Corsi di specializzazione per il sostegno

Corsi di specializzazione per il sostegno: il Miur rompa gli indugi e ritenga abilitante il diploma magistrale conseguito prima dell’a.s. 2001/2002

 

Si tratta di un diritto che rimane sancito dall’art. 197 comma 1 del D.Lgs. 297/1994 e dall’art. 15 comma 7 del D.P.R. 323/1998. Qualora dall’amministrazione giungano interpretazioni contrarie, l’Anief conferma che avvierà ricorso presso gli organi competenti.

 

Risulta davvero paradossale che al Ministero dell’Istruzione non siano bastati due mesi di tempo per poter dirimere le incertezze sulla valenza abilitante del diploma magistrale conseguito prima dell’a.s. 2001/2002: il 30 settembre scorso, infatti, l’Anief ha inviato una diffida all’Università Luspio perché modificasse il bando di selezione per l’ammissione ai corsi, nella parte in cui ha precluso l’accesso a coloro che hanno conseguito la maturità magistrale fino a 11 anni fa. Successivamente l’ateneo romano ha comunicato di aver chiesto chiarimenti in merito direttamente al Ministero dell’Istruzione. Ad oggi, però, il Miur non si è ancora formalmente espresso.  Tanto è vero che nella FAQ n. 12 sul prossimo avvio dei corsi di specializzazione per il sostegno, aggiornata al 28 novembre 2013, l’Università di Firenze dichiara di aver “inviato un quesito al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca” ed è essere ancora “in attesa di una risposta”.

 

Anief ha sempre sostenuto che coloro che sono in possesso del diploma magistrale conseguito prima dell’anno scolastico 2001/2002 hanno pieno diritto a presentare domanda di accesso ai corsi di specializzazione agli alunni che necessitano di sostegno didattico. Tale diritto, infatti, rimane sancito dall’art. 197 comma 1 del D.Lgs. 297/1994 e dall’art. 15 comma 7 del D.P.R. 323/1998. Queste disposizioni legislative, mai abrogate, attribuiscono infatti il valore abilitante permanente al diploma di maturità magistrale nonché il diritto ai possessori di partecipare ai concorsi a cattedra: l’abilitazione è infatti intrinseca al titolo medesimo e non è subordinata al superamento di alcuna ulteriore prova, esame o concorso pubblico.

 

Pertanto, l’Anief invita il personale in possesso del suddetto titolo a presentare regolare domanda di partecipazione ai corsi di sostegno agli alunni con disabilità, in procinto di essere attivati sulla base del D.M. 706/13 con cui il Miur ha autorizzato le Università incaricate ad organizzare nell’anno accademico 2013/2014 i percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione.

 

Inoltre l’Anief ribadisce, infine, che qualora il Miur non dovesse esplicitare che il diploma magistrale conseguito prima del 2002 è valido a tutti gli effetti, l’associazione sindacale conferma che avvierà ricorso presso gli organi competenti. In tal caso, sarà cura dell’Anief comunicare agli interessati le specifiche istruzioni per l’avvio delle azioni legali, che potranno essere richieste a sostegno.magistrale@anief.net.

 

L’associazione sindacale ricorda, infine, che Eurosofia ha organizzato il corso di formazione per la preparazione alle prove d’accesso al TFA per il sostegno: attraverso supervisori delle SSIS ed esperti del settore, ai candidati verranno impartite le competenze necessarie per il superamento della prova di accesso a numero programmato dei corsi universitari per il conseguimento della specializzazione su sostegno. Per maggiori informazioni cliccare qui

 

A 17 anni dalla legge, manca ancora l’anagrafe dell’edilizia scolastica

Uil: a 17 anni dalla legge, manca ancora l’anagrafe dell’edilizia scolastica. Inaccettabile

Crollo del soffitto del Liceo Dettori di Cagliari

Sollecitazione della Uil Scuola al Ministro: renda pubblici e trasparenti i motivi per cui non esiste ancora l’Anagrafe e definisca i tempi per la realizzazione.
Tra le priorità, snellire la procedura degli interventi e un piano di rilancio delle opere pubbliche con la priorità della messa a norma degli edifici scolastici
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Il crollo del soffitto del Liceo Dettori di Cagliari è un fatto ancora una volta  grave, che vede coinvolti insegnanti e studenti, richiama le istituzioni ad una assunzione di responsabilità
Sull’episodio specifico sono in corso accertamenti che dovranno individuare cause ed eventuali responsabilità.
Il governo ha più volte individuato l’edilizia scolastica come una priorità e, a dire il vero, ha anche impegnato uno sforzo finanziario che però rischia di non avere gli effetti sperati per la lentezza delle procedure, l’intreccio delle competenze, i cavilli burocratici, i rinvii.
Ciò che vogliamo evidenziare è una cosa inaccettabile: il fatto che ancora non esista l’anagrafe dell’edilizia scolastica, strumento previsto e finanziato da una legge del 1996, la n. 23, approvata all’unanimità mentre era presidente del Consiglio Dini.
E’ mai possibile che dopo 17 anni, dopo tanti governi e ministri, non sia stata ancora realizzata?
Si tratta di una ‘fotografia’ di tutti gli edifici, con relative carenze, in modo da rendere facilmente programmabili gli interventi e prevenire episodi come quello di Cagliari di oggi.
Gli studenti, le famiglie, gli insegnanti, il personale hanno diritto a svolgere la loro attività scolastica in edifici sicuri. Invitiamo il ministro a rendere pubblico e trasparente i motivi per cui non esiste ancora l’Anagrafe degli edifici scolastici e di indicare con trasparenza quali sono i possibili tempi di definizione e gli interventi che stanno prendendo per porre termine a questo incomprensibile e gravissimo ritardo.
Ci sono tre cose da fare subito:
– istituire l’Anagrafe scolastica (legge del 1996)
– snellire la procedura degli interventi, con commissari da acta, là dove serve, peraltro previsti dalla legislazione vigente
– piano di rilancio delle opere pubbliche con la priorità della messa a norma degli edifici scolastici.

