Bene l’approvazione del decreto, anche se restano nodi irrisolti

Bene l’approvazione del decreto, anche se restano nodi irrisolti

Francesco Scrima indica come fatto positivo l’approvazione del decreto istruzione da parte della Camera. Restano questioni irrisolte, su cui continua l’impegno della Cisl Scuola. Ancora una volta dal MEF gli ostacoli più difficili da superare, e qualche invasione di campo.

È una buona notizia quella dell’approvazione del decreto istruzione da parte della Camera. Anche se non tutti gli obiettivi di migliorare il testo originario sono stati raggiunti, la possibilità che il percorso di conversione si concluda nei tempi prescritti costituisce un fatto positivo, viste le turbolenze del quadro politico.

Ancora una volta gli ostacoli più difficili da superare sono quelli posti dal ministero dell’economia: si può comprendere la rigorosa attenzione al contenimento dei costi, ma è indice di grave miopia non capire che la spesa per dare più efficacia al sistema di istruzione è un investimento necessario al Paese. Quando poi il controllo dei costi arriva a invadere il campo sull’uso di risorse contrattuali (come nel caso delle posizioni economiche del personale ata), si dà luogo a una sorta di appropriazione indebita, che non può essere tollerata.

Il nostro giudizio sul decreto resta sostanzialmente quello già espresso in partenza: un buon segnale di diversa attenzione a una scuola da troppo tempo bistrattata, ma ancora nodi irrisolti e ferite aperte che andrebbero sanate anche per evitare un duro contenzioso. Ci riferiamo alle già citate posizioni economiche del personale ata, ai docenti inidonei, alla questione “quota 96” ancora una volta senza risposta.

Accolte invece alcune richieste, tra cui in particolare la riformulazione in termini meno ambigui e più accettabili della questione degli interventi formativi a sostegno delle scuole in difficoltà. I tempi sono oggettivamente molto stretti per inseguire altre modifiche, ma non lasceremo nulla di intentato, anche se in nessun modo vogliamo veder messa a rischio la definitiva conversione in legge del decreto. Siamo comunque intenzionati, se sarà necessario, a riproporre le questioni irrisolte in altre sedi, a partire dalla discussione sul ddl di stabilità, al centro della mobilitazione avviata nei giorni scorsi.

Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola

La scuola assumerà in tre anni 69mila insegnanti

da Il Sole 24 Ore

La scuola assumerà in tre anni 69mila insegnanti

di Francesca Milano

Il decreto scuola approvato dalla Camera giovedì porta in dote 85mila nuovi posti di lavoro: 69mila destinati a docenti, 16mila riservati al personale tecnico-amministrativo. Si tratta di assunzioni che saranno spalmate sul triennio 2014-2016, tenendo conto – come è scritto nell’articolo 15 del decreto – «dei posti vacanti e disponibili in ciascun anno». La metà dei nuovi docenti verrà scelta fra i vincitori del “concorsone” e dei concorsi precedenti e l’altra metà fra i precari presenti nelle graduatorie a esaurimento.

Il piano triennale rappresenta la prosecuzione di un analogo intervento disposto per il 2011-2013 con il decreto legge 70/2011. Tra i quasi 70mila nuovi docenti ci saranno anche 26mila insegnanti di sostegno (12mila nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria e 14mila in quella secondaria di I e II grado). E proprio a proposito del sostegno, il provvedimento che passa ora al Senato, modifica la percentuale dei posti dedicati: per l’anno scolastico 2013/2014 la dotazione organica di diritto relativa ai docenti di sostegno deve essere pari al 75% (prima era al 70%) del numero dei posti di sostegno attivati nel 2006/2007. Nel prossimo anno scolastico la percentuale salirà al 90% e arriverà al 100% a decorrere dall’anno scolastico 2015/2016. Dal prossimo anno scolastico il riparto dei docenti di sostegno sarà, inoltre, distribuito in maniera equa a livello regionale. «Con l’assunzione dei 26mila docenti di sostegno – spiega una nota del Consiglio dei ministri – si darà una risposta stabile a più di 52mila alunni oggi assistiti da insegnanti che cambiavano da un anno all’altro».

Un’altra misura introdotta dal decreto scuola e che riguarda gli insegnanti di sostegno è quella relativa all’unificazione delle quattro aree disciplinari delle attività di sostegno nella scuola secondaria di secondo grado (area scientifica, area umanistica, area psicomotoria ed area tecnica, professionale e artistica).

Per gli insegnanti arriva anche un’altra importante novità: il periodo di servizio necessario per la richiesta di trasferimento in un’altra provincia si riduce da cinque a tre anni: in questo modo sarà più veloce riavvicinarsi alla propria provincia per chi, pur di ottenere una cattedra, ha accettato trasferimenti in altre città. Prima delle modifiche apportate dall’articolo 9 del Dl 70/2011 – che aveva innalzato il periodo minimo a cinque anni – i docenti di ruolo non potevano chiedere il trasferimento ad altra sede nella stessa provincia prima di due anni e in altra provincia prima di tre.

Cambia anche la procedura per il reclutamento dei dirigenti scolastici: d’ora in poi sarà effettuato attraverso un corso-concorso selettivo di formazione bandito annualmente dalla Scuola nazionale dell’amministrazione. Le graduatorie del concorso bandito nel 2011 resteranno valide fino all’assunzione di tutti i vincitori e idonei, che dovrà avvenire prima dell’indizione del nuovo corso-concorso.

Tra le modifiche apportate durante l’esame parlamentare c’è anche quella relativa all’insegnamento obbligatorio della lingua inglese nelle scuole dell’infanzia: l’emendamento era stato presentato dal Movimento 5 Stelle.

