Detrazione libri di testo

NOTA DELL’ASSOCIAZIONE GENITORI SUL PIANO DEL GOVERNO

Detrazione libri di testo: Age, soddisfazione dopo anni di battaglie

Finalmente una misura che viene incontro alle famiglie e inverte una tendenza nella volontà di investire sull’istruzione nel nostro Paese. L’Associazione italiana genitori (Age Onlus) accoglie con soddisfazione l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del piano “Destinazione Italia”, in cui è contenuta, tra le altre misure, la detraibilità fiscale dei libri di testo. I genitori vedono in questa decisione un positivo coronamento di anni di battaglie in questa direzione.

Da tempo, infatti, le famiglie sono state chiamate, in concreto, a sostenere il dovere di bilanci pubblici rigorosi, e proprio per questo hanno sentito il dovere di richiamare l’attenzione sulla spesa del nostro Paese per l’istruzione. Da anni istituzioni autorevoli come Ocse e Bankitalia spiegano che l’aumento dell’istruzione comporta negli anni successivi un incremento medio del Pil.

Le spese in formazione, allora, sono una questione delle singole famiglie e dei singoli genitori, quasi una delle tante rivendicazioni particolari, oppure un investimento, e quindi una responsabilità del Paese intero? «Fra spese per il cane e spese per lo sport – chiede da tempo l’Age -, perché non introdurre nelle manovre la detraibilità dei libri di testo, in quanto investimento in cultura e futuro?». Forse finalmente la tendenza si sta invertendo.

Incontro a PAOLA Mercoledi 18 Dicembre

Incontro del SAB a PAOLA Mercoledi 18 Dicembre

Per disamina decreto decreto dipartimentale n. 45/2013 di organizzazione dei PAS e per la bozza del contratto che regolamenta i trasferimenti ed i passaggi docenti ed ATA a.s. 2014/15 ed altro, mercoledi, 18 dicembre, dalle ore 16, sarà presente nella sede SAB di Paola, Via Lao n. 9 rione Sant’Agata, il segretario generale prof. Francesco Sola

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Aspetti professionali e sindacali

Incontro rivolto a dirigenti scolastici, docenti, personale ATA, genitori

Seminario di approfondimento

Proteo Fare Sapere – FLC CGIL

Martedì 17 dicembre 2013 ore 15.00

Sede CGIL Campania

Salone “G. Federico”

via Torino, 16

NAPOLI

Agevolazioni fiscali per i libri

Agevolazioni fiscali per i libri – Polillo (AIE): “Una decisione davvero importante e soprattutto una svolta per la lettura in Italia”

“Una decisione davvero importante e soprattutto una svolta per la lettura in Italia”. E’ grande la soddisfazione del presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo all’annuncio della misura di agevolazione pari al 19% sui libri fino a 2mila euro (mille per i libri in generale, mille per i libri scolastici e universitari) per i prossimi tre anni.

“Questo è più di un semplice segnale da parte del Governo e del premier Letta. Questo è un fatto importante, anche perché va nella direzione delle richieste come Associazione – ha continuato –. E’ un modo concreto per aiutare non solo il nostro mondo, le librerie e la filiera ma tutto il Paese a crescere, riscoprendo il piacere della lettura e cercando così di invertire la triste tendenza rispetto all’imbarazzante primato Ocse che ci vede agli ultimi posti nella comprensione dei testi e in fondo alle classifiche dei Paesi che leggono di più”.

“Investire – come ha fatto oggi il Governo – sui libri, da quelli per ragazzi a quelli scolastici e universitari, da quelli di narrativa alla saggistica, significa – ha proseguito il presidente degli editori italiani – aver scelto di scommettere davvero sulla centralità dei libri, e quindi della cultura, nella crescita – sociale ed economica – del Paese”.

“Grazie in primis al ministro Bray, che sta pervicacemente impostando un piano per la promozione della lettura che – sono certo – porterà i suoi frutti. Grazie al ministro Zanonato,  grazie al premier Letta e a tutto il Governo che – ha concluso Polillo – stanno dimostrando oggi agli italiani che l’investimento in lettura non è un lusso”.

