Emergenza alfabetica

Emergenza alfabetica

di Maurizio Tiriticco

La recente pubblicazione del rapporto OCSE PIAAC, realizzato in Italia dall’ISFOL circa i livelli di alfabetizzazione della popolazione del nostro Paese – gli adulti tra i 16 e i 65 anni, tra cui anche i laureati – mi ha veramente preoccupato. Occupiamo soltanto il 23esimo posto!!! E menomale che la ricerca ha riguardato solo 26 Paesi e non tutti i 34 che fanno parte dell’Ocse! Altrimenti, dove ci saremmo collocati? E’ anche vero che nel nostro Paese, in fatto di scuola, non si investe come si dovrebbe. Ci troviamo al penultimo posto (31esimo su 32 paesi) per la spesa destinata all’istruzione con il 9% del totale degli investimenti pubblici, contro una media Ocse del 13%. L’allarme è alto! Ed per questo che ieri ho scritto una preoccupata lettera a Tullio De Mauro che trascrivo:

“Caro Tullio! A volte ho paura di vedere nero perché i vecchi sono sempre laudatores temporis acti, ma non è così! Proprio in coincidenza con la Giornata mondiale dell’insegnante l’Ocse pubblica quei dati disastrosi relativi alla nostra montante incompetenza alfabetica. Ho ascoltato le tue sconsolate dichiarazioni al GR24 e allora ho pensato che non sono io, vecchio, a vedere nero, ma sono veramente i tempi di oggi quelli infausti! Ricordo gi anni Sessanta e Settanta, la tua Storia del ’63, le grandi battaglie per una nuova scuola dell’obbligo inclusiva e produttiva, la lezzzione di Don Milani e poi quelle 150 ore che videro migliaia di operai tornare sui banchi per riprendersi il tempo perduto! E che sapevano quanto valesse la cultura! Tu operavi sul fronte della ricerca, io su quello della alfabetizzazione degli adulti, e non solo, l’Mcc, l’Mce, l’Unla, i centri culturali in Calabria e la scuola di tutti i giorni. E l’Italia cresceva e i nostri cittadini imparavano! E c’era pure una buona Tv e il maestro Manzi! Ma poi??? Con questo nuovo Millennio, atteso e per certi versi temuto… il millenarismo è sempre in agguato… Che cosa è successo? Gli “analfabeti” – ma forse le virgolette sono di troppo – sono in pauroso aumento! Non si vendono libri e molte librerie stanno chiudendo! La Carrozza i suoi cavalli tenta di farli trottare, ma… ce la farà??? Ce la faremo a uscire da questo tunnel? Dobbiamo investire di più sulla cultura e sul nostro SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE! Chiamiamola EMERGENZA ALFABETICA! Dammi/dacci lumi! Ricominciamo da zero! Purtroppo non da tre! Un abbraccio forte forte! Maurizio”.

Dal rapporto emerge anche che i nostri laureati non sono all’altezza di tanti altri laureati Ocse in fatto di saper leggere e scrivere! E i diplomati si trovano al di sotto dei giovani Ocse che hanno superato l’obbligo di istruzione. Viene da chiederci: che ha fatto la nostra scuola negli ultimi anni? E che cosa sta facendo adesso? Il problema è politico! Occorre operare delle scelte e anche presto! Sia il Ministro Carrozza che il Presidente Letta sono pienamente consapevoli che occorre partire subito e guardare anche lontano! Sappiamo tutti che una inversione di rotta che destini ex abrupto miliardi sul capitolo dell’istruzione è oggi impossibile! I numeri sono quelli che sono! Il tutto e subito è solo uno slogan, e di slogan non abbiamo affatto bisogno!

Occorre dare, però, dei segnali, e dei segnali che contino! Un solo esempio! E’ opportuno insistere con le prove Invalsi? Il corpo della nostra scuola è malato! Lo sappiamo e lo sapevamo anche prima che fossero pubblicati i risultati dell’Ocse! E anche prima che le prove Invalsi cominciassero ad “abbattersi” sulle scuole senza nessun annuncio, fatto salvo quell’articolo 3 della legge 53/03. E senza alcuna informazione/formazione delle istituzioni scolastiche e degli insegnanti sul perché, sul quando e sul come della operazione, dei suoi contenuti, delle sue modalità, delle sue finalità. Non sarebbe più opportuno tentare di sanare l’abisso che corre tra una rilevazione “alta” – ammesso che lo sia – in materia di valutazione e le concrete annose e ripetitive procedure valutative che si adottano nelle nostre istituzioni scolastiche? Dove ancora ci si gingilla non solo con una valutazione decimale fatta di più, di meno, di meno meno, alla quale le scuole stesse sembrano non credere fino in fondo, quando decidono di non usare i primi tre o quattro voti (anche con delibere collegiali contra legem) e di andare molto cauti con i voti alti! Dove ancora si adotta scorrettamente lo stesso criterio del voto decimale sia come esito della misurazione di una prestazione che come valutazione complessiva del progresso/crescita di un alunno!

Quei milioni spesi per affliggere le scuole e per provocare maldestre operazioni di cheating non potremmo spenderli per rilanciare una seria “cultura della valutazione”, quella che avevamo imboccata tanti anni fa e poi abbandonata dopo le infauste “gride”… morattiane? La cancellazione del concetto e della pratica del curricolo e l’adozione dei piani di studio personalizzati hanno interrotto un percorso virtuoso e hanno cominciato a gettare nello sconforto e nello sbaraglio scuole e insegnanti! Solo la politica del cacciavite di Fiorini ha cercato di porre qualche rimedio! E poi sono venuti i tagli della Gelmimi e la bonomia di Profumo… Insomma, difficoltà su difficoltà! E in tale precaria situazione come si può pretendere di continuare a spendere milioni per sapere “come sta” il nostro Sistema Educativo di Istruzione? Lo sappiamo come sta! E’ inutile continuare a chiamare dottori, quando abbiamo bisogno di medicine! E subito!

