Maggiorenni per la vita… e per la scuola?

Fnism
Federazione Nazionale Insegnanti
Associazione Professionale Qualificata per la Formazione Docenti D.M.1772000 Prot. N.2382/L/3-23052002

Maggiorenni per la vita… e per la scuola?
Un percorso scolastico e formativo per diplomarsi a 18 anni.
21 febbraio 2014 – ore 15,30 18,30
Aula Magna Liceo Mamiani
ROMA Viale Delle Milizie 30

-­‐ Saluto d’apertura
Tiziana Sallusti D.S. Liceo Mamiani
-­‐ Introduzione ai lavori
Gigliola Corduas Presidente Fnism
-­‐ Appunti per un riordino complessivo del sistema educativo di istruzione e di formazione
Maurizio Tiriticco
-­‐ Da dove viene e come cambia la scuola italiana
Orazio Niceforo
-­‐ Le ricadute del riordino sugli organici dei docenti, una variabile sottesa al confronto
Massimo Di Menna
-­‐ Ingegneria istituzionale o riforme incisive?
Mario Rusconi

Ai partecipanti sarà rilasciato attestato del MIUR

Per informazioni 338 8989432 339 7712691

62° Convegno Nazionale

62° CONVEGNO NAZIONALE

Jesolo – 21-22 febbraio 2014

IPSSAR “Elena Cornaro” via M.L. King – Lido di Jesolo

Un “lavoro” da professionisti

                     Dirigenti, figure di sistema, docenti
Valutazione, prospettive di carriera, valorizzazione della professionalità

 

Venerdì 21 febbraio 2014

 

I sessione (9,30-12,30) :  E’ TEMPO DI PROFESSIONISTI!

 

Interventi di saluto  Carmen Sperandeo (Presidente ANDIS VENETO)

Valerio Zoggia (Sindaco di Jesolo)

Gregorio Iannaccone (Presidente Nazionale ANDIS)

 

Introduzione ai lavori

Rodolfo Janes  (Direttivo Nazionale ANDIS)

Roberto Rugolotto (Assessore all’Istruzione – Comune di Jesolo)

  • Il capitale professionale come risorsa della scuola

Mario Giacomo Dutto, già Direttore Generale MIUR, saggista

 

  • Leadership e management: un uomo solo al comando?

Angelo Paletta, Facoltà di Economia Università di Bologna

 

  • La professione docente: un discorso “fuori dal coro”

Fiorella Farinelli, Esperta di processi formativi

 

II sessione (15,30-18,30):  DAGLI SCENARI ALLE PROPOSTE OPERATIVE

 

Workshop 1                       Fatti e misfatti della valutazione dei dirigenti

Introduce: Damiano Previtali, Dirigente scolastico, Consulente INVALSI

Coordinano: Francesco Balice (Direttivo Nazionale ANDIS)  –

Maria Grazia Ciambellotti  (Vice Presidente Consiglio Nazionale ANDIS)

 

Workshop 2                       Una proposta per la valutazione/valorizzazione della professione docente

Introduce: Giancarlo Cerini, dirigente tecnico, socio onorario Andis

Coordinano:      Paolo Cosulich (Ufficio di Presidenza Nazionale ANDIS)

Lia Susanna  Bonapersona (Presidente ANDIS Venezia)

 

Workshop  3                       l’autovalutazione d’istituto

 

Introduce: Giorgio Allulli, esperto di politiche formative

Coordinano   Vincenzo Petrosino (Direttivo Nazionale ANDIS)

Paola Bortoletto (Presidente ANDIS Treviso)

 

Workshop  4            Costruire la comunità professionale: formazione, ricerca, innovazione

 

Introduce: Dino Cristanini, già direttore generale INVALSI

Coordinano   Aldo Tropea (Presidente Consiglio Nazionale ANDIS)

                                                          Vivina Forgia (Direttivo Nazionale ANDIS)

 

Sabato 22 febbraio 2014

 

III^ Sessione: ore 9,30-13,00: IDEE A CONFRONTO

 

Question time 1:  LIBERARE LA PROFESSIONE DOCENTE?

 

Giuseppe Bagni, Presidente nazionale CIDI

                                      Giorgio Allulli, esperto di politiche formative

Discussant: Renata Rossi (Vicepresidente Nazionale ANDIS)

 

 

Question time 2:  PER UNA VALUTAZIONE DALLA PARTE DELLA SCUOLA

 

Dino Cristanini, già direttore generale INVALSI

                                      Maurizio Tiriticco, già dirigente tecnico MIUR,  socio onorario Andis

Discussant: Michele Giammatteo (Vicepresidente Nazionale ANDIS)

 

Conclusioni

Gregorio Iannaccone (Presidente Nazionale ANDIS)

 

 

Durante il Convegno sarà presentato e diffuso tra i partecipanti il n. 5, settembre-ottobre 2013, del bimestrale “Rivista dell’istruzione”, interamente dedicato ai problemi della valutazione, curato direttamente da ANDIS e contenente i materiali più significativi del convegno Andis di Bologna 2012: “Valutare, valutarsi…e poi?”

 

Il convegno intende offrire un contributo propositivo all’elaborazione di una proposta tecnica, di carattere professionale, finalizzata allo sviluppo e alla crescita delle professioni all’interno della scuola, con riferimento ai dirigenti, ai diversi ruoli di responsabilità, al personale docente.

Siamo di fronte ad una domanda di qualificazione e di miglioramento della scuola, pur in uno scenario di risorse non soddisfacenti, che implica un forte investimento sulle “persone” che agiscono nella comunità scolastica come professionisti dotati di autonomia progettuale, di responsabilità, ma accomunati da un forte spirito di cooperazione.

Il rinnovo del prossimo contratto di lavoro, le nuove forme di preparazione e reclutamento dei dirigenti, il discorso sulla valutazione delle diverse professionalità, richiedono idee innovative, coraggiose, aperte al futuro, capaciti di suscitare empatia, fiducia, credibilità della società civile e politica nei confronti dell’impegno dei suoi operatori, premessa per ogni discorso di rilancio della funzione pubblica e democratica della scuola.

Il convegno vuole essere una sede aperta di confronto sulla scuola di oggi, sulle sue criticità e le sue difficoltà, per preparare al meglio la scuola di domani.

Eccellente riuscita del brindisi/presidio

Eccellente andamento del presidio/brindisi organizzato questa mattina dai colleghi e dalle colleghe del Liceo Regina Margherita di Torino con il sostegno della CUB Scuola Università Ricerca

Al fine di denunciare lo spreco di pubblico denaro e l’umiliazione imposta agli insegnanti ai quali viene imposta una visita medica volta al fine di stanare gli alcolizzati i colleghi e le colleghe del Liceo Regina Margherita hanno organizzato una tipica colazione spumeggiante in stile berlinese, il sekt fruhstuc, che prevede una coppa di champagne.