13 dicembre Piano “Destinazione Italia” e LSU Scuola in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della seduta del 13 dicembre, ha approvato un decreto legge contenente interventi urgenti di avvio del Piano “Destinazione Italia”. Il DL prevede, tra l’altro, per favorire la diffusione della lettura dei libri cartacei una detrazione fiscale del 19% sulle spese sostenute nel corso dell’anno solare per l’acquisto di libri muniti di codice ISBN, per un importo massimo di € 2000, di cui € 1000 per i libri scolastici ed universitari ed € 1000 per tutte le altre pubblicazioni.

Nel corso della riunione il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha svolto una relazione sui lavoratori socialmente utili del comparto scuola. Il governo si è impegnato a individuare soluzioni adeguate e tempestive.

RITORNA DELEGA GOVERNO SU ISTRUZIONE

RITORNA DELEGA GOVERNO SU ISTRUZIONE: ‘RIORDINO’ (DISTRUZIONE) ORGANI COLLEGIALI DENTRO DDL ‘SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA’
ECCO LA ‘COSTITUENTE DELLA SCUOLA’ ANNUNCIATA DA LETTA: RITORNO AL METODO APREA E TAGLIO DEL SUPERIORE A 4 ANNI. COSÌ, COME HA DICHIARATO SUA MOGLIE (MINISTRO OMBRA DELL’ISTRUZIONE?) A ‘REPUBBLICA’, SI ‘RISPARMIANO 5 MILIARDI’… PECCATO CHE SI DISTRUGGA LA TRADIZIONE EDUCATIVA ITALIANA!
VECCHIE STRATEGIE: COME CON IL DDL APREA NELL’ALTRA LEGISLATURA, TENTANO DI FAR APPROVARE – SENZA DIBATTITO PARLAMENTARE – L’ELIMINAZIONE DEGLI ORGANI COLLEGIALI, IL RECLUTAMENTO DIRETTO E L’ABOLIZIONE DELLA LIBERTÀ D’INSEGNAMENTO. PROCLAMATO LO STATO D’AGITAZIONE

