96”
di Pasquale Almirante
Eppure moltissimi deputati, di tutti i partiti, si erano impegnati a risolvere l’affaire “Quota 96” e tanti altri avevano promesso la sua fattibilità non appena il Governo si fosse rafforzato. Ma a quanto pare venti marinareschi spingono in altre direzioni
Il 22 maggio scorso a Roma, in una riunione organizzata dal Comitato “Quota 96” e alla quale erano stati invitati illustri esponenti politici, unanime era stata la promessa di risolvere la questione di circa 6000 lavoratori della scuola (ma per il MIur era solo 3500 e secondo l’Inps 9000 per cui si è arrivati al compromesso di conteggiarne 6000) colpevoli di avere una sola finestra di uscita in concomitanza con la fine dell’anno scolastico: il 31 agosto, e quindi impossibilitati a fare valere come termine ultimo, così come prescriveva la precedente legge sulle pensioni, il 31 dicembre. Ebbene a distanza di pochi mesi, tutta quella platea di deputati, compresi il presidente Francesco Boccia, sembra tacere, mentre si viene a sapere, così come nel blog dei “Quota 96” si legge, che il consiglio dei ministri di domani non prenderà in esame la possibilità di mandare il pensione questo personale tramite un decreto, per accelerare le operazioni prima del prossimo uno settembre, giorno in cui costoro debbono presentarsi a scuola.
Gli stessi rappresentanti del comitato scrivono infatti alla notizia del rinvio: rinviato o respinto? “Ancora non si sa. Intanto si continua a giocare sulla pelle dei lavoratori della scuola, i più bistrattati in assoluto dai governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni…UNA VERA VERGOGNA!
Il PD, in campagna elettorale si è assunto un vero e formale impegno nei nostri confronti, impegno che ora deve onorare e non rinviare alle calende greche. Siamo la classe docente più vecchia d’Europa, la meno pagata e la più tartassata in assoluto…è giunta l’ora di porre rimedio a questa situazione prima che sia troppo tardi. “COSTI QUEL CHE COSTI, Q.96 VA RISOLTA IMMEDIATAMENTE” ha comunicato il presidente Boccia con un messaggio al COMITATO CIVICO QUOTA 96, al quale appartengo anche come direttivo. E invece che succede?
La ragioneria dello stato dice che ciò ha un costo..ma guarda, un costo…che dire dei contributi che abbiamo regolarmente versato nei nostri quasi 40 anni lavori, per alcuni anche di più? COSTI QUEL CHE COSTI…adesso è il momento di prendere decisioni.. Abbiamo già fatto un anno in più, fare anche il secondo sarebbe come condannare ai lavori forzati una categoria di lavoratori onesti che ha dedicato una vita intera all’educazione e all’istruzione di tante generazioni. Ora è giusto che passi il testimone. E il governo deve attivarsi affichè questo sia possibile e praticabile… MA ADESSO, IMMEDIATAMENTE…IL 1 SETTEMBRE E’ ALLE PORTE… “Le promesse si mantengono.
NON CHIEDIAMO PRIVILEGI MA IL RICONOSCIMENTO DI UN DIRITTO SCIPPATO. Sostenete la Ghizzoni che da due anni cerca di far approvare la sua normativa che sani i q.96…ma adesso, il 28 agosto! “

