Materiale didattico digitale, slitta l’Iva al 4 %

da Corriere della Sera

DECRETO CARROZZA

Materiale didattico digitale, slitta l’Iva al 4 %

Ritirati gli emendamenti per l’estensione delle agevolazioni fiscali a tutti i supporti elettronici culturali . Prima tocca al ministero delle Finanze verificare che possano rientrare nei conti di bilancio

Valentina Santarpia

Slitta il via libera all’Iva al 4% per il materiale didattico digitale. Gli emendamenti al decreto scuola presentati in Commissione cultura alla Camera, che chiedevano l’estensione di un’Iva agevolata anche per tutti i supporti elettronici didattici, sono stati ritirati. Ma solo in attesa delle verifiche da parte del ministero delle Finanze e dell’Economia, che sta valutando se la modifica normativa possa tornare negli strettissimi conti del bilancio dello Stato. «Ripresenteremo l’emendamento in Aula e abbiamo fiducia che il governo ci appoggi», conferma una delle firmatarie, la deputata Simona Flavia Malpezzi, del Pd. La speranza di tutti i partiti, che sulla questione si sono ritrovati d’accordo, è che avvenga quanto già successo in estate, quando l’innalzamento dell’Iva dal 4 al 21% per i cd e i supporti allegati ai libri, che sarebbe dovuto scattare a gennaio 2014 in base al decreto ecobonus, è stato bloccato in zona Cesarini.

«OPERE DIGITALI CULTURALI» – Complice una lettera accorata del presidente dell’Associazione italiana editori, Marco Polillo, al premier Enrico Letta , qualche giorno prima dell’approvazione definitiva del decreto da parte del Parlamento, è stato cassato infatti l’aumento dell’Iva sulle «opere culturali (contenuti digitali, musica, audiovisivi) veicolate in abbinamento alle pubblicazioni librarie e periodiche», mantenendola al 4%. La commissione cultura ora punta a far sì che anche tutte quelle opere digitali considerate strumenti didattici, ma che non sono allegate a libri di testo, possano usufruire dello stesso trattamento di favore. L’idea che guida la proposta è rendere coerente la tassazione con quanto prevede il decreto scuola, ovvero la possibilità per i docenti di scegliere autonomamente se usare materiale tradizionale, cioè cartaceo, o innovativo, quindi in formato digitale. «Non si dica che siamo per una scuola vecchia – sottolinea Malpezzi- Vogliamo solo che l’apertura al nuovo non vada contro gli interessi degli studenti e delle famiglie: va bene la lavagna elettronica, ma istruiamo i professori. Va bene il wireless, ma dotiamo le scuole di banda larga. Vanno bene in questo caso i libri solo digitali, ma agevoliamo le famiglie che devono comprarli».

EDILIZIA SCOLASTICA – Se il pacchetto digitale slitta quindi alla discussione alla Camera, la commissione cultura ha invece riscritto, mettendo insieme gli emendamenti dei diversi deputati, l’articolo sull’edilizia scolastica. Confermato il maxi finanziamento che lo Stato chiederà alla Bei, la Banca degli investimenti europea, per sistemare gli edifici già esistenti o costruirne di nuovi. Ma sono stati definiti dettagli importanti: entro tre mesi dall’approvazione definitiva del decreto, lo Stato riceverà dalla Bei un capitale di 800 milioni di euro, che saranno distribuiti alle Regioni, a cui viene conferito l’incarico della programmazione degli interventi. Sulla base di quelle indicazioni, i Comuni e le Province incasseranno effettivamente i soldi per pagare i lavori sugli edifici, circa 9000, che sono di loro proprietà. Quest’operazione costerà allo Stato un mutuo di 40 milioni di euro all’anno per i prossimi trent’anni. «Ma significa avere immediatamente un fondo enorme a disposizione per poter finalmente intervenire sul patrimonio scolastico», nota Umberto D’Ottavio (Pd), uno dei deputati che ha firmato gli emendamenti per modificare l’articolo sull’edilizia scolastica. «E per poter anche rilanciare il settore delle costruzioni, che è al collasso. Infatti tra i partiti c’è stata assoluta convergenza».