E la migliore medicina è quella di… insegnare a valutare! Sic! Che implica anche insegnare a insegnare in modo diverso! Nella scuola militante eccezioni ce ne sono e lo so! Ma la pratica della terna lezione/interrogazione/voto è ancora largamente diffusa! Ed è inutile scrivere sui documenti del riordino dei cicli che bisogna adottare una “didattica laboratoriale”! Se non si comincia a incrinare, e veramente, quella pratica che ha origini lontane: la legge Casati… e la riforma Gentile… mai messe in seria discussione! La cattedra, la classe d’età e la campanella sono i pilastri della scuola di sempre, di eri, di oggi… e anche di domani? Mah! Però esiste la Finlandia… ma è così lontana…

Quell’articolo 16 del dl 104/13, con opportuni accorgimenti in sede attuativa (si veda il previsto dm di cui al comma 2), può segnare un primo avvio. E un fermo delle prove Invalsi può essere un secondo segnale. Per non dire anche del contratto di lavoro che dopo anni si dovrebbe cominciare a discutere! In vista anche di una Conferenza della scuola che ho invocata in un altro mio scritto! Un governo può durare anche e soprattutto per quello che fa, non per un occulto disegno del destino! Se si guadagnano le medaglie sul campo, la strada di una meritevole durata è imboccata!

Dobbiamo avere fiducia?

Pensioni: soluzione per donatori di sangue e legge 104

da Vita

Pensioni: soluzione per donatori di sangue e legge 104

di Sara De Carli

Il ministro Giovannini annuncia parere positivo del Governo su due emendamenti che vanno a considerare lavoro effettivo anche i giorni di permesso per i donatori di sangue e per assistere congiunti disabili gravi. Resta aperta però la questione della maternità facoltativa

Si avvia verso la soluzione la questione del mancato conteggio dei giorni di permesso ex lege 104 e per donazione di sangue ai fini dell’esonero dalla penalizzazione economica all’atto della richiesta della pensione anticipata. Oggi pomeriggio, al Question Time della Camera, il ministro Enrico Giovannini ha risposto a un’interrogazione degli onorevoli Mario Sberna, Gian Luigi Gigli e Paola Binetti, deputati di Scelta Civica.

Il ministro ha esordito con un «concordo pienamente sull’idea che chi si è astenuto dal lavoro effettivo per le motivazioni che l’interrogante ha sottolineato, bene, queste persone debbano essere ritenute meritevoli di una particolare attenzione proprio per il valore sociale che ha caratterizzato la loro attività. Da questo punto di vista, noi stiamo riflettendo su questo e abbiamo intenzione di assumere alcune iniziative». Quindi ha annunciato che il Governo, nell’ambito del procedimento di conversione del decreto-legge 31 agosto 2013,  recante «Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione delle pubbliche amministrazioni», ha dato parere favorevole su due emendamenti che estendono la definizione di “prestazione effettiva di lavoro” anche ai periodi di astensione per la donazione del sangue e per chi ha usufruito della legge 104. Sul primo emendamento, quello che riguarda i donatori di sangue, il ministro Giovannini ha detto che «la I Commissione del Senato ha già approvato un emendamento parlamentare volto ad includere, tra le prestazioni effettive di lavoro, anche i periodi di astensione obbligatoria derivante dalla donazione del sangue e di emocomponenti. Ebbene, su questo emendamento il Governo ha dato parere favorevole e in questo senso speriamo che la situazione particolare possa essere risolta».

La novità è quella sulla legge 104: «Ieri inoltre, in sede di audizione alla Camera, io ho dato parere favorevole anche su un altro emendamento, volto ad estendere queste stesse possibilità per le persone che, attraverso la legge 104, si sono prese cura di disabili gravi», ha annunciato il Ministro. «Quindi noi faremo nostro quell’emendamento e lo presenteremo appunto nell’iter parlamentare. Quindi, in questo senso, sono due risposte concrete al problema posto dall’interrogante».

Nessuna soluzione per altri istituti, tra cui ci sarebbe il permesso speciale di due anni per assistenza ad handicap ex dlgs 151/01 (il Ministro ha citato esplicitamente solo la legge 104), aspettative, disoccupazione, maggiorazioni di servizio a qualsiasi titolo (ad esempio  invalidità ex lege 388/00 o benefici amianto). In particolare resta aperto il problema del congedo parentale (già maternità facoltativa), su cui il ministro Giovannini non si è espresso. La penalizzazione per le mamme, quindi rimane. Mario Sberna nel replicare al Ministro ha promesso che presiderà l’argomento, «fiducioso di trovare un Governo sensibile».

Scompariranno anche alle superiori le 4 aree in cui attualmente sono divise le graduatorie per insegnanti di sostegno

da Vita

Scompariranno anche alle superiori le 4 aree in cui attualmente sono divise le graduatorie per insegnanti di sostegno. Ma solo per il futuro.

di Sara De Carli

Anche le scuole superiori vanno verso un’unica graduatoria per gli insegnanti di sostegno, al posto delle attuali quattro aree. Lo ha ribadito ieri il ministro Maria Chiara Carrozza, rispondendo a un’interrogazione dell’onorevole Elena Centemero (PDL). «Condivido quanto osservato in merito all’opportunità che venga superata l’attuale divisione dei docenti di sostegno nella scuola secondaria di secondo grado in quattro aree disciplinari. Si tratta di una divisione legata a un precedente sistema di selezione dei docenti e a superate limitazioni all’istruzione garantita agli alunni con disabilità», ha detto il ministro. Facendo però dei distinguo.

