Nel Salento degli spettacoli

Nel Salento degli spettacoli

di Antonio Stanca

salentoMolte sono ormai le manifestazioni di carattere folcloristico-culturale che da anni vengono organizzate durante le serate di tanti comuni salentini e che attirano l’attenzione di un sempre crescente numero di spettatori. Oltre a procurare, diffondere la scoperta dei luoghi, dei tempi e delle testimonianze di un passato che si è rivelato ricco quanto quello di altre zone d’Italia esse hanno contribuito a fare della penisola salentina una delle mete più cercate da turisti italiani e stranieri. Tali manifestazioni consistono in spettacoli fatti di musiche, canti, danze, recitazioni, rappresentazioni teatrali che si propongono di offrire a chi vi assiste la conoscenza, la visione di quanto ha fatto parte delle tradizioni, delle usanze, delle credenze, dei riti, dei miti, delle leggende, della cultura, della lingua di questa terra. E’ una riscoperta che si sta verificando in questi ultimi tempi e con sempre maggiore convinzione. Anche case editrici del posto sono interessate alla pubblicazione di opere dedicate al recupero delle tante storie di tanti paesi del Salento. Molto riesce pure in tal senso il rapporto immediato che uno spettacolo pubblico crea, lo scambio diretto che instaura tra chi parla, canta, recita, suona, danza e chi ascolta, guarda.

Nell’ambito di queste manifestazioni vanno inserite alcune serate organizzate presso il Centro Studi “Chora-ma” di Sternatia (Lecce), diretto da Donato Indino ed impegnato anche in altre direzioni, a far conoscere, cioè, anche altre culture, altre tradizioni, altre lingue, a cercare rapporti tra esse e quella salentina. La sera di Mercoledì 21 Agosto è stata, infatti, dedicata al tema “Napoli: parole e musica” e sono stati sufficienti una presentatrice, signora Rita Continillo, e due interpreti, Felice De Santo e Gaetano Continillo, perché al pubblico presente venisse offerta la possibilità di ascoltare testi poetici di autori napoletani quali Raffaele Viviani, Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio e di venire a conoscenza, tramite essi, di come in passato si viveva nei quartieri popolari del capoluogo campano. L’interesse di tali autori è stato quello di rappresentare, qualunque fosse il genere della loro produzione, la realtà, la vita delle persone comuni, i bisogni, i desideri di chi, uomo, donna, bambino, giovane, vecchio, vive i problemi della quotidianità, della famiglia, della casa, della strada. Questo spiega  perché usino spesso il dialetto napoletano e perché riescano meglio nella poesia. Qui col dialetto raggiungono effetti che sanno di suono, di canto, che fanno di quei problemi un aspetto proprio di quella vita, un elemento ad essa connaturato. Questi effetti hanno reso le recitazioni del De Santo e le musiche, i canti, le animazioni del Continillo, entrambi napoletani, entrambi ingegneri, il Continillo docente universitario, ed entrambi impegnati in attività di questo genere. I due si sono mostrati molto esperti e meritevoli di lode dal momento che sono riusciti a far giungere ai presenti quei motivi, quei momenti della vita napoletana che rimarrebbero lontani e soltanto delle opere che li contengono. Una funzione di mediazione è la loro, una funzione sociale molto importante non solo perché  avvicina il pubblico agli autori ma anche perché lo fa sentire partecipe di quanto essi scrivono, gli mostra come ogni vita sia degna di essere rappresentata.

Convinta e calorosa è stata la partecipazione degli spettatori al punto da far richiedere interpretazioni che non erano in programma.

Ruoli: a Ravenna solo le briciole!

Ruoli: a Ravenna solo le briciole!

Il Ministro Carrozza appena insediata aveva promesso, sulla scia dei suoi predecessori, lo svuotamento delle graduatorie a esaurimento dei precari storici già vincitori di uno o più concorsi. Gelmini il 10 settembre 2010 a Palazzo Chigi, presentando le nuove regole per diventare docenti, aveva addirittura affermato: “abbiamo la ragionevole certezza che gli attuali 220 mila precari possano essere assorbiti nell’arco dei prossimi 6-7 anni”.

Promesse che nel tempo tali sono rimaste e tali resteranno in futuro. L’anno che sta per iniziare prevede, infatti, l’assunzione di soli 11.268 lavoratori della scuola. Molto meno della metà rispetto ai 24.000 ruoli fatti dal Ministro Gelmini, che di posti nella scuola ne aveva tagliati ben 140.000, e a quelli previsti con l’accordo del 13 luglio 2011 tra i sindacati confederali, Cgil esclusa, e i ministri Letta, Gelmini e Brunetta. Esso prevedeva l’assunzione di 24.000 lavoratori della scuola l’anno per un triennio in cambio della rinuncia al primo scatto stipendiale. Un accordo mal digerito dai lavoratori precari, perché risparmiava sui più deboli, ma che garantiva almeno un piano di assunzioni e dava stabilità economica a migliaia di famiglie. Peccato che quest’anno a rapporto manchino ben 12.732 posti, più del 50% delle assunzioni fatte!

