Assegnate le risorse per il MOF

Assegnate le risorse per il MOF

FINANZIAMENTI ALLE SCUOLE / Incontri al Miur sul programma annuale per l’anno finanziario 2014

Slitta al prossimo anno il pagamento tramite il Tesoro per i supplenti

In data 5 dicembre si è tenuta una riunione tra le organizzazioni sindacali ed una delegazione della Direzione della politica Finanziaria del MIUR, guidata dal Dott. Filisetti. Per la Uil Scuola ha partecipato Antonello Lacchei. I rappresentanti del MIUR hanno illustrato i contenuti di una circolare, in via di emanazione, con la quale vengono impartite alle scuole le indicazioni per la predisposizione del programma annuale per l’anno finanziario 2014. La nota, che sarà inviata per e-mail alle singole istituzioni scolastiche sulla rispettiva casella istituzionale, riporta l’ammontare della somma complessiva della dotazione ordinaria sulla quale potranno fare affidamento per redigere il programma.

SUPPLENZE BREVI
Slitta al  prossimo anno,  per problemi tecnici,  la liquidazione diretta delle supplenze  comunicate dalle scuole da parte del nuovo servizio del Tesoro NoiPa che prenderà il posto dell’attuale SPT (service personale tesoro). Pertanto, anche per il prossimo anno, la risorsa inizialmente assegnata sarà progressivamente integrata a fronte della rilevazione dei contratti inseriti a sistema, come già avviene oggi. La nota precisa che le somme assegnate per le supplenze brevi  non dovranno essere accertate né iscritte in bilancio.

ASSEGNAZIONE PER MOF, FONDO DI ISTITUTO E ALTRI ISTITUTI CONTRATTUALI
La prima dotazione finanziaria per il MOF e stata assegnata completamente con due distinte comunicazioni: quella del 3 dicembre per i 4/12 del 2013 e con questa circolare sul programma annuale 2014 per i restanti 8/12.  Il saldo del MOF sarà comunicato non appena concluso l’iter per il recupero degli scatti e della anzianità economica dell’anno 2012 al personale.

ESTERNALIZZAZIONE SERVIZI
Le scuole che hanno posti accantonati in organico di diritto di collaboratore scolastico vedranno indicata nella circolare la risorsa per l’acquisto dei servizi di pulizia. Nel caso in cui sia attiva, nella regione di riferimento, la convenzione CONSIP ( Puglia, Toscana, Emilia, Lombardia, Friuli, Veneto) le scuole dovranno ricorrere alla specifica convenzione. Nei casi nei quali non sia ancora attiva la convenzione CONSIP, si dovrà procedere all’individuazione del contraente attraverso una gara specifica o attraverso un cottimo fiduciario con la ditta che eroga il servizio, seguendo le istruzioni che verranno fornite dal Miur, con apposita nota.
Le scuole che hanno in organico di diritto posti accantonati di assistente tecnico o amministrativo, vedranno indicata la corrispondente somma necessaria alla proroga dei contratti CO.CO.CO. per il periodo gennaio agosto 2014.

INTEGRAZIONI E MODIFICHE ALLE RISORSE ASSEGNATE
La nota prevede possibili assegnazioni finanziarie, relative ai fondi per:

  • Finanziamenti della legge 440
  • Alternanza scuola lavoro
  • Aree a rischio
  • Integrazione FiS per bi-trilinguismo, doppia indennità dsga assente annualmente
  • Per corsi di recupero in aggiunta ai finanziamenti previsti nel Fis

Attività complementari educazione fisica. Per l’assegnazione di questa risorsa sarà necessario avviare, nel limite del budget comunicato con apposita nota inviata in questi giorni alla mail istituzionale della scuola, uno specifico progetto che verrà finanziato dopo la sua effettiva realizzazione e dopo la validazione dello stesso da parte degli uffici del Miur.

OLIMPIADI DI ITALIANO a.s. 2013/2014

olimpiadi_italianoOLIMPIADI DI ITALIANO a.s. 2013/2014

Al via la quarta edizione delle Olimpiadi di Italiano, la competizione organizzata ogni anno dal Ministero dell’Istruzione per incentivare nelle scuole lo studio della lingua italiana e sensibilizzare gli studenti a migliorare la padronanza dell’italiano attraverso una gara che si svolgerà in più fasi, a livello nazionale e internazionale.
Le Olimpiadi di Italiano sono gare individuali di lingua italiana rivolte agli studenti degli istituti secondari di secondo grado, statali e paritari e si svolgono  con il patrocinio del Comune di Firenze, la collaborazione del Ministero per gli Affari Esteri e degli Uffici Scolastici Regionali, la supervisione scientifica dell’Accademia della Crusca e dell’Associazione per la Storia della Lingua Italiana, la partecipazione di Rai Radio3 e di Rai Educational.

La finale nazionale si svolgerà a Firenze  il 12 aprile 2014,  nella sede di Palazzo Vecchio, all’interno di una manifestazione culturale più ampia intitolata Giornate della lingua italiana, che il Ministero dell’Istruzione organizza per celebrare gli  anniversari della lingua e letteratura italiana e per approfondire temi di particolare attualità. In questa edizione le “Giornate” saranno dedicate alla poesia di Mario Luzi, a cento anni dalla nascita, alla prosa di Niccolò Machiavelli e di Galileo Galilei, e al tema della promozione della lettura, tra scrittura ed editoria cartacea e digitale.
Due le sezioni di gara delle Olimpiadi: una per gli studenti del primo biennio e una per gli studenti del triennio finale. La competizione è aperta  anche scuole italiane all’estero e, novità di quest’anno, agli allievi delle sezioni italiane presso le scuole straniere e internazionali all’estero e delle scuole straniere in Italia. Altra novità: vista la loro richiesta, parteciperanno alla fase finale anche gli studenti delle scuole di lingua tedesca e delle località ladine della Provincia di Bolzano.