La CUB SUR considera un successo il fatto che l’assemblea sindacale del Regina Margherita abbia assunto la decisione di denunciare in maniera simpatica ed elegante una situazione pazzesca visto che l’istituto, come molti – troppi –  altri,  ha gravissimi problemi di sicurezza, e si impegna a proseguire la mobilitazione sino al ritiro di questa legge sciagurata.

È necessario che la scuola pubblica abbia risorse per mettere gli edifici in sicurezza, per occuparsi dei reali problemi di salute del personale e cioè lo stress lavoro correlato in paurosa crescita anche a causa della Riforma Fornero.

Per la CUB Scuola Università Ricerca

Cosimo Scarinzi

Un appello dal mondo della scuola

Un appello dal mondo della scuola

Nel mondo della scuola la preoccupazione è fortissima, mentre ancora una volta va in scena il processo delicato e nervoso della costituzione di un nuovo governo.

La scuola è in grave sofferenza. Occorre averne consapevolezza e agire di conseguenza: invertire la tendenza, rinvigorire l’attenzione sociale, dedicare risorse, dare stabilità e valore a un sistema delicatissimo che è stato oggetto negli anni di interventi devastanti ai quali urge porre rimedio.

Lo sanno bene coloro che a scuola lavorano tutti i giorni, lo sanno gli studenti che la frequentano, i genitori che le si affidano per accompagnare la crescita e costruire il futuro dei figli, lo sanno gli attori sociali più consapevoli che senza un’istruzione di qualità garantita a tutti non c’è uscita dalla crisi, né sviluppo democratico per questo Paese.

Occorre che questa consapevolezza cresca, che sulla scuola l’attenzione non solo non si spenga, ma si diffonda, che si traduca in partecipazione della società tutta e in politiche scolastiche efficaci e lungimiranti, bisogna che le scuole, come ganglio vitale del territorio, ritrovino protagonismo e valorizzazione.

Nonostante la crisi di governo, e anzi proprio per chiedere con forza che la scuola non venga considerata come tema di secondaria importanza da una politica occupata a riformulare organigrammi, un nutrito numero di soggetti del mondo della scuola, lancia un messaggio al mondo politico e istituzionale.
Un appello che non va lasciato cadere e che la FLC CGIL sostiene con convinzione.

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Si è svolto a Roma un incontro a cui hanno preso parte i rappresentanti di diverse associazioni professionali e sindacali (ADI, AIMC, ANDIS, CIDI, FINSM, IRSEF-IRFED, LEGAMBIENTE SCUOLA E FORMAZIONE, MCE, PROTEO FARE SAPERE, UCIIM, appartenenti al Forum nazionale delle associazioni professionali dei docenti e dirigenti scolastici, FEDERAZIONE DEGLI STUDENTI, MOVIMENTO STUDENTI DI AZIONE CATTOLICA, RETE DEGLI STUDENTI MEDI, UNIONE DEGLI STUDENTI, appartenenti al Forum nazionale delle associazioni studentesche, AGE e CGD appartenenti al Forum nazionale delle associazioni dei genitori, CISL Scuola e FLC CGIL). Oggetto dell’incontro uno scambio di opinioni e valutazioni sul preannunciato avvio, da parte del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, di una consultazione propedeutica ad una Costituente sulle problematiche scolastiche.

I partecipanti, pur esprimendo un arco molto vasto e articolato di posizioni, hanno condiviso la necessità e l’importanza di azioni che possano restituire “voce” alla scuola attraverso un attivo coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, individuando in particolare nelle istituzioni scolastiche un fondamentale punto di incontro per un confronto aperto al territorio. Hanno altresì espresso l’auspicio che eventuali iniziative di consultazione e ascolto siano legate a una chiara definizione di obiettivi, tempi, modalità e strumenti, in modo tale da favorire un reale e costruttivo coinvolgimento di cui devono essere protagonisti anche i soggetti sociali che sotto diversi profili esprimono una significativa rappresentanza del mondo della scuola, costituendo già essi stessi, contesti importanti e significativi di sintesi, di ascolto, riflessione e proposta.

La situazione politica in divenire lascia comunque immutata l’esigenza che si apra, da parte di chi assumerà responsabilità di governo, una fase di ampio e coinvolgente confronto con l’obiettivo di rilanciare, a partire da un forte riconoscimento del ruolo e dell’azione che svolgono tutte le componenti della comunità scolastica, un prospettiva di forte rilancio e valorizzazione del sistema di istruzione e formazione pubblica come risorsa strategica per il Paese.

LA RIFORMA FORNERO COLPISCE ANCORA: IN PENSIONE SOLO 17MILA DOCENTI E ATA, NEL 2007 ERANO IL TRIPLO

da IMGPress

LA RIFORMA FORNERO COLPISCE ANCORA: IN PENSIONE SOLO 17MILA DOCENTI E ATA, NEL 2007 ERANO IL TRIPLO 
(16/02/2014)Nella scuola gli effetti della riforma Fornero si confermano devastanti: quest’anno l’innalzamento progressivo dell’età pensionabile, in particolare delle donne, che nella scuola costituiscono più dell’80% del personale, con migliaia di ‘Quota 96’ illegittimamente stoppati, porterà alla pensione appena 13.380 insegnanti e 3.697 tra amministrativi, tecnici ed ausiliari: in tutto saranno 17mila. Se rispetto al 2013 si registra un incremento di circa il 20%, quelli emessi dal Miur sono numeri davvero modesti. Che non favoriranno quel turn over fisiologico indispensabile in un contesto lavorativo contrassegnato da over cinquantenni e oltre 140mila precari annuali, quasi la metà di tutta la pubblica amministrazione.
Per comprendere la modesta portata dei pensionamenti concessi da Viale Trastevere, basta prendere come riferimento quelli che si realizzarono nel 2007, quando furono più di 51mila le cessazioni di servizio dei dipendenti della scuola: praticamente il triplo di quelle che si concretizzeranno quest’anno. Si tratta di numeri eloquenti. Che dimostrano quello che l’Anief sostiene da quando è stata approvata la riforma Fornero attraverso il decreto legge n. 201, del 6 dicembre 2011, convertito con la legge n. 214 del 22 dicembre 2011: la scuola italiana doveva adottare la riforma pensionistica in modo graduale.
E siccome il Parlamento continua a far prevalere gli interessi ragionieristici a quelli del buon senso, il quadro che ci aspetta è davvero grigio: con i docenti più vecchi dell’area Ocse, i precari assunti alle soglie dei 40 anni e le nuove norme che permettono di lasciare il servizio per la pensione non prima dei 65 anni, le 8.400 scuole pubbliche italiane saranno sempre più affollate di personale docente e amministrativo stanco e demotivato.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, è la conferma che “la scuola necessita di una deroga rispetto alle nuove norme che regolano l’uscita dal mondo del lavoro: il Parlamento italiano, durante il Governo Monti, ha creato un meccanismo infernale che entro qualche anno produrrà una quantità industriale di insegnanti ultra 60enni. Pensiamo per un attimo alle maestre della materna, che si occupano di bambini di 3-4 anni. Senza dimenticare che a questi insegnanti attempati, dal 2010 lo Stato ha bloccato gli aumenti, dando loro stipendi quasi da fame. Come si fa a parlare di scuola di qualità in queste condizioni?”.
In mancanza di una modifica alle norme pensionistiche, il sindacato ritiene indispensabile dare la possibilità a chi ha svolto 25-30 anni di insegnamento di rimanere in servizio con ruoli alternativi a quelli della didattica frontale: un docente con tanta esperienza alle spalle dovrebbe avere l’opportunità di attuare compiti diversificati.
“I docenti alle soglie della pensione – continua Pacifico – potrebbero essere impiegati come tutor, formatori o supervisori dei giovani docenti. Oppure come orientatori per gli studenti. Sono delle soluzioni, già praticate con fortuna in diversi Paesi, che permetterebbero ai docenti rimasti in servizio, loro malgrado, di poter mettere a disposizione la tanta esperienza accumulata negli anni a favore dei colleghi inesperti. Ma anche degli alunni, fornendogli quella assistenza in fase di scelta dei nuovi corsi, che risulterebbe decisiva per abbattere quell’abbandono scolastico che in Italia è cinque punti percentuali sopra la media Ue. Si darebbe infine di nuovo respiro al turn over, assumendo finalmente una quantità maggiore dei tanti precari abilitati e vincitori di concorso già inseriti nelle graduatorie e che – conclude il sindacalista Anief-Confedir – scalpitano per essere immessi in ruolo”.
 