Invalsi, al via procedure per la scelta del nuovo Presidente

Invalsi, al via procedure per la scelta del nuovo Presidente
Carrozza nomina Comitato di selezione guidato da Tullio De Mauro

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha firmato il decreto di nomina del Comitato di esperti che dovrà selezionare una rosa di nomi per la presidenza dell’Invalsi, Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, vacante dal prossimo 4 dicembre. Sarà poi lo stesso Ministro a nominare il nuovo Presidente.

Il Comitato scelto da Carrozza è presieduto da Tullio De Mauro, ex Ministro dell’Istruzione e professore emerito nella Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università Sapienza di Roma. Ne fanno parte, poi, Benedetto Vertecchi, professore di Pedagogia sperimentale presso l’Università degli Studi Roma Tre; Clotilde Pontecorvo, professore emerito di Psicologia dell’educazione dell’Università Sapienza di Roma; Cristina Lavinio, professore ordinario di Didattica delle Lingue moderne dell’Università di Cagliari; Giorgio Israel, professore ordinario di Storia della matematica dell’Università Sapienza di Roma.

Entro 15 giorni dalla nomina il Comitato fisserà, attraverso un Avviso pubblico, tempo e modi per la presentazione delle candidature. A tutti i candidati sarà chiesta la presentazione di un sintetico elaborato che illustri le loro strategie in materia di valutazione. È la prima volta che viene chiesto questo tipo di elaborato. Dopo aver valutato le candidature, il Comitato presenterà una rosa di nomi al Ministro per la nomina del Presidente.

La scuola dice no alla doppia penalizzazione

Sabato 30  novembre | Manifestazione nazionale a Roma
La scuola dice no alla doppia penalizzazione
Blocco del contratto e degli scatti di anzianità
Sit-in di protesta a Montecitorio e manifestazione al Teatro Quirino

Roma, 29 novembre.  Si terrà sabato mattina, 30 novembre, a Roma la manifestazione nazionale promossa dai sindacati scuola –  FLCGIL , CISL Scuola, UIL Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams, per protestare contro l’ulteriore blocco del contratto e della progressione economica di anzianità.

Si crea in tal modo, con un “prelievo” di 300 milioni di euro – si legge nella lettera che i sindacati scuola hanno indirizzato al Governo nei giorni scorsi – una ingiusta doppia penalizzazione nei confronti di chi ogni giorno garantisce il buon funzionam ento delle scuole statali del nostro Paese.

Dopo l’approvazione del maxiemendamento alla legge di stabilità da parte del Senato, il provvedimento è ora all’esame della Camera. Sollecitiamo il Governo e le forze politiche in Parlamento – mettono in evidenza i sindacati scuola – a modificare tale impostazione, così come richiesto anche dalla Commissione Cultura del Senato in sede di parere sulla legge di stabilità.

Due gli appuntamenti previsti nella mattinata di sabato:
ore  10.00 a Piazza Montecitorio >>>  con un sit-in davanti alla Camera
ore 12.00 al Teatro Quirino >>>  con gli interventi dei cinque segretari generali dei sindacati

I SOLDI PER GLI ATENEI CI SONO

GALLO, COMMISSIONE CULTURA (M5S): I SOLDI PER GLI ATENEI CI SONO

 

Roma 29 nov – “Il ministro Carrozzone sul Sole 24 Ore mente”, questa l’affermazione di Luigi Gallo, deputato del MoVimento 5 Stelle, nonché portavoce della commissione Cultura all’indomani delle dichiarazioni rilasciate dal ministro Carrozza sulla esiguità di fondi stanziati all’istruzione.

 

“I soldi per gli atenei ci sono, ma sono stati dati alle scuole private, all’editoria e all’università private. Il turn-over all’università è una barzelletta per questo governo. La percentuale è stata modificate per ben 3 volte da tre differenti atti del governo; prima aumentata e poi diminuita per ben 2 volte”.

 

Il MoVimento 5 Stelle sta concentrando i suoi sforzi nella legge di stabilità ad assegnare maggior risorse al fondo di finanziamento ordinario (FFO) degli atenei e al diritto allo studio pur sapendo di trovarsi l’intera maggioranza contro.

 

Conclude il deputato Gallo: “Noi, non certamente questo governo, abbiamo come priorità la costruzione di una società della conoscenza che passa attraverso l’istruzione, la ricerca e i laureati che in questi anni si stanno riducendo contemporaneamente ad un aumento dei costi per gli studenti che stiamo contrastando con una proposta di legge a firma del deputato Vacca in commissione Cultura che vede avversi tutti.
Con Letta gli atenei raggiungono il minimo storico dei finanziamenti e il turn-over viene di nuovo ridotto”.

Gli Istituti Statali d’Arte e l’istruzione artistica: fine di un’esperienza o salvaguardia e riqualificazione?

L’ AESPI, in collaborazione con “ISAlife” di cui fa parte, promuove sabato 30 novembre 2013, dalle ore 10 alle ore 14, un Convegno a RAVENNA sul tema: “Gli Istituti Statali d’Arte e l’istruzione artistica: fine di un’esperienza o salvaguardia e riqualificazione?”
L’evento si svolgerà presso l’Aula Magna del Liceo Artistico Statale “P.L. Nervi – G. Severini” (via Tombesi Dell’Ova, 14). L’incontro si pone in continuità con l’analogo partecipatissimo Convegno svoltosi a Monza lo scorso aprile, nel quadro delle iniziative dell’AESPI, tramite ISAlife, per il ripristino degli Istituti d’Arte Applicata, affrettatamente aboliti. dalla riforma.
Si sottolinea, tra i relatori, la presenza dell’Arch. Fidia Ferrari, dell’AESPI, Presidente di ISAlife.
Si raccomanda vivamente una presenza numerosa.
 