Aprea critica il Miur e fa pressing sulla questione dirigenti scolastici

da Tecnica della Scuola

Aprea critica il Miur e fa pressing sulla questione dirigenti scolastici
di Lucio Ficara
Alle parole di soddisfazione del ministro Carrozza, che rivendica l’eccezionalità , in un momento di crisi di tutti i comparti della pubblica amministrazione, delle 11 mila assunzioni di docenti in tutt’Italia, fanno eco, con un effetto sonoro dissonante , le dichiarazioni dell’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Valentina Aprea
L’ex sottosegretario all’istruzione ha infatti evidenziato i gravi ritardi del Miur riguardo le procedure di immissioni in ruolo dei docenti, solo l’impegno degli Uffici scolastici regionali, e nella fattispecie di quello della Lombardia, consentirà di recuperare i tempi per rendere possibile un ordinato avvio dell’anno scolastico. L’Aprea fa notare che il 20 % dei docenti assunti saranno lombardi e la metà di questo 20%, occuperà una cattedra nel comune di Milano. Quindi saranno circa duemila in Lombardia gli insegnanti che entreranno di ruolo con il nuovo provvedimento del Governo, di questi , mille avranno un posto all’interno delle mura della città meneghina. L’assessore all’istruzione della Lombardia sottolinea che oltre al problema delle procedure per la distribuzione del contingente delle immissioni in ruolo, resta sul tappeto il grave problema dei posti di dirigente scolastico da assegnare temporaneamente per l’anno scolastico 2013-2014. L’Aprea sta sollecitando fortemente, al limite del pressing, il Miur, perché, attraverso gli organi regionali, metta in atto tutte le soluzioni per garantire la presenza di dirigenti scolastici, come le figure dei vicari, per permettere l’avvio regolare dell’anno scolastico”. “A questo proposito, l’Aprea , chiede, al ministro Carrozza, una forte accelerazione delle procedure concorsuali per i dirigenti, per risolvere il grande pasticcio del precedente concorso dei presidi. Regione Lombardia non può permettersi un nuovo anno scolastico senza i dirigenti negli istituti scolastici”. Queste le nuove immissioni in ruolo. Le operazioni sono state già avviate e si inizierà sabato 24 con i docenti di sostegno, per continuare poi lunedì 26 e martedì 27 con le restanti nomine. Il calendario è già pubblicato sul sito dell’Ufficio scolastico regionale.  Per quanto riguarda invece, le immissioni in ruolo del personale non docente, queste si limitano solamente ai collaboratori scolastici , in quanto rimane ancora irrisolta la penosa questione dei docenti inidonei che dovrebbero transitare nei ruoli tecnici e amministrativi. In Lombardia sono previste 1.050 assunzioni di collaboratori scolastici , di cui 458 a Milano. Si prevedono , fatta un’analisi degli organici di fatto che prevede anche gli spezzoni orario, circa 20.000 contratti a tempo determinato tra docenti e personale Ata. Le operazioni di nomina, come in tutt’Italia, anche in Lombardia si prolungheranno oltre il 31 agosto 2013, ma pur sempre prima dell’inizio delle lezioni.

Precariato: si attende la sentenza della Corte europea

da Tecnica della Scuola

Precariato: si attende la sentenza della Corte europea
di R.P.
La Corte di Giustizia europea dovrà tenere conto delle norme costituzionali che non consento l’accesso ai ruoli dello Stato al di fuori di procedure concorsuali.
La questione delle assunzioni del personale precario ritorna sempre più frequentemente nel dibattito sindacale di queste ultime settimane. Uno dei nodi più difficili da affrontare riguarda il problema posto di recente dalla Corte Costituzionale in merito alla impossibilità di reiterare per più di tre anni i contratti a tempo determinato. La Consulta, come si sa, ha deciso di trasmettere gli atti alla Corte di Giustizia europea che dovrebbe pronunciarsi prossimamente. Alcuni sindacati (Flc-Cgil e FGU-Gilda soprattutto) nei loro comunicati sottolineano come il modesto numero di assunzioni potrebbe essere rimesso in discussione proprio quando la Corte europea si sarà pronunciata. Ma la questione non è così semplice come può apparire. Intanto c’è da dire che nel pubblico impiego l’impossibilità di trasformare incarichi a tempo determinato in assunzioni stabili è sancita (indirettamente) dalla stessa Carta costituzionale che stabilisce che ai pubblici impieghi si accede solo per via concorsuale. Tanto è vero che una delle soluzioni alle quali il Governo sta pensando è proprio quella dei concorsi riservati (pare che una disposizione in tal senso sia contenuta nel cosiddetto “Decreto D’Alia”). La Corte europea, d’altronde, non ha il potere di adottare provvedimenti che contrastino con principi costituzionali dei singoli Paesi membri; tutt’al più potrebbe argomentare che, in Italia, i pubblici dipendenti che hanno alle spalle tre anni consecutivi di lavoro a tempo determinato, se vengono assunti per il quarto anno devono essere stabilizzati. Ma, paradossalmente, è ben difficile che la Corte europea possa imporre all’Italia di trasformare i contratti pubblici precari in contratti a tempo indeterminato. Di mezzo, c’è sempre la Costituzione che non può essere chiamata in causa a giorni alterni a seconda degli interessi di parte da difendere in un dato momento.

