Vinta una battaglia occorre vincere la guerra

Vinta una battaglia occorre vincere la guerra
dicembre 2013 – luglio 2014
incontri, mobilitazioni, sit-in, presidi

Per rilanciare la centralità delle biblioteche scolastiche, dei laboratori didattici, della funzione di supporto/potenziamento al piano dell’offerta formativa dei docenti “idonei ad altri compiti”

Il 23 novembre 2013, si è svolto a Roma, presso la sala convegni Cesp, il Convegno Nazionale dei docenti “idonei ad altri compiti” che si sono ritrovati, insieme agli insegnanti tecnico-pratici e al personale precario amministrativo e tecnico, per entrare nel merito di quanto disposto dalla L128/2013 (dopo la conversione in legge del DL 104/12) e dalla nuova revisione di spesa.

I presenti (più di 120 provenienti da varie regioni italiane: Piemonte, Toscana, Lazio, Abruzzo,Campania, Molise, Puglia Basilicata), si sono dichiarati soddisfatti per essere riusciti, con la propria mobilitazione:

a) ad avere il diretto interessamento del ministro Maria Chiara Carrozza, che per la prima volta in 10 anni di “persecuzione” ha dimostrato attenzione alla situazione dei docenti inidonei;

b) ad ottenere l’abrogazione dell’iniqua norma della spending montiana (comma 13 articolo 14 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135) che prevedeva la deportazione coatta dei docenti “idonei ad altri compiti” sui profili amministrativi e tecnici;

c) ad aver sbloccato, attraverso la mobilitazione congiunta con ITP e precari amministrativi e tecnici, i posti per le immissioni dei precari dei relativi profili professionali;

d) ad aver ottenuto il trasferimento su classe di concorso affine per gli ITP ( C555- C999), anche per chi è in possesso del solo diploma specifico.

Ciononostante gli insegnanti ritengono che “il governo delle larghe intese” abbia voluto mantenere l’obbligo alla mobilità intercompartimentale (che si applicherà dopo il 31 agosto 2016), per una mera questione di equilibri politici. Per questo, infatti, è stato approvato un testo che rifacendosi a quanto previsto dalla finanziaria del governo Berlusconi del 2011, appare gratuitamente “punitivo” ed “intimidatorio” nei confronti di docenti che per gravi patologie non possono più rimanere in classe per l’ordinario lavoro di attività didattica frontale, ben sapendo, peraltro, che tale norma non potrà che rimanere inapplicata, perché ne mancano i necessari presupposti normativi.

Gli insegnanti giudicano la prevista integrazione delle Commissioni mediche preposte alle visite per la dichiarazione di inidoneità, con personale ministeriale (docenti pagati con il Fondo d’istituto), una palese violazione della privacy, ritengono che il ripristino dell’istituto della dispensa sia il giusto riconoscimento per docenti affetti da gravi patologie per poter abbandonare l’insegnamento con il maturato e chiedono l’immediata immissione in ruolo del personale amministrativo e tecnico sui posti dei docenti “idonei ad altri compiti”, che non chiederanno di passare sui relativi profili professionali al 1° gennaio 2014.

Considerano quanto previsto dal nuovo piano finanziario, un subdolo tentativo di ripristinare lo “status quo ante”, che rischia di annullare nei fatti quanto faticosamente ottenuto. Pertanto, docenti inidonei, precari amministrativi e tecnici, ITP (C555-C999), proprio a partire dalle scadenze dettate dal Coordinatore Straordinario per la Revisione della spesa, Carlo Cottarelli, indicono lo stato di agitazione, con incontri, mobilitazioni, sit-in, presìdi, per rilanciare la centralità delle biblioteche scolastiche, dei laboratori didattici e della propria funzione di supporto e potenziamento al piano dell’offerta formativa, per i seguenti periodi:

– Dicembre 2013-Febbraio 2014, durante la prima fase di ricognizione tecnica per definire le misure dei risparmi.

– Marzo-Aprile 2014, durante la ricognizione tecnica nell’ambito del Documento di Economia e Finanza per la formulazione degli obiettivi di finanza pubblica.

– Maggio-Luglio 2014, durante l’implementazione delle misure a livello legislativo.

Così come previsto dal documento di revisione di spesa, durante tali fasi sarà chiesta al Commissario Carlo Cottarelli, un’audizione presso le competenti Commissioni.

I presenti, al termine del Convegno, approvano all’unanimità il testo di diffida al MIUR e di segnalazione all’Autorità Garante per la protezione dei dati personali per violazione della privacy (articolo 141, comma 1, lett. b) del Codice in materia di protezione dei dati personali e Regolamento n. 1/2007 articoli 13 e 14).