La battaglia dei filosofi: «Un errore cancellare lo studio del pensiero»

da Corriere della Sera

Giovanni Reale: «Prevale l’idea che il sapere derivi solo da scienza e tecnologia»

La battaglia dei filosofi: «Un errore cancellare lo studio del pensiero»

La materia eliminata dai corsi di laurea in Pedagogia e Scienze dell’Educazione. L’insegnamento nei licei ridotto di un anno

ROMA – La filosofia è in pericolo. Scuola e università sembrano avviate verso un processo di espulsione della materia: la sperimentazione di un ciclo abbreviato di quattro anni potrebbe portare alla perdita di un anno di insegnamento (due invece di tre) nei licei, mentre in alcuni corsi di laurea, come Pedagogia e Scienze dell’Educazione, la filosofia è uscita dalle tabelle disciplinari. Decisioni che possono rientrare in quell’attacco all’umanesimo che alcuni intellettuali di varia estrazione denunciano, come hanno fatto Alberto Asor Rosa, Ernesto Galli Della Loggia e Roberto Esposito qualche mese fa con un appello congiunto pubblicato dalla rivista «Il Mulino».

La filosofia dunque sembra essere la prima vittima, ma i filosofi non ci stanno. «È l’errore più grave che si possa fare – commenta Giovanni Reale, filosofo cattolico -. Qualche volta ho sentito pronunciare da alcuni giovani le stesse cose che evidentemente pensa chi propone questi progetti: la filosofia si occupa di problemi astratti che non hanno a che fare con la vita, che appesantiscono la mente. Prevale l’idea che il sapere derivi dalla scienza e che la tecnologia risolva tutti i problemi. Eppure Popper e gli epistemologi hanno spiegato che la scienza per definizione non può avere idee universali e necessarie, ma coerenti con un paradigma dominante in quel preciso momento. La bellezza della filosofia è di poter contenere anche sistemi opposti, perché le nostre idee non sono definitive».

Reale guarda anche all’estero: «In Francia e Spagna, dove l’hanno quasi eliminata dai licei, se ne sono pentiti. In Germania non c’è la possibilità di un livello intermedio di conoscenza. Un filosofo come Gadamer è capito molto meglio in Italia che in Germania. Una volta mi disse che quando veniva qui si sentiva come in un santuario: tutti quei ragazzi che andavano a sentirlo avevano strumenti di comprensione che in nessun altro Paese avevano».

Anche Giulio Giorello pensa «tutto il male possibile» dell’idea di ridimensionare l’insegnamento della filosofia. «Ma non per difendere la categoria – spiega -. Non penso ai filosofi come professionisti della parola o del pensiero, ma la filosofia è il respiro della mente, Hannah Arendt la definiva “la vita della mente”. Si può farne a meno, ma allora si deve respirare solo con il corpo. Come diceva Vladimir Jankélévitch si può vivere senza filosofia, ma molto male. La riflessione su se stessi e la meditazione sul nostro posto nel modo, quella che si chiama la “libertà filosofica” fa paura agli esponenti della cappa burocratica che mira a normalizzare il pensiero e vuole farci diventare tutti dei mestieranti mediocri».

Gianni Vattimo, che ha insegnato filosofia teoretica a Torino per 25 anni, si sofferma sull’idea di togliere l’insegnamento della materia nei corsi di laurea di Pedagogia e Scienza dell’Educazione: «È un passo verso la disumanizzazione. In generale i Paesi in cui non si insegna la filosofia sono i peggiori. Toglierla dai corsi di laurea in cui si dovrebbe “insegnare come si insegna” è un pessimo segnale. Se penso che si studia la decimologia, la scienza di come si danno i voti, allora preferisco che si studi Gentile». Secondo il teorico del pensiero debole una formazione puramente funzionale alla produzione è da buttare: «Ci ritroveremo una generazione di piccoli produttori legati a saperi specifici che poi velocemente tramontano. C’è invece una formazione che è tanto più significativa quanto più slegata all’uso delle macchine».

Ma a che cosa serve la filosofia? Vattimo scherza, ma non troppo: «Serve a non farsi dirigere nella visione del mondo soltanto dalle canzonette. È una messa in ordine delle idee sulla vita e su noi stessi. Husserl diceva che studiare la filosofia è come fare di professione l’essere umano». Alzi la mano chi non ne ha bisogno.