Concorso ds 2004 rinnovato: i concorrenti protestano davanti all’Urs di Palermo

da Tecnica della Scuola

Concorso ds 2004 rinnovato: i concorrenti protestano davanti all’Urs di Palermo
I 37 idonei al concorso a ds del 2004 della Sicilia, dopo 9 anni di ritardi e mancato rispetto delle precedenze nonché dissolvimento dei posti messi a concorso, proprio in queste ore stanno protestando davanti all’Usr di Palermo.
Da parte di un gruppo di questi idonei riceviamo una nota in cui si esprimi, oltre all’umiliazione per essere costretti alla protesta, anche l’indignazione per una legge non rispettata, quella cioè della precedenza, prevista nel bando del 2011, nell’assegnazione dei posti.
Quanto accaduto nella vicenda del Concorso a Dirigente Scolastico in Sicilia, bandito nel 2004, espletato 2006 e successivamente annullato per gravissime irregolarità è paradossale. I concorrenti del concorso annullato 2004 continuano a essere perseguitati. I posti messi a concorso dovevano servire a “sanare’’ la situazione di grave danno arrecato ai concorrenti del concorso annullato a dirigente scolastico e invece l’amministrazione ha dichiarato ufficialmente, in un decreto del 29 Maggio, che il dimensionamento degli istituti scolastici ha cancellato, GUARDA CASO, solo i posti messi a concorso per questi concorrenti, mentre ha lasciato intatti i posti per il concorso successivo. Non esiste però nessuna legge che dica questo, è solo una determinazione cui è giunta l’amministrazione locale. A tutto questo si aggiunga che l’amministrazione non emette la graduatoria finale, ritardando, di fatto, la conclusione della procedura concorsuale che invece risulta ormai espletata in tutte le sue parti come vuole la legge n.202/10 che rinnova il concorso annullato. In sostanza, l’amministrazione assegna i posti al concorso successivo e non si è nemmeno attivata nel reperire i posti da assegnare in sanatoria con assoluta precedenza; tale precedenza è prevista dalla legge e non è conferita per pura elemosina. Il diniego pretestuoso della legittima precedenza è motivato dal fatto che per circa 4 candidati ulteriormente ricorretti dall’amministrazione con ritardo, sarebbe necessario -UDITE UDITE- aspettare altri 12 mesi per il corso, ma per questi ritardatari basterebbe accantonare i 4 posti relativi. Non è concepibile la logica ‘’muore Sansone con tutti i filistei’’ in un’azione di sanatoria.

Carrozza: “Serve una costituente dell’istruzione”

da Tecnica della Scuola

Carrozza: “Serve una costituente dell’istruzione”
Intervenendo a un dibattito al Caffè della Versilia di Marina di Pietrasanta, la ministra parla di una costituente per l’istruzione e dice pure che “il governo è compatto sull’istruzione per una prospettiva a lungo termine”
“Mi aspetto che insegnanti, dirigenti scolastici e alunni, studenti, genitori siano coinvolti in una grande Costituente della scuola italiana in cui lo stato della scuola venga discusso davvero, come se fosse lo stato dell’Unione. Una Costituente dove si discuta davvero, senza pensare alle esigenze della singola categoria, che pure sono importanti. Però bisogna fare la somma di tutto e pensare ad una scuola a servizio del Paese. E’ il momento di pensare a questa Costituente della scuola”. “E’ una scelta importante e un segnale. Voglio vedere quale altro settore assume undicimila persone in questo momento. Siamo gli unici che lo facciamo, e fa parte di un’inversione di tendenza che il Governo Letta ha voluto dare”. Così il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha commentato la decisione di assumere 11.278 insegnanti per coprire le cattedre vacanti in vista le prossimo anno scolastico. “Il Consiglio dei ministri sul tema della scuola è molto compatto. Tutti vogliamo dare fiato a questo settore e dare una prospettiva di lungo termine alla scuola. Crediamo che sia il momento di una riflessione non solo a breve termine, quindi riguardo le assunzioni, ma anche più a medio e lungo termine. Dobbiamo reinserire la parola futuro nella politica”. “Gli stati generali dell’ università sono sicuramente un’ottima iniziativa. E’ importante che anche dalle università venga una riflessione sul futuro del sistema d’istruzione superiore, che si convochino assemblee, che si convochino tutti gli interlocutori possibili. Quindi non posso che vederlo con favore.
È importante recuperare l’interlocuzione col mondo dell’Università ed anche il rapporto tra cittadini ed università, capendo quale è il loro ruolo in un Paese che è manifatturiero, che è portatore di cultura e che vive di beni culturali e di turismo, di qualità”.

