Università: a ottobre concorso nazionale per accesso a Scuole di Specializzazione Medicina

Università, Giannini: a ottobre concorso nazionale per accesso a Scuole di
Specializzazione Medicina

“Prima dell’estate bandiremo il concorso nazionale, per titoli e prove, per l’accesso alle Scuole di Specializzazione in Medicina che si terrà intorno alla metà di ottobre”. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, presentando le sue Linee Programmatiche al Senato. Il bando sarà messo a punto anche tenendo conto dell’esigenza di semplificare le modalità di partecipazione per i futuri specializzandi. Anche a questo scopo è stata indetta una riunione per giovedì 3 aprile in cui i rappresentanti dei giovani medici potranno portare il loro contributo. La riunione sarà presieduta dal Capo di Gabinetto e sarà utile in vista della revisione di alcuni punti del decreto già firmato dall’ex Ministro Maria Chiara Carrozza. “D’intesa con il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, siamo anche impegnati – chiude Giannini – a trovare una soluzione per evitare l’inaccettabile crollo del numero di borse”.

AL VIA PIANO FORMAZIONE ‘A SCUOLA SI CRESCE SICURI’

AL VIA PIANO FORMAZIONE ‘A SCUOLA SI CRESCE SICURI’
PRIMA TAPPA A ROMA CON SOTTOSEGRETARIO REGGI

Parte ufficialmente da Roma il Piano nazionale di formazione del personale scolastico “A scuola si cresce sicuri”. Un’iniziativa realizzata grazie alla collaborazione fra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza che consentirà di formare, già durante questo anno scolastico, 1.800 fra dirigenti scolastici, docenti, Ausiliari, Tecnici e Amministrativi su come prevenire gli incidenti in aula e come intervenire quando accadono.

Le attività di formazione si apriranno ufficialmente mercoledì 2 aprile presso l’Istituto Tecnico Colombo di Roma, in via Panisperna 255. In tutto saranno 60 le scuole coinvolte come poli per la formazione. Inaugura il Piano, alle 10.30, il Sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi. Sarà presente anche il Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio Maria Maddalena Novelli.

Per accrediti: uffstampa@istruzione.it

Scuole sedi – Referenti UU.SS.RR. – Referenti M.I.U.R.

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Musiche inclusive

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale del personale scolastico

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Il  4 aprile p.v. dalle ore 8.30  alle ore 18.00 si svolgerà il seminario nazionale diformazione “Musiche inclusive.  Modelli musicali di insieme per il sostegno alla partecipazione  e all’apprendimento nella secondaria di primo grado”.

L’iniziativa formativa s’inquadra nelle attività previste dal  D.M. 8/11, nato dalla esigenza di organizzare l’insegnamento della pratica musicale in modo progressivo nell’intento di coniugare la formazione di ordine intellettuale – disciplinare sostenendola con quella artistica e  musicale attraverso l’intervento – nella scuola primaria – di docenti adeguatamente formati e con titoli specifici.
Promosso dalla Direzione Generale  per il Personale scolastico e il Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico   della Musica – presieduto dal Prof. Luigi Berlinguer – in  collaborazione con il  Forum nazionale per l’educazione musicale,  il seminario si prefigge di unire alla presentazione delle relazioni tematiche attinenti i riferimenti pedagogici, psicologici e normativi del concetto di musica inclusiva la sperimentazione di alcuni modelli didattici esemplari in contesti laboratoriali.

L’auspicio è che gli interventi che saranno presentati nella sessione plenaria, le testimonianze didattiche consultabili attraverso la sessione poster e lo svolgimento dei sei laboratori tematici previsti possano suggerire e sollecitare  interazioni e scambi tra teoria e prassi educative.

A tutti i partecipanti verrà offerto gratuitamente il volume  “Musiche inclusive.   Modelli musicali di insieme per il sostegno alla partecipazione  e all’apprendimento nella secondaria di primo grado” che documenta, valorizzandola,  l’attività didattica realizzata dagli insegnanti di sostegno musicisti in servizio nelle scuole secondarie.
Tali docenti, infatti, costituiscono  una risorsa importante per diffondere ambienti musicali d’insieme progettati come inclusivi delle differenze psicofisiche e culturali.

La finalità ultima  del seminario  è  quella di divulgare , per moltiplicarle, le buone pratiche di musica per il gruppo, già osservate e validate sia dai referenti della ricerca psicopedagogica sui temi della musica e dell’integrazione sia dal  lavoro sul campo di insegnanti e operatori delle associazioni di settore.

Il seminario si inserisce nel più ampio contesto di attività  di formazione che la Direzione Generale per il Personale scolastico ha avviato negli ultimi 3 anni  e che ha coinvolto ben 7.000 docenti italiani di musica di ogni ordine e grado toccando  tematiche quali la musica e le tecnologie, la musica d’insieme, la coralità, la musica e la poesia, la musica e la cittadinanza, la  musica nella scuola del’infanzia.

