Dirigenti a tempo si incominci dalla scuola

Scuola, (AND) Job Act. Dirigenti a tempo si incominci dalla scuola

Un preside eletto e a tempo, anziché un dirigente scolastico a vita (lavorativa)

 

“Abbiamo più volte rappresentato l’esigenza indifferibile -scrive in una nota Francesco Greco, presidente dell’Associazione Nazionale Docenti- di superare l’attuale modello dirigistico e monocratico imposto alla scuola con l’inquadramento del capo di istituto nel ruolo burocratico della dirigenza amministrativa che sta producendo effetti nefasti nell’organizzazione scolastica e nei rapporti con le diverse componenti professionali che operano nella scuola.

Dopo tre lustri di dirigenza scolastica, -continua Greco- le scuole hanno visto peggiorare in maniera esponenziale la qualità del clima scolastico, sono cresciuti i conflitti interni, di cui la manifestazione più evidente sono le diverse cause di mobbing pendenti nei tribunali italici, non è migliorata la qualità organizzativa della nostra scuola in termini di efficienza e di efficacia, né la qualità dei profitti dei nostri studenti. Molto meglio allora reimpostare il governo della nostra scuola su criteri democratici, con un preside eletto e a tempo, che continuare a spendere oltre 550 milioni di euro per mantenere un apparato di oltre 8.000 dirigenti scolastici.

La proposta di Renzi – conclude Greco – ha, dunque, tutta la nostra attenzione, a lui e al PD, e alle altre forze politiche interessate, chiediamo che si parta dalla scuola con una riforma organica che proprio nella scuola possa valorizzare i principi cardini della nostra Costituzione.

Corresponsabilità testimone-imputato più che mai assente

A tredici, quindici, diciotto anni, il mondo sta racchiuso nel proprio pugno, si tratta di un mondo che ancora non c’è, ostacolato dal fascino maledetto del vicolo cieco, ma all”entrata un cartello seminascosto avverte: la paura di vivere non si vince con l’alcol, la droga, la recita di un film non ancora in onda. Sveglia giovani sveglia, è la possibilità di una scelta che fa la differenza.

CORRESPONSABILITA’ TESTIMONE-IMPUTATO PIU’ CHE MAI ASSENTE

di Vincenzo Andraous

Il ragazzo è disteso a terra, il vomito alle labbra, un adolescente in rianimazione, tra la vita e la morte, la balbuzie esistenziale che non porta conforto né riparazione, solamente disperazione, coma etilico a tredici, quindici, diciotto anni, morire per abuso di sostanze non è un reality da playstation,
Poco più di un bambino, strangolato dall’alcol, dalla cecità ottusa dell’età, dai desideri adulti improvvisamente insopportabili, sconosciuti e prepotenti.
Quando un ragazzo rotola giù dall’amore che non arriva al cuore, la consuetudine sta nell’uso delle parole sempre più inutili, anche false, perché giustificano sempre e comunque, oppure nel rifugiarsi nella riparazione della “deduzione logica “, negli editti delle buone intenzioni, le solite frasi a effetto.
Un giovanissimo o poco di più, la spirale del rischio estremo, come se tutto fosse nella norma, accadimenti di routine, una specie di ben nota abitudine all’evento critico, non c’è altro da fare che raccogliere i cocci e sperare di riuscire ancora a rimetterli insieme, ma come amaramente s’è visto non sempre s’arriva in tempo.
Invece c’è qualcosa in più che deteriora gli anni più belli della gioventù, c’è qualcosa in meno a cui aggrapparsi per non andare incontro a un coma etilico a quattordici anni, c’è qualcosa che si sottrae confermando la sua presenza.
Rammento qualche anno addietro in una scuola del trentino, anche lì, un ragazzo di quattordici anni, stramazzato al suolo, in coma etilico, pensate: alle nove del mattino.
Fui invitato come operatore della Comunità Casa del Giovane di Pavia a raccontare la mia storia personale, senza badare troppo alla punteggiatura, per fare prevenzione, informare, comunicare, e non dare scampo alle giustificazioni, smetterla con l’incoerenza ipocrita, quando la richiesta di aiuto rimane appesa a mezz’aria, quando con amarezza ti accorgi che l’intero uditorio, ammutolito e scosso, è mancante di qualcosa, di qualcuno, c’è un’assenza che non è riconducibile solamente a quel giovane scivolato tra la vita e……………. La morte.
Ma ieri, e ieri l’altro ancora, qui, più lontano, più vicino, quando quell’adolescente crollava a terra, dove erano gli adulti deputati a conoscere, a leggere, a decodificare? Chissà se c’è davvero coscienza della distrazione che ha aiutato a trasformare quel disagio in una tragedia.
Diventa doveroso raccontare ai ragazzi la condanna insita nella bottiglia, nella droga, in quel maledetto vicolo cieco che affascina, posto là, mai troppo distante, a portata di mano, di bocca, di occhio sempre più spento, sempre pronto a colmare le lacune, le ansie, i tormenti degli interrogativi, le inquietudini delle risposte.
La bottiglia se ne sta in silenzio, non spreca parole, convincimenti, rimproveri, è “stronza amica discreta”, non ci mette il dito, né il becco, non azzarda consigli, lezioni di vita, non comanda stili né comportamenti, non fa commenti, neppure di fronte alla paura di un cambiamento che non arriva, ma alimenta inadeguatezza che non fa prigionieri.
Chissà se quest’altro adolescente affogato nei beveroni coloratissimi, ci lascia questo dolore lacerante, obbligandoci a intervenire, a non restare indifferenti, a chiederci con chi abbiamo a che fare, a pensare finalmente che solo l’amore arriva dove la volontà ci guida, solo l’amore per il rispetto di quelli ancora a spasso con il cuore, può sbarrare la strada alla resa più devastante, solo l’amore può trasformare i luoghi più impensabili in dignità ritrovate.