          Per l’AESPI: Giuseppe Manzoni di Chiosca

Sistema di valutazione: gli insegnanti devono essere protagonisti

Sistema di valutazione: gli insegnanti devono essere protagonisti

Lettera Uil a Invalsi e Ministero

Il ministro si è impegnato ad intervenire. Ok ma bisogna fare presto

Sulla  vicenda   che  ha visto negare a molti docenti l’autorizzazione a svolgere la funzione per la quale erano stati formati dall’Invalsi quali componenti delle commissioni di osservazione e/o valutazione esterna previsti dai progetti sperimentali Vales e Valutazione e Miglioramento, la UIL Scuola  ha assunto una iniziativa tendente a risolvere la questione con il riconoscimento del servizio per lo svolgimento di detta funzione.
Alla lettera della UIL è stata  fornita risposta  dall’INVALSI, mentre alcun riscontro è   giunto da parte del MIUR. Anche per questa ragione la problematica è stata denunciata ulteriormente  durante l’incontro con il ministro.
La UIL Scuola evidenzia negativamente l’abdicazione da parte del Miur ad una responsabilità di coordinamento e indirizzo sulle questioni che regolamentano le attività di formazione, le prospettive di sviluppo del sistema nazionale di valutazione  e la valorizzazione di competenze professionali specifiche acquisite a sostegno dei processi di innovazione, di cui la messa a punto di un efficace modello di valutazione di sistema e di autovalutazione delle scuole è parte imprescindibile, ancorché nella fase sperimentale.
Ribadiamo il principio che le decisioni in merito alle questioni specifiche del Servizio Nazionale di Valutazione vanno assunte, come anche affermato nell’ultimo incontro  dal ministro nella sede del Parlamento, partendo dal principio che nessuna professionalità attinente l’insegnamento e le sue funzioni primarie, come quelle della valutazione, di sistema e non, possano essere incardinate su docenti totalmente distanti dalle scuole, anche per il tramite di  incarichi ad hoc e di durata pluriennali. Dovranno essere le linee di indirizzo del Parlamento e del Governo,  e per gli aspetti specifici, nuovo contratto di lavoro,  a dare risposte coerenti,  pur restando l’Invalsi, o ciò in cui sarà trasformato, una struttura esterna, indipendente, tecnico-professionale, in  rapporto  sinergico con l’attività delle scuole, capace di farne apprezzare  appieno il valore sociale aggiunto anche in termini di trasparenza, efficacia ed efficienza.  Tutto ciò soprattutto attraverso docenti e dirigenti che possano restare anche parzialmente, ma comunque fortemente connessi  con l’insegnamento e la vita scolastica attiva.
L’occasione per avviare un confronto di merito dovrà essere un incontro specifico a cui  il ministro si è  impegnato.
Resta l’urgenza di un intervento risolutivo del ministero sulla questione dello svolgimento degli incarichi, da assegnare a  docenti e dirigenti  individuati e adeguatamente formati da Invalsi, nelle scuole che hanno aderito alle sperimentazioni.

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Al Dott. Luciano Chiappetta
Capo Dipartimento Istruzione
Alla Dott.ssa Sabrina Bono
Capo Dipartimento Bilancio
Alla Dott.ssa Carmela Palumbo
Direttore Ordinamenti scolastici
Al Dott. Paolo Sestito
Presidente dell’Invalsi
Alla dott.ssa Lucrezia Stellaci
Direttore generale Invalsi

OGG. Attività Invalsi

A conclusione della seconda settimana formativa rivolta dall’Invalsi ai docenti ed ai
dirigenti scolastici per fornire competenze specifiche ai componenti dei nuclei di
valutazione esterna del progetto Vales, a cui 300 scuole hanno volontariamente
chiesto di aderire, sono pervenute alla UIL scuola numerose segnalazioni inerenti
problematiche che necessitano di un intervento chiarificatore urgente da parte del
ministero dell’istruzione.
Le questioni più urgenti riguardano l’assenza di indicazioni per i dirigenti scolastici
i quali non sottoscrivono le autorizzazioni a svolgere l’incarico di valutatore
richieste da Invalsi, il quale a sua volta non si è curato di creare le condizioni con cui
tale impegno possa essere svolto, compatibilmente con le esigenze di servizio. La
situazione sta creando inutili frizioni tra docenti e dirigenti con effetti che rischiano
di annullare tutto lo sforzo fin qui realizzato, con pessime ricadute sul sistema,
aggravate dalla provenienza contrattuale delle risorse economiche spese in assenza
di una sede stabile di confronto con le organizzazioni sindacali sulle modalità
organizzative dei corsi, sui criteri selettivi e quant’altro.
Anche in presenza delle autorizzazioni nessuno si è curato di verificare le condizioni
per le quali i docenti possano fruire dei permessi necessari allo svolgimento delle
visite di valutazione, che potrebbero impegnarli per più di due sessioni di durata
variabile e comunque superiore alla singola giornata lavorativa.
Dopo un percorso di valutazione passato dalla presentazione di titoli e di
Curriculum vitae, al superamento di test d’ammissione, alla formazione di durata
settimanale su base residenziale non si ha la certezza di poter concretizzare
l’incarico.
Altro tema attiene all’erosione di tutti i permessi per la formazione previsti
dall’art.64 del vigente CCNL; né l’istituto né il MIUR hanno favorito la
partecipazione ai corsi già richiamati attraverso, ad esempio, la loro collocazione in
periodi dell’anno non coincidenti con l’attività didattica, invalidando la possibilità di
partecipare ad ulteriori eventuali iniziative né prevedendo risorse aggiuntive per
riconoscere l’impegno professionale derivante, sia dalla formazione che dallo
svolgimento della funzione valutativa, che rende ancor più onorevole la volontà dei
corsisti di svolgere l’attività.
Sulle problematiche richiamate, la UIL scuola nell’incontro del 9 ottobre 2013 ha
già posto con forza la mancanza di coinvolgimento delle scuole e del personale nelle
determinazioni dell’istituto ed un approccio fondato sulla trasparenza.
E’ compito del MIUR comporre gli interessi dei diversi soggetti in campo.
La UIL rinnova la richiesta di un incontro urgente con il ministro per l’avvio di un
confronto complessivo su tutte le questioni della valutazione di sistema.
Restando in attesa di cortese riscontro si porgono

