Cluster Tecnologici Nazionali, firmato il provvedimento di ammissione alle agevolazioni

Cluster Tecnologici Nazionali, firmato il provvedimento di ammissione alle agevolazioni: 266 milioni di euro per la ricerca applicata

E’ stato firmato il provvedimento che dà il via all’assegnazione dei fondi destinati ai progetti vincitori dell’Avviso pubblico per lo sviluppo e potenziamento di otto Cluster Tecnologici Nazionali. Saranno impegnati 266 milioni. La scelta dei progetti è stata fatta pensando a quelle che dovranno essere le priorità del Paese in vista del Programma Quadro per la Ricerca Europea Horizon 2020. In particolare si è puntato sui progetti che rappresentavano i migliori modelli di aggregazione pubblico-privata, dove era forte la collaborazione delle grandi, piccole e medie imprese con Università ed Enti pubblici di ricerca o caratterizzati da un alto livello di internazionalizzazione. Il processo di valutazione ha coinvolto, per la prima volta, qualificati esperti internazionali.

Nell’ambito degli otto Cluster, sono stati approvati 30 progetti, che coinvolgono (nell’ottica di una collaborazione pubblico-privato che è la strategia sollecitata dall’Europa) 456 soggetti. Si tratta, in particolare, di 112 soggetti della ricerca (enti pubblici di ricerca, università, Ircss) e 344 soggetti industriali (di cui 140 grandi imprese e 204 piccole e medie imprese, tra le quali alcune start up).

I 30 progetti approvati impegnano circa 266milioni di euro a cui il Miur contribuisce con 170 milioni come contributo alla spese e con 96 milioni come credito agevolato. Ognuno degli otto Cluster, nati grazie all’Avviso del Miur, costituisce una rete ampia e inclusiva delle eccellenze italiane operanti su tutto il territorio nazionale in aree tecnologiche strategiche per il sistema Paese: Fabbrica Intelligente, Chimica verde, Scienze della Vita, Mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina, Agrifood, Aerospazio, Tecnologie per le Smart Communities, Tecnologie per gli ambienti di vita. Ora la sfida per i Cluster sarà quella di dimostrare la capacità di attrarre ulteriori investimenti pubblici e privati, finalizzati allo sviluppo ed all’impiego di capitale umano qualificato (per esempio dottori di ricerca) capace d’incrementare la qualità dei prodotti della ricerca ed il loro impatto sull’impresa, sul mercato e sullo sviluppo dei territori di riferimento.