La tradizione della lingua e le più moderne tecnologie si incontreranno per far emergere e premiare gli studenti più bravi con la grammatica italiana e nell’uso della lingua: nelle fasi  d’istituto e in quelle provinciali le gare si svolgeranno infatti in modalità digitale e telematica, attraverso un’apposita piattaforma online, aperta alle scuole che si iscriveranno entro il 31 gennaio 2014. Nel frattempo gli esperti dell’Accademia della Crusca e dell’ASLI, diversi docenti e linguisti, coordinati dal Ministero, stanno già lavorando per predisporre le nuove e temute prove per le gare di questa edizione (quelle delle edizioni precedenti si possono vedere nel sito, in via di trasformazione, delle Olimpiadi: www.olimpiadi-italiano.it).

Programma Annuale 2014: novità negative e conferme non positive

Programma Annuale 2014: novità negative e conferme non positive

Diminuiscono le risorse del MOF, non crescono quelle per il funzionamento, aumenta la sofferenza delle scuole autonome.

Nella mattinata del 5 dicembre 2013, presso il MIUR, si è svolta l’informativa preventiva sulla bozza di nota contenente le istruzioni alle istituzioni scolastiche per la predisposizione del Programma Annuale 2014. L’informativa ha preceduto la discussione del tavolo tecnico che sta affrontando il tema delle risorse delle scuole autonome e della loro gestione.

L’amministrazione ha illustrato una bozza di nota che a breve sarà inviata alle scuole con la quantificazione delle risorse disponibili per la programmazione delle attività relative all’anno scolastico  2013/14. La nota comunicherà infatti solo l’assegnazione relativa agli 8/12esimi dell’esercizio finanziario 2014 mentre i finanziamenti relativi al periodo settembre-dicembre 2014 saranno assegnati successivamente.

La nota non contiene sostanziali novità rispetto a quella dell’anno scorso se non per le assegnazioni relative ai contratti di pulizia per il 2014 e agli istituti contrattuali/MOF.

In quanto ai contratti di pulizia ed altre attività ausiliarie e per i contratti co.co.co. per le attività tecniche e di segreteria è prevista l’assegnazione di fondi solo alle scuole con posti accantonati in organico di diritto. Le scuole delle regioni nelle quali è attiva la convezione quadro Consip dovranno obbligatoriamente approvvigionarsi ricorrendo alla convenzione, mentre nelle altre regioni dovranno seguire le istruzioni che saranno inviate con ulteriore apposita nota.

Per gli istituti contrattuali la nota assegnerà alle singole scuole i fondi relativi al periodo gennaio-agosto 2014, così come risultano dai parametri contenuti nell’intesa del 26 novembre 2013.

A margine Il MIUR ha confermato che le supplenze temporanee, solo dal 1.09.2014 potrebbero essere gestite direttamente da MIUR e MEF senza il calcolo delle spettanze da parte delle scuole e sulla sola base dei dati inseriti al sistema informatico.

Le osservazioni della FLC

Dopo aver ribadito il nostro giudizio sull’insufficienza delle risorse assegnate anche per il 2014 al sistema scolastico pubblico e ricordato la mancata soluzione dei problemi finanziari delle scuole (mancato ripiano dei residui attivi) abbiamo evidenziato le difficoltà causate:

  • dal ritardo nell’emanazione della nota (le scuole avrebbero dovuto concludere il percorso di approvazione del P.A. 2014 entro il 15 dicembre) e l’impossibilità di programmare le attività delle scuole senza la conoscenza delle risorse disponibili;
  • dalla confusione creata dalla nota inviata dal MIUR ieri 4 dicembre 2013 a tutte le scuole con l’assegnazione della parte dei fondi contrattuali riferita al periodo settembre-dicembre 2013. L’invio solo di una parte dei fondi disponibili invece che aiutare l’avvio della contrattazione di scuola ha aumentato l’incertezza;
  • dalla confusione derivante dalla scelta del MIUR di mettere nella nota per il Programma Annuale quei fondi ormai che non debbono andare nel Programma Annuale: contrattuali e per le supplenze;
  • dalla frustrazione delle aspettative delle scuole, creata dall’annuncio del MIUR, ora non rispettato, che dal 1 gennaio 2014 le segreterie sarebbero state liberate dalla gestione della retribuzione dei supplenti;
  • dal mancato chiarimento sull’utilizzo degli avanzi delle supplenze del 2012 e sulla restituzione delle somme anticipate negli anni passati dalle scuole per pagare i supplenti;
  • dall’incertezza della gestone dei contratti per i servizi rispetto ai quali il contenzioso va aumentando sia da parte delle ditte nei confronti delle procedura di gara, sia da parte dei lavoratori interessati, con gravi problemi di funzionalità per le scuole.
Le risposte del MIUR

L’Amministrazione ha riconosciuto che il ritardo di comunicazione delle risorse alle scuole incide sulla capacità delle scuole di programmare le spese e lo ha ricondotto alla tardiva sottoscrizione dell’Intesa del 26 novembre sui fondi contrattuali e ai controlli del MEF. Ha chiarito di aver proceduto il giorno 4 dicembre a fare una prima assegnazione dei fondi definiti con l’Intesa, pari ad un terzo di quanto spettante, e di essere in procinto di assegnare la restante parte con la nota sul P.A. 2014 che sarà inviata in tempi brevissimi. In merito alle problematiche della gestione dei contratti di pulizia l’Amministrazione ha annunciato che, per le scuole delle regioni senza convenzione-Consip attiva, saranno al più presto messe a disposizione delle specifiche linee guida.