Incontro di riflessione e approfondimento sui DSA

Caltanissetta. Incontro di riflessione e approfondimento sui DSA

La sezione AID di Caltanissetta ha organizzato per domani, lunedì 25 novembre alle ore 9.30 un incontro di riflessione e approfondimento sulle tematiche riguardanti la dislessia, all’Istituto scolastico “S. Mottura”.
Viviana Rossi, del Direttivo Nazionale AID presenterà il nuovo progetto di screening sui disturbi specifici di apprendimento per l’anno scolastico 2013/2014 e Sergio Messina, del Distretto Sanitario di Caltagirone illustrerà un progetto di attività clinica riguardante l’attività teatrale e le ricadute positive che questa produce sui ragazzi tra 11 e 18 anni, sia nell’ambito del disturbo specifico sia nella loro sfera emotiva.

Contributo per l’acquisto di un computer e dei relativi software

Basilicata. AID Potenza. Contributo per l’acquisto di un computer e dei relativi software

E’ stato pubblicato il piano per il Diritto allo Studio sul BUR con DGR 1244

dell’1.11.2013 e anche quest’anno, sia gli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado, sia le famiglie in cui siano presenti ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, di tutta la regione, possono presentare istanza per la richiesta del contributo per l’acquisto di un computer e dei relativi software.

Si precisa, per le famiglie, che il reddito ISEE 2013 (redditi 2012) non deve superare € 11.305,72 – pena l’esclusione – e che il termine ultimo, per la presentazione della domanda, è il 29 novembre 2013 presso l’Unità Direzione Istruzione del Comune di Potenza in Via Nazario Sauro, per i soli residenti di Potenza.
http://www.aiditalia.org/it/piano_per_il_diritto_allo_studio_sul_bur_con_dgr_1244.html

Lingue, musei e stage: la gita scolastica del 2014

da Corriere della Sera

LA GUIDA/ COME CAMBIANO LE TRADIZIONI SCOLASTICHE

Lingue, musei e stage:  la gita scolastica del 2014

Soggiorni a Roma e Firenze o  periodi all’estero e viaggi esperienziali, ma molte scuole rinunciano al le gite di primavera

Carlotta Lombardo

Meno gite scolastiche. Fino a pochi anni fa nelle scuole superiori di secondo grado erano 1,3 milioni i ragazzi coinvolti: l’anno scorso si è scesi a 930 mila. Nelle superiori di primo grado è andata ancora peggio: 470 mila gli studenti in gita, con un calo del 31% rispetto all’anno prima. Se le gite calano, aumenta però l’accuratezza con cui si scelgono meta del viaggio e prezzo. Praga, Barcellona e Berlino le mete preferite dai liceali, secondo l’Osservatorio Touring sul turismo scolastico; Roma, Firenze, Venezia, Torino per le medie inferiori. E c’è anche un fiorire di tour operator specializzati proprio nel portare i ragazzi in gita. Si occupano di tutto: dall’albergo giusto, con strutture che garantiscano sicurezza a prof e ragazzi, a laboratori e attività interattive da abbinare alle più classiche visite e mostre.

STAGE ALL’ESTERO E CITTA’ D’ARTE – Il primo ad occuparsene è stato il Touring Club Italiano: era il 1913. L’idea era aiutare la crescita culturale e civile dei ragazzi attraverso il viaggio. Oggi il Touring offre una buona gamma di possibilità, sia per la varietà delle mete che per le tipologie di viaggio proposte: itinerari nel tempo, percorsi storici e archeologici, capitali e grandi città d’arte, stage linguistici. «Le mete più richieste — spiega Paola Giambelluca, responsabile del settore viaggi giovani del Touring – sono le città classiche, anche se gli stage linguistici hanno registrato un aumento notevole. Le scuole si rivolgono a noi chiedendo idee, ma capita anche di formulare proposte ad hoc, in base alla richiesta dell’istituto. Siamo un’associazione storica e un tour operator, condizione necessaria per tutelare sia a livello operativo che legale lo studente; purtroppo però la scelta avviene ormai quasi esclusivamente in base al fattore economico».

LEZIONI DI EXPO – Nel ventaglio delle proposte Touring, largo spazio ai viaggi d’istruzione all’estero. Per perfezionare la lingua, ma soprattutto per confrontarsi con culture diverse. Inglese (11 le città proposte), francese (Nizza e Parigi), spagnolo (Madrid e Barcellona) e tedesco (Berlino e Norimberga) si imparano in 20 lezioni settimanali di 45 minuti, dormendo in famiglia e spendendo somme che vanno da 330 euro per Madrid a 402 euro per New York, in pensione completa per una settimana. I voli e le escursioni sono a parte. «Da due anni — continua Giambelluca — abbiamo introdotto le Lezioni di Expo 2015: otto itinerari alla scoperta dell’Italia da una prospettiva diversa, quella dell’alimentazione. Una formula che sta registrando un buon successo». In tre giorni si svelano i sapori dell’Etruria meridionale, fermandosi a visitare il cuore etrusco della regione: Viterbo e Tuscania, Tarquinia e il lago di Bracciano, Tivoli e il Parco Villa Gregoriana (partenza da Viterbo, quota da 124 euro). Tour di sapori anche in  Sicilia, cinque giorni da Siracusa alla Valle dei Templi e poi Agrigento e i templi di Segesta e Selinunte, l’architettura normanna di Palermo e Monreale (partenza da Catania, da 203 euro).

