Protocollo d’Intesa su Sicurezza Alimentare

Miur, Carrozza firma Protocollo d’Intesa su Sicurezza Alimentare con Ministro della Salute Lorenzin, Expo 2015, l’Università degli Studi di Milano e l’Università Cattolica del Sacro Cuore

Il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Maria Chiara Carrozza e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, insieme con EXPO 2015 S.p.a.,   l’Università degli Studi di Milano e l’Università Cattolica del Sacro Cuore hanno siglato oggi un protocollo d’Intesa sulla Sicurezza Alimentare.

In particolare, il protocollo prevede l’istituzione da parte de  L’Università degli studi di Milano e de l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, di una scuola inter-ateneo per l’Alta Formazione per la Sicurezza degli Alimenti, volta alla definizione di iniziative di formazione di alti funzionari pubblici e dirigenti di imprese di settore, di enti e aziende private.

“L’expo 2015 rappresenta una occasione unica per l’Italia, anche dal punto di vista delle collaborazioni possibili tra istituzioni e nel mondo della ricerca – ha dichiarato Maria Chiara Carrozza – Come Ministero siamo fortemente impegnati per far sì che questo appuntamento si trasformi in una opportunità di sviluppo per le nostre università e per il sistema della formazione. La firma di oggi è solo l’inizio di un cammino che ci vedrà al fianco di Expo 2015 per iniziative didattiche e scientifiche legate ai temi centrali dell’evento ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.

Il ministro Lorenzin, ha inoltre sottolineato che “questa scuola di alta formazione contribuirà a  rafforzare i livelli di sicurezza alimentare non solo in Italia.  Attraverso la partecipazione di esperti e dirigenti dei servizi di controllo internazionale servirà anche a far conoscere la bontà delle nostre procedure di controllo nella sicurezza alimentare universalmente riconosciute”.

D.L.vo 33/2013 “DECRETO TRASPARENZA”

16  DICEMBRE  2013,  ALLE  ORE  9.00

PRESSO  L’AULA  MAGNA  DELL’I.T.E.  “P.  SAVI”  DI  VITERBO  A:

 

1) INCONTRO  DI  STUDIO  E  APPROFONDIMENTO  SU:

 

D.L.vo 33/2013  COSIDDETTO  “DECRETO  TRASPARENZA”;  NELL’AMBITO  DELL’INCONTRO  VERRA’,  FRA  L’ALTRO,  APROFONDITO:

 

1) ASPETTI  GENERALI  DEL  DECRETO;

2) TRASPARENZA  REATTIVA  E  TRASPARENZA  PROATTIVA: COSA  E  COME  DEVE  ESSERE 

    PUBBLICATO;

3) RAPPORTO  TRA  TRASPARENZA  PROATTIVA  E  PRIVACY;

4) STRUTTURA  DEL  SITO  WEB;

5) LA  FIGURA  DEL “RESPONSABILE  DELLA  TRASPARENZA”;

6) PROGRAMMA  TRIENNALE  PER  LA  TRASPARENZA  E  PIANO  PERFORMANCE;

7) COME  CAMBIA  L’INFORMATIVA  SULLA  PRIVACY  EX  ART. 13  D.L.vo 196/2003.

 

NB:  L’INCONTRO  E’  GRATUITO  E  APERTO  A  TUTTI

 

2) CONGRESSO  PRVINCIALE  ANDIS

 

RISERVATO  A:

        – DS  ISCRITTI  ANDIS  O  CHE  INTENDONO  ISCRIVERSI;

        – DOCENTI  ISCRITTI  O  CHE  INTENDONO  ISCRIVERSI  AD  ANDIS LAB (i

          docenti possono partecipare ma si astengono dalla votazione per le cariche

          associative);

– prima convocazione ore 12.30

– seconda convocazione ore 13.

OdG:

1) documenti congressuali;

2) elezioni cariche associative e delegati ai congressi regionale e nazionale;

3) varie eventuali.

 

Viterbo 5/12/2013                                                                                     il presidente provinciale

Info:  icmonaci@alice.it                                                                                                        Giuseppe Guastini

Cosa succede nel cervello di un dislessico?

da Giornalettismo del 06-12-2013

Cosa succede nel cervello di un dislessico?

Un nuovo studio belga apre nuovi scenari per il trattamento di un disturbo di cui soffrono 700 milioni di persone in tutto il mondo-

La dislessia è tutt’altro che una malattia rara: secondo le stime più recenti oggi questo disturbo interesserebbe almeno il 10% della popolazione, ovvero circa 700 milioni di persone in tutto il mondo. Ma cos’è la dislessia, e come si manifesta? Ne parla il quotidiano spagnolo El País, spiegando anche l’evoluzione della conoscenza medica del disturbo: per decenni gli scienziati avevano individuato l’origine del problema nel sistema di rappresentazione fonetica, che nel cervello dei dislessici sarebbe distorto.

DEFICIT DI CONNETTIVITÀ. Non sarebbe così: un recente studio ha preso in esame 23 volontari, di cui uno soltanto dislessico, che si sono sottoposti a un esame di imaging cerebrale. Nel soggetto dislessico le rappresentazioni fonetiche cerebrali sarebbero risultate intatte ma è stato rilevato un deficit tra le tredici aree del cervello che concorrono all’elaborazione e allo sviluppo del linguaggio. Sarebbe proprio questo deficit a causare la dislessia: una scoperta che porta i medici a riconsiderare le terapie messe in pratica fino ad oggi che, per essere realmente efficaci, dovrebbero essere volte a migliorare la connettività tra le aree cerebrali deputate al linguaggio.

NESSUN LEGAME CON L’INTELLIGENZA. La dislessia è un disturbo dell’apprendimento che rende più difficoltoso imparare a leggere con scioltezza e comprendere la totalità del testo letto. Il disturbo non ha niente a che vedere con l’intelligenza ma, piuttosto, con la struttura stessa del cervello indipendentemente dalle capacità cognitive dell’individuo e gli psicologi hanno spiegato che chi è dislessico ha difficoltà ad associare i fonemi ai rispettivi segni grafici – che sono i «mattoni» del linguaggio umano, scritto e parlato. Le difficoltà di lettura di un dislessico non sono legate alla percezione visiva dei grafemi e il disturbo, che peraltro sembra essere più comune negli uomini che nelle donne, ha una forte componente genetica.

COLLEGAMENTI CEREBRALI. Il neuroscienziato Boets Bart e i suoi colleghi delle università di Lovanio, Londra, Oxford e Zurigo, hanno utilizzato tecniche avanzate per osservare come funziona il cervello di un dislessico quando si trova a dover leggere ad alta voce un testo scritto. I risultati dello studio, che saranno presto pubblicati su Science, hanno evidenziato notevoli differenze tra le mappe di connettività dei soggetti affetti dal disturbo paragonate a quelle dei soggetti normali: i collegamenti tra il giro frontale inferiore e l’area della corteccia uditiva sarebbero molto più deboli, rendendosi quindi responsabili dell’insorgere del disturbo.

UNA DIAGNOSI DIFFICILE. Non tutti gli scienziati sono convinti della validità di questa tesi, e cioè che la dislessia sia totalmente indipendente dalla rappresentazione fonetica a dalla capacità di distinguere chiaramente un fonema dall’altro. Su una cosa, però, gli esperti sono tutti concordi: poiché l’articolazione del linguaggio e la lettura sono processi mentali estremamente complessi, la dislessia può apparire sotto molteplici forme, rendendo più difficile una diagnosi. Solitamente, il problema si palesa nei primi anni di scuola e, come sottolinea Boets, «le difficoltà a imparare a leggere e a scrivere non vanno a impattare solo sull’istruzione e lo sviluppo cognitivo, ma anche sul benessere socio-emotivo dell’individuo».

Incontro col MIUR

ANIEF incontra il MIUR a Roma

Si è svolto il 5 dicembre un incontro tra la delegazione ANIEF, presieduta dal presidente nazionale Marcello Pacifico, e quella Miur, coordinata dal dott. Gildo De Angelis, per affrontare diverse questioni di stringente attualità che riguardano il personale docente e Ata, precario e di ruolo.