D.L. Scuola, per gli studenti non cambierà le cose: concede solo briciole

da Tecnica della Scuola

D.L. Scuola, per gli studenti non cambierà le cose: concede solo briciole
di A.G.
Critici Rete degli studenti e Unione degli universitari: rimangono troppi i temi sui quali il decreto non dà risposta: dal numero chiuso ai finanziamenti sul diritto allo studio. Scelto lo slogan della protesta di piazza del 15 novembre: ‘Change the way’.
Per la Rete degli studenti e l’Unione degli universitari l’approvazione del DL scuola avvenuta ieri alla Camera non porterà particolari vantaggi al mondo della scuola: “è stata l’ennesima dimostrazione di come il Paese non abbia tra i suoi obbiettivi quello di far ripartire realmente l’istruzione con una vera inversione di marcia: i segnali come l’emendamento Costantino sono importanti ma non bastano. Rimangono troppi, infatti, i temi sui quali il DL non dà risposta: dal numero chiuso ai finanziamenti sul diritto allo studio”, sostegno le associazioni studentesche. “La discussione e la votazione del Dl ha visto come centrali la ricerca delle coperture come se a oggi dovessimo ringraziare per un lL che ci lascia comunque le briciole: è vergognoso come un Paese in crisi – dichiara Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari – continui a non porre l’istruzione tra le sue priorità. L’emendamento passato, proposto da Celeste Costantino, che integra il fondo per le borse di studio è un segnale importante, nonostante ciò non è sufficiente considerato che, in base alle nostre proiezioni, sono 174 i milioni che mancano per coprire le borse al 100% affinché non vi sia più la figura tutta italiana degli idonei non beneficiari. “Ci aspettavamo – osserva Daniele Lanni, Portavoce della Rete degli studenti medi – maggiori investimenti, e speravamo che con gli emendamenti si riuscisse a migliorare significativamente il testo. Purtroppo così non è stato e questo decreto resta nella sostanza dei fatti assolutamente insufficiente, come da mesi denunciamo. Basti pensare che per il diritto allo studio delle scuole superiori, misura assolutamente cardine per il rilancio della scuola pubblica, vengono stanziati appena 15 milioni, 15 milioni che sono insufficienti anche solo per aiutare le situazioni più gravi. Se la mancata copertura delle borse pone barriere all’accesso per coloro che non possono permettersi i costi dell’università, il sistema del numero chiuso le pone a tutti quegli studenti che ogni anno tentano i test d’ingresso, già di per se fallaci e che, con la vicenda del bonus maturità, quest’anno hanno creato ulteriori discriminazioni”. Per questi motivi, “un decreto palliativo che ci concede ancora e solo briciole non ci basta, chiediamo una vera inversione di marcia!”.

Intanto, gli studenti hanno scelto lo slogan che li accompagnerà in piazza il prossimo 15 novembre: sarà Change the way, a rappresentare la “difesa di un’istruzione pubblica e aperta a tutti”.

Il diploma di maturità un anno prima, Carrozza insiste

da Tecnica della Scuola

Il diploma di maturità un anno prima, Carrozza insiste
di Alessandro Giuliani
Ma non è detto che si tagli un anno alle superiori. La possibilità è stata annunciata dal Ministro con un’intervista al settimanale “Gente”: nel resto d’Europa, in media, i giovani sono pronti a entrare in università un anno prima rispetto ai nostri ragazzi. È bene che ora però si guardi alle competenze dei nostri ragazzi, alla loro preparazione effettiva.
Il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, insiste sulla necessità di far diplomare i nostri giovani un anno prima. Ma per la prima volta apre ad una prospettiva diverse, con le superiori che manterrebbero gli attuali cinque anni di corso. L’occasione per presentare questa eventualità è stata un’intervista al settimanale “Gente”, in edicola dal 2 novembre. Alla domanda su come sarà la scuola di domani, Carrozza ha così risposto: “nel resto d’Europa, in media, i giovani sono pronti a entrare in università un anno prima rispetto ai nostri ragazzi: non è detto però che questo in Italia debba avvenire accorciando i tempi delle scuole superiori”.
Ad essere “tagliato” potrebbe così essere un anno della primaria o delle medie (in questo caso ricalcando la riforma del ciclo di studi saltata una decina di anni fa). Oppure, possibilità meno probabile, si potrebbe anticipare il percorso formativo a cinque anni. Mantenendo, in tal modo, tutto così come è oggi. Tranne l’uscita che verrebbe anticipata.
Secondo la Carrozza, inoltre, la troppa attenzione ai diversi corsi di studio non è così importante. “Il tema cruciale – osserva il Ministro – sono le competenze dei nostri ragazzi, la loro preparazione effettiva, non tanto le loro qualifiche”. E ricorda che questo governo “torna a investire nella scuola e nell’università”.
E anche nelle università arriveranno test sul modello Invalsi: “È necessario avere dati confrontabili e i test Invalsi sono un sistema per avere queste risposte, anche se non è detto che sia quello migliore o che non debba essere modificato”.
Sulle prossime pre-iscrizioni, il Ministro sottolinea: “Il compito del genitore è di potenziare le conoscenze dei figli e lasciare che questi seguano le proprie vocazioni ricordando, a proposito delle famiglie che allontanano i propri figli se nelle aule la maggioranza dei compagni è extracomunitaria, che la scuola è il primo luogo dove non si dovrebbe scegliere il compagno. In classe non si studia solo matematica o latino, ma si impara anche a stare in gruppo, a conoscere e rispettare l’altro, a diventare cittadini”.

