9 aprile Adozione Libri di Testo A.S. 2014-2015

Con Nota 9 aprile 2014, AOODGOS Prot. n. 2581, il MIUR stabilisce modalità e termini per l’adozione dei libri di testo per l’A.S. 2014/2015

Libri di testo, inviata alle scuole la circolare per le adozioni
Entro la fine dell’anno scolastico le linee guida sui materiali digitali prodotti dagli istituti

Adozione dei libri facoltativa, possibilità per le scuole di produrre in proprio materiali didattici digitali da proporre agli studenti, precisi paletti per i testi consigliati. Sono alcune delle novità che riguardano le adozioni dei testi scolastici contenute nella circolare inviata oggi alle scuole. Una sorta di vademecum per guidare dirigenti e insegnanti fra le novità che entrano in vigore dal prossimo anno scolastico.

Da questa ‘tornata’ l’adozione dei libri diventa facoltativa, con la possibilità per i collegi dei docenti di scegliere anche strumenti alternativi, purché coerenti con i limiti di spesa stabiliti per legge e con i programmi in vigore. Le scuole potranno predisporre in proprio materiale didattico digitale da utilizzare al posto degli abituali libri di testo. Per poter supportare il loro lavoro entro la fine dell’anno scolastico in corso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca predisporrà apposite linee guida. Nel corso del prossimo anno scolastico i contenuti prodotti dagli istituti saranno acquisiti dal Miur che li renderà disponibili a tutte le scuole italiane. Insegnanti e dirigenti saranno coinvolti per la prima volta in un’opera collettiva di elaborazione di strumenti per la didattica che avrà la scuola stessa come protagonista.

Dal prossimo anno scolastico comincia anche l’inserimento sempre più massiccio di libri in formato misto (digitale-cartaceo) e totalmente digitale. Per coniugare l’esigenza di risparmio delle famiglie con la possibilità per i docenti di fare nuove adozioni sono previste riduzioni dei tetti di spesa per le classi iniziali della scuola secondaria di I e II grado e le terze superiori del 10% se tutti i libri sono di nuova adozione in formato misto e del 30% se sono tutti digitali. Infine, per i testi consigliati scatta un paletto preciso: possono essere inseriti in lista solo se monografici o di approfondimento.

Olimpiadi di italiano al rush finale

Olimpiadi di italiano al rush finale, in 66 si contendono il titolo a Firenze
Partecipazione boom: 15mila iscritti e 600 scuole coinvolte

Boom di partecipanti per le Olimpiadi di Italiano organizzate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che quest’anno sono arrivate alla loro quarta edizione e hanno registrato quasi 15.000 studenti impegnati nelle competizioni e più di 600 scuole coinvolte in tutta Italia e all’estero. Le finali sono in programma questa settimana a Firenze, l’11 e il 12 aprile.
La manifestazione, organizzata dalla Direzione generale Ordinamenti del Miur, rientra nel Programma nazionale di valorizzazione delle eccellenze (il programma ministeriale lanciato nel 2007 che premia gli studenti che si sono distinti nel corso degli studi delle superiori) e si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il Patrocinio e il supporto organizzativo del Comune di Firenze, in collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri (Mae) e gli Uffici Scolastici Regionali, la supervisione scientifica dell’Accademia della Crusca e dell’Associazione per la Storia della Lingua Italiana (ASLI), la partecipazione di Rai Radio3 e di Rai Scuola e Rai Educational e di numerosi esperti.
Nella finale di sabato, nella Sala d’Armi di Palazzo Vecchio, si contenderanno la vittoria e il podio i 66 finalisti, divisi in sue sezioni, Biennio e Triennio. La competizione, in nome del valore e dell’importanza della lingua italiana, sarà una sfida sulle conoscenze grammaticali e le capacità linguistiche, sulla comprensione e rielaborazione testuale. Per essere ammessi alla prova finale di Firenze, capitale simbolica della lingua italiana, i 66 studenti hanno dovuto superare una dura selezione suddivisa in due prove, una nazionale e una provinciale, che si sono svolte on line con 27 server informatici coinvolti. Il sito www.olimpiadi-italiano.it ha avuto oltre 100.000 visite negli ultimi due mesi e sono stati più di 180.000 coloro che hanno scaricato l’applicazione per dispositivi mobili “Conosci l’italiano?”, a dimostrazione che la tradizione e la storia della lingua italiana vanno d’accordo con le più recenti tecnologie. La premiazione dei vincitori è prevista nel pomeriggio di sabato (si veda programma allegato).
Hanno partecipato all’edizione 2014 delle Olimpiadi di Italiano 605 scuole (quasi un terzo del totale delle superiori) e 14.769 studenti indicati dai loro docenti. Trentadue sono state le scuole all’estero, il triplo rispetto alla precedente edizione, con 568 candidati. Per la finale si sono qualificati in quattro dalle scuole situate all’estero: questi ragazzi provengono da Lagos, Asmara, Sofia e Madrid. Con loro anche i due studenti di italiano lingua 2 selezionati tra 21 scuole, tedesche e ladine, e 760 concorrenti della Provincia autonoma di Bolzano. Le Olimpiadi di Italiano sono già diventate un appuntamento fisso per molte scuole, italiane e straniere, e un evento che coinvolge sempre di più il mondo accademico e istituzionale. Insieme al Ministero per gli Affari esteri infatti hanno aderito anche quest’anno molti rappresentanti dell’università, dell’editoria e del giornalismo.
Firenze non sarà solo il teatro della finale delle Olimpiadi l’11 e il 12: la città ospiterà anche le due Giornate della lingua italiana ideate dal Miur per offrire alle scuole, ai finalisti e ai loro docenti approfondimenti culturali sugli anniversari della letteratura italiana, dibattiti e spettacoli teatrali e musicali. La prima Giornata, venerdì 11 aprile, si terrà all’Accademia della Crusca e sarà dedicata alla poesia di Mario Luzi, a 100 anni dalla nascita. Vittorio Coletti terrà una lezione sui “Pensieri casuali e costanti di Luzi sull’italiano”, mentre Alberto Rossatti proporrà delle letture dall’opera poetica di Luzi intitolate “Vola alta parola”.
La seconda Giornata, al termine della gara, e prima della premiazione, sarà dedicata alla prosa di Niccolò Machiavelli (il 2013 è stato il cinquecentenario della pubblicazione del Principe) e di Galileo Galilei (a 450 anni dalla sua nascita). Interverranno, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, Romano Luperini (La rivoluzione del “Principe” di Machiavelli: verità effettuale e forma saggio) e Maria Luisa Altieri Biagi (Galileo Galilei nella Storia della scienza e nella Storia della lingua italiana). Sono previsti gli Intermezzi musicali dei Rapsodi Gruppo Fonografico, che con il loro spettacolo Bembo Mix interpreteranno famose canzoni italiane attraverso una lettura in chiave parodistica dei grandi maestri della tradizione letteraria. Seguirà una tavola rotonda sulla Promozione della lettura, tra scrittura ed editoria cartacea e digitale.
La giuria delle Olimpiadi di Italiano è composta quest’anno da Gian Luigi Beccaria (Presidente), Giulio Ferroni, Francesco Sabatini, Luca Serianni, Sergio Scalise, Alberto Vignati (vincitore del Premio Campiello Giovani 2013). Tra i premi una settimana di soggiorno studio all’estero (nel periodo settembre/ottobre 2014) offerta da sei scuole italiane all’estero, in collaborazione con il Mae, e quattro stage offerti dal Miur, in collaborazione con l’Accademia della Crusca, presso lo stessa sede dell’Istituto, a Firenze, nella Villa Medicea di Castello.