Corsi di specializzazione per il sostegno

Corsi di specializzazione per il sostegno: il TAR Lazio conferma le tesi ANIEF sul diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002

L’ANIEF prosegue la sua battaglia in favore dei docenti in possesso del diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002; l’avv. Tiziana Sponga ottiene per il nostro sindacato un nuovo provvedimento del TAR Lazio che riconosce il diritto dei nostri iscritti del Veneto e della Lombardia a partecipare alle prove preselettive dei corsi per il conseguimento della specializzazione per il sostegno sospendendo l’effetto degli atti di esclusione emanati in base alla nota MIUR n. 13190/2013.

Il diploma di maturità magistrale, secondo la normativa vigente (D.Lgs. 297/94 e DPR 323/98), ha valore abilitante permanente, pertanto il MIUR non può escludere i docenti in possesso di tale diploma conseguito entro l’a.s. 2001/2002 dalla possibilità di conseguire l’ulteriore specializzazione per le attività di sostegno didattico rivolto agli alunni con disabilità. Forte dell’ulteriore soddisfacente conferma ottenuta presso il tribunale amministrativo, l’ANIEF invita tutti i docenti interessati che hanno regolarmente presentato domanda di partecipazione al corso presso le singole università e per cui non sono ancora scaduti i termini per aderire al ricorso, a richiedere immediatamente le istruzioni operative per l’instaurazione del contenzioso inviando una mail a sostegno.magistrale@anief.net.

Maestra aprimi il tuo sacco. Maestra, voglio giocare

Maestra aprimi il tuo sacco. Maestra, voglio giocare

di Umberto Tenuta

Maestra, voglio giocare a correre, a correre, a correre non so dove.

Voglio  affacciarmi al muro di cinta per guardare che c’è dietro, un mistero che mi affascina, un mistero che mi trascina; un mistero che non mi dà pace.

 

Maestra,voglio sapere chi sei, voglio sapere donde vieni, dove vai, con chi stai, perché mi guardi.

Voglio sapere che cosa hai fatto ieri, avant’ieri, e l’altro ieri ancora,

E poi, Maestra, voglio sapere che cosa farai domani, voglio sapere che cosa ci racconterai domani, voglio sapere che cosa ci leggerai domani.

 

Maestra, ti prego, non essere distratta, distratta dalle mille voci che nella nostra aula risuonano.

Maestra, ascoltami, ascolta me, perché io ho da chiederti tante cose, cose importanti per la mia vita, importanti come le cose e come le persone della tua vita.

Maestra, voglio sapere perché il  tuo bicchiere è sempre pieno sulla tua cattedra.

 

Maestra, guardami, guardami negli occhi, guardami e sorridimi.

Maestra, parlami con la tua voce dolce, dolce dolce come quella della mamma mia.

Maestra, fammi venire alla tua scrivania per ascoltarmi meglio, per sentire meglio la mia voce sottile.

Maestra, accarezza le mie guance e posa la tua mano delicata sui miei occhi curiosi.

 

Maestra, fammi correre ancora nei prati fioriti della mia infanzia, della mia fanciullezza, della mia adolescenza.

Maestra, voglio correre correre correre, andare lontano lontano lontano, là dove il cielo tocca la terra, là dove il sole tramonta la sera, là dove il sole sorge al mattino.

 

Maestra, voglio farti tante domande, voglio chiederti tanti perché, tanti dove, tanti quando.

Maestra, sto guardandomi attorno da quando sono nato, da quando ho aperto gli occhi la prima volta e dietro il vetro del mio nido c’era il nonno che mi aspettava.

Ed io gli ho regalato il mio primo sorriso.

 

Maestra, tu lo sai quante carezze mi ha fatto la mamma mia, quand’ero nel suo grembo caldo.

Maestra, tu lo sai quante volte, quante volte la mamma mia dolce mi ha fatto ascoltare le musiche di Johann Sebastian Bach che le infermiere mi hanno fatto riascoltare appena nato, nel nido.

Maestra, tu lo sai quante e quante volte mi muovevo nel grembo materno per esplorare le sue calde pareti.

Maestra, tu lo hai quanta fretta io avevo di esplorare con le mie mani il volto della mamma mia.

Maestra, tu lo sai quanto mi piacevano i miei primi vocalizzi, le mie prime sillabe, la mia prima parola: mamma!

 

Maestra, tu sa tante cose, tante cose di te, tante cose del mondo, del mondo di ieri e del mondo di oggi.

Maestra, io ho cominciato ad esplorare il mondo della mamma mia, il mondo del babbo mio, il mondo dei miei fratelli di sangue e di gioco.

 

Ora, Maestra, io ti voglio rivolgere tante domande, voglio porti tanti tanti tanti perché.

Maestra, voglio chiederti chi sei; voglio chiederti come ti chiami; voglio chiederti come si chiamano i figlioletti tuoi; e voglio chiederti come si chiama la mamma tua.

 

Maestra, io voglio chiederti un sacco di cose, un sacco grande come quello della Befana.

Maestra, io so che il tuo sacco è pieno, ma io so che il tuo sacco lo riempi ogni giorno di più, per la gioia dei tuoi figli e per la gioia dei bambini della scuola tua.

 

Maestra, ti posso fare una domanda?

Maestra, cosa c’è dentro il tuo sacco? 

Maestra, grazie del bacio che mi dai mentre ti disponi ad aprire il tuo sacco!

Scuola, la cattiva lezione della coppia Carrozza & Saccomanni

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, la cattiva lezione della coppia Carrozza & Saccomanni

di Alex Corlazzoli

Caro ministro Carrozza, spero che i miei ex alunni, oggi alla scuola secondaria di secondo grado, non abbiano letto le sue dichiarazioni all’indomani dei fatti accaduti in merito agli scatti. Di là dalla paradossale vicenda mi sono parse ancora più gravi le dichiarazioni che lei e Fabrizio Saccomani avete fatto per trovare una giustificazione ad una scelta cieca e assurda.

