Mef si prepara a cancellare la progressione di carriera relativa agli scatti pagati nel 2011

SCUOLA: Mef si prepara a cancellare la progressione di carriera relativa agli scatti pagati nel 2011

Una nota del 19 dicembre preannuncia gli interventi correttivi nei cedolini di gennaio in applicazione del D.P.R. 122/13. Prorogato di un anno il blocco contrattuale appena salvato dalla Consulta e annullati tutti gli aumenti disposti dai contratti a partire dal 2011. Non appena approvata la nuova legge di stabilità, la proroga sarà estesa al 2017 per il blocco dei valori dell’indennità di vacanza contrattuale a quelli del 2009. Marcello Pacifico, presidente Anief e Segretario organizzativo Confedir, annuncia ricorsi al Tribunale del Lavoro contro la limitazione della libertà sindacale e alla CEDU per violazione dei diritti dell’uomo. Scrivi a r.stipendio@anief.net.

Alcune OO.SS. dopo aver contrattato la decurtazione del MOF per finanziare gli scatti di stipendio dei dipendenti che li maturavano nel 2011, ora si accorgono che il D.P.R. 122/2013 deve essere applicato come ogni altra norma dello Stato e piangono lacrime di coccodrillo sotto l’albero di Natale. Ma perché queste OO. SS., essendo rappresentative, non ricorrono in tribunale come ha fatto la FLP per rivendicare il diritto alla contrattazione? Noi lo faremo come Confedir, sindacato rappresentativo della dirigenza, mentre come Anief invitiamo tutto il personale della scuola a costituirsi presso la Corte europea dei diritti dell’uomo: la recente sentenza n. 310/2013 della Corte costituzionale non può dire la parola fine allo stato di diritto, oltre a sancire una palese diversità di trattamento tra tutti i dipendenti pubblici e i magistrati o avvocati dello Stato, gli unici ad essere salvati dalla sentenza n. 223/2012.

Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, compresi i giudici: se la norma (legge 122/2010) ha un carattere tributario lo ha per tutti, magistrati e non. Se dalla norma si realizzano economie di spesa, queste non possono valere soltanto per alcuni dipendenti pubblici, essendo lo Stato lo stesso datore di lavoro, e se sono economie di spesa è evidente che viene rafforzato il carattere tributario della norma. Se tutti siamo dipendenti pubblici, giudici e non, quando annulliamo il passaggio dal regime TFS al regime TFR (sentenza n. 223/12) dobbiamo essere tutti trattati allo stesso modo, anche quando abbiamo gli stipendi bloccati (l’opposto di quanto disposto dalla sentenza n. 310/2013). Tra il diritto al lavoro con una giusta retribuzione e il pareggio di bilancio, c’è l’uomo nel mezzo e non la calcolatrice.

Tutti questi principi devono essere difesi fino in fondo dal sindacato e dai singoli lavoratori, pubblici o privati, magistrati o cittadini, perché altrimenti tanto varrebbe cancellare l’articolo 1 della nostra Costituzione.

Anief, pertanto, invita tutto il personale della scuola a ricorrere alla CEDU: se oggi non difendi il diritto alla contrattazione e all’aumento di stipendio, domani lo Stato in caso di ulteriore crisi, per le stesse ragioni, potrebbe non pagarti più lo stipendio, la pensione e abolire il servizio scolastico o sanitario sempre più ridotto in termini di plessi e personale. Scrivi a r.stipendio@anief.net per ricevere le istruzioni operative.

Servizio Militare

Servizio Militare: il Tribunale di Velletri accoglie i ricorsi ANIEF e condanna il MIUR per violazione della normativa comunitaria e della Costituzione.

 

Accolti altri due ricorsi ANIEF avverso le inique determinazioni del MIUR che nei Decreti Ministeriali di aggiornamento delle Graduatorie a Esaurimento si ostina a non riconoscere il punteggio spettante al servizio militare svolto non in costanza di nomina. Il Tribunale di Velletri dà piena ragione ai nostri legali Fabio Ganci e Walter Miceli che, avvalendosi della stretta collaborazione dei nostri legali sul territorio, ottengono una nuova conferma in favore dei nostri iscritti.

 

L’Avv. Salvatore Russo, alla cui esperienza e professionalità l’ANIEF da sempre affida i propri iscritti sul territorio, ci trasmette due nuove sentenze di pieno accoglimento emesse dal Giudice del Lavoro di Velletri a tutela di due docenti precari cui il MIUR aveva negato il riconoscimento del punteggio spettante per il servizio di leva svolto non in costanza di nomina, ma in possesso del titolo di studi valido per l’insegnamento. In accordo con quanto correttamente rilevato in udienza dal nostro legale, le due sentenze confermano che “il quadro normativo primario è assolutamente univoco nell’attribuire rilevanza ai fini della carriera dei pubblici dipendenti e, segnatamente, del personale docente, al servizio militare, a prescindere se questo sia stato prestato o meno in costanza di nomina” e rilevano che “la limitazione della rilevanza operata dalla norma secondaria si presenta radicalmente illegittima, determinando, peraltro, un ingiustificato pregiudizio alla posizione lavorativa del docente che ha prestato il servizio obbligatorio di leva, in violazione del disposto generale dell’art. 52 comma 2, Cost.”.

 

Il Giudice non ha dubbi, dunque, sulla fondatezza dell’azione legale promossa dall’ANIEF costatando, inoltre, che “una interpretazione volta a circoscrivere ai soli dipendenti non di ruolo la rilevanza del servizio militare – come quella sostenuta dal Ministero per escludere il punteggio ai fini della formazione della graduatoria impugnata, ex DM 44/2011 – determinerebbe una discriminazione tra personale a tempo determinato e a tempo indeterminato, in violazione della clausola 4 dell’accordo quadro europeo sul contratto a tempo determinato, allegato alla Direttiva 1999/70/CE” visto che per i docenti di ruolo il servizio di leva è valido a tutti gli effetti, anche giuridici, e che “nel caso di specie non è stata fornita alcuna plausibile ragione che consenta di attuare una discriminazione nella rilevanza del servizio di leva tra dipendenti pubblici a tempo determinato e a tempo indeterminato”.

 

Per questo complesso di ragioni, ed in ossequio al principio di gerarchia delle fonti, il Giudice del Lavoro accoglie totalmente i due ricorsi ANIEF disapplicando sul punto il DM 44/2011 di aggiornamento delle Graduatorie a esaurimento “nella parte in cui ha attribuito rilevanza soltanto limitata al servizio di leva per le formazioni delle graduatorie per il conferimento di incarichi di supplenza, con ciò ponendosi in contrasto con le fonti normative primarie e – dovendosi, come osservato, interpretare il complesso ordinamentale in senso conforme ai dettami del diritto comunitario – va riconosciuto il punteggio aggiuntivo in favore del lavoratore”. MIUR, soccombente, condannato al pagamento delle spese di lite quantificate complessivamente in 4.800 Euro oltre accessori.