Per il futuro, cioè per i docenti che devono essere ancora reclutati, la direzione dell’unica graduatoria « è già stata intrapresa dal Ministero e sarà decisamente percorsa nel futuro. Per le graduatorie di terza fascia, il decreto ministeriale n. 62 del 2011, relativo alle graduatorie di circolo e di istituto per gli anni scolastici dal 2011-2012 al 2013-2014, ha previsto la formazione di un unico elenco per il sostegno, senza divisioni in aree disciplinari. In materia di mobilità dei docenti di sostegno di ruolo, materia riservata alla contrattazione collettiva, il tema del superamento delle aree è stato più volte posto alle organizzazioni sindacali e lo sarà nuovamente. Infine, in sede di adozione del previsto regolamento sui concorsi per il personale docente, quella divisione potrà essere superata anche per le nuove assunzioni», ha chiarito il Ministro.

Per quanto riguarda invece i docenti già inseriti in graduatorie, «non si può prescindere dal modo in cui essi sono stati selezionati e neanche dalle aspettative che ciascuno di essi ha maturato: da un lato, la collocazione di ciascun docente in una delle quattro aree riflette le sue accertate competenze ed impedisce quindi di impiegarlo per discipline diverse da quelle rientranti nella relativa area (in queste condizioni l’unificazione delle are potrebbe determinare disfunzioni nel sostegno); dall’altro, i punteggi dei docenti variano notevolmente da un’area all’altra, sicché la confluenza delle aree sarebbe di difficile gestione e arrecherebbe un danno a molti docenti, con conseguente elevato rischio di contenzioso».

Tecnologia e emozioni

Tecnologia e emozioni

di Adriana Rumbolo

Ho gettato il sassolino “della scienza” , nello stagno degli adolescenti(12/16 anni) in alcune scuole pubbliche del comune e della provincia di Firenze. I cerchi di ritorno fitti , fitti hanno cancellato lo stagno.

Sulle informazioni che fornivo sul cervello, in particolare , sul cervello emotivo si è velocemente acceso un dialogo intenso,vivace che spaziava libero nella conoscenza e che mi orientava  nel percorso di un’esperienza , forse unica in Italia Solo le risposte di ragazzi  sarebbero state la mia segnaletica in una strada di cui nessuna bibliografia  aveva tracce.

Damasio ,il grande neuroscienziato  ha scritto :pensieri rapidi ( cognitivismo), morale lenta (emozioni).

Aspetto cognitivo ed emozioni nell’apprendimento e nella comunicazione  hanno bisogno di   integrarsi continuamente   per esprimersi con equilibrio e non aprirsi a una larga  forbice dove potrebbero con gravi danni perdersi di vista: una quantità differente di mielina maggiore nelle cellule preposte al cognitivismo  permette la differenza di  velocità a favore della forbice troppo larga.

Ci vuole attenzione,molta attenzione. Il rischio è  di produrre piccoli mostri. Bambini che hanno tante nozioni  ma   impoveriti nelle  emozioni.

Poi il cervello  nell’accoglienza delle percezioni associa,dissocia,  archivia e  opera  in stretta sintonia con la memoria con modi e  tempi propri.

L’interventismo educativo di cui ci ha tanto sparlato Stern deve essere bandito  per sempre a favore  del rispetto,   dell’osservazione,  e dell’ascolto.

Dai frenetici e tumultuosi   flussi neuronici   la creatività   imprevedibile e imprevista nutrita dalle continue  percezioni ambientali,  relazionali,  conoscitive e dalle esperienze.

Credo che,come ho scritto, il cervello risponda  bene quando   l’ apprendimento  e  la comunicazione molto simili in tutti rispettano quella che io chiamo “la logica del cervello” di cui i bambini ci  danno conferme quotidianamente .

Nonostante,  con facilità,   per seguire  regole sociali  ingannatorie   e soggette alle mode,   potremmo ignorare i percorsi cerebrali preposti all’apprendimento  e  alla comunicazione con danni e sofferenze  serie e risultati nell’apprendimento fallimentari anche in soggetti con  ottime capacità di capire e capirsi.

Ben venga la tecnologia che può aiutare ,ma come  sempre è fondamentale conoscere le radici  su cui costruire .

Proseguire a piccoli passi,osservare tanto,ascoltare tanto e i bambini ci guideranno con la loro segnaletica.

TALETE – Teaching mAths through innovative LEarning approach and conTEnts

L’Università degli Studi “G. Marconi” e AIM – Associazione Intercultura e Mobilità hanno il piacere di annunciare la conferenza internazionale per insegnanti e dirigenti scolastici a conclusione delle attività del progetto europeo TALETE – Teaching mAths through innovative LEarning approach and conTEnts

Il convegno internazionale “Un nuovo approccio per l’insegnamento e l’apprendimento della matematica” sarà organizzato il 17 Ottobre 2013
presso l’Università degli Studi “Guglilemo Marconi” – Via Plinio, 44 Roma (in allegato il programma dell’evento).

L’evento vedrà la partecipazione di esperti internazionali del settore per i quali è previsto un servizio di traduzione.

La partecipazione al convegno è gratuita, ma è richiesta la registrazione compilando la scheda di iscrizione disponibile sul sito web di progetto (www.taleteproject.eu).

talete_2013

09/10/2013 – Azione H.2 – Avvio del primo ciclo di laboratori

Oggetto: PON FSE 2007-2013 “Competenze per lo Sviluppo” – Azione H.2 – Progetto “Task force e servizi integrati di accompagnamento sulle attività negoziali” – Codice H-2-FSE-2012-1 – Avvio del primo ciclo di laboratori a supporto degli istituti scolastici della Regioni Calabria, Campania, Puglia e completamento del primo ciclo di laboratori per la Regione Sicilia.