Cristina Taglietti

Contributi scolastici,boom di denunce

da La Stampa

Contributi scolastici,boom di denunce

Raddoppiate in un anno le segnalazioni di abusi da parte degli istituti. “Colpa dei tagliall’offerta formativa”

Flavia Amabile

Era tutto già scritto, ma ora che è febbraio e tempo di iscrizioni c’è anche la conferma. Chi pagherà il salvataggio degli scatti dei professori non saranno il Ministero dell’Economia né quello dell’Istruzione. Saranno i genitori, tanto per cambiare. Rispetto allo scorso anno sono quasi raddoppiate le denunce di abusi nelle richieste di contributi scolastici da parte delle scuole. Perché, alla fine della complessa trattativa non priva di ripercussioni politiche per il governo Letta che allora era in carica, a restare con il cerino acceso in mano sono genitori e studenti. Si taglierà il Mof, il capitolo relativo al Miglioramento dell’Offerta Formativa, quello che permette alle scuole di organizzare le attività extrascolastiche e di avere un po’ di respiro nei conti. Quel respiro da qualche anno è sempre più corto, e quest’anno ancora di più. Per trovare risorse le scuole possono soltanto rivolgersi a chi le frequenta. Al Ministero dell’Istruzione sono in aumento le segnalazioni di casi di istituti che pretendono contributi che dovrebbero essere volontari come obbligatori per frequentare i corsi di quella che una volta era la scuola dell’obbligo pluri-garantita dalla Costituzione. È un lento scivolamento all’indietro dei diritti in corso da alcuni anni. IlMinistero ha chiarito da tempo la propria contrarietà rispetto a queste richieste con la circolare Stellacci: chi si iscrive ha il dovere di pagare solo una tassa erariale ed una tassa di frequenza, pari a circa 20 euro. Tutto quello che eccede questacifra può essere chiesto ma è del tutto volontario, i genitori possono rifiutarsi di pagarlo, in particolare nella scuola dell’obbligo. I contributi non potranno essere utilizzati per il funzionamento amministrativo delle scuole, è possibile chiedere solo un contributo per i laboratori ma deve essere del tutto congruo. Del tutto ingiustificate le richieste di aumenti anche perché – spiegano ancora dal ministero – quest’anno il Fondo di Funzionamento è rimasto stabile e si è cercato di lasciare invariati anche i fondi per i corsi di recupero (che però negli anni scorsi erano già stati fortemente ridotti). Ma tante scuole hanno fatto finta di nulla. Sono quasi raddoppiate le segnalazioni di abusi arrivate al sito Skuola.net rispetto allo scorso anno. Al professionale Marco Gavio Apicio di Anzio, senza alcun pudore, scrivono nel Patto di Corresponsabilità consegnato ai genitori che chi non pagherà la quota di 150 euro l’anno per il biennio e di 200 euro sarà iscritto con riserva. All’Ipsia di Battipaglia, denuncia un genitore, chiedono 100 euro per ogni anno, compresi i primi due che fanno parte dell’istruzione obbligatoria. All’alberghiero «Scappi» di Castel San Pietro Terme arrivano fino a 210 euro. Al tecnico industriale di Catanzaro chiedono 120 euro , chi non paga non viene iscritto, denuncia una madre. Allo scientifico Tassoni di Modena considerano come spese obbligatorie quelle per fotocopie che invece riguardano l’attività didattica. E per quel che riguarda i corsi di recupero, da Bologna a Ceccano, sono in tanti gli istituti che chiamano gli studenti più bravi a tenerli. «Ci stanno strozzando», sostiene un dirigente scolastico che preferisce restare, però, anonimo. Quanto costano alle famiglie i contributi scolastici volontari? «Non esistono stime precise – spiega Daniele Grassucci , responsabile comunicazione di Skuola.net – ma é possibile comunque effettuarle. Dalle oltre 700 segnalazioni di irregolarità arrivate negli ultimi tre anni, si può evincere che alle superiori nellamaggior parte dei casi non si richiede meno di 60 euro, con punte di 200 ai professionali o ai tecnici. Questa cifra moltiplicata per 2.580.007 alunni iscritti, secondo i dati ministeriali del 2013/2014, fa la cifra non trascurabile di 155 milioni di euro. Ripercorrendo lo stesso ragionamento per le scuole medie, dove é difficile pagare meno di 25 euro, é possibile ipotizzare un incasso da parte dei 1.671.375 studenti delle medie pari a 42 milioni di euro. Certo non tutti pagano, ma quei pochi che non lo fanno sono sottoposti a minacce di vario tipo».

IeFP: prove di secondo canale

da TuttoscuolaNews

IeFP: prove di secondo canale 

Il numero degli iscritti ai corsi di Istruzione e Formazione Professionale ha superato quota 300 mila nell’anno formativo 2012-13, registrando un forte incremento (+18%) rispetto all’anno precedente, come rileva l’Isfol nell’ultimo monitoraggio relativo al sistema dell’IeFP, effettuato per conto del Ministero del Lavoro in collaborazione con quello dell’istruzione.

Il balzo avanti è dovuto, stando ai dati diffusi nei giorni scorsi, all’accresciuto numero di giovani che si sono iscritti agli istituti professionali, cioè alle scuole, aumentati da 120 a 162mila, cui vanno aggiunti gli iscritti ai centri accreditati di istruzione e formazione professionale, passati da 125 a 128 mila.

Per quanto riguarda il primo anno, 45mila sono stati i giovani che si sono iscritti presso i centri (39%), 70mila quelli che hanno scelto le scuole in regime di sussidiarietà. È prevalsa quindi la scelta della scuola malgrado la sua maggiore selettività (solo il 45,6% consegue la qualifica, contro il 68% degli iscritti ai centri accreditati).

Da notare che il 46% dei nuovi iscritti alla filiera IeFP (centri accreditati) ha 14 anni, e ha quindi fatto questa scelta direttamente dopo la terza media. Gli altri provengono invece in buona parte da precedenti insuccessi scolastici. Gli iscritti di nazionalità straniera ai corsi IeFP sono il 15,5%.

Ai dati relativi ai percorsi IeFP andrebbero poi aggiunti quelli riguardanti gli alunni degli istituti professionali non in regime di sussidiarietà, che sono un po’ calati negli ultimi anni ma che insieme agli altri di questa filiera (alunni dei corsi in sussidiarietà più alunni dei centri accreditati) costituiscono una massa di iscritti che va ben oltre il 20% della leva d’età.

In Lombardia, dove questa scelta è più frequente, e considerando anche gli istituti tecnici (per i quali però il discorso dovrebbe essere più approfondito), il sistema IP-IeFP-IT esprime una massa critica sufficiente per parlare di un canale competitivo con quello liceale. In poche altre Regioni del Nord ci si avvicina a questo maggiore equilibrio tra i due macrocanali. Nel resto d’Italia e soprattutto al Sud e nelle Isole la gerarchizzazione è molto più forte, e il punto più debole è costituito dai corsi di IeFP (quando ci sono) e da una parte consistente degli istituti professionali.

All’IeFP è dedicato uno speciale di 20 pagine nel numero di febbraio del mensile Tuttoscuola. Un vero e proprio check up su questo importante segmento del sistema formativo, con dati, analisi, esperienze e l’intervento dei maggiori esperti del settore.