ED ECCO RIAPPARIRE LA DELEGA AL GOVERNO CHE INIZIALMENTE (L’8 DI NOVEMBRE) ERA APPARSA COME ‘COLLEGATO’ ALLA LEGGE DI STABILITÀ. DOPO LE PROTESTE IL TESTO VENNE DICHIARATO ‘SUPERATO’ DALLA CARROZZA. MA ERA SOLO UNA BOUTADE  TATTICA: OGGI LA DELEGA È INSERITA NEL ‘DECRETO SEMPLIFICAZIONE’ (ART. 2, DELEGA AL GOVERNO IN MATERIA DI ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA)
DALLA RELAZIONE INTRODUTTIVA. ‘L’ARTICOLO 2 DISCIPLINA LA DELEGA AL GOVERNO PER L’ADOZIONE, ENTRO DUE ANNI, DI DECRETI LEGISLATIVI CONTENENTI DISPOSIZIONI ANCHE MODIFICATIVE DELLA DISCIPLINA VIGENTE, PER IL RIORDINO, L’ARMONIZZAZIONE E IL COORDINAMENTO DI TUTTE LE NORME LEGISLATIVE E REGOLAMENTARI IN MATERIA DI ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA (…) IVI COMPRESI GLI ORGANI COLLEGIALI DELLA SCUOLA’.
L’AZIONE SU QUESTE MATERIE, ED IN PARTICOLARE SUGLI ORGANI COLLEGIALI (VOLTA AD ABROGARE I DECRETI DELEGATI 416 E 417 DEL 1974, TUTT’ORA VIGENTI), HA LO SCOPO EVIDENTE DI COMPLETARE LA DISTRUZIONE DELLO STATO GIURIDICO DEI DOCENTI – PASSAGGIO DALLO STATUS DI LAVORATORI NON SUBORDINATI A QUELLO DI MERI ESECUTORI DI TIPO IMPIEGATIZIO, ALLA FACCIA DELLA LIBERTÀ DI INSEGNAMENTO – STATUS GIÀ COMPROMESSO CON IL D.L. 29/93 (PRIVATIZZAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO E CONTRATTO-FOTOCOPIA DEL PUBBLICO IMPIEGO E AD ESSO VINCOLATO). TUTTO CIÒ APRE LA STRADA ALLA DEFINITIVA TRASFORMAZIONE DELLE SCUOLE PUBBLICHE IN FONDAZIONI GESTITE PRIVATISTICAMENTE DA CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE (E NON PIÙ DAL CONSIGLIO DI ISTITUTO), PRESIEDUTI DAL ‘DIRIGENTE SCOLASTICO’ (E NON PIÙ DA UN GENITORE), NONCHÉ ALLA VALUTAZIONE DISCREZIONALE DEL PERSONALE DA PARTE DEL ‘DIRIGENTE’ MEDESIMO E DI ENTI PRIVATI ED ALL’ASSUNZIONE DIRETTA DI DOCENTI ED ATA FUORI DA OGNI GRADUATORIA PUBBLICA (COME NELLE SCUOLE PARITARIE). CHE FANNO (O DICONO) I ‘SINDACATI’ CONFEDERALI ED ‘AUTONOMI’? LA DOMANDA È RETORICA, LA RISPOSTA MENO: …NULLA !!!
COSA VOGLIONO? ESATTAMENTE QUANTO GIÀ PREVISTO NEL DDL ‘RITIRATO’:
RECLUTAMENTO DEL PERSONALE SCOLASTICO: “RICORSO AL CORSO-CONCORSO PER L’ACCESSO ALL’INSEGNAMENTO PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE”. UNA ‘RIFORMA’ CHE SIGNIFICA “CHIAMATA DIRETTA” DISCREZIONALE DEGLI INSEGNANTI DA PARTE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO, GIÀ INTENTATA LO SCORSO ANNO DALL’ON. APREA, PRIMA IN VESTE DI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CULTURA DELLA CAMERA (CON APPOSITO DDL), POI IN QUELLA DI ASSESSORE ALL’ISTRUZIONE DELLA REGIONE LOMBARDIA E CONTRO CUI SI È SCAGLIATO UNANIME IL DISSENSO DEL MONDO DELLA SCUOLA, CONSAPEVOLE DEL RISCHIO PER IL NOSTRO SISTEMA DI ISTRUZIONE PUBBLICO DI NON ESSERE PIÙ IN GRADO DI GARANTIRE IL RISPETTO DEL PRINCIPIO DEL MERITO NELLA SCELTA DEGLI INSEGNANTI, E DI VEDERE SACRIFICATE ANCHE LE SCUOLE PUBBLICHE ALLE LOGICHE DEL CLIENTELISMO LOCALE.