L’intero pomeriggio del 12 sarà in diretta streaming dal sito delle Olimpiadi: www.olimpiadi-italiano.it

Per informazioni:
Paolo Corbucci, Miur DG Ordinamenti,
paolo.corbucci@istruzione.it
tel. 06 5849 3246
tel. 06 5849 3866

Per accrediti stampa:
uffstampa@istruzione.it

 

 

I NUMERI DELLE OLIMPIADI:

Edizione 2013

  • studenti partecipanti 12.322
  • scuole 504
  • studenti estero 178
  • scuole estero 14
  • studenti prov Bolzano: 105
  • scuole prov. Bolzano: 5

Edizione 2014

  • studenti partecipanti 14.769
  • scuole 605
  • studenti estero 568
  • scuole estero 32
  • studenti prov. Bolzano: 794
  • scuole prov. Bolzano: 25 di cui 21 come lingua seconda

 

Le scuole straniere, e i rispettivi Paesi, che hanno partecipato alle Olimpiadi di Italiano:

  • Valbonne ( France )
  • Provincia di Buenos Aires (Argentina )
  • Il Cairo ( Egypt )
  • Casablanca ( Morocco )
  • Belo Horizonte ( Brazil )
  • Bogotà ( Colombia )
  • Portorose-Pirano ( Slovenia )
  • Scutari ( Albania )
  • Košice ( Slovakia )
  • Praga ( Czech Republic )
  • Lugano ( Switzerland )
  • Asmara ( Eritrea )
  • Lagos Nigeria ( Nigeria )
  • Plovdiv ( Bulgaria )
  • Stoccarda ( Germany )
  • Barcellona ( Spain )
  • Debrecen ( Hungary )
  • Mosca ( Russian Federation )
  • Bruxelles ( Belgium )
  • Teheran ( Iran )
  • Madrid ( Spain )

 

I nomi e i volti dei finalisti delle Olimpiadi:

Sul sito www.olimpiadi-italiano.it i nomi, i volti e le notizie biografiche sui sessantasei finalisti.

Immissioni in ruolo ATA

SCUOLA – Immissioni in ruolo ATA: Anief chiede al Miur che assuma a tempo indeterminato sui quasi mille posti liberati dal personale già di ruolo

 

Anziché prevedere l’assunzione a tempo indeterminato anche su questi posti lasciati scoperti, l’amministrazione ha coperto le vacanze di posti venutesi a creare conferendo delle semplici supplenze fino al termine dell’anno scolastico.

 

Il giovane sindacato non ci sta. E chiede all’amministrazione a al Governo di autorizzare le surroghe sui posti rimasti vacanti. In caso contrario difenderà i diretti interessati per tutelare un loro diritto sacrosanto.

 

Non bastava che la “montagna partorisse il topolino”. Ci mancava anche la beffa finale. Stiamo parlando delle operazioni che nei giorni scorsi hanno finalmente portato alle immissioni in ruolo del personale ATA: un’attesa che per amministrativi e tecnici di laboratorio durava da ben due anni. Come noto, su 12 mila posti vacanti in organico di diritto il MEF ha autorizzato soltanto 3.730 immissioni in ruolo: come più volte detto dall’Anief, si tratta di una minima percentuale rispetto al contingente che effettivamente andava assunto.

 

Ma ora, da un’analisi attenta delle assunzioni che si sono venute a concretizzare nelle varie province italiane, questo già esiguo numero di assunzioni risulta ulteriormente decurtato dei posti lasciati vacanti dal personale già di ruolo: sono tutte quelle unità di personale immesse in ruolo su un profilo professionale superiore. Ad esempio, i collaboratori scolastici già di ruolo che sono stati nominati su posti di assistenti amministrativi o assistenti tecnici. Ma anziché prevedere l’assunzione a tempo indeterminato anche su questi posti lasciati scoperti, il Miur ha coperto le vacanze di posti venutesi a creare conferendo delle semplici supplenze fino al termine dell’anno scolastico.

 

L’Anief non ci sta. E denuncia pubblicamente la pessima gestione dei 3.730 posti messi a disposizione per le immissioni in ruolo. Che, come detto, non risulta coperta in toto. Invitiamo quindi il Ministero dell’Istruzione e il Governo ad autorizzare le surroghe sui posti rimasti vacanti. In questo modo si eviterebbe “il gioco delle tre carte”. Perché ad oggi sono state immesse in ruolo soltanto 2.800 persone, poiché quasi mille facevano già parte dei ruoli dello Stato con un altro profilo.

 

Circa mille precari – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – attendono entro breve di essere stabilizzati su altrettanti posti resisi liberi a seguito del passaggio professionale dei colleghi già di ruolo. Per loro occorre una surroga immediata. In caso contrario, qualora l’amministrazione non operasse in questa direzione, il sindacato è pronto a intervenire schierandosi, come sempre, a fianco dei lavoratori della scuola a cui sono stati lesi dei diritti”.

 

… E se i pari sono dispari?

…E SE I PARI SONO DISPARI ?

prof. Giovanni Soldini[1]
Dirigente Tecnico MIUR – USR Marche

 

Interazione tra pari, interazione tra dispari.

21 è un numero dispari; è il numero della Sindrome di Down, o Trisomia 21 ! … ma due 21 fanno 42, che è un numero pari!

 

L’inclusione: considerazioni iniziali

Il percorso che va dall’inserimento all’integrazione all’inclusione di alunni disabili nelle classi comuni è iniziato 37 anni fa (L.517/77) e costituisce oramai un dato di fatto del nostro sistema scolastico da cui non si può prescindere. La nostra legislazione e il nostro sistema scolastico sono ritenuti (a ragione) dagli altri Paesi Europei, specialmente  in quelli in cui prevalgono le classi e le scuole  speciali,  modelli da imitare .

Una delle ragioni che ha dato impulso all’inserimento di alunni disabili nelle classi comuni è sicuramente quella di dare loro la possibilità di trarre  beneficio da un ambiente inclusivo, in cui si possa apprendere non solo grazie agli insegnanti, ma anche grazie alle interazioni con i pari.  La classe è un luogo fertile per lo sviluppo di significative relazioni tra pari che possono aumentare le possibilità di successo nel conseguimento di obiettivi formativi e cognitivi, aumentare la fiducia in se stessi. Tuttavia, per studenti con gravi disabilità, queste interazioni possono non avvenire con naturalezza senza un adeguato supporto.

La strategia più comune che viene comunemente usata nelle nostre scuole è quella di allocare risorse specifiche, e precisamente un docente per attività di sostegno e/o un assistente per l’autonomia che affianca l’alunno in attività da svolgere nella classe comune. Tuttavia alcuni studi (*Giangreco, 1997)[2] hanno mostrato che la presenza dell’adulto può avere un effetto negativo sulle relazioni  e interazioni tra pari, in quanto considerata una barriera fisica tra l’alunno disabile e i compagni.