Ragazzi sempre connessi, nessun limite dai genitori

da Corriere della Sera

LA RICERCA DEL MOIGE

Ragazzi sempre connessi, nessun limite dai genitori

I compiti si fanno davanti alla tv, e dal telefonino non ci si stacca mai

Sarà anche colpa della scuola, dentro cui fanno fatica ad entrare le nuove tecnologie, computer, piattaforme multimediali, web, motori di ricerca e finanche i semplici e-book, se i giovani usano i nuovi mezzi quasi mai per studiare e creare percorsi formativi personalizzati ma solo per divertimento? Sarà anche colpa degli educatori se solo un ragazzo su dieci si connette a internet per studiare e fare ricerche mentre tutti gli altri lo fanno solo per svago e relax, chattare, videogiocare, postare foto, ascoltare musica?

Probabilmente sì, anche perché dall’altro lato c’è una famiglia sconcertata, che spesso non sa usare questi strumenti, non sa suggerirne usi diversi ai propri figli, che lascia fare e pone pochi limiti. Eppure è arrivato il momento di fare qualcosa. I giovani sono sempre più iperconnessi e multitasking ma anche sempre più in pericolo se non vengono aiutati a scegliere bene. Stiamo parlando dei nativi digitali. Chi sono? I giovanissimi, quelli nati in piena era web, ovvero computer connessi alla rete, internet, facebook (soprattutto fb, twitter è «roba da adulti»), quelli per i quali anche la tv è quasi acqua passata, la accendono, guardano il programma preferito ma soprattutto la tengono sullo sfondo, mentre chattano, whatsappano, guardano video, postano foto, videogiocano con computer e o telefonino. Mica sono multitasking per niente.

IPER-CONNESSI  –  Sono loro i giovani e giovanissimi 2.0 i cui orizzonti telematici emergono da un’indagine commissionata dal Moige, il Movimento genitori, al professor Tonino Cantelmi, professore di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione. La presidente del Moige è allarmata: «I dati ci confermano che ci troviamo davanti ad una generazione che preferisce il mondo virtuale a quello reale, fa fatica a creare relazioni autentiche con le persone in carne e ossa. Come rimanere impassibili davanti al 21 per cento degli intervistati che preferisce guardare la tv piuttosto che uscire con gli amici». Lo staff di Cantelmi ha intervistato quasi mille ragazzi dai sei ai diciotto anni, in pratica tutto l’arco della scuola fino alla soglia dell’università, dalla prima elementare alla quinta superiore. Il 52 per cento del campione afferma di dedicare alla tv fino a due ore al giorno, uno su 5 anche fino a 5 ore ma tutti sono contemporaneamente connessi a internet.

COMPITI DAVANTI ALLA TV – Mentre guardano la tv, i ragazzi si connettono per giocare. Solo 1 su dieci (il 14 per cento) lo fa per studiare e fare ricerche, per il resto è solo divertimento. I compiti si fanno con tv accesa e computer connesso. Guai poi a separarsi dal telefonino, otto ragazzi su dieci non se ne separano mai, nemmeno a scuola, quindi anche durante lo svolgimento dei compiti il telefonino è sempre acceso, pronto a ricevere foto e messaggi su whatsapp o su facebook.  Sei adolescenti su dieci sono iscritti ad un social network, che poi è facebook nel 96 per cento dei casi. Invece di studiare o tra un compito e l’altro i ragazzi stanno con computer accesi per chattare, spesso con sconosciuti e uno su 5 ha incontrato le persone che ha conosciuto on line. Il 13 per cento tra i 14 e i 20 ha anche scambiato il proprio numero di cellulare durante una conversazione in chat. Il 60 per cento si diverte a ricevere soprattutto ma anche qualcuno ad inviare foto e video un po’ forti, dove impera questa nuova moda quella del sexting, significa inviare sul web foto delle proprie parti intime. La piazza virtuale allarga di molto quella della propria classe o della propria scuola perché spesso comprende anche tutte le scuole medie o superiori del quartiere. Così si diffonde il cyberbullismo, e dalla ricerca emerge che 6 adolescenti su dieci tra i 14 e i 20 anni almeno una volta ha usato foto o video per prendere in giro qualcuno mentre 1 su 5 dice di farlo spesso.

LA LETTURA –  Per gli adolescenti 2.0 leggere è una opzione per pochi. Due ragazzi su 3 dicono di leggere mai o raramente, solo il 21 per cento lo fa spesso e il 6 per cento sempre. Ma anche tra chi legge, per esempio un giornale, cartaceo e on line, è lo sport la rubrica preferita. Le ragazze leggono più volentieri, il 41 per cento ha detto di leggere con piacere e il 36 per cento ha risposto abbastanza alla domanda: ti piace leggere?. Via libera a romanzi, 28 per cento, e fantasy, 26 per cento. Soprattutto i maschi invece, sport a parte, trascorrono molte ore ai videogiochi, spesso contraendo il tempo dedicato allo studio pomeridiano. Ma il problema veramente forte che viene fuori dalla ricerca è l’assenza dei genitori. Il 40 per cento dei ragazzi intervistati sopra i 14 anni non riceve limiti di orario all’utilizzo di videogiochi e del computer da parte dei genitori. Tutto questo facilita la possibilità di visionare materiale non adatto: il 25 per cento vede spesso film non adatti ai minori o visiona pagine web inadatte alla loro età.