Il 3% del denaro confiscato alle mafie per borse studio

da Tecnica della Scuola

Il 3% del denaro confiscato alle  mafie per borse studio
Celeste Costantino, deputata di Sel e firmataria dell’emendamento approvato alla Camera nato da una proposta dell’associazione antimafie daSud, ha dichiarato che tale emendamento raggiunge due obiettivi: il contrasto ai clan e il diritto allo studio
”Con un emendamento al ‘Dl Istruzione’ abbiamo chiesto e ottenuto un intervento sulle somme confiscate alle mafie, prevedendo che il 3% di queste sia destinato al finanziamento di nuove borse di studio”. ”L’approvazione alla Camera rappresenta una grande vittoria per l’antimafia, e tiene insieme due punti qualificanti dell’azione politica: il contrasto ai clan e il diritto allo studio”, spiega Costantino che aggiunge: ”abbiamo raccolto la proposta elaborata dall’associazione antimafie daSud, condivisa e supportata da tanti movimenti studenteschi, e fatto in modo che fosse approvata. Anche così dimostriamo un binomio inscindibile: non ci può essere antimafia senza formazione, ne’ formazione senza antimafia”. Come specificato dalla deputata di Sel, ”attualmente tutte le somme confiscate alle mafie sono destinate al fondo unico della Giustizia, che a luglio 2013 disponeva di 947 milioni di euro, di cui 72,7 milioni di euro da versare al ministero dell’Interno”. ”Con il nostro emendamento il 3% di questi fondi saranno destinati al diritto allo studio, in modo da cancellare una volta per tutte la figura vergognosa dell’idoneo non beneficiario. Il denaro servirà al finanziamento dei servizi per gli studenti: contributi affitto, mense, mobilità oltre a diventare nuove borse di studio”, ha detto Costantino che ha assicurato che ”vigileremo affinché’ il Senato confermi la decisione dell’aula di Montecitori”. ”Stiamo inoltre depositando una proposta di legge per destinare anche gli immobili, confiscati alle mafie, agli enti regionali per il diritto allo studio: potrebbero diventare residenze per gli studenti fuorisede, open space per attivita’ universitarie e accademie specializzate”.

Il decreto Istruzione si finanzia con gli alcolici

da Tecnica della Scuola

Il decreto Istruzione si finanzia con gli alcolici
di P.A.
La Camera vara il Dl Istruzione con i maxi aumenti delle accise sugli alcolici: 195 si, 7 contrari e 78 astenuti. Anche il Pdl vota a favore: per senso di responsabilità. Il Senato dovrà convertirlo in via definitiva entro il 12 novembre.
“Ancora una volta si usa l’agricoltura come bancomat. La politica, da un lato, si riempie la bocca della necessità di rendere i prodotti italiani più competitivi sul mercato e, dall’altro, si ostina a osteggiarli scoraggiando il consumo attraverso l’aumento delle imposte. Così si è espresso il parlamentare Pdl, Paolo Russo. Il Dl istruzione, per avere la copertura, prevede aumenti delle accise sugli alcolici, per un valore complessivo, a regime, del 33% al quale si aggiungerà anche quella sul vino, finora esente. Il timore per i produttori sta nel fatto che l’effetto possa essere ancora più depressivo, considerato che lo stato di salute dei grandi player della birra in Italia incomincia a dare numeri poco gratificanti. In ogni caso l’arco politico che sostiene il Governo non pare si faccia influenzare da tali allarmi, tanto che il deputato di Scelta Civica, Bruno Molea, componente della commissione Cultura e Istruzione della Camera, ha detto:  “Con il decreto Istruzione abbiamo finalmente la possibilità di lanciare segnali concreti di ripresa non solo in termini economici, ma anche sociali e culturali. Non dimentichiamoci che il provvedimento contiene misure per ridurre il costo dei libri, potenziare l’offerta formativa, arginare la dispersione scolastica e altre disposizioni sul welfare dello studente e la tutela della salute anche negli spazi aperti degli istituti scolastici. Torna, inoltre, il bonus maturità per chi ha partecipato alla tornata di test d’ingresso dello scorso settembre, dando così la possibilità di immatricolarsi in sovrannumero a coloro che sono rimasti fuori dalla graduatoria: parliamo di 2mila studenti. In questa fase di transizione ancora critica, tutto ciò non è cosa da poco. Mi auguro che non si sprechi un’occasione d’oro per colpa di chi preferisce anteporre ragioni ideologiche al buon senso e, soprattutto, all’interesse generale del Paese”..