Pensioni. La legge 243 del 2004 regala alle donne solo il tempo

da Tecnica della Scuola

Pensioni. La legge 243 del 2004 regala alle donne solo il tempo
di Giovanni Sicali
L’art. 1° della legge 243/ 2004, al c.9, prevede per le donne -una sperimentazione pensionistica, confermata anche dall’art. 24 c. 14 della “Salva Italia” n. 201/2011
Si tratta di un “regalo” alle lavoratrici perché possano anticipare l’andata in pensione rispetto ai requisiti stabiliti dalla Fornero. Sono dimissioni volontarie con opzione contributiva in presenza di almeno 35 anni di contribuzione e 57 di età (58 anni per le autonome) e con scadenza sperimentale al 31/12/2015, salvo “eventuale prosecuzione”. Le lavoratrici dipendenti che optano per questa soluzione, devono avere – al 31.12.2013 – almeno 57 anni di età (più 3 mesi per l’incremento di vita) con almeno 35 anni di contribuzione. Si veda a questo proposito la Circolare Inps ex Inpdap n. 37 del 14.3.2012. Che non si tratti di un regalo alle donne lo si capisce dal “do ut des” che lo Stato pattuisce con esse perché pretende che optino “per una liquidazione del trattamento medesimo secondo le regole di calcolo del sistema contributivo previste dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 180”. La possibilità per le donne di anticipare la pensione di anzianità optando per il sistema di calcolo contributivo sta per concludersi (salvo proroga). Attenzione: i calcoli di convenienza devono essere fatti velocemente, perché la scelta deve avvenire nelle prossime settimane. Infatti, la decorrenza della pensione deve scattare entro il 31 dicembre 2015 e la domanda va presentata in tempo utile considerando le finestre di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per quelle autonome. I requisiti dovranno essere perfezionati, quindi, rispettivamente entro ottobre 2014 ed aprile 2014.
Rientrano in queste finestre le lavoratrici con un’anzianità contributiva di almeno 18 anni al 31 dicembre 1995 (quelle che rientrano nel sistema retributivo), che non abbiano già maturato i requisiti per la pensione di anzianità entro il 31 dicembre 2007, e quelle con anzianità contributiva inferiore, che rientrano nel sistema “misto”. Il vantaggio consiste naturalmente nella possibilità di maturare il diritto alla pensione di anzianità con i requisiti più favorevoli in vigore prima del 2008, quindi con 57 (o 58 ) anni di età, avendone 35 di contributi. L’uscita effettiva può insomma essere anticipata di vari anni e in questo senso la convenienza è aumentata ancora con la riforma in vigore dal 2012, che sposta ulteriormente in avanti la possibilità di lasciare il lavoro. La stima della pensione col solo “contributivo” è di circa il 25- 30% in meno rispetto ad una pensione con il retributivo, perché il fattore dell’età ha una forte incidenza sulla pensione contributiva.
Essenzialmente, la pensione sarà più bassa in quanto l’importo viene determinato per intero con il metodo di calcolo contributivo e, a parità di anni lavorati è generalmente meno conveniente del retributivo perché tiene conto dell’intera carriera lavorativa e non solo degli ultimi dieci anni; inoltre il calcolo contributivo viene periodicamente aggiornato, con conseguente riduzione dell’importo, per tenere conto dell’aumento dell’aspettativa di vita. P.S. Se fossi donna ci penserei bene a sfruttare il regalo della legge 243/2004, e seguirei il consiglio di Virgilio, ottimo conoscitore del cuore femminile: “Tìmeo Dànaos et dona ferentis : Temo i Greci anche quando portano doni” (Eneide Libro II, 49). Furono le parole pronunciate da Laocoonte ai Troiani per convincerli a non fare entrare il famoso cavallo di Troia nella città. Non fece una bella fine né lui né i suoi figli, prima ancora dell’olocausto di tutta Ilio!

Pagamento ferie: vertenza Flc-Cgil

da Tecnica della Scuola

Pagamento ferie: vertenza Flc-Cgil
di Lucio Ficara
La questione è vecchia: il MEF ritiene che la norma contenuta nella legge di stabilità per il 2013 valga fin dal momento della pubblicazione della legge stessa. Ma il testo del provvedimento dice una cosa diversa.
Avviare una vertenza su scala nazionale è sempre una estrema ratio, che però va portata avanti quando non esiste una ragionevole considerazione da parte dell’amministrazione. Questo è il caso del mancato pagamento delle ferie al personale scolastico, che a causa della scadenza del contratto, al termine delle lezioni o al termine delle attività didattiche, non ha potuto fruire delle ferie nei periodi antecedenti il giugno 2013. A tutela dei lavoratori della scuola con supplenza fino al 30 giugno a cui non è stato corrisposto il compenso per le ferie non godute al termine dell’anno scolastico 2012-13, non prima di avere tentato un confronto conciliante, la FLC CGIL ha avviato quindi una vertenza nazionale. Bisogna ricordare che la legge di stabilità 2013, al comma 56 dell’art.1 prevede, senza lasciare dubbi a spazi interpretativi, che le nuove norme sulla non monetizzazione delle ferie non godute si applichino a partire dal primo settembre 2013. Invece come viene evidenziato da una discutibile nota interpretativa del Mef, i lavoratori non avrebbero più diritto al pagamento delle ferie, dall’entrata in vigore della legge di stabilità 2013. Quindi sempre secondo il Ministero di economia e finanza, il personale scolastico è chiamato a fruire, anche d’ufficio se è il caso, delle ferie, nei periodi di sospensione delle lezioni vacanze natalizie, pasquali e nei periodi di settembre e giugno. Secondo il sindacato tale comportamento, adottato dall’Amministrazione nei confronti del personale precario è illegittimo almeno per quello che attiene l’anno scolastico scorso; invece è corretta, a meno di eventuale sentenza contraria della Corte costituzionale, l’applicazione del divieto di monetizzare le ferie per l’anno scolastico attualmente in corso. Il sindacato guidato da Mimmo Pantaleo è convinto, attraverso la voce dei suoi legali, di poter recuperare le somme dovute alle ferie non godute, per coloro che aderiranno a tale vertenza.