Mariolina Iossa

“Erasmus +” al via in 2014 dalla Ue 14,7 miliardi in 7 anni

da La Stampa

“Erasmus +” al via in 2014 dalla  Ue 14,7 miliardi  in 7 anni

Tra le novità, l’avvio di un nuovo sistema di prestiti agevolati per gli studenti universitari che intendono conseguire una laurea di secondo livello all’estero
Bruxelles

 Il nuovo programma “Erasmus +” sarà pienamente operativo dal gennaio 2014. Il via libera è stato dato dai ministri dei 28 paesi Ue riuniti nel Consiglio Competitività.

Per il prossimo settennio 2014/2020 sono stati stanziati complessivamente 14,7 miliardi, pari a un aumento del 40% rispetto al budget precedente.

Inoltre, il programma potrà beneficiare di finanziamenti aggiuntivi provenienti dagli strumenti per l’azione esterna (come quelli per l’assistenza per il pre-accesso, per la cooperazione allo sviluppo, per il vicinato europeo, e il fondo europeo per lo sviluppo).

“Erasmus +” prevede nuove possibilità, come una garanzia per i prestiti agli studenti che consentirà a chi vuole ottenere un Master all’estero l’accesso a finanziamenti sostenibili, o ancora la promozione di accordi fra mondo del lavoro e università per aiutare la transizione fra studio e lavoro contribuendo alla riduzione della disoccupazione giovanile.

L’obiettivo del nuovo programma è infatti quello di sostenere gli sforzi europei a superare uno dei periodi economici più difficili della storia del vecchio continente, avvicinandosi agli obiettivi della strategia Europa 2020 per la crescita e l’occupazione, in cui educazione e formazione giocano un ruolo essenziale.

«L’aumento del bilancio del 40% dimostra l’impegno dell’Ue per l’educazione e la formazione», e questo ha sottolineato la commissaria europea all’educazione Androulla Vassiliou, permettendo ai giovani di «accrescere le loro conoscenze e competenze attraverso esperienze all’estero che aumenteranno la loro occupabilità».

Carrozza: Bocciare i ragazzi? Per la scuola è un fallimento e un costo

da La Stampa

Carrozza: Bocciare i ragazzi? Per la scuola è un fallimento e un costo

Ma dire che è meglio non bocciare è una semplificazione eccessiva
roma

«Non è che è inutile bocciare, certamente la bocciatura è un po’ un fallimento della scuola, perché il compito della scuola è quello di accompagnare il ragazzo nel trovare la sua strada». Così il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza a “Mix 24”, intervistata da Giovanni Minoli su Radio 24.

Minoli ha chiesto al ministro dell’Istruzione se sia d’accordo con l’impostazione dell’Ocse che dice che bocciare è inutile, è un costo e non serve al ragazzo e Carrozza ha risposto: «Oggettivamente è un costo, in Italia ci sono fin troppe bocciature, specialmente di persone, di ragazzi che provengono da situazioni sociali o da territori più in difficoltà. Questo significa che noi non sappiamo accompagnarli meglio nel loro percorso».

«Quindi è meglio non bocciare?” incalza Minoli. «Questa diciamo è una semplificazione…eccessiva”, risponde la Carrozza. “Anche se lo dice il rapporto Ocse?», chiede ancora Minoli. «Sì, è una semplificazione, è una schematizzazione. Certamente bocciare è un costo. E’ un costo soprattutto per il ragazzo e la sua famiglia».

Anche i genitori faranno parte della Costituente della scuola

da Tecnica della Scuola

Anche i genitori faranno parte della Costituente della scuola
di A.G.
L’annuncio è del ministro dell’Istruzione nella Giornata europea dei genitori. Carrozza chiede il loro contributo attivo all’appuntamento: se vogliamo che finalmente l’istruzione sia al centro della politica dobbiamo innanzitutto avere un consenso popolare sull’importanza della scuola e della cultura. Tutti d’accordo, ma quando si parte?
Le famiglie degli studenti sono una della componenti più importanti della scuola del futuro. E vanno tenuta sempre in considerazione, anche nel momento in cui si stanno gettando le basi per riformare alcune parti dell’offerta formativa. A dirlo è stato il ministro Carrozza, il 4 dicembre, in occasione della Giornata europea dei genitori, che si è svolta presso la sede del Ministero in viale Trastevere.
“Ritengo che le associazioni dei genitori e quelle degli studenti siano due componenti fondamentali da consultare per parlare del futuro dell’istruzione in Italia – ha detto il Ministro dell’Istruzione – . Per questo chiedo fin d’ora il vostro aiuto per la Costituente della scuola che vogliamo lanciare, chiedo il vostro contributo e la vostra partecipazione a questo grande appuntamento”.
Carrozza ritiene, inoltre, che “il nostro Paese sta vivendo un momento di transizione molto difficile sia dal punto di vista economico e sociale che da quello politico. Insieme dobbiamo far sì che questa transizione avvenga verso un mondo in cui la scuola e l’istruzione siano il pilastro fondamentale per la costruzione di una società nuova, più giusta, in cui i nostri ragazzi possano essere artefici del proprio futuro – ha aggiunto il Ministro – Se vogliamo che finalmente l’istruzione sia al centro della politica e delle politiche dobbiamo innanzitutto avere un consenso popolare sull’importanza della scuola e della cultura. Per questo il primo dovere che abbiamo è uscire dalle nostre scuole, aprirle, confrontarci con la società, riprendere il filo di un discorso forse interrotto sulla centralità dell’investimento in istruzione. Questa è la nostra prima missione, alla quale mi auguro vorrete contribuire, anche attraverso la Costituente”.
Dal canto loro, le associazioni dei genitori si sono dette pronte. Resta solo da capire quando prenderà il via il progetto della Costituente della scuola: il ministro ne parla da alcuni mesi, ma considerando che il Governo non sembrerebbe destinato ad una lunga vita sarebbe probabilmente il caso che si passi il prima possibile alla fase operativa. Altrimenti rischia di andare a infoltire la già lunga lista dei buoni intenti politici.