Ai miei alunni insegno il senso di responsabilità, il dovere di compiere il proprio compito di cittadini senza dimenticare che ogni loro azione coinvolge il vicino di banco. Ho insegnato loro a non essere indifferenti di fronte a chi compie un’ingiustizia, a denunciare chi usurpa un diritto. Son solito dire: “Se vedete uno che butta dei rifiuti in un campo non voltatevi dall’altra parte ma chiamate i vigili”.

In Italia due ministri della Repubblica, invece, compiono un errore ai danni di ottanta mila persone, ignare di quanto sta accadendo e si gioca allo scaricabarile.

Lei, cara Carrozza, ha dichiarato: “Non cerco responsabilità e non mi interessano i botta e risposta. La responsabilità è condivisa (…). Sono stata informata solo a cose fatte. C’è stata una catena decisionale di cui non ho avuto contezza”. Il suo collega Saccomani ha rincarato la dose con dichiarazioni di questo genere: “C’è stata un’eccessiva drammatizzazione per un problema tecnico”.

Ma quale drammatizzazione! Com’è possibile che due ministri della Repubblica non si parlino prima di prendere un provvedimento di questo genere? Com’è potuto accadere che tra un dicastero e l’altro dove lavorano centinaia di uomini e donne, con dirigenti stra-pagati, non vi sia stata comunicazione? In questa vicenda c’erano di mezzo le esistenze di persone che guadagnano 1300 euro al mese: è intollerabile sentire parlare di “eccessiva drammatizzazione”. E’ ancor più intollerabile non individuare i responsabili di tali provvedimenti.

Il vero dramma è che in Italia può accadere qualsiasi cosa sulla testa dei docenti e nessuno scende in piazza: siamo ormai abituati a tutto, anestetizzati da governi dove nessuno mai si dimette.

Io, caro ministro, voglio continuare ad insegnare ai miei ragazzi a essere uomini giusti, responsabili, capaci di ammettere i propri errori. Voglio perseverare nell’indicare loro la strada che li porterà un giorno ad essere dei medici, degli ingegneri o degli operai intellettualmente onesti che sapranno cercare le responsabilità di fronte ad un’operazione chirurgica sbagliata o ad un progetto errato.

Scuola: da ascensore sociale a lunapark tardo-sessantottino

da Il Fatto Quotidiano

Scuola: da ascensore sociale a lunapark tardo-sessantottino

di Fabio Scacciavillani

Ogni tre anni un campione di 500mila studenti quindicenni in tutto il mondo (4000 per ciascun paese che partecipa) viene sottoposto al test Pisa che valuta il loro grado di apprendimento e di risoluzione di problemi logico matematici.

Il test si compone di sei livelli di difficoltà e per le risposte sono concessi 2 minuti. A livello 1 si tratta di interpretare un grafico. A livello 2 le domande sono di questo tipo:

“Helen ha una bicicletta nuova con un contachilometri da cui risulta che in una gita ha percorso inizialmente 4 km in 10 minuti e successivamente 2 Km in 5 minuti. Quale delle seguenti affermazioni è corretta?

  1. Helen ha percorso la prima parte della gita ad una velocità media più alta che nella seconda
  2. B Helen ha percorso le due distanze alla stessa velocità media
  3. Helen ha percorso la prima parte della gita ad una velocità media inferiore rispetto alla seconda
  4. Non si può dire”.

Il 96% degli studenti a Shanghai, ha risposto correttamente mentre a Singapore e Hong Kong il 92%. Sull’intero campione mondiale la media è stata del 77%. I migliori risultati si sono registrati in Asia: oltre alle tre città citate si sono piazzate al top Corea del Sud, Macao e Giappone. Solo Estonia e Finlandia nell’area euro (colpa della Merkel?) riescono a stare al passo, con la Svizzera che segue a ruota. Peggiori di tutti sono risultati gli studenti peruviani, indonesiani e colombiani (circa un quarto di risposte esatte) appena sotto qatarini, giordani e tunisini (la Tunisia è l’unico paese africano a prendere parte al test). Gli Usa e il Regno Unito ristagnano a mezza classifica con rispettivamente il 75% ed il 78% di risposte esatte. Gli studenti italiani sono in questo gruppo con un discreto 75%. I tedeschi raggiungono l’82%.

A livello tre una tipica questione è questa (semplificando un po’a fini espositivi): John va in una concessionaria per acquistare un’autovettura e ne trova quattro dal motore diverso. Quale auto ha il motore più piccolo?

  1. Quella con una cilindrata di 1,79 litri
  2. Quella con una cilindrata di 1,796 litri
  3. Quella con una cilindrata di 1,82 litri
  4. Quella con una cilindrata di 1,783 litri

Di nuovo a Shanghai gli studenti sono stati i migliori con l’89%  di risposte esatte. Poi seguono le solite stelle asiatiche Singapore, Hong Kong, Taiwan, Macao, Giappone. Legittimamente vi chiederete come è possibile che tra il 10% ed il 20% dei ragazzi di 15 anni sbaglino una risposta del genere. Allora vi prego di interrompere la lettura immediatamente se non volete essere colti da una sensazione agghiacciante. Nell’Ocse, cioè i paesi più sviluppati al mondo la percentuale di studenti che ha risposto correttamente è del 55%. Per gli studenti italiani la percentuale è persino più bassa, il 51%. Gli Usa registrano un imbarazzante 48%. Tra gli argentini l’89% delle risposte è sbagliata (chissà come mai nella pampa i peronisti  dominano la politica).