Pensioni, a settembre andranno via in 17mila. Ma c’è poco da gioire

da Tecnica della Scuola

Pensioni, a settembre andranno via in 17mila. Ma c’è poco da gioire
di A.G.
Rispetto al 2013 si registra un incremento del 23%, ma nel 2012 se ne andarono quasi il doppio di docenti e Ata. E nel 2007 il triplo. L’Anief torna a chiedere una deroga per i dipendenti della scuola rispetto alla “stretta” imposta con la riforma Fornero: il Governo Monti ha creato un meccanismo infernale, che entro qualche anno produrrà una quantità industriale di insegnanti ultra 60enni stanchi e demotivati.
Per la scuola quello di febbraio è il mese di cui si parla già di pensionamenti. Sono quelli che prenderanno corpo sei mesi dopo. E quest’anno si registra, a quanto risulta a “Repubblica.it”, il 23% in più di addii al servizio rispetto a quello passato: il settembre scorso andarono in pensione 10.860 insegnanti e 3.662 amministrativi, tecnici e ausiliari. Nell’estate del 2014 toccherà a 13.380 insegnante (2.520 in più) e 3.697 Ata (appena 35 in più).
Se si guarda al passato recente l’incremento, in effetti, c’è stato. Se invece si va a confrontare il dato degli attuali pensionamenti con quelli in po’ più indietro c’è poco da gioire. Solo due anni fa, nel 2012, se ne erano andati in oltre 30 mila. Se poi si va indietro cinque anni prima, il gap diventa enorme. Facendo crescere i rimpianti, per un turn over ormai sempre più ridotto.
“Per comprendere la modesta portata dei pensionamenti concessi da Viale Trastevere – sostiene l’Anief – basta prendere come riferimento quelli che si realizzarono nel 2007, quando furono più di 51mila le cessazioni di servizio dei dipendenti della scuola: praticamente il triplo di quelle che si concretizzeranno quest’anno. Si tratta di numeri eloquenti. Che dimostrano quello che l’Anief sostiene da quando è stata approvata la riforma Fornero attraverso il decreto legge n. 201, del 6 dicembre 2011, convertito con la legge n. 214 del 22 dicembre 2011: la scuola italiana doveva adottare la riforma pensionistica in modo graduale”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, è la conferma che “la scuola necessita di una deroga rispetto alle nuove norme che regolano l’uscita dal mondo del lavoro: il Parlamento italiano, durante il Governo Monti, ha creato un meccanismo infernale che entro qualche anno produrrà una quantità industriale di insegnanti ultra 60enni. Pensiamo, per un attimo alle maestre della materna, che si occupano di bambini di 3-4 anni. Come si fa a parlare di scuola di qualità in queste condizioni?”.
In mancanza di una modifica alle norme pensionistiche, il sindacato ritiene indispensabile dare la possibilità a chi ha svolto 25-30 anni di insegnamento di rimanere in servizio con ruoli alternativi a quelli della didattica frontale: un ocente con tanta esperienza alle spalle dovrebbe avere l’opportunità di attuare compiti diversificati.
I docenti alle soglie della pensione – continua Pacifico – potrebbero essere impiegati come tutor, formatori o supervisori dei giovani docenti. Oppure come orientatore per gli studenti. Sono delle soluzioni, già praticate con fortuna in diversi Paesi, che permetterebbero ai docenti rimasti in servizio, loro malgrado, di poter mettere a disposizione la tanta esperienza accumulata negli anni a favore dei colleghi inesperti. Ma anche degli alunni, fornendogli quella assistenza in fase di scelta dei nuovi corsi, che risulterebbe decisiva per abbattere quell’abbandono scolastico che in Italia è cinque punti percentuali sopra la media Ue. Si darebbe infine di nuovo respiro al turn over”.
Quelle dell’Anief rimangono però delle proposte. Che molti addetti ai lavori condivideranno. La realtà però è ben’altra. E più si va avanti, più salgono il coefficiente relativo all’aspettativa di vita e l’età minima di pensionamento delle donne. Che nella scuola rappresentano oltre l’80% del personale. Se tanto mi dà tanto…

Il Governo Renzi e l’agenda Monti sulla scuola potranno convivere?

da Tecnica della Scuola

Il Governo Renzi e l’agenda Monti sulla scuola potranno convivere?
di Lucio Ficara
In campagna elettorale la responsabile scuola del PD Francesca Puglisi aveva espresso giudizi severi sulle proposte di Monti e del suo movimento. Ma in politica, come si sa, tutto è possibile.
Mentre Matteo Renzi,  prossimo premier incaricato dal “Quirinale” a formare un Governo di legislatura, sta preparando accuratamente la sua lista dei Ministri, oltre ad esercitarci a pronosticare quale sarà il prossimo Ministro dell’istruzione, noi ci domandiamo molto più tecnicamente a quale area politica apparterrà il nuovo responsabile del Miur. La guida del Ministero di viale Trastevere continuerà a restare nelle mani del partito democratico o verrà ceduto ad un’altra area politica? Questa è la domanda principale che dovrebbe interessarci, a prescindere dai nomi che invece fanno parte del caratteristico totoministri. D’altronde il futuro Governo Renzi si reggerà, e potrà durare nel tempo, grazie al supporto di alcuni senatori del Nuovo Centro Destra, di Scelta Civica, dei Popolari per l’Italia di Mario Mauro. In buona sostanza questo significa che per  riuscire a mettere in piedi un governo in  grado di reggere  il mare mosso della situazione politica italiana, Renzi sarà costretto, obtorto collo,  ad accontentare le richieste degli alleati Ncd, Scelta Civica e delle altre piccole forze che hanno dichiarato di appoggiarlo in questa funambolica decisione di sostituire l’ormai dimissionario Governo Letta. Ecco quindi spuntare, più che concreta, la pista che darebbe a capo del Miur un esponente di Scelta Civica. Il nome scritto nell’agenda di Renzi è quello della senatrice Stefania Giannini segretario di Scelta Civica. Se così fosse la scuola verrebbe assegnata ad un’esponente del partito di Monti, principale ispiratore del provvedimento che avrebbe portato a 24 ore settimanali, a parità di salario, il servizio degli insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Questo ci dà molto da pensare, rispetto a quelli che potrebbero essere le linee guida che ispireranno la conduzione del Miur nei prossimi anni. È utile ricordare cosa diceva  al riguardo, durante la campagna elettorale che ha nominato questo Parlamento, l’allora responsabile scuola del PD Francesca Puglisi: “L’Agenda Monti sulla Scuola va indietro nel tempo”. E poi proseguiva convinta: ”Quelle di Monti non sono favole, peggio: sono furbizie, blandizie per far dimenticare che il Miur targato Profumo non si è discostato di un millimetro dal Miur targato Gelmini con tagli all’istruzione e umiliazione ai docenti”.  In quella campagna elettorale la Puglisi non ha risparmiato il partito di Scelta Civica, asserendo che dal novembre 2011 con lo spread a 578, si è passati dai fannulloni e inculcatori di Berlusconi, a “conservatori” e “corporativi” di Monti. Oggi, come è probabile, il Miur potrebbe essere assegnato proprio ad un esponente di Scelta Civica, le cui credenziali, sono state esposte da Francesca Puglisi. A questo punto è lecito porsi una domanda e porla soprattutto a Renzi, che è chiamato a scegliere: “Il prossimo Governo Renzi e l’agenda Monti sulla scuola potranno convivere senza problemi?” Renzi è ancora in tempo a fare scelte politiche  diverse e assegnare la casella del Ministero dell’istruzione a chi la scuola non la considera corporativa, conservatrice e soprattutto non maggiorerà i carichi di lavoro degli insegnanti che sono già troppo pesanti.