TUTTI A ROMA – In Italia piacciono Roma con i suoi monumenti classici (4 giorni in treno, albergo 3 stelle, 3 mezze pensioni a 212 euro a persona) e le città gioiello del Senese, un tour di 3 giorni che si snoda tra Siena, Pienza, Montalcino, Volterra e San Gimignano (sistemazione in albergo 3 stelle, 2 mezze pensioni, pullman, 120 euro a persona). All’estero, invece, spicca Berlino. Un giorno intero è dedicato alla visita dei musei: il Museo di Pergamo, con la spettacolare ricostruzione dell’altare di Pergamo e del mercato di Mileto; il Bode Museum e la Gemaeldegalerie, che raccoglie una collezione ricchissima di opere pittoriche italiane, tedesche, fiammingo-francesi, olandesi e spagnole (4 giorni, albergo 3 stelle, 3 mezze pensioni, voli. Prezzo: 250 euro a persona, minimo 30 partecipanti). «I musei — dice Benedetto Vertecchi, pedagogista ed esperto di politica scolastica — dovrebbero lavorare a stretto contatto con le scuole, in modo da trasformare la gita in un viaggio formativo vero e proprio, capace cioè di allargare le vedute dello studente. In Italia questo legame si è perso. Senza una buona preparazione che precede il viaggio e senza la verifica, una volta rientrati, il viaggio di istruzione diventa solo una gita, cioè un momento di interruzione dell’anno scolastico».

VIAGGI ESPERIENZIALI – Il Parco didattico dell’isola Polvese, sul Lago Trasimeno (Perugia), prevede laboratori dedicati alle energie rinnovabili (si costruisce un forno solare), gare di orienteering e iniziazione alla canoa e alla vela, giochi di squadra e attività artistiche, come la lavorazione del cuoio e dei fogli di rame a sbalzo (3 o 4 giorni in pensione completa, da 141 euro). «I laboratori durante il viaggio di istruzione vanno benissimo — spiega il filosofo e saggista Dario Antiseri —. L’importante è che il ragazzo torni con la capacità di trovare una risposta alla domanda: cosa so adesso che prima non sapevo? Il luogo visitato, qualunque esso sia, deve stimolare la conoscenza e la curiosità, ma gli studenti, aiutati dai professori, devono avere già in testa un interrogativo. Diversamente, il rischio è che il laboratorio si trasformi in baldoria». Dedicato all’architettura, il viaggio in Puglia e Basilicata. Un percorso che si snoda tra il Barocco leccese e i mosaici di Otranto, i trulli di Alberobello e le abitazioni rupestri di Matera, Castel del Monte e la cattedrale di Trani. Il bello è che i ragazzi, seguiti da esperti, sperimentano la realizzazione di un video e di un «servizio giornalistico», scaricabile dal sito una volta a casa (3 o 4 giorni, pensione completa, da 143 euro). Il Parco dei Monti Sibillini (Ap) è invece ideale per lo sci da discesa e le ciaspole, e per imparare a progettazione e costruire un igloo eschimese (3 o 4 giorni, in pensione completa, da 179 euro a persona, queste ultime proposte sono di Helios viaggi).

INDUSTRIA E CINEMA – Mini soggiorni all’estero e percorsi Clil. Il termine sta per Content and language integrated learning, cioè l’apprendimento di una lingua straniera attraverso il contenuto (gli esercizi) e il contesto (l’uso della lingua), che deve essere il più stimolante possibile. Prendete Edimburgo: si va a scuola per 15 ore di corso e si partecipa a due attività pomeridiane con il personale della scuola (sport e workshop), dormendo in famiglia in camere da 2/3 posti letto (da 390 euro, pensione completa). Particolari, anche i viaggi «Un libro in più», che portano alla scoperta delle eccellenze della produzione industriale del Paese. Tre giorni a Trieste dedicati al mondo del caffè, dalla composizione chimica alla visita dell’Università del Caffè e della città (da 130 euro, in mezza pensione, sistemazione in hotel in camere da 3/4 posti letto) oppure a Bologna, sulle orme del grande cinema, dalla ricostruzione della pellicola alla promozione dei film, con visite alla biblioteca di cinema e fotografia Renzo Renzi, seminari sulle tecniche del restauro e visita della città (da 125 euro, Zainettoverde). Tessere di storia, proposto da GirAtlantide, è invece un laboratorio didattico di tre giornate, ognuna dedicata ai grandi personaggi (Galla Placida, Teodorico e Giustiniano) che hanno fatto grande Ravenna. Tramite giochi di ruolo integrati da visite guidate, i ragazzi vivono la storia di Ravenna apprendendo i segreti e le tecniche del mosaico o mettendo in scena una pièce teatrale in costume (3 giorni in pensione completa e sistemazione in hotel, da 112 euro, Giratlantide).

