Per i disabili la scuola laboratorio della Don Gnocchi

Per i disabili la scuola laboratorio della Don Gnocchi

di Mattia Rosini

da West
24.02.2014

Una scuola laboratorio per i ragazzi disabili con disagio sociale. Da sostenere tramite un “sms solidale”. È l’obiettivo della Fondazione Don Gnocchi Onlus, con un nuovo progetto prenderà il via a settembre prossimo e durerà fino a giugno 2015. Una nuova forma di supporto all’educazione tradizionale, una “scuola laboratorio” per trenta studenti delle scuole medie, affetti da disabilità neurologica o neuropsichiatrica, e in condizione di disagio sociale. Quindi a forte rischio emarginazione e drop out. Le lezioni si terranno presso un centro polifunzionale di Milano, e si articoleranno in cinque aree tematiche. Lo scopo è contrastare l’abbandono scolastico, creando un’offerta didattica incentrata sulla creatività dei ragazzi e sulle loro dinamiche socio-affettive. Per portare a termine il progetto, la Fondazione Don Gnocchi avvia dal fino al 9 marzo una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi tramite sms solidale al 45501.
http://www.west-info.eu/it/per-i-disabili-la-scuola-laboratorio-della-don-gnocchi/

Lettera a Renzi

Ci piace molto l’idea del neo Presidente del Consiglio di andare il
mercoledì nelle scuole. Siamo anche convinti che non vuole essere una forma di
concorrenza sleale con le concomitanti udienze generali del Pontefice.
Mentre lo aspettiamo, ovviamente senza elmetto protettivo, perché le
scuole saranno finalmente sicure, ci permettiamo di suggerirgli di estrarre a
sorte quelle che avranno la fortuna della visita (con tutto l’ottimismo possibile,
che pure ci contraddistingue, non riusciamo ad immaginare un governo che duri
più di 41.000 settimane – quante sono le scuole – considerando visite anche a
Natale e a Ferragosto).
Il nostro sommesso consiglio vuole tutelare gli alunni: si perderebbero
questo momento di autentica gioia, sovrastati dalla ricerca di bandierine,
addobbi per le aule, ansie isteriche di qualche docente, per tacere le
preoccupazioni di dirigenti delle scuole, degli uffici territoriali, dei direttori
regionali…
Benvenuto nelle nostre scuole, signor Presidente del Consiglio, ma ci
venga a sorpresa, lasciandosi tentare dall’azzurro del mare o dal bianco dei
monti, dal fumo delle sempre più rade ciminiere o dal poco raccomandabile
hinterland disseminato di carcasse d’automobili e di buste di plastica che si
confondono coi gabbiani.
Le scuole in Italia sono dappertutto, più delle caserme e dei penitenziari,
hanno un profumo inconfondibile che la gente di scuola sa riconoscere.
La stiamo aspettando, senza la scorta e il codazzo di funzionari di alto e
basso rango, giornalisti, fotografi, sacerdoti e vigili urbani in grande uniforme…
Solo così potrà sentire l’inconfondibile profumo e trasformarlo in scelte
nuove e audaci, finora miseramente mancate.

Con i migliori auguri di buon lavoro

Gregorio Iannaccone
Presidente Nazionale ANDIS

Sciopero nazionale attività aggiuntive dall’1 al 22 marzo 2014

Ministero dell’Istruzione dell ‘Università e della Ricerca
AOOUFGAB – Ufficio del Gabinetto

Prot. n. 0004595 – 24/02/2014 – USCITA
Titolario: 33.06.01

Ai Direttori Generali Uffici Scolastici Regionali
Loro Sedi

Oggetto: Comparto Scuola. Unicobas/Scuola: sciopero nazionale attività aggiuntive dall’ 1 al 22 marzo 2014.

Si comunica che l’organizzazione sindacale Unicobas/Scuola, con nota del 14 febbraio u.s., ha proclamato” per
tutto il personale docente ed AT A. Di ruolo e non, lo sciopero nazionale delle attività aggiuntive dal IO al 22
marzo 2014 compresi, così come di seguito indicato:
Personale Ata:
– astensione attività aggiuntive oltre le 36 ore settimanali,
– astensione da tutte le ulteriori attività previste nelle lettere di incarico comprese quelle collegate alle posizioni
economiche (l” e II” ) e agli incarichi specifici,
– astensione dall’intensificazione della attività nell’orario di lavoro relativa alla sostituzione dei colleghi assenti
con limitazione al proprio piano di lavoro o settore,
– astensione svolgimento incarico sostituzione Dsga,
– astensione svolgimento incarico di reggenza come Dsga presso le scuole sottodimensionate.
Personale docente ed educativo:
– astensione dalle attività aggiuntive di insegnamento oltre l’orario obbligatorio, retribuite con il MOF;
– astensione dall’espletamento delle funzioni strumentali;
– astensione dalle ore aggiuntive per l’attuazione di progetti retribuiti con il MOF e dagli incarichi di
coordinatore di progetti retribuiti con il MOF;
– astensione dalla sostituzione e collaborazione con il dirigente scolastico e dagli incarichi di responsabile di
plesso, di laboratorio, di dipartimento, coordinatore del consiglio di classe e coordinatore personale educativo;
– astensione dalle ore aggiuntive prestate per l’attuazione dei corsi di recupero per gli alunni con debiti formativi;
– astensione dalle attività complementari di educazione fisica e avviamento alla pratica sportiva”.
L’astensione in questione interessa il servizio pubblico essenziale “istruzione” di cui all’art. 1 della legge 12
giugno 1990, n. 146 e successive modifiche ed integrazioni e alle norme pattizie definite ai sensi dell’art. 2 della
legge medesima.
Si pregano pertanto le SS.LL., ai sensi dell’art. 2, comma 6 , della citata legge 12 giugno 1990, n. 146 e
successive modifiche ed integrazioni di attivare, con la massima urgenza, la procedura relativa alla
comunicazione dell ‘astensione in oggetto, alle istituzioni scolastiche e, per loro mezzo alle famiglie ed agli
alunni.