Ichino: “Docenti malpagati, ma lavorano poco”

da Tecnica della Scuola

Ichino: “Docenti malpagati, ma lavorano poco”
di Lucio Ficara
Che i docenti italiani lavorino poco è una ipotesi molto azzardata, anzi del tutto falsa. Basta fare i conti. Senza parlare poi delle condizioni di lavoro alle quali i docenti sono spesso costretti. Ecco perchè Ichino sbaglia
Il termine teoria è sostanzialmente diverso dal termine teorema. Il primo si basa su una serie di ipotesi che hanno lo scopo di spiegare e formulare principi su base scientifica, il secondo invece è un’affermazione matematica che segue logicamente da un insieme di assiomi. Quella esposta dal prof. Andrea Ichino, in un articolo pubblicato qualche giorno fa sul Corriere della Sera on line, secondo la quale i docenti lavorano poco e quindi vengono pagati poco, è una semplice teoria, che potrebbe essere condizionata da una scelta ipotetica completamente sbagliata. Infatti l’ipotesi per cui i docenti lavorano poco, e non sarebbero stati neppure reclutati tra i laureati migliori, è completamente priva di ogni fondamento. Come è ingeneroso affermare che la responsabilità dei modesti risultati dei nostri ragazzi, rilevati attraverso i dati Ocse esaminati dal Rapporto del Forum “Idee per la crescita”, è la naturale conseguenza del fatto che i nostri docenti lavorano poco, vengono pagati poco e sono per giunta laureati di seconda o addirittura terza classe. Sulla base di questo presumibile errore, basato su un’ipotesi azzardata, la conseguenza della teoria del prof.Ichino, per cui, al docente che lavora poco, è normale che venga corrisposta una retribuzione adeguata al suo modesto impiego orario, si può concludere che la sua teoria poggia su basi inconsistenti. Vorremmo provare a contrappore alle traballanti teorie dell’econometrista bocconiano, più che una teoria, basata su ipotesi discutibili, un più semplice e conciso teorema, che affermi il contrario di quanto sostenuto dal prof. Ichino. Quale sarebbe l’enunciato di questo teorema? “I docenti lavorano molto, spesso in situazioni di totale svantaggio, quindi è giusto che vengano retribuiti adeguatamente”.
Sull’ipotesi che i docenti lavorino molto, possiamo asserire, senza timore di essere smentiti, che è un dato oggettivo, facilmente riscontrabile. Ad esempio un docente di scuola secondaria, oltre le 18 ore settimanali di servizio in classe, deve adempiere ad alcuni obblighi aggiuntivi di attività funzionale all’insegnamento. Queste attività sono di due tipologie, quelle individuali come ad esempio la preparazione delle lezioni, la preparazione delle verifiche, la correzione degli elaborati scritti, il tempo da dedicare ai rapporti individuali con le famiglie, e quelle collegiali, che tra collegi dei docenti, attività di programmazione e colloqui con le famiglie per l’informazione degli esiti degli scrutini, impegnano il docente per 40 ore annue, poi ci sono i consigli di classe per cui sono previste altre 40 ore annue, in più ogni docente deve garantire la sua presenza, al fine di una collegialità perfetta, in sede di scrutini intermedi e finali. Sbaglia chi pensa che il lavoro del docente si limiti soltanto al lavoro di lezione, esiste un lavoro sommerso, forse invisibile, che non è precisamente quantificabile, ma è sicuramente impegnativo e dispendioso, come per esempio è quello della correzione degli elaborati che portano via diversi pomeriggi di lavoro. Tutto questo lavoro è svolto, molto spesso, in situazioni di totale svantaggio. Di quale svantaggio parliamo? Strutture scolastiche fatiscenti, che a volte cadono a pezzi, dove mancano le più elementari norme sulla sicurezza, classi stracolme di alunni, dette “classi pollaio”, dove a volte i troviamo anche studenti diversamente abili o che avrebbero bisogno di percorsi educativi speciali, scuole dove mancano gli strumenti di nuova tecnologia, ma anche la carta e dove i docenti non hanno la disponibilità nemmeno di fare una fotocopia. Questa è la fotografia reale della scuola italiana, dove i docenti, eroicamente e con grande spirito deontologico, lavorano tanto, spesso in situazioni di totale svantaggio ed è quindi giusto che vengano retribuiti adeguatamente.