 

Troppo spesso il MIUR pone in essere nei confronti dei lavoratori della scuola azioni inique e discriminatorie in evidente contrasto con la normativa primaria di riferimento e con le determinazioni eurounitarie; l’ANIEF, consapevole delle solide basi su cui fonda la tutela dei propri iscritti, esprime piena soddisfazione per i nuovi successi ottenuti e ribadisce che continuerà a battersi in tutte le sedi opportune al fine di vedere sempre riconosciuto il pieno rispetto della nostra Costituzione e del diritto comunitario.

 

Motivare Perchè Come Quando

Motivare Perchè Come Quando

di Umberto Tenuta

 

Ho scritto “Motivare motivare motivare“.

Mi si domanda, legittimamente: perché, come, quando,? 

 

Scrive Tommaso D’Aquino:

<<Ogni essere che agisce, agisce per un fine. Ora, per ogni essere, il fine è il bene che si desidera e si ama. Da ciò è manifesto che ogni essere che agisce, qualunque sia questo essere, compie ogni sua azione, qualunque sia questa sua azione, mosso da qualche amore>>[1]

Mi sembra che questa sia una risposta esauriente, sulla quale riflettere.

Le pietre si muovono, perché spinte dalla forza dell’acqua o del vento o di qualsiasi altra forza che le trascina.

E così le piante che svettano verso il sole, il sole che ad esse dona la vita.

 

O maestre e maestri, avete mai visto l’erba che dal masso che la schiaccia fuoriesce alla luce del sole, luce che la fa vivere, crescere, fiorire nei suoi colori stupendi?

Avete mai visto le rondini volare nel cielo azzurro ed i pesci nuotare nelle acque profonde alla ricerca delle loro prede?

 

Anche il figlio di donna è un essere vivente, un essere che ama la vita, che si porta dentro il suo bergsoniano slancio vitale[2], istinto di vita che sin dal grembo materno lo porta a muoversi, ad esplorare, ad alimentarsi, come poi farà, sin dai primi vagiti, muovendo la testa ove lo chiama l’odore del latte che fuoriesce dai seni dalla madre amorosa che se lo stringe al cuore.

Istinto di vita che gli dà il pianto per gridare i suoi bisogni vitali, istinto di vita che non gli consente di cadere e di soffocare sotto la coperta, dalla quale sempre fuoriesce per respirare l’ossigeno della vita.

 

E ancora, il figlio di donna, candidato alla condizione umana[3], ha cominciato già nel grembo materno il suo cammino, il cammino dell’uomo[4], che lo porterà ad essere il capolavoro di madre natura.

Cammino lungo, quello del figlio di donna, cammino di vita, cammino di crescita, cammino che ha bisogno di alimenti[5].

Già nel grembo materno non si era alimentato solo attraverso il cordone ombelicale ma aveva cominciato a manifestare la sua sete umana di conoscere attraverso l’esplorazione delle pareti dell’aula nella quale viveva.

Appena nato, accresce la sua attività esploratoria.

Non si accontenta del latte materno che lo fa diventare alto[6], robusto, estremamente complesso nel suo corpo, più di qualsiasi altro animale terrestre, soprattutto nel suo cervello di cento miliardi di neuroni e di un numero senza fine di sinapsi[7].

Sì, sinapsi senza limiti, che possono superare quelle di Dante, di Leonardo da Vinci, di Rita Levi Montalcini!

Novello Einstein, egli esplora in lungo e in largo gli sconfinati territori della cultura umana che percorrerà per andare oltre, per arricchirla di nuove inesplorate inimmaginabili terre.

Sì, lui, piccolo marmocchio, bello come nessun altro per la mamma sua, si porta dentro una forza che lo spinge, che lo chiama, che lo fa andare più lontano di ogni seme che la pianta affida al vento perchè essa possa continuare a vivere nelle nuove piante, nelle quali essa rivivrà, fino a quando madre terra non precipiterà nello spazio cosmico.

Bambini assetati di latte e assetati ancor più di saperi: sapere, saper fare, sapere essere (conoscenze, capacità, atteggiamenti)[8]!

La curiosità innata[9] è la più profonda motivazione del figlio di donna.

Una curiosità che porterà il cucciolo dell’uomo verso i confini più lontani delle steppe sterminate, oltre le vette dell’Everest, nello sconfinato spazio cosmico, per raggiunger il Big Bang[10].

L’avete mai visto, voi, di cosa è capace il figlio di donna, di nome Prometeo, che ruba il fuoco agli dei per farne dono ai suoi fratelli umani?

L’avete mai visto Icaro, l’alato figlio di Dedalo, volare alto nei cieli azzurri dell’Egeo?

L’avete mai visto, voi, il Figlio di Galilea che porta la buona novella a tutti i fratelli della terra fino alla fine dei secoli?

 

Che fate, voi madri generose, se non rispondere alla fame dei vostri figli?

Ecco, nascono i bambini assetati di latte e di saperi: sapere, saper fare, sapere essere.

Quali madri accorte, generose, sagge, le donne soddisfano ogni crescente bisogno dei loro figli.

E non si risparmiano mai!

Anche i padri fanno la loro parte. E la fanno anche i fratelli e le sorelle, le nonne ed i nonni, le zie e gli zii, tutto il parentado.

E il bambino cresce in virtute e canoscenza[11].

Cresce se è alimentato.

A un anno pattina, a tre suona il violino e parla due lingue[12].

A quattro anni ha sviluppato il 50% della sua intelligenza[13].

Cresce tra le mura della sua casa dalle pareti verdi come la sua verde età, case traboccanti di giocattoli i più fantasiosi,

case allietate dai canti melodiosi delle amorevoli madri.

Cresce nei verdi prati che percorre veloce per acchiappare le farfalle multicolori che svolazzano di qua e di là.

Cresce nei giardini delle Case agazziane coi loro musei delle cianfrusaglie che tanto stimolano la sua esuberante fantasia creatrice.

Cresce nelle Case dei bambini della Montessori, ricche già degli odierni materiali strutturati, ancora per poco non digitali.

Cresce, allarga sempre più i confini delle cose toccate, prese, spezzate, assaporate, gustate, guardate con occhi meravigliati.

Espande senza confini, senza limiti di tempo e di spazio, la sua innata curiosità.

 

Poi arriva il giorno che le sagge madri hanno fatto attendere come terra promessa, il giorno della loro corsa verso la Scuola che porta il loro nome e il nome delle loro madri: Case dei bambini e Case materne.

Entrano festanti e subito chiedono: Maestra, aiutami a fare da solo!

Sì, nati dipendenti, aspirano all’indipendenza, all’autonomia.

Dante dice a Virgilio: “Tu sei lo mio maestro e lo mio autore”!

E Virgilio con infinita amorevole discrezione facilita a Dante il lungo cammino nei tre regni perché giunga al cielo empireo, ove lo incorona:  “Ora te sovra te corono e mitrio”.