IL VICE CAPO DI GABINETTO VICARIO
Dott. ssa Simona Montesarchio

Presentazione del Progetto “TuscanEasy – Turismo accessibile”

Arezzo.notizie del 24-02-2014

Presentazione del Progetto “TuscanEasy – Turismo accessibile”

CASTIGLION FIORENTINO. Martedì 25 febbraio alle ore 11, presso la Sala del Consiglio Comunale di Castiglion Fiorentino, si terrà la presentazione di “TUSCANEASY”. Si tratta di un progetto per il turismo accessibile, che vede coinvolti realtà imprenditoriali, associative ed Enti pubblici, uniti dalle finalità dell’accessibilità e della fruizione turistica del nostro territorio per persone con bisogni specifici: problemi di disabilità motoria, difficoltà temporanee di movimento, allergie alimentari, ipoudenti e non udenti, ipovedenti e non vedenti.

I nostri centri storici, se da un lato esprimono una forte attrattiva, dall’altro presentano delle problematiche di accesso che ora, attraverso un progetto integrato tra tutti gli attori coinvolti, si cerca di rimuovere mettendo in campo varie strategie: eliminazione delle barriere architettoniche, trasporti adatti a tutti gli utenti, servizi di alta qualità da parte di personale qualificato, eventi che consentano la partecipazione a tutti, informazioni e marketing accessibili a tutti.

L’intento è quello di rendere mete, luoghi e servizi turistici, più congeniali alle esigenze delle persone con bisogni speciali attraverso un piano di azioni che vede la costituzione di un consorzio volontario senza fini di lucro e la collaborazione con ASL8, Associazioni e i Comuni della Zona Valdichiana, che ne condividono le politiche di pari opportunità, inclusione sociale, opportunità lavorative. Il mese di febbraio vede una serie di appuntamenti in tutti Comuni della Valdichiana per presentare le peculiarità del progetto in collaborazione con ICARO, società di consulenza per lo sviluppo sostenibile e PEGASO, società di formazione e comunicazione ambientale.

Il consorzio è aperto alla partecipazione di tutti i soggetti che, a vario titolo, ne vogliano far parte.

Sulla scuola impegni importanti e convincenti

Cittadinanzattiva su discorso Premier Renzi al Senato: sulla scuola impegni importanti e  convincenti. Riconoscere un ruolo centrale anche alle organizzazioni civiche

“Apprezziamo la determinazione con cui il Premier Matteo Renzi ha portato il tema dell’edilizia scolastica nel suo discorso al Senato, sia per la centralità riconosciuta a questa emergenza,  sia per aver già individuato le questioni specifiche su cui lavorare per affrontarla”, afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della Scuola di Cittadinanzattiva.

“Un piano straordinario di una certa rilevanza economica e da realizzare in tempi ristretti, il coinvolgimento di tutti gli operatori della scuola in questo come in altri processi di riforma che la riguarderanno; lo svincolamento dell’edilizia scolastica dal Patto di stabilità interno; l’impegno per una mappatura aggiornata da parte di sindaci e presidenti di provincia dello stato delle scuole: sono queste le quattro linee portate all’attenzione del Senato da Renzi e sulle quali, da anni, facciamo sentire la nostra voce.

Al neo Premier e al futuro Ministro chiediamo di riconoscere anche alle organizzazioni civiche da anni impegnate sul tema, un ruolo centrale per il rilancio della scuola e dei giovani come forza motrice del Paese”.