Dl Pubblica amministrazione: ecco le modifiche

da Tecnica della Scuola

Dl Pubblica amministrazione: ecco le modifiche
Il dl Pubblica amministrazione è stato licenziato dal Senato dopo quasi un mese di lavori parlamentari. Il provvedimento – composto inizialmente da 12 articoli – introduce norme per la stabilizzazione dei precari delle P.A con le quali viene circoscritto l’utilizzo delle forme contrattuali flessibili
Il decreto rinvia l’avvio dei concorsi pubblici alla fine del 2015, slittamento che dovrebbe permettere l’assorbimento di coloro che già lavorano nelle amministrazioni pubbliche con contratti a termine. I posti con contratto a tempo indeterminato spetteranno quindi ai vincitori di concorso pubblico (in fila nelle graduatorie a esaurimento), che hanno lavorato nella Pubblica amministrazione per almeno tre anni negli ultimi cinque. Il decreto prevede anche che i dipendenti pubblici in esubero (i cosiddetti esodati) potranno andare in pensione (fino alla fine del 2015) con le regole in vigore prima della riforma Fornero. 

 Tra le altre cose vengono introdotte nuove norme per la razionalizzazione delle spese della Pa; l’istituzione dell’Agenzia per la coesione territoriale che avrà il compito di offrire supporto tecnico alle amministrazioni regionali e locali per l’utilizzo dei fondi strutturali europei. Ora il provvedimento passerà all’esame della Camera. Queste le novità principali introdotte al Senato.
LIMITAZIONI TURNOVER 
Termineranno nel 2015 le limitazioni al turnover, la riserva del 50% dei posti a concorso per chi ha avuto un contratto di lavoro a termine per tre anni negli ultimi cinque. Inoltre, con un emendamento del relatore Giorgio Pagliari (Pd), la validità delle attuali graduatorie dei concorsi pubblici con assunzioni a tempo indeterminato sarà prorogata fino al 2016 (invece che nel 2015, previsto inizialmente dal decreto). 

 TAGLI AUTO BLU E CONSULENZE 
Con le modifiche della commissione Affari costituzionali del Senato arrivano anche nuovi tagli per le autoblu: è infatti passato un emendamento promosso dai senatori del Movimento 5 stelle e dalla senatrice Laura Puppato (Pd) che impone nuove restrizioni. A partire dal 2014 le Pubbliche amministrazioni potranno spendere dall’80% (previsto precedentemente dal decreto) al 60% del limite di spesa previsto per il 2013. Il limite di spesa vale per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture, nonché per l’acquisto di buoni taxi. 

E ‘nei casi in cui è ammesso l’acquisto di nuove autovetture’ le amministrazioni dovranno ricorrere a ‘modelli a basso impatto ambientale e a minor costo di esercizio’. Il taglio arriva anche per le consulenze: le Pa potranno spendere dal 90% (previsto originariamente dal decreto) all’80% del limite di spesa previsto per il 2013. Come previsto già dal provvedimento, la norma non viene applicata per le attività sanitarie connesse con il reclutamento, l’avanzamento e l’impiego del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
STRALCIATE NORME SU MOBILITÀ PERSONALE SOCIETÀ PARTECIPATE 
Con un emendamento soppressivo presentato in Aula all’articolo 3, a firma del Governo, spariscono le norme sulla mobilità del personale tra società partecipate delle Pa. I provvedimenti – a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi – verranno riproposti con la legge di Stabilità. Lo stralcio – deciso dopo le continue bocciature della commissione Bilancio del Senato, che ha esaminato il decreto in sede consultiva – riguarda sei dei sette commi dell’articolo 3. 

Rimane in vita, infatti, il primo comma in materia di funzionalità degli uffici giudiziari, ‘caratterizzati – si legge nella relazione tecnica al decreto – da una grave carenza di personale’ e ‘consente un più rapido assorbimento di personale soprannumerario attraverso procedure di mobilità’. Il comma 1 – l’unico ancora in vita – prende a riferimento le amministrazioni pubbliche che presentano situazioni di soprannumerarietà o di eccedenza rispetto alle loro dotazioni organiche ridotte, consentendo, al relativo personale, un passaggio diretto tramite domanda da presentare al ministero della Giustizia per ricoprire i posti vacanti del personale amministrativo. 