Un secondo problema deriva dal fatto che spesso gli alunni in situazione di handicap sono allontanati dalla classe per andare a svolgere attività specifiche in un’aula diversa, fatto questo che non favorisce certamente l’interazione tra pari; è un processo di “degenerazione strisciante” [3] che vede passare la scuola da una situazione di integrazione piena a varie forme di segregazione in attività e spazi dedicati solo ad alunni con disabilità.

Un ulteriore aspetto da tenere in debita considerazione è il fatto che alunni con disabilità sono considerati in modo negativo sia dagli alunni che dagli insegnanti (Bryan,1981), anzi sono proprio gli insegnanti ad evidenziare maggiormente questa distanza, questo essere “altro da sé” (cfr. Griglie di repertorio di *Kelly)[4]. Eppure è indubbio che la loro presenza in classe è un arricchimento per tutti!

 

Tutoring e interazione sociale

Un deficit comportamentale spesso osservato in alunni con grave ritardo mentale è il loro isolamento dai compagni. Poiché molte abilità fondamentali sono  apprese e rafforzate nel contesto dell’interazione sociale, la promozione di interazioni di alunni disabili con i loro pari è stato l’obiettivo di molti programmi di intervento. I risultati di questi studi – afferma Giulio Lancioni[5] (Professore ordinario di Psicologia Generale,Università di Bari) – dimostrano che il comportamento sociale di soggetti con ritardo mentale può essere migliorato.

L’esperienza maturata presso l’Istituto d’Arte di Macerata (oggi Liceo Artistico) in oltre 20 anni di integrazione di alunni in situazione di handicap dimostra che è possibile sviluppare i processi cognitivi di questi alunni “dispari” utilizzando in modo adeguato la strategia del tutoring, cioè dando un compito educativo ad un “pari”. In questa direzione va il progetto “Un alunno per amico”, che ha focalizzato l’attenzione soprattutto sugli aspetti psicologici, relazionali e motivazionali che sono il presupposto di ogni apprendimento.

La procedura di tutoring,  consiste nell’affidare ad allievi responsabilità educative nei confronti di altri allievi.

La procedura di tutoring,  persegue principalmente 3 obiettivi:

1. Favorire l’apprendimento – E’ questo  l’obiettivo principale della procedura, in quanto si tratta di una strategia per migliorare l’acquisizione sia in alunni che non hanno ancora affrontato determinate aree di insegnamento, sia in alunni che hanno difficoltà di apprendimento e/o ritardo mentale. Il più delle volte il soggetto disabile è avulso dalle attività di classe; il linguaggio dell’insegnante non è compreso, i contenuti delle lezioni presuppongono delle conoscenze che l’alunno non ha e l’apporto  dell’insegnante di sostegno è il più delle volte limitato, in termini di tempo.

Nell’interazione tra pari i progressi sono possibili quando le differenze di livello cognitivo non sono “estreme” (si veda il concetto di zona di sviluppo prossimale elaborato da Vigotskij). In questo caso non solo i soggetti di livello inferiore progrediscono, ma pure quelli di livello superiore[6].

Il tutoring consente invece di avere un insegnamento individualizzato che, partendo dai bisogni reali del bambino, utilizza un linguaggio adeguato avvalendosi di conoscenze da lui possedute; il soggetto sente più vicino a lui un pari che gli è simile per status, altezza, linguaggio, ecc. e ciò migliora l’applicazione, l’attenzione al compito.  Il tutoring inoltre permette la moltiplicazione di esercizi su una data abilità, producendo così sovrapprendimento e generalizzazione e facilitando così una acquisizione stabile[7].

Da notare infine che il tutoring è fondamentale per l’acquisizione di appropriate abilità sociali in situazioni concrete e, in alcuni casi, per la riduzione di comportamenti problematici.

2. Favorire lo stabilirsi di relazioni sociali positive tra alunno disabile e gruppo classe –

Troppo spesso ci si dimentica che per avere integrazione non è sufficiente che il bambino disabile sia inserito nella classe: i due poli della relazione (alunno disabile e gruppo classe) devono entrare in relazione; il tutoring promuove attivamente la relazione tra alunno disabile e gruppo-classe, specialmente se viene realizzata una procedura di rotazione dei tutor.

3. Favorire la responsabilizzazione degli alunni. Nelle nostre scuole i ragazzi sono chiamati a svolgere un solo ruolo legittimo, quello di studenti, e pertanto devono posticipare per un lungo periodo la loro identità sociale. Con il tutoring, trasferendo loro delle responsabilità per aiutare altri alunni, soprattutto più giovani e con ritardo mentale,  si favorisce il passaggio da un ruolo che richiede solo compiti esecutivi ad uno che comporta compiti decisionali. Incentivare la responsabilità significa giungere ad una partecipazione sempre più attiva degli studenti alle attività scolastiche  e quindi produrre una democratizzazione del rapporto educativo.

Per attuare la procedura di tutoring,  non è sufficiente affiancare un ragazzino ad un altro e dirgli, per esempio, “aiutalo in matematica!”. E’ necessario definire precisamente quali sono gli obiettivi scolastici e sociali che si intendono raggiungere, sia per il tutor che per il tutee, è necessario formare i tutor attraverso un training  incentrato non solo sui contenuti specifici oggetto di insegnamento-apprendimento ma anche che su abilità generali concernenti il rapporto con il compagno, le modalità di rinforzo delle risposte corrette e di estinzione di quelle errate.  Questi obiettivi devono scaturire da una valutazione precisa delle abilità e dei deficit dei soggetti e devono rispondere alle loro esigenze.

E’ stato osservato (*Cloward, 1976) [8] che spesso i maggiori beneficiari di un programma di tutoring sono i tutor, in quanto aumenta il loro senso di responsabilità, un atteggiamento positivo nei confronti della scuola e degli insegnanti, aumenta l’autostima e il prestigio nei confronti dei compagni, e, in definitiva, migliorano le loro prestazioni scolastiche.

Nella scelta di un tutor ottimale le caratteristiche di personalità sono più importanti delle caratteristiche intellettive o delle prestazioni scolastiche; i tutor ottimali non sono necessariamente i più bravi della classe, quanto piuttosto coloro che perseverano in un compito, che hanno facilità ad iniziare e mantenere un rapporto interpersonale, che sanno gratificare il compagno senza assumere comportamenti punitivi o arroganti.

Qual è il ruolo dell’insegnante di sostegno in tutto questo? Egli è il coordinatore di tutta la procedura: in sintonia con l’attività di classe e in collaborazione con gli altri docenti, dovrà scegliere obiettivi, preparare i materiali, verificare il lavoro fornendo le opportune correzioni e istruzioni, attuare dei periodi di istruzione individualizzata per quei contenuti che non possono essere direttamente insegnati dai tutor , ma solo in un secondo momenti da questi consolidati e generalizzati.

 

Reverse tutoring

In un interessante studio di *Eiserman, Shisler, Osguthorpe[9]  vengono presentate 4 forme di Tutoring: si tratta sostanzialmente di un tutoring con ruoli invertiti in cui cioè l’alunno disabile è il tutor  e non il tutee (l’assistito)! Ecco le forme di reverse tutoring oggetto di studio:

1. bambini con handicap (ritardo mentale e disturbi dell’apprendimento) insegnavano ai loro compagni normali il linguaggio dei segni;

2. bambini con handicap aiutavano bambini normali più piccoli a leggere;

3. bambini con handicap aiutavano bambini più piccoli con handicap simili a leggere;

4. bambini con handicap aiutavano compagni con gli stessi handicap a leggere.