 

Così fanno le madri, così fanno i padri, così fanno e debbono fare i maestri, quelli della scuola dell’infanzia, quelli della scuola primaria e quelli delle scuole secondarie.

Ascoltare i bisogni dei bambini.

Non solo i bisogni materiali del Decroly[14], ma anche i bisogni più profondi, più propriamente umani, di crescere in virtute e canoscenza.

 

Motivare i giovani?

No, innanzitutto è necessario non spegnere[15] la loro innata motivazione, la loro innata curiosità.

Non la debbono spegnere né le madri, né le famiglie, né la società educante.

Anzi la debbono soddisfare, alimentare, senza mai stancarsi di rispondere ai loro mille perché:

−Perché la neve è fredda?

−Perché il fuoco scotta?

−Perché la barca galleggia?

−Perché la luna cammina?

−Perché i grilli fanno cri cri?

Sì, quando arrivano alla scuola, i bambini sono bramosi di alimentarsi alla fonte dei saperi con la virgiliana guida dei loro maestri che ascoltano i loro perché, che non danno risposte a domande mai fatte!

Ecco, non si tratta di motivare i giovani, se la loro innata curiosità non è stata spenta, cosa peraltro alquanto difficile.

Quello che i Maestri debbono innanzitutto fare −debbono fare prima di insegnare, prima di fare lezioni, prima di disegnare e scrivere sulle LIM− consiste nello scoprire, nel fare esprimere, nell’ascoltare i mille perché dei loro giovani alunni.

Questi perché i Maestri debbono alimentarli, accrescerli, farli divampare, come fuoco che arde quanto più lo alimenti.

Che altro è lo studio, studium[16], se non amore, passione, desiderio di conoscere?

Questo amore è innato, se non nei minerali, senz’altro negli animali e soprattutto negli esseri umani.

 

Ai maestri non insegnanti dico:

Non spegniamo questo amore ma alimentiamolo col nostro soffio vitale e facciamolo esplodere in ogni figlio di donna!

Facciamolo divampare come fuoco che arde nei cuori e nelle menti, come fuoco che tanto più cresce quanto più lo alimenti, lo alimenti e non lo spegni con le tante costrizioni, con le tante pene, con le tante mortificazioni che uccidono l’innata curiosità, la voglia di esplorare, l’ardente desiderio di diventare adulti, alimentati e quindi cresciuti, alti come i loro padri, come le loro maestre!

 

Vorrei finire dicendovi:

Maestri, quanto è grande il nostro compito!

Quanta riconoscenza vi debbono le madri, i padri e la società tutta!

Riconoscenza anche tangibile, tangibile come l’amore che vi manifestano i vostri studenti!.

 

E finisco dicendovi ancora col Poeta latino:

Maestri, fate che i vostri giovani accendano la loro fiaccola alla vostra fiaccola che arde nei vostri cuori.

Intorno a voi sarà più luce e nulla avrà perduto la vostra fiaccola della sua luce!

 

 

 

SITOGRAFIA MINIMA

−http://www.rivistadidattica.com/pedagogia/pedagogia_33.htm

http://www.rivistadidattica.com/filosofia/filosofia_15.htm

−http://www.rivistadidattica.com/metodologia/metodologie_62.htm



[1] Bastien H., Psicologia dell’apprendimento, La Scuola, Brescia, 1954, p. 102.

[2] Élan vital del filosofo Bergson

[3] <<Come è stato ben espresso da Pieron, il bambino è solo un “candidato alla condizione umana”>> (OSTERRIETH P.A., Introduzione alla Psicologia del bambino, Giunti-Barbèra, Firenze, 1980, p. 25).

[4] TRSTENJAK A., Il cammino dell’ uomo, La Scuola, Brescia, 1975.

[5] Alunno deriva da alere, alimentarsi, e quindi significa crescere: chi si alimenta (alunno) cresce, diventa adulto (Participio passato di alere, cioè alimentato, e quindi cresciuto).

[6] Alto, da alere, alimentato,

[7] <<Che il Sé sia sinaptico può essere una maledizione: non ci vuole molto perché vada in pezzi. Ma è anche una benedizione, dal momento che ci sono sempre nuove connessioni in attesa di essere realizzate. Tu sei le tue sinapsi. Esse sono chi sei tu>> (LE DOUX J., Il sé sinaptico, Raffaello Cortina, Milano, 2002).

[8] ATTEGGIAMENTI CAPACITÀ CONOSCENZE (Umberto Tenuta  http://www.edscuola.it/archivio/didattica/atteggiamenti.html).

[9] HODKIN R.A., La curiosità innata – Nuove prospettive dell’educazione, Armando, Roma, 1978.

[10] È questo l’impegno degli astronomi!

[11] Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto XXVI, 116-120.

[12] IBUKA M., A un anno si pattina, a tre si legge, e si suona il violino, Armando, Roma, 1984.

[13] Mazzetti R., Scoperta dell’infanzia e nuove prospettive dello sviluppo dell’uomo, Edizioni Beta, Salerno, 1970.

[14] Decroly O., Una scuola per la vita attraverso la vita, Loescher, Torino,1974.

[15] De closets F., La bonheur d’apprendre (et comment on l’assassine), Ed. du Seuil, Paris, 1996

[16] Studium in latino significa “passione, desiderio, impulso interiore“. Scrive il Ferrarotti che <<La scuola non sembra in grado di stimolare e far scoprire ai giovani la gioia della lettura, e di riportare lo studio al suo significato originario di studium, ossia amore, passione, avventura>> (Presentazione: FERRAROTTI F., Leggere, leggersi, Donzelli, Roma, 1998.

 

Legge di stabilità: sull’istruzione poche risposte (e pochi soldi)

da Il Fatto Quotidiano

Legge di stabilità: sull’istruzione poche risposte (e pochi soldi)

di Federico Del Giudice

È passata l’ennesima fiducia alla Legge di Stabilità. Dopo settimane di discussioni in commissione, è stata votata questa mattina alla Camera la legge che contiene la programmazione futura del nostro Paese.

Come non rimanere delusi da questa legge? Dopo settimane di mobilitazione in cui abbiamo rivendicato più investimenti in istruzione, meno tasse sui fuori sede e abbiamo lottato contro la dismissione del patrimonio pubblico, si chiude una legge di stabilità costruita con uno scarsissimo ascolto da parte della politica nei confronti delle giuste istanze poste dal basso.

Non sono infatti mancate in questo autunno intense mobilitazioni di differenti settori sociali che pagano la crisi sulla propria pelle e che hanno provato ad aprire uno spazio di cambiamento e discussione. Una Legge di Stabilità redatta sul mantra del contenimento della spesa, e quindi della compressione dei diritti, dei servizi e dell’assenza di investimenti strutturali in grado di produrre nuova e buona occupazione partendo dall’innovazione e dal ruolo dei saperi per cambiare l’economia e la società.