Nota prot. 9911 dell’8 ottobre 2013

Eric Schmidt incontra gli studenti: «Non credete a quello che leggete, verificate»

da Repubblica.it

Il presidente del colosso all’Osservatorio giovani editori

Eric Schmidt incontra gli studenti: «Non credete a quello che leggete, verificate»  

Il presidente del colosso Usa: «I giornali di carta vivranno se di qualità». E sulle regole: «Niente catene, la Rete sia libera»

Alessio Ribaudo

Lunga vita alla carta stampata. Eric Schmidt, presidente esecutivo di Google, non ha dubbi: «Non credo assolutamente all’ipotesi che i quotidiani di carta di qualità possano sparire perché si stanno rinnovando e ormai sono tutti presenti online». Davanti a una platea di 500 studenti delle scuole superiori, il top manager americano è stato il protagonista del primo incontro del ciclo «Tra Giovani, Web e informazione di qualità» organizzato dall’Osservatorio permanente giovani editori presieduto da Andrea Ceccherini. «Continueremo a vedere molta carta stampata – ha aggiunto, incalzato dalle domande del giornalista Emilio Carelli – ed è un bene perché i marchi di qualità sono sempre più importanti in un mondo dove le fonti informative sono diventate tantissime». Una crescita esponenziale a cui il motore di ricerca più utilizzato del mondo ha contribuito. «Ci si può fidare dei principali quotidiani italiani e statunitensi – dice – ma occorre una lettura attenta e critica dei media. Anzi è un fattore determinante per il futuro del mondo».

Una filosofia che l’Osservatorio promuove nelle scuole superiori italiane tramite l’iniziativa «quotidiano in classe» dove i professori e gli studenti si confrontano sulle notizie durante l’orario di lezioni. Anche quest’anno saranno 16 le testate coinvolte. Il Corriere della Sera verrà distribuito in tutta Italia insieme con il Sole 24 Ore, nelle sole ultime due classi delle superiori, più un quotidiano espressione dell’area geografica. Le notizie viste da più angolazioni. «Il nostro compito – ha detto Ceccherini – è allenare lo spirito critico dei più giovani per renderli domani cittadini più liberi e uomini più padroni di sé stessi. Per questo abbiamo deciso di dedicare un ciclo di incontri a questa causa in modo che ci aiutasse ad ispirare un nostro nuovo progetto da affiancare al Quotidiano in Classe per proseguire anche sulla Rete quell’allenamento dello spirito critico che fa il cittadino più libero e la democrazia più forte».

Un progetto ambizioso ma non impossibile secondo Eric Schmidt. «Il mio consiglio – ha proseguito – è di verificare le notizie, non credere a tutto quello che vedete e leggete». Schmidt ha anche spiegato come s’informa. «Parto da Google che sulle notizie ha un ordine abbastanza preciso, ma mai perfetto – ha spiegato – e poi continuo con le verifiche perché è la somma delle voci».

Schmidt ha risposto anche alla querelle sui video in Rete. «Non si può regolamentare Internet come la tv, sono due cose diverse. I governi regolamentano la Rete per bloccare contenuti che non piacciono, ma noi vogliamo sempre più democrazia». Grazie anche a un sempre maggiore accesso alla Rete. «Nei prossimi 5 anni più di due miliardi di persone – conclude – da Paesi poveri o non democratici saranno collegati e potranno vedere videoinformazioni mettendo in difficoltà i loro governi. Questo favorirà la democrazia. Però se sarete voi i futuri leader dell’Italia vi dico: allora sbrigatevi a prendere il potere». Il prossimo appuntamento sarà il 28 ottobre a Firenze con James Murdoch, presidente di Newscorp International.

Giovannini su dati Ocse: “Dimostrano che italiani poco occupabili”

da Repubblica.it

Giovannini su dati Ocse: “Dimostrano che italiani poco occupabili”

Parole dure quelle del ministro del Lavoro: “Dalla ricerca usciamo con le ossa rotte. Siamo indietro in termini di capitale umano”. Poi puntualizza: “Non mi riferivo ai giovani, ma dobbiamo investire nella formazione”. Ma sui social network è già polemica