Libri di testo

LIBRI DI TESTO BOOKINPROGRESS BOOKMIEI

di Umberto Tenuta

Leopardi a scuola non andava, ma i libri di testo si trovava, là nella paterna ricca biblioteca.
Quella era il suo sussidiario, quelli erano i suoi libri testo. 
Ma forse ognuno di noi è un Leopardi in formato mignon, a meno che non vogliamo prendere in considerazione i talentuosi gianniniani.
Ognuno di noi dopo, ma un po’ anche durante il corso degli obbligatori studi −che obbligatori non possono essere, se studi, amori sono− la sua biblioteca personale si crea nella mente, e sa dove leggere le poesie, dove la filosofia, dove il polo −Polo Nord, Polo Sud, Marco Polo−, andandoselo a cercare, là negli scaffali, e oggi ancora più facilmente nei Nbk, negli Smartphone, nei Tablet che si porta nelle tasche, nei Tablet da polso, nei Tablet degli occhiali, nei Tablet del medagliere del taschino. 
A differenza dei libri cart vuacei che sono pesanti, pesanti da leggere, pesanti da portarli nel borsello, i nostri libri digitali personali sono leggeri, e li consulti con un solo click.
Oddio, non lo dico alla UTET, ma chi volete che al giorno d’oggi salga sullo sgabello, col rischio di cadere e rompersi le costole, come a me è capitato, per ricercare il tomo XXVII, la pagina 827, la riga terza?
Suvvia, è così facile!
Digiti MARGHERITA,  e men che te lo aspetti, ti arrivano le margherite in fiore, Margherita di Savoia ed il motto latino non mittere margaritam ante porcum. 
Voglio dire che oggi ognuno di noi, come ieri inconsapevolmente faceva con le sue sinapsi cerebrali, oggi fa con i suoi collegamenti digitali, ed ognuno ha il  suo ordinato sussidiario personale. 
Se lo costruisce giorno dopo giorno, ora una pagina qua dai Canti di Leopardi, ora una pagina là, dai Sonetti di Foscolo, ora una pagina qui, dall’Atlante De Agostini, ora una pagina là, dalle mappe di Cristoforo Colombo. Pensate ai vantaggi, ho il testo scritto, ho le immagini anche video, le musiche di accompagnamento, con la recitazione di Vittorio Gassman  con la dizione di Arnoldo Foà…
Ma scherziamo? 
Un bello e orribile mostro si sferra, corre gli oceani, corre la terra…
Ma non facciamo ridere!
Quanti piagnistei per l’invenzione dell’arco romano!
Quanti piagnoni per quello sciagurato di Gutenberg!
Quante esecrazioni per le scoperte di Marconi! Quanti, quanti e ancora quanti abomini per la scoperta del digitale!
Suvvia, non è proprio ieri che le mie raccoglitrici di ulive avevano sostituito alle dita della mano le assicelle di legno per tener dietro alla veloce raccolta delle olive che nei sacchi delle dita delle due mani non riuscivano più a rientrare.
Il treno corre , corre veloce, corre le terre… lontane lontane, là su Marte, là nello sperduto universo! 
Chi resta a piedi, resta sulla terra, non si salva nella nuova Terra, là sperduta ai confini dell’universo.
Ma, ritornando a noi, qui sulla terra, io la mia biblioteca me la costruisco sul tablet, anzi sul Kindle paperwite! 
È una biblioteca multimediale, è una biblioteca che mi porto sempre appresso nel mio, è una biblioteca nella quale trovo facilmente ciò che mi ha incantato d’amore, è la biblioteca mia, una biblioteca che non pesa, come la mia testa. 
Io, ma anche ognuno dei miei venticinque marmocchi che ad ascoltare mi stanno solo quando alla lontana cerco di imitare il mio rivale Gassman, il mio rivale Benigni. 
Mala tempora currunt! 
Chi vuol essere lieto sia, di doman non c’è certezza…
Godiamoci ancora l’ultima pila dei libri di testo! 
Forse è l’ultima volta che lo facciamo.
Come gli incantati uditori del cieco Omero

“I Collegi del Mondo Unito”

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione
Direzione Generale Per gli Affari Internazionali
Uff.II

Pubblicato sul sito del United World College of the Adriatic il bando per la selezione nazionale di 10 studenti da ammettere alla frequenza gratuita dell’ultimo biennio della scuola secondaria di secondo grado per gli aa.ss. 2014 -2015 e 2015-2016 presso alcuni dei 14 Collegi del Mondo Unito. 
Possono partecipare alla selezione studenti che frequentano per la prima volta il terzo anno di un istituto secondario di secondo grado e che siano, di regola, di età compresa tra i 16 anni e i 17 anni e 6 mesi.
La domanda di partecipazione, insieme alla documentazione richiesta, deve essere inviata entro martedì 11 marzo 2014.

SCATTI ANZIANITA’: “MINISTRO GIANNINI INIZIA CON PIEDE SBAGLIATO”

SCATTI ANZIANITA’, GILDA: “MINISTRO GIANNINI INIZIA CON PIEDE SBAGLIATO”

“Eravamo pronti a rivolgerle un augurio di buon lavoro ma con le sue prime esternazioni il neo ministro ci ha già gelato, dimostrando di non conoscere il mondo della scuola e soprattutto il duro lavoro dei docenti italiani”. Per Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Stefania Giannini è entrata con il piede sbagliato a viale Trastevere. A suscitare la dura reazione della Gilda sono state in particolar modo le dichiarazioni riguardanti gli scatti di anzianità che, secondo l’erede della Carrozza, vanno superati perché rappresentano “il frutto di un mancato coraggio politico del passato”.