Scuola, mobilitazione continua: occupazioni in tutta Italia

da l’Unità

Scuola, mobilitazione continua: occupazioni in tutta Italia

Dopo le manifestazioni del 15 e 16 novembre prosegue la protesta

Dopo i cortei è l’ora delle occupazioni. La settimana clou delle mobilitazioni studentesche si è aperta con decine di autogestioni e occupazioni nelle scuole superiori di tutta Italia. Contemporaneamente, negli atenei si è aperta la «Settimana nazionale di discussione per salvarel’Università».Solo nella capitale negli ultimi due giorni sono stati 10 gli istituti occupati: licei classici (tra cui lo storico Mamiani), scientifici, Itis, scuole alberghiere. Da Prati a Centocelle, e poi Eur, Primavalle, San Giovanni, Garbatella. Sempre a Roma occupate anche tutte le sedi della facoltà di Architettura del La Sapienza e lo studentato di via Cesare de Lollis. «Ci aspettiamo altre azioni nei prossimi giorni», spiega l’Unione degli Studenti (Uds)che ha lanciato sul suo sito la campagna «Cambia la tua scuola» con informazioni legali e vademecum per gestire le occupazioni e le assemblee. Tra i modelli da scaricare anche quello di odg per la settimana della didattica alternativa. «Vent’anni di politiche sbagliateci hanno consegnato in eredità una scuola strutturalmente a pezzi, autoritaria con contenuti e metodi didattici vecchi e inattuali e perennemente minacciata da nuovi tagli dice Roberto Campanelli, coordinatore nazionale Uds Il 15 e il 16 novembre siamo scesi in piazza dal nord al sud e in questi giorni la mobilitazione sta tornando nelle scuole con occupazioni, autogestioni, assemblee permanenti: sono spazi liberati, laboratori di costruzione di un altra-scuola possibile». I ragazzi del movimento studentesco si oppongono ai tagli,alla precarizzazione generale, alla mancanza di un adeguato diritto allo studio che negli anni ha reso l’accesso all’istruzione sempre più classista. Ma poi legano la lotta a un contesto fortemente territoriale. È per questo che in Campania le occupazioni delle scuole di Napoli, Caserta e altri centri sono tutt’uno con la mobilitazione contro il biocidio. Una prosecuzione, in questo caso, della manifestazione del 16 novembre scorso, quando il fiume di manifestanti che ha percorso il capoluogo campano era formato anche da migliaia di studenti. A Giugliano sono stati occupati tutti gli istituti: «Si ad un futuro per i giovani nella Terra dei Fuochi». Anche in Sicilia, una dopo l’altra, sono partite le occupazioni: Palermo (dove giovedì gli studenti hanno manifestato dietro lo striscione «le scuole crollano, gli studenti no»), Catania, Ragusa. Anche qui si lotta contro i tagli indiscriminati all’istruzione e per le condizioni degli istituti, fatiscenti per lo più. Lo stesso a Bologna,dove si protesta per la ulteriore riduzione dei fondi di Regione e Provincia, e a Venezia dove lamentano la mancanza di strutture e laboratori. In parallelo tornano le obiezioni di quanti vedono nelle occupazioni solo un periodo di vacanza. Eppure il movimento studentesco negli ultimi anni si è molto rafforzato. «La condizione di giovani e studenti è peggiorata progressivamente dice ancora Roberto Campanelli le questioni sono diverse: dall’assenza di risorse che ha peggiorato la qualità dell’istruzione ai problemi della quotidianità che vivono in classe e nella propria città ogni giorno». E che non si tratti del “solito fenomeno ciclico” lo conferma anche Daniele Lanni, portavoce nazionale Rete degli Studenti Medi, «Si prosegue la mobilitazione nazionale del 15 novembre scorso. Il 27 siamo stati convocati dalla ministra Carrozza per un parere su vari punti ma noi riteniamo che non basti una convocazione del Forum delle Associazioni per concepire delle misure re almente efficaci, bisogna costruire tavoli permanenti con gli studenti su questioni centrali come il diritto allo studio e il numero chiuso …