Nella sessione plenaria che si svolgerà presso la Sala della Comunicazione del MIUR dalle ore 9.00 alle ore 13.00 interverranno:
o Luciano Chiappetta – Capo Dipartimento per l’Istruzione
o Luigi Berlinguer – Presidente del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della Musica
o Gildo De Angelis – Dirigente Vicario – Direzione Generale per il Personale scolastico
o Luigi Calcerano – Dirigente Uff. VI – Direzione Generale per il Personale scolastico
o Annalisa Spadolini – Docente comandata Direzione Generale per il personale scolastico, componente del Nucleo Tecnico Operativo Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della Musica – MIUR
o Franca Ferrari – Presidente SIEM di Roma, Docente di Pedagogia musicale Conservatorio “S. Cecilia” – Roma
o Lucia Chiappetta Cajola – Professore Ordinario di Didattica e Pedagogia speciale Università Roma Tre – Roma
o Luisa Lopez – Neurofisiopatologa, Responsabile villaggio E. Litta di Grottaferrata , Consulente Fondazione Mariani in Neuroscienze e Musica
o Elena Flaugnacco – Neuropsicologa infantile, Centro per la Salute del Bambino – Trieste
o Amalia Lavinia Rizzo – Insegnante di sostegno musicista, Dottoranda in Pedagogia speciale
o Gabriella Santini – Etnomusicologa, Pianista, Docente I.C. “A. Gramsci” – di Roma
La conduzione dei laboratori, che si svolgeranno dalle ore 15.00 alle ore 18.00 presso l’Istituto Comprensivo Regina Margherita di Roma, sarà affidata a :
o Maria Grazia Bellia – Direttivo nazionale SIEM, Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia
o Maria Teresa Palermo – Progetto Re.mus Fondazione Mariani
o Emanuele Pappalardo – Docente di Composizione per la Didattica – Conservatorio di Frosinone
o Amalia Lavinia Rizzo – Insegnante di sostegno musicista, Dottoranda in Pedagogia speciale
o Pietro Rosati – Compositore, Associazione musicale L’Insieme Harmonico
o Marcella Sanna – Esperta di Educazione al movimento – Orff Schulwerk Italiano

Ricorso 24 punti

Ricorso 24 punti ANIEF: nelle Graduatorie a Esaurimento si può sempre modificare la scelta all’atto dell’aggiornamento

 

È il Tribunale di Gela a dare ragione all’ANIEF sull’annosa questione dello spostamento del bonus SSIS di 24 punti da una classe di concorso all’altra, con una sentenza che conferma l’infondatezza del divieto imposto dal MIUR nei decreti di aggiornamento succedutisi nel tempo. Nuova vittoria in tribunale per gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli che ottengono vittoria piena sul MIUR e conferma che la scelta pregressa può anche essere modificata all’atto di ogni aggiornamento delle Graduatorie a Esaurimento.

 

Gli Avvocati Claudio Cutrera e Graziano Baglio, alla cui professionalità l’ANIEF ha affidato la tutela dei propri iscritti sul territorio, ci trasmettono sentenza di pieno accoglimento che non solo conferma che l’attribuzione del bonus SSIS “d’ufficio” da parte del MIUR è sempre illegittima in quanto viola espressamente quanto stabilito dalla normativa primaria di riferimento, ma ribadisce che “anche se ciò fosse vero (se cioè fosse stato il ricorrente a scegliere originariamente la classe dove spendere il bonus) non chiarisce, l’amministrazione, per quale motivo, in sede di aggiornamento della graduatoria, non dovesse essere possibile revocare la scelta originaria per spendere il bonus in altra graduatoria, se, in quest’ultima, l’interessato avesse maggiori chances di insegnamento”.

 

Sul punto il Giudice del Lavoro non ha dubbi e conferma quanto da sempre sostenuto dall’ANIEF: “Si tratta infatti di graduatorie in continuo aggiornamento, nelle quali i concorrenti sanno benissimo che la loro posizione potrebbe cambiare al momento dell’aggiornamento (se non altro perché l’insegnamento annuale attribuisce ulteriori punti e non è detto affatto che, in un anno, tutti insegnino e per gli stessi mesi)”. La sentenza, dunque, disapplicando l’art. 2, comma 3°, del D.M. n. 44 del 12.5.2011, dichiara “il diritto del ricorrente a scegliere la classe di concorso alla quale attribuire il punteggio aggiuntivo per la abilitazione della Scuola di Specializzazione Istruzione Secondaria”, condannando le parti resistenti a pagare le spese processuali liquidate in complessivi € 1.000 oltre iva e cpa.