I risultati della ricerca furono i seguenti:

–   dopo una preparazione adeguata e con il controllo dell’insegnante l’alunno con handicap può operare efficacemente come tutor;

–  egli è in grado di trasmettere contenuti didattici, di controllare l’attività del compagno assistito e di dare un riscontro tramite feedback;

–  la conoscenza della materia trattata aumenta sia per il tutor che per il tutee;

–  alunni disabili e socialmente isolati sperimentano, assistendo compagni non disabili, una maggiore accettazione ed integrazione;

–    genitori, insegnanti e tutee riconoscono nel tutoring con ruoli invertiti un’efficace strategia operativa valida nel processo educativo degli alunni con handicap.

Questa ricerca ha empiricamente testato il motto latino “Qui docet, discet” (Chi Insegna, Impara!)  ed è giunta alla conclusione che ciò è possibile con alunni disabili che svolgano la funzione di tutor. In particolare, quando questi studenti hanno svolto il ruolo di tutor nell’insegnamento della lingua dei segni, sia essi che i loro compagni hanno appreso molto da questa esperienza; e così, anche alunni con difficoltà di apprendimento e di comportamento che avevano agito da tutor nella lettura hanno fatto segnalare rilevanti progressi nelle proprie abilità di lettura!

Nell’Istituto d’Arte di Macerata sono state efficacemente sperimentate queste procedure; in particolare ragazzi sordi che insegnavano la LIS ai loro compagni di classe, ragazzi ciechi che insegnavano il Braille, ragazzi con difficoltà di apprendimento che aiutavano bambini più piccoli a leggere o comunque raccontavano loro delle fiabe, nell’ambito del progetto “Nati per leggere” realizzato presso il reparto di pediatria dell’Ospedale di Macerata.

 

Conclusioni

Se le dinamiche abile-disabile (o pari-dispari, se volete!), adulto-disabile, adulto-disabile-TIC (come nel caso della Comunicazione facilitata, ad esempio), o adulto-disabile-animale (vedi Pet-Therapy) sono oggetto di studio da anni, non altrettanta attenzione è stata data alla… “interazione tra dispari”, cioè all’interazione tra alunni disabili! È questa a tutti gli effetti una interazione tra pari, tra pari che forse sono un po’ meno pari di altri, ma non per questo l’interazione è meno significativa. La nostra esperienza – che dovrà essere supportata da ulteriori ricerche – ci porta ad affermare che le interazioni tra alunni disabili sono molto importanti non solo da un punto di vista meramente sociale e relazionale, ma anche da un punto di vista cognitivo. È stato osservato come in attività manipolative semplici, che non richiedono particolari abilità a livello logico-astratto, ma che tuttavia rappresentano un compito di problem-solving, l’imitazione e l’emulazione del “pari” (o del “dispari”, se preferite) ha stimolato la ricerca di una soluzione al problema e in molti casi tale soluzione è stata il frutto di una collaborazione tra i due “dispari”.

… Ma  – si sa!- due dispari fanno un pari!

 

 

Bibliografia

 

Bryan, Donahue, Pearl,  Learning Disabled Children’s Peer Interaction during a Small Group Problem-Solving Task”, Learning Disability Quarterly, vol.4, No.1, 1981, pag. 13

Giorgio Bissolo,  HD n.6, 1985, pag. 22, Tecnoscuola Editrice, Gorizia

Cloward R. D., “Teenagers as tutors of academically low-achieving children: impact on tutors and tutee”, in ALLEN V. (a cura di ), Children as Teachers, Academic Press, New York, 1976, pp. 219-229

Giangreco, 1997, in Julie N. Causton-Theoharis Increasing peer interactions for students with severe disabilities via paraprofessional training“,  Exceptional Children, Summer, 2005   FindArticles.com. 21 Oct, 2010. http://findarticles.com/p/articles/mi_hb3130/is_4_71/ai_n29191724/

Dario Ianes,  “L’evoluzione dell’insegnante di sostegno”, ed. Erickson, Trento, 2014 , p. 53

Giulio Lancioni, “Normal Children as Tutors to Teach Social Responses to Withdrawn Mentally Retarded Schoolmates: training, maintenance and generalization”, Journal of Applied Behavior Analysis, n. 1, 1982, pagg. 17-40

Claudio Merini, “L’alunno con handicap e il gruppo-classe: indagine sugli aspetti sociali dell’integrazione”. HD n. 41, Giugno 1991, pag. 2-12, Tecnoscuola Ed., Gorizia

Osguthorpe, Eiserman, Shisler,  “Hadicapped Children as Tutors, Brigham Young University, 1986



[1] Dirigente Tecnico MIUR – USR Marche -,  già Supervisore SSIS e docente a contratto c/o UNIMC e docente Istituto Statale d’Arte “G. Cantalamessa”, Macerata

[2] Giangreco, 1997, in Julie N. Causton-Theoharis , “Increasing peer interaction for students with severe disabilities via paraprofessional training”, Exceptional Children, Summer 2005, http://findarticles.com/p/articles/mi_hb3130/is_4_71/ai_n29191724

[3] Ianes, D., 2014 , “L’evoluzione dell’insegnante di sostegno”, ed. Erickson, Trento, p. 53

[4]Claudio Merini, “L’alunno con handicap e il gruppo-classe: indagine sugli aspetti sociali dell’integrazione”, HD n. 41, Giugno 1991, pag. 2-12, Tecnoscuola Editrice, Gorizia

[5] Giulio Lancioni, “Normal Children as Tutors to Teach Social Responses to Withdrawn Mentally Retarded Schoolmates: training, maintenance and generalization”, Journal of Applied Behavior Analysis, n. 1, 1982, pagg. 17-40

[6] Clotilde Pontecorvo, “Apprendere in gruppo a scuola: prodotti e processi”, Età evolutiva, n. 24, , Giunti-Barbera, Firenze, giugno 1986, pp. 44-106

[7]  Giorgio Bissolo, HD n.6, 1985, pag. 22, Tecnoscuola Editrice, Gorizia

[8] Cloward R. D., “Teenagers as tutors of academically low-achieving children: impact on tutors and tutee”, in ALLEN V. (a cura di ), Children as Teachers, Academic Press, New York, 1976, pp. 219-229

[9]  Osguthorpe, Eiserman, Shisler, , “Hadicapped Children as Tutors, Brigham Young University, 1986

DEF: IMPEGNI VAGHI, SOSTANZA ZERO

DEF, GILDA: IMPEGNI VAGHI, SOSTANZA ZERO

“Molte parole ma poca sostanza”. Così la Gilda degli Insegnanti giudica il Def, Documento di economia e finanza approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, nella parte riguardante la scuola. “Nulla dice – spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda – sugli stanziamenti per l’istruzione. Nessun accenno anche ai fondi necessari per la ‘revisione, in ottica di valorizzazione del merito, del contratto degli insegnanti e del loro metodo di reclutamento’. Resta da capire quanto voglia investire il Governo su questo fronte, a meno che – prosegue Di Meglio – l’intenzione sia quella di fare il gioco delle tre carte, utilizzando le modeste risorse riservate agli scatti di anzianità per finanziare il merito”.