RIFORMA DEGLI ORGANI COLLEGIALI: “MANTENIMENTO DELLE SOLE FUNZIONI CONSULTIVE”. EVIDENTE LA VOLONTÀ DI UNA MODIFICA SOSTANZIALE ALL’ATTUALE NORMATIVA CON LA DEFINITIVA RINUNCIA AL PRINCIPIO DEMOCRATICO DELLA COLLEGIALITÀ CHE È STATO POSTO A FONDAMENTO IRRINUNCIABILE PER IL BUON FUNZIONAMENTO DELLE NOSTRE ISTITUZIONI SCOLASTICHE. ECCO IL SACRIFICIO DEFINITIVO DELLA LIBERTÀ DI INSEGNAMENTO, GARANTITO DALLA COSTITUZIONE, ED ESERCITATO IN PARTICOLARE NELL’AMBITO DEL COLLEGIO DEI DOCENTI, ATTRAVERSO IL RUOLO DELIBERANTE IMPRESCINDIBILMENTE ESERCITATO DAGLI INSEGNANTI NELLA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI E DELLE SCELTE DIDATTICO-EDUCATIVE DELLA SCUOLA. ANCHE IL CONSIGLIO DI ISTITUTO (CON STUDENTI E GENITORI) PERDEREBBE OGNI PREROGATIVA, VENENDO ASSOGGETTATO ANCH’ESSO ALLA DISCREZIONALITÀ DEI DIRIGENTI SCOLASTICI.
STATO GIURIDICO DEI DOCENTI (E DI TUTTO IL PERSONALE DELLA SCUOLA): CON LA SCUSA DI UNA “PRECISA DEFINIZIONE DEI RAPPORTI TRA LE DIVERSE FONTI DI DISCIPLINA PUBBLICISTICA E NEGOZIALE”, IL GOVERNO CHE, NON DIMENTICHIAMOLO, È ANCHE PARTE DATORIALE, INTERVERRÀ, SENZA ALCUNA MEDIAZIONE, SULL’ASSETTO CONTRATTUALE. SI TRATTA DELLA DEFINITIVA PRIVATIZZAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO, CON L’ELIMINAZIONE DI OGNI AUTONOMIA PROFESSIONALE E LA TOTALE SUBORDINAZIONE DISCIPLINARE, ANCORA UNA VOLTA, ALLA DISCREZIONALITÀ DEI DIRIGENTI SCOLASTICI, SECONDO UNA LOGICA AZIENDALISTA ED IMPIEGATIZIA CHE NULLA HA A CHE FARE CON UNA COMUNITÀ EDUCANTE E NON MANCHERÀ DI APRIRE LA PORTA A FORME DI VALUTAZIONE ALTRETTANTO DISCREZIONALI. PER I DOCENTI, IN PARTICOLARE, TALE NORMATIVA FA IL PAIO CON L’OBBLIGO, DISPOSTO NELL’ALTRO DECRETO-SCUOLA APPROVATO DA QUESTO GOVERNO, DI ASSOGGETTARSI A CORSI PUNITIVI IN ORDINE ALL’ESITO DELLE VERGOGNOSE PROVE (A TEST) DELL’INVALSI.
DI TUTT’ALTRA NATURA SONO GLI INTERVENTI NECESSARI PER IL NOSTRO SISTEMA DI ISTRUZIONE: RIFINANZIAMENTO, DOPO I DRASTICI TAGLI DEGLI ULTIMI ANNI (8,5 MILIARDI DI EURO CON L’INTONSA CONTRORIFORMA GELMINI), PER ALLINEARE GLI INVESTIMENTI DELL’ITALIA A QUELLI DEGLI ALTRI PAESI DELL’OCSE, E NON ALTRO MINIMALISMO AL RIBASSO (RIDUZIONE DEI LICEI A 4 ANNI) COME AUSPICA LA CARROZZA. QUEL DECRETO È STATO RITIRATO. ORA CI RIPROVANO !!! MA NON PASSERANNO NEPPURE QUESTA VOLTA !!!
STEFANO D’ERRICO (SEGRETARIO NAZIONALE)