BONUS MATURITÀ – Quella che invece la commissione teme di non trovare su alcuni temi spinosi, soprattutto quelli sul personale scolastico e sul famigerato bonus maturità, che potrebbe salvare alcune centinaia di aspiranti candidati alla facoltà di medicina che si sono visti cambiare le regole in corsa: il bonus, che avrebbe salvato molti di loro dall’esclusione, è stato infatti cancellato proprio nei giorni delle selezioni. Per ora la strategia è quella del rinvio: gli articoli più temuti sul fronte discussione sono stati rimandati ai prossimi giorni. Il decreto scuola, di questo passo, non arriverà alla Camera martedì prossimo, come previsto, ma probabilmente solo tra una decina di giorni.

Solo metà degli studenti andrà in gita

da LaStampa.it

indagine di Skuola.net

Solo metà degli studenti andrà in gita

La cause soprattutto nella mancanza di fondi delle scuole

roma

La gita compie un secolo, ma è in situazioni drammatiche. Quest’anno poco più di della metà degli studenti di medie e superiori non partiranno per viaggio d’istruzione di durata superiore a un giorno.

La colpa, più che ai genitori ansiosi o al verde, è da attribuirsi soprattutto alla mancanza di fondi in dotazione alle scuole e di insegnanti disposti ad accompagnare gli studenti. Fra quelli che partiranno, 3 studenti su 4 preferiscono le capitali europee alle mete italiane.

È quanto emerso da un’indagine del portale Skuola.net alla quale hanno partecipato oltre 1000 studenti.

Sono precisamente il 53% gli studenti che quest’anno dichiarano che non partiranno per un viaggio d’istruzione di più giorni – aggiunge Skuola.net – Per circa la metà di loro, il 47%, il motivo è da ricercare nella mancanza dei fondi da destinare alle scuole, non sufficienti a coprire i costi di un viaggio d’istruzione o per coprire le spese di trasferta dei docenti. Ammesso che si trovino: il 37% degli intervistati non partirà per mancanza di docenti disponibili, mentre il 16%, infine, a causa del diniego dei genitori.

Dei fortunati che, al contrario, quest’anno avranno la possibilità di partire per il loro viaggio d’istruzione, più di 1 studente su 4áaspira a mete in Italia. Tutti gli altri si indirizzano verso l’estero. Londra è la meta più ambita, con oltre il 25% delle preferenze. Seguono con livelli di preferenza simili tra loro città come Barcellona, Parigi, Berlino e Praga. Il mezzo di trasporto preferito è sicuramente l’aereo, che raccoglie oltre metà delle preferenze. Il pullman resta un evergreen, scelto da più di 1 studente su 4.

Infine non trascurabile la percentuale di studenti che vorrebbe svolgere il viaggio d’istruzione in crociera: sono circa il 7%. Ma anche tra le classi che continueranno ad effettuare gite, non sono tutti a partire. Infatti, c’è sempre qualche studente che, per un motivo o per l’altro, si distingue dai compagni continuando a frequentare le lezioni. Anche se non sono molti. Circa due studenti su cinque fra quelli in partenza andranno in gita con tutta la sua classe e due su tre con un numero di compagni compreso tra 15 e 20.

Carrozza, ribaltare classifiche negative

da Tecnica della Scuola

Carrozza, ribaltare classifiche negative
”Al sistema italiano dell’istruzione, quindi alla scuola e all’università, chiedo di dare ai giovani le competenze necessarie per continuare a essere davvero un Paese europeo ribaltando la recente classifica che ci vede all’ultimo posto addirittura negli indicatori più semplici come quello di saper interpretare correttamente un testo scritto”
Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, intervenendo a Pisa all’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola Normale.
”Abbiamo risorse limitate – ha aggiunto – ma ora questi 150 milioni di euro ci sono dopo anni di tagli seriali e lineari e sarà nostro doveri spenderli al meglio, in modo trasparente e seguendo criteri davvero meritocratici. La spending review ci sarà ancora e ho già organizzato un gruppo di esperti, che renderò noto quando tutti mi avranno dato la loro adesione, per valutare come razionalizzare la spesa e iniziando a mettere in pratica la spending review dentro il ministero.
E’ un ulteriore messaggio per dire che questo governo mette al centro della sua azione proprio l’investimento su istruzione e cultura come in Italia non avveniva da troppi anni”. Infine, Carrozza ha sottolineato che ”Pisa può essere la città che guida il riscatto dell’istruzione in Italia, perché ha saputo fare sistema e creare sviluppo grazie ai suoi saperi: tutto il Paese può tornare a farlo, investendo in scuola, università e ricerca pur restando manifatturiero”.(ANSA).