Contenzioso Pettine: è stata rivendicata dal sindacato la correttezza nei confronti dell’amministrazione dell’azione legale seriale intrapresa presso i tribunali del lavoro per assegnare i posti accantonati al personale docente che aveva chiesto il trasferimento in altra provincia ai giudici amministrativi all’atto dell’aggiornamento 2009-2011. Tale impostazione ha permesso l’immissione in ruolo di centinaia di colleghi precari. Di contro, una tesi diversa – come quella sposata dall’amministrazione resistente nel caso della sentenza della Corte di Appello di Torino – porterebbe alla conseguente rivisitazione di tutte le immissioni in ruolo e di tutte le supplenze al termine delle attività didattiche o annuali assegnate in quel biennio, con conseguenti condanne erariali a carico dei dirigenti responsabili, a livello generale, regionale e territoriale, per il mancato obbligo di pettinare tutte le graduatorie e di assegnare gli incarichi agli aventi diritto come indicato dal commissario ad acta.

Concorso  a cattedra: l’amministrazione ha ribadito la volontà, in assenza di nuovi concorsi biennali e nell’attesa di una riforma del sistema di reclutamento, di utilizzare le graduatorie di merito anche oltre il biennio di riferimento. ANIEF ha ricordato come tutto questo necessiti di un’integrazione al decreto direttoriale, in assenza del quale soltanto il giudice amministrativo può stabilire l’illegittimità di quanto finora disposto; il sindacato ha ribadito, comunque, come tutti i vincitori non ancora assunti abbiano maturato il diritto ad avere una nomina giuridica ed economica dal 1° settembre 2014 secondo il bando di concorso e il regime autorizzatorio, mentre ha spiegato le ragioni del perché il titolo di idoneità debba essere abilitante, secondo la normativa previgente e nel rispetto del principio generale di ragionevolezza dell’azione amministrativa, anche ai fini dell’inserimento nelle Gae e nelle graduatorie d’istituto.

Percorsi Abilitanti Speciali (PAS): ANIEF ha ricordato come il legislatore, in tema di corsi riservati abilitanti, ha sempre ritenuto la competenza didattica esercitata in un biennio (360 giorni) come una condizione di per sé sufficiente per conseguire l’abilitazione, e ha sottolineato l’incoerenza della richiesta di un anno di insegnamento specifico (180 giorni) rispetto alla direttiva comunitaria invocata che prevede il mero riconoscimento della professionalità acquisita dopo tre anni di servizio. L’amministrazione, pur prendendo atto che, in alcuni casi, come per gli educatori, in passato, è stata consentita l’iscrizione ai corsi abilitanti o ancora che il servizio prestato nelle sezioni primavera è stato svolto nello Stato, ancorché sperimentale, ha ribadito le proprie scelte, peraltro, oggetto di un contenzioso seriale attivo presso il TAR.

Inserimento in GaE abilitati TFA ordinario: l’amministrazione ha ribadito la volontà di tener chiuse le graduatorie, senza tener conto nemmeno di quelle esaurite o di un inserimento in una fascia aggiuntiva per i nuovi abilitati. Il sindacato ha ribadito come sia incoerente e irragionevole lasciare fuori dall’insegnamento proprio quegli insegnanti che l’università ha selezionato, formato e abilitato su richiesta del legislatore per andare ad insegnare e così migliorare lo standard qualitativo del servizio nazionale di istruzione, come si legge nelle motivazioni che hanno portato all’emanazione del nuovo Regolamento sulla formazione iniziale. Il tutto rasenta la truffa se si pensa che chi si abilita all’estero, senza selezione, può insegnare in Italia, ma chi è chiamato ad abilitarsi nel nostro Paese non può insegnarci.

Permessi diritto allo studio (150 ore) per i docenti frequentanti corsi PAS e TFA sostegno: per far fronte a tutte le richieste, il MIUR ha diramato una nota agli uffici periferici con la quale chiede di ripartire il contingente provinciale secondo l’effettiva esigenza dei docenti precari, tenuto conto della durata degli incarichi, dell’inizio dei corsi e dei calendari delle lezioni. La stessa nota proroga il termine di presentazione della domanda al 15 dicembre. Per il personale di ruolo che parteciperà al corso di riconversione sul sostegno, è stato autorizzato un contingente ad hoc che non intaccherà quello provinciale. ANIEF ha rappresentato le proprie perplessità riguardo al fatto che il contingente ‘normale’ sia sufficiente a soddisfare tutte le richieste e ha chiesto un’ulteriore proroga perché quasi tutte le università non riusciranno ad immatricolare entro la data stabilita. Il MIUR ha, inoltre, confermato l’indisponibilità di molte università ad attivare i Pas per infanzia e primaria, ragion per cui sta valutando l’offerta formativa di alcune università private e/o telematiche.

Incompatibilità frequenza corsi di perfezionamento e PAS-TFA sostegno: ANIEF ha richiamato l’esperienza maturata durante i corsi ex lege 143/2004, che si diversificano dai corsi SSIS per la durata annuale, per i crediti formativi, nonché per la possibilità di continuare a prestare servizio riservata ai candidati.

Riconoscimento del valore abilitante del diploma di maturità magistrale ai fini dell’ammissione ai corsi TFA per il conseguimento della specializzazione su sostegno: l’amministrazione si è detta contraria a tale riconoscimento e ha comunicato che a breve diramerà una nota di chiarimenti in merito, nonostante il sindacato abbia sottolineato come persino il Consiglio di Stato abbia ritenuto valido il titolo conseguito. ANIEF ha già annunciato azioni a tutela del personale danneggiato.

Aggiornamento Gae, fascia aggiuntiva e tabella titoli: ANIEF, in vista del prossimo aggiornamento delle graduatorie, ha preliminarmente ricordato come sia necessario consentire – come prescritto dalla legge – il reinserimento del personale che nei precedenti aggiornamenti non ha confermato la domanda di permanenza; inoltre, ha ricordato come l’unica giustificazione dell’esistenza di una fascia aggiuntiva alla terza della Gae sia data dalla sua creazione in un momento in cui l’aggiornamento era precluso e che, pertanto, preso atto della parità dei percorsi abilitanti intrapresi dai docenti iscritti ai corsi in Scienze della Formazione primaria o quelli AFAM, tale fascia aggiuntiva non abbia regione adesso di esistere e debba essere unificata alla terza all’atto del prossimo aggiornamento. Il sindacato ha ripercorso tutto l’iter legislativo che lo ha visto protagonista nelle deroghe legislative di riapertura delle graduatorie previste nel 2008 e nel 2012. L’amministrazione si è riservata di approfondire la questione e di valutare un eventuale intervento normativo sulla materia. Sulla tabella titoli, infine, nel ribadire l’opportunità di un intervento normativa che riporti la giurisdizione al giudice amministrativo, come affermata fino al 2008 e al fine di garantire omogeneità nella valutazione dei titoli e semplificare il contenzioso in tutto il territorio nazionale, il sindacato ha ricordato all’amministrazione come sulla questione del punteggio aggiuntivo SSIS o del suo spostamento, ormai, si sta consolidando un orientamento costante favorevole anche presso tutti i tribunali del lavoro.

Ferie del personale precario (pagamento integrale delle spettanze a.s. 2012/2013, scenari attuali e futuri) e di ruolo: di fronte alle proteste dell’ANIEF contro l’illegittimità delle disposizioni che negano il diritto al pagamento delle ferie non fruite al personale precario, l’amministrazione ricorda che sul punto è stato il MEF a emanare una nota. ANIEF, pertanto, continuerà l’iter giudiziario avviato per garantire ai precari il diritto al pagamento sostitutivo per le ferie non godute nel recente passato e nel prossimo futuro. Il sindacato, infine, ha ribadito come gli interventi normativi introdotti dalla spending review siano in aperto contrasto con la normativa comunitaria e pertanto potranno essere disapplicati dai giudici.