Invalsi: proseguono le polemiche sul comitato tecnico

da Tecnica della Scuola

Invalsi: proseguono le polemiche sul comitato tecnico
di Lucio Ficara
Sul “Corriere della Sera” Andrea Ichino interviene di nuovo sui test Invalsi e sulla formazione del comitato tecnico-scientifico. Ma forse non sono soltanto beghe interne all’Istituto.
Andrea Ichino, in un comunicato a sua firma apparso sul Corriere della Sera, usa un certo spirito sarcastico per spiegare che l’utilità dei test Invalsi è anche quella di “misurare” la capacità di comprendere un testo. La scarsa misura di tale capacità, è attribuibile, secondo il prof. Ichino, a tutti coloro che hanno interpretato in malo modo, le sue opinioni sui test Invalsi e sul comitato tecnico, nominato dal ministro Carrozza, e chiamato a selezionare, tra varie candidature, il nuovo presidente dell’Invalsi. Ichino ci tiene a fare sapere a Tullio De Mauro, esponente di spicco del suddetto comitato tecnico, che lui non ha attaccato violentemente i test invalsi, ed inoltre manda a dire al prof. Benedetto Vertecchi, altro componente di rilievo del comitato tecnico per la selezione del prossimo presidente dell’Invalsi, che lui non ha mai detto che i membri di tale comitato sono tutti pedagogisti. Nella sua nota, che ha il tono conciliante di chi non vuole incrinare i buoni rapporti comunicativi e di scambio di opinioni, Ichino specifica che la disciplina scientifica di appartenenza (pedagogia, economia, filosofia o matematica) è del tutto irrilevante per scegliere la figura più opportuna per ricoprire il delicato ruolo di presidente dell’Invalsi. Non si tratta affatto di una “bega di fazioni”, non esiste un posizionamento pro o contro invalsi, che attiene ad appartenenza culturali o ideologiche, esistono pedagogisti che sono favorevoli all’Invalsi, come economisti che invece sono contrari a questa tipologia di test. Quello che conta, conclude nel suo comunicato Ichino, e che dovrebbe essere annunciato in modo trasparente al Paese, è che cosa il governo vuole fare riguardo ai test Invalsi e al contributo che essi possono dare alla valutazione delle scuole. In sostanza Ichino contesta velatamente un quadro poco chiaro sul futuro dell’Invalsi e si dice preoccupato riguardo al salto di qualità auspicato ed annunciato dal professor Vertecchi. In queste righe Ichino, cercando di stemperare gli animi, in modo che non si formino fazioni su un tema centrale come quello della valutazione del sistema scolastico italiano, chiede al ministro Carrozza più trasparenza per quanto attiene il futuro dell’Invalsi. La sensazione per chi vive la scuola ogni giorno, rimboccandosi le maniche e lavorando seriamente sulla didattica e l’apprendimento dei nostri studenti, è quella che a parlare di scuola e di valutazione degli insegnanti è un’unica fazione di intellettuali che non conoscono, se non per la rigida lettura di dati distorti, la scuola reale, quella che inizia ogni mattina con il suono della campanella delle ore 8.00 e non termina mai.

Invalsi: non è una bega tra fazioni

da Corriere della Sera

LA REPLICA

Invalsi: non è  una bega tra fazioni

Ichino: ci vuole trasparenza da parte del ministro

Andrea Ichino

Ecco un caso interessante dal quale si desume l’utilità dei testi Invalsi che misurano la capacità di comprensione dei testi.

Chi ha raccontato al professor De Mauro del mio articolo, come ha potuto riferirgli che ho «attaccato violentemente i test Invalsi»? E dove il professor Vertecchi ha letto che io abbia affermato che i membri del comitato sono tutti pedagogisti?

La verità è che la disciplina scientifica di appartenenza è del tutto irrilevante e questa non è affatto una “bega di fazioni”. Ci sono economisti fortemente contrari ai test Invalsi e pedagogisti che li approvano. Quello che conta, e che dovrebbe essere annunciato in modo trasparente al Paese, è che cosa il governo vuole fare riguardo ai test Invalsi e al contributo che essi possono dare alla valutazione delle scuole. Il salto di qualità auspicato dal professor Vertecchi preoccupa.

Finanziamenti alle paritarie, la maggioranza si spacca

da Tecnica della Scuola

Finanziamenti alle paritarie, la maggioranza si spacca
di A.G.
Su un emendamento alla legge di stabilità, solo l’accantonamento della proposta ha evitato che il dissidio si esprimesse sotto forma di numeri. Intanto il M5S accusa: agli istituti paritari complessivamente 500 milioni di euro, quando alla scuola pubblica con il dl Istruzione sono stati dati appena 450 milioni in due anni.
Quello dei finanziamenti alle scuole private rimane un tema di eterna attualità. E di discordia. Il 12 dicembre è toccato alla maggioranza del governo Letta toccare con mano la mancanza di coesione attorno a questo tema: diversi parlamentari si sono infatti “spaccati” su un emendamento alla legge di stabilità. E solo l’accantonamento della proposta ha evitato la spaccatura sul voto.
Il relatore Maino Marchi (Pd) e il viceministro Stefano Fassina hanno dato parere negativo a un emendamento di Rocco Palese (Fi) che stanzia 150 milioni per le scuole dell’infanzia paritarie. Ma a sostegno sono intervenuti Raffaele Vignali (Ncd) e Simonetta Rubinato (Pd) e DeMita (Udc). Su proposta di Rubinato il testo è stato accantonato e sarà votato assieme ad altri emendamenti che affrontano lo stesso tema.
Intanto, il Movimento 5 Stelle mette le mani avanti. Nel corso di una conferenza stampa alla Camera, alla quale hanno partecipato il capogruppo Alessio Villarosa, i deputati Laura Castelli, Emanuela Cozzolino, Mirella Liuzzi e Luigi Gallo si sono scagliati “contro la legge”. E anche a “favore delle lobby” nella ex Finanziaria all’esame del Parlamento.  Tra le norme finite sotto accusa i fondi per Radio Radicale (“perchè non fare un bando trasparente”, si chiede Liuzzi) e i fondi alle scuole private: “Complessivamente il governo dà agli istituti paritari – ha detto Gallo – 500 milioni di euro” quando alla scuola pubblica con il dl Istruzione sono stati dati 450 milioni in due anni”. Ma l’elenco dei finanziamenti fuori luogo è lungo, conta 15 misure: si va dai 3 milioni per le associazioni combattentistiche ai 300 mila euro per i cani guida dei ciechi passando per le agevolazioni alla stampa periodica edita e diffusa all’estero. Insomma, le scuole paritarie sarebbero in allegra compagnia.