 

L’ANIEF auspica che l’imminente decreto di aggiornamento delle Graduatorie a Esaurimento preveda a chiare lettere, nel rispetto di quanto prescritto dalla normativa, il libero spostamento del bonus SSIS di 24 punti per i docenti pluriabilitati interessati; se così non fosse, il nostro sindacato è già pronto ad aprire una nuova stagione di ricorsi mettendo a disposizione dei propri iscritti la professionalità e la competenza dei propri legali per ristabilire in tribunale quei diritti che il MIUR, illegittimamente e pervicacemente, si ostina a negare.

Autismo

Centri regionali di riferimento

La ricognizione è ancora in corso, vi sarà un continuo aggiornamento dei centri rilevati in ogni regione.

Allegati

Pubblicato il 27-02-2013 in Centri regionali di riferimento , aggiornato al 29-07-2013

Scrutini salvi per decreto legge

da ItaliaOggi

Scrutini salvi per decreto legge

Intervento d’urgenza del governo: il paracadute vale per i presidi toscani ma non solo. Sanati tutti gli atti firmati dai dirigenti scolastici sub iudice

Alessandra Ricciardi

Rischiavano di vedersi invalidati tutti gli atti firmati, i dirigenti toscani di fresca nomina. Non solo l’assegnazione delle supplenze, per esempio, ma anche gli scrutini. Un rischio concreto, in un paese in cui il ricorso ai tribunali per ottenere «giustizia» è diventato fenomeno crescente, e dagli effetti esplosivi.

Ieri il consiglio dei ministri vi ha posto riparo approvando un decreto legge recante «disposizioni urgenti per il corretto svolgimento dell’attività scolastica». Lo aveva annunciato, il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, nel corso di un vertice tenutosi la scorsa settimana al ministero con i rappresentanti di Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda: il decreto si rendeva necessario per evitare che da oggi partisse la procedura di licenziamento dei dirigenti del concorso toscano, annullato dal Consiglio di stato. Con conseguente caducazione degli atti firmati.

Il dicastero di viale Trastevere ha colto la palla al balzo e ha portato al cdm un decreto che assicura un paracadute non solo ai presidi della Toscana ma anche a tutti gli altri che a breve potrebbero trovarsi nella stessa situazione. La norma infatti è utilizzabile anche per i futuri, prossimi contenziosi che dovessero portare all’eventuale invalidazione degli atti firmati dai presidi che hanno vinto il concorso indetto nel 2011.

Un concorso che è finito martoriato sotto i colpi delle varie magistratura amministrative regionali, che ne hanno evidenziato più di una pecca nell’organizzazione. «Al fine di garantire l’esercizio della funzione dirigenziale a seguito di annullamento giurisprudenziale della procedura concorsuale a posti di dirigente scolastico, di cui al decreto direttoriale del 13 luglio 2011, pubblicato nella Gazzetta ufficiale, quarta serie speciale, n. 56 del 15 luglio 2011», si legge all’articolo 1 del decreto legge, «il personale in servizio con contratto a tempo indeterminato con funzioni di dirigente scolastico, a seguito della procedura concorsuale annullata, continua a svolgere le proprie funzioni, in via transitoria e fino all’avvenuta rinnovazione della procedura concorsuali, nelle sedi di rispettiva assegnazione…Sono fatti salvi gli atti adottati dal predetto personale nell’espletamento degli incarichi».

Restano a questo punto aperti gli altri problemi della vicenda presidi. Al ministero dell’istruzione non sono ancora arrivate la risposta che, attraverso l’Avvocatura generale dello stato, era stata sollecitata proprio a Palazzo Spada. Un paio di questione per tutte: in che modo far ricorreggere le prove scritte dei candidati del concorso, garantendo l’anonimato (i compiti hanno avuto ampia circolazione anche via internet); come evitare che chi ha superato gli scritti senza finire nel mirino delle contestazioni sia costretto comunque a rifare tutte le prove, con il rischio di un risultato diverso rispetto a quello attuale. Problemi che ad oggi l’amministrazione centrale non sa come sbrogliare. Così come non è dato sapere quale futuro assegnare a chi oggi fa il preside e domani potrebbe non esserlo più. Intanto però la gestione amministrativa è salva ed è stato evitato il caos ad anno scolastico in corso.