Formazione lingua inglese per docenti scuola primaria: l’amministrazione ha ribadito che il corso è obbligatorio solo per i docenti neo immessi in ruolo che, all’atto della nomina, hanno espressamente accettato la condizione di dover frequentare il corso di formazione di lingua inglese. La frequenza, quindi, è facoltativa solo per coloro che non si trovano in tale situazione. L’amministrazione ha però ribadito l’invito a concludere il percorso di formazione per coloro che, pur non obbligati, hanno già frequentato più della metà del corso. La motivazione è data dalla scelta di non aver selezionato, in maniera preferenziale all’atto della nomina, i docenti in possesso della specializzazione in lingua inglese.

Sblocco delle immissioni in ruolo del personale ATA con copertura di tutti i posti vacanti e disponibili per i profili di Assistente Amministrativo e Assistente Tecnico per gli aa.ss. 2012/13 e 2013/14, nonché dei collaboratori scolastici sull’organico disponibile per l’a.s. 2013/14: in risposta alle proteste dell’ANIEF, l’amministrazione ha comunicato di essere pronta a sbloccare le immissioni in ruolo, presumibilmente a gennaio 2013, per 3.730 unità da dividere nei diversi profili, in base ai pensionamenti avvenuti, nonostante una disponibilità, richiamata dal sindacato, di oltre 12.000 posti vacanti e disponibili. Al momento si attendono le richieste dei docenti inidonei che scelgono di transitare nei profili ATA. Raccolti questi dati, il Miur provvederà a decurtare l’organico in base alle richieste nelle sole province interessate. Si prevedono comunque poche richieste di transito nei profili ATA.

Inidonei e docenti ITP C555 – C999: l’ANIEF ha chiesto di utilizzare tale personale come organico funzionale e lo sblocco immediato di tutti i posti ATA al fine di modificare i contratti da avente titolo a contratti a tempo indeterminato per la copertura di tutti i posti vacanti e disponibili e a tempo determinato per i posti vacanti e non disponibili. L’amministrazione ha annunciato di aver già predisposto i decreti interministeriali per la gestione del personale inidoneo e dei docenti ITP C555 e C999, che invierà a breve ai Ministeri competenti. È stato comunque assicurato che fino all’a.s. 2015/16 il personale che non avrà completato la procedura di transito o di mobilità intercompartimentale e inidoneo solo parzialmente verrà utilizzato come organico funzionale.

Scatti di anzianità e stabilizzazione del personale precario: ANIEF ha ricordato come le recenti pronunce in tema di scatti di anzianità, confermate dalle Corti di appello, abbiano chiarito il diritto dei precari alla parità di trattamento con il personale di ruolo, mentre anche dalle osservazioni scritte della Commissione europea sulle cause contro lo Stato italiano per la violazione della direttiva 1999/70/CE si evince come l’azione sindacale intrapresa nel 2010 porterà alla condanna di tali abusi e a risarcimenti milionari. L’amministrazione ha ribadito come il concorso per la nostra costituzione sia l’unico canale di reclutamento, ma il sindacato ha replicato come la stessa Consulta recentemente ha rinviato alla Corte di Lussemburgo un ricorso relativo alla deroga introdotta dal legislatore sull’applicazione della direttiva nella scuola. Il sindacato, pertanto, di fronte anche alle nuove immissioni in ruolo che copriranno al massimo il turn-over, rispetto a 140.000 contratti a tempo determinato siglati quest’anno, continuerà a ricorrere nei tribunali per ottenere scatti e risarcimento per i precari.

Contratti per i neo-assunti e ricostruzione di carriera: ANIEF ha ricordato come per gli ultimi 100.000 docenti e ATA assunti nell’ultimo biennio e per i 70.000 da assumere nel prossimo triennio a invarianza finanziaria è stata annullata la progressione di carriera per i primi 8 anni di servizio e vengono riconosciuti per intero solo i primi quattro anni di pre-ruolo, in violazione di una precisa direttiva comunitaria. L’amministrazione ha ricordato come tale situazione sia da intendersi come sacrificio richiesto dall’attuale situazione finanziaria, ma il sindacato ha ribadito come il diritto al lavoro e alla parità di trattamento siano principi inderogabili che ora anche l’Europa tutela e che non sono barattabili.

Piano triennale di assunzioni sul sostegno: l’amministrazione ha ricordato come il numero di 4.400 assunzioni richieste per quest’anno sia al netto delle altre 1.600 disposte dalla legge 128/12, che completano l’organico al 75% previsto dalla norma. Il sindacato ha ricordato come debba essere garantita una perequazione regionale nelle assunzioni in base agli organici registrati a livello regionale nell’a.s. 2006-2007, nel percorso che porterà a 90.000 docenti in organico di diritto entro l’a.s. 2015-2016.

Aggiornamento 2014 Graduatorie Permanenti 24 mesi e Graduatorie d’Istituto personale ATA: ANIEF ha esposto l’opportunità di garantire a detto personale la possibilità di trasferirsi da una provincia all’altra senza chiedere il depennamento, chiedendo un intervento in tal senso già a partire dall’emanazione del prossimo bando di aggiornamento delle graduatorie permanenti ATA, previsto per la prossima primavera. Il Miur si è dichiarato disponibile a verificare la possibilità di inserire tale modifica nel prossimo bando.

Possibilità di spezzare un posto intero al fine di garantire il diritto al completamento orario del personale ATA: anche in questo caso la proposta ANIEF è stata accolta dall’amministrazione, alla quale il sindacato ha chiesto di chiarire in modo definitivo, anche all’interno del regolamento supplenze del personale ATA, l’effettiva sussistenza della possibilità di spezzare un posto al fine del completamento orario. Inoltre, sarebbe opportuno adeguare il regolamento supplenze ATA a quello, più recente, dei docenti.

Sblocco dei pagamenti per la 2a posizione economica personale ATA: su questo punto l’amministrazione non ha fornito notizie confortanti, in virtù delle resistenze provenienti dal MEF. ANIEF ha annunciato, quindi, di riservarsi l’avvio di iniziative legali ove non venga trovata una rapida e soddisfacente soluzione del problema per il personale interessato.

Dimensionamento scolastico: il MIUR ha confermato il rischio di un ulteriore taglio di 800 sedi di presidenza, annunciando che è in corso una trattativa con il MEF per ridurre i tagli richiesti. ANIEF ha affermato la totale inaccettabilità di questo scenario, considerato che sarebbe addirittura necessario ripristinare le 2.000 scuole già illegittimamente dimensionate. Pertanto, anche in questo caso, il sindacato ha confermato il proseguimento delle iniziative giudiziarie già avviate, manifestando la necessità di tutelare in particolare le scuole delle piccole isole e delle comunità montane.

47° Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2013

47° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2013

Il 6 dicembre, alle ore 10:00, presso il Cnel – Viale David Lubin, 2 – Roma, viene presentato il 47° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2013
Giunto alla 47ª edizione, il Rapporto Censis prosegue l’analisi e l’interpretazione dei più significativi fenomeni socio-economici del Paese, individuando i reali processi di trasformazione della società italiana. Su tali temi si soffermano le «Considerazioni generali» che introducono il Rapporto. Nella seconda parte, «La società italiana al 2013», vengono affrontati i temi di maggiore interesse emersi nel corso dell’anno. Nella terza e quarta parte si presentano le analisi per settori: la formazione, il lavoro, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, il governo pubblico, la sicurezza e la cittadinanza.
47° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2013
  • «Le Considerazioni generali»
  • «La società italiana al 2013»
  • «Processi formativi»
  • «Lavoro, professionalità, rappresentanze»
  • «Il sistema di welfare»
  • «Territorio e reti»
  • «I soggetti economici dello sviluppo»
  • «Comunicazione e media»
  • «Governo pubblico»
  • «Sicurezza e cittadinanza»

Il capitolo «Processi formativi» del 47° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2013

Roma, 6 dicembre 2013 – Il ruolo strategico dell’istruzione degli adulti. Il 21,7% della popolazione italiana con più di 15 anni ancora oggi possiede al massimo la licenza elementare. Per quanto si tratti di un fenomeno concentrato nelle fasce d’età più anziane, un campanello d’allarme squilla per il 2% di 15-19enni, l’1,5% di 20-24enni, il 2,4% di 25-29enni e il 7,7% di 30-59enni che non hanno mai conseguito un titolo di scuola secondaria di primo grado. E anche per quel 56,2% di ultrasessantenni senza licenza media (23% tra gli occupati) i vantaggi di un “ritorno a scuola” sarebbero indiscutibili per il rafforzamento del loro kit di strumenti utili ad affrontare le sfide della complessità sociale. Inoltre, si è fermato alla licenza media il 43,1% dei 25-64enni. Il circuito vizioso tra bassi titoli di studio, problemi occupazionali e scarsa propensione all’ulteriore formazione è, infine, testimoniato: dalla significativa incidenza tra i giovani Neet di individui con al massimo la licenza media (43,7%); dalla marginale partecipazione complessiva della popolazione adulta ad attività formative, se in possesso della sola licenza elementare (0,8% del totale) o diploma di scuola secondaria di primo grado (1,9%).