Alcuni chiarimenti sui Licei scientifici ad indirizzo sportivo

da Tecnica della Scuola

Alcuni chiarimenti sui Licei scientifici ad indirizzo sportivo
di L.L.
Il Miur richiama la normativa di riferimento e spiega quali sono le regole per l’attivazione e le eventuali deroghe previste
In una notizia di fine ottobre Lucio Ficara aveva posto l’accento sull’importanza di conoscere attentamente la normativa che regola la nascita delle sezioni di liceo sportivo all’interno del percorso di liceo scientifico; questo perché molte erano le scuole che, all’interno della stessa provincia e ancor prima delle verifiche da parte dell’U.s.r., stavano pubblicizzando l’attivazione di questi corsi all’interno del proprio istituto scolastico, forse con l’obiettivo di raccogliere qualche iscritto in più.
Ma la normativa parla chiaro e, come spiegato dal Miur con la nota prot. n. 6567 del 4/12/2013, ci sono delle regole precise da rispettare. Il D.P.R. 5 marzo 2013 n. 52, all’art. 3, commi 3 e 4, prevede infatti che, in prima applicazione, in ciascuna regione non possono essere istituite sezioni ad indirizzo sportivo in numero superiore a quello delle relative province, evitando comunque che l’attivazione di tali sezioni possa determinare esuberi di personale in una o più classi di concorso.
Sono però consentite delle deroghe, ma solo nel caso che le risorse di organico annualmente assegnate consentano l’istituzione di sezioni aggiuntive, purché anche in questo caso non si determinino esuberi di personale.
Inoltre, come sarà ulteriormente specificato nella circolare sulle iscrizioni per l’anno scolastico 2014/15, il Miur precisa che le istituzioni scolastiche, autorizzate, nell’ambito della programmazione regionale dell’offerta formativa, ad istituire il predetto percorso liceale, potranno attivare solo una classe prima.