ROMA  – I risultati dell’indagine promossa dall’Ocse e realizzata dall’Isfol,  secondo cui gli italiani sarebbero in fondo alla classifica nelle  capacità linguistiche e espressive fondamentali, “dimostra quanto gli  italiani siano poco occupabili”. Parole destinate a far discutere  quelle del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, che così ha  commentato i dati diffusi ieri sulla scuola. Spesso, per il ministro,  non si hanno le conoscenze necessarie.
“Quelle cifre – ha aggiunto – ci mostrano quanto siamo indietro in termini di capitale umano e di occupabilità. La responsabilità di questa situazione – ha concluso – è di tutti. Ne usciamo con le ossa rotte”.
Non è la prima volta che i giovani devono fare i conti con le definizioni dei ministri: prima di Giovannini, erano stati Tommaso Padoa Schioppa e Renato Brunetta a parlare dei più giovani come bamboccioni, mentre Elsa Fornero li aveva ritenuti troppo choosy. E sui social network la polemica è già partita.
Più tardi il ministro ha puntualizzato: “Non ho mai detto che gli italiani non sono occupabili, non mi riferivo né ai giovani né al complesso degli italiani”. I dati dell’Ocse, ha aggiunto, mostrano che “abbiamo bisogno di investire in formazione, lo faremo, lo stiamo già facendo. Ne ho parlato questa mattina con il presidente Errani, la formazione è di competenza delle regioni, e presto apriremo un tavolo per rafforzare questo investimento”, ha aggiunto. “Parlare della ‘poca occupabilità di quote significative della popolazione in età di lavoro (non dei giovani!) a valle di una ricerca Ocse che denuncia un evidente e grave ritardo rispetto agli altri Paesi, – si legge poi in un comunicato del Ministero – vuol dire essere coscienti che non si può risolvere il problema dell’occupazione del nostro Paese se non si mette mano all’intero sistema formativo”.
Ma i commenti di Giovannini non sono piaciuti ai sindacati: Elena Lattuada, segretario confederale della Cgil ha criticato l’intervento del ministro: “Quella di Giovannini mi pare una generalizzazione improvvida: considerato il ruolo che ha il ministro, invece di fare dichiarazioni del genere dovrebbe pensare a mettere in campo dei provvedimenti”, ha detto. “C’è una responsabilità della politica per l’arretramento in termini di formazione degli italiani e dei lavoratori: Giovannini si faccia promotore nel governo per imprimere una netta inversione di tendenza e tornare a investire”, è il parere di Domenico Proietti, segretario confederale della Uil. Critico anche Luigi Sbarra, segretario confederale della Cisl: ”Sbaglia Giovannini a dare una immagine troppo negativa del nostro Paese, del nostro capitale umano e di conseguenza del nostro mercato del lavoro: il Governo farebbe bene a mettere al centro della sua azione una nuova progettualità e un pieno rinnovamento delle politiche attive del lavoro, della formazione e della scuola per accrescere le competenze e di conseguenza l’occupabilità”.
Anche Monica Gregori, deputata del Pd e membro della Commissione lavoro della Camera, ritiene che il giudizio del ministro sia errato: “I dati dell’indagine Ocse sul capitale umano in Italia sono indice di una realtà drammatica, ma  penso valga riflettere anche su una questione, da quanto tempo il nostro Paese non investe seriamente in percorsi di formazione continua? Vorrei ricordare che, già dal 1989, la Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali, all’art.15, sancisce il diritto per tutti i lavoratori di accedere alla formazione e beneficiarne nell’arco della vita attiva. Il ministro Giovannini, piuttosto che fare i conti con le definizioni degli italiani, dovrebbe forse pensare a rimuovere gli ostacoli per chiaro e pieno impegno del Governo per il rilancio del capitale umano di questo Paese”.

Appello per il ripristino della storia dell’arte

da Tecnica della Scuola

Appello per il ripristino della storia dell’arte
di P.A.
Un nutrito gruppo di intellettuali italiani ha firmato l’appello rivolto alla ministra dell’istruzione, Carrozza, e al presidente del consiglio, Letta, affinchè non continuano sul solco del riordino della Gelmini che cancellò l’insegnamento della Storia dell’arte
L’appello dei docenti di Storia dell’arte sta raccogliendo molti consensi e ha tra i primi firmatari Adriano La Regina, Salvatore Settis, Cesare de Seta e Rosi Fontana
APPELLO AL MIN. CARROZZA PER IL RIPRISTINO DELLA STORIA DELL’ARTE
Che l’Italia sia il Paese al mondo con la maggiore quantità di beni artistici e culturali è cosa nota.
Possiamo vantare circa 6.000 siti archeologici, 4.700 musei , 46.000 beni architettonici vincolati, 44 i siti italiani patrimonio mondiale UNESCO, per non parlare della bellezza delle nostre città e dei nostri borghi, della miriade di opere d’arte sparse in chiese, palazzi, piazze. Ma forse ci siamo talmente abituati e assuefatti a tale abbondanza d’arte che pervade ogni angolo del nostro Bel Paese, che neanche percepiamo la gravità insita nelle carenze delle nostre politiche dei beni culturali, troppo poco incentrate su una seria promozione alla valorizzazione e tutela del patrimonio e dunque sulla sua conoscenza attraverso una “Politica della Formazione ai Beni Culturali”. A proposito di quest’ultimo aspetto, è ormai tempo di cambiare rotta. Con una tale preziosissima eredità, è pensabile che i nostri ragazzi non studino adeguatamente il mondo in cui vivono e, soprattutto, in cui dovranno muoversi da adulti? In un Paese come il nostro ci si aspetterebbe che uno dei pilastri della formazione scolastica sia lo studio della Storia dell’arte, cioè della storia della principale risorsa che abbiamo la fortuna di aver ereditato. Invece forse non è stato sufficientemente evidenziato come proprio tale disciplina sia stata pesantemente decurtata dall’offerta formativa in diversi indirizzi delle scuole superiori dalla Riforma dell’ex Ministro Gelmini. E’ fondamentale, soprattutto in una fase così complessa ed economicamente fragile come quella che l’Italia sta attraversando, attuare tempestivamente scelte che si muovano nella direzione opposta a quanto fatto negli ultimi anni. Intervenire con una Riforma dell’Istruzione che potenzi questo ambito di studio produrrebbe degli enormi benefici, a più livelli: civico-formativo ed economico-occupazionale (che corrispondono poi ai punti critici della nostra società). Nel Paese dei Beni Culturali per eccellenza, continuare ad impedire ai ragazzi di maturare una adeguata conoscenza del proprio patrimonio artistico, significa infatti ostacolare non solo una formazione culturale degna di questo nome, ma anche lo sviluppo di quel senso civico che tutti noi auspichiamo e che si sviluppa a partire dalla conoscenza e dal conseguente rispetto per quell’insieme di valori territoriali, ambientali, storici e artistici che chiamiamo Cultura. Se non si apprende la storia dei luoghi e dei monumenti che ci circondano, come si potrà maturare il valore del rispetto per gli spazi comuni? Si pensi poi all’innegabile potere che ha, a livello formativo, la sensibilizzazione alla bellezza e al valore dei nostri beni artistici: un adolescente che cresca educato in questa direzione, sarà un individuo meno soggetto al degrado che sempre più dilaga nelle nostre città. Incredibilmente importanti, poi, sono le potenzialità che una approfondita formazione al nostro patrimonio artistico e archeologico avrebbe a livello occupazionale. In Italia dovremmo poter vivere e lavorare principalmente di questo, mentre siamo al paradosso che i milioni di turisti che ogni anno vengono a visitare le nostre città e i nostri musei tornano a casa con un bagaglio di conoscenze relative alle nostre bellezze artistiche in proporzione molto maggiore rispetto alla cognizione che ne ha mediamente un italiano, il quale vive una intera esistenza in quel contesto senza aver avuto la possibilità di studiarne adeguatamente la storia e comprendere appieno valore. Se si continua a trascurare questo ambito per noi così vitale, come si finirà? Bisogna forse aspettare di veder deteriorati altri antichi beni, la cui precaria tutela in tempi recenti ha fatto tremare molti italiani al crollo di strutture millenarie come quelle di Pompei, per arrivare a comprendere finalmente che la più grande potenzialità economica e la più “pulita” industria italiana è proprio quella legata ai beni culturali? Sono le domande che si pongono gli insegnanti di Storia dell’arte delle scuole superiori, firmatari di un appello rivolto al Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, e sottoscritto da grandi nomi del mondo della cultura e dell’arte, in cui si chiede di potenziare lo studio di questa meravigliosa e per noi vitale materia scolastica. Sarebbe un primo, fondamentale, mattone nella costruzione dell’Italia di domani.