I compiti del RSPP nella scuola

da Tecnica della Scuola

I compiti del RSPP nella scuola
di Aldo Domenico Ficara
Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (o RSPP) è una figura disciplinata nell’ordinamento giuridico italiano dal D.Lgs. 81/2008
Fu introdotta in Italia per la prima volta dal D.Lgs. 19 settembre 1994 n. 626, emanato in recepimento di diverse direttive europee riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro. I compiti e il ruolo di RSPP sono riferibili principalmente alle operazioni di garanzia per la creazione e il mantenimento di un luogo di lavoro sano, utilizzando gli strumenti della vigilanza, della tutela professionale e della realizzazione di programmi informativi.  La figura di RSPP è strettamente legata al ruolo del datore perché, essendo in possesso di numerose capacità tecniche in materia di sicurezza sul lavoro, si configura assieme al Rappresentante dei lavoratori RLS come il principale contatto tra dipendenti e dirigenza aziendale. I suoi rapporti all’interno della scuola, sono istaurati anche con le altre figure speciali come il medico competente, l’RLS allo scopo di valutare i rischi, ed è infatti, tra le figure che si occupano in collaborazione con il datore di lavoro alla realizzazione del documento obbligatorio DVR (Documento valutazione rischi).  L’articolo 33 del D.Lgs. 81/08 elenca i suoi obblighi che sono: a) individuazione dei fattori di rischio, valutazione dei rischi, individuazione delle misure di sicurezza e salubrità dell’ambiente di lavoro; b) elaborazione delle misure preventive e protettive e dei sistemi di controllo delle misure adottate; c) elaborazione delle procedure di sicurezza per le varie attività aziendali; d) proposta di programmi di formazione e informazione per i lavoratori. A tal proposito all’interno della scuola collabora alla realizzazione del piano di sicurezza, valutazione rischi e segnala al datore di lavoro eventuali inadempienze o irregolarità sul lavoro in collaborazione con medico competente e RLS. Mentre all’esterno della scuola si interfaccia essenzialmente con gli organi di vigilanza territoriali, e in sede di ispezione affianca gli organi esterni fornendo loro chiarimenti in merito al documento di valutazione rischi.  Fra gli obblighi dell’RSPP in vece del datore di lavoro c’è quello di indire la riunione periodica almeno una volta l’anno, obbligatoria per tutte le aziende che hanno più di 15 dipendenti. Alla riunione devono partecipare: datore di lavoro, RSPP, medico competente, RLS. Gli argomenti che devono essere trattati sono: il Documento di Valutazione Rischi (DVR); l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali; criteri di scelta e caratteristiche dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e i programmi di formazione e informazione sulla sicurezza sul lavoro per lavoratori, dirigenti e preposti. Nel corso della riunione si possono individuare sia i codici di comportamento necessari per ridurre al minimo i rischi, sia gli obiettivi di miglioramento della sicurezza nell’ambiente di lavoro. Nel caso in cui vengano introdotte nuove tecnologie o cambi notevolmente l’esposizione al rischio il RLS può chiedere che venga convocata un’apposita riunione.

B, Wilder, Avanti!…Che cosa è successo tra mio padre e tua madre

Nota di Gianfranco Purpi al film di Billy Wilder : “Avanti!…Che cosa è successo tra mio padre e tua madre”

…In questo film prende mirabilmente forma esistenziale e di assoluta verosimiglianza realistica…una sublime commedia di vita di sogno e da sogno,…ambientata a Ischia ,…dove con fine arte cinematografica e interpretazione pregevole …si rendono bene alla sensibilità e alla catarsi dello spettatore …le bellezze di un paesaggio incantevole che fanno da teatro naturale e da culla dialogica smerigliata …all’incorporarsi graduale e quasi magico di due culture quasi di oppositività antropologica e dialetticamente contrapposta dei rispettivi protagonisti;
…a monte di una fatale e inaspettata (primi fra tutti…i due protagonisti!)…”Love story” … impensabile e assolutamente contingentista all’inizio del viaggio di entrambi,…dove ne sortisce una storicità che ha dell’incredibile,…dove le rispettive ontogenesi ripercorrono le filogenesi dei due genitori appena scomparsi (…due maturi amanti!)…e imbarcheranno i due nostri protagonisti appena conosciutisi a caso …nell’orsa maggiore del carro dell’amore eternalizzato ,…elevandoli subliminalmente e quasi “controvoglia” …innamorati di sempre …per i giochi diabolici dei colpi di fulmine che Dio fa sortire entro una cornice da costante cartolina illustrata…e da contingentismo esilarante di umorismo satirico (…in mutazione miracolosa a partire da “due verità illuse” di vita …credute inizialmente …,a torto…, esaustive nell’autoreferenzialità del presente e nelle staticità inerti delle caratterizzazioni del solo qui e ora!)…
…Proprio come era successo,decenni prima,…ai loro suddetti rispettivi genitori scomparsi (…che si davano,per questo,appuntamento a Ischia,ogni anno,per un mese,…per vivere una incantevole loro storia d’amore che credevano irrepetibile e unica,…non potendo ipotizzare che ai loro figli sarebbe successo tutto quanto in analogia storica ed esistenziale…e di magìa trascinante…irrefrenabile!)…
…La pellicola vede nelle sue fatate sequenze da fiaba di ieri come di oggi…le magistrali interpretazioni di una spendida polposa Juliette Mills in coppia ad uno inarrivabile straordinario Jack Lemmon,vero maestro di senso ironico e di satira umoristica tutta italo/americana,…e peraltro la costante presenzialità partecipativa di un immenso Gianfranco Barra …meraviglioso emblematico personaggio tipicizzante semiologicamente l’antropologia prorompente e raffinatamente verace della “civiltà” di Ischia e dei suoi Codici Mediterranei tutti peculiarmente partenopei (…anche se…sempre composti e metaforicamente raffinati!); …il Tutto,…per la regia di un mito di Hollywood:…Billi Wilder…talentuoso artista e produttore di questo suo 22° film del 1972.

Dopo Invalsi, liceo a quattro anni: privati di scuola

da Il Fatto Quotidiano

Dopo Invalsi, liceo a quattro anni: privati di scuola

di Marina Boscaino

All’inizio fu anticipo scolastico: Letizia Moratti e l’idea di solleticare il precocismo dell’italo genitore, convinto di custodire un pargolo geniale, destinato a magnifiche sorti socio-professionali, da favorire con l’entrata anticipata in prima elementare – nessuno è mai riuscito a dire “prima primaria”. In verità ci aveva già provato in precedenza Luigi Berlinguer, con scarsa fortuna.