Saltiamo al livello 6, il più difficile. Una domanda tipo è la seguente: Helen è andata in bicicletta da casa al fiume, che dista 4 km, in 9 minuti. Al ritorno ha preso una scorciatoia percorrendo 3 km in 6 minuti. Qual è stata la velocità media oraria di Helen per l’intero percorso di andata e ritorno?

Il 30% degli studenti a Shanghai ha risposto correttamente, percentuale apparentemente piuttosto bassa per un problema da quinta elementare, che richiede solo la conoscenza delle quattro operazioni fondamentali. Ebbene, sapete qual è la media delle risposte esatte tra gli studenti dei paesi Ocse? Il 3%! Insomma la quasi totalità dei ragazzi di scuola superiore nei paesi cosiddetti sviluppati non è capace di fare due addizioni e di moltiplicare per 4.

Paesi come Austria, Francia e Regno Unito riescono a stare nella media, ma in Italia (come negli Usa) solo il 2% degli studenti arriva al risultato giusto. Nei fanalini di coda dell’Unione Europea, Spagna, Grecia, Bulgaria e Romania solo l’1% (arrotondato) degli studenti ha risposto correttamente, come in Tailandia, Turchia e Emirati Arabi Uniti. In paesi che si spacciano per la culla della civiltà l’ignoranza è la cifra dominante del sistema educativo.

Questi ragazzi un giorno andranno in cerca di lavoro. Questi ragazzi un giorno andranno all’Università e sceglieranno una materia umanistica perché “la matematica proprio non mi entra in testa”. Questi ragazzi un giorno scriveranno sui media e contribuiranno a formare l’opinione pubblica. Questi ragazzi un giorno voteranno per un candidato alle elezioni. L’implicazione tragica è che da über-bamboccioni difficilmente saranno in grado di fare lavori non manuali nel mondo di domani e tanto meno saranno in grado di scegliere qualcuno migliore di loro in cabina elettorale.

Qualche flebile singulto di vita sull’encefalogramma si registrerà saltuariamente come reazione inconscia a qualche imbonitore in Tv, che saprà abbindolarli con parole scientificamente melliflue e suadenti che si tratti di stamina o di moneta filosofale.

Non è tollerabile perpetuare un sistema che non costituisce più un ascensore sociale avendo assunto le caratteristiche di un monumentale lunapark tardo-sessantottino disseminato di professori che fingono di insegnare (basta che arrivi uno stipendio ancorché magro) e studenti che fingono di imparare (basta che arrivi un titolo di studio ancorché vacuo). La qualità delle scuole, dei professori e degli amministratori scolastici deve essere verificata da un organismo professionale indipendente (soprattutto da governo, pedagogisti e sindacalisti), con il potere di allontanare i presidi, i professori ed i maestri inadeguati e di premiare quelli (e sono tanti) che tra sacrifici e abnegazione hanno sinora mantenuto a galla la baracca.

Agli educatori migliori va riconosciuto ruolo, carriera, status, poteri disciplinari sugli studenti, nonché lo stipendio che meritano, quantomeno alla pari con quelle figure professionali che mandano avanti un’azienda. Alle scuole va riconosciuta l’autonomia di assumere i migliori, non chi ha accumulato punti secondo metodologie cabalistico-bizantine. La transizione non sarà un pranzo di gala, ma nel mondo che si staglia all’orizzonte, dominato dalle eccellenze del sapere, l’alternativa sarebbe un collettivo, fragoroso tonfo di schiena dalla generazione precaria alla generazione di aspiranti lavavetri abusivi a Shanghai.

Scuola, polemica su 27mila insegnanti di sostegno. I 5S: Mef li blocca. La replica: “Falso, noi favorevoli”

da Repubblica.it

Scuola, polemica su 27mila insegnanti di sostegno. I 5S: Mef li blocca. La replica: “Falso, noi favorevoli”

Dopo lo scontro Saccomanni-Carrozza, l’accusa del Movimento ripresa dai sindacati della scuola: “Disconosciute le assunzioni”. Ma il ministero di Saccommani dice: tutto inventato

di SALVO INTRAVAIA

ROMA – Altro scontro tra Saccomanni e Carrozza? Dopo quello sulla restituzione degli scatti stipendiali, vinto dal ministro dell’Istruzione, adesso si profila un’altra querelle: quella sull’assunzione di circa 27mila docenti di sostegno prevista dal decreto-scuola, di cui 4.447 per l’anno scolastico in corso. Ma dal ministero dell’Economia smentiscono qualsiasi intenzione di volere bloccare la stabilizzazione degli insegnanti di sostegno. “Il Mef  –  dicono da via XX settembre – non ha sollevato nessuna obiezione sull’assunzione dei docenti di sostegno. Ha anzi espresso un avviso favorevole alla richiesta del ministero dell’Istruzione pervenuta a fine dicembre. La Funzione Pubblica predisporrà lo schema del Decreto del Presidente della Repubblica necessario per il completamento dell’iter di assunzione che potrà essere sottoposto quanto prima al Consiglio dei Ministri”. Nelle prossime ore il ministro Saccomanni provvederà a firmare il decreto che verrà poi restituito al Miur.

A denunciare il presunto blocco era stato qualche giorno fa l’onorevole del M5S Luigi Gallo che attraverso un massaggio su Facebook accusava via XX settembre di non volere “firmare neanche la prima tranche di assunzioni di insegnanti di sostegno.

Il motivo – spiegava – è che la Ragioneria di stato e il ministero dell’Economia disconoscono i 26.684 docenti di sostegno di nuova costituzione previsti dal decreto”. Una denuncia raccolta oggi anche anche da Anief e Gilda. Il sindacato guidato da Marcello Pacifico parla di “bluff sui docenti di sostegno” puntando il dito contro il “Mef che si mette di traverso sulle l’assunzioni stabilite per legge”. “Sarebbe una vera beffa – continua il leader dell’Anief – perché il contingente era stato già dimezzato rispetto al reale fabbisogno. Evidentemente viene reputata troppo alta la spesa di 4 miliardi di euro l’anno per garantire la didattica ad oltre 220mila alunni, le cui Asl chiedono il docente specializzato”. “Ma che scuola è – si chiede pacifico  –  quella dove le logiche di risparmio prevalgono pure sui disabili, che così ogni anno continueranno a cambiare insegnante?”.