Nella legge di stabilità non c’è spazio per la riduzione dell’età pensionabile

da Tecnica della Scuola

Nella legge di stabilità non c’è spazio per la riduzione dell’età pensionabile
di Giovanni Sicali
Gli assegni pensionistici mensili dell’Inps sopra i tremila euro lordi saranno bloccati. E’ la misura preannunciata dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini , che vuole risparmiare così qualche milione di euro da utilizzare per provvedimenti di solidarietà sociale
Nel 2014 non verranno dunque aumentati in base all’inflazione, come invece dovrebbe avvenire di regola (anche se il governo Monti, in via temporanea per un biennio, fino a dicembre 2013, ha sospeso la rivalutazione di tutte le rendite sopra i 1.443 euro). E’ vero che il 29/04/2013, E. Letta dichiarava nel discordo programmatico che “si sarebbero studiate forme circoscritte di gradualizzazione del pensionamento, come l’accesso con 3-4 anni di anticipo al pensionamento con una penalizzazione proporzionale”. Ma il giorno 8/10/2013, nell’audizione alla Camera, il ministro del Lavoro Giovannini – facendo il punto sulle pensioni – si è mostrato molto scettico sulla flessibilizzazione dell’età pensionabile, cioè la possibilità di andare in pensione prima dell’età prevista, sia pure con penalizzazioni. Tale ipotesi aumenterebbe la spesa pensionistica in quanto le penalizzazioni introdotte non sarebbero in grado di compensare l’elevato numero di nuovi pensionati che questa misura creerebbe. “Le proposte di flessibilizzazione avrebbero l’effetto di aumentare il numero delle pensioni dal 2014, per un onere di diversi miliardi all’anno. Inoltre, la penalizzazione prevista nel caso di pensionamento anticipato non compenserebbe l’onere delle altre pensioni che lo stato dovrebbe pagare e costerebbe miliardi”. Quindi per il ministro il problema del’età è bello e risolto e non sarà stravolto l’impianto dell’attuale sistema pensionistico “Fornero” perché garantirà da qui al 2021 ben 93 miliardi di euro di risparmi. Invece secondo il segretario nazionale della Cgil, Vera Lamonica, “La Legge Fornero è socialmente insostenibile e non si può liquidare il tema della flessibilità come non proponibile”. Per questo sostiene che è necessario “aprire un tavolo sulla previdenza per discutere su tutte le questioni aperte, dalle pensioni d’oro alla necessaria rivalutazione delle pensioni in essere e ad altre modifiche da apportare alla riforma Fornero”. Le speranze di una possibile riduzione dell’età pensionabile sono ridotte al lumicino. In attesa del testo definitivo della legge di stabilità: • Non va dimenticato che nel 2014, per la pensione anticipata (42 anni e 6 mesi di servizio), sono previste delle penalizzazioni a carico di chi sceglie di ritirarsi dal lavoro prima dei 60-62 anni di età. In particolare, l’assegno viene tagliato dell’1% per ogni anno che separa il pensionato dal raggiungimento dei 62 anni e di ben il 2% per ogni anno che precede il compimento dei 60 anni. • Restano invariati fino al 31 dicembre 2015 i requisiti di vecchiaia per gli uomini e per le donne dipendenti pubbliche: 66 anni e 3 mesi

Il Pdl presenta 83 emendamenti al DL Scuola

da Tecnica della Scuola

Il Pdl presenta 83 emendamenti al DL Scuola
di P.A.
E’ quanto scrive in una nota Elena Centemero, responsabile nazionale Scuola del PdL
“Il Pdl ha depositato 83 emendamenti e 13 articoli aggiuntivi al DL Scuola. Si tratta di interventi volti a migliorare il provvedimento soprattutto nella parte relativa al rapporto scuola-lavoro, all’orientamento, al diritto allo studio ad ogni livello del sistema di istruzione e formazione. Altre misure riguardano la semplificazione delle procedure per i percorsi di abilitazione e le graduatorie dei concorsi, affinché abbiano valenza biennale”.  
”Proponiamo inoltre lo status dello studente in alternanza e la possibilità, in tutti i cinque anni della scuola superiore e a partire dal primo anno, di effettuare periodi di formazione in azienda e in apprendistato, che deve essere diffusi anche nei percorsi post diploma. Punti qualificanti sono anche il ruolo unico per il sostegno nella scuola superiore e un ruolo speciale per i docenti che insegnano nelle carceri. Abbiamo voluto intervenire anche a sostegno dei Tfa ordinari e degli ultimi sissini. Per le scuole paritarie chiediamo un pieno rispetto dello stato di parità e, da ultimo, proponiamo un intervento sul bonus maturità che consenta agli studenti che col bonus avrebbero avuto accesso ai corsi di laurea di essere ammessi in soprannumero”