Le reti di scuole modificheranno la ratio dei contratti scuola?

da Tecnica della Scuola

Le reti di scuole modificheranno la ratio dei contratti scuola?
di Lucio Ficara
Con la nascita delle reti di scuole e dei relativi organici funzionali di rete potrebbero cambiare (e non poco) diverse regole contrattuali, come per esempio quelle relative alla mobilità
Con la legge n.5 del 2012 riguardante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo, si introducono nel nostro ordinamento  legislativo alcuni importanti aggiustamenti nell’attuazione dell’autonomia scolastica. Infatti nell’art. 50 della su citata legge, si dispone la definizione, per ciascuna  istituzione  scolastica, di un organico dell’autonomia, funzionale    all’ordinaria attività didattica, educativa, amministrativa, tecnica  e  ausiliaria, alle esigenze di sviluppo delle eccellenze, di recupero, di integrazione e sostegno ai diversamente abili e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico. Inoltre si introduce, per via legislativa, la costituzione di reti territoriali tra istituzioni scolastiche, al fine di  conseguire la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie. Queste reti scolastiche, che risolverebbero alcuni aspetti negativi dell’autonomia scolastica, come ad esempio quella di un orientamento scolastico basato su una concorrenzialità distorta, nascerebbero attraverso un’intesa privilegiata con la Conferenza unificata tra Stato, regioni, province e comuni. La domanda che ci poniamo, rispetto a questa utile riforma dell’autonomia scolastica, è la seguente: “quando verrà recepita la legge n. 5/2012, riguardo l’istituzione di queste reti di scuola, come verranno modificate le norme contrattuali?”. Con la definizione di un organico funzionale, che superi l’organico di diritto e quello di fatto, e che verrà disposto a seconda dei fabbisogni  delle costituende reti scolastiche, si dovrà passare, al fine di individuare i docenti soprannumerari. dalle graduatorie d’Istituto alle graduatorie di rete scolastica. Per fare un esempio concreto, in una città mono distrettuale, i licei potrebbero costituire una rete scolastica, così come gli istituti tecnici e professionali potrebbero costituirne un’altra, per cui si avrebbero delle graduatorie di rete, in cui verrebbero graduati, a seconda della classe di concorso di appartenenza, i docenti titolari nella rete. Questi mutamenti epocali andrebbero ad incidere profondamente su diversi aspetti di natura contrattuale, modificando la ratio, sia del contratto collettivo nazionale scuola, ma anche dei contratti integrativi di mobilità. Gli organici di rete che saranno, come previsto all’art. 50 della legge n. 5/2012, funzionali non soltanto alla didattica ma anche alla vita amministrativa delle scuole, potrebbero regolare anche  i dimensionamenti scolastici, risparmiando, come sembra si voglia fare in regime di spending review, sul numero dei dirigenti scolastici e dei direttori amministrativi. Un altro aspetto che potrebbe essere riformato, con l’istituzione di questi organici di rete, è quello degli organi collegiali, che si dovrebbe uniformare ai bisogni di una rete scolastica e non di una sola scuola. In buona sostanza, con l’introduzione degli organici di rete, strada che è ormai inevitabilmente tracciata, tutto muterà a livello normativo. Ecco l’esigenza di creare un nuovo testo unico su materia d’istruzione e complementarmente avviare un serio confronto con i sindacati per innovare e quindi rinnovare i contratti della scuola.

Carrozza, essenziale saldare formazione e lavoro

da Tecnica della Scuola

Carrozza, essenziale saldare formazione e lavoro
Per la ministra Carrozza è essenziale saldare la formazione e il lavoro. È uno dei capisaldi che guidano l’azione del governo. La ha affermato nel messaggio di saluto indirizzato oggi al convegno ”Istruzione, formazione, lavoro. Problemi e prospettive in Italia e in Europa” promosso dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
”Tenere insieme istruzione, formazione e lavoro è un compito essenziale per il rilancio della nostra economia, che ha un impatto su tutto il tessuto produttivo e le opportunità occupazionali, in misura ben maggiore di quanto sia riflesso dal dibattito pubblico”.  ”Nella prospettiva europea – ha aggiunto – l’Italia deve affrontare la grande prova della garanzia per i giovani: dal primo gennaio 2014 occorre uno sforzo comune per far sì che un circuito più forte tra istruzione, formazione e lavoro, a partire da un’adeguata conoscenza dei bisogni del territorio, sia al servizio della lotta alla disoccupazione giovanile e contribuisca a un futuro in cui i giovani, grazie allo studio e all’impegno, possano prendere di nuovo per mano il loro Paese, senza più sentirsi estranei”.  Durante il convegno docenti universitari e rappresentanti del mondo delle associazioni di categoria si sono interrogati sul ”rapporto fra istruzione, formazione e lavoro inteso come uno dei capisaldi che guidano l’azione di governo, anche alla luce delle linee che trovano una loro definizione nel diritto dell’Unione europea”