Ma non basta. Pare, infatti, che siano arrivate indicazioni alle scuole di bloccare il pagamento delle ferie non godute. I precari al 30 giugno non possono prendere ferie durante l’anno scolastico ma il Governo non intende neppure pagarle: “piove sul bagnato”! Purtroppo anche questo Governo continua a tagliare sulla scuola risparmiando sui più deboli. Quando avverrà l’inversione di tendenza tanto sbandierata nei comizi pre-elettorali dal Partito Democratico?

Sinceramente ci siamo stancati di aspettare! Il tempo passa per tutti e noi restiamo a invecchiare nelle graduatorie. Proprio ieri al Tg2 abbiamo visto un nostro collega di Ravenna che a sessantasette anni è ancora precario. Molti di noi hanno superato i quaranta anni, altri i cinquanta, ma molti di noi non intravedono un’ipotesi di stabilizzazione né nell’immediato né negli anni a venire. La riforma Fornero ha, infatti, più che dimezzato i pensionamenti e le assunzioni d’ora in poi saranno fatte con il contagocce. Quest’anno nella nostra provincia avremo solo 90 ruoli per i docenti contro i 161 dello scorso anno. E le briciole rimaste andranno in gran parte ai vincitori del nuovo concorso, non ai precari storici. Solo nella scuola possono avvenire certe aberrazioni. In una fabbrica non si licenzierebbe mai un operaio specializzato per fare posto a un nuovo arrivato. Dispiace che anche i sindacati, che a livello locale ci aiutano e di questo li ringraziamo, a livello nazionale invece non abbiano fatto nulla per impedire che ciò avvenisse! Siamo arrabbiati perché si è indetto un concorso senza tenere conto dei tagli e delle 200.000 persone già formate, valutate e vincitrici di concorso poiché le SSIS hanno valore concorsuale!

C’è inoltre il problema del sostegno. Negli ultimi anni in Emilia c’è stato un fortissimo aumento di certificazioni e, poiché i posti sono ripartiti in percentuale uguale tra le province e il contingente regionale resta sempre lo stesso, i posti in Romagna continuano a diminuire. Orami sono talmente pochi che spariscono non solo le disponibilità per i contratti a  tempo indeterminato, bensì anche quelle per i posti a supplenza! A parlare sono i numeri. Nella scuola media avremo 14 posti per le supplenze al 30 giugno contro la cinquantina di posti di soli tre – quattro anni fa! E alle superiori la situazione è solo leggermente migliore!Sinceramente non comprendiamo come sia possibile che in Emilia ci siano il quadruplo di posti rispetto a una popolazione che è solo in doppio di quella della Romagna.  Quel che è certo è che ormai anche il semplice contratto precario in Romagna inizia a diventare un sogno insperato e che, a queste condizioni, saremo costretti a emigrare in province all’interno della nostra regione per lavorare!

Noi chiediamo al Ministro Carrozza, e in particolare al Partito Democratico, l’unico interlocutore con cui crediamo si possa dialogare, una risposta alla nostra richiesta di stabilizzazione dopo un decennio, a volte anche di più, nella scuola. Rivendichiamo pertanto la stabilizzazione dei precari storici attraverso un piano d’investimenti e di assunzioni nella scuola statale. Per fare questo, chiediamo che sia dato seguito alle parole e si passi finalmente ai fatti a cominciare dalla cancellazione della Riforma Fornero, il primo vero ostacolo che impedisce un ricambio generazionale del personale nella scuola.

LA GRANDE TRUFFA AI DANNI DEL PERSONALE ATA. EMERGENZA IN PUGLIA

LA GRANDE TRUFFA AI DANNI DEL PERSONALE ATA. EMERGENZA IN PUGLIA

Se in Puglia le 633 immissioni in ruolo dei docenti rappresentano poca cosa a fronte degli oltre 1500 posti inizialmente  disponibili, per il personale Ata la situazione è ben più grave: qui tutto è in alto mare perché mancano all’appello le 3.500 assunzioni pur annunciate dal Ministero livello nazionale. Questa volta la responsabilità, oltre che del MIUR, è anche del MEF ancora ingabbiato negli effetti nefasti di un provvedimento doppiamente immorale  –  la famigerata “spending review ” –  che, varata nel luglio del 2012 dal governo Monti,  per forza di legge, da un lato demansionò, anche sotto il profilo contrattuale,  3.500 docenti e insegnati tecnico-pratici in assistenti amministrativi o assistenti tecnici,  dall’altro sconvolse i contingenti per le assunzioni di personale Ata.

E così, solo per restare in Puglia, i 198 posti  disponibili per le immissioni in ruolo di amministrativi verrebbero interamente assorbiti dagli oltre 200 docenti inidonei fino ad inglobare, con la quota di ITP anche i 77 posti disponibili per le  immissioni in ruolo di personale A.T.  Un bel risparmio per lo Stato, non c’è che dire, che diventa davvero imponente se si considera

  1. il pesante effetto dei tagli imposti alla scuola pugliese dalle pseudo riforme del duo Tremonti/Gelmini pari a 3.000 posti di lavoro saltati in organico di diritto
  2. l’accantonamento annuale di 1.646 (sugli 11.857 nazionali) posti di collaboratore scolastico – dovuto all’ impiego nelle scuole di Lavoratori socialmente utili ( L.S.U.)  pari al 25% di posti calcolati, però, sull’organico del 2009 che, per l’appunto, era superiore di 3.000unità, solo in Puglia,   rispetto a quello odierno!