Messa in soffitta per un po’ la proposta, eccola ripresa dal mediatico Profumo (quello delle 24 ore di lezione a parità di salario, per altro sempre più eroso dal’’inflazione), che – nell’atto di indirizzo concernente le priorità politiche per il 2013 – dichiarò: “Occorre superare la maggiore durata del corso di studi procedendo alla relativa riduzione di un anno, in connessione anche alla destinazione delle maggiori risorse disponibili per il miglioramento della qualità e della quantità dell’offerta formativa, ampliando anche i servizi di istruzione e formazione“. Un altro tassello nell’implacabile percorso di distruzione della scuola, perseguito con accanimento – e con strategico accerchiamento da più parti – nel corso degli ultimi anni. Il miglioramento dell’offerta formativa, il rispetto del diritto allo studio e all’apprendimento, sia chiaro, non c’entrano assolutamente niente.

Quello che c’entra è – volgarmente ma inequivocabilmente – la borsa. Fare cassa sulla scuola è uno dei  must che la globalizzazione di economia e ‘Pensiero Unico’ hanno imposto al nostro Paese, eccellente in questo campo per zelo realizzativo e persino “creativo”. Tagliati posti di lavoro e saperi, accorpate scuole creando mostri amministrativi e ambienti anti-didattici, umiliati inidonei, allentati i termini delle pensioni, annullati gli scatti, bloccati i contratti, i nostri eroi hanno riscoperto la non sopita tentazione di un ulteriore giro di vite alla devoluzione della scuola pubblica. E qui il piatto è ricco: circa un miliardo e mezzo di euro. E così torna alla carica l’ondivaga Carrozza (quella che dice che vuole rivedere il sistema Invalsi, inadeguato; e 4 giorni dopo afferma di volerlo estendere all’università) che ha autorizzato la sperimentazione” di un percorso liceale da 5 a 4 anni presso il liceo Internazionale per l’Impresa Guido Carli di Brescia, annunciando già – la ministra del Pd – che “si tratta di un’esperienza che dovrebbe diventare un modello in tutta Italia anche per la scuola pubblica”.

“Ce lo chiede l’Europa”: è questa la “nobile” finalità, attraverso la quale ci hanno fatto – più o meno – ingozzare i peggiori bocconi amari di questi ultimi anni. Anche in questo caso il ritornello è il medesimo. Ma, oltre a sottolineare che siamo il paese Ue che più ha disinvestito rispetto all’istruzione nei 5 anni della crisi, sconfessando le tendenze all’investimento dei principali paesi europei, e che questo ha evidentemente condizionato il nostro sistema scolastico, rispetto al quale non possiamo – considerate le diverse condizioni – applicare acriticamente provvedimenti e tendenze applicati a sistemi di ben altro spessore, dobbiamo riscontrare che il noto refrain non corrisponde alla realtà. Terminano tutti i tipi di scuola a 19 anni in Bulgaria, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia, in Germania il liceo e alcuni professionali, in Scozia solo questi ultimi. Nella Repubblica Ceca, in Lussemburgo e Romania la maggior parte delle scuole arriva a 19 anni. In Ungheria e in Romania gli studenti che non continuano all’università fanno un anno in più di superiori, come accade in Grecia e Cipro per licei, serali e professionali in alternanza, che in Austria e nei Paesi Bassi vanno 1 o 2 anni oltre il limite dei 18.

“A cosa serve, questa ‘sperimentazione” – osserva Cosimo De Nitto  su Retescuole – senza un dibattito, senza consultare il corpo scolastico, il Cnpi, i sindacati, l’associazionismo professionale ecc. ecc., con un puro atto verticistico in una materia così delicata che rifiuta il verticismo per le infinite implicazioni che comporta, interne ed esterne alla scuola, riguardando l’organizzazione di vita dei singoli soggetti e l’organizzazione della vita associata e lavorativa allo stesso tempo dell’intero corpo sociale?”. A cosa serva, ammesso che si possa attribuire al termine sperimentazione il significato che generalmente si assegna alla parola, Di Nitto lo sa benissimo, perché è evidente da un semplice calcolo: il taglio di un anno di scuola corrisponde alla decurtazione di quarantamila cattedre. E, in secondo luogo, a ribadire che ai nostri eroi dell’”ascolto” non importa proprio niente.

E così la già mortificata e prosciugata scuola statale pagherebbe l’ennesimo tributo all’egemonia dello spread e alla salvaguardia di evasione, poteri e poterucoli, privilegi e sprechi. Smettiamo di riempirci la bocca di Costituzione, diritti, centralità degli individui, cultura e scolarizzazione emancipanti: al centrosinistra, come alla destra, al governo delle larghe intese come alle opposizioni, ‘sta roba interessa poco o niente. Cosa altro devono fare per farcelo capire?

C’è, nell’iniziativa della ministra Carrozza, un messaggio dal forte valore simbolico che io credo non vada sottovalutato. Tre scuole private sono state chiamate a guidare un processo di innovazione che, in prospettiva, potrebbe essere generalizzato a tutte le scuole statali. Più volte la ministra ha dichiarato di considerare sullo stesso piano le scuole pubbliche e quelle private, ora ci indica che sono queste ultime alla testa del sistema. Un’altra linea di confine è stata varcata, un’altra pietra del muro che doveva proteggere il mandato costituzionale della scuola pubblica è stata demolita“. Così Vito Meloni, responsabile scuola di Rifondazione Comunista. In un colpo (di mano) solo Carrozza ha concretizzato almeno tre dei grandi problemi che hanno afflitto la scuola nel tempo: la logica dei tagli; l’equipollenza tra paritario e pubblico, addirittura con l’inversione della parti; assoluta autoreferenzialità e autismo istituzionale. Come al solito a segnalarsi per impazienza esecutiva dei diktat del neoliberismo sono particolarmente loro, i ministri “amici” (sic!). Dal 1997, con l’autonomia, passando per legge di parità, istituzione della dirigenza scolastica e riforma del Titolo V della Costituzione hanno addirittura surclassato la destra rispetto alla rincorsa allo smontaggio, pezzo pezzo, della scuola della Repubblica.