Carrozza: 11mila assunzioni segnale unico in Italia

da Tecnica della Scuola

Carrozza: 11mila assunzioni segnale unico in Italia
di A.G.
Il Ministro: voglio vedere quale altro comparto fa la stessa cosa. Però era dai tempi della Moratti che non si assumevano così pochi docenti. Si dice poi sicura di chiudere le nomine entro il 31 agosto. Tra le emergenze rimane il reclutamento dei prof. Intanto Marcello Pacifico (Anief) risponde alle “frecciate” del responsabile del Miur sull’eccesso di ricorsi: non siamo in uno Stato assoluto, si va in tribunale perchè sono lesi alcuni diritti come l’ingiusta esclusione da un concorso.
Secondo il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, le immissioni in ruolo programmate dal Miur sono “un segnale importante: con 11.000 insegnanti, diamo il via all’anno scolastico in modo ordinato in modo da riempire l’organico che il turn over ha lasciato libero. È un segnale unico in Italia: voglio vedere in quale altro comparto si fa la stessa cosa”, ha detto il Ministro ai microfoni di Sky.
Vale la pena ricordare al Ministro che si tratta di una quantità di assunzioni di docenti piuttosto modesta: bisogna tornare ai tempi della gestione Moratti, ad una decina di anni fa per riscontrare annate peggiori (nei cinque anni di gestione di quello che sarebbe poi diventato il sindaco di Milano si assistette anche ad un lungo blocco totale delle immissioni in ruolo).
Forse riferendosi anche a quel periodo, per la Carrozza la decisione del Governo Letta di assumere oltre 11mila docenti rappresenta una segnale “positivo e una risposta – ha aggiunto il responsabile del Miur – nei limiti delle risorse disponibili, delle leggi vigenti”.
Il Ministro ha quindi rassicurato sui tempi delle nomine: “siamo al lavoro in questi giorni”, facendo intendere che tutte le operazioni di assunzione a tempo indeterminato si concluderanno entro il 31 agosto.
Ricordando i tanti impegni che la aspettano come titolare del dicastero dell’Istruzione, ha quindi osservato: “non mi posso fermare a capire cosa succederà il 9 settembre. Certamente è un punto importante, ne va della politica del nostro Paese, però’ gli italiani devono capire che le cose importanti, come la scuola, devono andare avanti”.
“Vedremo di trovare le risorse per continuare questa inversione di tendenza che il Governo Letta ha voluto dare al settore della scuola. Certamente – ha osservato – serve anche un piano per la scuola a lungo termine. E’ un obiettivo che abbiamo e stiamo pensando a un piano di medio e lungo termine. Dunque, a breve ci sono queste immissioni in ruolo, ma sul tavolo ci sono tante altre questioni, in parte di emergenza, come l’edilizia scolastica. Dovremo dare un punto definitivo, ad esempio, sul reclutamento degli insegnanti, una risposta a tutti i giovani che vogliono intraprendere questa strada”.
Proprio su questo punto, sui problemi che affliggono il reclutamento nella scuola pubblica, poche ore prima, sempre la Carrozza aveva espresso il suo disappunto per la tendenza tutta italiana di ricorrere in Tribunale. A stretto giro di posta, è il caso di dire, è arrivata la replica del presidente Anief, Marcello Pacifico, a capo di uno dei sindacati più propensi al ricorso: “È l’amministrazione – ha dichiarato il sindacalista – che deve attuare quanto disposto dalla magistratura a seguito di un contenzioso e non il cittadino a rassegnarsi sulla gestione scorretta di una procedura concorsuale. I ricorsi nascono quando sono lesi alcuni diritti come nel caso di un’ingiusta esclusione, di una cattiva valutazione o ancora di una mancata valorizzazione o spendibilità del titolo conseguito. Chi ha la confiance di amministrare la res publica lo dovrebbe sapere. Anzi, – ha concluso Pacifico – dovrebbe rispondere dei suoi errori: non siamo in uno Stato assoluto”. Sempre l’Anief, ma stavolta sulle assunzioni, ha tenuto a precisare che c’è poco da essere soddisfatti: “dovevano essere almeno 50mila”. Ma per il sindacato autonomo “c’è dell’altro. Perché oltre 2mila vincitori del concorso a cattedra, dopo aver superato una durissima selezione (con 200mila aspiranti, una prova preselettiva, tre verifiche scritte e due colloqui orali) rimarranno senza lavoro. Nel settembre 2012 il Miur aveva infatti decretato che tra gli 11.542 vincitori del concorso a cattedra, circa il 64% (7.351) sarebbe entrato in ruolo nell’anno scolastico 2013-2014. Con i restanti 4.191 da collocare all’inizio del 2014-2015. Ora però scopriamo che le cose sono andate diversamente: oltre 2mila vincitori di quel ‘concorsone’ – conclude l’Anief – non verranno assunti”.