Nei prossimi mesi la situazione in Puglia rischia di esplodere innanzitutto perché

  1. la gestione amministrativa e contabile di molte scuole è cambiata rispetto agli scorsi anni a causa del dimensionamento che ha fatto aumentare, specie negli istituti comprensivi, la complessità della funzionalità amministrativi
  2. sui  399 posti complessivi di personale ATA  ormai da due anni la stabilità lavorativa  di ben 275, tra  assistenti amministrativi e tecnici precari pugliesi, torna ad allontanarsi rallentando la funzionalità amministrativa e gestionale delle scuole.
  3. aumenteranno ulteriormente le difficoltà nel garantire adeguati livelli di sicurezza e controllo in tutti i plessi e su tutti i piani degli edifici scolastici e sarà sempre più rallentata

Per questo motivo chiederemo al Direttore dell’USR Puglia che l’adeguamento dell’organico di diritto alla situazione di fatto preveda un aumento rispetto allo scorso anno, in coerenza con le esigenze primarie segnalate dalle scuole  già nel corso di quest’anno (vigilanza, sicurezza, accoglienza, assistenza nei laboratori) posto che da molto tempo ormai alle scuole non viene assegnato l’organico che, in sostanza, spetterebbe loro anche secondo le norme contrattuali.

Tutta la FLC CGIL, con coerenza, è da sempre al fianco di questo personale e, già in data  10 luglio 2013, ha esperito con il MIUR, per mano del Segretario nazionale Mimmo Pantaleo, un tentativo di conciliazione col ministero e proclamato la mobilitazione di tutto il personale

Claudio Menga

Segr. FLC CGIL PUGLIA

disponibilità_ata_DEF

La beffa del “concorso Profumo” Il posto anche a chi non lo cerca più

da LaStampa.it

La beffa del “concorso Profumo” Il posto anche a chi non lo cerca più

Raffaello Masci

ROMA All’alba del nuovo anno scolastico la scuola italiana assumerà ben 11.268 docenti più 672 dirigenti (presidi, per intenderci). Sarebbe una buona notizia quella diffusa da palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri, se non che la salomonica decisione di inquadrare nei ranghi dell’Istruzione un così congruo esercito, cozza con i meccanismi astrusi del più pachidermico ministero d’Italia. Insomma, le assunzioni forse non si potranno fare, o se si faranno non saranno esattamente delle piene immissioni in ruolo, oppure – ancora – se si faranno e saranno delle vere assunzioni potrebbero generare una quantità di ricorsi e di opposizioni da ingolfare Tar e uffici scolastici regionali.

Ma per spiegare l’inghippo dobbiamo fare un passo indietro. La legge dice che le assunzioni nella scuola devono avvenire per il 50% attingendo ai vincitori di concorso e per il 50% alle graduatorie dei precari. Mentre per questi ultimi non c’è problema, dato che sono tanti (oltre 150 mila), la questione si pone per i gli altri . L’ultimo concorso bandito dalle patrie scuole risale allo scorso anno, auspice l’allora ministro (e professore) Francesco Profumo, il quale si proponeva di inserire linfa nuova nell’invecchiato corpo docente italiano. Se non che i concorsi si debbono poi fare su base regionale e per «classe di concorso»( cioè per gruppi di materie – diciamola così, per semplificare – cioè italiano e latino, matematica e fisica eccetera). E che cosa è accaduto?

Che alcune Regioni, specialmente il Lazio e la Toscana non hanno concluso tutte le procedure previste dalla normativa. Tuttavia il ministero dell’Istruzione assicura che entro la fine di agosto il 75% dei concorsi andrà a regime. E, comunque, qualora emergessero delle anomalie o ritardi, la legge stabilisce che bisogna ricorrere alle graduatorie dell’ultimo concorso bandito che, nel caso della scuola, risale a 14 anni fa. Il problema è che i vincitori di allora nel frattempo hanno scelto un altro lavoro se non sono addirittura morti. E comunque, se non fossero più disponibili ad entrare nella scuola dopo così tanta attesa, si dovrebbe ricorrere alle graduatorie delle supplenze.

Il problema, però, non è meramente burocratico, perché chi ha fatto il concorso di Profumo e non l’ha concluso per colpa della burocrazia regionale, ha tutto il diritto di sentirsi discriminato rispetto a chi ha fatto il medesimo concorso in una regione più sollecita. E farà – immancabilmente – ricorso.