Cordiali saluti
Massimo Di Menna
Segretario generale

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INVALSI
Prot. num. 0012752 del 19/11/2013 (P)

AI Segretario Generale
Dott. Massimo Di Menna
UIL Scuola
E p.c. AI Dott. Luciano Chiappetta
Capo Dipartimento Istruzione
Alla Dott.ssa Sabrina Bono
Capo Dipartimento Bilancio
Alla Dott.ssa Carmela Palumbo
Direttore Ordinamenti scolastici
MIUR

Si fa seguito alla Sua lettera di richiesta di chiarimenti al termine della seconda settimana di
formazione che l’INVALSI ha condotto con l’obiettivo di costituire i Team di valutazione da
impiegare all’interno dei progetti VALES e Valutazione e Miglioramento.
Devo preliminarmente ricordarLe che le attività curate dall’lNVALSI sono state articolate su
più fasi: il la selezione dei partecipanti a corsi formativi per esperti nella valutazione esterna delle
scuole (distin~i a sua volta tra un profilo A e un profilo BI e per osservatori dei processi di
insegnamento (il profilo Cl , rispettivamente 500 e 250 persone, (Determinazione n. 32/2013 prot.
n. 000284 del 12/03/2013), a partire da un totale di 3616 (A 3230, B 386) e 684 persone che
avevano risposto al Bando; ii) l’effettuazione dei corsi formativi, a spese deIl’INVAL51 e con una
verifica finale degli esiti del momento formativo medesimo, comunque propedeutici all’utilizzo, in
qualità di “valutatori” o “osservatori”, all’interno dei progetti VALES e Valutazione e
Miglioramento.
Entrambe le fasi sono state espletate per i valutatori esterni (la selezione è stata
completata 1’11 settembre 2013, la formazione è stata svolta in due seminari distinti svolti in
ottobre), mentre la fase di formazione per gli osservatori avrà luogo dal 4 al 7 dicembre 2013.
Il Bando a suo tempo pubblicato (dr. in particolare la pago 10 del Bando Determinazione n.
32/2013) specificava tanto le modalità di selezione e di svolgimento della formazione, quanto le
condizioni dell’incarico di collaborazione occasionale a cui quest’ultima era da considerarsi
propedeutica. Si chiarivano in particolare il compenso – che nel caso dei valutatori esterni era di
1.050 euro lordi per ogni scuola valutata, le scuole copribili da ciascun esperto potendo essere
sino a un massimo di 4 – e le caratteristiche dell’impegno di tempo richiesto da ciascuna
valutazione. Tale impegno si caratterizza per non rappresentare un impiego di natura permanente:
nel momento di sua effettuazione, tale collaborazione occasionale richiede però un impegno full
time, come del resto già awenuto in occasione del momento formativo.
Nel caso di soggetti operanti nel mondo della scuola (in primis le persone del profilo A) , ciò
richiede un’autorizzazione da parte del superiore gerarchico. Tale necessità si è già posta con
riferimento alla partecipazione ai momenti formativi – che visti i tempi della selezione dei
partecipanti al bando prima richiamati si sono dovuti necessariamente svolgere durante l’anno
scolastico – e l’INVALS/ ha pertanto provveduto a raccogliere le autorizzazioni per il personale della
scuola attualmente in servizio (Si è trattato di 145 insegnanti, 51 Dirigenti scolastici e 26
comandati presso USR), il tutto risultando regolarmente pervenuto all’Istituto nel giorno di inizio
dei seminari di formazione o nei due giorni immediatamente successivi.
E’ del resto evidente che per la singola scuola, o anche per il singolo ufficio scolastico
regionale, che distolga proprio personale dalla quotidiana attività lavorativa e professionale per
consentire tali collaborazioni, possono risultarne difficoltà della cui presenza occorre tenere conto.
Pur confidando nel supporto per tali iniziative da parte del sistema scolastico e del M/UR,
committente ultimo dei progetti in questione, l’/NVALS/ non ha perciò mai pensato di perorare
automatismi che comunque facessero venir meno un vaglio decisionale da parte delle strutture
scolastiche e ministeriali preposte alla concessione di tali autorizzazioni.
Benché tanto VAlES quanto Valutazione e Miglioramento abbiano essenzialmente la
funzione di sperimentare modelli, strumenti e protocolli operativi in vista del futuro Sistema
Nazionale di Valutazione, le soluzioni prima descritte riguardo la selezione e l’utilizzo dei valutatori
esterni non possono peraltro essere considerate come estendibili al funzionamento a regime del
SNV. All’interno di questo, i valutatori esterni da aggregare agli ispettori propriamente detti non
potranno che in minima parte esser impiegati secondo la logica di collaborazioni occasionali
sporadiche e che, nei pochi giorni di loro effettuazione, siano però basate su un impegno full time.
Vi sarà infatti la necessità di disporre di valutatori esterni che, intervenendo su una ampio
numero di concreti casi scolastici, portino all’adozione di prassi e criteri valutativi altamente
omogenei; la rilevanza del loro intervento nelle singole scuole ne solleciterà inoltre un elevato
standing professionale, che solo un sufficiente accumulo di esperienza professionale può
garantire. E’ pertanto opinione dell’/NVAlS/ che a regime, nel costituendo SNV, servirà poter
disporre di un numero ristretto e selezionato di valutatori esterni da distaccare a tempo pieno e
per un periodo di tempo sufficientemente lungo, ad esempio nell’ordine dei 2-3 anni, in compiti
della specie. Questa diversa modalità permetterebbe sia di individuare soluzioni organlzzative
idonee per le istituzioni scolastiche da cui tale personale dovesse provenire, sia di garantire un
maggiore spessore professionale di tale personale. Soprattutto per il personale in questione che
venga dal mondo della scuola, l’avere preso parte ad attività di autovalutazione nella propria
scuola – o anche l’esser stato di tanto in tanto aggregato a visite valutative esterne in altre scuole
– potrà peraltro essere un prerequisito per entrare a far parte di tale novero ristretto di valutatori
esterni.
Restando a disposizione per ulteriori chiarimenti, si coglie l’occasione per porgere distinti saluti.