Riformare la formazione dei docenti, un percorso ad ostacoli ma possibile

da ItaliaOggi

Riformare la formazione dei docenti, un percorso ad ostacoli ma possibile

di Max Bruschi* *ispettore Miur

Sulla formazione iniziale dei docenti, le parole del Ministro Stefania Giannini pronunciate al Senato suonano come una conferma del principio, tante volte violato, della continuità degli atti amministrativi e della conseguente soddisfazione delle legittime aspettative: «Avvieremo subito una nuova tornata del Tirocinio Formativo Attivo (Tfa) per il prossimo anno accademico, perché credo sia doveroso offrire ai giovani laureati la possibilità di conseguire il titolo abilitativo. Il modello del Tfa introduce un principio sacrosanto: l’abilitazione si ottiene dopo aver dimostrato in aula di avere la preparazione e l’attitudine all’insegnamento… Per il futuro», aggiunge il titolare di Viale Trastevere «dovremmo introdurre un modello più snello. Penso all’inserimento direttamente nel percorso della laurea magistrale universitaria di un periodo di tirocinio con cui ottenere, al momento della laurea e dopo un esame parallelo alla discussione della tesi, anche l’abilitazione». Questa strada fu presa in considerazione e poi scartata già dalla commissione Israel, che preferì per la scuola secondaria un meccanismo di 2 (laurea magistrale) + 1 (Tirocinio), rimasto inattuato se non per strumento musicale, ma è indubbiamente percorribile, ad alcune condizioni e con alcune accortezze. Prima di tutto, occorre che il lavoro sulle classi di concorso, simile per tempi e condizionamenti al proverbiale «albero di Bertoldo», sia compiuto scindendo nettamente vecchio e nuovo e arrivando a una drastica riduzione nel loro numero, basata rigorosamente su considerazioni di carattere didattico-disciplinare. Un conto sono le «confluenze» delle vigenti classi sui nuovi insegnamenti (per le quali è necessario un regolamento), altro le prospettive future, gestibili, ai sensi del Testo Unico, in base a un rapido decreto. Secondo, occorre che i percorsi di laurea magistrale «abilitanti» (si intende: con severe prove selettive di accesso) siano «blindati», evitando l’anarchia universitaria e di cedere alle lobby accademiche inserendo negli ordinamenti didattici «il troppo e il vano». Insomma, se si chiede agli atenei e alle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica di produrre scatole di pomodoro, occorre che di esse si tratti, e non di scatole di fagioli, con la scusa che sempre scatole sono. E ciò sia in termini di settori scientifico disciplinari, che di insegnamenti. Se risulta inconcepibile (eppure, così oggi è) che si possa insegnare, per fare solo un esempio, storia senza dover dare un esame di storia contemporanea, sarebbe altrettanto irresponsabile non prevedere, con esattezza, quali tra le svariate discipline raggruppate in uno stesso settore debbano essere insegnate con riferimento al profilo in uscita. Terzo, altrettanta severità occorre impiegare nei requisiti per l’attivazione dei corsi, mettendo a frutto le esperienze dei Tfa. Spacciare, tanto per fare un esempio, corsi disciplinari per corsi di didattica, come in alcuni casi è accaduto, non è corretto per gli aspiranti docenti, ma ha anche ricadute pesanti sul raggiungimento sostanziale dei profili previsti. Sin qui le condizioni. Restano le accortezze. I percorsi di Tfa devono non solo godere di continuità sino alla predisposizione dei nuovi ordinamenti, togliendo gli aspiranti da una ingiustificabile incertezza, ma sarebbe opportuno proseguano, in parallelo, anche successivamente. E ciò per due motivi. Primo, ci sono alcune centinaia di migliaia di aspiranti, in possesso del «titolo» di accesso, cui non sembra possibile né giusto far rifrequentare un percorso di laurea magistrale; secondo, alcuni settori male si prestano a una laurea magistrale configurata «ad hoc» per l’insegnamento: solo per fare alcuni esempi, medicina, ingegneria, la stessa giurisprudenza. E sarebbe un rimedio decisamente abborracciato limitarsi ad appiccicare i crediti di tirocinio ai percorsi di laurea magistrale ordinamentali, senza prevedere i necessari apprendimenti relativi alla didattica.

L’esperienza dice che, lavorando sodo, occorrono almeno 8 mesi per riformare il percorso. Più il tempo necessario a predisporre le tabelle relative alle lauree e ai diplomi, da prevedere in un semplice decreto, rinnovabile costantemente sulla base dell’esperienza.

Ocse-Pisa, nei test di “soluzione dei problemi quotidiani” la rivincita degli studenti italiani

da Repubblica.it

Ocse-Pisa, nei test di “soluzione dei problemi quotidiani” la rivincita degli studenti italiani

E’ il “problem solving”, ricavato dalle prove svolte in 44 paesi. Una competenza fondamentale per il futuro del lavoro. I ragazzi del nostro paese al 15esimo posto (il Nord-Ovest anche più in alto) rispetto a pessime performance nelle materie fondamentali

di SALVO INTRAVAIA

Rivincita dei quindicenni italiani nei test Ocse-Pisa. Nel problem-solving  –  la risoluzione di problemi che richiedono un approccio più pragmatico e adattivo che teorico e di routine  –  l’Italia si piazza nella parte alta della speciale classifica stilata dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che sonda le capacità di risolvere problemi della vita quotidiana. Superando nazioni come Germania e Stati Uniti e mantenendosi “significativamente” al di sopra della media dei paesi Ocse che hanno partecipato all’indagine svolta nel 2012. Con i quindicenni delle quattro regioni Nord-Ovest  –  Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta – che sfiorano il tetto del mondo.