I sindacati hanno proposto una via di uscita di questo genere: facciamo subito il punto sui vari concorsi regionali e se si capisce che manca poco, troviamo una soluzione ponte. Per ora questa è solo un’ipotesi, sulla quale – però – grava la spada di Damocle del calendario: le nomine nelle scuole debbono essere fatte immancabilmente entro il 31 agosto. Sarà possibile? Alla luce dell’esperienza diremmo di sì: la scuola è una macchina assai complessa, ma è anche il primo comparto pubblico ad essersi informatizzato e, in questo, è una vera macchina da guerra.

Bankitalia e Miur invitano gli studenti disegnare una banconota

da LaStampa.it

Bankitalia e Miur  invitano gli studenti disegnare una banconota

 Insieme per incoraggiare i giovani a confrontarsi sulla “cittadinanza economica”
roma

Disegnare un bozzetto di una banconota “immaginaria”, ispirandosi a un tema legato all’Europa e seguendo le indicazioni di carattere tecnico fornite dalla Banca d’Italia.

 

Questo il premio “Inventiamo una banconota”, che sarà indetto a settembre per l’anno scolastico 2013-2014, da Banca d’Italia e Miur.

 

Agli studenti di tutte le scuole italiane primarie e secondarie (di primo e secondo grado) sarà chiesto di ideare il bozzetto di una banconota “immaginaria”, ispirandosi a un tema legato all’Europa e seguendo le indicazioni di carattere tecnico fornite dalla Banca d’Italia.

 

L’iniziativa intende incoraggiare i giovani a confrontarsi consapevolmente, sotto la guida degli insegnanti, sui valori della “cittadinanza economica”, offrendo un’ulteriore occasione alle normali attività didattiche di rapportarsi con le istituzioni e affrontare tematiche interdisciplinari.

 

Il lavoro dovrà essere sviluppato collettivamente da una singola classe, in rappresentanza dell’Istituto scolastico di appartenenza. Per gli alunni più grandi sarà valutata la capacità di elaborare e illustrare il percorso logico, storico, artistico, tecnico scelto all’interno delle rispettive programmazioni scolastiche per giungere al lavoro presentato.

 

Le tre classi vincitrici (una per ciascun livello di istruzione) saranno premiate a Roma, presso l’Amministrazione centrale della Banca d’Italia, con una targa ricordo e la stampa del proprio progetto di banconota “immaginaria”; avranno inoltre la possibilità di visitare il Servizio Fabbricazione carte valori della Banca d’Italia. Gli Istituti scolastici di appartenenza delle classi vincitrici riceveranno un premio in denaro da utilizzare per il finanziamento di attività didattiche.

 

Il Regolamento sarà pubblicato all’inizio dell’anno scolastico sui siti della Banca d’Italia e del MIUR e trasmesso alle scuole con una circolare.

Scuola, dodicimila assunzioni

da ItaliaOggi

Scuola, dodicimila assunzioni

di Daniele Cirioli

Quasi 12 mila assunzioni nella scuola. Il consiglio dei ministri ha autorizzato ieri il ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, all’assunzione a tempo indeterminato di 672 dirigenti scolastici e di 11.268 tra personale docente e amministrativo per l’anno scolastico 2013-2014. E già sono arrivate le prime istruzioni operative dal ministero, che ha messo a disposizione le tabelle con il riparto per provincia e ha sottolineato come tutte le assunzioni dovranno essere ultimare entro il 31 agosto prossimo. Intanto il ministro fa sapere dal meeting di Cl che un provvedimento ad hoc sulla scuola potrebbe arrivare a breve: «Ci stiamo lavorando: non deve essere solo una norma ma deve gestire un percorso e serve che sia dotata di risorse, abbia un pensiero».

L’annuncio. L’esecutivo ha dunque dato corpo a quanto annunciato nei giorni scorsi dal ministro. «Ho convocato le organizzazioni sindacali per comunicare l’assunzione di 11.278 docenti», aveva detto Maria Chiara Carrozza, nel corso di una trasmissione radiofonica, commentando l’allarme lanciato dai sindacati sulla carenza di insegnanti nella scuola. «La situazione è sotto controllo», aveva assicurato il ministro, replicando anche alla class action paventata dal Codacons: «Non l’ho vista, ma non ho capito bene su quali basi si fonda. Purtroppo siamo abituati ad avere sempre dei ricorsi, è la vita di tutti i giorni, è la cosa che ho trovato e che vorrei cambiare di più, perché qualunque provvedimento è soggetto sempre ai ricorsi e questo causa l’allungamento dei tempi. Serve un salto di qualità: bisogna semplificare le regole rendendole meno attaccabili e più eque, ma bisogna anche imparare ad accettare gli esiti dei concorsi, il ricorso non deve essere la soluzione».

Scuola, via libera definitivo del governo: assunzione per 11.268 docenti e 672 presidi

da  la Repubblica

Scuola, via libera definitivo del governo: assunzione per 11.268 docenti e 672 presidi

Il governo dà l’ultimo formale via libera alle immissioni in ruolo per i precari e i vincitori del concorso che attendevano da 13 anni. La maggior parte (oltre tremila) andrà agli insegnanti delle scuole superiori

ROMA – Dopo una lunga attesa, il via libera è definitivo: il Consiglio dei Ministri ha autorizzato oggi il ministero dell’Istruzione ad assumere a tempo indeterminato 672 dirigenti scolastici (compresi i trattenimenti in servizio) e 11.268 unità di personale docente ed educativo.