La ministra Carrozza: “Insegnanti, contratto da firmare nel 2014”

da Tecnica della Scuola

La ministra Carrozza: “Insegnanti, contratto da firmare nel 2014”
di P.A.
Poi sarà l’anno dei ricercatori: basta fughe di cervelli. Rimediare ai guasti come i “Q96”. E in vista del congresso del Pd, rivolta a Renzi: “Ascolti la mia idea di scuola”. Ospite oggi al videoforum di Repubblica Tv, la ministra ha percorso brani per migliorare la scuola.
Dopo un excursus sulle università, i concorsi e il problema degli alloggi per i fuorisede, la ministra è tornata sul cosiddetto “bonus maturità” che rimane per la Carrozza “una ferita. I posti sono stati assegnati, siamo arrivati in fondo al processo, dovremo rivedere tutto il sistema di accesso alle università, come sono fatti i test, la loro qualità. E’ molto importante che in questa opera di selezione che si fa per entrare a medicina siano coinvolti i medici. A mio avviso il voto del diploma non è un buon modo per selezionare. Non è giusto che chi fa il test meglio non entra rispetto a chi ha fatto un test peggiore. A meno che non si entra in futuro in una logica di revisione totale dell’accesso”. Relativamente al caos delle abilitazioni, laureati che hanno superato i duri tirocini formativi attivi improvvisamente equiparati a chi non aveva fatto alcun concorso, la Carrozza dice: “Lo scontro tra giovani precari, tra chi vince un concorso e chi ha già fatto esperienza senza mai essere assunto, è il cuore dei problemi della scuola italiana. Stiamo rivedendo tutta questa fase di accesso alla cattedra. Il sottosegretario Rossi Doria sta completando un lavoro impostato su due fasi: una temporanea per assorbire le contraddizioni di oggi per poi impostare un canale unico per le abilitazioni dei laureati italiani”. E sui docenti, Carrozza dice: “Il mestiere dell’insegnante è usurante, ma ora abbiamo leggi che dobbiamo rispettare. Certo, è necessario rimediare ai guasti che abbiamo fatto come quelli, i cosiddetti ‘quota 96′, che non sono riusciti ad andare in pensione”. Ma per fare tutto questo, anche per pagare gli scatti di anzianità oggi bloccati, serve il “rinnovo contrattuale per gli insegnanti: una nuova forma di contratto, che per molti è un tabù. Dedicheremo il 2014 al rinnovo del contratto nel mondo della scuola”. Sugli impressionanti dati forniti dall’Ocse, un adulto su tre non sa far di conto e ha problemi con la comprensione di ciò che legge, la ministra si è detta molto preoccupata: “I cittadini italiani che non sanno leggere, neppure capire una legge, sono manipolabili. E’ necessario continuare a formare i cittadini italiani anche da adulti e un aggiornamento degli insegnanti. Per anni abbiamo tolto risorse alla scuola, credendo che per motivi sovrannaturali avrebbe continuato a funzionare. Questi sono i risultati. Abbiamo tolto soldi e impoverito tutto il sistema”. Quanto al nodo concorsone, vale a dire l’assunzione di insegnanti in pianta stabile, spiega: “Nel futuro dovremo rendere più efficienti le procedure”. Quanto invece al prossimo esame di maturità, la Carrozza conferma la cancellazione del bonus, “il punteggio dell’esame non è il modo migliore per scegliere un medico. Vorrei investire sulla scelta del corso universitario, affinché gli studenti liceali vedano gli ultimi anni di scuola in preparazione al futuro. Preparare all’accesso all’università è un ruolo fondamentale per le scuole, e la scuola questo ruolo se lo deve prendere, non lasciarlo ai privati. Il ruolo della scuola non finisce con l’esame di maturità. Deve preparare il cittadino, attrezzarlo per il suo successo futuro, per il suo lavoro”. Quanto poi al suo ruolo nel Pd in vista del congresso: “Devo lavorare senza altri pensieri su università e ricerca, se Matteo Renzi vuole parliamo insieme del modello di scuola che ho in testa”.

Carrozza, superare le 4 aree per il sostegno

da Tecnica della Scuola

Carrozza, superare le 4 aree per il sostegno
La ministra dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, rispondendo al question time di oggi sul tema degli insegnanti di sostegno e al relativo inserimento nelle scuole degli alunni con disabilità, ha detto che bisogna superare la divisione delle 4 aree di competenza
”Al fine di favorire la mobilità e le nuove assunzioni nella scuola, chiederemo ancora ai sindacati, come è già stato fatto in passato, di superare la divisione delle quattro aree di competenza per gli insegnanti di sostegno”. ”Occorre – ha spiegato il ministro – distinguere tra passato e futuro, tra gli insegnanti che già sono stati reclutati e quelli che ancora, invece, non lo sono: in queste condizioni, l’unificazione delle quattro aree potrebbe avere delle disfunzioni per gli insegnanti di sostegno”.