Dopo anni di delusioni per le cattive performance in Lettura, Matematica e Scienze, gli adolescenti italiani surclassano i coetanei di nazioni industrializzate o emergenti come Spagna, Russia e Svezia. Il 15° posto occupato dall’Italia nella classifica dei 44 paesi che hanno partecipato all’indagine sulle “Competenze degli studenti alle prese con i problemi della vita quotidiana”, presentata oggi a Parigi, lascia ben sperare per il futuro di una scuola che negli ultimi anni è stata oggetto di critiche, riforme e soprattutto tagli perché considerata inefficiente.

Ma, adesso, un po’ a sorpresa, il Belpaese rialza la testa perché oggi, tra le competenze più richieste dal mercato del lavoro, oltre alle conoscenze, c’è quella di risolvere problemi. Una competenza che, scorrendo le pagine del rapporto appena pubblicato sembra ancora più importante della “semplice” conoscenza grezza. “Nelle società moderne, tutta la vita è problem-solving”, spiegano dall’Ocse. “I cambiamenti nella società, l’ambiente e la tecnologia fanno sì  –  continuano  –  che il contenuto di conoscenza applicabile evolve rapidamente”, pertanto la capacità di “adattarsi, di imparare, il coraggio di provare nuove strategie ed essere sempre pronti ad imparare dai propri errori sono tra le chiavi per la resilienza e il successo in un mondo imprevedibile”.

E si chiedono: “I quindicenni di oggi stanno acquisendo le capacità di problem-solving necessarie nel 21° secolo?”.  Perché già oggi sono “pochi i lavoratori, anche nelle occupazioni manuali o basati sulla conoscenza, usano azioni semplicemente ripetitive per svolgere il loro lavoro”. Inoltre, la nuova indagine sulle competenze degli adulti mostra che già “un lavoratore su dieci si confronta ogni giorno con problemi complessi che richiedono almeno 30 minuti per essere risolti”. E le “capacità di problem-solving sono particolarmente richiesti in, occupazioni manageriali, professionali e tecniche altamente qualificate in rapida crescita”.

Pare quindi che la capacità di individuare e risolvere i problemi sia la competenza-chiave del futuro. Quella necessaria per inserirsi in un mondo del lavoro ormai globalizzato e sempre più competitivo. E gli studenti italiani sembrano già sulla buona strada. In cima alla classifica dell’Ocse sul Problem-solving si piazzano i paesi asiatici: Singapore (con 562 punti), Corea e Giappone. Seguiti dalle regioni più sviluppate della Cina: Macao, Hong Kong, Shanghai e Taipei, che sopravanzano Canada e Australia. Il primo paese europeo è la Finlandia che totalizza 523 punti, ma il nostro Paese è al sesto posto in Europa, con 510 punti. E i giovani delle regioni nord orientali ne totalizzano addirittura 533 di punti.

La Germania, con 509, ci segue. Mentre la Russia (con 489 punti) e la Spagna (con 477 punti) sono distanti decine di punti dall’Italia. L’unico neo è la quota di top-performer che in Italia è del 6,2 per cento, contro una media Ocse dell’8,2. Ma perché all’Ocse considerano così importante la capacità

di problem-solving? La risposta si trova nel grafico che mette in relazione la variazione dell’occupazione nell’area Ocse di coloro che hanno buone capacità di risoluzione dei problemi. Per questi ultimi, infatti, si è registrata una crescita del 4 per cento, a scapito di coloro che mostrano basse performance proprio nella competenza sondata dal rapporto odierno. Una circostanza che, secondo gli esperti dell’Osce, dovrebbe indirizzare le scelte politiche sull’istruzione.

L’incubo dei 112 prof diventati presidi Dopo due anni il concorso è annullato

da La Stampa

L’incubo dei 112 prof diventati presidi Dopo due anni il concorso è annullato

Rischiano di dover tornare tra i banchi, ma i loro posti non ci sono più

Ieri il consiglio dei ministri ha approvato un decreto che congela la situazione e consente ai dirigenti scolastici già nominati di rimanere fino al rinnovamento della procedura di concorso nelle sedi assegnate

Quando due anni fa Anna De Santis vinse il concorso le sembrava di avercela finalmente fatta. Fine della vita da professoressa, dall’anno scolastico 2012/13 avrebbe lavorato come dirigente. Aveva superato la prova scritta, la prova orale, era entrata a tutti gli effetti nella categoria ambitissima dei vincitori, al cinquantesimo posto su 135 idonei e 112 che avrebbero iniziato subito a lavorare. Le venne assegnata la sede, l’Isis di Massa Marittima. Veniva da Roma, Anna De Santis, 216 chilometri più a sud, dove aveva un marito e una figlia di dodici anni. Iniziò a vivere da pendolare pensando a come trasferire prima possibile l’intera famiglia.