Con il liceo ridotto a 4 anni l’Italia si adegua all’Europa

da Tecnica della Scuola

Con il liceo ridotto a 4 anni l’Italia si adegua all’Europa
di A.G.
Lo ha detto il ministro Carrozza nel corso di un question time: consente agli studenti un ingresso anticipato nel lavoro, ma senza escludere la prosecuzione degli studi. Nel prossimo a.s. oltre le 3 paritarie che lo hanno già avviato, toccherà pure a 6 scuole statali: scelte ponderate e comunque le ore settimanali non cambieranno, quindi organici immutati. Poca pubblicità all’iniziativa solo perché è sperimentale: al termine risultati pubblici.
Non ha risposto solo sul futuro dei precari abilitati della scuola. Sempre nel corso di un question time alla Camera, il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha fatto chiarezza anche sull’abbreviazione del percorso scolastico superiore da 5 a 4 anni. Il responsabile del Miur ha spiegato che la sperimentazione prevede la riduzione del percorso scolastico per sei scuole statali (istituti di istruzione secondaria superiore e licei classici) e tre scuole paritarie, che hanno presentato altrettanti progetti di innovazione.
“Le tre scuole paritarie hanno avviato la sperimentazione nel corrente anno scolastico, mentre gli istituti scolastici la avvieranno nel prossimo, aumentando – ha spiegato il ministro – il numero di ore settimanali e quindi senza incidere sugli organici del personale docente”.
Carrozza ha tenuto a precisare che ha autorizzato queste sperimentazioni perché ritiene valide le ragioni che le hanno ispirate, “legate all’esigenza di adeguare la durata degli studi agli standard europei, consentendo agli studenti un ingresso anticipato nel mercato del lavoro, ovviamente senza escludere la prosecuzione degli studi”.
Il Ministro ha anche assicurato che la decisione presa “non è stata estemporanea” ma “è stata preparata da uno studio accurato e sarà seguita dall’analisi attenta dei rendimenti e dei risultati”.
“La sperimentazione in esame non ha nulla di riservato, ma non è stata oggetto di particolari misure di pubblicità, proprio perché – ha spiegato il ministro – si tratta di una sperimentazione, utile per il ministero per valutare l’efficacia delle relative soluzioni didattiche, ma non rilevante per la generalità delle istituzioni scolastiche. Saranno invece oggetto di adeguata pubblicità i risultati delle sperimentazioni, soprattutto se saranno ritenuti tali da giustificare l’introduzione di modifiche di portata generale agli ordinamenti didattici”.
Polemica chiusa? L’impressione è che non finisca qui.

Docenti precari, Carrozza non cede: le GaE rimangono blindate

da Tecnica della Scuola

Docenti precari, Carrozza non cede: le GaE rimangono blindate
di Alessandro Giuliani
Rispondendo ad un question time alla Camera, il Ministro ha ricordato che le graduatorie sono state trasformate da “permanenti ad esaurimento”. Le aperture degli ultimi anni rappresentano “solo casi eccezionali”. L’unica modifica prevista, al D.M. n. 249/2010, è quella che dà loro priorità nelle chiamate da parte dei ds. Nulla da fare per chi ha svolto il Tfa e concluderà i Pas. Come per gli idonei ai concorsi: sono abilitati solo quelli che vengono assunti.
Il Governo non intende consentire l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento degli abilitati tramite Tfa ordinario e Pas. Né tantomeno degli idonei ai concorsi a cattedra, che però non sono stati immessi in ruolo. A ribadire la posizione dell’Esecutivo è stato il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, rispondendo ad un question time alla Camera posto dall’on. Marco Di Lello (del gruppo Misto).
Carrozza ha spiegato che è solo “in via di definizione una modifica del D.M. 249/2010, in modo che in occasione dell’aggiornamento delle graduatorie d’istituto”, previsto nella parte terminale del corrente anno scolastico, “venga loro riconosciuta una priorità” nella scelta delle supplenze “rispetto ai soggetti non abilitati”.
Per quanto riguarda l’accesso alle GaE, invece, nulla di fatto. Il Ministro ha fatto riferimento alla normativa vigente, votata in Parlamento. E che da sette anni (tramite l’ex legge finanziaria, approvata nel 2007) ha trasformato le graduatorie da “permanenti ad esaurimento”. Tanto è vero, ha sottolineato sempre il titolare del dicastero di viale Trastevere, se negli ultimi anni alcuni precari sono stati inseriti nelle graduatorie ad esaurimento si è tratta comunque “solo di casi eccezionali”.
Per quanto riguarda, infine, la concessione dell’abilitazione all’insegnamento Carrozza ha ricordato che sulla base del D.M. 460/1998 questa “è riconosciuta solo ai vincitori e non agli idonei ai concorsi”. Pertanto, ha concluso il responsabile del Miur, sarà possibile eventualmente cambiare la normativa. La cui attuazione potrebbe, in ogni caso, trovare accoglimento “solo in vista dei futuri concorsi” a cattedra.