“Non siamo contrari a merito e valutazione – precisa Di Meglio – ma è necessario individuare tutti insieme, parti sociali e amministrazione, un sistema che sia realmente in grado di valorizzare i docenti. Certamente la strada giusta non passa attraverso l’abolizione dell’anzianità di servizio, riconosciuta ai docenti in tutti i Paesi europei ma che in Italia è la più bassa in termini assoluti. Se gli automatismi stipendiali fossero eliminati – incalza il coordinatore della Gilda – gli insegnanti italiani rischierebbero davvero la proletarizzazione”.

La Gilda degli Insegnanti si dichiara nettamente contraria anche all’idea di abbreviare di un anno il percorso liceale, “un intervento – spiega Di Meglio – che ridurrebbe ancora di più l’organico già falcidiato dai tagli della Gelmini”.

“Ci auguriamo che il neo ministro convochi al più presto i sindacati per confrontarsi sul programma che intende attuare. Nel frattempo, per iniziare a capire le condizioni economiche e sociali in cui si trovano i docenti, – conclude Di Meglio – le consigliamo di leggere ‘Il maestro di Vigevano’, famoso romanzo di Lucio Mastronardi pubblicato nel 1962 ma purtroppo ancora drammaticamente attuale”.

Più studenti meno prof. Crescono le classi pollaio

da l’Unità

Più studenti meno prof. Crescono le classi pollaio

L’allarme dei sindacati: «Da settembre la situazione peggiorerà» Polemica:«La ministra non abolisca gli scatti di anzianità. Sono l’unica arma di difesa del potere d’acquisto»

Nicola Luci

L’anno scolastico è ancora lontano ma i sindacati già lanciano l’allarme sulle le classi. Il fatto è che a settembre le scuole italiane si troveranno con 34mila studenti in più che si siederanno sui banchi scolastici. Non che questo sia un fatto negativo in assoluto. Per anni si è parlato di una diminuzione degli studenti legato alla decrescita della natalità. Questa tendenza non c’è più, anche grazie alla presenza degli immigrati. Semmai, da anni, esiste il problema contrario: che a una crescita seppure modesta degli alunni non corrisponde una crescita similare del corpo degli insegnanti. Cosi’ soprattutto in qualche grande città del Nord si rischiano «classi-pollaio» con oltre trenta alunni. L’Anief, associazione sindacale del settore scuola ha messo in evidenza come «tra il 2007 e il 2012 l’amministrazione abbia soppresso oltre 100mila cattedre». Nel dettaglio per il prossimo anno scolastico sono previsti 33.997 allievi in più: l’incremento più consistente sarà nelle classi superiori con +25.546 allievi (+ 1,03%); in aumento anche gli scolari della primaria (+9.216, +0,36%). Previsto invece un lieve decremento nella scuola media: ci saranno 785 alunni in meno (-0,05% rispetto all’anno scolastico in corso). «Ma anziché adeguare l’organico dei docenti a questo importante boom di allievi, il ministero dell’Istruzione denuncia l’Anief ha comunicato ai sindacati che non ci saranno variazioni del corpo docente. A ben vedere, però, la forbice prof-alunni si sta sempre più allargando. Scorrendo gli ultimi dati forniti dalla Ragioneria Generale dello Stato si scopre che tra il 2007 e il 2012 il personale della scuola ha perso oltre 124 mila posti». L’incremento degli alunni per l’anno scolastico 2014-2015 e’ stato comunicato in un incontro tecnico tra ministero e sindacati. «L’incremento riguarda soprattutto alcune regioni del nord riferisce Massimo Di Menna della Uil scuola e il rischio è che soprattutto nelle grandi città avremo classi particolarmente numerose, con oltre trenta alunni». Ora e’ atteso un atto amministrativo, un decreto interministeriale (Istruzione-Economia) per la determinazione degli organici. «Sarebbe più opportuno prima provvedere alla formazione delle classi e poi verificare i posti da assegnare», dice ancora il sindacalista della Uil. Tra i problemi spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir c’è anche «la legge del 2011 con la quale il legislatore ha fatto cadere l’autonomia delle scuole d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, accorpandole in mega-istituti senza capo né coda, rette da dirigenze in perenne affanno. Non è un caso che il nostro sindacato abbia deciso di contrastare questa impostazione, patrocinando gratuitamente i ricorsi ai Tar contro il dimensionamento selvaggio. Un’opera che abbinata al blocco degli organici, anche a fronte di un incremento sostanzioso di alunni, come avverrà nel prossimo anno, sta producendo timori sempre maggiori, purtroppo fondati, sulla funzionalità del servizio scolastico». Tra l’altro, spiegano i sindacati, gli insegnanti italiani non solo devono confrontarsi anche con classi di trenta alunni, ma lo fanno con una paga mensile tra le più basse in Europa (una media di 1.200-1.300 euro al mese, uno stipendio che si colloca al penultimo posto in Europa). Ieri il neo ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha auspicato che si possa superare per gli stipendi degli insegnanti il meccanismo degli scatti automatici. Ora, rintuzzano ancora i sindacati, parlare di blocco degli automatismi significa «non tenere conto della realtà», del fatto che l’anzianità è l’unico modo per difendere il potere d’acquisto dei salari e che per premiare davvero il merito occorrono risorse. «Queste idee meritocratiche, queste vecchie impostazioni di stampo gelminiano non tengono conto della realtà, ovvero che il contratto nazionale della scuola è bloccato dal 2006 e che gli stipendi degli insegnati italiani sono tra i più bassi d’Europa», commenta il segretario generale della Flc Cgil Domenico Pantaleo. Il sindacalista evidenzia poi che «in tutta Europa l’anzianità contribuisce alla valorizzazione della professionalità. Quindi c’è tutta la nostra disponibilità a discutere ma si deve aprire un tavolo perché in questi anni con il blocco dei contratti i salari nella scuola, e in tutto il settore della conoscenza, hanno subito un vero e proprio attacco». «Non bisogna considerare l’anzianità in maniera dispregiativa, negativa, perché in tutta Europa è considerata un elemento della carriera», dice Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola. ​