L’amaro frasario legislativo per andare in pensione

da Tecnica della Scuola

L’amaro frasario legislativo per andare in pensione
di Aldo Domenico Ficara
La legge di stabilità in alcuni suoi punti stabilisce la sostituzione di alcune parole chiave che determinano un significativo cambiamento economico per coloro che si apprestano a andare in pensione dal prossimo 2014
Si legge, infatti, che con effetto dal 1° gennaio 2014 e con riferimento ai soggetti che maturano i requisiti per il pensionamento a decorrere dalla predetta data:
a) all’articolo 12, comma 7, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni con legge 30 luglio 2010, n. 122, le parole: “90.000 euro” sono sostituite dalle seguenti: “50.000 euro”, le parole: “150.000 euro” sono sostituite dalle seguenti: “100.000 euro” e le parole: “60.000 euro” sono sostituite dalle seguenti: “50.000 euro”;
b) all’articolo 3 del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito con modificazioni con legge 28 maggio 1997, n. 140, e successive modificazioni e integrazioni, al comma 2, primo periodo, le parole “decorsi sei mesi” sono sostituite dalle seguenti: “decorsi dodici mesi”. 3. Resta ferma l’applicazione della disciplina vigente prima dell’entrata in vigore del presente comma per i soggetti che hanno maturato i relativi requisiti entro il 31 dicembre 2013.
Si ricorda che all’articolo 12, comma 7, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 si dice: “ il riconoscimento dell’indennità di buonuscita, dell’indennità premio di servizio, del trattamento di fine rapporto e di ogni altra indennità equipollente corrisposta una-tantum comunque denominata spettante a seguito di cessazione a vario titolo dall’impiego è effettuato: a) in un unico importo annuale se l’ammontare complessivo della prestazione, al lordo delle relative trattenute fiscali, è complessivamente pari o inferiore a 90.000 euro; b) in due importi annuali se l’ammontare complessivo della prestazione, al lordo delle relative trattenute fiscali, è complessivamente superiore a 90.000 euro ma inferiore a 150.000 euro. In tal caso il primo importo annuale è pari a 90.000 euro e il secondo importo annuale è pari all’ammontare residuo; c) in tre importi annuali se l’ammontare complessivo della prestazione, al lordo delle relative trattenute fiscali, è complessivamente uguale o superiore a 150.000 euro , in tal caso il primo importo annuale è pari a 90.000 euro, il secondo importo annuale è pari a 60.000 euro e il terzo importo annuale è pari all’ammontare residuo.

 

Decreto Scuola, slitta ancora l’arrivo in Aula

da Tecnica della Scuola

Decreto Scuola, slitta ancora l’arrivo in Aula
di A.G.
Lo ha fatto sapere Giancarlo Galan (Pdl) , presidente della Commissione Cultura di Montecitorio: colpa dell’ingente numero di emendamenti presentati. Anche perché per giustificarne l’esclusione occorrono motivazioni valide, che non si possono improvvisare. Cresce però ora il rischio che il testo venga blindato.
I tempi per l’approvazione del D.L. scuola si allungano. L’Aula della Camera li avrebbe dovuti esaminare martedì 22 ottobre. Poi la data è slittata di un paio di giorni, a giovedì 24. Ora, Giancarlo Galan (Pdl) , presidente della commissione Cultura di Montecitorio, ha chiesto uno spostamento ulteriore in avanti. Quel che preoccupa è che la discussione è posticipata a data da destinarsi. Un differimento dell’inizio dell’esame del testo non previsto, che Galan ha giustificato “in considerazione dell’ingente numero di emendamenti presentati”. La Commissione Cultura della Camera, in pratica, chiede più tempo.
Anche perché per motivare le tante bocciature delle richieste di modifiche al decreto bisogna esaminare a fondo le carte. Il rischio ricorsi (a riammettere la discussione dei provvedimenti) è dietro l’angolo. Con il risultato di rendere ancora più difficoltosa la conclusione dell’iter che porta gli emendamenti all’esame dell’Aula.
Quanto sta accadendo  a quelli dell’Anief è davvero significativo. “La VII Commissione – ha scritto l’associazione sindacale il 18 ottobre – vota l’emendamento del PD 12.11 sull’accordo in Conferenza unificata per i criteri di determinazione degli organici dei dirigenti-dsga e reputa assorbiti gli emendamenti 12.3/12.9 che avrebbero salvato le scuole montane o nelle piccole isole. Respinto anche il ripristino dell’autonomia cancellata a 1.700 scuole da una norma (art. 19, c. 4, L. 111/11) a sua volta cancellata dall’ordinamento (sentenza n. 147/12 Consulta)”.
Poi ci sono i restanti emendamenti, ancora da esaminare: quelli “per personale scolastico e AFAM (artt. 15 e 17) in votazione la prossima settimana”. E quelli che, seppure in casi davvero particolari, la Camera potrebbe anche recuperare. Non a caso, sempre l’Anief “chiede ai parlamentari di presentare in Aula emendamento riformulato su inserimento in Gae di abilitati TFA e idonei Concorso”.
Insomma, la linea prevalente rimane quella di modificare il decreto il meno possibile, in molti casi per mancanza di copertura finanziaria delle modifiche richieste. Ora però si fa largo anche un altro rischio: che alla fine il testo arrivi a Montecitorio blindato.