E adesso spunta anche il tri-ciclo scolastico

da Tecnica della Scuola

E adesso spunta anche il tri-ciclo scolastico
di Lucio Ficara
L’idea del Ministro di ridurre di un anno la scuola superiore sembra dettata più che altro da esigenze di cassa. Ma c’è anche chi ha in mente un progetto “nobile”.
Dopo avere centrifugato gli orari scolastici, con il riordino dei quadri orari e dei curricoli, attuato dall’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, a partire dall’anno scolastico 2010-2011 e non ancora entrato a regime, ecco aprirsi la strada per un’altra riforma, volta a ridurre ancora una volta il tempo scuola ed a tagliare pesantemente gli organici di cattedra. Di cosa si tratta nello specifico? Si sta proponendo, da più parti, di ridurre di un anno scolastico, il percorso delle scuole secondarie di secondo grado. Questo comporterebbe un risparmio di spesa strutturale di 3 miliardi di euro, un taglio degli organici di almeno 80 mila cattedre, e la possibilità di diplomarsi, prima della maggiore età, per i nostri ragazzi. Per adesso soltanto in via sperimentale, si è avviato, in alcune scuole paritarie della Lombardia, il percorso liceale quadriennale. Quindi per consentire agli studenti italiani di laurearsi prima ed entrare nel mondo del lavoro, come fanno gli altri coetanei europei, si starebbe decidendo di ridurre il percorso scolastico da 13 anni a 12 anni, riducendo di un anno il secondo ciclo d’Istruzione. Per diplomarsi un anno prima, bisogna comunque cambiare l’attuale assetto dei cicli scolastici. C’è chi, invece, vorrebbe riformare integralmente l’intero ciclo di studi, mettendo mano prioritariamente a quello che è considerato l’anello debole della catena dei nostri gradi d’Istruzione. Stiamo parlando delle scuole secondarie di primo grado, che risulterebbero troppo brevi e poco incisive, soprattutto per la fascia di età degli studenti, che è molto delicata in funzione della loro crescita e del loro apprendimento. L’ipotesi sarebbe quella di un primo ciclo di cinque o sei anni; poi quattro anni di media unica con latino per tutti, in quanto i latino aiuta a ragionare e a imparare l’italiano. Infine i tre anni di superiori con i vari indirizzi esistenti attualmente. Questa è l’ ipotesi di un docente di pedagogia dell’università Bicocca di Milano, il prof. Raffaele Mantegazza, e ripresa ieri dal Corriere della Sera. Quanto meno, questa ipotesi di riforma del “tri ciclo scolastico” , ha una ratio pedagogica, basata sul rafforzamento delle conoscenze e competenze nella fase del ciclo d’istruzione centrale, ma francamente sfugge l’idea pedagogica di sopprimere un anno di liceo, lasciando inalterata l’intera struttura del percorso formativo dei ragazzi, compreso l’aspetto dei programmi scolastici. A molti, quella della soppressione di un anno di liceo, sembra il solito tentativo di fare cassa, così come aveva tentato l’ex ministro Profumo con l’insana proposta delle 24 ore di servizio settimanale da imporre per legge ai docenti delle scuole secondarie, persino a parità di stipendio. Di tutta questa storia resta un dato politico molto evidente: il partito democratico con il suo premier in testa seguito dalla sua consorte, spinge con forza per riformare la scuola secondaria di secondo grado, riducendo il suo naturale percorso di studi, dagli attuali cinque anni a i solo quattro anni. Ai più sfugge il valore pedagogico di questa operazione, ma resta chiaro che si continua a fare cassa sulle spalle della scuola pubblica e dei suoi lavoratori.

Carrozza: bocciare è un po’ il fallimento della scuola. Ed ha un costo

da Tecnica della Scuola

Carrozza: bocciare è un po’ il fallimento della scuola. Ed ha un costo
di A.G.
Il Ministro: in Italia forse si tende a respingere troppi alunni, anche quando sono ragazzi che provengono da situazioni sociali o da territori più in difficoltà. Questo significa che noi non sappiamo accompagnarli meglio nel loro percorso. E a farne le spese sono soprattutto ragazzi e famiglie interessate.
Il ministro Carrozza si scaglia contro l’eccesso di severità dei docenti. Che se si trasforma in bocciature degli studenti conduce verso il fallimento della mission scolastica. Ma comporta anche un aggravio per l’erario. Partecipando alla trasmissione radiofonica “Mix 24”, su Radio 24, il responsabile del Miur ha detto che “non è che è inutile bocciare, certamente la bocciatura è un po’ un fallimento della scuola, perché il compito della scuola è quello di accompagnare il ragazzo nel trovare la sua strada”.
Carrozza ha aggiunto che la bocciatura “oggettivamente è un costo, in Italia ci sono fin troppe bocciature, specialmente di persone, di ragazzi che provengono da situazioni sociali o da territori più in difficoltà. Questo significa che noi non sappiamo accompagnarli meglio nel loro percorso”.
Al Ministro è stato quindi chiesto se fosse meglio non bocciare gli alunni. Sempre e comunque. “Questa diciamo è una semplificazione… Eccessiva”, ha risposto la Carrozza. Aggiungendo che si tratta di una “semplificazione, una schematizzazione. Certamente bocciare è un costo. E’ un costo soprattutto per il ragazzo e la sua famiglia”, ma “bisogna studiare questo meccanismo” conclude il ministro.
Una frase che potrebbe far pensare alla possibilità che giungano nuove norme pure sul fronte della valutazione annuale degli alunni. Staremo a vedere se si tratta solo di un’idea personale del primo “inquilino” del dicastero di viale Trastevere. Oppure c’è dell’altro.