“Se il Governo ha intenzione di sedersi al tavolo dell’Aran per ridiscutere soltanto la parte normativa del contratto lasciando invariata quella economica, – chiude il coordinatore nazionale – la Gilda si opporrà. Gli stipendi degli insegnanti italiani sono stati erosi dall’inflazione e, con le retribuzioni bloccate agli attuali livelli, i docenti rischiano la proletarizzazione”.

Iscrizioni online, sfatato un tabù: alle scuole piace l’innovazione tecnologica al loro servizio

Un’indagine dell’Osservatorio Kion Scuola Innovazione su 200 Dirigenti Scolastici

Iscrizioni online, sfatato un tabù: alle scuole piace l’innovazione tecnologica al loro servizio

Al secondo anno di applicazione, l’89% giudica positivamente la nuova modalità di iscrizione alle scuole introdotta dal MIUR

Velocità delle procedure, risparmio di tempo e alleggerimento burocratico degli istituti sono i benefici più apprezzati (44%) ma sono ancora ignorate le sinergie tra gestione delle iscrizioni e azioni di orientamento e recruiting

Bologna, 8 aprile 2014 – Kion, società del CINECA specializzata in Tecnologia per la Didattica, presenta i risultati di un’indagine volta a verificare il livello di apprezzamento da parte delle scuole sulla procedura di iscrizione online che il MIUR ha introdotto anche quest’anno, durante lo scorso mese di febbraio, dopo la prima esperienza avvenuta nel 2013.

A condurre l’indagine è stato l’Osservatorio Kion Scuola Innovazione (OKSI), istituito con l’obiettivo di monitorare e analizzare ambiti e implicazioni dell’adozione delle moderne tecnologie nel mondo della Scuola. La realizzazione è stata affidata alla società Glik, che ha interrogato 200 dirigenti scolastici a capo di istituti italiani di ogni ordine e grado.

Ampio il consenso registrato tra gli intervistati, con l’89% che valuta “positivamente” le iscrizioni online. I principali motivi di gradimento riguardano aspetti di natura logistica, soprattutto il fatto che il metodo “velocizza le procedure, fa risparmiare tempo e alleggerisce il carico burocratico delle scuole” (44%), ma anche la sua capacità di “essere sempre disponibile ai cittadini” (19%) e di consentire la “raccolta dei dati in tempo reale” (17%). Non manca, allo stesso tempo, chi ne evidenzia i vantaggi in termini di contenimento dei costi sottolineando che la procedura di iscrizione online “fa risparmiare carta” (18%).

“Evidentemente, quando l’innovazione tecnologica trova aree utili di applicazione e non è fine a se stessa, anche le scuole ne apprezzano i benefici, perché basta la sperimentazione sul campo a far superare eventuali resistenze culturali – commenta Vittorio Ravaioli, amministratore delegato di Kion. L’augurio, pertanto, è che tale esperienza stimoli a un uso più “sistemico” ed esteso della tecnologia digitale nei processi interni delle scuole, con l’attuazione di politiche di dematerializzazione con cui semplificare e rendere più efficienti l’amministrazione della didattica e i flussi di comunicazione con le famiglie”.

L’opinione di Kion è frutto dei risultati conseguiti con “Didanet”, la soluzione per le scuole che attiva un processo di dematerializzazione conforme alla normativa e, attraverso un’innovativa piattaforma tecnologica di collaborazione completamente “cloud”, consente a docenti, personale amministrativo e famiglie – nel rispetto dei reciproci ruoli – di cooperare efficacemente con l’obiettivo comune di uno sviluppo armonioso degli studenti.

L’indagine ha anche approfondito se e in che modo le scuole vedono un collegamento tra la fase preliminare di orientamento e “recruitment” da loro condotta e la fase successiva costituita dalla procedura ministeriale di iscrizione online. E’ evidente che, per le scuole, sarebbe utilissimo avere a disposizione – con adeguato anticipo – proiezioni attendibili sul possibile numero di iscrizioni all’anno successivo. Ma stupisce come gli intervistati non percepiscano la continuità tra le due fasi né l’opportunità di integrarle efficacemente. Anzi, non colgano alcun collegamento tra di esse (38%) o evidenzino soltanto un potenziale influsso positivo da parte dell’orientamento sulle iscrizioni (31%).

Pure in questo caso, pertanto, appare probabile che sia necessario compiere un nuovo scatto culturale, magari sostenuto da una sperimentazione sul campo, per cogliere gli innegabili vantaggi di un a programmazione gestionale e didattica anticipata in linea con il prevedibile flusso di iscrizioni. Anche in questo senso la tecnologia può fornire alle scuole strumenti digitali semplici ed efficaci con cui gestire in modo più tracciato e non dispersivo le attività di orientamento.

Osservatorio Kion Scuola Innovazione

L’Osservatorio Kion Scuola Innovazione (OKSI) è stato istituito su iniziativa di Kion con l’obiettivo di monitorare e analizzare, attraverso indagini specifiche, ambiti e implicazioni relative all’adozione delle moderne tecnologie nel mondo della Scuola. L’attività dell’OKSI si avvale del contributo di un Comitato Scientifico appositamente costituito e al quale hanno finora aderito Valentina Aprea, Assessore all’Istruzione Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, Cesare Contarini, Rettore e Preside dell’Istituto Vescovile Barbarigo (Padova), Stefano Fava, Dirigente presso l’Istituto Pininfarina (Moncalieri), Carmelo Febbe, Direttore Servizi Generali e Amministrativi dell’Istituto Artistico G. De Fabris (Nove), Lamberto Montanari, Presidente Emilia ANP (Associazione Nazionale Presidi), Mario Rusconi, Vice Presidente Nazionale ANP, Elena Ugolini, Preside del Liceo Malpighi (Bologna) e già Sottosegretario all’Istruzione del Governo Monti, e Giovanni Zen, Dirigente presso il Liceo Brocchi (Bassano del Grappa).

Kion

Kion è un’azienda creata nel 2001, posseduta al 100% da CINECA, Consorzio Interuniversitario senza scopo di lucro, formato da 69 Università italiane, dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR), e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
Kion è una software factory nata per la progettazione e la realizzazione di applicazioni e soluzioni a valore aggiunto nel campo dei sistemi informativi per le università, per la scuola e opera in particolare nell’area dell’amministrazione e della didattica e dei servizi per gli studenti e i docenti.
KION occupa più di 160 addetti ed è presente nelle sedi di Bologna, Roma, Milano e Napoli in Italia, oltre che in Turchia e in Albania. Le soluzioni KION sono utilizzate da oltre il 75% delle università italiane, e da circa 1.300.000 studenti.

Nelle scuole libri fai-da-te per abbattere i costi

da Il Sole 24 Ore

Nelle scuole libri fai-da-te per abbattere i costi

di  Francesca Milano  e Claudio Tucci

Via i vincoli sulle adozioni dei libri di testo per accelerare la transizione verso il digitale. Le scuole potranno elaborare direttamente materiali e strumenti didattici e dal prossimo anno scolastico, il 2014-2015, giù subito i tetti di spesa del 10% per le famiglie degli alunni che frequenteranno la prima media e le classi prime e terze delle superiori (quelle in cui la dotazione libraria viene cambiata per intero) se tutti i testi scelti saranno di nuova adozione e realizzati nella versione mista (parte cartacea, parte multimediale).