 

 

Precari, ancora in bilico l’accesso ai PAS per chi ha meno di tre anni di supplenze

da Tecnica della Scuola

Precari, ancora in bilico l’accesso ai PAS per chi ha meno di tre anni di supplenze
di Dino Caudullo
Il Tar del Lazio sta facendo confluire la discussione nel merito di migliaia di ricorsi nei giorni 19 e 20 febbraio prossimi: di avvio dei corsi non se ne parla, per cui cadono i motivi del pronunciamento d’urgenza.
I giudici ancora non si esprimono sui migliaia di ricorsi per l’accesso ai Percorsi abilitanti speciali da parte dei candidati con requisiti di servizio inferiori alle tre annualità (di cui una specifica sulla materia in cui ci si vuole abilitare) imposti dal Miur. Il 17 ottobre sono stati, infatti, discussi in camera di consiglio alcuni dei ricorsi innanzi al Tar Lazio avverso il DDG 58/2013, proprio per la decisione delle richieste di ammissione con riserva degli aspiranti privi dei requisiti di partecipazione richiesti dal bando. Ebbene, il Tribunale amministrativo regionale di Roma, in occasione della discussione della richiesta cautelare, ha deciso di non pronunciarsi in sede d’urgenza. E di fissare sin d’ora le udienze per la discussione nel merito dei ricorsi, che si terranno il 19 e 20 febbraio prossimi, per la definizione nel merito con sentenza dei giudizi.
Già nei giorni scorsi l’Anief, che per la stessa motivazione ha patrocinato la difesa di 3.400 ricorrenti, aveva comunicato che “nella Camera di Consiglio del 3 ottobre, relativamente a due degli altri cinque ricorsi notificati (nn. 8187-8191), i legali dell’Anief Marcone e Verticelli” hanno ottenuto “dai giudici la fissazione urgente dell’udienza, considerato che la mancata calendarizzazione dell’inizio dei corsi universitari non produce un pregiudizio grave e irreparabile per i ricorrenti tale da concedere un’ordinanza cautelare. Preso atto del ritardo del Miur nell’organizzazione dei corsi, il collegio, dopo la prima ordinanza cautelare emessa la scorsa estate su un ricorso presentato da un docente di ruolo iscritto all’Anief, ha ritenuto opportuno discutere nel merito, il 20 febbraio 2014, tutti gli altri ricorsi relativi all’accesso ai PAS”.
L’intenzione dei giudici amministrativi del Lazio appare evidente: far confluire tutti i ricorsi negli stessi giorni. A meno che, nel frattempo, i PAS prendano inizio: in tal caso, i ricorrenti avrebbero invece diritto al pronunciamento d’urgenza. E capire, in tal caso, se l’accesso ai corsi abilitanti sarà fattibile. O potranno mettersi l’anima in pace.