Matteo Renzi e i suoi profeti, che ormai infestano le arene televisive, non promettono sorprese nell’assecondare questa deriva.

R. Murphy, Mangia Prega Ama

Nota di Commento essenziale al film : “Mangia Prega Ama” – di Gianfranco Purpi –

Nota di Commento essenziale al film : “Mangia Prega Ama
(Eat Pray Love)”

Propongo il film imperdibile intitolato: “Mangia prega ama”, relativo ai dati di locandina ufficiale riportati in coda.

Eccovi a preludio di questa breve Nota la Trama fondamentale di narrazione significativa della pellicola in questione:

Liz Gilbert (Julia Roberts) ha tutto ciò che una donna moderna può sognare – un marito, una casa e una carriera di successo – ma come tante altre donne, è insoddisfatta, confusa ed è alla ricerca di cosa effettivamente desidera dalla vita. Appena divorziata, trovandosi ad un bivio, Liz decide di allontanarsi dal suo mondo rischiando tutto e, per dare un cambiamento radicale alla sua vita, intraprende un viaggio intorno al mondo, un percorso per ritrovare se stessa. Nel suo viaggio in Italia riscopre il piacere di mangiare; in India arricchisce la sua spiritualità e, inaspettatamente, a Bali ritrova il suo equilibrio interiore grazie al vero amore.

==============

Così,dopo aver visto questa meravigliosa pellicola …vien proprio voglia di pensare che è davvero un “Peccato” che sono poche le donne che comprendono quando e di chi sono veramente innamorate e che ameranno per sempre,…al contrario del personaggio di una meravigliosa e bravissima Julia Roberts! in questo sublime film da fiaba e storia …dell’anima vera!…E ignorano che una stella cometa si disintegra nell’universo solo apparentemente all’occhio umano storicistico e bio/neuro/fisiologico e psichico/anatomo funzionale!

In effetti credo che ogni stella cometa epocalmente significativa anche a ciascuna nostra trama di vita esistenziale…si compone e si ricompone continuamente in ragione della “quintessenza” di noi umani sempre rifrangenti l’armonia,il cuore e la geometria del firmamento,…e di ogni galassia della sua stupefacente teleologia divina e meccanicistica,…allo stesso tempo quantistica e accorata di Mistero sentimentalizzante trasfigurante…

E…continua sempre ,…in incessante movimento in divenire,…a girare senza fine e senza sosta temporalizzante e spaziale…in ellissi concave e convesse ,…e lungo le gravitazioni attrattive e planetarie di mondi sconosciuti…per poi ritornare a baciarci e a farsi baciare…

…Con l’amore puro e passionalmente simbiotico che riesce addirittura a trascendere l’impotenza della medicina e della chirurgia più sperimentali e innovative di ogni razionalizzazione scientifica pur sempre definita da soli Logoi e Topoi di Fredda Ragione di pura teoresi epistemica “unilineare”,…ma solo quando è deprivata e monca dell’intuito dell’ésprit de Finesse poetico e dell’empatia del Sentimento Animistico più espressivo/cristianizzante e catartico/transferiale che si possa avere dentro all’Anima!

…Sempre in orizzonte di trasformazionalità subliminale e di monismo/immanentistico con …la legge morale dentro di noi e con le stelle perlacee fuori di noi,…nel mare dell’artisticità più ristrutturante e creativa,…civilizzante…,anche se necessariamente pure algoritmico/matematizzante,…e non di meno animistico e fatato da Favoloso “Mondo di Amelie”!

 

Locandina del film:

USCITA CINEMA: 17/09/2010
GENERE: Drammatico
REGIA: Ryan Murphy
SCENEGGIATURA: Ryan Murphy, Jennifer Salt
ATTORI:
Julia Roberts, James Franco, Billy Crudup, Javier Bardem, Richard Jenkins, Viola Davis, Luca Argentero, Arlene Tur, Tuva Novotny, Stephanie Danielson, James Schram
Ruoli ed Interpreti

FOTOGRAFIA: Robert Richardson
MONTAGGIO: Bradley Buecker
MUSICHE: Dario Marianelli
PRODUZIONE: Columbia Pictures, Plan B Entertainment, Red Om Films
DISTRIBUZIONE: Sony Pictures Releasing Italia
PAESE: USA 2010
DURATA: 133 Min
FORMATO: Colore
SOGGETTO:
Tratto dal romanzo bestseller di Elizabeth Gilbert.