Poi, all’improvviso, qualcuno annullò tutto, facendo esplodere la vita che Anna De Santis e gli altri 111 vincitori del concorso avevano costruito con grande fatica facendoli tornare alla casella precedente, quella da cui erano partiti ma che a due anni di distanza non c’era più.

Potrebbe essere un inquietante racconto kafkiano o uno di quegli incubi notturni da cui ci si sveglia felici di esserselo lasciato alle spalle. È invece la beffarda realtà di 135 prof risultati idonei al concorso per dirigenti scolastici in Toscana. Erano arrivati da tutt’Italia per partecipare, fin dalla lontana Sicilia, perché di questi tempi soltanto qualche politico sprovveduto continua a pensare che in Italia nessuno voglia affrontare sacrifici. In 112 hanno non solo vinto il concorso ma anche lavorato per due anni come presidi nelle scuole assegnate finché il 3 marzo il Consiglio di Stato ha annullato l’intero concorso perché era stata sbagliata la procedura di sostituzione del presidente della commissione: troppo rapida, andavano vagliate più candidature prima di scegliere.

E’ un problema serio, sono stati annullati quasi 1 dirigente scolastico su 5 della regione. Ieri il consiglio dei ministri ha approvato un decreto che congela la situazione, consente ai dirigenti scolastici già nominati di rimanere fino al rinnovamento della procedura di concorso nelle sedi assegnate. E’ una norma che potrà essere applicata anche nelle altre regioni dove ci sono contenziosi simili aperti, dall’Abruzzo al Molise, la Campania e la Calabria. Il Miur non poteva fare di più perché c’è una sentenza del Consiglio di Stato. Sono anche stati chiesti dei pareri all’Avvocatura di Stato per capire se si poteva intervenire altrimenti. Non c’è stato nulla da fare.

Vincitori e idonei si ritengono beffati. A loro sostegno si sono mossi i comuni e decine di comitati di genitori. Annullare l’intero concorso vuol dire per alcuni tirare un nuovo colpo di dadi e giocarsi l’intera vita professionale. Significa rifare tutto da capo, anche le prove scritte, una follia perché per superare le prove bisognerebbe rimettersi a studiare, e nessuno garantisce né la vittoria né di poter tornare indietro ritrovando il posto da prof lasciato quando si è stati assunti. Non lo troverà di sicuro Alessandra Valsega che è arrivata quarta, una delle migliori. «Ho studiato tanto, ma proprio tanto – spiega – e poi ha contato molto l’esperienza». Alessandra Valsega è una delle 65 incaricate di presidenza italiane, figure frutto del capriccio di un anno, il 2005, create come una sorta di supplenti dei presidi. «Da allora sono stata mandata ogni anno nelle sedi rifiutate dagli altri dirigenti. Ho cambiato 6 scuole in otto anni, erano scuole disagiate, ma ho studiato e imparato tanto. Due anni fa avevo finalmente raggiunto una stabilità, ora che tutto viene annullato dove tornerò? Ho lasciato il posto da prof otto anni fa, non esiste più la mia posizione in graduatoria. A questo punto non so più nemmeno chi sono».

Giannini alla Camera nel pomeriggio del 1° aprile

da Tecnica della Scuola

Giannini alla Camera nel pomeriggio del 1° aprile
di R.P.
Dovrà replicare in Commissione Cultura l’intervento già pronunciato al Senato. Vedremo se ripeterà pari pari tutto quanto o se ci sarà qualche modifica.
Nella giornata del 1° aprile il Ministro Stefania Giannini è attesa alla Commissione Cultura della Camera per una replica dell’intervento sulle proprie linee programmatiche già presentate la settimana scorsa al Senato. Vedremo se l’intervento subirà qualche modifica o se verrà riproposto tal quale. Certamente non ci saranno modifiche rispetto ai 4 principi ai quali il Ministro intende attenersi: semplificazione, programmazione, valutazione e internazionalizzazione. Così come verrà ribadita l’intenzione di dare il via al più presto al piano nazionale sull’edilizia scolastica e di ripristinare il fondo per il MOF per riportarlo alla consistenza di un paio di anni fa. Ma è probabile che qualche piccola correzione ci sarà. Per esempio non è detto che il Ministro ripeta nuovamente che è la prima volta nella storia della Repubblica che la scuola viene posta al centro dell’azione di Governo, affermazione che aveva creato qualche perplessità al Senato. Soprattutto, potrebbe esserci qualche correzioni sui dati relativi al precariato: al Senato il Ministro aveva parlato di 500mila precari ma francamente il numero appare poco realistico (è probabile che 500mila siano le posizioni aperte nelle diverse graduatorie ma come è noto non pochi precari sono iscritti in più graduatorie, per cui le persone fisiche sono certamente in numero inferiore alle dimensioni delle graduatorie stesse).