Aggredire la dispersione includendo il territorio. Nel nostro Paese la quota di early school leavers, seppure in tendenziale diminuzione, continua a essere significativa e in alcune aree geografiche pericolosamente endemica. Se nel 2012 la popolazione di 18-24 anni con al più la licenza media che non frequentava altri corsi scolastici o attività formative superiori ai due anni era pari al 17,6%, in alcune aree del Paese restava al di sopra della soglia del 20%: ad esempio nel complesso delle regioni meridionali (21,1%). Lo scenario nazionale è distante non solo da quello medio europeo (12,8%), ma soprattutto dall’obiettivo fissato da Europa 2020, secondo il quale i giovani che abbandonano precocemente gli studi non dovranno superare la soglia del 10%. In Italia nel 2011 alla fine del primo anno aveva abbandonato gli studi l’11,4% degli studenti iscritti. Lo stesso indicatore nelle regioni del Nord e del Centro era rispettivamente 10,4% e 10,3%, mentre i tassi di abbandono erano del 13% nel Mezzogiorno nel complesso e del 14,9% nelle sole isole.

L’integrazione scolastica degli alunni disabili: un processo sinergico. I dati sulla distribuzione nell’anno scolastico 2013-2014 dei 207.244 alunni disabili, pari al 2,6% del totale degli alunni iscritti, attestano una loro maggiore presenza nella ripartizione settentrionale del Paese, dove si concentra il 38% del totale, seguita dal Sud e isole (35,6%) e infine dal Centro, dove la percentuale è del 19,9%. La periodica rilevazione del Censis sui dirigenti scolastici, che quest’anno ne ha coinvolti 2.178, evidenzia che il 47,1% ha dichiarato che nel proprio istituto l’integrazione degli alunni con disabilità non è un problema, mentre per il 29,3% è un problema in via di risoluzione. Tuttavia, ancora per quasi un dirigente su quattro (23,6%) tale processo resta un problema di difficile soluzione. I principali problemi sono: l’insufficiente numero di insegnanti per le attività di sostegno rispetto alla numerosità dell’utenza (70,6%), la difficoltà nella gestione dei rapporti con gli altri soggetti coinvolti nel processo di inserimento – servizi socio-sanitari, enti locali, altre scuole/enti formativi, ecc. – (39,9%) e la inadeguata specializzazione dei docenti di sostegno rispetto alle specifiche disabilità (26,5%).

Il sistema di istruzione e formazione professionale di fronte alla sfida della sussidiarietà. I percorsi triennali d’istruzione e formazione professionale costituiscono ormai una scelta concreta e sempre più perseguita al termine della scuola secondaria di primo grado. Degli appena 23.563 allievi dei primi corsi si è giunti ai 241.620 dell’anno formativo 2011/2012. Secondo l’indagine del Censis, numerose e diversificate sono le azioni intraprese dagli istituti professionali per incrementare il successo formativo degli iscritti ai percorsi triennali. Le azioni più diffuse sono quelle finalizzate a garantire il raccordo tra studio e lavoro, in primo luogo l’attivazione di stage (74,3%) o di percorsi in alternanza scuola/lavoro (72,9%). Un analogo livello di diffusione (72,2%) sembra caratterizzare la realizzazione di una didattica laboratoriale, seguita dalle attività di raccordo tra le competenze di base e le competenze professionalizzanti (64,6%).

L’università italiana: un sistema squilibrato territorialmente e con scarsa capacità di globalizzazione. Le università italiane stentano a collocarsi all’interno delle reti internazionali di ricerca. Secondo l’indagine del Censis sui rettori italiani, tra i fattori più efficaci per accrescere la competitività dei loro atenei c’è al primo posto il miglioramento della qualità dei servizi e delle strutture di supporto alla didattica (73,8%), poi lo sviluppo di collaborazioni internazionali nelle attività di ricerca (54,8%), lo sviluppo di percorsi di laurea a doppio titolo/titolo aggiunto con atenei stranieri (52,4%), le ricerche di grande rilevanza scientifica (40,5%) e l’incremento del numero di laureati in corso (38,1%). Le criticità esistenti sono aggravate dal divario territoriale tra Nord e Sud del Paese. Nel decennio 2002-2012 l’indice regionale di attrattività delle università passa nel Mezzogiorno da -20,7% a -28,3%, incrementandosi negativamente di oltre 7 punti percentuali. Nelle regioni insulari l’indice precipita da -10,1% nel 2002 a -26,2% nel 2012.

Digitale, mon amour, quale fine stai facendo!

Digitale, mon amour, quale fine stai facendo!

di Umberto Tenuta

 

DIGITALE, mon amour,

ti scrivo con tutto l’amore che di te mi ha preso il cuore, quando, nella pienezza della giovinezza, ti affacciasti alla mia vita e io ti accoglievo tra le braccia con tutto l’entusiasmo che i giovani portano nel cuore e generosamente offrono alla persona amata.

 

Ti ho seguito nei tuoi sogni giovanili che mai non muoiono e che, adulto, ancora ti porti nel cuore.

Ti seguo, ancora, con amore più grande, perché più grande tu sei!

 

Ma questo amore, come ogni amore grande, ora soffre, soffre per te, nel chiuso della mia casa, casa-scuola, nella quale ti accolgo e ti tengo sempre più vicino!

Soffre, perché tanto male ti fanno quanti ti dicono di amarti, ma ti asserviscono alle loro passate esperienze di scuola che tardano a morire.

C’è una grande forza del PASSATO[1], del passato non certamente migliore, ma di quello più consueto, più banale, più antiquato!

Come ieri utilizzavano la parola orale e la parola scritta per fare il loro mestiere di INSEGNANTI[2], ora utilizzano anche la tua parola, sì, la tua parola digitale scritta ed orale, anche ornata di icone.

 

Entri nelle scuole, ti fanno entrare come ospite gradito, ma ti asserviscono ai loro vieti costumi!

Ti asserviscono, ti asserviscono, e non lasciano spazio ai tuoi sogni di giovanile entusiasmo che ti porti dentro il cuore e che io grandemente amo!

Sì, mio Amato, ti asserviscono!

Ti costringono a fare quanto loro hanno sempre fatto!

Seduti sulla cattedra, anche quando utilizzano le tue LIM, così generosamente donate alle nostre scuole, tua nuova dimora.

Ti utilizzano nelle loro LEZIONI, sì lezioni[3], nelle quali mostrano anche, perché no, le tue belle immagini, i tuoi bei grafici, le tue belle parole colorate di rosso, di azzurro, di verde, ma sempre parole di cui gli alunni[4] sono chiamati ad alimentarsi, anche quando non ne hanno fame, come non di rado accade.

 

Al gran parlare, all’ostentato interesse che per te esibiscono, non corrisponde il grido di gioia dei giovani che le scuole frequentano, perché obbligati a frequentarle, loro malgrado!