Tutte le novità in sintesi della Legge di Stabilità

da Tecnica della Scuola

Tutte le novità in sintesi della Legge di Stabilità
Il Sole 24 Ore pubblica una sintesi di tutte le novità presenti nella Legge di Stabilità approvata su proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze
Il Consiglio dei Ministri, riunito a Palazzo Chigi, ha approvato su proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze due disegni di legge: il primo contenente disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2014). Il secondo riguardante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e il bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016.
Nello specifico, la Legge di Stabilità prevede interventi per 27,3 miliardi di euro nel triennio 2014-2016, di cui 11,6 nel solo 2014, e risorse per 24,6 miliardi nel triennio di cui 8,6 nel solo 2014.
Si prevede inoltre:
– la riduzione del prelievo sui lavoratori e sulle imprese; è prevista una riforma della tassazione delle banche che consente di rafforzare la loro capacità di fornire credito a famiglie e imprese e la loro solidità patrimoniale;
– la riduzione sin dal 2014 della pressione fiscale su cittadini e imprese: la pressione fiscale totale scende dal 44.3 al 43,8 nel 2015 e al 43,3 nel 2016;
– la riduzione dell’incidenza della spesa pubblica primaria sul PIL (tolti i rimborsi di debiti commerciali) dal 46,0% del 2013 al 45,5% nel 2014. L’incidenza della spesa corrente scende dal 43,2% al 42,5%;
– il contenimento nel 2014 della spesa primaria corrente diversa da quella per le prestazioni sociali a un livello in termini nominali inferiore a quello del 2013;
– l’accrescimento nel 2014 delle spese in conto capitale (3,3 miliardi rispetto al quadro a legislazione vigente), sia a livello nazionale sia a livello locale. Si rovescia la tendenza alla riduzione in atto da vari anni;
– la concentrazione delle risorse sui nuovi programmi di spesa che sostengono la competitività e le fasce deboli della popolazione. Si estendono al 2014 i livelli attuali degli incentivi per risparmio energetico e ristrutturazioni, prevedendo poi una graduale riduzione di tali livelli;
– l’aumento, tra i sottosettori delle amministrazioni pubbliche, delle risorse a disposizione di quelle locali per circa 2,9 mld nel 2014 (rimangono invariate le disponibilità delle altre amministrazioni centrali e degli enti di previdenza).

La legge di stabilità serve a bloccare gli stipendi del personale della scuola

da Tecnica della Scuola

La legge di stabilità serve a bloccare gli stipendi del personale della scuola
di P.A.
E i sindacati della scuola: Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda si preparano ad una mobilitazione nazionale che verrà concordata il prossimo 28 ottobre, mentre all’orizzonte c’è pure lo sciopero generale
Sulle barricate, ma è la minima cosa che si possa fare, i sindacati dei dipendenti pubblici e in modo particolare di quelli della scuola che, grazie proprio a questa legge, detta di “Stabilità”, si stanno ricompattando e organizzando unitariamente con delle manifestazioni che saranno concordate il 28 ottobre, mentre Fgu-Gilda vorrebbe portare il governo in tribunale, cercando una breccia nell’articolo 11 del terzo capitolo della legge.
Esso infatti prevede una “razionalizzazione della spesa nel pubblico impiego” e impone il blocco dell’adeguamento del contratto e degli scatti di anzianità per tutti i dipendenti statali. “Per insegnanti e personale Ata, però, i contratti sono già fermi dal 2009, e se consideriamo che l’ultimo aumento è stato di appena 20-30 euro, torniamo indietro fino al 2007. Sono otto anni di blocco, è inaccettabile. Abbiamo dato mandato ai nostri avvocati che stanno vagliando due ipotesi: un ricorso provincia per provincia presso la sezione lavoro del tribunale ordinario, oppure un’iniziativa nazionale incardinata su Roma, chiamando in giudizio la presidenza del Consiglio. E poi c’è anche la strada del ricorso alla Corte di giustizia europea”: dice Gilda, mentre UilScuola tuona: “Non solo retribuzioni ferme ma anche blocco degli aumenti per anzianità, già finanziati e previsti dal contratto. Dietro articoli e commi, c’è la decisione di togliere 300 milioni al personale della scuola e destinarli ad altre spese”. La prospettiva sembra comunque quella dello sciopero generale se non venissero apportate modifiche

Ancora salve le pensioni d’oro e niente adeguamento al sistema contributivo

da Tecnica della Scuola

Ancora salve le pensioni d’oro e niente adeguamento al sistema contributivo
di P.A.
Un prelievo del 3% sulle pensioni al di sopra dei 300mila euro l’anno può bastare, ruggisce la legge di stabilità, che lascia fuori le pensioni d’oro
Il governo non chiede il contributo a chi è in pensione con il sistema retributivo, portandosi emolumenti sproporzionati rispetto ai contributi versati.
A spiegarlo è il Corriere della Sera:
All’inizio dell’estate si era discusso per settimane della «staffetta generazionale », con il passaggio delle consegne da un lavoratore anziano ad uno giovane, grazie al pensionamento flessibile e al part-time. Ma non se ne è fatto nulla. Poi si era tornati a discutere del contributo di solidarietà sulle pensioni più alte.
La Corte costituzionale aveva appena bocciato la vecchia sovrattassa, spiegando che non si possono prendere di mira solo i pensionati. Un’obiezione che il governo ha provato ad aggirare destinando il gettito del contributo non direttamente alle casse dello Stato ma all’ente di previdenza per garantirne l’equilibrio. Ma anche questa ipotesi, contenuta nella bozza entrata in consiglio dei ministri, è stata scartata.
E niente da fare nemmeno per il piano B con l’idea di limare le pensioni alte calcolate con quel sistema retributivo ben più generoso rispetto al contributivo imposto ai giovani:
Una revisione che avrebbe avuto effetti importanti, come dimostrano alcune elaborazioni fatte dai tecnici e arrivate sul tavolo di più di un ministro. Un assegno lordo mensile di 7 mila euro, ricalcolato col contributivo, vale 6.100, uno da 51.200 (esiste ed è nella top ten) precipita a 27.700, quasi la metà. Una differenza che avrebbe giustificato, secondo i sostenitori dell’intervento, la richiesta di un contributo sugli assegni più alti. In realtà un intervento mirato sulle pensioni c’è, ed è lo stop all’adeguamento automatico all’inflazione per gli importi sopra i 3 mila euro lordi al mese