Con il passaggio viene anche stabilito il trattamento economico da corrispondere a coloro che sono interessati a tali processi di mobilità. I commi soppressi, invece, riguardano le misure sulla mobilità – dei dipendenti pubblici – fra società partecipate direttamente o indirettamente dalle amministrazioni pubbliche.  STOP BUONUSCITE ‘D’ORO’ A DIRIGENTI PARTECIPATE 
L’Aula del Senato ha approvato un emendamento all’articolo 3 che punta a mettere un freno alle buonuscite ‘d’oro’ dei dirigenti di società partecipate dalle amministrazioni pubbliche. La misura prevede che ‘nella regolamentazione del rapporto di lavoro dei dirigenti, le società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni o enti pubblici non possono inserire, in assenza di preventiva autorizzazione dei medesimi enti o amministrazioni, clausole contrattuali che al momento della cessazione del rapporto prevedano’ per questi soggetti ‘benefici economici superiori a quelli derivanti ordinariamente dal contratto collettivo di lavoro applicato’. La misura prevede anche la nullità delle clausole in essere quando siano state sottoscritte ‘in difetto dei prescritti poteri o deleghe in materia’. 

 TORNA NORMA GRADUATORIE DOCENTI RELIGIONE ‘A ESAURIMENTO’ 
Torna la norma sulle graduatorie per gli insegnanti di religione. Grazie a un emendamento del relatore le graduatorie di merito del concorso bandito con il decreto direttoriale del 2 febbraio 2004 saranno trasformate in graduatorie a esaurimento. Come anticipato da Public Policy, la norma era già contenuta nella prima bozza del decreto Istruzione (ora al vaglio della commissione Cultura della Camera) che però non era rientrata nel testo definitivo varato dal Consiglio dei ministri. 

Le graduatorie saranno utilizzate, nella misura del 50% dei posti vacanti e disponibili nelle dotazioni organiche, per l’assunzione a tempo indeterminato di nuovi insegnanti di religione cattolica. Un sistema identico a quello delle graduatorie dei precari e delle assunzioni da doppio canale, uno delle Gae (Graduatorie a esaurimento) e un altro da graduatoria concorso. MEDICI FISCALI E INCARICHI PROVINCIALI 
Con due emendamenti differenti (a firma Gal – Gruppo autonomie e libertà) vengono introdotte nuove norme per i medici fiscali Inps che trasforma le liste speciali, già costituite, in liste speciali ad esaurimento; la seconda salva sino al 31 dicembre 2014 gli incarichi dirigenziali conferiti dalle Province 
ACCESSO PA PER EX DIPENDENTI COMUNITÀ ATLANTICA 
Viene incrementata la dotazione del Fondo istituito nel 2006 dal ministero dell’Economia, per l’assunzione nelle Pubbliche amministrazioni di ‘personale civile’ con precedenti esperienze lavorative (almeno un anno) ‘negli organismi militari della Comunità atlantica, operanti sul territorio nazionale’. Tra questi, le Pa potranno assumere coloro ‘che sono stati licenziati in conseguenza di provvedimenti di soppressione o riorganizzazione delle basi militari’. Il Fondo sarà incrementato di 1 milione di euro a partire dal 2014.
CASSE PREVIDENZA CONTINUINO RAZIONALIZZAZIONE 
Per le casse di previdenza di diritto privato (come l’Enasarco per gli agenti di commercio e l’Inpgi per i giornalisti) rimane valido quanto previsto dal decreto Lavoro – licenziato ad agosto scorso – in materia di ‘risparmi di gestione derivanti dagli interventi di razionalizzazione per la riduzione della spesa’. Lo stabilisce un emendamento presentato dalla commissione Affari costituzionali. 

I risparmi, previsti dal dl Lavoro, sono stati decisi con il fine di destinare risorse per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro delle professioni e per sostenere i redditi dei professionisti nelle fasi di crisi economica. I risparmi si realizzano – si legge nel decreto di agosto – attraverso ‘ulteriori e aggiuntivi risparmi di gestione attraverso forme associative destinando le ulteriori economie e i risparmi agli interventi di welfare in favore dei propri iscritti. (Public Policy)