Ho ascoltato il loro grido di gioia alla promessa di riduzione a quattro anni delle scuole superiori! Grido solitario, non accompagnato dal coro dei loro insegnanti, grido col quale essi hanno manifestato la gioia di finire presto l’obbligo di andare a scuola.

E, come non comprenderli, questi studenti[5], studenti spesso solo di nome, che altro amore di te prende fuori della scuola, sui loro Tablet, Smartphone, Notebook, PC!

 

Ma quanti sono gli studenti filosofi?[6]

Non amano studiare, forse, e senza forse, perchè costretti a stare seduti nei banchi, con le mani conserte, gli occhi spalancati, le orecchie che dovrebbero essere tese ma quasi mai lo sono!

 

Ma tu sei generoso ed offri le tue audiovideoregistrazioni, semmai nelle loro case, sotto gli sguardi imploranti dei loro genitori, ormai divenuti tutti, quasi tutti, assieme alle nonne ed alle zie, loro precettori domestici.

 

Tu non ti sei mai rifiutato di andare incontro ai giovani per soddisfare la loro innata curiosità[7], la loro voglia di conoscere, di fare nuove esperienze, di rubare, novelli Prometei, il fuoco agli dei!

Sì, tu hai tante volte risposto alle proposte che ti sono state fatte da chi, come Gian Giacomo[8], ti volevano come amico per aiutare Emilio a ritrovare nel bosco la strada del ritorno a casa.

E non ti sei giammai rifiutato di arricchire il Museo didattico delle bravissime sorelle Agazzi[9], così come quello, complementare, della così ingenerosamente dimenticata Maria Montessori[10].

 

Ma a nulla sono valsi le ricerche e le proposte che nel Secolo dei bambini[11], sono state sempre più insistentemente avanzate dai miei confratelli, nel loro disperato grido di dolore per i tanti giovani costretti ogni mattina a stare inchiodati sui sedili delle fila medievali dei banchi, per ascoltare i loro insegnanti.

Eppure, tu sei tanto generoso e ti offri per apparecchiare laboratori di apprendimento, soprattutto ai nostri giorni, con i Notebook ed i Tablet, che quasi tutti gli studenti non studenti si portano nelle tasche dei pantaloni alla moda e delle ingenerose gonnelline.

Suvvia, diamoci una scossa, mio amato DIGITALE!

Diamoci una scossa forte, molto forte, che scuota tutti, faccia aprire le orecchie e spalancare gli occhi alle Maestre, pardon,  alle Professoresse di donmilianiana memoria[12], perché ti accolgano in nuove aule laboratorio, nelle quali gli studenti, non più solitari[13], stiano intorno a tavoli di tre/quattro/cinque posti, tutti intenti a fare scoperte[14].

A scoprire, così come faceva il giovane Einstein, come e perché la calamita, coi suoi poli negativo o positivo, si orienta al Nord ed al Sud!

A scoprire come e perchè il ventitrè dicembre, quando il sole è più vicino alla Terra, nel nostro Emisfero sentiamo tanto freddo.

A scoprire il perché la somma dei quadrati dei cateti del triangolo rettangolo è equivalente a quello dell’ipotenusa.

A scoprire, da soli, seppure con la guida del docente, novello Virgilio, come e perchè il futuro interiore è un futuro passato[15]!

 

Beh, sei tanto generoso, mio amato DIGITALE, che non disdegni certamente di dare la precedenza alle scoperte realizzate dagli studenti coi novelli materiali strutturati[16], con le vecchie ma sempre nuove cianfrusaglie delle care sorelle Agazzi.

Tu sai bene che a questi materiali un galantuomo come te deve dare sempre la precedenza.

 

Ma tu ami la buona compagnia degli amici studenti e, perché no, delle amiche Maestre, ed io non ne sono gelosa!

 

Ciao, mio amoroso DIGITALE!



[1] Il riferimento va alla Scuola dei Programmi del Positivimo pedagogico e della Riforma Gentile.

[2] Insegnante, latino, insegnare, da in − signo, tradurre in segni.

[3] Dal latino Legere, lettura (Da DELI−DIZIONARIO ETIMOLOGICO DELLA LINGUA ITALIANA, Zanichelli, Bologna,

[4] Alunno deriva da alere, alimentarsi, e quindi significa crescere,: chi si alimenta (alunno) cresce, diventa adulto (Participio passato di alere, cioè alimentato, e quindi cresciuto).

[5] Studente da studium che in latino significa anche “passione, desiderio, impulso interiore“.. Scrive F. Ferrarotti che <<La scuola non sembra in grado di stimolare e far scoprire ai giovani la gioia della lettura, e di riportare lo studio al suo significato originario di studium, ossia amore, passione, avventura>> (Presentazione: FERRAROTTI F., Leggere, leggersi, Donzelli, Roma, 1998.

[6] Filosofi, coloro che amano il sapere, dal greco: philo, amore,, ophhia, sapienza, sapere (IL GRANDE DIZIONARIO GARZANTI DELLA LINGUA ITALIANA).

[7] HODKIN R.A., La curiosità innata – Nuove prospettive dell’educazione, Armando, Roma, 1978.

[8] ROUSSEAU J.-J., Emilio o dell’educazione, Mondadori, Milano, 1997.

[9] AGAZZI R., Come intendo il museo didattico, La Scuola, Brescia, 1968

[10] MONTESSORI M., La scoperta del bambino, Garzanti, Milano, 2000

[11] H. KEY, Il secolo dei fanciulli, Fratelli Bocca, Torino, 1902

[12] DON MILANI, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina , 2007

[13]COOL In merito cfr. COMOGLIO M., Educare insegnando. Apprendere ad applicare il Cooperative learning, LAS, Roma, 1986; COMOGLIO M., CARDOSO M.A., Insegnare e apprendere in gruppo. Il cooperative Learning, LAS, Roma, 1996; COMOGLIO M. (a cura di), Il Cooperative learning. Strategie di sperimentazione, Quaderni di animazione e formazione, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1999; PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., Discutendo si impara. Interazione sociale e conoscenza a scuola, NIS, Roma, 1991; PONTECORVO C. (a cura), La condivisione della conoscenza, La Nuova Italia, Firenze, 1993; PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., (a cura), I contesti sociali dell’apprendimento.Acquisire conoscenze a scuola, nel lavoro, nella vita quotidiana, LED, Milano, 1995

[14] In merito al Problem solving cfr.: MOSCONI G., D’URSO V. (a cura di), La soluzione di problemi. Problem-solving, Giunti- Barbèra, Firenze, 1973; KLEINMUNTZ B.(a cura di), Problem solving Ricerche, metodi, teorie, Armando, Roma, 1976; DUNC-KER K., La psicologia del pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1969; WERTEIMER M., Il pensiero produttivo, Giunti- Barbèra, Firenze, 1965; DORNER D., La soluzione dei problemi come elaborazione dell’informazione, Città Nuova, Roma, 1988. Per la problematica dell’ermeneutica, cfr: GENNARI M., Interpretare l’educazione. Pedagogia, semiotica, ermeneutica, La Scuo-la, Brescia, 1992; MALAVASI P., Tra ermeneutica e pedagogia, La Nuova Italia, Firenze, 1992.

[15] In merito  cfr.: UMBERTO TENUTA, Metodi nelle unità di apprendimento, in: www.rivistadidattica.com

[16] In merito  cfr.::UMBERTO TENUTA, L’attività educativa e didattica nella scuola elementare – Come organizzare l’ambiente educativo e di apprendimento, La Scuola, Brescia, 1989, ill., pp. 256.

Dalla legge delega alla Costituente sulla scuola … quale partecipazione?

Dalla legge delega alla Costituente sulla scuola … quale partecipazione?

 

Legge delega? No, il testo è superato: ci sarà  la Costituente sulla Scuola

L’8 novembre la dichiarazione ufficiale, all’esito della riunione del Consiglio dei Ministri, dell’avvio dell’esame di un disegno di legge per il conferimento al Governo di un’ampia delega al riordino e alla codificazione delle norme vigenti in materia di istruzione, come già anticipato a giugno davanti alle VII^ Commissioni riunite di Camera e Senato.