L’ok del Cdm era scontato, dopo il via libera del ministero dell’Economia arrivato pochi giorni fa. Termina così l’attesa dei precari e dei vincitori dell’ultimo concorso a cattedra bandito lo scorso anno dopo 13 anni di attesa.

Le assunzioni autorizzate da via XX settembre sono state suddivise tra i vari ordini di scuola assegnando 1.274 posti ai docenti di scuola dell’infanzia, 2.161 ai colleghi della primaria, 2.919 cattedre ai futuri prof della scuola media e 3.136 cattedre agli insegnanti delle superiori. Inoltre, 1.648 posti andranno agli insegnanti di sostegno e 68 agli educatori dei convitti nazionali e degli educandati. Ne mancano 62 che andranno a insegnanti di scuole comunali e provinciali passate allo Stato.

Adesso la palla passa agli uffici periferici del ministero – gli ex provveditorati agli studi, ora Ambiti territoriali provinciali – che in pochissimi giorni dovranno organizzarsi per assegnare le cattedre ai neoassunti. I tempi, come hanno sottolineato a più riprese i sindacati, sono strettissimi. La normativa vigente impone infatti agli uffici scolastici regionali e provinciali di assegnare i posti entro il 31 agosto. In caso contrario, il posto andrà a un supplente e verrà attribuito al vincitore di concorso – o al precario inserito nella graduatoria ad esaurimento – soltanto l’anno successivo.

Gli 11.268 posti che cominceranno ad essere assegnati nei prossimi giorni verranno suddivisi in parti uguali tra i vincitori del concorso e i precari inseriti nelle liste provinciali. Poi, si procederà alla nomina dei supplenti che dovrebbero arrivare in cattedra prima dell’inizio delle lezioni.

Ennesimo stop ai provvedimenti sulla scuola

da Tecnica della Scuola

Ennesimo stop ai provvedimenti sulla scuola
di R.P.
Passano solo le assunzioni dei docenti e dei dirigenti scolastici, peraltro già ampiamente previste da due bandi concorso. Nuova riunione del Governo lunedì 26 alle ore 16,30
Nuova doccia fredda per la scuola. Nel pomeriggio del 23 agosto il Consiglio dei Ministri si è nuovamente riunito dopo che nella mattinata era stato approvato il piano per l’assunzione di poco più di 11.200 docenti e 672 dirigenti scolastici. Secondo le notizie diffuse in mattinata (e stando anche a quanto previsto dallo stesso ordine del giorno) nella riunione pomeridiana si sarebbero dovuti esaminare due decreti proposti dal ministro D’Alia, uno sulla razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni e uno sul precariato. In realtà la seduta del pomeriggio è durata qualche decina di minuti perché ci si è accorti che sono necessari ancora alcuni approfondimenti. In pratica c’è sempre di mezzo la questione della copertura finanziaria. L’idea che sembra emergere è quella di distribuire l’intera materia in due provvedimenti separati: un decreto legge e un disegno di legge (il Quirinale, infatti, ha già fatto sapere che alcune norme non possono essere considerate in alcun modo urgenti). Il primo diventerebbe esecutivo in pochi giorni subito dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, il secondo dovrebbe essere esaminato dal Parlamento. Nulla si sa in merito alla questione dei “Quota 96” e dei docenti inidonei ma è ormai molto probabile che tutto questo personale rimarrà di fatto congelato ancora per un altro anno scolastico. D’altronde se anche nella prossima riunione di Governo, già convocata per il 26 agosto, dovesse essere approvato un provvedimento in tal senso, bisognerebbe comunque aspettare la pubblicazione in Gazzetta perché le norme possano entrare in vigore. Il fatto è che, a quanto pare, né la Ragioneria Generale dello Stato né il Ministero del Lavoro intendono cedere: il provvedimento per i “Quota 96” avrebbe un costo non indifferente e, secondo il Ministero del Lavoro, potrebbe innescare rivendicazioni a catena in altri settori del pubblico impiego. Il ministro dell’Economia Saccomani, a sua volta, mantiene una posizione inflessibile: se il Miur vuole risolvere queste e altre questioni deve trovare le risorse al proprio interno. In che modo non è chiaro. Intanto è già partita la grancassa mediatica per magnificare la decisione di assumere 11.200 docenti e 672 dirigenti. Ma si dimentica che si tratta di assunzioni già previste da due regolari bandi di concorso sui quali era stato acquisito da tempo l’ok del MEF e persino della Corte dei Conti.