Sciopero generale del 25 novembre: scuola, precari, sanità

da Tecnica della Scuola

Sciopero generale del 25 novembre: scuola, precari, sanità
Per lunedì 25 novembre 2013 è indetto lo sciopero generale che coinvolgerà diversi settori che scenderanno in piazza per protestare. Lo sciopero è stato indetto da Confederazione sindacale Usi e l’Organizzazione sindacale Slai Cobas
I sindacati invitano alla mobilitazione e “a recarsi sul posto di lavoro indossando un indumento rosso, per manifestare contro gli abusi e per dire basta alle violenze sulle donne, allo sfruttamento sul lavoro e in tutti i luoghi in cui la donna oggi è presente ma spesso ancora messa da parte o denigrata”. Lo sciopero è stato indetto da Confederazione sindacale Usi e l’Organizzazione sindacale Slai Cobas. Lo sciopero coinvolgerà tutto il personale a tempo indeterminato e determinato, con contratti precari e atipici, per tutti i comparti, aree pubbliche e le categorie del lavoro privato e cooperativo, per l’intera giornata. I motivi dello sciopero riguardano gli abusi e per dire basta alle violenze sulle donne, allo sfruttamento sul lavoro e in tutti i luoghi in cui la donna oggi è presente ma spesso ancora messa da parte o denigrata Lo sciopero generale di lunedì 25 Novembre coinvolgerà e riguarderà: Sciopero della scuola e istruzione:  Possibili disagi anche nella aule scolastiche dove il regolare svolgimento delle lezioni potrebbe non essere garantito. Sciopero dell’Università:  le università comunicano la riduzione dei servizi e che si cercherà di garantire i servizi essenziali: esami conclusivi dei cicli di istruzione, certificazioni per la partecipazione a concorsi, salvaguardia degli impianti, delle apparecchiature operanti a ciclo continuo e degli esperimenti irripetibili in corso, pagamento degli emolumenti retributivi, compilazione e controllo delle distinte di versamento dei contributi previdenziali nei termini previsti dall’accordo di contrattazione. Sciopero dei dirigenti scolastici Sciopero 25 Novembre 2013 della Sanità Personale non Dirigente Sanitario, Tecnico e Amministrativo Medici Ospedalieri e del Territorio, Dirigenti delle altre professionalità sanitarie (Biologi, Chimici, Farmacisti, Fisici, Psicologi, Veterinari), Dirigenti Tecnici ed Amministrativi. Negli ospedali nel giorno dello sciopero: sono garantite le prestazioni di urgenza, mentre l’attività programmata e prenotata potrebbe subire interruzioni o sospensioni.