Qualche giorno di mistero sui contenuti, poi vengono resi noti i principi normativi ispiratori di tale legge delega (in parte già trapelati e seguiti da contestazioni) avente ad oggetto, tra l’altro, la riforma degli “organi collegiali della scuola, con mantenimento delle sole funzioni consultive”. Subito dopo però, il 18 novembre, interviene un comunicato stampa ministeriale ad informare che quel testo era da ritenersi ormai “superato”, senza alcun supplemento di informazione. Infine, a distanza di qualche giorno ancora, giunge l’annunzio di una prossima Costituente della Scuola

Durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa il 30 novembre, infatti,  il Ministro Carrozza ha dichiarato di non avere  “una riforma in testa”  ma di voler avviare un dibattito sulla scuola non riservato agli  “addetti ai lavori”  ma aperto al confronto di tutte le forze politiche e sociali nonché della “comunità intellettuale”, chiedendo nell’occasione il contributo di idee degli studenti (1).

Si delineano i partecipanti alla Costituente

Ma chi sarà chiamato a prendere parte al dibattito ed in quale sede e contesto?

Per i genitori della scuola, che hanno appena partecipato alle elezioni per il rinnovo degli organi collegiali, continuando a crederci ormai con atto di eroismo, oggi una nuova speranza delusa di poter finalmente smettere di essere “gli invisibili della rappresentanza”.

Infatti, in occasione della XII^ Giornata Europea dei Genitori e della Scuola, il 4 dicembre u.s., la cui celebrazione è stata resa nota con un comunicato stampa diffuso ad evento ormai avvenuto, il Ministro Carrozza ha chiesto il contributo e la partecipazione delle Associazioni dei genitori e degli studenti, in rappresentanza delle rispettive componenti della scuola, per il lancio di questa Costituente.

Ed invero la denominazione di “Giornata dei Genitori” risulta quanto meno imprecisa dal momento che andrebbe più correttamente definita come “Giornata delle Associazioni dei Genitori”, così come chiaramente si desume anche dalla lettura del  report della riunione del FoNAGS del 18 settembre, pubblicato nello spazio a quest’ultimo riservato, che aveva dapprima previsto l’evento si svolgesse il 30 ottobre.

Tra Consulte…

Nessun coinvolgimento sembra invece della Consulta Nazionale degli studenti, come già avvenuto qualche giorno prima quando il Ministro aveva incontrato le Associazioni studentesche ed il Consiglio nazionale degli studenti universitari già chiedendo la loro partecipazione attiva ai  lavori della Costituente ed annunciando di voler convocare con maggiore frequenza incontri con le Associazioni studentesche.

Ed è per questo che è stata testimoniata la sofferta inutilità della Consulta provinciale degli studenti, a causa del quasi inesistente coinvolgimento, tant’è che  durante lo scorso mandato l’assemblea plenaria della provincia di Roma è stata convocata una volta sola (2)

Ed invero le Consulte provinciali degli studenti sono un organismo di rappresentanza di oggettiva importanza, elettivo, presente in ogni provincia italiana, a cui partecipano due membri eletti con mandato biennale dagli studenti di ogni scuola secondaria di secondo grado che periodicamente si riuniscono in assemblea a livello provinciale.

Istituite con il Dpr 567 96 e dotate di propri mezzi finanziari  sono state successivamente coordinate a livello regionale e nazionale, costituendo opportunità di confronto tra gli studenti delle varie scuole per lo scambio di buone pratiche  ma anche di contatto con enti e associazioni locali e con il mondo del lavoro. Inoltre lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti ha previsto che i due membri della componente studentesca all’interno dell’organo di garanzia regionale siano designati dal coordinamento regionale delle consulte provinciali degli studenti.

Dal 1996 ad oggi, tuttavia, non è mai stata istituita una “Consulta dei Genitori” (3), nonostante la perdita di una rappresentanza territoriale, a seguito del mancato rinnovo, successivamente al 2001, delle componenti elettive nei consigli scolastici distrettuali e provinciali.

…e consultazioni

Già la L 142/1990 sull’Ordinamento delle autonomie locali promuoveva e valorizzava la partecipazione popolare con la previsione obbligatoria (art. 6) negli statuti comunali di forme di consultazione dei cittadini, sia singoli che associati. Tale disposizione è stata di fatto ribadita (art. 8), anche con l’avvento dell’autonomia, dal successivo DLgs n. 267/2000 (Testo unico degli Enti Locali) quale espressione del principio di sussidiarietà inteso come maggiore prossimità al cittadino.

Si legge sempre nel comunicato stampa che il Ministro, durante la Giornata Europea del 4 dicembre, ha altresì sottolineato il difficile momento  di transizione del nostro Paese, dal punto di vista economico e sociale, e l’importanza di  “confrontarsi con la società”  (4). È dunque fondamentale, proprio ora che la Consulta si è espressa bocciando il nostro attuale sistema elettorale, condurre questa transizione in una direzione di recupero della partecipazione e della rappresentanza  e del  ruolo degli “eletti” sui  “nominati” .

Intanto sono trascorsi 60 giorni dalla sentenza del Tar Lazio del 3 ottobre, a seguito del ricorso presentato dalla FLC CGIL, che ha ordinato al Ministro di emanare, entro appunto 60 giorni dalla comunicazione della stessa e dopo 14 anni dalla pubblicazione di una norma mai entrata realmente in vigore, l’ordinanza di cui all’art. 9 del Dlgs 233/99 per il rinnovo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

Eppure il collegamento tra scuole e con il Ministero dovrebbe essere favorito attraverso un vero organismo di rappresentanza.

Ed i rappresentanti neoletti negli organi collegiali aspettano di essere consultati.

 

(1) in OrizzonteScuola.it Il Ministro Carrozza annuncia Costituente della Scuola. Occasione di confronto e dibattito sui problemi dell’Istruzione

L’ educazione civica apre la mente dei cittadini

da Tecnica della Scuola

L’ educazione civica apre la mente dei cittadini
di Giovanni Sicali
Tra gli aforismi di  Ennio Flaiano è sicuramente molto attuale questo: “Da ragazzo ero anarchico. Adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi governa”(La solitudine del satiro, 1973)
E’ di questi giorni la totale confusione e incertezza sugli importi e scadenze dell’IMU (“spodestata” dall’IUC) ed è quindi necessario e urgente rilanciare il tema della tutela dei contribuenti. Perché le leggi democratiche non devono essere mai “contro”, ma “per” il cittadino. E se è vero che ci sono leggi che presentano aspetti altamente favorevoli alla plebe, spesso queste sono poco conosciute e/o poco applicate. Un esempio eclatante è la legge 241/1990, nota anche come legge sulla trasparenza. Grazie ad essa, il cittadino può chiedere e ottenere tutte quelle informazioni che lo riguardano e sono indispensabili per tutelare i propri interessi nei confronti della pubblica amministrazione spesso matrigna. Trasparenza, certezza del diritto e garanzie sono valori civici irrinunciabili. Un altro esempio clamoroso è soprattutto la legge 212/2000 che porta un titolo emblematico: “Disposizioni in materia di statuto dei diritti del contribuente”. Sembra paradossale che il contribuente possa essere soggetto di diritti. Eppure con quella legge l’Italia si è data una “Carta” fondamentale che andrebbe rispettata, oppure sarebbe il caso di abolirla. Si tratta di una legge “debole” perché spesso nelle leggi sugli obblighi fiscali, i governi di turno ricorrono al sistema della “deroga” limitando o sospendendo lo Statuto del contribuente e così molte disposizioni fiscali hanno per esempio efficacia retroattiva alla faccia del legislatore della 212/2000 all’art. 3. Il divieto di retroattività delle norme tributarie prevede che gli adempimenti non possono essere fissati che 60 giorni dopo l’entrata in vigore delle norme nuove e non a tamburo battente grazie alla deroga che salva la forma e la procedura dello Statuto e non certamente la sua sostanza e il suo spirito. L’art. 4 vieta che si possano istituire nuovi tributi per decreto. E invece Salvatore Padula, del Sole 24 Ore, ha calcolato che in 13 anni lo Statuto è stato violato 500 volte e si chiede a che cosa possa servire uno Statuto dei diritti del contribuente se “governo, legislatore e amministrazione sono i primi ad ignorare i suoi sacrosanti principi. Anzi siccome avere leggi regolarmente calpestate è più umiliante che non averne affatto, allora si faccia un atto di coraggio e di coerenza e il Parlamento si assuma la responsabilità di abrogare la legge 212/2000”. Nell’art. 2 al c.2 sta scritto: “Le leggi e gli atti aventi forza di legge che non hanno un oggetto tributario non possono contenere disposizioni di carattere tributario, fatte salve quelle strettamente inerenti all’oggetto della legge medesima”. Ed invece è diventato di “moda” in questo inizio del secolo XXI introdurre modifiche alle norme fiscali in atti più o meno urgenti che trattano di tutt’altra materia. E così nella legge contro il femminicidio è stata inserita una norma che riguarda i lavori del TAV ! C’è persino chi, con la legge di stabilità, propone l’eliminazione del Garante del contribuente (Art. 13 della 212). Probabilmente questa importante figura resterà ma verrà dimezzato il compenso sinora attribuito per legge come previsto da un emendamento. E dire che nel 2000 si trattava di un organo collegiale di tre membri. Poi dal gennaio 2012 è diventato monocratico. E non sappiamo se con l’approvazione definitiva della legge di stabilità 2014 ci sarà un trasferimento di poteri al presidente della commissione tributaria regionale, a titolo gratuito. Con buona pace della difesa dei diritti dei cittadini!