Ds salvati in Toscana, per Giannini è la soluzione giusta

da Tecnica della Scuola

Ds salvati in Toscana, per Giannini è la soluzione giusta
di Alessandro Giuliani
Il Ministro: il decreto approvato in CdM permetterà ai dirigenti scolastici di poter terminare serenamente l’anno scolastico in via transitoria e fino all’avvenuta rinnovazione della procedura concorsuale. Un provvedimento che avrà fatto anche piacere al gruppo di dipendenti, alunni e genitori del pratese che ha condotto dei flash mob in difesa del loro capo d’istituto appena 35enne.
Il ministro Giannini è stato di parola. L’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto legge ad hoc che prevede misure per garantire il regolare completamento dell’anno scolastico, attraverso un doppio provvedimento riguardante la vertenza degli ex Lsu impiegati nei servizi di pulizia delle scuole e il rischio del decadimento di oltre cento neo dirigenti scolastici della Toscana. E su questo secondo provvedimento, il ministro dell’Istruzione si è detto “particolarmente soddisfatto”, poiché sulla vicenda pesava come un macigno la sentenza del Consiglio di Stato che aveva annullato una parte del loro concorso.
La soluzione trovata, ha ricordato Giannini, è quella “giusta”, perché permetterà ai ds di poter portare a termine “serenamente l’anno scolastico”. Con il testo approvato a palazzo Chigi  i dirigenti scolastici potranno infatti continuare “a svolgere le proprie funzioni, in via transitoria e fino all’avvenuta rinnovazione della procedura concorsuale”, ha sottolineato il Ministro.
Gli atti adottati nel frattempo saranno ritenuti validi. La soluzione approvata oggi consente da un lato di applicare la sentenza, dall’altro di concludere in modo sereno l’anno scolastico senza procedere a cambi di sede per i presidi e senza dover ricorrere alle reggenze.
Il decreto del CdM sarà stato particolarmente apprezzato dal gruppo di insegnanti, membri del personale, alunni e genitori che proprio il 31 marzo ha condotto dei flash mob in alcune scuole nel pratese – gli istituti de La Briglia, le primarie di Vaiano, quello di Carmignanello e la scuola media – facendosi fotografare di spalle davanti agli edifici scolastici. L’obiettivo dichiarato era quello di rendere pubblica la loro contrarietà al rischio che la dirigente dell’istituto comprensivo ‘Bartolini’, Alessandra Salvati, potesse perdere il posto: si tratta di un capo d’istituto appena 35enne, il più giovane tra i 104 vincitori del concorso in Toscana che è a rischio annullamento per un vizio di forma.

Concorso dirigenti scolastici: decreto legge risolutivo

da Tecnica della Scuola

Concorso dirigenti scolastici: decreto legge risolutivo
di R.P.
Il provvedimento è stato approvato nel pomeriggio del 31 marzo dal Governo e contiene anche una norma sulla questione degli appalti di pulizia. Soddisfatti i ministri Poletti (Lavoro) e Giannini (Istruzione).
Ancora un decreto legge per dare soluzione ad uno dei tanti problemi che assillano in questo periodo il mondo della scuola. Nel corso del Consiglio dei Ministri del pomeriggio del 31 marzo è stato infatti approvato un provvedimento finalizzato a garantire il regolare svolgimento dell’anno scolastico in corso nelle sedi interessate dalle procedure concorsuali per dirigente scolastico. Nel concreto il decreto legge serve a garantire, nell’immediato, il regolare completamento dell’anno scolastico in corso a seguito del parziale annullamento giurisdizionale del concorso indetto per il reclutamento di 2.386 dirigenti scolastici. “In questo modo – si legge nel comunicato stampa del Governo – si assicura che i dirigenti scolastici già nominati continuino ad esercitare le funzioni alle quali sono stati preposti nelle sedi di rispettiva assegnazione”. Lo stesso decreto consente anche alle istituzioni scolastiche delle regioni in cui non è ancora attiva la convenzione Consip per l’affidamento dei servizi di pulizia e altri servizi ausiliari di continuare ad acquistarli dalle stesse imprese in attesa che si concludano le gare d’appalto in corso, purché con oneri non superiori a quelli previsti dalla nuova convenzione Consip. Proprio su questo punto del provvedimento i ministri Poletti (Lavoro) e Giannini (Istruzione) hanno espresso la propria soddisfazione. “Il decreto – sottolineano i due Ministri con un comunicato congiunto – sblocca la situazione anche per la Campania e la Sicilia, determinando così tutte le condizioni per la realizzazione del progetto che mira al miglioramento del decoro degli edifici scolastici ed alla riconversione dei lavoratori impiegati nei servizi di pulizia delle scuole” Nella notte fra venerdì e sabato, infatti, Governo e sindacati avevano sottoscritto un accordo quadro per dare soluzione al problema degli appalti di pulizia; accordo che viene ora recepito e precisato nel decreto legge adottato dal Governo. Il decreto entrerà in vigore non appena pubblica sulla Gazzetta Ufficiale; nei prossimi giorni sarà trasmesso alla Camera per la conversione in legge.