Da questo dibattito vuoto non si può che notare una grande assente, la Politica con la P maiuscola. Da un lato un centrodestra imploso in questioni legali personaliste quasi fossero interesse generale del paese, condannandoci a mesi di occupazione mediatica del dibattito pubblico, dall’altro il Partito democratico impegnato in un ricambio sempre più incentrato sul leader e non sui contenuti. È stato rovinosamente saltato il turno della risposta alle questioni sociali che la crisi sempre più inasprisce e della mediazione nel governo della cosa pubblica.

Ancora più preoccupante è come la delega alle questioni sociali venga liquidata in una becera repressione del dissenso, tra cariche a freddo alle spalle contro gli studenti negli atenei come non se ne vedevano da qualche decina d’anni o di arresti di minorenni pericolosamente armati di vernice lavabile.

Se l’assenza di risposte strutturali è palese ed evidente, non si può neanche dire che la conflittualità sociale datasi sia stata invana. Se da un lato infatti le lotte sono ancora in grado di muovere consenso nel Paese ed evidenziare all’opinione pubblica i problemi che si agitano in seno alla società, dall’altro l’azione vertenziale è anche riuscita ad impattare sul piano materiale portando ad un aumento, del tutto insufficiente ma storico, degli investimenti in borse di studio. La spinta degli studenti è infatti riuscita a portare questi fondi, a fronte di un investimento inizialmente previsto di 14 mln € su un fabbisogno di quasi 400 mln €, alla cifra di 206 mln €.

Al netto di un’assenza drammatica della politica, c’è infine da evidenziare come i vincoli di bilancio europei imposti dalla Troika attraverso i trattati economici chiudano molti spazi al cambiamento e alle discussione democratica. Questa fase impone quindi un bisogno, ad ora purtroppo disatteso, di incidere e cambiare l’impalcatura delle politiche europee, partendo da una nuova fase di protagonismo dei corpi sociali e dei movimenti. Gli appuntamenti sono già segnati, partendo dal summit sulle politiche giovanili che si terrà a Roma ad aprile, a Blockupy Frankfurt nel prossimo autunno, fino alle elezioni europee in cui qualificare un’ipotesi di cambiamento e trasformazione dell’Europa, attraversando il semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea.

Scritto in collaborazione con Roberto Campanelli, Coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti

Scuole sotto i mille studenti, si chiude per risparmiare

da Il Messaggero

Scuole sotto i mille studenti, si chiude per risparmiare

IL PROVVEDIMENTO ROMA Numero tondo mille. Il ministero dell’Economia e finanze non sembra voler sentire ragioni: le scuole non potranno avere meno di mille studenti altrimenti dovranno chiudere. È il cosiddetto “dimensionamento” che da due anni, da quando cioè è stata approvata la Tremonti-Gelmini, è la spada di Damocle che pende sulla scuola italiana. Il fine: razionalizzare e ridurre la spesa pubblica. Un dimensionamento che va avanti un po’ a fisarmonica, tra leggi, provvedimenti, proteste, ricorsi e sentenze. E che ora prospetta la chiusura di altre 800 scuole dopo le oltre 2.500 chiuse nel 2011. MINISTERO ECONOMIA La Conferenza Stato-Regioni, che avrebbe dovuto portare a ritoccare il parametro degli alunni a meno di mille, non ha potuto sciogliere il nodo perché la questione all’ultimo momento è stata cancellata dall’ordine del giorno. «E’ pronta la chiusura di altre ottocento scuole – polemizza Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil -. Questo è l’ennesimo taglio, e anche pesante, dopo che ci è stato detto che non ci sarebbero più stati tagli». Il confronto tra governo e Regioni (reclamano un numero minimo che non tocchi le quattro cifre) va avanti da tempo. Il ministero dell’Economia è un muro. L’unica eccezione concessa è per le scuole in montagna e nelle piccole isole (il parametro previsto è di 400 alunni). Si era ipotizzato un accordo a 950 con le Regioni che si sentivano forti dell’appoggio del ministero dell’Istruzione che, non competente in materia, aveva lo stesso cercato di intervenire con il decreto Istruzione dando alla Conferenza unificata il compito di fissare i criteri per il dimensionamento. LE REGIONI Ieri lo stesso ministero è stato costretto a inviare una nota agli uffici scolastici regionali dando indicazione di procedere al dimensionamento sulla base della normativa in vigore, che è di 1.000 alunni. Tutto questo alla vigilia delle pre-iscrizioni (dal 21 gennaio al 28 febbraio). Mettendo in difficoltà le famiglie che si trovano adesso a scegliere tra istituti, dirigenti e offerte formative (i Pof) che potrebbero cambiare completamente prima di settembre. Quella del dimensionamento è una questione annosa per la scuola. Da quando la Tremonti-Gelmini aveva imposto di creare istituti con non meno di mille alunni per razionalizzare e ridurre la spesa pubblica tagliando dirigenti scolastici e segretari. Un accorpamento che avrebbe comportato un risparmio nelle casse dello Stato di 172 milioni di euro con la chiusura di circa il 25% del totale delle scuole. Soprattutto scuole materne, elementari e medie che spesso sono state accorpate in istituti comprensivi e con numeri di alunni decisamente alti. Quasi la metà dei tagli al sud: in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. Ma anche il Lazio da un anno all’altro si è trovato con trecento istituti in meno. LA SENTENZA Sette Regioni si sono rivolte alla Corte Costituzionale, che ha dato loro ragione in una sentenza, la 147 del 2012, dichiarando l’illegittimità del provvedimento perché erano state messe da parte pur avendo competenza in materia. Il governo Monti, che nel frattempo era subentrato, di fronte alla sentenza è intervenuto prevedendo nel disegno di legge di stabilità una norma in cui preannunciava una nuova intesa Stato-Regioni. Il disegno di legge poneva parametri meno rigidi e che avrebbero permesso di “salvare” una scuola su due, altrimenti destinata a scomparire o a fondersi con un’altra più grande. Solo un comma, che però accontentava tutti, Regioni e sindacati. Ma che è stato stralciato al momento dell’approvazione della legge. Ora si ricomincia.