Personale docente permanentemente inidoneo alla funzione per motivi di salute ma idoneo ad altri compiti

da Tecnica della Scuola

Personale docente permanentemente inidoneo alla funzione per motivi di salute ma idoneo ad altri compiti
di Lara La Gatta
Il Miur trasmette agli Uffici scolastici regionali la nota che disciplina le procedure per il transito nei ruoli Ata (domande entro il 15 dicembre) e per la richiesta (entro il 20 dicembre) di nuova visita medica da parte delle competenti Commissioni mediche del MEF
È indirizzata agli Uffici scolastici regionali la nota prot. n. 13000 del 3/12/2013, avente per oggetto: Personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti – attuazione delle disposizioni contenute nell’art. 15, commi 4 e seguenti, del D.L. n.104 del 12.09.2013, convertito con modificazioni in Legge n.128/2013”.
Si tratta di una nota che anticipa il Decreto ministeriale, di prossima emanazione di concerto tra MIUR e MEF, e che spiega sia cosa capiterà al personale docente che sarà dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione, ma idoneo ad altre mansioni successivamente all’1/1/2014, sia a quello che si trovava in tale condizione alla data di entrata in vigore del decreto legge n. 104/2013.
Per il primo caso, vale a dire docente dichiarato inidoneo dopo il 1° gennaio 2014, trova applicazione, anche in corso d’anno scolastico, la procedura che prevede l’assunzione, su istanza di parte, della qualifica di assistente amministrativo o di assistente tecnico.
In assenza di istanza o, in ipotesi di istanza non accolta per carenza di posti disponibili, troverà applicazione obbligatoria la procedura della mobilità intercompartimentale in ambito provinciale verso le Amministrazioni che presentino vacanze di organico, anche in deroga alle facoltà assunzionali previste dalla legislazione vigente, e con mantenimento del maggior trattamento stipendiale mediante assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti.
Tuttavia, nelle more dell’applicazione della mobilità intercompartimentale e comunque fino alla conclusione dell’anno scolastico 2015-2016, tale personale potrà essere utilizzato per le iniziative di cui all’art. 7 del citato Decreto-Legge 12 settembre 2013 n.104 convertito con modificazioni in Legge 8 novembre 2013 n. 128 o per ulteriori iniziative per la prevenzione della dispersione scolastica ovvero per attività culturali e di supporto alla didattica, anche in reti di istituzioni scolastiche.
Per il secondo caso (personale docente della scuola, che alla data di entrata in vigore del decreto-legge 12 settembre 2013 n.104, convertito con modificazioni in Legge 8 novembre 2013 n. 128, è già stato dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti), il personale in questione dovrà essere sottoposto, entro il 20 dicembre 2013, a nuova visitada parte delle commissioni mediche competenti, per una nuova valutazione dell’іnіdoneіtà. In esito a tale visita, ove la dichiarazione di inidoneità non sia confermata, il personale interessatotorna a svolgere la funzione di docente.
Ove, viceversa, venga confermata l’inidoneità, il suddetto personalepuò, su istanza di parte, transitare nei suddetti profili professionali del ruolo A.T.A.ovvero, in assenza di istanza o, nell’ipotesi in cui l’istanza non possa essere accolta per indisponibilità di posti,presentare domanda di mobilità intercompartimentale in ambito provinciale.
Il suddetto personale può comunque chiedere, senza essere sottoposto a nuova visita, di transitare nei profili professionali di assistente amministrativo e di assistente tecnico ovvero, in assenza di tale istanza o, nell’ipotesi in cui l’istanza non possa essere accolta per indisponibilità di posti, può presentare domanda di mobilità intercompartimentale in ambito provinciale.
Alla nota è allegata la seguente documentazione:
  • copia della circolare n. 966 del 19/11/2013, inoltrata dal MEF, relativa all’accertamento delle condizioni di inidoneità del personale docente del comparto scuola, che prevede, tra l’altro, l’integrazione delle commissioni mediche del MEF, ai fini della dichiarazione di inidoneità, con un rappresentante del MIUR (vedi notizia precedente);
  • il modello A avente per oggetto: “Articolo 15, commi 4 e seguenti del D.L. n.104/13 convertito con modificazioni in Legge n.128/2013. Personale docente dichiarato permanentemente inidoneo per motivi di salute alla propria funzione ma idoneo ad altri compiti – domanda di inquadramento nei profili professionali di assistente amministrativo e di assistente tecnico Personale A.T.A. – comparto scuola”; le istanze ai fini del transito nel ruolo A.T.A. dovranno essere inoltrate al competente Direttore dell’ufficio scolastico Regionale entro il 15 dicembre 2013;
  • il modello B avente per oggetto: “Articolo 15 commi 4 e seguenti del D.L. n.104/13 convertito con modificazioni in Legge n.128/2013.  Personale docente dichiarato permanentemente inidoneo per motivi di salute alla propria funzione ma idoneo ad altri compiti – domanda di utilizzazione nelle more dell’applicazione della mobilità intercompartimentale”;
  • il modello C, per il monitoraggio delle istanze pervenute per il transito nei ruoli ATA, nonché il numero delle istanze pervenute per l’utilizzo nelle more dell’applicazione della mobilità intercompartimentale.