Si cancella la filosofia dalla scuola?

da Tecnica della Scuola

Si cancella la filosofia dalla scuola?
di P.A.
Si teme che abbreviando il ciclo delle superiori si potrebbe perdere un anno di insegnamento di filosofia nei licei, mentre in alcuni corsi di laurea, come Pedagogia e Scienze dell’Educazione, la filosofia è uscita dalle tabelle disciplinari
Scrive Giovanni Reale, filosofo cattolico: “È l’errore più grave che si possa fare. Qualche volta ho sentito pronunciare da alcuni giovani le stesse cose che evidentemente pensa chi propone questi progetti: la filosofia si occupa di problemi astratti che non hanno a che fare con la vita, che appesantiscono la mente. Prevale l’idea che il sapere derivi dalla scienza e che la tecnologia risolva tutti i problemi. Eppure Popper e gli epistemologi hanno spiegato che la scienza per definizione non può avere idee universali e necessarie, ma coerenti con un paradigma dominante in quel preciso momento. La bellezza della filosofia è di poter contenere anche sistemi opposti, perché le nostre idee non sono definitive”. “In Francia e Spagna, dove l’hanno quasi eliminata dai licei, se ne sono pentiti. In Germania non c’è la possibilità di un livello intermedio di conoscenza. Un filosofo come Gadamer è capito molto meglio in Italia che in Germania. Una volta mi disse che quando veniva qui si sentiva come in un santuario: tutti quei ragazzi che andavano a sentirlo avevano strumenti di comprensione che in nessun altro Paese avevano”. Per Gianni Vattimo, che ha insegnato filosofia teoretica a Torino, togliere l’insegnamento della filosofia nei corsi di laurea di Pedagogia e Scienza dell’Educazione: “È un passo verso la disumanizzazione. In generale i Paesi in cui non si insegna la filosofia sono i peggiori. Toglierla dai corsi di laurea in cui si dovrebbe “insegnare come si insegna” è un pessimo segnale. Se penso che si studia la decimologia, la scienza di come si danno i voti, allora preferisco che si studi Gentile. Ci ritroveremo una generazione di piccoli produttori legati a saperi specifici che poi velocemente tramontano. C’è invece una formazione che è tanto più significativa quanto più slegata all’uso delle macchine”.

Fare scuola è semplice semplice

Fare scuola è semplice semplice

di Umberto Tenuta

 

Fare scuola è semplice semplice.

Io ti do le palline colorate e tu le riponi nei bicchieri dello stesso colore.

Abbiamo imparato i colori!

Io ti do le figure geometriche e tu le poni nei vassoi della stessa forma.

Abbiamo imparato le forme geometriche!

Io creo una frase e tu trova le parole che non cambiano.

Abbiamo imparato le parti variabili e le parti invariabili del discorso!

 

Il docente tace, gli studenti, in gruppi di tre/cinque, ricercano, scoprono, costruiscono i loro saperi ed imparano come si impara, per continuare ad imparare lungo tutto il cammino della loro vita.

Provare a farlo anche voi, o Maestre, o Maestri, in ogni ordine e grado di scuola, e poi, per favore, fatemi sapere: utenuta@alice.it

Rassegna Stampa 17 febbraio 2014

 

in primo piano

 
il Sole 24 Ore  del  17-02-2014
CAMPANIA, SICILIA, LOMBARDIA PRIME IN “GARANZIA GIOVANI” (F.Barbieri/C.Tucci) [solo_testo] pag. 11
il Sole 24 Ore  del  17-02-2014
L’EFFICIENZA “BOCCIATA” DA TROPPI TAGLI (S.Natoli) [solo_testo] pag. 14
Il Fatto Quotidiano  del  17-02-2014
I RAGAZZI DI ERASMUS UN SUCCESSO A META’ (C.Di foggia) [solo_testo] pag. 12
Giorno/Resto/Nazione  del  17-02-2014
Int. a A.Carbone: DALL’ITALIA CON ONORE UNA SCIENZIATA A PARIGI (G.Serafini) [solo_testo] pag. 32
 

ministero

 
la Stampa  del  17-02-2014
ALLA SCUOLA POTREBBE ANDARE UN’ESPONENTE DI SCELTA CIVICA (F.Amabile) [solo_testo] pag. 4/5
Tecnicadellascuola.it  del  17-02-2014
CHI E’ STEFANIA GIANNINI, POSSIBILE MINISTRO DELL’ISTRUZIONE [solo_testo] pag.
il Messaggero  del  17-02-2014
DALL’UE ALLE FAMIGLIE ECCO I PIANI DI RENZI (S.Menafra/D.Pirone) [solo_testo] pag. 7
il Messaggero  del  17-02-2014
Int. a L.Manni: “A SCUOLA DISTRAEVA I PROF RIMBAMBENDOLI DI POLITICA” (M.Ajello) [solo_testo] pag. 6
la Stampa  del  17-02-2014
CONTRIBUTI SCOLASTICI, BOOM DI DENUNCE (F.Amabile) [solo_testo] pag. 8
la Stampa  del  17-02-2014
Int. a M.Pacifico: “I TAGLI HANNO FATTO DISASTRI ORA OCCORRE INVESTIRE” (F.Amabile) [solo_testo] pag. 8
il Mattino  del  17-02-2014
IL TEST INVALSI DISTRAE DALLO STUDIO (G.Israel) [solo_testo] pag. 1
il Messaggero  del  17-02-2014
SCUOLA, FUGA DI STUDENTI DALL’ORA DI RELIGIONE (A.Camplone) [solo_testo] pag. 14
il Messaggero  del  17-02-2014
Int. a D.Saottini: “NON E’ CATECHISMO MA CULTURA VERA” (A.cam.) [solo_testo] pag. 14
Corriere di Viterbo e della Provincia  del  17-02-2014
NON SI FERMA LA “FUGA” DEGLI INSEGNANTI DALLA SCUOLA [solo_testo] pag. 5
il Gazzettino  del  17-02-2014
BULLISMO SUL WEB UNA RETE SALVA-VITA CON LE ISTITUZIONI (F.Zaccariotto) [solo_testo] pag. 14
il Mattino  del  17-02-2014
BAGNOLI, PIANO FALLITO MA SI PUO’ RIPARTIRE DA CITTA’ DELLA SCIENZA (E.Lipardi) [solo_testo] pag. 35
il Messaggero – Cronaca di Roma  del  17-02-2014
NIENTE FONDI, GLI ASILI NON APRONO PIU’ (M.Giachetta) [solo_testo] pag. 27
il Tempo  del  17-02-2014
IL PROGETTO ECO SCHOOL PREMIATO CON LA BANDIERA VERDE DELLA FEE (A.s.) [solo_testo] pag. 53
la Repubblica  del  17-02-2014
LAUREA A ROGER WATERS E LEZIONE AGLI STUDENTI [solo_testo] pag. 45
Il Fatto Quotidiano  del  17-02-2014
IL SOGNO DI ABBADO SUONATO DAI RAGAZZI (P.Donati) [solo_testo] pag. 10/11
Corriere della Sera  del  17-02-2014
AFFRESCHI – NELL’ANIMA DEI MURI (M.Garzonio/C.Bertelli) [solo_testo] pag. 26/27
Italia Oggi Sette  del  17-02-2014
LAVORO E PROFESSIONI, L’UE SPINGE SULLA MOBILITA’ INTERNAZIONALE (I.Marino) [solo_testo] pag. 40
la Stampa  del  17-02-2014
“LO CHOC DELL’ARISTON PER PARLARE DI SCIENZA” (M.Tamburrino) [solo_testo] pag. 35
il Messaggero  del  17-02-2014
VULCANI, VERSO LA PREVENZIONE DELLE ERUZIONI [solo_testo] pag. 19
il Mattino  del  17-02-2014
Int. a E.Cosenza: “RISCHIO VESUVIO, ZONA ROSSA ANCHE PER I CAMPI FLEGREI” (Fra.man.) [solo_testo] pag. 11
il Messaggero  del  17-02-2014
LE MONTAGNE, “SENTINELLE” DEL CLIMA [solo_testo] pag. 19
Il Fatto Quotidiano  del  17-02-2014
L’UMANITA’ NARRATA DAL NOSTRO DNA (L.Berardi) [solo_testo] pag. 17
Corriere della Sera  del  17-02-2014
PERCHE’ NON CAPIAMO LA MENTE DEGLI ALTRI UN MANUALE PER ASPIRANTI TELEPATICI (M.Piattelli palmarini) [solo_testo] pag. 23
la Stampa  del  17-02-2014
“L’OMOSESSUALITA’ DECISA DAI GENI” (P.Mastrolilli) [solo_testo] pag. 15
la Repubblica  del  17-02-2014
Int. a S.Natoli: VIVERE TROPPO (F.Marcoaldi) [solo_testo] pag. 41
   