Concorso dirigenti in Emilia Romagna: le precisazioni del Vice Direttore Generale Stefano Versari

da Tecnica della Scuola

Concorso dirigenti in Emilia Romagna: le precisazioni del Vice Direttore Generale Stefano Versari
Dirigenti scolastici in Emilia Romagna procedura concorsuale e immissioni in ruolo intervento del vice direttore dell’ufficio scolastico regionale
Con riferimento ad alcune notizie di stampa diffuse nei giorni scorsi a livello nazionale prende la parola il Vice Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna, Stefano Versari, per precisare che in Emilia-Romagna il concorso per l’assunzione dei Dirigenti scolastici non è stato annullato né bloccato dai ricorsi al Tar e tutte le immissioni in ruolo sono state effettuate nell’anno scolastico 2012-13.
Anche in merito alla mancata autorizzazione, da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di immissioni in ruolo di Dirigenti scolastici in Emilia Romagna, per l’anno scolastico 2013-14, arrivano le precisazioni del Vice Direttore Generale: “Nel precedente anno scolastico 2012-13, tutti i 153 posti per Dirigente scolastico messi a concorso in regione con bando del 13 luglio 2011 sono stati autorizzati dal MEF e quindi utilizzati per un numero corrispondente di immissioni in ruolo nel predetto anno scolastico. Non deve pertanto destare preoccupazione” – prosegue Stefano Versari – “la notizia secondo cui il MEF non ha autorizzato immissioni in ruolo per l’a.s. 2013-14. Ciò in quanto, diversamente dalla situazione creatasi in altre regioni italiane, in Emilia Romagna i posti messi a concorso sono già stati tutti assegnati nel precedente anno scolastico”.

Immissioni in ruolo, la ripartizione per province e classi di concorso

da Tecnica della Scuola

Immissioni in ruolo, la ripartizione per province e classi di concorso
di A.G.
Il Miur ha reso pubblica la suddivisione analitica delle assunzioni degli 11.268 docenti che nei prossimi giorni si attueranno per ordine di scuola e tipologia di insegnamento. Ai sindacati è stato anche riferito che laddove i vincitori del concorso a cattedra saranno inferiori al numero programmato di immissioni, i posti si assegneranno ai precari presenti nelle GaE.
Dopo aver comunicato ai sindacati la suddivisione del contingente nazionale, il Miur ha reso pubblica anche la ripartizione analitica delle assunzioni degli 11.268 docenti che nei prossimi giorni si attueranno per ogni provincia, ordine di scuola, tipologia di insegnamento e classe di concorso.
Dai resoconti dei rappresentanti dei lavoratori, intanto, continuano ad arrivare ulteriori indicazioni su come si procedere alle assunzioni a tempo indeterminato. Riportiamo, per opportuna divulgazione, un passaggio del testo prodotto dalla Gilda degli insegnanti.
“Sulle istruzioni operative la delegazione Fgu-Gilda degli Insegnanti segnala la necessità che le operazioni di utilizzo e di assegnazione provvisoria si concludano in tutto il territorio negli stessi giorni, prima delle assunzioni a tempo indeterminato. Viene anche precisato che se i vincitori di concorso sono inferiori al numero programmato di immissioni si scorrono le GaE. Sempre per quanto riguarda i concorsi si ricorda che gli Usr devono verificare le date di pubblicazione dei decreti definitivi dei Miur sui concorsi ad oggi: 73% di tutti i concorsi va a buon fine entro il 31 agosto; il 5% è già sicuramente out; il 22% rischia di andare fuori perché termina in questi giorni gli orali. Le regioni che sono più in ritardo sono la Toscana e Sicilia”. Il sindacato guidato da Rino Di Meglio si è soffermato anche  sulle mancate assunzioni a tempo indeterminato del personale Ata: “la Ragioneria dello Stato si è riservata ulteriori approfondimenti in relazione alla vicenda degli inidonei. L’Amministrazione è in attesa di eventuali provvedimenti legislativi che potrebbero sbloccare le nomine Ata. Le OOSS chiedono una riunione entro il 30 agosto su questo argomento e una nota del Miur per le date delle nomine supplenze Ata. Chiapppetta fissa la prossima riunione per il 28 agosto pomeriggio, ore 15,30, con odg. 1. Quadro delle nomine in ruolo Ata; 2. Conferimento supplenze e graduatorie d´istituto; 3. Apertura anno scolastico; 4. Informativa DL in itinere”.