Istruzione, un altro pezzo di Gelmini se ne va

da Repubblica.it

Istruzione, un altro pezzo di Gelmini se ne va

Un altro pezzo di Gelmini, uno dopo l’altro, esce dalla scuola italiana, dall’università, dalla ricerca. Il ministro Maria Chiara Carrozza ha seppellito  –  per decreto  –  i progetti bandiera della ricerca finanziata. Non ci sono soldi extra per farli partire, meglio destinare le poche risorse pubbliche della ricerca di eccellenza direttamente agli enti. Chi meglio ricerca, più fondi avrà. Nessun progetto speciale.
Undici mesi fa c’è stata l’ultima bocciatura: il progetto bandiera “SuperB” in carico all’Istituto nazionale di fisica nucleare veniva cancellato per incompatibilità con i limiti di spesa del Piano nazionale della ricerca. Una revisione dei costi del progetto, curata da un comitato di esperti internazionale, aveva quantificato in un miliardo di euro il suo costo, a fronte dei 650 milioni inizialmente stimati (250 si sarebbero presi direttamente dal fondo di finanziamento degli enti di ricerca). In quella occasione, l’ex ministro Francesco Profumo aveva offerto all’Istituto di fisica nucleare la possibilità di presentare un piano alternativo da finanziare, al massimo, con i 250 milioni del fondo. Non partirà nulla.
La Carrozza già in campagna elettorale scriveva (all’Huffington Post): “Non ha senso parlare di progetti bandiera ottenuti sottraendo soldi dal Fondo ordinario in modo incoerente e senza un piano definito, quei progetti vanno finanziati con risorse aggiuntive e vanno stabiliti secondo priorità condivise”. Le risorse aggiuntive non sono mai arrivate e, come ha rivelato l’Associazione nazionale professionale per la ricerca (Anpri), nel decreto scuola varato dal governo e che ha appena superato il percorso alla Camera si è messo per iscritto che una quota non inferiore al 7 per cento del Fondo di finanziamento degli enti di ricerca sarà destinata “in modo premiale” mentre i quattordici “progetti bandiera” varati e mai partiti (attingevano per l’8 per cento ai fondi statali) ora vengono ammainati. Un altro pezzo di Gelmini accantonato, a due anni dalla fine del Berlusconi IV.
Con i 42 milioni del “SuperB” non spesi l’Istituto di fisica nucleare sta chiedendo al ministero di poter investire nei propri laboratori nazionali, in particolare quelli che sviluppano macchine acceleratrici. Purtroppo, in una battaglia al ribasso tra la povera ricerca italiana e la povera università, in Commissione cultura della Camera c’è chi sta provando a dirottare quella cifra agli atenei statali.

Diritto allo studio universitario, risorse ai minimi dal 2008

da Repubblica.it

Diritto allo studio universitario, risorse ai minimi dal 2008

Il decreto approvato a Montecitorio prevede uno stanziamento di 140,8 milioni di euro. Il risultato è che per la prima volta oltre la metà delle borse sarà pagata dalle famiglie e il numero degli “idonei non beneficiari” salirà a 70mila

Fondi per il diritto allo studio universitario ai minimi storici dal 2008 e, per la prima volta, oltre metà delle borse di studio saranno a carico delle famiglie degli studenti. Il decreto-scuola approvato dalla Camera e passato all’esame del Senato non è riuscito a fare niente di meglio che stanziare meno di 150 milioni di euro per borse di studio e altri interventi per il diritto allo studio universitario. E in totale, per il 2014, saranno 140,8 i milioni che entreranno nel capitolo di spesa per sostenere gli studi dei ragazzi italiani capaci, meritevoli e con scarse disponibilità economiche. Nel 2013 erano 154 milioni, l’anno precedente 175. “Quello che si prefigura è un diritto allo studio quasi dimezzato e per lo più pagato dagli stessi studenti che dovrebbero beneficiarne”, commenta Gianluca Scuccimarra, portavoce dell’Unione degli universitari.

“Il governo e il ministro Carrozza – continua Scuccimarra – devono capire che demolire il diritto allo studio significa di fatto bloccare definitivamente l’ascensore sociale del nostro paese, significa precludere completamente agli studenti in difficoltà economiche l’accesso all’università e alle scuole superiori, visti gli stanziamenti ridicoli anche per il diritto allo studio scolastico”. “Non possiamo più permetterci – aggiunge – soprattutto in un momento di crisi, di non puntare sull’istruzione e la conoscenza”. Il fatto è che soldi non ce ne sono. E’ proprio in polemica contro il totem delle coperture economiche che Giancarlo Galan (Pdl) si è dimesso da relatore del disegno di legge a Montecitorio.

Secondo i calcoli degli studenti, i 140,8 milioni di euro complessivi per il 2014 andranno a sommarsi ai fondi versati dagli studenti sottoforma di Tassa regionale per il diritto allo studio e ai fondi messi sul tavolo dalle regioni. Ma per il 2014 non si dovrebbe andare oltre i 415,4 milioni, di cui 223 versati dagli studenti. La prospettiva che si apre è quella di un 53 per cento del diritto allo studio a carico delle famiglie italiane. Nel 2008, la percentuale di autotassazione era pari al 35 per cento: 171 milioni versati dagli studenti su 481 milioni complessivi. Da allora, il carico per i genitori è lievitato fino a raggiungere il 40 per cento nel 2010 e il 45 per cento quest’anno.

E il numero di coloro che, pur avendone diritto, non riusciranno a percepire alcuna borsa di studio – i cosiddetti “idonei non beneficiari” – salirà a quota 70mila. Per assicurare una borsa di studio a tutti coloro che si trovano nelle condizioni previste dalle norme vigenti servirebbero altri 214 milioni di euro. Ma le risorse scarseggiano. “Gli interventi previsti dal decreto-scuola rischiano di essere la pietra tombale definitiva per il diritto allo studio previsto dalla Costituzione – commenta ancora Scuccimarra – Lo stanziamento statale a 112 milioni è l’ennesima beffa per gli studenti: da un lato saliranno a quasi 70mila gli studenti idonei non beneficiari, dall’altro per la prima volta la contribuzione studentesca al diritto allo studio supererà il 50 per cento degli stanziamenti totali”.