Alessia Camplone

“Io scelgo, Io studio”, come funziona la campagna per l’orientamento

da Tecnica della Scuola

“Io scelgo, Io studio”, come funziona la campagna per l’orientamento
di Pasquale Almirante
Tra note di indirizzo alle scuola, spot tv, un sito per i contributi di scuole e studenti, la classica task force di esperti e 6,6milioni di euro sono gli ingredienti messi a dimora del Miur per orientare gli alunni della secondaria di I e II grado a scegliere
Ma soprattutto 6,6milioni di euro tra le pieghe del dl “L’istruzione riparte”, che inorgogliscono la ministra Carrozza, mentre si stenta a pagare i supplenti e molte scuole si affidano agli sponsor per comprare lavagne e gessetti, a parte la caduta, per decrepita durata, delle soffitte. “Il futuro delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi dipende dalle loro scelte di oggi: è per questo che l’orientamento deve svolgere un ruolo fondamentale all’interno dei percorsi scolastici, per aiutare gli studenti nelle loro decisioni, indicare la via migliore per seguire le proprie inclinazioni, e farlo presto, perché le sfide e la competizione che abbiamo di fronte sono ormai globali. Con le nostre indicazioni e l’investimento ad hoc previsto nel dl “L’istruzione riparte” vogliamo aiutare scuole e studenti a raggiungere l’obiettivo di scegliere presto e farlo bene”, dice la ministra Carrozza Tuttavia lo strat sarà dato al rientro dalla pausa natalizia con una nota di indirizzo che sarà inviata alle scuole con cui si spiegherà a dirigenti e insegnanti come sviluppare le nuove politiche di orientamento scolastico in raccordo con il territorio, anche a seguito dei fondi stanziati e dei nuovi principi stabiliti dal dl “L’istruzione riparte. “Coinvolgere le scuole nel percorso di orientamento, spostando il focus verso quello precoce. Lo studente verrà affiancato da un tutor che lo guiderà nella scelta e lo aiuterà a prenderla per tempo”, aggiunge la ministra. E poi: “Stiamo lavorando con la Crui per sviluppare percorsi di formazione professionale per i tutor dedicati all’orientamento che saranno in ogni istituzione scolastica. Il tutor affiancherà i giovani dalla creazione di un percorso formativo alla scelta della scuola”. Ed eccolo il sito www.istruzione.it/orientamento con tutte le indicazioni per conoscere i diversi percorsi di studio e le opzioni, mentre una altisonante task force di esperti risponderà via e-mail alle domande dei ragazzi. Task force giustamente pagata e come se le veterane task force costituite dai docenti di ogni giorno a scuola fossero truppe di riserva. Ma a farla da padrona è però la navigazione sul sito ministeriale che per gli alunni della secondaria di primo grado veleggia fra gli arcipelaghi di tutti i licei e poi dagli istituti professionali, ai tecnici, alla formazione professionale regionale. Per i diplomandi invece c’è un test di orientamento costruito dal Consorzio AlmaLaurea, insieme ad approfondimento di indirizzo sull’ Alta formazione artistica e musicale, Università, Istituti tecnici superiori e mondo del lavoro. E proprio sulle professioni, nella sezione #iohoscelto, alcune personalità del mondo delle professioni, della scienza, dello spettacolo, racconteranno in brevi video rivolti ai ragazzi come hanno raggiunto i loro obiettivi: la scrittrice Chiara Gamberale, l`astronauta Luca Parmitano, lo chef Bruno Barbieri, il regista e conduttore televisivo Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, volto di Mtv, si sono mesi a diposizione del Miur per tale scopo. E porte aperte anche ai ragazzi e alle scuole che potranno suggerire, raccontando le proprie esperienze, agli orientatori dove, come e perché secondo loro è meglio soffermarsi. Esperienze dal basso insomma che saranno caricate in forma di video sul canale YouTube del sito. C’è poi la sezione “Collabora anche tu”, dove docenti e studenti potranno inviare le loro proposte per migliorare il sito. Attraverso il canale Twitter, @miurorienta, saranno promossi i contenuti del sito e sarà lanciato l’hashtag #iohoscelto per invitare la comunità web a raccontare la propria storia di orientamento e scelta di studio. E infine lo spot dedicato e realizzato in collaborazione con Rai Scuola con cui si intende sollecitare i ragazzi ad informarsi per fare presto e bene la loro scelta per il percorso che segnerà il loro futuro. Lo spot sarà trasmesso dalla Rai nel mese di gennaio, dall’1 al 14 gennaio per 5 volte al giorno. Felice la ministra: “Il percorso di studi deve permettere allo studente di realizzare se stesso, prendendo atto del proprio progetto personale. Investendo sull’orientamento vogliamo aiutarlo a scegliere la via migliore per seguire le proprie inclinazioni”. “Non saranno più campagne di marketing a far scegliere il percorso allo studente. Faremo ‘mentoring’ da mentore, colui che sa indirizzare. È un cambiamento di prospettiva, anche pedagogica. Per farlo cercheremo manager che vengono dal mondo dell’impresa. La miglior garanzia per i giovani di trovare un lavoro è che la scuola si dedichi all’orientamento”.

Cosa si aspetta a ripristinare il CNPI ?

da Tecnica della Scuola

Cosa si aspetta a ripristinare il CNPI ?
di Lucio Ficara
Cancellato da un decreto del 1999, il CNPI ha continuato a sopravvivere grazie a continue proroghe fino alla fine del 2012.  Adesso non esiste più, ma il TAR ha già stabilito che deve essere ripristinato o, in alternativa, sostituito dal nuovo organismo (il Consiglio superiore dell’Istruzione)
Cosa è stato il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione? Per chi non è particolarmente informato di organismi che si occupano di istruzione, diciamo che il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, istituito con il DPR 416/1974, è tra l’altro regolamentato dagli artt. 23, 24 e 25 del deceto legislativo 297/94, era, prima che si decidesse di sopprimerlo,  l’organismo presieduto dal ministro dell’Istruzione e composto da consiglieri per la gran parte eletti dalle varie categorie del personale scolastico. Tale organismo era preposto ad attuare precise funzioni di consulenza tecnico-professionale, formulando pareri facoltativi o obbligatori, espressamente richiesti dall’Amministrazione. Un organismo importante, tecnicamente qualificato e competente, che si occupava di esprimere pareri autorevoli su temi importanti come il riordino delle classi di concorso, la valutazione del sistema scolastico e degli insegnanti, quello della riforma degli organi collegiali e molto altro ancora. Il sospetto che la solita idiosincrasia governativa, contro pareri difformi da quelli che spesso escono dal Consiglio dei Ministri o dalle Commissioni parlamentari, abbia contribuito alla mirata volontà di soppressione di questo organismo, esiste ed è largamente diffuso tra chi si interessa di informazione scolastica. Ricordiamo che una recente sentenza del Tar del Lazio ha stabilito che il Miur dovrà al più presto procedere alla costituzione di un nuovo organismo che dovrebbe avere le stesse funzioni del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione. A tal riguardo bisogna ricordare che il decreto legislativo 233 del 1999 stabiliva infatti che il CNPI sarebbe stato sostituito da un nuovo organismo denominato Consiglio superiore della pubblica istruzione ma che avrebbe continuato ad esistere fino a che questo secondo organismo non si sarebbe insediato. Quindi le strade da perseguire sono al massimo due, quella maestra dell’immediata costituzione di questo nuovo organismo disposto dal decreto legge 233/99, oppure continuare a prorogare, facendolo rinascere, il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione. È utile ricordare, per un dovere di cronaca politica, che il CNPI ha cessato le sue funzioni alla fine del 2012, quando il Governo Monti e l’ex ministro Profumo avevano deciso di non prorogare più questo organismo, decretandone la sua eutanasia. In buona sostanza per tutto il 2013 si è fatto a meno, illegittimamente secondo la sentenza su citata, di questo importantissimo organo di consulenza e in qualche modo di garanzia. Cosa si aspetta a ripristinare il CNPI o a costituire il CSPI? Perché il ministro Carrozza tace su questo argomento, in un particolare momento dove si attendono tanti cambiamenti nel sistema scolastico italiano? Cosa accadrà se il Miur continua in questa incomprensibile inerzia di non assumere decisioni al riguardo? Sarà nominato il prefetto di Roma come Commissario ad acta, a significare che questo organismo, viste le norme vigenti deve essere eletto e forse sarebbe addirittura utile. Eleggere il nuovo Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, garantirebbe tra l’altro, in un momento dove si parla di “Costituente sulla scuola”, la rappresentanza istituzionale della scuola ed eviterebbe anche l’insorgere di contenziosi, in presenza di provvedimenti su cui è previsto il parere obbligatorio, anche se non vincolante, del CNPI. Allora cosa aspetta Sig. Ministro a ripristinare, già da subito, il nuovo CNPI?