I sindacati rispondono al neo ministro Giannini «Stop agli scatti di anzianità? Fuori dalla realtà»

da Corriere della Sera

LA POLEMICA

I sindacati  rispondono al neo ministro Giannini «Stop agli scatti di anzianità? Fuori dalla realtà»

La titolare dell’Istruzione aveva proposto di sospendere gli automatismi per premiare il merito. La replica:  gli stipendi degli insegnanti italiani sono già fra i più bassi d’Europa

Valutazione e merito. Sono queste le parole d’ordine del neo ministro all’Istruzione  Stefania Giannini. Lo ha annunciato alla stampa sabato poco dopo il giuramento al Quirinale. «Oggi tutto è affidato alla buona volontà del singolo docente. Che non  viene mai premiato per il proprio impegno. E alla fine si demotiva.  Per questo si deve  introdurre il merito. I docenti vanno valutati, basta con il sistema della carriera unicamente per scatti di anzianità. E’ un modello che va rivisto con coraggio».   Il ministro precisava  anche di parlare in termini generali, non avendo ancora «neanche lontanamente concepito eventuali misure».  Ma subito è scattato l’allarme dei sindacati, freschi reduci dal pasticcio  dei 150 euro  lordi per gli scatti di anzianità che rischiavano di saltare nella busta paga di gennaio e che sono stati restituiti all’ultimo dal governo Letta. In un Paese in cui un insegnante guadagna mediamente 1.200-1.300 euro al mese, uno stipendio che si colloca al penultimo posto in Europa – hanno fatto notare i sindacati –  parlare di blocco degli automatismi significa «non tenere conto della realtà», del fatto che l’anzianità è l’unico modo per difendere il potere d’acquisto dei salari e che per premiare davvero il merito occorrono risorse.

CGIL-CISL-UIL – «Queste idee meritocratiche, queste vecchie impostazioni di stampo gelminiano non tengono conto della realtà, ovvero che il contratto nazionale della scuola è bloccato dal 2006 e che gli stipendi degli insegnanti italiani sono tra i più bassi d’Europa», ha commentato il segretario generale della Flc Cgil. Secondo  Domenico Pantaleo «in tutta Europa l’anzianità contribuisce alla valorizzazione della professionalità. Quindi c’è tutta la nostra disponibilità a discutere ma si deve aprire un tavolo perché in questi anni con il blocco dei contratti i salari nella scuola, e in tutto il settore della conoscenza, hanno subito un vero e proprio attacco». «Valorizzare il lavoro professionale degli insegnanti, e dunque il merito, è anche una nostra priorità – ha commenta il segretario della Uil Scuola Massimo Di Menna – ma deve essere considerato che lo stipendio degli insegnanti italiani è al penultimo posto dei Paesi europei. La media è di 1.200-1.300 euro al mese e i salari sono praticamente fermi da anni. Se davvero si vuole promuovere il merito occorrono risorse. Accettiamo dunque la sfida del neo ministro e aspettiamo l’apertura di un negoziato contrattuale ma sapendo che serve un cambiamento» . «Non bisogna considerare l’anzianità in maniera dispregiativa, negativa, perché in tutta Europa è considerata un elemento della carriera»,  ha detto Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola che però invita il neo ministro Giannini «ad affrontare le vere emergenze in atto del settore scuola, dal personale Ata al quale stanno scippando la retribuzione dopo un lavoro regolarmente fatto ai dirigenti scolastici che per una interpretazione del ministero dell’Economia si vedono decurtare lo stipendio. Poi tutta la nostra disponibilità a sederci attorno ad un tavolo per affrontare» come sostenere gli stipendi degli insegnanti.