Se nelle stesse classi si adotteranno invece libri digitali, il tetto di spesa sarà ridotto del 30 per cento. Il ministero dell’Istruzione invierà oggi alle scuole la circolare sui libri di testo per l’anno scolastico 2014-2015. Viene definito anche un cronoprogramma per disciplinare l’arrivo dei libri digitali fatti “in casa” dalle scuole: entro luglio arriveranno le linee guida ministeriali; gli istituti avranno tempo fino ad agosto 2015 per produrre i propri “e-book” che poi saranno inviati al Miur e condivisi, gratuitamente, anche con le altre scuole. La circolare conferma l’abrogazione (operata da Francesco Profumo) del vincolo pluriennale di adozione dei libri (cinque anni per la primaria, sei anni per le secondarie di primo e secondo grado) introdotto da Mariastella Gelmini: i collegi dei docenti potranno confermare i testi già in uso, oppure procedere con nuove adozioni di libri per le classi prime e quarte della scuola primaria; le prime della scuola secondaria di primo grado; le prime e terze e, per le sole specifiche discipline, per le classi quinte della scuola secondaria di secondo grado. Nel caso in cui il collegio dei docenti decida di rinnovare i testi si specifica però che i nuovi libri dovranno essere in versione digitale o mista, ossia in versione cartacea o digitale accompagnata da contenuti digitali integrativi (per limitare l’esborso delle famiglie). Oltre al vincolo di adozione, viene abolito anche quello di immodificabilità dei contenuti.

I collegi docenti dovranno deliberare l’adozione dei libri di testo nella seconda decade di maggio. Sono consentiti sforamenti dei tetti di spesa per le scuole medie e superiori (che verranno definiti entro aprile) entro un limite massimo del 10% (ma le delibere vanno motivate e approvate dal consiglio d’istituto). Novità anche sui testi consigliati (che di solito fanno lievitare le spese). Il Miur chiarisce che possono essere indicati «solo nel caso in cui rivestano carattere monografico o di approfondimento delle discipline di riferimento». La circolare ricorda che dal prossimo anno i libri che saranno adottati nelle scuole primarie e secondarie di primo grado dovranno rispettare le indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo previste dal decreto ministeriale 245/2012. E sempre il tema di istruzione, ieri è stato pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» il Dl n. 58/2014 sulle nomine di presidi e personale Ata.

Il Governo approva il DEF: si punta su nuovo reclutamento e sviluppo delle carriere

da Tecnica della Scuola

Il Governo approva il DEF: si punta su nuovo reclutamento e sviluppo delle carriere
di Alessandro Giuliani
Nella serata dell’8 aprile il Consiglio dei Ministri ha fatto, con il Documento di economia e finanza 2014, di voler rivedere i modelli di selezione e gestione del personale: largo a valorizzazione del merito, con un nuovo contratto che prevede un più rapido ed efficace metodo di reclutamento di insegnanti e ds. C’è poi l’impegno a rafforzare lo sviluppo professionale. Gli altri punti su cui intervenire: sicurezza, apprendistato, istruzione tecnica, lotta a Neet e dispersione, più lingua inglese e connettività wi-fi.
Sono diversi i passaggi riguardanti la scuola nel Documento di Economia e Finanza. Si va dall’edilizia, passando per l’apprendistato, per la lotta alla dispersione e il miglioramento della lingua inglese a tutti i livelli scolastici e per l’avanzamento delle tecnologie digitali nelle scuole italiane.
Ma il punto più controverso, su cui si sposterà sicuramente l’attenzione nei prossimi giorni, è quello dalla valutazione. Di istituti e docenti che vi operano.
All’interno del documento si indica la necessità di dare “piena attuazione, a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico, del Regolamento per l’applicazione del Sistema Nazionale di Valutazione delle istituzioni scolastiche. Valutazione e incentivi alle università migliori (ANVUR)”. Si parla anche di nuove metodologie da adottare per reperire il personale: bisogna rivedere i modelli, “in ottica di valorizzazione del merito, del contratto degli insegnanti e del metodo di reclutamento di insegnanti e dirigenti scolastici, che va reso più rapido ed efficace sotto l’aspetto amministrativo e deve garantire una selezione effettiva delle migliori professionalità”.
Per il Governo, quindi, è giunta l’ora di “fornire alle scuole strumenti di raffronto, verifica e riconoscimento del merito e dell’efficienza. Disporre, a livello nazionale, di un sistema trasparente dove i risultati relativi al miglioramento delle attività didattiche e formative siano comparabili tra istituti e tra il nostro sistema nazionale e quelli dei principali paesi europei”. Anche perché, “la valutazione è entrata nella cultura e nella prassi ormai da alcuni anni. Nell’ultimo decennio si sono introdotti i test INVALSI e a garantire la partecipazione alle indagini internazionali (ad esempio, l’OCSE-PISA). Siamo ora nelle condizioni di mettere in atto un sistema di valutazione delle scuole pienamente operativo”.
Nel DEF, inoltre, si indica l’esigenza di “migliorare qualità e risultati della scuola, anche rafforzando lo sviluppo professionale degli insegnanti e diversificandone lo sviluppo della carriera”. Un punto, quest’ultimo, che il Ministro intende ratificare all’interno del prossimo rinnovo del Ccnl. Con l’amministrazione che, con ogni probabilità, chiederà di abbandonare del tutto la logica degli aumenti a ‘pioggia’. Mentre i rappresentanti del lavoratori hanno già detto che, seppure favorevoli al merito, non intendono abbandonare del tutto gli attuali scatti: un minimo per tutti, almeno per adeguare gli stipendi all’inflazione, deve essere garantito.
Ecco, brevemente, gli altri punti che riguardano scuola, istruzione ed università.
È confermato uno stanziamento iniziale di “2 miliardi per rendere le scuole più sicure, con interventi di messa in sicurezza, efficienza energetica, adeguamento antisismico e costruzione di nuove scuole, e per rilanciare l’edilizia anche attraverso una riallocazione delle risorse non utilizzate”.
Maggiore sostegno va poi conferito “all’apprendistato, ai tirocini formativi presso le aziende, e all’alternanza scuola-lavoro, trasformando le sperimentazioni in pratiche diffuse, aumentando il numero di ore che i giovani delle passano in azienda nel periodo scolastico ed universitario, e certificando le competenze che acquisiscono. Predisposizione, nell’ambito del Piano Garanzia Giovani, di programmi di orientamento che diminuiscano la dispersione e migliorino la qualità delle scelte degli studenti”.
Via libera anche al “rafforzamento dell’istruzione tecnica e valorizzazione delle esperienze positive come il modello ITS (Istituti Tecnici Superiori), scuole ad alta specializzazione tecnologica nate per rispondere alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche”. Per favorire un miglior raccordo tra scuola e mondo del lavoro, “è in fase di elaborazione un piano triennale d’interventi per tirocini extracurriculari degli studenti delle quarte classi delle scuole secondarie di secondo grado, con priorità per quelli degli istituti tecnici e degli istituti professionali presso imprese, altre strutture produttive di beni e servizi o enti pubblici”.
Tra gli obiettivi che si prefigge il Governo Renzi vi è anche quello di “fornire la risposta più efficace all’aumento dei NEET: offrire ai ragazzi un’opportunità di lavoro non dopo, ma durante la formazione scolastica ed universitaria. Recuperare produttività per il sistema Italia attraverso formazione, innovazione e ricerca”.
A tal proposito, “la lotta alla dispersione si deve attuare fin dalla scuola per l’infanzia, la cui diffusione vede ancora oggi disparità inaccettabili tra le diverse aree del paese. Applicando pienamente il principio di sussidiarietà, il Governo favorirà una maggiore sinergia tra pubblico, privato ed enti locali, anche incentivando i meccanismi delle convenzioni.
Il sistema dell’istruzione e dell’università si devono evolvere ulteriormente per dotare gli studenti delle competenze nuove che sono rese necessarie dalle innovazioni intercorse a livello civile, economico e sociale negli ultimi decenni. In particolare, è necessario assicurarsi, anche con innovazioni dell’offerta formativa, che le competenze linguistiche, quelle digitali e quelle relative all’imprenditorialità siano diffuse nel nostro sistema educativo”.
Nel DEF si indica, inoltre, la necessità di “diffondere l’insegnamento della lingua inglese dalla scuola primaria fino all’università attraverso il CLIL, metodologia di insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera”.
Largo anche alla “messa a disposizione di connettività wi-fi all’interno degli istituti scolastici. Avanzamento nell’integrazione delle tecnologie digitali nelle metodologie, linguaggi e contenuti della didattica, ricercando nell’innovazione digitale lo strumento per allargare gli spazi della cultura e della formazione. Sostegno alla diffusione e all’utilizzo, soprattutto nell’istruzione superiore, di Open Educational Resources”.