PAS, scarseggiano le domande: solo 32.200

da Tecnica della Scuola

PAS, scarseggiano le domande: solo 32.200
di A.G.
Ma il Miur si aspetta che la maggior parte dei docenti precari ,con almeno tre annualità di supplenze, inoltrino la propria candidatura ai Percorsi abilitanti speciali a ridosso della scadenza del 29 agosto.
A meno di 10 giorni da termine della presentazione della domande d’accesso ai Percorsi abilitanti speciali sono solo 32.200 le candidature inoltrare al ministero dell’Istruzione tramite la piattaforma “Istanze On Line”. Il dato ufficiale è stato fornito ai sindacati nel corso dell’incontro tenuto nel pomeriggio del 20 agosto a viale Trastevere.
La quantità di domande è decisamente inferiore all’attesa (il Miur aveva ipotizzato 80mila richieste). Ma è anche vero che la maggior parte degli interessati ai PAS ha atteso gli ultimi giorni disponibili (per molti anche coincisi con il ritorno della ferie), durante i quali il ministero dell’Istruzione fornirà anche le ultime FAQ chiarificatrici, in particolare sulla sezione “servizi” da presentare. Anche dallo stesso Ministero si aspettano il “picco nella prossima settimana”.
A tal fine, ricordiamo che è sempre possibile modificare la domanda: il nuovo inoltro, infatti, cancella automaticamente la domanda inviata precedentemente. C’è tempo fino al 29 agosto, salvo uno slittamento di un paio di giorni chiesto dai sindacati a seguito dell’avvio ritardato di 48 ore del sistema telematico predisposto dall’amministrazione.

Carrozza: niente caos, però troppi ricorsi

da tuttoscuola.com

Carrozza: niente caos, però troppi ricorsi

La situazione è sotto controllo”: lo ha detto dai microfoni di Radiouno il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza rintuzzando l’allarme lanciato dai sindacati su un avvio di anno scolastico con il rischio di avere tante cattedre ‘scoperte’. “Stiamo preparando un’informativa per i dirigenti degli uffici scolastici regionali in modo che provvedano a fare tutte le immissioni in ruolo”, ha spiegato il ministro.

Riferendosi poi alla class action annunciata dal Codacons per l’assunzione degli insegnanti abilitati  il ministro ha osservato che “la soluzione non può essere sempre il ricorso“, lamentando il fatto che “Qualunque provvedimento è soggetto sempre a ricorso, a un conseguente allungamento dei tempi e poi a recriminazione per questo allungamento. A volte bisogna anche saper aspettare e accettare gli esiti dei concorsi. Certamente sarebbe opportuno semplificare le regole e renderle meno attaccabili”.

Comunque “L’abilitazione non equivale al concorso, il concorso è il passo successivo, ora il reclutamento per legge funziona così. Così come esistono le graduatorie a esaurimento da rispettare, poi, quando vengono esaurite, si adotta un regime diverso. Non possiamo sempre pensare di sovvertire le regole che abbiamo definito. Anche io, come ministro, mi trovo di fronte al dilemma di dover garantire i diritti ai precari anziani, che lavorano da anni e pagano i costi di un lungo precariato, e anche garantire ai giovani un accesso meritocratico. La soluzione del 50 e 50 graduatorie e concorso è un modo per tenere conto di entrambe le esigenze”.