Lo Stato non sa gestire la scuola

da Tecnica della Scuola

Lo Stato non sa gestire la scuola
di P.A.
Secondo Andrea Ichino, in una intervista riporta da Eduscuola, nella nostra scuola qualcosa non va, colpa dello Stato che “non perde occasione per dimostrare la sua incapacità di gestire scuole e università, scontentando tutti, a destra e sinistra, per motivi opposti”.
Fondamentalmente per Ichino lo Stato è inefficiente nel raggiungere obiettivi che non sono né di destra né di sinistra, come quello di selezionare in tempi rapidi insegnanti e professori universitari. E invece dovrebbe consentire a chi vuole gestire in modo diverso scuole e università di poterlo fare in modo completamente autonomo riguardo alla gestione delle risorse, soprattutto umane, e della offerta formativa. Una sperimentazione su base volontaria e come soggetto giuridico la “fondazione”, mentre “lo Stato deve fornire agli utenti tutte le informazioni elementari necessarie perché possano scegliere le scuole e le università che preferiscono, convogliando verso di esse le risorse pubbliche”. In questo modo la valutazione delle scuole sarebbe fatta dai cittadini, spiega Ichino, “sarebbero gli utenti con le loro scelte”. E infatti fra le cose da cambiare ci sarebbe “il reclutamento che è uno degli esempi più macroscopici dell’incapacità dello Stato di gestire la scuola. Soprattutto perchè le ricerche scientifiche più attendibili suggeriscono che per fare delle buone scuole ci vogliono soprattutto buoni insegnanti”, e costoro “vanno selezionati con attenzione tra i migliori laureati, che quindi devono essere attratti alla professione docente con carriere e retribuzioni adeguate, ma non garantite a tutti indipendentemente dalle capacità e dal merito”. Tra l’altro, continua l’esperto “insegnanti bravi si è, non si diventa! Anche perchè quelli bravi davvero non hanno bisogno che qualcuno gli dica se e come fare formazione e aggiornamento”. E di fronte al fallimento del Miur “è giunto il momento di consentire alle scuole che lo desiderano, di uscire dal sistema per potersi scegliere liberamente gli insegnanti, offrendo loro le retribuzioni e le prospettive di carriera che ritengono più adatte”. Sul piano della valutazione Invalsi si sta capendo, dice Ichino, che “una frazione sempre più ampia di popolazione si rende conto che i test Invalsi svolgono la stessa funzione del termometro per il corpo umano. Offrono indicazioni fondamentali, anche se ovviamente non esaustive, sulla esistenza di possibili patologie nel funzionamento di una scuola e nell’operato dei suoi insegnanti.” “Infatti i test Invalsi sono solo un parametro, peraltro utilizzato in tutto il mondo, ma non possono né debbono essere l’unico. D’altro canto, il contrasto acceso sulle modalità della valutazione in Italia mostra che il problema è trovare un accordo su quali parametri utilizzare”, per cui a questo punto lasciamo valutare gli Italiani “con i parametri che preferiscono. Ma devono essere sufficientemente informati dallo Stato su tutti i dati elementari necessari per farsi un opinione riguardo ai parametri preferiti. Non ho paura di dirlo: auspico una valutazione “fai da te”. Inoltre, secondo Ichino, in riferimento alla parità pubblico-privato, “lo Stato ha tre funzioni possibili nell’erogazione di servizi pubblici: finanziamento, regolazione e gestione diretta. Tuttavia esistono numerosi esempi di servizi che sono e rimangono pubblici anche se la terza funzione non è nelle mani dello Stato centrale ma di soggetti diversi. Pensiamo ad esempio ai trasporti pubblici, che in molti casi sono finanziati e regolati dallo Stato ma gestiti da altri. Le mie proposte però non riguardano le scuole private.” “A me interessa solo consentire alle scuole e università pubbliche di essere gestite in autonomia da soggetti diversi dallo Stato Centrale, che ha dimostrato fino ad ora la sua incapacità di gestore. Finiamola di affidare allo Stato le decisioni che non è in grado di prendere”. Per quanto poi riguarda la spesa del nostro Stato in istruzione, Ichino tiene a dire “L’Ocse non dice che spendiamo meno in istruzione: l’Italia spende meno in proporzione del Pil, ma spende quanto gli altri, se non di più, per studente. E il motivo è che, per via del calo demografico, gli studenti sono relativamente pochi. Quello che conta per valutare l’entità della spesa in istruzione è la quota per studente. E non solo spendiamo tanto per ogni studente ma abbiamo anche molti insegnanti e molte ore di insegnamento per studente”. E non solo, visti i risultati Ocse-Pisa sulle competenze degli studenti, “Lo Stato non spende poco, ma spende male. E non assume pochi insegnanti, ne assume troppi, dei quali alcuni, purtroppo, non sanno fare il loro mestiere”.

Concorso a Ds in Lombardia: cresce il numero di prove corrette a settimana

da Tecnica della Scuola

Concorso a Ds in Lombardia: cresce il numero di prove corrette a settimana
di Aldo Domenico Ficara
Nel sito web dell’Usr della Lombardia è aggiornata settimanalmente la procedura di correzione delle prove scritte del concorso riguardanti i dirigenti scolastici che si sta svolgendo nella stessa regione
Dai dati pubblicati   si può osservare che le ultime tre settimane rilevate, hanno evidenziato un numero crescente di elaborati corretti. Infatti, nella settimana che va dal 4 novembre al 7 novembre sono state corrette 288 prove, nella settimana che va dall’11 novembre al 14 novembre sono state corrette 290 prove e infine nella settimana che va dal 18 novembre al 21 novembre sono state corrette 312 prove.  Questo ritmo che segue un trend crescente di correzioni porterà la conclusione della procedura valutativa a non più di due settimane. A conferma di quanto detto, osserviamo che il totale delle prove corrette è pari a 1.436, ed essendo il numero totale di prove da correggere inferiore a 2.000, mancheranno di conseguenza meno di 570 prove da valutare.  In altre parole mantenendo il livello medio di prove corrette a settimana intorno alle 300 unità, necessitano al completamento della correzione (o ricorrezione) ancora due settimane di lavoro. Pertanto è presumibile che l’intera procedura correttiva sarà espletata, al netto delle operazioni di pubblicazione dei risultati, prima del 5 dicembre 2013.