Il Presidente INVALSI
Paolo Sestito

Palermo, scuole occupate e i presidi vanno in crociera

da Repubblica.it

Palermo, scuole occupate e i presidi vanno in crociera

Agenzie di viaggio siciliane organizzano viaggi gratis per i dirigenti scolastici: il business degli itinerari turistici per gli studenti

di SALVO INTRAVAIA 

ROMA – Scuole occupate e presidi in crociera. L’incredibile storia risale allo scorso anno ma, a quanto pare, anche in questi giorni alcuni presidi di Palermo e provincia  –  proprio mentre le loro scuole stavano per cadere o erano già cadute nelle mani degli studenti in agitazione  –  si sono concessi un “viaggio premio” all’estero. Al punto che  –  riferisce il Giornale di Sicilia di sabato scorso  –  il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Maria Luisa Altomonte, ha preso carta e penna e ha scritto ai dirigenti scolastici siciliani per invitarli a non aderire ad iniziative del genere, che possono “compromettere l’immagine di imparzialità dell’istituzione”.

Da qualche tempo, per presentare gli itinerari turistici del nuovo anno, due grosse agenzie di viaggi palermitane, quasi sempre nel mese di novembre, organizzano un viaggio per i dirigenti scolastici. In questi anni di crisi economica e di diffusione di internet quello dei viaggi d’istruzione è diventato un prezioso business per le agenzie di viaggi. Nelle scuole superiori, la scelta della ditta alla quale affidare l’organizzazione dell’itinerario avviene per licitazione privata: la scuola stila un capitolato  –  con le mete, la categoria dell’albergo e altre condizioni da rispettare  –  e invita un gruppo di ditte di fiducia a fare un offerta. E, in genere, sceglie quella più conveniente.

L’anno scorso, per illustrare tutte le novità  –  alberghi, pacchetti turisti e nuove mete a favore degli studenti in viaggio d’istruzione  –  per l’anno scolastico 2012/2013, ai presidi di Palermo e provincia venne offerta una lussuosa crociera di sei giorni nel Mediterraneo con approdi, tra gli altri, nei porti di Valencia, Palma di Maiorca e Marsiglia. Una attività che appare legata al servizio, anche se alcuni presidi partirono con le mogli al seguito. E, per evitare malintesi e strumentalizzazioni, l’anno scorso un folto drappello di dirigenti scolastici preferì mettersi in ferie e godersi vacanza e news dei tour operator.

Intanto, i loro vice erano alle prese con gli studenti che avevano invaso aule e spazi scolastici trasformandole in dormitori, cucine da campo, laboratori creativi, aule per seminari e, all’occorrenza, megadiscoteche per passare qualche ora a ballare. Con tutti gli adempimenti del caso: comunicazioni agli uffici competenti, eventuali denunce alle forze dell’ordine e contrattazione con gli studenti per ottenere una forma di protesta meno forte o il ritorno alle lezioni regolari. E non sfugge al direttore regionale che “la gratuità del viaggio comporti un’utilità non conciliabile con la funzione di dirigente pubblico”, scrive nella lettera riservata inviata a tutti i presidi della Sicilia.

Una situazione che si sarebbe ripetuta anche quest’anno: quando una decina di giorni fa vennero occupate le prime scuole di Palermo qualche dirigente scolastico non era in sede. Impegno professionale o viaggio per godersi un momento di relax? Le famiglie degli studenti di un liceo, accorse in istituto per stabile col dirigente il da farsi, scoprono l’amara verità: il preside è all’estero. Il preside di un istituto occupato scrive un messaggio sul sito della scuola stigmatizzando il comportamento di una minoranza di studenti occupanti che prevaricano il diritto dei tanti che vorrebbero continuare a fare lezione regolarmente, comunicando di trovarsi all’estero per un impegno professionale organizzato da tempo. Ma un genitore sostiene che il preside si troverebbe in Tailandia.