Nelle prime schermaglie parlamentari, lo scorso 28 ottobre, Silvia Chimienti del Movimento 5S è intervenuta in aula per sottolineare l’esiguità del finanziamento previsto nel decreto. A suo avviso i provvedimenti contenuti nel decreto sono “misure estremamente frammentari che in concreto mirano a mettere qualche toppa qua e là, ma fondamentalmente non risolvono nessuno dei problemi della scuola”. Una “macedonia venuta male, perché gli ingredienti scelti sono di bassa qualità”. “Sapete – ha detto in aula Chimienti – quanto si è investito in Spagna nel 2011 per il diritto allo studio? 819 milioni di euro. E quanto si investe in Germania e Francia per le borse di studio agli studenti? Oltre 2 miliardi l’anno”.

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 257

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 257 del 2-11-2013

Sommario

DECRETI PRESIDENZIALI

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 21 ottobre 2013


Scioglimento del consiglio comunale di Ariano Irpino e nomina del
commissario straordinario. (13A08711)

 

 

Pag. 1

 

 

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 21 ottobre 2013


Scioglimento del consiglio comunale di Sellia e nomina del
commissario straordinario. (13A08712)

 

 

Pag. 1

 

 

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 21 ottobre 2013


Scioglimento del consiglio comunale di Ostiglia. (13A08713)

 

 

Pag. 2

 

 

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

 


DECRETO 27 settembre 2013


Recepimento della direttiva 2013/22/UE del Consiglio del 13 maggio
2013 a seguito dell’adesione della Repubblica di Croazia all’Unione
europea e conseguenti modifiche al decreto legislativo 21 novembre
2005, n. 286 e decreto legislativo 18 aprile 2011, n. 59 e loro
successive modifiche ed integrazioni. (13A08708)

 

 

Pag. 3

 

 

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


DETERMINA 2 ottobre 2013


Proroga smaltimento scorte del medicinale per uso umano «Tantum Verde
P» in seguito alla determinazione di rinnovo dell’autorizzazione
all’immissione in commercio secondo procedura di mutuo
riconoscimento, con conseguente modifica stampati. (Determina FV n.
245/2013). (13A08684)

 

 

Pag. 3

 

 

 


DETERMINA 14 ottobre 2013


Classificazione, ai sensi dell’art. 12, comma 5, legge 8 novembre
2012 n. 189, dei medicinali per uso umano «Capecitabina Sun» e
«Imatinib Accord» approvati con procedura centralizzata. (Determina
n. 886/2013). (13A08675)

 

 

Pag. 5

 

 

COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

 


DELIBERA 19 luglio 2013


Programma delle infrastrutture strategiche. Asse viario Marche Umbria
e quadrilatero di penetrazione interna: «maxilotto n. 1» III stralcio
– SS 78 Val di Fiastra: tratto Sforzacosta-Sarnano e SS 3 via
Flaminia: tratto Pontecentesimo-Foligno. Proroga dichiarazione di
pubblica utilita’. (Delibera n. 36/2013). (13A08709)

 

 

Pag. 9

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Pramipexolo Pfizer». (13A08670)

 

 

Pag. 11

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Zerpif». (13A08671)

 

 

Pag. 11

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Vancomicina Pfizer». (13A08672)

 

 

Pag. 11

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Montelukast Pfizer Italia». (13A08673)

 

 

Pag. 11

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Bisoprololo Pfizer». (13A08674)

 

 

Pag. 12

 

 

 


COMUNICATO


Variazione di tipo II all’autorizzazione, secondo procedura di mutuo
riconoscimento, del medicinale per uso umano «Influvac S». (13A08676)

 

 

Pag. 13

 

 

 


COMUNICATO


Variazione di tipo II all’autorizzazione, secondo procedura di mutuo
riconoscimento, del medicinale per uso umano «Batrevac». (13A08677)

 

 

Pag. 13

 

 

 


COMUNICATO


Variazione di tipo II all’autorizzazione, secondo procedura di mutuo
riconoscimento, del medicinale per uso umano «Roferon A». (13A08678)

 

 

Pag. 14

 

 

 


COMUNICATO


Variazione di tipo II all’autorizzazione, secondo procedura di mutuo
riconoscimento, del medicinale per uso umano «Roferon A». (13A08679)

 

 

Pag. 14

 

 

 


COMUNICATO


Variazione di tipo II all’autorizzazione, secondo procedura di mutuo
riconoscimento, dei medicinali per uso umano «Boostrix»,
«Polioboostrix», «Polioinfanrix». (13A08680)

 

 

Pag. 14

 

 

 


COMUNICATO


Variazione di tipo II all’autorizzazione, secondo procedura di mutuo
riconoscimento, del medicinale per uso umano «Priorix». (13A08681)

 

 

Pag. 14

 

 

 


COMUNICATO


Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «Neoduplamox» (13A08682)

 

 

Pag. 14

 

 

 


COMUNICATO


Variazione di tipo II all’autorizzazione, secondo procedura di mutuo
riconoscimento, del medicinale per uso umano «Igamad». (13A08683)

 

 

Pag. 15

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO

 


COMUNICATO


Estinzione della Confraternita di S. Rocco, in Antignano (13A08707)

 

 

Pag. 15

 

 

 


COMUNICATO


Estinzione della Confraternita del S. Girolamo, in Costigliole d’Asti
(13A08710)

 

 

Pag. 15