pubblica  amministrazione  e  societa’

 
   
Corriere della Sera  del  17-02-2014  
SACCOMANNI: IL TETTO DEL 3% VA RISPETTATO OPPURE IL DEBITO TORNERA’ A SALIRE (L.Salvia) [solo_testo] pag. 12  
la Repubblica  del  17-02-2014  
“L’ITALIA OSTAGGIO DELLA BUROCRAZIA, UNA BALLA” (R.Amato) [solo_testo] pag. 18  
il Messaggero  del  17-02-2014  
UNA CABINA DI REGIA PER IL NODO ECONOMIA (L.Cifoni) [solo_testo] pag. 5  
il Sole 24 Ore  del  17-02-2014  
PER CINQUE DECRETI CORSA CONTRO IL TEMPO E L’OSTRUZIONISMO (R.Turno) [solo_testo] pag. 4  
Corriere della Sera  del  17-02-2014  
LA SARDEGNA CREDE MENO ALLE URNE: HA VOTATO IL 52% (M.ima.) [solo_testo] pag. 10  
Italia Oggi Sette  del  17-02-2014  
LA TRASPARENZA DELLA P.A. [solo_testo] pag. 2  
Italia Oggi Sette  del  17-02-2014  
INFORMATIZZATI INSIEME (M.Paolucci) [solo_testo] pag. VIII  
il Sole 24 Ore  del  17-02-2014  
IL MADE IN ITALY SUL PODIO MONDIALE (M.Fortis) [solo_testo] pag. 1  
il Sole 24 Ore  del  17-02-2014  
TRE PRIORITA’ PER RILANCIARE LA CRESCITA (A.Quadrio curzio) [solo_testo] pag. 1  
la Stampa  del  17-02-2014  
LA PRIORITA’ E LA GARANZIA GIOVANI (W.Passerini) [solo_testo] pag. 26  
Affari&Finanza (la Repubblica)  del  17-02-2014  
QUEI GIOVANI, DISOCCUPATI O IN FUGA SOGNANO UN’ITALIA DINAMICA E APERTA. (S.Di palma) [solo_testo] pag. 30/31  
il Mattino  del  17-02-2014  
LE PAROLE DI ELKANN: IL DANNO E LA BEFFA DEI GIOVANI CHE NON TROVANO LAVORO (M.Adinolfi) [solo_testo] pag. 9  
Corriere della Sera  del  17-02-2014  
I NOSTRI RAGAZZI LASCIATI SOLI NELLA PALUDE DEI “MI PIACE” (S.Tamaro) [solo_testo] pag. 19  
L’Unita’  del  17-02-2014  
CLOCHARD, CRESCE IL POPOLO DEGLI INVISIBILI (F.Stella) [solo_testo] pag. 10  
L’Unita’  del  17-02-2014  
QUELLA VIOLENZA FIGLIA DEL VUOTO (A.Di consoli) [solo_testo] pag. 1  
Affari&Finanza (la Repubblica)  del  17-02-2014  
TURISMO, L’ITALIA SEMPRE PIU’ GIU’ SIAMO GLI ULTIMI ANCHE TRA I PIGS. (A.Statera) [solo_testo] pag. 5  
il Sole 24 Ore  del  17-02-2014  
L’ARTE DI NON RIUSCIRE A SPENDERE (A.Cherchi) [solo_testo] pag. 14  
   
   
A cura di Giuseppe Colella e Federico Bandi

Circolare Funzione Pubblica 17 febbraio 2014, n. 2

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA

Circolare 17 febbraio 2014, n. 2/2014

Decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito,  con  modificazioni
nella legge 30 ottobre 2013, n. 125 - «Disposizioni  urgenti  per  il
perseguimento  di  obiettivi  di  razionalizzazione  nelle  pubbliche
amministrazioni» - articolo 4, comma 16-bis  -  assenze  per  visite,
terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici. (14A02939)

(GU n.85 del 11-4-2014)