Dati OCSE: l’apprendimento è un fenomeno complesso

da Tecnica della Scuola

Dati OCSE: l’apprendimento è un fenomeno complesso
di Reginaldo Palermo
Ed è sbagliato mettere in relazione i risultati con un unico fattore. I tagli c’entrano, ma non spiegano tutto. Alle volte ci sono variabili che si elidono a vicenda.
Gli esiti dell’ultima indagine PISA condotta nei Paesi OCSE sta mettendo in difficoltà gli analisti. Da “sinistra”, dopo aver giurato e spergiurato per un decennio che gli scarsi risultati dei nostri studenti erano dovuti alla riforma Moratti e ai tagli di Gelmini e Tremonti, i commenti arrivano con il contagocce, perché se si dovesse essere conseguenti bisognerebbe dire gli studenti imparano di più e meglio pur stando a scuola meno ore. Da “destra” Centemero fa sapere che i risultati sono appunto la logica conseguenza della riforma Gelmini, mentre l’Unione degli Studenti non sapendo che pesci pigliare sostiene che l’indagine è falsata. L’unico dato certo (ma questa è storia vecchia e non si tratta certamente di un elemento di novità) è che nelle regioni del nord i risultati sono migliori e che il divario nord-sud, quando tutto va bene, resta invariato ma non diminuisce affatto. Il fatto è che correlare gli esiti di apprendimento ad uno o due fattori è una sciocchezza colossale. Dire che i risultati peggiorano perché diminuiscono le ore di insegnamento è una stupidaggine e sostenere il contrario ugualmente. Negli anni ’50 la scuola elementare funzionava per 25 ore settimanali (5 ore tutti i giorni, con il giovedì libero), il liceo classico ha poche materie fondamentali con un curricolo essenziale e così via. Il problema vero è che sugli esiti di apprendimento intervengono decine e decine di fattori diversi fra di loro che alle volte si annullano a vicenda. Le buone strutture, i laboratori di alto livello e le biblioteche scolastiche ben fornite sono una gran bella cosa ma se sono inserite in un contesto sociale di miseria materiale e morale servono a poco, forse a nulla. I ragazzi che abitano una piccola cittadina di provincia dove la vita sociale è “a misura d’uomo” sono forse avvantaggiati rispetto a chi abita in un quartiere di periferia di una grande città.  E può darsi anche che abitare in una città d’arte sia un po’ diverso che stare in mezzo a palazzoni anonimi. Ma tutto si può capovolgere se in casa non circolano libri ma solo rotocalchi di gossip. Eppoi ci sono i gruppi di pari, le amicizie e, perché no, le aspirazioni e forse anche un pochino il DNA di ciascuno di noi. Insomma le semplificazioni sono quasi sempre sbagliate. E’ vero che il filosofo Guglielmo da Occam diceva che la spiegazione semplice di un fatto è sempre da preferire, ma è anche vero che l’apprendimento è un fenomeno molto molto complesso. Ridurre tutto al rapporto ore di scuola/investimenti- apprendimento può essere fuorviante.

Ocse, in Italia la spesa tagliata dell’8% in 10 anni

da Tecnica della Scuola

Ocse, in Italia la spesa tagliata dell’8% in 10 anni
L’Ocse nel suo rapporto sulle competenze scolastiche dei liceali ha pure sottolineato che l’Italia è tra i rari Paesi industrializzati che hanno tagliato i fondi alla scuola tra il 2001 e il 2010. Il taglio è stato dell’8% per studente ed è avvenuto soprattutto nella parte finale del decennio
Nell’area Ocse solo Messico e Islanda hanno fatto altrettanto. Lo studio peraltro precisa che oltre un certo livello di spesa, individuato in 50mila dollari, non vi è un’evidente relazione tra la spesa per studente e la sua performance. Ad esempio, Italia e Singapore spendono entrambi circa 85mila dollari per ogni studente tra i 6 e i 15 anni, ma mentre i liceali italiani hanno un punteggio di 485 punti in matematica, i loro coetanei di Singapore arrivano a 573 punti, uno dei livelli massimi. L’Italia ha invece una performance simile a quella della Norvegia (489 punti), ma Oslo spende ben 124mila dollari per studente. In generale la spesa per studente in Italia è in linea con la media Ocse (84.416 dollari contro 83.382), in presenza di un Pil pro capite di 32.110 dollari contro un dato Ocse di 33.732 dollari. Tra i dati evidenziati dal rapporto anche il costo delle bocciature che è pari al 6,7% della spesa totale annuale nell’istruzione primaria e secondaria, ovvero 47.174 dollari per ogni studente ripetente, tra costi scolastici e costi sociali. In Italia i ripetenti sono il 17% degli studenti contro il 12% della media Ocse e sono pure aumentati del 2% tra il 2003 e il 2012, mentre in media nell’area Ocse sono diminuiti. Tuttavia, secondo Francesca Borgonovi, analista della direzione dell’Istruzione Ocse: “I ragazzi italiani di oggi hanno una preparazione pari a mezzo anno di scuola in più degli studenti del 2003”. Il nostro sistema, spiega, rispetto ad altri, “ha ancora il merito di non lasciare indietro chi è più svantaggiato”.

Supplenze: priorità per abilitati Tfa e Psa

da tuttoscuola.com

Supplenze: priorità per abilitati Tfa e Psa

Per i docenti inseriti nella III fascia delle graduatorie di istituto, che hanno conseguito l’abilitazione all’insegnamento attraverso il tirocinio formativo attivo ordinario o i percorsi abilitanti speciali “è in via di definizione una modifica del decreto ministeriale n. 249 del 2010, volta a valorizzare detta abilitazione”.

Lo ha comunicato il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza durante il question time, e ha spiegato: “In forza di questa modifica, nelle more dell’aggiornamento triennale delle graduatorie, che consentirà a questi docenti di transitare nella II fascia, verrà loro riconosciuta, per il conferimento delle supplenze, una priorità rispetto ai soggetti non abilitati”.