Bocciare è un fallimento, gli studenti d’accordo con Carrozza: ma abbandoni i test Invalsi

da Tecnica della Scuola

Bocciare è un fallimento, gli studenti d’accordo con Carrozza: ma abbandoni i test Invalsi
di A.G.
L’Unione degli Studenti concorda: respingere un ragazzo è un sopruso. Il Ministro spieghi però che si muove in tal senso non per risparmiare. Servirebbe poi svecchiare certe tendenze: la canalizzazione precoce che caratterizza il nostro sistema d’istruzione, una didattica nozionistica e vecchia nei metodi ed un sistema di valutazione degli apprendimenti troppo quantitativa e appiattita sui test a numero chiuso.
Dalle associazioni studentesche giungono parole di parziale apprezzamento per le dichiarazioni del ministro Carrozza sulle bocciature studentesche, considerate un fallimento ed un costo. “La proposta di abolizione delle bocciature sarebbe una proposta positiva – ha dichiarato in una nota l’Unione degli studenti – solo a condizione che le motivazioni non siano esclusivamente di natura economica e di risparmio come sostenuto dal ministro, piuttosto dovrebbe puntare a decostruire un sistema d’istruzione sempre più simile ad un processo lineare su cui o si va avanti o si va indietro. Crediamo quindi che il tema vada affrontato congiuntamente ad un dibattito di riforma sui cicli, sulla didattica e la valutazione in generale, partendo dallo stop immediato alla somministrazione censuaria dei test INVALSI e alla loro introduzione all’esame di maturità”.
Dall’Uds credono, inoltre, che “il dibattito sulle bocciature, che ciclicamente torna a vivere tra gli addetti ai lavori, debba partire da un punto di vista più ampio. La nostra suola ha completamente perso una propria progettualità educativa e pedagogica, – dichiara in una nota l’Unione degli Studenti – essendo stata vittima di riforme che hanno puntato solo a ridurne i costi e abbassarne la qualità. I tassi altissimi di dispersione scolastica che nelle regioni del Sud rappresentano una vera e propria emorragia di studenti e le percentuali di bocciature italiane superiori alla media europea sono il risultato anche di questo. Occorre prendere atto del fatto che la canalizzazione precoce che caratterizza il nostro sistema d’istruzione, una didattica nozionistica e vecchia nei metodi ed un sistema di valutazione degli apprendimenti sempre più quantitativa e appiattita sui test a numero chiuso rappresentano strumenti escludenti, incapaci di valorizzare le potenzialità degli studenti e quindi colpevoli di lasciare indietro sempre più ragazzi”.

Esami di qualifica: ancora nessuna indicazione

da Tecnica della Scuola

Esami di qualifica: ancora nessuna indicazione
Si tratta dei primi esami dei percorsi in regime sussidiario che gli istituti professionali statali (IPS) dovranno effettuare per la prima volta per il rilascio delle qualifiche professionali relativi ai percorsi ordinamentali di Istruzione e Formazione professionale (IeFP)
I percorsi sussidiari, precisa una nota della Flc-Cgil, sono stati formalmente avviati dall’a.s. 2011/12 a seguito della sottoscrizione dell’intesa in Conferenza Unificata del 16/12/2010 e dell’Accordo in Conferenza Stato Regioni del 27/07/2011. Da segnalare che il percorso di “Operatore del mare e delle acque interne” è stato avviato invece nel 2012/13 a seguito dell’Accordo del 19/01/2012. L’effettuazione degli esami di qualifica nell’ambito dei “nuovi” percorsi IeFP rientra tra i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) definiti dal D.Lgs. 226/05 e specificatamente regolati dall’art. 20. Nonostante la genericità di tali disposizioni, occorre tuttavia ricordare che il medesimo Decreto Legislativo 226/05 all’art. 15 precisava che le modalità di accertamento dei LEP dei percorsi IeFP e quindi anche degli esami di qualifica, fossero stabiliti con il medesimo regolamento che doveva definire, previa intesa in Conferenza Stato Regioni, gli “standard minimi formativi, richiesti per la spendibilità nazionale dei titoli professionali conseguiti all’esito dei percorsi formativi, nonché per i passaggi dai percorsi formativi ai percorsi scolastici (art. 7 comma 1 lettera c) della Legge 53/03). Tale Regolamento in realtà non è stato mai emanato e questo crea di per sé un vulnus piuttosto rilevante sulla tenuta e sulla solidità di tutto il sistema di IeFP. Per completare il quadro normativo, occorre ricordare che l’Intesa del 16 dicembre 2010 stabiliva che “Gli oneri relativi al presidente di commissione, ai membri esterni ed agli esperti degli esami di Qualifica (…)” fossero a carico delle Regioni. In queste settimane un gruppo tecnico delle Regioni allargato al MIUR sta lavorando per la definizione di: un documento tecnico sulle procedure di esame di qualifica in esito a percorsi di IeFP dell’Accordo e delle Linee Guida per i passaggi tra i sistemi di Istruzione e IeFP e viceversa.

Sit-in dei precari al Miur: “Aspettiamo l’assunzione dal 2001. Vogliamo risposte”

da Tecnica della Scuola

Sit-in dei precari al Miur: “Aspettiamo l’assunzione dal 2001. Vogliamo risposte”
Dalle 10 di questa mattina a Roma, scrive Repubblica, una delegazione di lavoratori co. co. co. ex Lsu assimilati Ata è in presidio davanti la sede del Miur, in viale Trastevere. Il sit-in, organizzato da Felsa Cisl, NIdiL Cgil e Uil Tem.p@, chiede al ministro Maria Chiara Carrozza “una definitiva stabilizzazione dei lavoratori, come previsto da un Dm del 2001”.
La situazione di precarietà riguarderebbe circa 900 lavoratori in tutta Italia. I manifestanti hanno aspettato di poter incontrare un rappresentante del dicastero dell’Istruzione. Il segretario nazionale Uil Tem. p@ ha detto: “Sicuramente, però, non vogliamo essere ricevuti dal sottosegretario Rossi Doria. È uno che ci ha presi in giro. Abbiamo fatto con lui un incontro a luglio e ha detto che ci avrebbe riconvocati. Voi l’avete visto? Se oggi ci riceve qualcuno sarà o il ministro o il capo di Gabinetto. Vogliamo una responsabilità diretta. Da qui non ce ne andiamo”. Le questioni da risolvere sono tre. “Innanzitutto abbiamo l’esigenza di garantire l’accantonamento dei posti previsti dalla norma: ogni due lavoratori c’è un posto in pianta organica garantito. Abbiamo bisogno di certezze circa le risorse finanziarie. Occorrono, infine, risposte riguardo la stabilizzazione prevista da un decreto del 2001 che diceva che entro 5 anni i lavoratori sarebbero stati stabilizzati. Siamo nel 2013 e non è arrivato niente”. La segretaria provinciale Uil Tem. p@ di Palermo ha a sua volta dichiarato: “Dopo tanti anni di precariato e dopo avere svolto un servizio nelle istituzioni scolastiche con un contratto di co. co. co. che per sua natura dovrebbe lasciare autonomia ma che in effetti si traduce in un rapporto subordinato, è giusto che lo Stato riconosca che il contratto che era stato stipulato pro tempore nel 2001 abbia oggi un’evoluzione differente”.