Disal: tutto ok le proposte della ministra, tranne il mancato decreto sui dirigenti della Lombardia

da Tecnica della Scuola

Disal: tutto ok le proposte della ministra, tranne il mancato decreto sui dirigenti della Lombardia
DiSAL ritiene estremamente positive una serie di riflessioni fatte nel suo intervento odierno al Meeting di Rimini dal Ministro dell’Istruzione, ma nessun riferimento alla grave carenza di stabilità di dirigenti nelle scuole statali.
La ministra, dice un comunicato Disal, ha confermato: il principale interesse a trovare risorse per evitare la grande dispersione di talenti che avviene tra i giovani alunni; l’interesse per introdurre una vera carriera nella professione docente; la convinzione che tutti i soggetti sociali, privati e statali hanno il diritto di offrire alla società il servizio dell’istruzione a parità di condizioni. Sono mancati purtroppo riferimenti alla grave carenza di stabilità di dirigenti nelle scuole statali, con particolare riferimento alla nota situazione in Lombardia. Dopo la mancata approvazione, da parte del Consiglio dei Ministro, dell’intervento straordinario necessario con particolare urgenza alla Lombardia è un segno preoccupante. Mentre è molto positiva l’ulteriore passo di stabilizzazione di 657 dirigenti scolastici delle scuole statali italiane, resta la gravissima situazione delle 424 scuole della Lombardia (più di un terzo quindi) che resteranno senza preside stabile e che quindi verranno nuovamente affidate alle reggenze di presidi “a mezzo servizio”. Sembra che su tale grave situazione il Governo, nonostante qualche ostilità politica, intenda tornare in una prosecuzione del Consiglio dei Ministri lunedì prossimo. Nell’augurarsi che l’intervento, voluto anche dall’attuale Ministro, venga assunto con urgenza assolutamente prima della fine di agosto, i presidi di DiSAL ed i colleghi della Lombardia che hanno aderito, per ora confermano la loro “obiezione di coscienza” alla prospettiva, troppo vicina, dell’abuso delle reggenze, a difesa del diritto delle scuole, delle famiglie, delle comunità locali e della dignità stessa della professione direttiva nella scuola.

Dal Consiglio dei ministri via libera all’assunzione di 672 ds e 11.268 docenti

da Tecnica della Scuola

Dal Consiglio dei ministri via libera all’assunzione di 672 ds e 11.268 docenti
di A.G.
Si tratta di un provvedimento scontato, non proprio quello che attendevano i lavoratori della scuola. In arrivo anche un intervento in extremis per ”il regolare avvio dell’anno scolastico”. La circolare sulle immissioni in ruolo
Il Consiglio dei ministri ha autorizzato il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, all’assunzione a tempo indeterminato di 672 nuovi dirigenti scolastici e di 11.268 docenti. La notizia è ufficiale, ma, essendo un atto dovuto, non è proprio quella che attendevano i lavoratori della scuola.
Intanto, dalle indiscrezioni che trapelano risulta che nel un pacchetto di provvedimenti per la Pa (un dl per la razionalizzazione e un ddl per l’occupazione), con norme che vanno dal salva-precari al taglio delle spese per auto blu e consulenze, figurano anche alcuni provvedimenti che riguardano direttamente l’istruzione. Sono contenuti in un apposito “capitolo” che prevede un intervento in extremis per ”il regolare avvio dell’anno scolastico”: tra le disposizioni che hanno maggiori possibilità di essere approvate vi sarebbe la norma che consente di sottoscrivere incarichi temporanei di dirigente scolastico, con l’obiettivo di superare l’impasse dei concorsi annullati dal giudice amministrativo.
La linea d’azione che si sta delineando è quella dei due tempi, con un disegno di legge per le norme a regime e un decreto per le misure urgenti ed: quest’ultimo sarebbe composto da 10 articoli per norme legate a “obiettivi di razionalizzazione” ed un Ddl in 12 articoli sull’occupazione nelle Pubbliche Amministrazioni.
La circolare Miur n. 21 del 21 agosto sulle immissioni in ruolo dei docenti e le relative tabelle

Carrozza: i soldi per gli scatti in busta paga del personale della scuola vanno trovati