L’assunzione dei 27mila docenti di sostegno prevista dal decreto dello scorso settembre è in effetti una stabilizzazione, perché attualmente su oltre 110mila docenti specializzati che seguono i portatori di handicap soltanto 63mila sono a tempo indeterminato. La restante parte, circa 47mila insegnanti vengo reclutati ogni anno dalle liste dei precari. E vengono quindi pagati ugualmente. Non si tratta di assunzioni ex novo, insomma. Ma la stabilizzazione garantirebbe la continuità didattica a circa 100mila alunni disabili costretti ogni anno a cambiare “angelo custode”. Anche la Gilda degli insegnanti insorge contro lo stop di Saccomanni alla richiesta inviata da viale Trastevere, ancora disattesa. “Dopo gli scatti automatici le indennità al personale Ata e ai dirigenti scolastici  –  conclude Pacifico  –  anche le immissioni in ruolo dei docenti di sostegno rischiano di trasformarsi in una telenovela”.

La vicenda degli scatti  –  che 90mila lavoratori della scuola avrebbero dovuto restituire, dopo averli percepiti, con minirate da 150 euro al mese prelevate direttamente dallo stipendio  –  ha richiesto l’intervento del premier Enrico Letta che ha affrontato il difficile punto nel Consiglio dei ministri di due giorni fa. Sull’organico di sostegno invece starebbe lavorando  –  per “armonizzarlo”  –  anche il commissario Carlo Cottarelli, nominato da Letta per la revisione della spesa pubblica: la cosiddetta Spending review.

Scuola: iscrizioni fra il 3 e il 28 febbraio

da Repubblica.it

Scuola: iscrizioni fra il 3 e il 28 febbraio

Una circolare fissa le nuove scadenze. Coinvolti un milione e mezzo di alunni, che frequenteranno le prime classi degli istituti di ogni ordine e grado. Il 27 gennaio le famiglia dovranno registrarsi al sito del Ministero: “Operazione indispensabile”

Slitteranno a febbraio le iscrizioni all’anno scolastico 2014/2015. La circolare ministeriale che dà avvio alla kermesse è stata emanata pochi minuti fa e prevede che le famiglie possano iscrivere i propri figli nelle classi iniziali di ogni grado dal 3 al 28 febbraio. Il provvedimento era pronto da settimane ma viale Trastevere ha atteso che tutte le regioni completassero il dimensionamento della rete scolastica per il prossimo anno. In una nota inviata tre giorni fa ai dirigenti scolastici aveva fissato i tempi per lanciare la complessa macchina che consentirà a circa un milione e mezzo di alunni di iscriversi, anche quest’anno online, in prima elementare e al primo anno della scuola media e superiore.

Dal 7 al 24 gennaio, gli istituti potranno personalizzare i moduli che i genitori dovranno compilare online accedendo al sito www. iscrizioni. istruzione. it. Dal 27 al 31 gennaio le scuole potranno controllare ed eventualmente modificare i moduli prima che partano le iscrizioni. E successivamente potranno partire le iscrizioni. Quest’anno, la macchina avviata dall’ex ministro Francesco Profumo è stata perfezionata. Una settimana prima dell’avvio delle iscrizioni, il 27 gennaio, le famiglie dovranno registrarsi  al sito del ministero, operazione che viene definita “indispensabile e propedeutica alla compilazione della domanda”.

La procedura di registrazione e quella per ottenere la password utile alla compilazione del modulo virtuale è stata snellita. Ma le utenze registrate l’anno scorso non sono più valide e occorrerà pertanto registrarsi nuovamente. L’anno scorso, le iscrizioni sono partite il 21 gennaio e si sono concluse il 28 febbraio. Ma le famiglie che sono riuscite a completare tutta la procedura da casa sono state sette su dieci. Quasi mezzo milione di famiglie è dovuto ricorre all’aiuto delle segreterie scolastiche per completare l’iscrizione dei propri figli. E quest’anno esordiranno i licei sportivi: al massimo uno per provincia. Mentre per le iscrizioni alle scuole dell’infanzia si continuerà a seguire la procedura cartacea.