 Vigente al: 11-4-2014
 

Alle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1,  comma  2,  del
decreto legislativo n. 165 del 2001 
  Con legge n. 125 del 30 ottobre  2013,  pubblicata  nella  Gazzetta
Ufficiale n. 255 del 30 ottobre 2013, e' stato  convertito  in  legge
con modifiche il decreto-legge n. 101 del  31  agosto  2013,  recante
«Disposizioni  urgenti  per  il   perseguimento   di   obiettivi   di
razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni». 
  La legge  di  conversione,  modificando  il  citato  decreto-legge,
introduce una disposizione in materia di  assenze  per  malattia  dei
pubblici   dipendenti   al   fine   di   contrastare   il    fenomeno
dell'assenteismo nelle amministrazioni.  In  particolare,  l'art.  4,
comma 16-bis,  del  decreto,  in  vigore  dal  31  ottobre  2013,  ha
novellato il comma 5-ter dell'art. 55-septies del d.lgs. n.  165  del
30  marzo  2001,  sulle  assenze  per  visite,  terapie,  prestazioni
specialistiche ed esami diagnostici dei  dipendenti  delle  pubbliche
amministrazioni,   mentre   resta   invariato   il    regime    della
giustificazione dell'assenza di cui al comma 1 del medesimo articolo. 
  Al fine  di  assicurare  l'interpretazione  omogenea  della  norma,
considerato  altresi'  che  alcune  amministrazioni   hanno   chiesto
chiarimenti circa la sua portata, si  ritiene  necessario  fornire  i
seguenti indirizzi applicativi. 
  Il citato art. 55-septies, comma 5-ter, del d.lgs.  165  del  2001,
come novellato, prevede Che «Nel caso in cui l'assenza  per  malattia
abbia  luogo  per  l'espletamento  di  visite,  terapie,  prestazioni
specialistiche od  esami  diagnostici  il  permesso  e'  giustificato
mediante  la  presentazione  di   attestazione,   anche   in   ordine
all'orario, rilasciata dal medico o dalla struttura,  anche  privati,
che hanno svolto la visita o la prestazione  o  trasmesse  da  questi
ultimi mediante posta elettronica.». 
  A seguito dell'entrata in vigore della novella, per l'effettuazione
di visite, terapie, prestazioni specialistiche od  esami  diagnostici
il  dipendente  deve  fruire  dei  permessi  per  documentati  motivi
personali, secondo la disciplina dei CCNL, o di istituti contrattuali
similari o alternativi (come i permessi brevi o la banca delle ore ). 
  La giustificazione dell'assenza, ove  cio'  sia  richiesto  per  la
fruizione  dell'istituto  (es.:  permessi  per   documentati   motivi
personali), avviene mediante attestazione redatta dal  medico  o  dal
personale amministrativo della struttura pubblica o  privata  che  ha
erogato la prestazione (attestazione di presenza). 
  L'attestazione di presenza  e'  consegnata  al  dipendente  per  il
successivo  inoltro  all'amministrazione   di   appartenenza   oppure
trasmessa direttamente a quest'ultima per via telematica a  cura  del
medico o della struttura. Nel caso  di  trasmissione  telematica,  la
mail  dovra'  contenere  il   file   scansionato   in   formato   PDF
dell'attestazione. 
  Dall'attestazione   debbano   risultare   la   qualifica    e    la
sottoscrizione del soggetto che la redige, l'indicazione  del  medico
e/o  della  struttura  presso  cui  si  e'  svolta  la  visita  o  la
prestazione,  il  giorno,  l'orario  di  entrata  e  di  uscita   del
dipendente dalla struttura  sanitaria  erogante  la  prestazione.  Al
riguardo, va chiarito che  l'attestazione  di  presenza  non  e'  una
certificazione  di  malattia  e,  pertanto,  essa  non  deve   recare
l'indicazione  della  diagnosi.  Inoltre,  al  fine  di  evitare   la
comunicazione impropria di dati personali,  l'attestazione  non  deve
indicare il tipo di prestazione somministrata. 
  Per  il  caso  di  concomitanza  tra   l'espletamento   di   visite
specialistiche, l'effettuazione di terapie od esami diagnostici e  la
situazione  di  incapacita'  lavorativa,  trovano   applicazione   le
ordinarie regole sulla giustificazione dell'assenza per malattia;  in
questa ipotesi, il medico (individuato  in  base  a  quanto  previsto
dall'art. 55-septies, comma 1, del d.lgs. n. 165  del  2001  e  dalla
circolare n. 7 del 2008, par. 1) redige la relativa  attestazione  di
malattia che viene comunicata all'amministrazione secondo le consuete
modalita' (circolari nn. 1 e 2 DFP/DDI/  del  2010)  e,  in  caso  di
controllo  medico  legale,  l'assenza  dal  domicilio  dovra'  essere
giustificata mediante la produzione all'amministrazione, da parte del
dipendente,  dell'attestazione  di  presenza  presso   la   struttura
sanitaria (salva l'avvenuta  trasmissione  telematica  ad  opera  del
medico  o  della  struttura  stessa).  Come  di  regola,  il  ricorso
all'istituto  dell'assenza  per  malattia  comporta  la   conseguente
applicazione della disciplina legale  e  contrattuale  in  ordine  al
trattamento giuridico ed economico. 
  Nel caso di dipendenti  che,  a  causa  delle  patologie  sofferte,
debbono  sottoporsi  periodicamente,  anche  per  lunghi  periodi,  a
terapie comportanti incapacita' al lavoro, a fini di  semplificazione
si ritiene che possa essere sufficiente anche un'unica certificazione
(che, per queste ipotesi, potra' essere cartacea) del medico  curante
che  attesti  la  necessita'  di  trattamenti   sanitari   ricorrenti
comportanti incapacita' lavorativa, secondo  cicli  o  un  calendario
stabilito  dal  medico.  Gli  interessati  dovranno   produrre   tale
certificazione all'amministrazione prima dell'inizio  della  terapia,
fornendo il calendario previsto. A tale certificazione  dovranno  poi
far seguito le singole attestazioni di presenza - redatte e trasmesse
come sopra indicato  -  dalle  quali  risulti  l'effettuazione  delle
terapie nelle singole giornate.  In  questi  casi  l'attestazione  di
presenza dovra' contenere anche l'indicazione che la  prestazione  e'
somministrata  nell'ambito  del  ciclo  o   calendario   di   terapia
prescritto dal medico curante. 
  Si rammenta infine che l'attestazione di presenza puo' anche essere
documentata mediante dichiarazione sostitutiva di atto  notorio  (per
un modello di dichiarazione si veda l'allegato) redatta ai sensi  del
combinato disposto degli artt. 47 e 38 del d.P.R. n. 445 del 2000. 
  Rimane fermo in tal caso che le amministrazioni dovranno richiedere
dichiarazioni  dettagliate  e  circostanziate;  le  stesse   dovranno
inoltre attivare i necessari controlli sul loro  contenuto  ai  sensi
dell'art.  71  del  citato  decreto,  provvedendo  alla  segnalazione
all'autorita' giudiziaria  penale  e  procedendo  per  l'accertamento
della responsabilita' disciplinare nel caso di dichiarazioni  mendaci
(art. 76 d.P.R. n. 445 del 2000). 

    Roma, 17 febbraio 2014 

                          Il Ministro per la pubblica amministrazione 
                                  e la semplificazione: D'Alia        

Registrato alla Corte dei conti il 19 marzo 2014, n. 787
                                                             Allegato

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