Meglio bravi ma infelici o scarsi ma gioiosi?

da Tecnica della Scuola

Meglio bravi ma infelici o scarsi ma gioiosi?
di P.A.
Stando alle misurazioni PISA, la Corea del sud ha uno dei migliori sistemi educativi del mondo, ma nessuno sembra essere contento. Il motivo? Secondo gli specialisti si tratterrebbe del paradosso della educazione, dove il successo nei risultati si lega ad una insoddisfazione generalizzata
Negli ultimi decenni il paese asiatico, secondo quanto riportato da Il Pais e poi da altre testate, ha fatto un forte investimento nell’istruzione e la formazione in Corea è vista come una via imprescindibile per il progresso individuale e nazionale, il che sfocia in una dedizione sfiancante degli alunni e in una grande competitività per accedere alle migliori università e poi a un buon matrimonio. Matematica, scienze, lingua coreana e inglese sono considerate le discipline più importanti. Nel 1945 solo il 22% degli adulti sapeva leggere e scrivere. Dagli anni cinquanta in poi i vari governi sudcoreani diedero grande importanza all’istruzione, consapevoli di dover compensare la mancanza di risorse naturali con il capitale umano. Negli anni sessanta la ricchezza media della Corea del Sud era paragonabile a quella dell’Afghanistan. Ma alla fine degli anni ottanta uno su tre coreani che terminava gli studi secondari proseguiva gli studi superiori: più che nel Regno Unito a quell’epoca. Secondo i dati OCSE, la quasi totalità (il 98%) dei sudcoreani tra i 25 e i 34 anni ha terminato la scuola secondaria, mentre tra i compatrioti di 20 anni più vecchi la cifra è del 55%. Inoltre il 58% ha ricevuto qualche tipo di formazione superiore. Nonostante la Corea investa molto in istruzione, gran parte delle risorse proviene dalle famiglie tanto che l’investimento in educazione pubblica per studente è inferiore alla media dei paesi dell’OCSE. Nel caso della secondaria è di 7.860 dollari per alunno a parità di potere d’acquisto, a fronte di una media di 8.297 dollari nell’OCSE. Parte del successo del sistema si deve alla qualità dei professori che sono ingaggiati tra i migliori di ogni selezione. Ma soprattutto si deve, secondo alcuni specialisti, alle lunghe giornate scolastiche. I bambini vanno a scuola fino a 11 ore al giorno e poi, pressati dai genitori, devono dedicare ai libri più ore a casa. Non è raro che negli anni che precedono l’entrata all’università gli studenti tornino a casa a mezzanotte, dopo sessioni extra di studio. Di contro il loro livello di stress è il maggiore dell’OCSE e sono i meno felici. I bambini studiano 49,4 ore alla settimana, a fronte di una media di 33,9 ore negli altri paesi e il loro indice di felicità è del 65,1 rispetto ad un valore medio di 100. Hanno poco tempo per giocare e dormire. Secondo una ricerca pubblicata lo scorso agosto dal Ministero sudcoreano dell’Istruzione quando gli si chiede se è felice solo un bambino su due risponde di sì e uno su 10 dice che si sente solo. Il risultato è un gran numero di suicidi tra gli studenti della scuola primaria, secondaria superiore e inferiore: l’anno passato ha superato i 200, un 47% in più che nel 2008. In parte per non avere ottenuto voti sufficienti negli esami scolastici. E poi vengono i costi. L’istruzione primaria è gratuita, ma non si va oltre, la qual cosa sottopone le famiglie ad una grosse pressione finanziaria. A Seul l’anno scorso spendevano una media di 522 dollari (circa 395 euro) al mese in lezioni private, quasi il 16% delle loro entrate. Anche tra i professori esiste malcontento, sebbene siano ben pagati. Si sentono sottovalutati e dicono che le classi sono massificate e gli studenti sono esausti per le lezioni supplementari. L’apprendimento a memoria, l’apprendimento orientato ai fatti, l’insegnamento autoritario e una mancanza di enfasi nella creatività sono caratteristiche del sistema. Verrebbe quasi da dire, di fronte a questi numeri, che stanno meglio i nostri ragazzi, più scarsi ma più felici, meno stressati ma più intraprendenti, un po’ bighelloni ma con fantasia da esportare e come in tutte le cose è meglio accontentarsi dei poco lusinghieri risultati Pisa che della infelicità manifesta degli alunni italiani.

Nota 6 dicembre 2013, Prot. AOODGPER n. 13190

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per il personale scolastico
Uff. III

Agli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Agli Ambiti Territoriali Provinciali
LORO SEDI

OGGETTO: Partecipazione ai corsi di specializzazione per il sostegno di cui al D.M. 706/2013. Chiarimenti.

Pervengono numerosi quesiti in merito alla possibilità di partecipazione ai corsi di specializzazione per il sostegno, indetti con D.M. 706/2013, da parte dei docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/02 ai sensi del D.M. 10 marzo 1997.
Al riguardo, si fa presente che la partecipazione ai suddetti corsi non può essere estesa anche ai docenti in possesso del solo diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/02.
Infatti, come disposto dall’art. 13 del D.M. 10 settembre 2010 n. 249, ai corsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni diversamente abili possono accedere elusivamente gli insegnanti in possesso dell’abilitazione valida per l’immissioni in ruolo.

per IL DIRETTORE GENERALE
Il Dirigente Vicario
f.to Gildo De Angelis

Nota 6 dicembre 2013, AOODGSC Prot. n. 7959

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
Direzione Generale per lo Studente, I’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
E p.c. Ai Referenti Regionali per la Disabilità
Ai Referenti Regionali CTS
LORO SEDI
Al Dipartimento per l’Istruzione
c.a. Dott.ssa Annarosa Cicala
SEDE
invio a mezzo posta elettronica

Oggetto: 55° Giornata Nazionale del Cieco, 13 dicembre 2013

In occasione della Giornata nazionale del Cieco, questo Ministero, nell’ambito dell’impegno in difesa dei valori e dei principi di inclusione, in accordo con la Presidenza Nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti (UICI), promuove la riflessione sul tema “Il diritto allo studio dei ragazzi ipovedenti”, individuato dall’UICI per caratterizzare
la 55° edizione della Giornata Nazionale in oggetto.
In considerazione della rilevanza sociale della ricorrenza, le SS. LL. sono pregate di assicurarne la più ampia diffusione presso le istituzioni scolastiche di propria competenza, invitandole a voler considerare l’opportunità di rcalizzare momenti di incontro e confronto sulla promozione della tematica in parola.
In particolare, si invitano i Dirigenti scolastici a sollecitare gli insegnanti, soprattutto se hanno in classe alunni ipovedenti, ad affrontare tale tematica attraverso modalità didattiche diversificate, con l’obiettivo di sensibilizzare le nuove generazioni.
Si ringrazia per la consueta, fattiva collaborazione.

Il Direttore Generale
Giovanna Boda