Giovannini: svolta sul diritto allo studio

da tuttoscuola.com

Giovannini: svolta sul diritto allo studio

Per anni non si è investito sul futuro, riducendo le opportunità di assunzione per i giovani di talento e si è avuto un taglio sistematico nelle spese per l’istruzione. Con questo Governo si è avuto un primo segnale di inversione“. Lo ha detto il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, intervenuto in videoconferenza al convegno ‘MeeTalents’, organizzato da Campania Innovazione e in corso nell’Interporto di Nola (Napoli).

Giovannini ha ricordato che “il Governo ha investito prima 100, ora altri 50 milioni di euro per il 2014 per i fondi del diritto allo studio, fondi azzerati dal Governo precedente“. Inoltre, ha aggiunto, “questo Governo ha aumentato la quota di turnover per le assunzioni negli enti di ricerca dal 20 al 50%. Non basta, ma quest’operazione è un primo passo. E’ importante comprendere che senza investimenti nella ricerca e senza opportunità per i nostri talenti di lavorare anche negli enti di ricerca, abbiamo solo un messaggio negativo che dice ai ragazzi che per loro non c’è speranza“.

Giovannini ha infine annunciato che il piano ‘Garanzia giovani’, “un punto cruciale della strategia di questo Governo e di tutti i Governi europei“, già inviato in forma provvisoria a Bruxelles, “sarà reinviato con una serie di aggiustamenti nei prossimi giorni e partirà a inizio 2014“.

Concorso a cattedra

Concorso a cattedra: il diploma magistrale a indirizzo linguistico è titolo valido per la partecipazione

Ancora un altro successo dell’Anief al Tar Lazio che, con una nuova ordinanza del 19 dicembre 2013, accoglie la richiesta di sospensiva avanzata dall’avv. Tiziana Sponga per quattro ricorrenti che avevano superato le prove concorsuali nella regione Lombardia, in aderenza a un consolidato indirizzo giurisprudenziale confermato dal Consiglio di Stato.

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Concorso a cattedra: per il Tar Lazio sono da valutare i titoli posseduti e dichiarati anche nella sola scheda professionalità docenti

I candidati che si sono rivolti ai legali Ganci, Lo Bue, Miceli e Sponga dell’Anief ottengono con due ordinanze del 19 dicembre 2013 l’annullamento delle graduatorie regionali di Puglia, Sicilia, Campania ed Emilia Romagna e la rivisitazione delle proprie posizioni alla luce dei titoli posseduti e dichiarati nella sola scheda professionalità docenti. Annullata anche la faq del Miur. Possibile ancora ricorrere al Tar o al PdR rispettivamente entro 60 o 120 giorni dalla data di pubblicazione della graduatoria definitiva.

Scrivi a valutazione.titoli@anief.net indicando nell’oggetto “Ricorso mancata valutazione titolo dichiarato scheda docenti” e nel testo “cognome, nome, recapito, Usr, classe di concorso, data della graduatoria definitiva (ultima pubblicazione)”. Se procedibile, in base alla tempistica indicata, riceverai le istruzioni operative per ricorrere.

Stralcio dell’ordinanza:

 

Il Tar accoglie [omissis]

Rilevato in punto di fatto che al momento della compilazione della domanda di partecipazione al concorso di cui al d.d.g. n. 82 del 24 settembre 2012 la ricorrente non ha trovato on line la apposita scheda per dichiarare i titoli valutabili ai sensi dell’art. 12 del bando, scheda resa in realtà disponibile soltanto dal 22 ottobre 2012, ossia sedici giorni dopo l’avvio delle procedure di inserimento on line delle domande di concorso;

Rilevato che comunque i titoli che la ricorrente ha dichiarato nella domanda nella cd. “Scheda Professionalità Docenti” sono pacificamente posseduti alla data della domanda ai sensi dell’art. 12, comma 1 secondo cpv. del bando (“I suddetti titoli devono essere conseguiti entro la data di scadenza del termine previsto per la presentazione della domanda di ammissione”);

Rilevato, ancora, che ai sensi del medesimo articolo 12, comma 2 del bando “La commissione giudicatrice valuterà esclusivamente i titoli dichiarati nella domanda di partecipazione al concorso, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000,n. 445.”, circostanza questa che induce a ritenere che comunque la commissione di concorso doveva effettuare la valutazione dei titoli sulla base della documentazione cartacea a sua disposizione, rientrando peraltro nei suoi poteri di escludere i titoli non previsti dal bando, ancorché collocati in un diverso settore della domanda, contrariamente a quanto disposto con la FAQ (Frequently Asked Question), pure impugnata;

Ritenuto, pertanto, che l’istanza cautelare vada accolta ai fini del riesame della posizione della ricorrente nei confronti della quale dovranno essere valutati i titoli dichiarati al momento della presentazione della domanda nella scheda professionalità docenti e prodotti al momento del superamento della prova orale ed in relazione a quanto previsto per essi dal bando e dall’allegato 4;”.

Trasparenza amministrativa e siti web delle scuole

Trasparenza amministrativa e siti web delle scuole

Numerosi colleghi ci hanno segnalato che l’Amministrazione ha attivato, senza rendere alcuna informazione preventiva alle OO.SS. rappresentative dell’Area V, un corso on-line dal titolo “TRASPARENZA AMMINISTRATIVA: GLI OBBLIGHI NORMATIVI PER LE SCUOLE DOPO IL D.LGS. n. 33/2013” con modalità di comunicazione pressoché ultimative e i cui contenuti sono alquanto discutibili.

Al riguardo, va sottolineato che l’applicazione del d.lgs. 33/2013 comporta vari adempimenti da parte dei dirigenti scolastici. Tra essi, il più rilevante è senza dubbio l’inserimento, sul sito web dell’istituzione scolastica di appartenenza, della sezione denominata “amministrazione trasparente”.