Anche ai dirigenti scolastici il Mef vuole tagliare lo stipendio

da Tecnica della Scuola

Anche ai dirigenti scolastici il Mef vuole tagliare lo stipendio
di R.P.
La vicenda non è nuova e riguarda il Fondo Unico Nazionale che il Mef vorrebbe calcolare applicando regole diverse rispetto a quelle che in alcune regioni sono già state concordate fra Ministero e sindacati. Sit-in di proteste dell’ANP il prossimo 23 gennaio.
Era inevitabile e facilmente prevedibile: lo sblocco della vicenda scatti ha dato immediatamente il via ad un ricco contenzioso che – stando almeno alle dichiarazioni dei Ministri interessati – si sta risolvendo a favore dei dipendenti della scuola. Il problema delle posizioni economiche degli Ata verrà risolto con un provvedimento legislativo in fase di perfezionamento, mentre più di 4mila docenti verranno rapidamente assunti su altrettanti posti di sostegno. A questo punto anche i dirigenti scolastici sperano in una soluzione del loro problema, che per la verità richiede somme di denaro non particolarmente elevate. La questione riguarda il Fondo Unico nazionale, quello – per intenderci – che serve a pagare la retribuzione accessoria. In realtà sulla materia esistono già contratti integrativi regionali sottoscritti fra le parti e quindi non dovrebbero esserci difficoltà. Ma così non è perché i contratti registrati riguardano solo alcune regioni, mentre per la maggior parte dei casi Mef e Funzione Pubblica non hanno dato parere favorevole. Anzi, il Mef vorrebbe calcolare il fondo con modalità diverse che penalizzerebbero i dirigenti scolastici. Secondo l’ANP, se si procedesse seguendo le indicazioni del MEF, la retribuzione dei dirigenti verrebbe decurtata di almeno 2mila euro all’anno. Il sindacato di Giorgio Rembado commenta la vicenda in modo sarcastico. “Vorremmo finalmente sapere chi sia il “datore di lavoro” cui fare riferimento, visto che i contratti integrativi nazionali e regionali vengono firmati con uffici del Miur, ma è poi il Mef che decide se ed in quale misura dar loro applicazione”. “Se siamo diventati dipendenti del Mef gradiremmo saperlo – aggiunge l’ANP – almeno forse entreremmo a parte dei numerosi (ed intoccabili) privilegi di cui essi hanno finora goduto”. I dirigenti dell’ANP vanno anche oltre: “Se i patti sono pezzi di carta, non lo sono per una parte sola: e, se vi saremo costretti, siamo pronti a trarne tutte le conseguenze”. E così per giovedi 23 gennaio il maggior sindacato dei dirigenti scolastici promuove anche una manifestazione nazionale, con tanto di sit-in davanti alla sede del Miur alle 11,30. Anche per i dirigenti ci sarà qualche politico di peso disposto a puntare i piedi e a chiedere la soluzione di un problema che si trascina da tempo?
10/01/2014

Assunzioni 4.447 prof di sostegno, Saccomanni firmerà nelle prossime ore

da Tecnica della Scuola

Assunzioni 4.447 prof di sostegno, Saccomanni firmerà nelle prossime ore
di Alessandro Giuliani
A dichiararlo è il Mef: il decreto, controfirmato dal Ministro, verrà restituito al Miur, mentre il parere favorevole sarà trasmesso alla Funzione Pubblica. Che predisporrà lo schema del decreto del Presidente della Repubblica, necessario per portare il documento finale al Consiglio dei Ministri. La lunga attesa dovuta quindi solo ad un prolungamento dell’iter di approvazione? L’impressione è che l’accelerata decisiva sia avvenuta a seguito dell’intervento di alcuni esponenti politici e sindacali: troppo alto era il rischio di un’altra querelle nazionale, stavolta con tanto di danno ai disabili e ai loro docenti, come quella sugli scatti del 2012.
La lezione sugli scatti di anzianità è servita. Stavolta, sul presunto blocco dell’iter di assunzione dei circa 4.500 docenti di sostegno, il Mef ha chiuso la pratica in meno di ventiquattro ore. Le polemiche, innescate dal deputato ‘grillino’ Luigi Gallo, rilanciate da Gilda e Anief, ribadite dal ‘renziano’ Davide Faraone, hanno portato il ministero dell’Economia a chiudere la questione in tempo record. Prima che, come accaduto con quella sugli scatti del 2012, si ergesse a caso nazionale.
Nella serata del 10 gennaio ha emesso un comunicato nel quale spiega che sono state effettuate le verifiche ed è stato espresso il parere favorevole. E nelle prossime ore il ministro Saccomanni firmerà il decreto che verrà restituito al dicastero di Viale Trastevere.
Nella nota il Mef risponde, senza giri di parole, “alle richieste di rimuovere il presunto ‘blocco’ delle assunzioni degli insegnanti di sostegno. Il Ministero dell’Istruzione – prosegue il comunicato – ha inviato al Ministero dell’Economia il decreto interministeriale Miur-Mef di rideterminazione delle dotazioni organiche dei posti di sostegno in data 19 dicembre 2013, insieme alla richiesta di autorizzazione all’assunzione del primo nucleo di insegnanti. Nei dieci giorni lavorativi successivi, inclusi quelli tra Natale, Capodanno ed Epifania, la Ragioneria Generale dello Stato ha effettuato le verifiche prescritte ed espresso parere positivo tanto sul decreto quanto sulla richiesta di assunzione, fatti salvi gli ulteriori adempimenti del Miur”.
Insomma, per il Mef i tempi di attesa perché l’iter di assunzione di 4.447 docenti specializzati – la prima delle tre tornate, cui seguiranno 13.342 immissioni in ruolo nell’a.s. 2014/15 e 8.895 nel successivo – contenuta nel decreto 104 ‘La Scuola riparte’, convertito nella legge n. 128 dell’8 novembre scorso, non sarebbero stati nemmeno eccessivamente lunghi. Resta da capire perché allora l’esponente ‘grillino’ abbia scritto un documento, dalla sua pagina Facebook, dal titolo: ‘I numeri fasulli delle assunzioni nella scuola. Il Ministro dell’economia non firma il decreto’. In attesa di una replica del diretto interessato, ci dobbiamo fidare delle rassicurazioni del Mef.
”Nelle prossime ore – assicura il Tesoro – il decreto, controfirmato dal Ministro Fabrizio Saccomanni, verrà restituito al Miur, mentre il parere favorevole all’assunzione verrà trasmesso agli uffici del Ministro per la pubblica amministrazione. Il Dipartimento della Funzione Pubblica predisporrà lo schema del Decreto del Presidente della Repubblica necessario per il completamento dell’iter di assunzione che potrà essere sottoposto quanto prima al Consiglio dei Ministri”. Una dichiarazione che, comunque sia andata, non potrà che fare piacere a quei quasi 4.500 docenti precari specializzati che entro breve verranno chiamati dagli Ambiti territoriali per essere assunti in ruolo e con decorrenza giuridica 1° settembre 2013.