Tutti in classe con il tablet: si sperimenta

da Tecnica della Scuola

Tutti in classe con il tablet: si sperimenta
di A.G.
Sono già 25 le classi sparse per l’Italia con gli alunni che hanno a disposizione un loro mini-computer. L’ultima, in ordine di tempo, è una seconda media dell’istituto Michelangelo Buonarroti di Roma. La prof di italiano: è un modo diverso di fare insegnamento, sarà una bella sfida anche per noi docenti. Che possono utilizzare la lavagna elettronica E-Board.
Tutti gli alunni hanno il loro tablet. E i docenti la lavagna elettronica E-Board a disposizione. Non è una scuola statunitense privata, ma una seconda media dell’istituto Michelangelo Buonarroti di Roma. E non è una novità: in Italia esistono almeno altre 25 realtà scolastiche come questa. Anche quella romana, situata all’interno dell’Istituto Comprensivo Regina Elena di Roma, fa parte del progetto ‘Smart Future’, promosso da Samsung per favorire la digitalizzazione nell’istruzione.
Il 28 novembre si è svolta la cerimonia di inaugurazione, accompagnata dalla musica suonata dagli stessi giovanissimi studenti. E dopo una breve conferenza illustrativa del progetto, l’attenzione dei presenti si è spostata nella classe – la seconda A – prescelta per la digitalizzazione. Con tanto di taglio del nastro e allievi all’opera sui Tablet tra giornalisti e fotografi.
Secondo il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo, Rossella Sonnino, la digitalizzazione ‘spinta’ attuate in una delle sue classi è “una novità molto interessante e sicuramente utile per la nostra scuola, perché consente grazie a questa generosa offerta di poter utilizzare le nuove tecnologie”.
Lucia Re, docente di italiano parla di “un’occasione per la nostra classe: partire con questa nuova avventura di digitalizzazione è un modo diverso di fare insegnamento che sarà una bella sfida anche per noi docenti”.
“Oggi abbiamo portato Smart Future a Roma – ha detto Luca Danovaro, corporate&marketing director Samsung Italia -. Venticinque sono le classi coinvolte sul territorio nazionale. Questa è la seconda apertura, la prima è stata a Milano e nelle prossime settimane andremo a coprire il centro Italia: soprattutto Toscana, Umbria e Liguria. L’obiettivo è portare la tecnologia all’interno del sistema scolastico italiano”.

Contratti ancora bloccati, i sindacati non ci stanno

da Tecnica della Scuola

Contratti ancora bloccati, i sindacati non ci stanno
di Alessandro Giuliani
L’approvazione in Senato della legge di stabilità, comprendente l’ulteriore blocco stipendiale sino a tutto il 2014, nonché della progressione economica di anzianità e della vacanza contrattuale, dà linfa alle proteste dei rappresentanti dei lavoratori: Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda confermano il sit-in davanti Montecitorio di sabato 30 novembre.
Con l’approvazione a Palazzo Madama del maxiemendamento alla Legge di stabilità è stata confermata la protesta dei sindacati in programma sabato mattina, 30 novembre, a Roma: la manifestazione nazionale – promossa da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams – è stata indetta per contestare “l’ulteriore blocco del contratto e della progressione economica di anzianità. Si crea in tal modo – scrivono i sindacati in un comunicato unitario – con un ‘prelievo’ di 300 milioni di euro una ingiusta doppia penalizzazione nei confronti di chi ogni giorno garantisce il buon funzionamento delle scuole statali del nostro Paese”. Nel mirino del Parlamento è pure finita l’indennità di vacanza contrattuale, bloccata anche quella fino almeno al 2015.
Dopo alla legge di stabilità da parte del Senato, il provvedimento è ora all’esame della Camera. Ed è ai parlamentari di Montecitorio che ora i sindacai rivolgono le loro attenzioni, chiedendo loro di modificare tale impostazione, così come richiesto anche dalla Commissione Cultura del Senato in sede di parere sulla legge di stabilità.
“Manifestiamo per chiedere di ridare dignità al lavoro, perché nella scuola – scrivono ancora i sindacati – c’è una doppia penalizzazione per il blocco della contrattazione nazionale e degli scatti di anzianità, unica forma di progressione finora prevista. Manifestiamo per chiedere al governo di aprire un confronto sui tanti temi aperti, dare una prospettiva al personale precario con un piano pluriennale di assunzioni che copra tutti i posti vacanti e disponibili, per dare stabilità agli organici, per un piano di formazione nazionale. Chiediamo che ci sia una revisione della riforma Fornero per restituire al personale certezze sull’accesso al pensionamento”.
Sono due gli appuntamenti previsti nella mattina di sabato: alle ore 10,00 a Piazza Montecitorio si svolgerà un sit-in davanti alla Camera; alle 12, 00 nuovo appuntamento, stavolta al Teatro Quirino, dove si terranno gli interventi dei cinque segretari generali dei sindacati di categoria.
Contro i provvedimenti previsti dall’ex legge finanziaria si è scagliata anche l’Anief. Che ha emesso un duro comunicato, nel quale ricorda che “il blocco del rinnovo del contratto per il quinto anno consecutivo è un caso unico nella pubblica amministrazione. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “a riportare il tutto su dei binari di giustizia potrebbe essere ancora una volta quella Corte costituzionale, che lo scorso anno ha già annullato il blocco degli scatti per i magistrati: non è possibile ridurre ai minimi termini gli stipendi dei dipendenti pubblici, tenendoli fermi, minimo per sei anni ma più probabilmente per otto anni, proprio nel mezzo di una crisi economica profondissima. Tra l’altro – conclude Pacifico – si va a penalizzare una categoria, quella degli insegnanti e del personale della scuola, su cui da tempo si auspica il rilancio professionale”.

La vigilanza durante le assemblee di classe

da Tecnica della Scuola

La vigilanza durante le assemblee di classe
di Aldo Domenico Ficara
Per regolare il servizio di vigilanza degli studenti durante lo svolgimento delle assemblee di classe è d’obbligo da parte di ogni singola scuola la stesura di un regolamento che espliciti chiaramente le responsabilità dei docenti durante le stesse.
Per le assemblee di classe, dal momento che c’è uno specifico docente in servizio in quell’ora e che può essere presente in classe, il riferimento da utilizzare per la vigilanza è consequenziale. A titolo di esempio prendiamo in considerazione i regolamenti di due scuole distinte, in questi due regolamenti d’istituto, in riferimento alle assemblee di classe nella prima scuola si dice: “…Nello svolgimento delle assemblee di classe, una volta annotati sul registro i nomi degli studenti partecipanti, decade la responsabilità per la vigilanza del docente in orario, così come essa decade quando, durante l’assemblea di classe, su invito degli studenti, l’insegnante esce dall’aula per consentire agli studenti stessi una discussione più libera”. Nel regolamento della seconda scuola si dice: “Durante l’assemblea i rappresentanti di classe devono fare il verbale nel modulo. Il verbale deve essere consegnato in vicepresidenza subito dopo l’assemblea. L’assemblea si svolge alla presenza dell’insegnante“. A tal proposito alcuni insegnanti riferiscono che in altre scuole sono adottati ulteriori accorgimenti per regolare la vigilanza durante lo svolgimento delle assemblee di classe, infatti, in tali sedi i docenti quando sono invitati a uscire dalla classe, sostano nel corridoio nelle vicinanze della porta della stessa classe in cui si sta svolgendo l’assemblea.