Arriva, seppur tardiva, la nota Miur sui nuovi obblighi antipedofilia

da Tecnica della Scuola

Arriva, seppur tardiva, la nota Miur sui nuovi obblighi antipedofilia
di Lara La Gatta
In realtà la comunicazione firmata da Chiappetta rimanda a successive indicazioni che devono ancora essere fornite per l’attuazione delle nuove norme alle scuole
A due giorni dall’entrata in vigore del Decreto Legislativo 39 del 4 marzo 2014 sull’obbligo del cd. certificato antipedofilia per i datori di lavoro che assumono personale che lavori a contatto con minori, il Miur ha comunicato che “saranno tempestivamente fornite ulteriori idonee indicazioni al fine di agevolare e semplificare le modalità di attuazione della predetta normativa e di garantire le sue finalità di tutela dei minori”.
La nota, diffusa solo l’8 aprile, arriva decisamente tardivamente e solo dopo che l’allarme si era già diffuso tra dirigenti scolastici e personale scolastico in genere, soprattutto per quanto riguarda l’entità delle sanzioni amministrative pecuniarie (da 10.000,00 a 15.000,00 euro).
“Il ripetersi di emergenze – scrive la Cgil – causate dall’applicazione di norme che entrano in vigore senza una adeguata informazione e formazione e senza la predisposizione degli strumenti attuativi necessari, mette in difficoltà le scuole. Quando poi alla mancata o errata applicazione delle norme vengono collegate anche sanzioni amministrative a carico dei responsabili degli uffici, si producono un livello di esposizione inaccettabile e forti sentimenti di contrapposizione”.
Nell’incontro che si svolgerà domani, 9 aprile 2014, al Miur i sindacati chiederanno che si sollevino le scuole da dubbi interpretativi e appesantimenti burocratici.

Mobilità su sostegno nella scuola secondaria di secondo grado

da Tecnica della Scuola

Mobilità su sostegno nella scuola secondaria di secondo grado
di L.L.
Sottoscritta al Miur l’ipotesi di sequenza contrattuale che modifica l’articolo 30 del Ccni del 26 febbraio scorso, riguardante la mobilità dei docenti sui posti di sostegno (DOS) della scuola secondaria di secondo grado
Ieri, 7 aprile 2014, è stata sottoscritta al Miur l’ipotesi di sequenza contrattuale al Ccni sulla mobilità del personale docente, educativo ed A.T.A. per l’a.s. 2014/2015 sottoscritto il 26 febbraio 2014.
Ai sensi dell’art. 1 punto 5 dello stesso Ccni è stato modificato l’art. 30 riguardante la mobilità dei docenti sui posti di sostegno (DOS) della scuola secondaria di secondo grado.
Le modifiche apportante tengono conto dell’art. 15 comma 3 bis della legge128 /2013 che ha unificato le quattro aree (scientifica AD01, umanistica AD02, tecnica professionale artistica AD03 e psicomotoria AD04) a decorrere dall’a.s. 2016-2017 ai fini del reclutamento e della C.M. n. 34 del 1 aprile 2014 sugli organici che le ha unificate da subito ai fini della mobilità del personale.
La novità più rilevante riguarda il comma 6 del nuovo art. 30 che così dispone:
6. In attuazione dell’art. 15 comma 3 bis della L. 128 /2013 che prevede: “Le suddette aree disciplinari continuano ad essere utilizzate per le graduatorie di cui all’articolo 401 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni, e per i docenti inseriti negli elenchi tratti dalle graduatorie di merito delle procedure concorsuali bandite antecedentemente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, i posti di cui all’art. 6 comma 4 del presente CCNI sono accantonati per aree disciplinari.
I posti che residuano al termine delle operazioni di mobilità, fermi restando quelli accantonati, sono ripartiti nelle 4 aree disciplinari proporzionalmente alle disponibilità iniziali di ciascuna area.

La rettifica della rettifica fissa scadenza mobilità Ata al 14 aprile

da Tecnica della Scuola

La rettifica della rettifica fissa scadenza mobilità Ata al 14 aprile
di Lucio Ficara
L’utlima comunicazione del Ministero parla del 14 aprile (ore 18) come termine ultimo per la presentazione delle domande di mobilità.
Si tratta di un ulteriore rettifica a quella emanata nella serata di ieri sulla scadenza della mobilità Ata (fissata alle ore 18 del 16 aprile). La notizia ci giunge in tempo reale dalla sede nazionale della Flc-Cgil che ci comunica che la scadenza per la mobilità del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario è anticipata al 14 aprile (ore 18). Poiché nella dichiarazione dei servizi di questo personale si contano oltre gli anni anche i mesi, la modifica al 14 aprile evita di dover ripresentare la dichiarazione dei servizi da parte di chi ha già inoltrato la domanda per aggiungere la validità del mese di aprile. Riepilogando per evitare di creare confusione, il Miur rettifica nuovamente la proroga per la presentazione delle istanze on line delle domande di mobilità per il personale Ata, che in un primo tempo erano state posticipate al 16 aprile 2014, indicando come data ultima per tale presentazione quella del lunedì 14 aprile alle ore 18.00.