Psicologi per i prof: insegnare stanca

da Tecnica della Scuola

Psicologi per i prof: insegnare stanca 
di P.A.
I prof? Categoria ad alto rischio stress. La Gilda degli insegnanti, dopo l’assemblea sullo “stress d’aula”, aprirà a gennaio uno sportello “gratuito ed anonimo” per i docenti in difficoltà e del cui progetto si occuperà Eleonora Motta, psicologa e psicoterapeuta. L’iniziativa presentata a Bologna durante l’assemblea sindacale dedicata
Ed è proprio la psicologa, Eleonora Motta, a spiegare: “Riscontro innanzitutto un senso di enorme solitudine parlando coi professori e lo sportello non è pensato come uno spazio terapeutico ma di ascolto. Un’occasione per trovare una persona che proverà a starvi al fianco per aiutarvi a trovare e sperimentare strategie per la soluzione dei problemi”. Una “scommessa importante”, la definisce Renza Bertuzzi, responsabile di “Professione docente”, il mensile della Gilda: un progetto che “va nella direzione di considerare gli insegnanti come attori del cambiamento e non solo oggetto di qualcosa che subiscono”. Anche Vittorio Lodolo D’Oria, medico del lavoro e autore di diverse pubblicazioni sullo stress da lavoro correlato dei docenti afferma: “Gli insegnanti vivono una tipologia di rapporto con l’utente unica che si protrae tutti i giorni e più ore al giorno, per nove mesi all’anno e per cicli di tre o cinque anni”. In un contesto in cui “l’alleanza tra le agenzie educative, cioè famiglia e scuola, è completamente saltata”: in altre parole, afferma D’Oria, di fronte a ciò che ottiene e combina l’alunno, il “genitore si considera sempre innocente”. Dall’altro lato, un docente che in media ha 51 anni e nell’82% dei casi è donna: dunque incide anche la menopausa, sostiene D’Oria, per una categoria che svolge un lavoro “psicofisico usurante” e, dunque, risulta “fortemente a rischio”. In Italia non esistono dati specifici ma basti pensare che in Inghilterra, ad esempio, quella degli insegnanti è la categoria “a più alto rischio suicidio di tutte le altre”. Tra le cause di inidoneità al lavoro, poi, quelle psichiatriche rappresentano ben il 64% del totale, incidenza “maggiore di cinque volte rispetto alla disfoniama questa è riconosciuta come causa di servizio e le prime no”. Una situazione distribuita “quasi in modo uguale nei diversi ordini di scuola”, continua il medico, segnalando che tra gli insegnanti aumenta anche il rischio oncologico, perchè “la depressione porta con sè anche immunodepressione”. Per giunta, sostiene D’Oria, di fronte a questi elementi i dirigenti sono “completamente impreparati”. Tutto ciò in barba ai “maledetti stereotipi” sugli insegnanti, conclude D’Oria: più che dei famosi “tre mesi all’anno di vacanza”, bisognerebbe parlare di vera e propria “convalescenza”. Di fronte a genitori sempre più “aggressivi”, è necessario che l’opinione pubblica “si liberi della visione studentecentrica”, sottolinea Gianluigi Dotti, responsabile del Centro studi nazionale della Gilda, “spostando l’attenzione anche sulla figura e la professione dei docenti, perchè sono loro che si occupano dello studente, lo educano e lo fanno crescere”. Si tratta, dunque, di “prevenire il disagio, fornire formazione adeguata- aggiunge- strumenti e ambienti di lavoro idonei, obiettivi compatibili con le risorse”. Tra i docenti che intervenute all’iniziativa della Gilda, una di Q96: “Sono una delle insegnanti che, grazie alla riforma Fornero, dovranno lavorare fino a 67 anni, quali sono le strategie per arrivare fino a quell’età?”.  E un altro insegnante: “Tutti sanno quante assenze facciamo e che voti diamo; ma quelle statistiche sono zeppi di errori, perchè si vogliono fare queste cose ma senza avere il tempo di tenerle aggiornate”.  Un’altra prof si lamenta del registro elettronico che l’ha “mandata in palla”. E un’altra ancora: “Ci vedo poco, devo lavorare fino alle dieci di sera per immettere tutti i dati”.

Le nuove frontiere della valutazione

da tuttoscuola.com

Colloquio con Hanushek e Schleicher coordinato da Tuttoscuola

Le nuove frontiere della valutazione

Si è concluso nel pomeriggio di giovedì 12 dicembre l’importante convegno, di cui abbiamo dato conto in altre notizie nel corso della giornata, “Esperienze internazionali di valutazione dei sistemi scolastici”, promosso dalla associazione Treellle e dalla Fondazione per la scuola-Compagnia di San Paolo in collaborazione con l’Ocse.

Due dei più autorevoli relatori della mattina, l’economista Eric Hanushek, e il responsabile del programma Ocse-Pisa Andreas Schleicher, hanno partecipato all’incontro di approfondimento, coordinato dal direttore di Tuttoscuola Giovanni Vinciguerra, sul tema della valutazione degli apprendimenti, delle scuole e degli insegnanti negli USA (Hanushek) e nell’area Ocse allargata agli altri Paesi partner del programma Pisa (Schleicher). All’incontro ha preso parte, in un fitto dialogo con i due esperti, un qualificato gruppo di esperti, ricercatori, esponenti di associazioni professionali e sindacali.