PER IL LAVORO LA LEGGE DI STABILITÀ DEVE CAMBIARE

PER IL LAVORO LA LEGGE DI STABILITÀ DEVE CAMBIARE

CHIEDIAMO:

MENO TASSE PER I LAVORATORI E I PENSIONATI
· aumento delle detrazioni per i lavoratori dipendenti e per i pensionati, nel 2014;
· definizione di una norma che destini automaticamente le risorse provenienti dalla EVASIONE FISCALE, dalla SPENDING REVIEW e dalle RENDITE FINANZIARIE, attraverso un sistematico aumento delle detrazioni per lavoratori e pensionati.

LA DIFESA DEL LAVORO
· riapertura della contrattazione nei settori pubblici;
· finanziamento della CIG e dei CONTRATTI di SOLIDARIETÀ;
· rivalutazione delle pensioni.

PER IL FUTURO DEL LAVORO
· nuove politiche industriali;
· attuazione degli investimenti;
· politiche sociali.

LEGGE DI STABILITA’ APPROVATA DAL SENATO

Norme che riguardano la scuola e il suo personale.

Il testo è ora all’esame della Camera dei Deputati

comma

contenuto

7

Il cofinanziamento per i Fondi Strutturali Europei 2014-1020 è finalizzato prioritariamente anche ai servizi di istruzione

202

Sono finanziate con 1,5 MLN di € per il triennio 2014-16 attività per la celebrazioni della prima guerra mondiale che coinvolgano anche le scuole di ogni ordine e grado

264

I beni immobili dell’INDIRE sono trasferiti entro 10 giorni dall’approvazione della legge al Demanio per essere dismessi

265

Agli Uffici Scolastici Regionali può essere preposto anche un dirigente non generale, in relazione alla popolazione studentesca della regione

293

I tagli preventivi previsti ai bilanci dei ministeri in attesa di operare la spending review non riguardano il MIUR

297

I tagli alle spese per consumi intermedi dei ministeri non riguardano il MIUR

323

Il lavoro reso nel giorno di riposo settimanale o nel festivo infrasettimanale è compensato come lavoro straordinario solo per le ore eccedenti l’ordinario turno di servizio giornaliero

309

I contratti pubblici per il 2013 e 2014 riguarderanno solo la parte normativa, senza  possibilità di recupero per la parte economica

330

Per chi va in pensione a partire dal 1° gennaio 2014 è rideterminato lo scaglionamento per la corresponsione del trattamento di fine lavoro o della liquidazione: 1 rata annuale fino a 50.000 € (erano 90.000 €); 2 rate annuali fino a 100.000 € (erano 150.000 €); in 3 rate annuali sopra i 100.000 € (erano 150.000 €).La liquidazione avviene, salvo le eccezioni previgenti, dopo 12 mesi (erano 6 mesi) dalla cessazione dal servizio.

334

Anche i periodi di congedo e i permessi per l’assistenza ai disabili di cui all’art. 33 della legge 104/1992 sono considerati come lavoro effettivo ai fini pensionistici e per il calcolo delle penalizzazioni per i pensionamenti di anzianità.

362

Il blocco delle assunzioni degli enti locali può essere motivatamente derogato per coprire i servizi scolastici e per l’infanzia

448

Il costo della gestione dei rifiuti delle istituzioni scolastiche è a carico dei comuni e non può essere sommato ai costi complessivi coperti dai tributi pagati dai cittadini