Essa, in particolare, deve essere necessariamente organizzata secondo le indicazioni dell’allegato A del citato decreto legislativo. Tale prescrizione discende in modo inequivocabile dall’applicazione del principio della trasparenza che, originariamente introdotto dalla Legge 241/1990, è stato poi riformulato e notevolmente ampliato dall’art. 11 del d.lgs. 150/2009 (il c.d. “decreto Brunetta”).

In altri termini, i documenti la cui pubblicazione è obbligatoria devono essere presenti sul sito, fatti salvi i doveri di tutela della riservatezza previsti dall’ordinamento.

Tuttavia, è necessario rilevare, e portare all’attenzione dei colleghi, che non tutte le prescrizioni contenute nel d.lgs. 33/2013 sono suscettibili di diretta applicazione nelle scuole. In particolare, così come mesi addietro abbiamo contestato l’effettiva applicabilità di alcuni aspetti della Legge 190/2012 (c.d. “anticorruzione”), e tra essi la designazione del Responsabile della prevenzione della corruzione, ci appare oggi evidente l’analoga inapplicabilità delle norme che impongono di designare un Responsabile per la trasparenza e di adottare il Piano triennale per la trasparenza e l’integrità.

Le argomentazioni a supporto di questa nostra posizione sono del tutto analoghe a quelle già esplicitate con la lettera che l’Anp inviò al MIUR in data 15 febbraio 2013.

In sintesi, le previsioni normative in questione sono pensate per strutture di livello ministeriale; basti pensare al fatto che i “responsabili” devono avere rango dirigenziale di prima fascia e devono vigilare sul corretto adempimento, da parte degli altri dirigenti, delle norme di riferimento. Appare, inoltre, indissolubile la stretta relazione sussistente tra il Piano triennale di prevenzione della corruzione, il Piano triennale per la trasparenza e l’integrità ed il Piano triennale della performance nonché l’importante ruolo ricoperto in materia dall’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV). Nella scuola, per esplicita previsione di legge, tale organismo non può esistere e, d’altronde, lo stesso Piano della performance non ha ancora trovato attuazione. Un’attenta lettura della delibera CiVIT 50/2013 suffraga queste nostre interpretazioni.

Pertanto, fermo restando che l’obbligo di aggiungere nel sito web dell’istituzione scolastica la sezione “Amministrazione trasparente” e quello di pubblicare la prevista documentazione devono essere rispettati, e che essi rientrano nel profilo del dirigente in quanto legale rappresentante dell’istituzione, allo stesso non può essere fatto obbligo di designare un Responsabile per la trasparenza e di adottare il connesso Piano triennale con tutte le relative procedure.

Al fine di fornire ai colleghi un’adeguata tutela, il Presidente dell’Anp ha indirizzato oggi al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca una lettera in cui si rappresenta quanto sopra.

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Roma, 20 dicembre 2013
On. Maria Chiara Carrozza
Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
e, per conoscenza Avv. Luigi Fiorentino
Capo di Gabinetto MIUR
LORO SEDI

Oggetto: Attuazione D.Lgs. 14.3.2013, n. 33
Piano triennale per la trasparenza e l’integrità e nomina del relativo Responsabile.

Questa organizzazione, la più rappresentativa dei dirigenti delle istituzioni scolastiche, riceve numerose segnalazioni dagli iscritti circa un corso di formazione on-line, collocato sulla piattaforma SidiLearn del MIUR e fatto oggetto di pressanti sollecitazioni via e-mail ai dirigenti stessi affinché si iscrivano e lo seguano, in tempi brevissimi (inizialmente entro il 31 dicembre prossimo, poi differito al 31 gennaio).
Nel metodo, si contesta che un’iniziativa di questo tipo sia stata assunta senza informazione sindacale e seguendo modalità di comunicazione pressoché ultimative nei confronti degli interessati. Nel merito, si vuole segnalare che, all’interno delle slide che compongono il corso, sono contenute affermazioni discutibili sotto il profilo della rispondenza alla norma di legge ed anche della semplice praticabilità.
Ci si riferisce in particolare alla figura del Responsabile della Trasparenza, del quale si dà per scontato che debba essere il dirigente scolastico. Questa identificazione è estremamente problematica, per una serie di motivi, che qui sommariamente si richiamano:
– l’art. 43 del D.Lgs. 33/2013 prevede che a svolgere le funzioni di Responsabile per la Trasparenza sia “di norma” il Responsabile per la prevenzione della corruzione, di cui all’art. 1 co. 7 della legge 6.11.2012, n. 190. Come abbiamo segnalato il 15 febbraio scorso al Ministro dell’Istruzione, tale figura non può esistere nella singola istituzione scolastica, in quanto le caratteristiche che per legge deve possedere sono radicalmente in conflitto con quelle che la normativa attribuisce al dirigente scolastico. Senza entrare nuovamente nel dettaglio, si allega copia della nota a suo tempo inviata e sulla quale il MIUR ebbe a sollecitare il parere della Funzione Pubblica (a tutt’oggi non espresso). Né vale osservare che “di norma” significa che si possa derogare, perché nel caso di specie la deroga dovrebbe diventare la regola;
– ma, in ogni caso, sempre nell’art. 43 citato, si prevede che “il responsabile svolge stabilmente un’attività di controllo sull’adempimento da parte dell’amministrazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e l’aggiornamento delle informazioni pubblicate, nonché segnalando all’organo di indirizzo politico, all’Organismo indipendente di valutazione (OIV), all’Autorità nazionale anticorruzione e, nei casi più gravi, all’ufficio di disciplina i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione.” E’ del tutto evidente che il dirigente scolastico non può assumere tali funzioni, in quanto sarebbe al tempo stesso il controllore ed il
controllato. Né può svolgerle un altro dipendente della scuola, in quanto si realizzerebbe un’inversione del rapporto di sovraordinazione fra il dirigente e l’altro personale;
– più in generale, tutto l’impianto del Decreto Legislativo in parola (14.3.2013, n. 33) risulta applicabile solo ad Amministrazioni Centrali. Basti pensare, a titolo di esempio, alla previsione di cui all’art. 10 co. 1, relativa al Piano Triennale della Trasparenza, che dovrebbe essere adottato da “ogni amministrazione, sentite le associazioni rappresentate nel Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti”. E’ del tutto evidente che l’interlocuzione con organi di rilievo nazionale non può essere esercitata direttamente da ottomila istituzioni scolastiche. E, più oltre, “gli obiettivi indicati nel Programma triennale sono formulati in collegamento con la programmazione strategica e operativa dell’amministrazione”.
Quel che emerge, in sostanza, è il contrasto fra le concrete esigenze di trasparenza e di lotta alla corruzione che il legislatore ha voluto giustamente estendere a tutte le amministrazioni pubbliche e il modello organizzativo che le disposizioni attuative vogliono implementare, pensato sulla scala delle Amministrazioni Centrali ed impossibile da trasferire ad amministrazioni, come le scuole, che hanno ordini di grandezza e modalità di funzionamento ed organizzazione del tutto differenti.
In pratica, stante che la redazione e l’aggiornamento del Piano triennale sono adempimenti attribuiti al Responsabile della Trasparenza, e che tale funzione risulta incompatibile con quella del dirigente scolastico, né la nomina del Responsabile né l’adozione formale del Piano sono attuabili a livello di singola scuola.
Questa organizzazione vuole peraltro precisare che non intende mettere in discussione l’obbligo di rendere i siti web delle istituzioni scolastiche conformi alle previsioni del Decreto sulla trasparenza, né il fatto che sia il dirigente a rispondere in ultima analisi di tale adempimento.
Vuole però sottolineare che questo obbligo è di natura “fattuale” e discende dalla rappresentanza legale dell’istituzione, mentre chi ne è titolare non può assumere anche il ruolo ufficiale di Responsabile della Trasparenza, né svolgere tutti gli altri obblighi procedurali relativi, al di fuori della semplice garanzia circa il rispetto delle previsioni di legge sui contenuti obbligatori del sito.
Si rinnova con l’occasione la richiesta a suo tempo formulata e che riguarda la necessità di sciogliere l’altro nodo – per molti versi analogo – relativo alla figura del Responsabile anti-corruzione. Si auspica quindi che l’onorevole Ministro in indirizzo promuova le opportune iniziative per chiarire l’effettiva portata degli obblighi che la Legge 190 ed il Decreto 33 comportano per le scuole, al netto di quanto non risulta applicabile al particolare contesto.
Quel che si chiede è, in definitiva, di separare l’obiettivo (massima trasparenza e lotta alla corruzione) dal modello unico scelto per perseguirlo e che si rivela inattuabile. In difetto di una tale distinzione, si corre il rischio che l’impossibilità pratica di attuare il modello finisca con il travolgere anche le finalità volute dalla legge.