da Tecnica della Scuola

Carrozza: i soldi per gli scatti in busta paga del personale della scuola vanno trovati
di Alessandro Giuliani
Intervista del Ministro a “Il sussidiario.net”: bisogna lavorare affinché i fondi si trovino, pur salvaguardando le esigenze di finanza pubblica. Ma poi precisa che con il rinnovo del contratto intende rivedere gli aumenti generalizzati: dovrà contare l’impegno individuale, la capacità di lavorare in gruppo e l’aggiornamento. Sul reclutamento sta lavorando per definire un doppio percorso, di medio e lungo periodo. E i fondi alle paritarie non si toccano.
“Occorre lavorare affinché si trovino, pur salvaguardando le esigenze di finanza pubblica, risorse per la copertura necessaria a garantire le progressioni economiche del personale della scuola”. Lo ha detto  il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, nel corso di un’intervista pubblicata su “Il sussidiario.net”, riferendosi al blocco degli scatti confermati dal Governo sino al 31 dicembre 2014.
“Sono consapevole, come tutto il Governo del resto – ha aggiunto il ministro – che è stato chiesto un ulteriore sacrificio ai dipendenti pubblici, che in questi anni sono stati molto penalizzati pur dando tanto ogni giorno al nostro Paese”.
Il ministro ha però anche spiegato che “l’apertura della discussione sul contratto deve essere anche il momento per l’avvio di un percorso e un ripensamento complessivo sul ruolo dell’insegnante che valorizzi l’impegno individuale, la capacità di lavorare in gruppo e l’aggiornamento”. Ciò significa che la Carrozza non ha intenzione di confermare gli aumenti automatici per tutto il personale. E su questo punto si potrebbe creare un blocco. Perché i sindacati chiedono una base comune minima generalizzata.
Il Ministro si è anche soffermato sul reclutamento degli insegnanti: ha dichiarato che bisogna “superare il transitorio e avviarsi verso una soluzione a regime. Il percorso di formazione e reclutamento degli insegnanti ha subito negli anni continui cambiamenti e modifiche che hanno impedito il consolidamento del sistema. In particolare, la difficoltà principale – ha aggiunto – è nel conciliare le esigenze contrapposte di chi, dopo anni di insegnamento, aspira a essere stabilizzato, e dei più giovani che hanno seguito un percorso di formazione duro e selettivo”.
Carrozza ha poi sottolineato che sta “lavorando a definire un percorso per il medio periodo, consapevoli della necessità di tutelare sia chi nella scuola ha già lavorato per tanti anni sia i più giovani che si affacciano all’insegnamento. Nel lungo periodo penso invece che il sistema di reclutamento debba essere basato su formazione e selezione mediante concorso”.
A proposito degli aiuti che il governo darà alle scuole private paritarie, il ministro ha detto che si sta impegnando per l’attivazione di “un meccanismo che, pur nell’invarianza della spesa pubblica, consenta una stabilizzazione delle risorse a sostegno delle scuole paritarie in un’ottica pluriennale”. Per poi precisare: “noi ci stiamo muovendo in linea con la legge Berlinguer per un sistema che includa le scuole paritarie come parte integrante del sistema nazionale di istruzione pubblica”. Una scelta netta che non farà piacere a tutti.

Ministro Carrozza incontra docenti inidonei in Piazza Monte Citorio

da Tecnica della Scuola

Ministro Carrozza incontra docenti inidonei in Piazza Monte Citorio
Il Ministro Carrozza ha incontrato stamattina un gruppo di partecipanti al sit in di protesta dei docenti cosiddetti inidonei
Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza ha incontrato stamattina in Piazza Monte Citorio un gruppo di partecipanti al sit in di protesta dei docenti cosiddetti inidonei.
“Ho ascoltato le loro richieste – ha detto il Ministro – si tratta di una situazione complessa sulla quale prometto tutto il mio impegno”.

Ringraziare chi va in pensione non costa poi tanto

da Tecnica della Scuola

Ringraziare chi va in pensione non costa poi tanto
di Giovanni Sicali
A volte si può parlare di sana invidia. I colleghi, che ti hanno visto raggiungere il traguardo della pensione – per anzianità di servizio e/o per l’età avanzata (vera vecchiaia come vuole la Fornero) – ti manifestano sentimenti sinceri di invidia e si augurano anche loro di poter fare altrettanto quanto prima, mettendo in conto di provvedersi almeno l’aiuto di un bastone per gli ultimi anni di lavoro.
Ancora pochi giorni e il 1° settembre sarà la fine del servizio per 10.860 docenti, che hanno manifestato all’amministrazione scolastica di trovarsi nelle nuove condizioni di legge per il pensionamento. Il numero dei nuovi pensionati della scuola risulta fortemente ridotto, praticamente dimezzato, a causa delle nuove e pesanti regole della riforma Fornero. Nessuno ad esempio si sente di invidiare il drappello (secondo l’Inps circa 9 mila) dei “Q. 96”, relativa al personale della scuola in possesso dei vecchi requisiti per la pensione alla data del 31/8/12 e non del 31/12/11, la cui posizione è stata completamente ignorata dalla riforma pensionistica voluta dall’UE. È ora in corso di valutazione, da parte del governo, il numero preciso dei docenti interessati e la corrispondente copertura finanziaria, vero e sostanziale snodo della lunga vicenda. Non esiste alcuna invidia per le migliaia di “esodati”, che si son visti in breve arco di tempo beffati da una riforma che non li ha presi in considerazione nonostante fossero già (secondo accordi e contratti) alla soglia del pensionamento. Senza lavoro, impossibilitati a rientravi e soprattutto senza pensione per il fatto di non avere il requisito dell’età pensionistica imposto dalla dura legge della Fornero. C’è chi invece ha raggiunto il traguardo della quiescenza e si sente accompagnato e spinto dagli auguri sinceri dei colleghi, come un vento di favorevole invidia che gonfia la nuova e libera navigazione degli ultimi decenni della propria esistenza. L’ultimo cedolino di impiegato del MIUR gli dice che il suo contratto scade il 31/8/2013 e vi trova caricata anche la tredicesima mensilità; ha trovato nella buca delle lettere il decreto del CSA che gli comunica l’entità degli anni, mesi e giorni di servizio ai fini della liquidazione; ha controllato all’Inps ex INPDAP che la pratica del suo pensionamento è in corso di elaborazione; aspetta fiducioso il 16 di settembre per avere la conferma che una cosa era lo stipendio mentre molto meno è la pensione nonostante 35, 40 anni e più di tempo e vita speso per lo Stato e i suoi cittadini. C’è infine chi, andando in pensione, aspetta invano una lettera di auguri e ringraziamenti personalizzati da parte del Miur o dalla Direzione Regionale o dal CSA o dal D.S… Ma invano. Per fortuna che nel mese di Giugno un gruppo di colleghi avevano fatto una festicciola con dolci preparati in casa e qualche regaluccio, così tanto per un pensierino…  Almeno quel giorno qualcuno si era ricordato di dire o scrivere una semplice parola, mentre le lacrime bussavano agli occhi: GRAZIE, prof.