Gli stipendi più leggeri sono quelli della scuola: -2,5%

da Tecnica della Scuola

Gli stipendi più leggeri sono quelli della scuola: -2,5%
di P.A.
Per i circa un milione di personale della scuola, un terzo cioè della P.A., meno 2,5%:  la più negativa retribuzione di tutti i settori pubblici. Il Sole 24 Ore scrive pure che nello stesso periodo, 2011, gli altri hanno invece fatto registrare un aumento dello 0,7% a livello centrale e una flessione dello 0,4% a livello locale
Un primato negativo che certamente non fa onore allo Stato italiano, ma che per il suo peso specifico contribuisce in modo sostanziale alle variazioni nel costo del lavoro pubblico aggregato e che si ripete anche nel lungo periodo: fra 2010 e 2012 le retribuzioni medie della scuola sono cresciute del 29,2%, quindi meno del tasso di inflazione effettivo del periodo (31%), e assai più lentamente rispetto alle “lepri” della Pubblica amministrazione: nel comparto costituito da Regioni e Autonomie locali gli stipendi medi del 2012 erano superiori del 41,6% rispetto a quelli del 2000, negli enti sanitari sono cresciuti del 39,5% e anche il settore privato (36,1%) ha fatto meglio di insegnanti, personale tecnico e collaboratori. A dirlo, specifica il Sole 24 Ore, è i rapporto semestrale dell’Aran sulle retribuzioni pubbliche. Nemmeno gli interventi “tampone”, come quello sul recupero degli scatti che ha rischiato di inciampare nell’obbligo della restituzione dei 150 euro, sono insomma riusciti a rivitalizzare le tendenze di un comparto che continua a chiudere le classifiche italiane degli stipendi, e si mantiene in fondo anche a quelle europee sulle retribuzioni nell’istruzione.

In arrivo il materiale per le prove Invalsi 2014

da Tecnica della Scuola

In arrivo il materiale per le prove Invalsi 2014
di Lara La Gatta
L’Istituto indica le regole cui i Dirigenti scolastici e il personale Ata debbono attenersi prima e dopo la consegna delle scatole contenenti i testi delle prove
Da oggi, 31 marzo 2014, comincia la distribuzione nelle scuole del materiale per lo svolgimento delle prove Invalsi 2014.
Con una lettera indirizzata ai Dirigenti scolastici, la Responsabile Area Prove INVALSI, Laura Palmerio, riassume le norme che è necessario osservare in vista delle consegne.
Innanzitutto è opportuno avvisare il personale addetto alla ricezione del materiale dell’imminenza del passaggio del corriere con le prove Invalsi e fornire indicazioni affinché il materiale venga tempestivamente consegnato al Dirigente o a un suo delegato e riposto in luogo sicuro (cassaforte o armadio chiuso a chiave al quale possa accedere solo il Dirigente o il delegato.
È inoltre necessario vigilare affinché i sigilli delle prove (reggette termosaldate o cellophane protettivo) NON siano rimossi fino al giorno delle prove, tenendo presente che nelle scuole campione i sigilli di tutte le prove, anche di quelle delle classi non campione, devono essere rimosse alla presenza del/degli osservatore/i esterno che redige/redigono un apposito verbale di constatazione di integrità dei sigilli medesimi.
Appena ricevuto il materiale, è indispensabile effettuare tempestivamente il controllo secondo le modalità indicate sull’apposito manuale. In caso si riscontrassero anomali, il modulo per richiedere il “Materiale mancante” sarà attivo dal 3 aprile prossimo all’interno dell’Area istituzioni scolastiche, sezione: Moduli web per le istituzioni scolastiche iscritte alle rilevazioni INVALSI 2014.
Le prove in Braille, per le scuole che ne hanno fatto richiesta, verranno inviate con una spedizione dedicata
entro le date di somministrazione.