Accertamento competenza linguistica

da Tecnica della Scuola

Accertamento competenza linguistica
Per l’esercizio della professione docente ai sensi della direttiva comunitaria 2005/36 e decreto legislativo n. 206/2007.
In data 26 settembre 2010 sono state indicate, con la C.M. n. 81, le modalità di accertamento e di documentazione della lingua italiana ai fini del riconoscimento della professione di docente, ai sensi della suddetta normativa.
La direttiva 2005/36/CE e il decreto legislativo nazionale di attuazione 6 novembre 2007, n. 206, prevedono rispettivamente agli articoli 53 e 7 che “per l’esercizio della professione i beneficiari del riconoscimento delle qualifiche professionali devono possedere le conoscenze linguistiche necessarie”.

Con la nota Miur prot.n. 5274 del 7 ottobre 2013 emanate nuove indicazioni per l’accertamento della competenza linguistica necessaria per l’esercizio della professione docente ai sensi della direttiva comunitaria 2005/36 e decreto legislativo n. 206/2007.

Ata: risultato favorevole per immissioni in ruolo e posizioni economiche

da Tecnica della Scuola

Ata: risultato favorevole per immissioni in ruolo e posizioni economiche
La Flc Cgil riferisce che il tentativo di conciliazione al Miur, effettuato il 7 ottobre, ha avuto esito positivo: sospesa pertanto la mobilitazione, sospensione subordinata però alla verifica degli effettivi risultati raggiunti.
Ecco quanto riportato sul proprio sito internet dalla Flc Cgil a proposito delle varie tematiche trattate nel “tavolo di conciliazione” tenuto al Ministero dell’istruzione il 7 ottobre scorso:
Immissioni in ruolo
Su questo punto, uno degli oggetti fondamentali del nostro tentativo di conciliazione col MIUR, il Ministero ci ha dato ampie rassicurazioni che vanno nella direzione di una soluzione positiva di questa grave vicenda. L’Amministrazione ha presentato un emendamento, oggetto di discussione in sede di conversione entro il 9 novembre prossimo del Decreto sulle Misure urgenti per l’Istruzione (DL 104), che modifica in modo sostanzialmente migliorativo la misura sul passaggio dei docenti inidonei. Si sbloccherebbero, fin da subito, col parere favorevole della Ragioneria Generale dello Stato (RGS), i posti su cui sarebbero effettuate le immissioni in ruolo degli assistenti tecnici e amministrativi. Si attenderebbe, quindi, solo la conversione del decreto legge 104 per conoscere anche la ripartizione dei posti a livello territoriale e i tempi precisi dell’operazione.
 
Posizioni economiche
Anche per risolvere questo caso il MIUR ha presentato un emendamento al DL 104/13, tentando di superare il blocco introdotto dal DL 78/10 (Legge Tremonti) che, secondo il MEF, non consentiva il riconoscimento del beneficio economico. In questo modo il DL 78/10 non troverebbe applicazione nei riguardi delle posizioni economiche del personale ATA. Quindi, si tratterebbe di un emendamento, “salva posizioni economiche”.
 
Indennità di reggenza al DSGA
La sessione negoziale all’Aran, dopo l’atto d’indirizzo del MIUR, nonè stata ancora avviata dal MEF, il quale però ha preso impegni per farlo quanto prima e decidere sulla misura del compenso spettante ai Direttori che reggono due scuole e che stanno svolgendo questa funzione da oltre un anno.
 
Concorso ordinario e riservato per i DSGA
Il Ministero si è detto favorevole a bandire il concorsoe ci ha comunicato che stannoattendendo l’accordo Stato-Regioni sul dimensionamento, poiché è inevitabilmente legato a questa vicenda. Al MEF occorre un testo definitivo di legge che, modificando la norma sul dimensionamento, stabilisca un parametro certo sul quale calcolare il numero preciso dei posti occorrenti prima di poter indire il concorso.
 
Tavoli tecnici
Avevamo pressato il Ministero per la mancata attivazione dei tavoli di confronto tra Centri ministeriali e Scuole autonome, impegno formalmente ottenuto durante la Conferenza organizzata dalla nostra organizzazione sindacale al MIUR il 3 giugno scorso. Nel corso della conferenza l’Amministrazione aveva offerto la propria disponibilità a predisporre delle linee guida per le scuole, al fine di alleggerire il peso della burocrazia, riversata da MIUR e MEF, sulle istituzioni scolastiche rispetto a questioni legate alla funzionalità dei sistemi informatici, ai controlli delle ragionerie provinciali che non si coordinano tra loro, etc… Il Ministero, nell’ambito del tentativo di conciliazione, ha convenuto di iniziare un percorso di confronto sulle tematiche emergenti per il personale ATAe le scuole, concordando una data prossima e certa per affrontare tutte le questioni peculiari, con i capi specifici dei Dipartimenti (Chiappetta e Bono). A partire dal 15 ottobre prossimo ci sarà, perciò, un incontro per definire, non solo quanto evidenziato sopra, ma anche la determinazione di ulteriori percorsi che riguardano, in modo particolare, la revisione delle tabelle sugli organici, la modifica del regolamento sulle supplenze, l’indennità ai sostituti dei DSGA, calendarizzando delle ulteriori scadenze di confronto.
 
Ditte di appalto per i servizi di pulizia
Abbiamo inoltre affrontato il problema della riduzione del finanziamento per le ditte di appalto e il Ministero ci ha comunicato che la questione sarà trattata ad un tavolo politico, convocato quanto prima dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Ministero ha concordato con la nostra istanza di chiedere un allargamento del tavolo a tutti gli interlocutori interessati, compresi i sindacati dei lavoratori della scuola.
 
La FLC CGIL, prendendo atto del fatto che l’Amministrazione ha assunto degli impegni su ciascuna materia, posta alla base della proclamazione dello stato di agitazione e dell’esperimento del tentativo di conciliazione, ha sospeso la decisione rispetto a specifiche iniziative di lotta, subordinandole alla verifica del rispetto puntuale delle azioni conseguenti da parte del Ministero.