Y. Sarid, Il poeta di Gaza

Per cambiare in Israele

 di Antonio Stanca

saridA Marzo del 2013 dalle Edizioni E/O di Roma, nella serie Tascabili, è stato pubblicato il romanzo del giovane scrittore israeliano Yishai Sarid, Il poeta di Gaza, (pp. 178, € 9,00, traduzione di Alessandra Shomroni). L’edizione originale risale al 2010 quando l’autore, nato nel 1965, aveva quarantacinque anni. Nel 2011 in Francia l’opera ha ottenuto il Grand prix de littérature policière, nel 2013 in Italia il Premio Internazionale Marisa Giorgetti per i diritti umani e civili.

Sarid vive a Tel Aviv, qui svolge la sua attività di avvocato e Il poeta di Gaza è il suo secondo romanzo. Riuscito lo si può dire sia per la forma espressiva sempre chiara e scorrevole, sempre capace di rendere ogni minimo particolare, sia per i contenuti impegnati a mostrare come si rifletta nella vita, nell’anima degli ebrei la tensione con i palestinesi, quanta attenzione, vigilanza essa richieda ai servizi di sicurezza onde prevenire, evitare azioni terroristiche e conseguenti morti e distruzioni. Ampio, articolato è il romanzo, volto a cogliere ogni aspetto, ogni risvolto dello spirito ebreo, a dire della realtà e dell’idea, del corpo e della mente. Una continua alternanza di tali elementi esso contiene e la rappresenta attraverso la figura del protagonista, a lui fa percorrere tanti luoghi d’Israele, fa incontrare tante persone, fa svolgere tanti compiti. In tal modo riesce vero, autentico,  fa vedere gli esterni delle situazioni che si verificano e i pensieri, i sentimenti di chi le vive. Sempre diviso mostra, infatti, quel protagonista tra il lavoro di giovane ufficiale dei servizi segreti israeliani, specializzato nell’interrogare le persone sospette, e i richiami dello spirito che lo vorrebbero libero da tali incarichi, preso da attività diverse, più semplici, più facili, meno pericolose. Il suo è un impegno senza sosta perché continuo è in Israele il pericolo di azioni terroristiche, non ha neanche il tempo necessario per la sua piccola famiglia, la moglie ed un bambino, ed ora è stato incaricato di scoprire dove vive, come agisce un pericoloso giovane arabo, uno dei capi del terrorismo palestinese, responsabile di tanti attentati e capace di compierne altri. E’ figlio di Hani, “il poeta di Gaza”, un intellettuale molto vecchio e malato che ha i giorni contati e che è molto amico di Daphna, la bella scrittrice di Tel Aviv che da tempo vive separata dal marito. Daphna ha un figlio tossicodipendente e in  una situazione di grave contrasto con i suoi complici nel traffico di droga.

L’ufficiale ebreo riuscirà, tramite la scrittrice, a raggiungere “il poeta di Gaza” e tramite lui suo figlio ma quando tutto era stato preparato dai rivali perché il terrorista fosse eliminato cercherà di salvargli la vita e vi riuscirà. Il rapporto avuto col padre, le lunghe conversazioni tenute con lui lo avevano mosso a compassione ma questo non basterà a salvarlo dall’accusa di tradimento e dal carcere. Da qui uscirà affranto, sfinito, confuso. Ora è completamente solo giacché la moglie, stanca di vivere soltanto col bambino, lo ha lasciato, se n’è andata insieme al piccolo. Lui cercherà Daphna, la incontrerà nella sua casa, invecchiata, delusa del figlio. Gli dirà che Hani è morto e insieme penseranno che sia ancora possibile sperare in tempi migliori.

E’ una speranza che percorre tutto il libro e che alla fine acquista il valore di un giuramento, di un patto, di un compito da svolgere  perché in Israele non c’è solo una famiglia da salvare dal pericolo, dalla rovina ma un’intera società. Questa mostra il romanzo di Sarid nei suoi problemi, nelle sue contraddizioni, nei tempi, nei luoghi della sua storia, della sua vita, della sua religione, nei pericolosi confronti con i vicini palestinesi, nei gravi rischi che corre e che soltanto un ambiente di collaborazione, di scambio, un’atmosfera di partecipazione, una volontà di bene potrebbero eliminare.

Quella di un uomo e di una donna che hanno perso tutto, che sono rimasti soli a Tel Aviv e che continuano a sperare, è l’immagine ultima dell’opera, è quella che lo scrittore vuol far diventare il simbolo dell’intera popolazione ebrea. Con essa vuole invitare la sua gente ad intraprendere un percorso diverso da quello finora compiuto, un percorso guidato dal bene, dall’amore e non più dal male, dall’odio.

Capace è stato Sarid di tenere legato il lettore, di coinvolgerlo fin dall’inizio, di farlo sentire partecipe di quella situazione sempre sospesa che è propria del romanzo, di quell’eterno travaglio al quale fin dall’antichità è esposto Israele.

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