I DATI OCSE –  Il gap fra gli stipendi degli insegnanti italiani e quelli degli altri Paesi Ocse è relativamente piccolo a inizio carriera ma si allarga  con gli anni. Nel 2011 il potere d’acquisto di un primo  stipendio per gli insegnanti della scuola secondaria in Italia era di 29.418 dollari (contro una media Ocse di 31.348 euro). Ma se si confrontano gli stipendi di docenti con 15 anni di esperienza lavorativa la forbice si allarga: 36.928 dollari contro una media Ocse di 41.665 euro.

Gli scatti vanno cancellati: Giannini come Gelmini?

da Tecnica della Scuola

Gli scatti vanno cancellati: Giannini come Gelmini?
di Alessandro Giuliani
È quello che temono i sindacati dopo che il neoministro ha detto che il modello va rivisitato e che gli automatismi di stipendio sono il frutto di un mancato coraggio politico del passato. Di Menna (Uil): senza aumenti automatici saremmo fuori dall’Europa, considerando che oggi con i 1.200-1.300 euro al mese praticamente fermi siamo già al penultimo posto. Pantaleo (Flc-Cgil) riscontra nelle parole del Ministro le vecchie impostazioni di stampo gelminiano che non tengono conto della realtà. Scrima (Cisl): perché considerare l’anzianità in maniera dispregiativa?
Come preventivato, le dichiarazioni rilasciate il 23 febbraio dal neoministro, Stefania Giannini, ad alcuni giornali sulla necessità di cancellare gli scatti stipendiali, stanno lasciando il segno. Prima sul web. E ora negli ambienti sindacali. Malgrado il giorno festivo, più di qualcuno ha deciso di rispondere per le rime al nuovo responsabile del Miur. Per spiegargli che per i docenti, in assenza di una carriera, l’anzianità stipendiale automatica è l’unico modo per difendere il potere d’acquisto dei salari e che per premiare davvero il merito occorrono risorse
La prima organizzazione dei lavoratori ad uscire allo scoperto è stata la Uil Scuola, che attraverso il suo leader, Massimo Di Menna, ha ricordato che superare gli scatti di anzianità ”ci collocherebbe fuori dall’Europa perché in tutti i Paesi, fatta eccezione per la sola Svezia, sono previsti aumenti di stipendio legati agli anni di carriera”. ”Valorizzare il lavoro professionale degli insegnanti, e dunque il merito è anche una nostra priorità – commenta il sindacalista – ma deve essere considerato che lo stipendio degli insegnati italiani al penultimo posto dei Paesi europei. La media è di 1.200-1.300 euro al mese e gli stipendi sono praticamente fermi. Se davvero si vuole promuovere il merito occorrono risorse. Accettiamo dunque la sfida del neo ministro e aspettiamo l’apertura di un negoziato contrattuale ma sapendo che serve un cambiamento” rispetto a quanto fatto fino ad oggi.
Sulla stessa linea si posiziona il segretario generale della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo, che nelle affermazioni del neoministro Giannini intravede lo spettro del suo predecessore Maria Stella Gelmini, a capo del Miur nell’ultimo governo Belusconi: ”Queste idee meritocratiche – sostiene Pantaleo – , queste vecchie impostazioni di stampo gelminiano non tengono conto della realtà, ovvero che il contratto nazionale della scuola è bloccato dal 2006 e che gli stipendi degli insegnati italiani sono tra i più bassi d’Europa”.
Il sindacalista evidenzia poi che ”in tutta Europa l’anzianità contribuisce alla valorizzazione della professionalità. Quindi c’è tutta la nostra disponibilità a discutere ma si deve aprire un tavolo perché in questi anni con il blocco dei contratti i salari nella scuola, e in tutto il settore della conoscenza, hanno subito un vero e proprio attacco”.
Più moderata, al momento, appare la posizione della Cisl Scuola: secondo il suo segretario generale, Francesco Scrima, ”non bisogna considerare l’anzianità in maniera dispregiativa, negativa, perché in tutta Europa è considerata un elemento della carriera”. Scrima invita dunque il neo ministro Giannini ”ad affrontare le vere emergenze in atto del settore scuola, dal personale Ata al quale stanno scippando la retribuzione dopo un lavoro regolarmente fatto ai dirigenti scolastici che per una interpretazione del ministero dell’Economia si vedono decurtare lo stipendio. Poi tutta la nostra disponibilità a sederci attorno ad un tavolo per affrontare” come sostenere gli stipendi dei docenti.
Sono passate poche ore dalla nomina di Giannini a capo del dicastero di Viale Trastevere: se il buongiorno si vede dal mattino…