A Firenze il lancio del programma Erasmus+ 2014-2020

da Tecnica della Scuola

A Firenze il lancio del programma Erasmus+ 2014-2020
Presenti i ministri Giannini, Poletti e il commissario europeo Vassiliou
“Cambiare vita, aprire la mente”. E’ lo slogan che accompagnerà l’evento di lancio ufficiale del Programma Erasmus+ in programma a Firenze, giovedì 10 aprile, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Alla giornata parteciperanno i Ministri dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini e del Lavoro Giuliano Poletti e il Commissario europeo per l’Istruzione, Formazione e Cultura Androulla Vassiliou. All’evento è stato invitato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ha assicurato la sua partecipazione straordinaria l’attore Neri Marcorè.
Il lancio è organizzato dalle Agenzie nazionali Erasmus+: Indire, Isfol e Agenzia Nazionale per i Giovani.
Fra il 2014 e il 2020 Erasmus+ coinvolgerà oltre 4 milioni di persone, con un sostegno finanziario per studiare, formarsi, lavorare o fare volontariato all’estero. Tra i fruitori del programma ci saranno 2 milioni di studenti universitari, 650.000 studenti in formazione professionale e tirocinanti, più di 500.000 giovani. Da anni i progetti europei contribuiscono a promuovere le competenze e l’occupabilità e sostengono la modernizzazione dei sistemi d’istruzione e formazione. Il 10 aprile alcuni testimonial di successo riporteranno la loro esperienza di mobilità e cooperazione. La giornata sarà trasmessa in diretta streaming su www.erasmusplus.it, sito di riferimento per l’Italia del nuovo Programma Erasmus+

Esami di Stato: nuova apertura per la verifica dei modelli ES-1

da Tecnica della Scuola

Esami di Stato: nuova apertura per la verifica dei modelli ES-1
di L.L.
Le funzioni Sidi saranno nuovamente disponibili dal 9 al 12 aprile
Viste le numerose richieste di riapertura dei termini per la verifica dei modelli ES-1 da parte di Uffici provinciali che non hanno completato la verifica e convalida delle istanze di partecipazione agli esami di Stato – modelli ES-1 e considerata la necessità della completa verifica di tutte le domande di partecipazione, al fine di garantire il corretto funzionamento della procedura di nomina,
in via eccezionale, il Miur, con la nota prot. n. 2494 del 7 aprile 2014, ha disposto la riapertura, per scuole e Uffici provinciali, delle funzioni Sidi per la gestione dei modelli ES-1 e per la verifica e convalida degli stessi.
Le funzioni saranno disponibili dal 9 aprile al giorno 12 aprile.

Ajello (Invalsi): valutare serve a migliorare

da tuttoscuola.com

Ajello (Invalsi): valutare serve a migliorare

Il ministro ha dichiarato che a settembre decollerà il Sistema nazionale di valutazione. Ieri ho incontrato il capo di Gabinetto che lo ha confermato e ha parlato anche di impegni economici. Mi aspetto di sapere dati precisi su questo, ma l’impegno è stato assunto“. A parlare del Sistema nazionale di valutazione è Annamaria Ajello, presidente Invalsi, intervistata dalla Dire in occasione del seminario ‘Scuola e cultura della valutazione’ che si è tenuto nella sala delle Bandiere del Parlamento europeo, a Roma, con la partecipazione dell’europarlamentare Silvia Costa.

Questa è una cosa molto importante – ha aggiunto Ajello riferendosi al Sistema nazionale di valutazione – perché rappresenta una novità: si parla di valutazione in senso non soltanto degli apprendimenti, ma complessivamente delle scuole. Una novità teorica e concettuale, oltre che metodologica, perchè non si tratta più di un test, per quanto raffinato, che misura gli apprendimenti e le competenze dei ragazzi, ma – ha detto ancora Ajello – con una serie di accorgimenti si parla con le scuole sulla base di un’autovalutazione precedente, si negozia poi una situazione di individuazione di che cosa si può fare funzionare meglio o che cosa va emendato, e si avvia un piano di miglioramento. Quindi – ha concluso – un’idea di valutazione orientata al miglioramento che scalza quella più radicata di una valutazione che tende gerarchicamente a porre le scuole in ordine, migliori e peggiori“.

Imminente l’aggiornamento delle Graduatorie a esaurimento

da tuttoscuola.com

Imminente l’aggiornamento delle Graduatorie a esaurimento

Si profila un nuovo scacco per i vincitori del concorso 2012

È ormai imminente l’apertura dell’aggiornamento delle Graduatorie ad esaurimento (GAE), l’evento a cadenza triennale della durata di un mese, quest’anno con probabile inizio 10 aprile 2014 e chiusura (salvo proroghe) 9 maggio 2014, che consentirà di ridefinire per il prossimo triennio la posizione in graduatoria dei circa 170mila aspiranti docenti iscritti.

Si tratta di una graduatoria chiusa (nel 2007 dall’allora ministro dell’Istruzione  Giuseppe Fioroni), in cui chi ne fa parte al momento può vantare una forte rendita di posizione, in quanto che essa costituisce il serbatoio attraverso il quale l’amministrazione statale procede alle assunzioni di personale docente in ruolo per una quota compresa tra il 50% e il 100% delle necessità di ciascun anno scolastico, nonché quello attraverso cui attingerà prioritariamente per le supplenze nel triennio 2014-2017.

L’aggiornamento di questa graduatoria avverrà da quest’anno, per la prima volta, con modalità telematica, attraverso la piattaforma Istanze on line. Sembrano destinate a non cambiare (ma  una conferma si potrà avere solo con la pubblicazione del Decreto inerente alle  GAE) invece le caratteristiche che potranno essere variate dagli iscritti. Verosimilemnte queste continueranno a essere il trasferimento in un’altra provincia, la conferma di  una riserva o il suo scioglimento, e – soprattutto – la permanenza in  graduatoria con aggiornamento del punteggio, essenzialmente grazie al servizio  svolto e alla formazione (accademica e non) ricevuta nel triennio appena  trascorso.

L’aggiornamento sembra non tenere conto che, nell’ultimo triennio e a quasi una quindicina d’anni dal precedente, si è svolto in Italia un concorso per docenti (il bando era del 2012), in cui sono risultati vincitori, per due terzi (anche grazie a un punteggio che assegnava un valore significativo ai “titoli”), proprio iscritti alle Graduatorie ad esaurimento: circa 7.500 candidati sulle 11.542 cattedre messe a concorso.

Considerato che i canali di reclutamento per docente sono, sia pur con eccezioni, per il 50% le già descritte graduatorie a esaurimento e per l’altro 50% la lista dei vincitori del concorso 2012, sarebbe stato sicuramente un provvedimento avveduto da parte dell’amministrazione quello di dare valore al concorso che aveva appena concluso spendendo tempo e risorse, inserire come titolo di merito nell’aggiornamento delle Gae la vittoria del concorso o anche la semplice idoneità.

Questo provvedimento avrebbe avuto un doppio merito: quello di far entrare in ruolo più rapidamente all’interno delle Gae gli aspiranti insegnanti che avevano vinto il concorso (con preferenza rispetto a quanti, ugualmente in Gae, non hanno superato il concorso) e che invece dovranno aspettare più del previsto, e di liberare, nella graduatoria di merito di quest’ultimo concorso, altri posti per chi questa selezione l’aveva superata (pur con tutte le ambiguità espresse dall’amministrazione in tema di scorrimento delle graduatorie).

Purtroppo, questo aggiornamento delle Gae andrà probabilmente a essere l’ennesima occasione perduta, in cui il reclutamento vedrà soccombere il requisito del merito a vantaggio di quello dell’anzianità. Le responsabilità delle principali organizzazioni sindacali, tradizionalmente vicine al precariato storico, sono gravi, almeno quanto quelle della politica che non ha saputo affrontare il problema in modo equo e innovativo.