Sostegno, è allarme assunzioni. Ma il Mef smentisce

da Tecnica della Scuola

Sostegno, è allarme assunzioni. Ma il Mef smentisce
di Alessandro Giuliani
Le circa 4.500 immissioni in ruolo dell’anno in corso sarebbero state bloccate a Via XX Settembre. Accuse dal M5S e dai sindacati. Poi anche dal Pd. Il ministero dell’Economia tira in ballo la Funzione Pubblica. Un’altro caso come quello sugli scatti?
Quelli di inizio anno sembrano dei giorni particolarmente ricchi di fatti e polemiche sulla scuola. Dopo la diatriba sugli scatti di anzianità del 2012 – concessi, chiesti indietro dal Mef ed infine di nuovo assicurati – , finita su giornali a mass-media nazionali, l’attenzione si sposta sul versante del sostegno agli alunni disabili. Ed in particolare sull’allungamento dei tempi di assunzione della prima parte degli oltre 26mila docenti sancita dall’art. 15 della Legge 128/13.
Qualche giorno fa a lanciare l’allarme era stato, su Facebook, il parlamentare Luigi Gallo (M5S) del Movimento 5 Stelle, che sulla sua pagina Facebook, nel quale si denunciava che Ragioneria generale dello Stato e Mef “disconoscono i 26.684 docenti di sostegno previsti dal decreto”. Per via di tagi e “spending review che in definitiva allungano i tempi per il pensionamento per chi lavora nella scuola (come nel caso Quota 96)”.
L’allarme di Gallo è stato presto rilanciato dai sindacati. Prima dalla Gilda degli insegnanti. Poi dall’Anief, che con in duro comunicato ha scritto che qualora si realizzasse quanto prospettato da Gallo “il mondo della scuola si ritroverebbe davanti all’ennesima beffa: anziché dare seguito al potenziamento del corpo insegnante specializzato nel sostegno, poiché negli ultimi 10 anni il numero di alunni disabili è raddoppiato, passando da 110mila a 222 mila unità, si persevera nel mantenere in vita la politica dei calcoli ragionieristici a vantaggio dello Stato. A discapito dei cittadini più deboli”, ha tenuto a precisare il sindacato di Marcello Pacifico.
La questione è diventata in poche ore anche politica. Tanto che Davide Faraone, responsabile Scuola e Welfare del Pd, si è detto sconcertato del fatto che “ad oltre due mesi dall’ approvazione del DL istruzione, si siano perse le tracce di un atto indispensabile per rendere effettive e reali le assunzioni. E’ inutile parlare di famiglia e stato sociale se poi gli atti vanno esattamente nella direzione opposta. Il gioco delle tre carte deve finire”, afferma ancora Faraone. “Siamo certi che nessuno sarà così scriteriato da ritardare ulteriormente lo sblocco di questo atteso adempimento. Per questo ci aspettiamo che a stretto giro le assunzioni stabilite per legge siano sbloccate”, ha concluso il ‘renziano’.
Il crescere di dichiarazioni ha costretto il dicastero di Via XX Settembre a spiegare che non ci sarebbe nessuna ostruzione da parte loro: “Il Mef – riporta Rupubblica.it – non ha sollevato nessuna obiezione sull’assunzione dei docenti di sostegno. Ha anzi espresso un avviso favorevole alla richiesta del ministero dell’Istruzione pervenuta a fine dicembre. Adesso, alla Funzione pubblica adottare i provvedimenti per le assunzioni in questione”. L’impressione è che anche stavolta si inneschi il solito scarico di responsabilità. Staremo a vedere. E vi terremo informati.

Iscrizioni on line: ecco come e quando

da Tecnica della Scuola

Iscrizioni on line: ecco come e quando
Dal 3 al 28 febbraio, mentre la registrazione degli utenti possibile già dal 27 gennaio
Via libera alle iscrizioni on line dal 3 al 28 febbraio 2014. con la possibilità, per le famiglie, di registrarsi sul sito dedicato già a partire dal 27 gennaio prossimo. Lo scorso anno, come si legge in una nota del ministero, “oltre 1,5 milioni di iscrizioni sono state effettuate on line, 32.000 moduli personalizzati da parte delle scuole, 5 milioni di fogli di carta sono stati  risparmiati, ed inoltre 1.000 scuole paritarie che hanno aderito nonostante non fosse obbligatorio”.
Tutte le informazioni saranno disponibili anche sulla pagina http://www.iscrizioni.istruzione.it.
Le iscrizioni on line riguardano le classi prime della scuola primaria e di quella secondaria di primo e secondo grado. Sono escluse le scuole dell’infanzia per le quali rimane in vigore la procedura cartacea.
La procedura on line
Dallo scorso anno la procedura di iscrizione alle classi prime si svolge unicamente on line per le scuole statali, fatta eccezione per la scuola dell’infanzia. Per le istituzioni scolastiche paritarie non c’è obbligo di adesione alla procedura informatizzata. Dal 27 gennaio in poi le famiglie potranno cominciare a registrarsi sul sito del Miur.  La registrazione al servizio, infatti, novità di quest’anno, può essere effettuata prima dell’apertura ufficiale delle iscrizioni on line e rimarrà attiva per tutto il periodo delle iscrizioni stesse, fino al 28 febbraio. Sempre con anticipo sull’avvio delle procedure di iscrizione, viene messa in linea la pagina dedicata (http://www.iscrizioni.istruzione.it) che consente alle famiglie di esplorare con calma le informazioni relative alla ricerca della scuola, alle modalità di registrazione e di compilazione della domanda. Quest’anno è stato anche facilitato il processo di recupero delle password e del nome utente in caso di smarrimento.  Non è previsto che le domande arrivate per prime siano accolte con priorità dalle scuole. Le famiglie possono svolgere le operazioni di iscrizione con tranquillità per tutto il periodo che va dal 3 al 28 febbraio. Una brochure esplicativa sarà pubblicata nei prossimi giorni nella sezione dedicata alle iscrizioni on line per aiutare ulteriormente gli utenti.  L’Ufficio Relazioni con il Pubblico resterà a disposizione dei genitori anche attraverso il suo canale web http://www.istruzione.it/urp. Il sistema ‘Iscrizioni on line’ si farà carico di avvisare le famiglie in tempo reale, via posta elettronica, dell’avvenuta registrazione o delle variazioni di stato della domanda. Le famiglie, inoltre, potranno in ogni momento seguire l’iter della domanda inoltrata. Una nuova funzione consente anche l’iscrizione degli alunni stranieri sprovvisti di codice fiscale attraverso la generazione di un codice provvisorio.