Bar dentro le scuole: croce e delizia tra Ds e province

da Tecnica della Scuola

Bar dentro le scuole: croce e delizia tra Ds e province
di Aldo Domenico Ficara
I bar delle scuole superiori di secondo grado e i distributori di bevande e merendine sono stati e potrebbero essere ancora al centro di scontri tra dirigenti scolastici e rispettive amministrazioni provinciali
In altre parole potrebbero nascere numerosi contenziosi finalizzati a rastrellare importanti risorse finanziare. Attualmente questo tipo di servizio molto apprezzato da studenti, docenti e personale Ata è garantito in autonomia dalle singole scuole. I bar o le società che gestiscono i distributori automatici stipulano un contratto con la scuola ospitante e versano al fondo d’istituto una somma che poi viene utilizzata per acquistare tutto il materiale di cancelleria necessario al funzionamento di una buona didattica.  Ma le province potrebbero contrastare queste intese, in quanto essendo gli istituti scolastici (scuole superiori di secondo grado) di proprietà dell’ente, spetterebbe all’ente provinciale stesso fissare il capitolato, fare le gare e aggiudicarle.  Per comprendere meglio l’entità finanziaria del contendere si riporta a titolo di esempio, come potrebbe essere la parte di un capitolato riguardante il contributo contrattuale: “Il gestore dovrà corrispondere, a titolo di contributo a sostegno delle attività didattiche dell’Istituto l’importo mensile di € 800,00 (cifra ipotetica) da versare trimestralmente. Qualora i pagamenti vengano effettuati oltre i 10 giorni della scadenza, l’Amministrazione potrà richiedere l’applicazione dell’interesse di mora sulla somma dovuta nella misura del 4% annuo rapportato ai giorni di ritardato pagamento. Il mancato pagamento di una sola rata trimestrale determina ipso iure la risoluzione immediata della convenzione in essere dell’affidamento. Il versamento dovrà essere effettuato mediante bonifico bancario intestato alla scuola o attraverso assegno “.

DiSal: contro l’enorme abuso delle reggenze “obiezione di coscienza”

da Tecnica della Scuola

DiSal: contro l’enorme abuso delle reggenze “obiezione di coscienza”
di P.A.
Il presidente regionale della Lombardia, Roberto Fraccia, e il presidente nazionale, Roberto Pellegatta, invitano i presidi all’obiezione di coscienza per l’abuso delle reggenze, mentre i concorsi ormai sono affidati alle aule di giustizia.
A causa della gravissima situazione creatasi per l’assenza di dirigenti scolastici in Lombardia la DiSal propone l’obiezione di coscienza- “Con il prossimo 1° settembre, delle 1.204 istituzioni scolastiche autonome (di cui 33 sottodimensionate e 20 CPIA – Nota Usr 1/8/2013) 473 saranno senza un preside. Da ieri 49 di queste saranno coperte da trattenimenti in servizio: quindi 424 sedi con certezza dovranno essere coperte da reggenze di presidi a “mezzo servizio”. E poi, dice DiSal, “presidi e docenti ormai sono selezionati dalle aule dei tribunali, mentre dilaga il “ricorsismo”. Ma c’è pure “l’indifferenza politica e sindacale riguardo all’assenza del preside in una scuola, mentre l’Usr, dopo un primo invito all’attesa, ha chiesto in data 1 agosto le disponibilità dei dirigenti alle reggenze per il prossimo anno scolastico”. Da questa richiesta di “a mezzo servizio”, “DiSal ha inviato a tutti i dirigenti scolastici in Lombardia una lettera per raccogliere adesioni ad una “obiezione di coscienza” contro l’enorme abuso delle reggenze in atto da anni a settembre raggiungerà dimensioni ancora maggiori. L’obiezione vuole essere una pressione morale per sollecitare politici e amministrazione a prendersi le responsabilità che non hanno saputo prendersi in questi anni. Si pensi che in un solo anno si è passati in Italia da oltre 12.000 istituzioni alle attuali 8.193, con scuole che spesso superano i 1.500 alunni, magari sparsi su oltre 10 plessi scolastici. A meno di improvvise novità, che potrebbero giungere da un probabile Consiglio dei Ministri di venerdì 23 agosto, i dirigenti scolastici che stanno aderendo alla proposta di DiSal si ritroveranno prima della fine del mese per valutare come proseguire l’azione a difesa della scuola e della professione.