E’ gradita l’occasione per porgere distinti saluti.
Giorgio Rembado
Presidente nazionale Anp

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 299

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 299 del 21-12-2013

Sommario

LEGGI ED ALTRI ATTI NORMATIVI

MINISTERO DELL’INTERNO

 


DECRETO 3 dicembre 2013, n. 144


Regolamento recante modifica al decreto 1° agosto 2002, n. 199,
concernente il «Regolamento recante modalita’ di accesso alla
qualifica iniziale del ruolo dei sovrintendenti della Polizia di
Stato». (13G00188)

 

 

Pag. 1

 

 

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 10 settembre 2013


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Katanga Express». (13A10330)

 

 

Pag. 5

 

 

 


DECRETO 10 settembre 2013


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Obenque». (13A10331)

 

 

Pag. 9

 

 

 


DECRETO 18 ottobre 2013


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Ronzio DF». (13A10329)

 

 

Pag. 13

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 15 novembre 2013


Liquidazione coatta amministrativa della «C.T.C. societa’ cooperativa
a mutualita’ prevalente in liquidazione», in Modena e nomina del
commissario liquidatore. (13A10159)

 

 

Pag. 17

 

 

 


DECRETO 15 novembre 2013


Liquidazione coatta amministrativa della «Autisti di Sassuolo
societa’ cooperativa in liquidazione», in Sassuolo e nomina del
commissario liquidatore. (13A10160)

 

 

Pag. 17

 

 

 


DECRETO 15 novembre 2013


Liquidazione coatta amministrativa della «Cooperativa Edificatrice
2005 societa’ cooperativa», in Bologna e nomina del commissario
liquidatore. (13A10161)

 

 

Pag. 18

 

 

 


DECRETO 15 novembre 2013


Liquidazione coatta amministrativa della «Cooperativa sociale Airone
Bianco S.c.r.l. in liquidazione», in Bologna e nomina del commissario
liquidatore. (13A10162)

 

 

Pag. 19

 

 

 


DECRETO 15 novembre 2013


Liquidazione coatta amministrativa della «Il braccio e la mente –
Societa’ cooperativa», in Argelato e nomina del commissario
liquidatore. (13A10163)

 

 

Pag. 20

 

 

 


DECRETO 15 novembre 2013


Liquidazione coatta amministrativa della «Coop. Confezioni Masieri
soc. coop. a r.l.», in Massa Fiscaglia e nomina del commissario
liquidatore. (13A10164)

 

 

Pag. 20

 

 

 


DECRETO 15 novembre 2013


Liquidazione coatta amministrativa della «Deltapol Sud – Societa’
cooperativa in liquidazione», in Ferrara e nomina del commissario
liquidatore. (13A10165)

 

 

Pag. 21

 

 

 


DECRETO 25 novembre 2013


Sostituzione del commissario governativo della «Immobilmare societa’
cooperativa edilizia a r.l.», in Latina. (13A10308)

 

 

Pag. 22

 

 

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


DETERMINA 2 dicembre 2013


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Humatin»
(paromomicina) ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24
dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 1102/2013). (13A10335)

 

 

Pag. 22

 

 

 


DETERMINA 2 dicembre 2013


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Exelon»
(rivastigmina) ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24
dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 1103/2013). (13A10336)

 

 

Pag. 23

 

 

 


DETERMINA 2 dicembre 2013


Regime di rimborsabilita’ e prezzo di vendita del medicinale per uso
umano «Extavia (interferone beta-1b ricombinante)». (Determina n.
1118/2013). (13A10337)

 

 

Pag. 24

 

 

 


DETERMINA 2 dicembre 2013


Regime di rimborsabilita’ e prezzo di vendita del medicinale per uso
umano «Atosiban Sun (atosiban)». (Determina n. 1111/2013). (13A10338)

 

 

Pag. 26

 

 

 


DETERMINA 2 dicembre 2013


Regime di rimborsabilita’ e prezzo di vendita del medicinale per uso
umano «Inlyta (axitinib)». (Determina n. 1112/2013). (13A10339)

 

 

Pag. 28

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

MINISTERO DELLA SALUTE

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario ad azione immunologica «Duramune
Dappi+LC». (13A10309)

 

 

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COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario ad azione immunologica «Duramune Puppy
DP+C». (13A10310)

 

 

Pag. 30

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario ad azione immunologica «Duramune Pi +
LC». (13A10311)

 

 

Pag. 31

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Cydectin Triclamox». (13A10312)

 

 

Pag. 31

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Folltropin 700 UI» polvere e solvente
per soluzione iniettabile. (13A10313)

 

 

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PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA

 


COMUNICATO


Comunicato relativo all’adozione del decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri 17 dicembre 2013. (13A10468)

 

 

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REGIONE UMBRIA

 


COMUNICATO


Legge regionale 16 dicembre 2013, n. 29 – Disposizioni in materia di
addizionale regionale all’IRPEF. (13A10475)

 

 

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