Le tematiche presentate nel convegno antimeridiano sono state ulteriormente messe a fuoco, e si sono arricchite di nuovi stimoli e nuove prospettive di analisi e ricerca di cui daremo conto nella prossima newsletter settimanale e sulla rivista mensile.

Carrozza: no ai tagli alla scuola; sì a più insegnanti

da tuttoscuola.com

Carrozza: no ai tagli alla scuola; sì a più insegnanti

Non possiamo parlare di tagli sugli insegnanti così tanto per parlare, serve responsabilità. Io credo  che gli insegnanti svolgano un ruolo fondamentale” . Così il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza a margine del convegno alla Luiss “Esperienze internazionali di valutazione dei sistemi  scolastici”, commentando il dato emerso secondo cui in Italia,  rispetto all’Inghilterra, gli insegnanti sarebbero più numerosi ma meno retribuiti.

Non è vero che gli insegnanti sono troppi rispetto alle esigenze, anzi secondo me ce ne vorrebbero di più. Sicuramente – ha spiegato – sono per un potenziamento delle ore di insegnamento rispetto a un taglio“.

Il ministro ha anche preso le distanze dalle forme violente di protesta degli studenti: “Ci sono movimenti studenteschi che sono spesso in contrapposizione e che arrivano poi a un livello estremo di protesta violenta. La protesta deve convogliare nell’ambito del percorso democratico interno al mondo universitario. Quando invece sfocia nella violenza per me è inaccettabile“.

Dobbiamo ascoltare – ha concluso – gli studenti che si pongono in un’ottica di dibattito e di confronto. Ho già convocato due volte il consiglio degli studenti universitari e il forum degli studenti delle scuole secondarie, perché è molto importante stabilire un dialogo con loro e importante è l’azione che queste organizzazioni e associazioni studentesche fanno“.

Carrozza: un presidente Invalsi autorevole

da tuttoscuola.com

Carrozza: un presidente Invalsi autorevole

Cerco un presidente dell’Invalsi autorevole. Per questo ben vengano tutte le candidature più qualificate dall’università e dal mondo della ricerca, perchè quella della valutazione è una partita decisiva per lo stesso sviluppo economico e sociale del Paese“.

Lo ha detto il ministro Maria Chiara Carrozza intervenendo al convegno internazionale promosso nell’aula magna della Luiss dalla Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo insieme all’associazione Treellle e all’Ocse.

Carrozza ha insistito sull’assoluta indipendenza che dovrà caratterizzare l’attività dell’Invalsi e del suo nuovo presidente: “Dovrà valutare anche la mia attività come ministro“.

Tra gli obiettivi del governo, ha detto Carrozza citando l’intervento svolto ieri alla Camera dal presidente Letta, c’è quello di sviluppare una strategia di politica scolastica finalizzata a ripristinare il rapporto tra la domanda di lavoro e l’offerta del sistema scolastico.

Valutazione: decisiva la qualità degli insegnanti

da tuttoscuola.com

Valutazione: decisiva la qualità degli insegnanti

Un insegnante bravo può colmare lo scarto nei risultati scolastiche che ottengono gli studenti di gamiglia ricca e povera. Per l’Italia potrebbe colmare il gap nei livelli di apprendimento tra Nord e Sud”. E’ una delle tesi sostenute oggi dal prof. Eric Hanushek, della Stanford University, uno dei più noti esperti americani di economia dell’istruzione e di valutazione dei sistemi scolatici, al convegno della Fondazione per la scuola-Compagnia di San Paolo e della Associazione Treellle, in corso all’università Luiss di Roma.

Hanushek ha sostenuto che sostituendo anche solo il 5% dei docenti peggiori gli USA raggiungerebbero i risultati scolastici dei Paesi Bassi, che stano nella parte alta della classifica dell’indagine Ocse-Pisa. E che gli studenti che hanno avuto bravi insegnanti possono guadagnare nella loro vita professionale assai più degli altri. Anche il futuro economico a lungo termine delle singole nazioni dipende dalla qualificazione dei loro docenti. Ecco perché fornire alle scuole incentivi perché coltivino la professionalità dei loro docenti produce risultati anche di tipo macroeconomico.