L’uscita a 18 anni fu già proposta da Berlinguer

da Tecnica della Scuola

L’uscita a 18 anni fu già proposta da Berlinguer
di P.A.
“Chiunque si trovi a pensare, progettare, governare il sistema scolastico deve porsi il problema di costruire la corrispondenza di curriculum tra classe scolastica e classe di età”. Su Il Sussidiario.it una interessante analisi sul cosiddetto “liceo breve”
Diamo una sintesi dell’articolo di Giovanni Cominelli “Non ha senso discutere/sperimentare solo relativamente alla durata del quinquennio superiore senza coinvolgere tutto l’ordinamento, in particolare la scuola media. Rinchiusa la sperimentazione nei quattro anni di liceo, è difficile sfuggire ad alcune obiezioni, che contestano con buoni argomenti l’eterno ritorno nonché l’opacità delle sperimentazioni, la perdita secca di un anno di istruzione superiore, il richiamo solo parzialmente pertinente all’Europa. Dunque, è l’intero segmento superiore che va riorganizzato, perché è la fine del ciclo 03-10 anni il punto di partenza di un nuovo ciclo esistenziale. Luigi Berlinguer aveva risolto la questione con la proposta del 7+5 (legge 30 dell’8 marzo 2000). La scuola di base si allungava di due anni, saltava la scuola media, il ciclo superiore recuperava l’ultimo anno di scuola media, conservava i cinque anni, ma si usciva a 18 anni. Generava, nell’immediato, l’inconveniente dell’onda anomala (risolvibile in un anno) ma questo fu l’argomento principale usato dagli oppositori al governo e all’opposizione. In realtà, non erano mossi da interessi pedagogico-didattici, bensì da quello delle cattedre che si perdevano e quello della crisi di ruolo che investiva gli insegnanti provenienti dalla scuola media, essendo i due terzi “degradati” verso il ciclo di base, un terzo scaraventati sul livello superiore. Il centro-destra cavalcò la protesta, ma fu il fuoco amico (?!) a far cadere il ministro e D’Alema. I sindacati, infatti, erano tutti “uniti nella lotta” per la difesa dei posti di lavoro. Che la scuola media fosse − e sia − divenuta il buco nero del sistema e la base di innesco del processo di disorientamento e di dispersione, che raggiunge l’acme nei primi anni delle superiori, a loro non interessava e continua ostinatamente a non interessare. Beninteso, l’uscita a 18 anni non è un dogma. Ma quello della corrispondenza tra curriculum e biografia individuale sì! Mentre il nostro sistema di istruzione tratta i già-adolescenti come ancora-bambini fino ai 14 anni e tratta i già-giovani come ancora-adolescenti fino a 19 anni. In realtà, decenni di elaborazioni, di esperienze nazionali e internazionali e, soprattutto, di politiche confermano che il principio di riorganizzazione e di ripensamento degli ordinamenti è un curriculum fondato sulle competenze-chiave, sui piani di studio personalizzati, sul laboratorium invece che sull’auditorium, sull’organizzazione dell’edilizia scolastica e degli spazi fisici, che non costringa nei banchi degli undicenni i giovani di 19 anni. La sperimentazione della Carrozza ha il merito di riaprire il discorso su tutto ciò. Nulla di più. Perché, ad un occhio smaliziato la sperimentazione autorizzata potrebbe anche apparire come un ennesimo rinvio e una fuga per i campi, vista la mancanza di volontà politica dei governi passati e di questo governo di camminare sulla strada maestra delle riforme volte a mettere in asse il sistema di istruzione con le biografie individuali dei ragazzi. Tuttavia sarebbe ingeneroso imputare alla sola Carrozza un blocco delle riforme che invece è l’effetto del reciproco assedio di forze politiche, che, governando insieme, impediscono, ciascuna all’altra, di “ferire” con riforme radicali il proprio elettorato. Perciò, limitiamoci a prendere sul serio il tentativo, affinché la sperimentazione sia rigorosa, pubblicamente trasparente e, soprattutto, se ne tragga un bilancio coram omnibus. La discussione che la sperimentazione ha provocato può contribuire a illuminare la “metafisica occulta” e trasversale della cultura politica conservatrice, che è egemone nella scuola, che si esprime in un assioma elementare: bisogna cambiare i ragazzi, non il sistema; i ragazzi si devono adattare alle domande vincolanti del sistema. Contano le cattedre, i posti di lavoro, gli orari, tanto a settimana, il tutto rigidamente immobilizzato da leggi e contratti-leggi. Questa la costante, i ragazzi sono la variabile. Peggio per loro! Ed è il peggio che, appunto, sta già accadendo. C’è da scommettere che nessuna forza politica e sindacale si riconosca in questo giudizio. Eppure, vent’anni di seconda Repubblica confermano che solo quel presupposto è in grado spiegare razionalmente l’immobilità delle politiche e il declino del sistema di istruzione. E l’eterno movimento delle parole dei dibattiti, dei talk-show, dei programmi elettorali, dei disegni di legge e dei decreti legislativi?

Cosa vale la pena cambiare nella nostra scuola?

da Tecnica della Scuola

Cosa vale la pena cambiare nella nostra scuola?
di P.A.
Tullio De Mauro prova, sulle pagine di Internazionale.it, a definire un’idea del nuovo insegnante, del moderno “Principe” gramsciano, capace di guidare la società verso il cambiamento
Negli anni è emerso sempre più nettamente il nodo centrale: non si riesce a mantenere o rinnovare una buona scuola se un paese, una classe dirigente, non decide di investire non tanto e solo danaro per le retribuzioni, ma idee, impegno, stimoli perché si formino docenti di qualità. Sono loro gli “intellettuali organici” del “moderno principe” di cui parlò Gramsci, l’educatore che Hargreaves dichiara di preferire. L’impegno individuale di studio, tirocinio, passione non basta. Ci vuole un principe, una classe dirigente che, come in Finlandia negli anni ottanta (ma, aggiungiamo, anche in Corea o nel Giappone del 1870), sappia e voglia decidere di investire nello sviluppo del “capitale professionale” degli insegnanti, fatto di capacità personali e di consenso sociale e autonomia decisionale di ciascuna scuola. Classe dirigente distratta, scuola inefficiente.

Salvi i giochi sportivi studenteschi

da tuttoscuola.com

Accordo tra Miur e sindacati

Salvi i giochi sportivi studenteschi

Accolgo con estrema soddisfazione la notizia dell’intesa tra Miur e organizzazioni sindacali per lo stanziamento dei fondi per l’offerta formativa“. Lo fa sapere in una nota, ripresa dall’agenzia Dire, la deputata del Pd Laura Coccia, che così commenta: “Finalmente con due mesi di ritardo è stato raggiunto un accordo fondamentale per avviare l’assegnazione delle somme destinate alle scuole per il miglioramento dell’offerta formativa e per garantire loro la programmazione delle attività tra cui quelle sportive. I Giochi sportivi studenteschi sono salvi“.

Lo stanziamento di 20 milioni di euro, spiega la deputata, “consentirà infatti di procedere regolarmente allo svolgimento delle manifestazioni sportive destinate agli studenti delle nostre scuole. Proprio per sollecitare questo passaggio avevo depositato nei giorni scorsi un’interrogazione urgente al Miur. Il governo ha mantenuto fede agli impegni e ora proceda anche a dare seguito a quello relativo al sostegno e alla promozione della pratica sportiva nelle scuola proprio a partire dall’incremento dei fondi destinati ai progetti di alfabetizzazione motoria“.