Giannini conferma la linea shock: sì ai licei in quattro anni e automatismi di stipendio da superare

da Tecnica della Scuola

Giannini conferma la linea shock: sì ai licei in quattro anni e automatismi di stipendio da superare
di A.G.
Il neoministro insiste con la linea innovatrice: i soldi sono necessari per la scuola pubblica e quella paritetica, che non lascerò indietro, ma il modello scatti d’anzianità va rivisitato con coraggio. E ancora: gli automatismi di stipendio sono il frutto di un mancato coraggio politico del passato. Non su tutti i punti c’è sintonia con la gestione Carrozza: la consultazione sulla scuola mi lascia scettica. E pure il meccanismo dei quiz’ per l’accesso a Medicina.
Le prime impressioni sul nuovo Ministro erano fondate: ”sì ai licei in quattro anni”, mentre ”la consultazione sulla scuola mi lascia scettica’. I soldi sono necessari per la scuola pubblica e quella paritetica, che non lascerò indietro, ma il modello scatti d’anzianità va rivisitato con coraggio. Gli automatismi di stipendio sono il frutto di un mancato coraggio politico del passato”, sottolinea proponendo ”premi a chi si impegna, chi si aggiorna, chi studia”. È questa la linea che seguirà Stefania Giannini, neoministro dell’Istruzione, intervistata il 23 febbraio da Repubblica, Messaggero, Mattino e Avvenire.
”Studierò. Come una secchiona”, tiene a dire il responsabile del Miur. “Intendo la macchina, che è da adeguare. Un Paese non può spendere 275 miliardi in pensioni e 53 in istruzione. Si tratta di considerare le spese in questo settore non come costi, ma come investimenti. Abbiamo davanti un settennato europeo con 100 miliardi per investimenti infrastrutturali e 80 miliardi per la ricerca. Per vincere bandi europei, però, ci vuole una mentalità che l’Italia ancora non possiede”, sottolinea l’esponente di Scelta Civica.  Che intende investire su ”valutazione e autonomia delle scuole, sul serio. Le scuole devono diventare università: gestire, scegliere”. Tra le priorità, il ministro conferma ”l’edilizia scolastica, la messa in sicurezza degli edifici. È assurdo, per non dire di peggio, che lo Stato non si curi dell’integrità di chi lavora nella scuola e, ovviamente, dei nostri ragazzi”. Passando alle università, ”anche qui servono scelte politiche non timide. Un fondo nazionale per le borse, erogate anche nella forma del prestito d’onore”, dichiara Giannini. ”I bilanci di molte università sono traballanti anche per i troppi amministrativi. C’è una forte pressione sindacale: assumiamo, poi si vedrà. Invece bisogna prendere i migliori amministrativi e docenti, altrimenti gonfi i bilanci e poi non assumi più nessuno. Stiamo perdendo – prosegue – generazioni di studiosi. Soltanto un cieco può negare la realtà: nell’università italiana da troppo tempo non c’è ricambio”. Giannini si dice anche ”molto perplessa di fronte al meccanismo dei quiz” per l’accesso Medicina. Quanto alla possibilità di togliere l’insegnamento di filosofia dalle superiori, ”non sono questioni che si risolvono con l’accetta”. Giannini sembra avere le idee molto chiare. Ora bisogna capire se vi saranno le condizioni per realizzarle.

Meno automatismi, più merito

da Tecnica della Scuola

Meno automatismi, più merito
di R.P.
E’ lo slogan del nuovo Ministro che però dovrà spiegare in che modo (e soprattutto con quali soldi) intende perseguire questo obiettivo. Ma, sindacati e insegnanti saranno d’accordo?
Il neo ministro Giannini è stata esplicita (nella scuola, la priorità assoluta è la valorizzazione del merito dei docenti) ma non ha ancora spiegato come, nel concreto, abbia intenzione di perseguire l’obiettivo. Ovviamente ci sono diverse strade, tutte strette e tortuose che non piaceranno né ai sindacati né tantomeno ai docenti stessi. Il percorso certamente più complicato consisterebbe nell’introdurre meccanismi di vera e propria valutazione dei docenti da affidare ai dirigenti scolastici magari coadiuvati da “comitati” tecnici interni alla scuola stessa. Alla valutazione favorevole sarebbero legati in larga misura i passaggi di gradone stipendiale: soluzione diffusa nei Paesi anglosassoni ma palesemente impraticabile in Italia. All’estremo opposto si collocherebbe l’ipotesi di rinnovare al più presto il contratto nazionale riconoscendo aumenti significativi a tutto il personale e introducendo meccanismi “premiali” riservati ai docenti disposti ad assumere incarichi aggiuntivi: i sindacati potrebbero forse essere d’accordo ma si tratta di una strada difficile da percorrere per evidenti problemi di “compatibilità finanziaria”. Nel mezzo potrebbero esserci soluzioni di compromesso come per esempio quella di riconoscere aumenti stipendiali ai docenti disponibili ad un aumento dell’orario di cattedra; ma ovviamente questa ipotesi non troverebbe molto consenso fra i sindacati perché farebbe diminuire ulteriormente le opportunità lavorative dei precari (ma se il Governo garantisse da subito 50mila assunzioni all’anno per i prossimi 3-4 anni il dialogo si potrebbe aprire). Il nodo vero, insomma, non è “merito sì/merito no”: il problema sta tutto nelle risorse che il Governo intende mettere in campo per migliorare la gestione del sistema scolastico. E la volontà del ministro Giannini di affrontare la questione verrà messa alla prova già da subito: è di questi giorni, per esempio, la notizia che, per il 2014/15, a fronte di un aumento del numero degli alunni, non è previsto alcun ritocco degli organici. E, su questo problema, si incominceranno subito a misurare le reali intenzioni del Governo Renzi.