Docenti vecchi e malpagati

da Tecnica della Scuola

Docenti vecchi e malpagati
di P.A.
Gli insegnanti italiani sono i più vecchi e i peggio pagati dell’intera area Ocse. Secondo l’ultimo Rapporto “Education at a Glance 2013”, quasi i due terzi hanno più di 50 anni, con picchi d’età intorno ai 60 anni; gli ultracinquantenni sono poco meno del 48% nella scuola primaria, il 61% nella secondaria di primo grado e quasi il 63% alle superiori, mentre la media Ocse non supera il 35%. In Italia gli insegnanti sotto i 30 anni sono 27 su mille, mentre nella media Ocse sono oltre il 10%. Peraltro, sono scoraggianti i numeri sui pensionamenti dopo la riforma Fornero, che rallenta il “turn over”.
Scoraggianti i numeri sui pensionamenti dopo la riforma Fornero. Mentre nel 2011 ad uscire dalla scuola erano stati oltre 27mila docenti e il 1° settembre 2012 avevano lasciato in più di 21mila, le cessazioni dal servizio nel 2013 sono diventate poco meno di 11mila. Ma non solo, la riforma sulle pensione ha pure bloccato le immissioni in ruolo. Infatti, degli 11.542 posti e cattedre messi a concorso nel 2012 il ministero ne aveva destinati 7.351 all’a.s. 2013-14, e i restanti 4.191 all’anno successivo, a cui si sarebbero dovuti aggiungere altrettanti docenti della graduatoria a esaurimento per un totale stimato di circa 15mila. E invece le immissioni in ruolo al 1° settembre 2013 sono state soltanto 11mila. Contestualmente è uscita la Classifica europea per la spesa in istruzione della rete Eurydice. E si viene a sapere che nel corso del 2013 la Romania ha registrato la più alta crescita in termini di budget per l’istruzione tra i paesi UE. Con un incremento del 6,4% rispetto al 2012. Secondo il rapporto della rete Eurydice, che fornisce informazioni e analisi sui sistemi educativi europei, Bucarest ha investito soprattutto in infrastrutture scolastiche, in borse di studio e programmi sociali. Nella maggior parte dei paesi analizzati i bilanci per l’istruzione sono mediamente saliti nel 2013 di oltre 1 punto percentuale (Polonia +2%, Austria +1,2%, Francia +1,7%). Anche se ci sono stati paesi tra cui Inghilterra, Irlanda, Malta, Italia e Cipro i cui bilanci per l’educazione si sono ridotti.

Assunzioni: il Mef frena e iniziano le proteste

da Tecnica della Scuola

Assunzioni: il Mef frena e iniziano le proteste
di R.P.
Ma tutto stava già scritto in due commi dell’articolo 15 del DL 104 (“La scuola riparte”) anche se il ministro Carrozzaa si era ben guardata dal far presente i vincoli e le condizioni previste dal decreto.
Quando il ministro Carrozza e il premier Letta parlarono del piano di assunzioni previsto dall’articolo 9 del decreto legge 104 (“La scuola riparte”) era assolutamente chiaro che si trattava dell’ennesimo annuncio che, per tradursi in pratica, avrebbe avuto bisogno di diversi passaggi istituzionali non del tutto scontati. Bastava leggere (e neppure con eccessiva attenzione) quanto scritto nei primi tre commi del provvedimento per capirlo. La nostra testata aveva segnalato fin da subito il rischio che si alimentassero troppe aspettative. Adesso i nodi stanno arrivando al pettine perché sembra che il Mef stia già creando qualche difficoltà per le prime assunzioni che il Miur vorrebbe fare (qualche migliaio di posti di sostegno). E già si sprecano le prese di posizione e le proteste. Ma, se si legge il testo del decreto 104, ci si potrà rendere facilmente conto che tutto stava già scritto lì. Intanto il comma 1 chiarisce che il piano triennale di assunzioni può essere realizzato ad alcune precise condizioni: 1) ci deve essere una specifica sessione negoziale che assicuri l’invarianza finanziaria 2) il piano deve essere varato da un apposito decreto    interministeriale 3) il piano deve realizzarsi nel rispetto degli  obiettivi programmati dei saldi di finanza pubblica e nell’ambito delle  risorse rese disponibili per effetto della sessione negoziale di cui si è detto Il comma 2 stabilisce che a partire dall’anno in corso i posti di sostegno effettivamente funzionanti dovranno via via essere convertiti in organico di diritto in modo da arrivare alla perfetta coincidenza fra organico  di diritto e organico di fatto nell’arco di 3 anni. Il comma 3 prevede anche un piano di assunzioni già per il 2013/14 per la copertura dei posti vacanti e disponibili sull’organico di sostegno così come ricalcolato ai sensi del comma 2. Ma sempre, aggiunge il testo di legge, ferma restando la procedura autorizzatoria prevista dalle norme in vigore e cioè sempre che il Ministero dell’economia dia il via libera. Insomma protestare adesso per gli intoppi che si stanno presentando è quanto meno curioso. La legge era fin troppo chiara. Che poi Carrozza e Letta non avessero sottolineato vincoli e procedure è un altro discorso.