Statali, blocco indennità vacanza fino al 2017?

da tuttoscuola.com

Statali, blocco indennità vacanza fino al 2017?

Mera svista o conferma della cancellazione degli scatti di anzianità a partire dal 2015 dopo la proroga del blocco contrattuale per il quadriennio 2010-2014?

A sollevare l’interrogativo è l’Anief, che nota che “la nuova finanziaria parla di valori registrati nel 2013 per il triennio 2015-2017, ma questi stessi valori sono stati già ancorati a quelli del 2009. E siccome l’indennità anticipa il successivo aumento contrattuale, se blocchi l’una vuol dire che hai intenzione di bloccare l’altra”.

Per questo il sindacato, in coerenza con la sua linea di appello sistematico alla magistratura, annuncia “il riavvio dei ricorsi al giudice del lavoro che saranno depositati dopo la pubblicazione della sentenza della Consulta a seguito dell’udienza di novembre”. Sentenza che dovrebbe confermare l’illegittimità della proroga del blocco stipendiale, già dichiarata dalla Corte in precedenti occasioni, e in particolare quando ad essere interessati sono stati gli stessi magistrati, che hanno ottenuto la cancellazione del blocco degli automatismi di carriera (sentenza n. 223/12 della Corte costituzionale che annulla art. 9, c. 21 della L. 122/2010) e ottenuto gli aumenti da dicembre 2012.

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 246

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 246 del 19-10-2013

Sommario

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI E DEL TURISMO

 


DECRETO 2 ottobre 2013


Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell’area denominata ex
Tenuta Reale di Carditello sita nei comuni di San Tammaro e Villa di
Briano. (13A08412)

 

 

Pag. 1

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


COMUNICATO


Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso
umano «Rivastigmina DOC» (13A08375)

 

 

Pag. 6

 

 

 


COMUNICATO


Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso
umano «Valsartan e Idroclorotiazide Actavis PTC» (13A08376)

 

 

Pag. 7

 

 

 


COMUNICATO


Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso
umano «Latanoprost e Timololo Zentiva» (13A08377)

 

 

Pag. 9

 

 

 


COMUNICATO


Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso
umano «Montelukast Rkg» (13A08378)

 

 

Pag. 9

 

 

 


COMUNICATO


Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso
umano «Monterast». (13A08379)

 

 

Pag. 10

 

 

 


COMUNICATO


Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso
umano «Rosytona». (13A08380)

 

 

Pag. 12

 

 

 


COMUNICATO


Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso
umano «Telmisartan E Idroclorotiazide DOC Generici». (13A08381)

 

 

Pag. 14

 

 

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

 


COMUNICATO


Delibera dell’Albo nazionale gestori ambientali dell’11 settembre
2013 (13A08418)

 

 

Pag. 15

 

 

MINISTERO DELLA DIFESA

 


COMUNICATO


Espunzione dal decreto 24 agosto 2012 di alcuni immobili demaniali.
(13A08413)

 

 

Pag. 15

 

 

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

 


COMUNICATO


Ricostituzione del Comitato dell’Istituto nazionale della previdenza
sociale per la regione Lombardia (13A08295)

 

 

Pag. 16

 

 

 


COMUNICATO


Ricostituzione del Comitato dell’Istituto nazionale della previdenza
sociale per la regione Trentino Alto-Adige. (13A08296)

 

 

Pag. 16

 

 

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO ALTO ADIGE

 


COMUNICATO


Scioglimento della «Baby Fantasy – societa’ cooperativa sociale», in
Merano. (13A08411)

 

 

Pag. 16