Il Consiglio di stato ammette 800 precari

da Tecnica della Scuola

Il Consiglio di stato ammette 800 precari
Con ordinanza n. 734 del 2014 emessa pochi giorni fa il Consiglio di Stato Sez. VI ha accolto il ricorso presentato dal Codacons per conto di circa 800 precari della scuola, che chiedevano di essere ammessi alle graduatorie ufficiali finalizzate agli incarichi e alle supplenze
Secondo il Consiglio di Stato, spiega una nota del Codacons, “le questioni poste dall’appello (soggetti congelati del IX ciclo SSIS) richiedono di essere previamente definite nella pertinente sede del merito, con riguardo all’omogeneità di trattamento tra le diverse situazioni coinvolte ed in relazione alle diverse modalità previste dalla legge per il conseguimento dell’abilitazione” sospendendo gli effetti dell’impianto che emerge dal Decreto Ministeriale n. 572/2013 e del Decreto Ministeriale del 25 marzo 2013, n. 81, entrambi del ministro dell’Istruzione, nella parte in cui impediscono agli aspiranti docenti abilitati con i Tirocini Formativi Attivi (TFA), di essere ammessi già dall’anno scolastico 2013/2014 nelle graduatorie ad esaurimento. “Si tratta di una importantissima decisione – afferma il Presidente del Codacons – che apre la possibilità anche per chi non ha partecipato al ricorso del Codacons, di essere inserito nelle graduatorie, pur sempre in attesa della decisione definitiva del giudice”. Il Codacons ha già diffidato il Miur e gli Uffici scolastici ad adempiere all’ordinanza del CdS e sta preparando un nuovo ricorso per tutti coloro hanno partecipato ai Tfa.

Molti prof iniziano a invidiare gli Ata

da Tecnica della Scuola

Molti prof iniziano a invidiare gli Ata
di Aldo Domenico Ficara
Arrivano nelle redazioni dei quotidiani, nei commenti dei social networks, nelle discussioni tra colleghi allarmanti riflessioni sull’attività lavorativa degli insegnanti, una categoria che anagraficamente parlando anno dopo anno si sta facendo sempre più vecchia
Ad avvalorare questa tesi citiamo lo stralcio di un articolo pubblicato su Repubblica.it che dice: “Gli ultimi dati forniti dall’Ocse nel rapporto Education at a glance 2013 non lasciano spazio a molti dubbi. Le aule italiane ospitano gli insegnanti più canuti dei 32 paesi censiti dall’Ocse. Un vero e proprio record che, se non interverranno modifiche alla legge Fornero, sarà difficile strappare al Belpaese anche nei prossimi anni. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in Italia nel 2011 62 insegnanti su cento avevano già festeggiato i 50 anni, mentre i giovani docenti in cattedra erano una rarità: appena lo 0,27 per cento. In altre parole, 27 su mille “. Tutti questi insegnanti over 50 devono far fronte, di anno in anno, a carichi lavorativi sempre maggiori, che sono indispensabili al buon andamento organizzativo delle nostre scuole. Tutto ciò sta creando curiose attenzioni verso le mansioni lavorative del personale ATA. A dimostrazione di quanto detto si riporta un post pubblicato nella rubrica della Tecnica della Scuola “ I lettori ci scrivono “ (): “Ad aprile compirò 62 anni. Non ne posso più di: carichi di lavoro in continuo aumento, burocrazia sempre più opprimente, moduli BES, DSA, verbali, contratto bloccato da 8 anni, scatti compresi, riforme continue e calate dall`alto, tagli indiscriminati, prospettive di aumento a 24 ore a parità di stipendio, introduzione del «merito» sulla base di fumosi criteri. Chiedo all`onorevole Renzi e al neoministro Giannini di poter passare gli ultimi 4, lunghissimi anni che mi mancano alla pensione svolgendo le mansioni di: addetta alle pulizie, alle fotocopie o al centralino“. Forse il nuovo che avanza dovrebbe trovare la formula migliore per ridare le giuste motivazioni a una categoria professionale depredata del suo vero ruolo istituzionale: la trasmissione del sapere.