Diritto allo studio

da Tecnica della Scuola

Diritto allo studio
di Aldo Domenico Ficara
La normativa generale per il diritto allo studio è disciplinata, dai contratti di lavoro e dall’art. 10 della legge 300/70. Il limite massimo per il diritto allo studio è fissato in 150 ore annue individuali, che sono concesse al 3% (2% in alcuni contratti del “terzo settore”) del personale in servizio a tempo indeterminato
Questo art 10 dice: “I lavoratori studenti, iscritti e frequentanti corsi regolari di studio in scuole di istruzione primaria, secondaria e di qualificazione professionale, statali, pareggiate o legalmente riconosciute o comunque abilitate al rilascio di titoli di studio legali, hanno diritto a turni di lavoro che agevolino la frequenza ai corsi e la preparazione agli esami e non sono obbligati a prestazioni di lavoro straordinario durante i riposi settimanali. I lavoratori studenti, compresi quelli universitari, che devono sostenere prove di esame, hanno diritto a fruire di permessi giornalieri retribuiti. Il datore di lavoro potrà richiedere la produzione delle certificazioni necessarie all’esercizio dei diritti di cui al primo e secondo comma “. A tal riguardo è interessante citare la legge 8 marzo 2000 n. 53 che all’art.5 comma 1 dice: “Ferme restando le vigenti disposizioni relative al diritto allo studio di cui all’articolo 10 della legge 20 maggio 1970, n. 300, i dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati, che abbiano almeno cinque anni di anzianità di servizio presso la stessa azienda o amministrazione, possono richiedere una sospensione del rapporto di lavoro per congedi per la formazione per un periodo non superiore ad undici mesi, continuativo o frazionato, nell’arco dell’intera vita lavorativa “. Rimanendo nell’ambito della legge 8 marzo 2000 n. 53, all’art.6 comma 4 si stabilisce che le regioni possono finanziare progetti di formazione dei lavoratori che, sulla base di accordi contrattuali, prevedano quote di riduzione dell’orario di lavoro, nonché progetti di formazione presentati direttamente dai lavoratori.

GIORNATA NAZIONALE DELLE PERSONE CON SINDROME DI DOWN

Domenica 13 Ottobre 2013

si svolgerà in oltre 200 piazze Italiane la

GIORNATA NAZIONALE DELLE PERSONE CON SINDROME DI DOWN

organizzata  dal CoorDown Onlus

http://www.coordown.it/www/index.php

Lo slogan di quest’anno è : “Esiste un cioccolato più buono di questo?” Una sintesi che sottolinea l’importanza delle iniziative di vendita della cioccolata per la nostra Associazione. Il ricavato di questa attività di autofinanziamento ci offre, infatti, un contributo economico importante per sostenere il nostro operato e i nostri progetti.

La nostra Associazione  nella GNPD 2012 ha ricavato un importo netto dalla vendita delle cioccolate di € 25.221,55.

La cioccolata che verrà venduta negli stand è prodotta con cacao proveniente dalla rete del commercio equo e solidale.

In ognuna delle piazze in cui saremo presenti Domenica 13 ottobre abbiamo bisogno del tuo aiuto e se vorrai affiancarci, anche solo per qualche ora del tuo tempo, scegli il luogo trascritto in calce alla presente. Ti accoglierà un Socio responsabile della Piazza, ragazzi/e dell’Associazione.

Nel caso in cui avrai la possibilità di proporre i “messaggi di cioccolata” nella scuola dei tuoi figli, nell’ufficio dove lavori o nella Parrocchia dove sei conosciuto, contatta la nostra Segreteria in modo che possiamo organizzarci e allargare gli spazi in cui siamo conosciuti.

Grazie dell’attenzione che ci hai dato e dell’aiuto che ci darai!!!

Il Presidente AIPD Sezione di Roma ONLUS

Giampaolo Celani

Elenco piazze e orario dove potrai trovarci:

Sabato 12 e Domenica 13:  dalle ore 12 alle 22 “EATALY” – Piazzale  12 Ottobre 1942 (Ostiense)

Sabato 12 e Domenica 13 – Auditorium Parco della Musica – Viale Pietro De Coubertin

Sabato 12 nel pomeriggio in Piazzale del Giardino Zoologico, Piazza Santa Maria Consolatrice (Casal Bertone) e ad Ostia Piazza Anco Marzio

Domenica 13: Piazza del Popolo,  Piazzale del Giardino Zoologico, Piazza Santa Maria Consolatrice (CasalBertone), Piazza Anco Marzio (Ostia), Piazza Rosolino Pilo, Piazza del Molo (Anguillara), Piazza del Domo Monterotondo  – Parrocchia San Saturnino Martire, Via Avigliana 3 (Monte Sacro),  Parrocchia Santa Maria Addolorata, Viale della Venezia Giulia 134 (Viale della Serenissima), Parrocchia Gesù Divin Maetsro, Via Vittorio Montiglio (Pineta Sacchetti).