30 aprile Riforma della Pubblica amministrazione in CdM

2014-05-01 02.03.18Al termine della riunione del Consiglio dei Ministri del 30 aprile, il presidente Matteo Renzi e il ministro Marianna Madia hanno illustrato in sala stampa le proposte sulla riforma della Pubblica amministrazione che saranno approvate dal Consiglio dei Ministri venerdì 13 giugno 2014.

Lettera ai dipendenti pubblici

Vogliamo fare sul serio.
L’Italia ha potenzialità incredibili. Se finalmente riusciamo a mettere in ordine le regole del gioco (dalla politica alla burocrazia, dal fisco alla giustizia) torniamo rapidamente fra i Paesi leader del mondo. Il tempo della globalizzazione ci lascia inquieti ma è in realtà una gigantesca opportunità per l’Italia e per il suo futuro. Non possiamo perdere questa occasione.
Vogliamo fare sul serio, dobbiamo fare sul serio.
Il Governo ha scelto di dare segnali concreti. Questioni ferme da decenni si stanno finalmente dipanando. Il superamento del bicameralismo perfetto, la semplificazione del Titolo V della Costituzione e i rapporti tra Stato e Regioni, l’abolizione degli enti inutili, la previsione del ballottaggio per assicurare un vincitore certo alle elezioni, l’investimento sull’edilizia scolastica e sul dissesto idrogeologico, il nuovo piano di spesa dei fondi europei, la restituzione di 80 euro netti mensili a chi guadagna poco, la vendita delle auto blu, i primi provvedimenti per il rilancio del lavoro, la riduzione dell’IRAP per le imprese. Sono tutti tasselli di un mosaico molto chiaro: vogliamo ricostruire un’Italia più semplice e più giusta. Dove ci siano meno politici e più occupazione giovanile, meno burocratese e più trasparenza. In tutti i campi, in tutti i sensi.
Fare sul serio richiede dunque un investimento straordinario sulla Pubblica Amministrazione. Diverso dal passato, nel metodo e nel merito.
Nel metodo: non si fanno le riforme della Pubblica Amministrazione insultando i lavoratori pubblici. Che nel pubblico ci siano anche i fannulloni è fatto noto. Meno nota è la presenza di tantissime persone di qualità che fino ad oggi non sono mai state coinvolte nei processi di riforma. Persone orgogliose di servire la comunità e che fanno bene il proprio lavoro.
Compito di chi governa non è lamentarsi, ma cambiare le cose. Per questo noi, anziché cullarci nella facile denuncia, sfidiamo in positivo le lavoratrici e i lavoratori volenterosi. Siete protagonisti della riforma della Pubblica Amministrazione.
Nel merito: abbiamo maturato alcune idee concrete. Prima di portarle in Parlamento le offriamo per un mese alla discussione dei soggetti sociali protagonisti e di chiunque avrà suggerimenti, critiche, proposte e alternative. Abbiamo le idee e siamo pronti a intervenire. Ma non siamo arroganti e quindi ci confronteremo volentieri, dando certezza dei tempi.
Le nostre linee guida sono tre.
1. Il cambiamento comincia dalle persone. Abbiamo bisogno di innovazioni strutturali: programmazione strategica dei fabbisogni; ricambio generazionale, maggiore mobilità, mercato del lavoro della dirigenza, misurazione reale dei risultati, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni.
2.Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione. Non possiamo più permetterci nuovi tagli orizzontali, senza avere chiari obiettivi di riorganizzazione. Ma dobbiamo cancellare i doppioni, abolendo enti che non servono più e che sono stati pensati più per dare una poltrona agli amici degli amici che per reali esigenze dei cittadini. O che sono semplicemente non più efficienti come nel passato.
3. Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei servizi. Possiamo utilizzare le nuove tecnologie per rendere pubblici e comprensibili i dati di spesa e di processo di tutte le amministrazioni centrali e territoriali, ma anche semplificare la vita del cittadini: mai più code per i certificati, mai più file per pagare una multa, mai più moduli diversi per le diverse amministrazioni.
Ciascuna di queste tre linee guida richiede provvedimenti concreti.
Ne indichiamo alcuni su cui il Governo intende ascoltare la voce diretta dei protagonisti a cominciare dai dipendenti pubblici e dai loro veri datori di lavoro: i cittadini.

Il cambiamento comincia dalle persone
1) abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio, sono oltre 10.000 posti in più per giovani nella p.a., a costo zero
2) modifica dell’istituto della mobilità volontaria e obbligatoria
3) introduzione dell’esonero dal servizio
4) agevolazione del part-time
5) applicazione rigorosa delle norme sui limiti ai compensi che un singolo può percepire dalla pubblica amministrazione, compreso il cumulo con il reddito da pensione
6) possibilità di affidare mansioni assimilabili quale alternativa opzionale per il lavoratore in esubero
7) semplificazione e maggiore flessibilità delle regole sul turn over fermo restando il vincolo sulle risorse per tutte le amministrazioni
8) riduzione del 50% del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego
9) introduzione del ruolo unico della dirigenza
10) abolizione delle fasce per la dirigenza, carriera basata su incarichi a termine
11) possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico, oltre un termine
12) valutazione dei risultati fatta seriamente e retribuzione di risultato erogata anche in funzione dell’andamento dell’economia
13) abolizione della figura del segretario comunale
14) rendere più rigoroso il sistema di incompatibilità dei magistrati amministrativi
15) conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni

Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione
16) riorganizzazione strategica della ricerca pubblica, aggregando gli oltre 20 enti che svolgono funzioni simili, per dare vita a centri di eccellenza
17) gestione associata dei servizi di supporto per le amministrazioni centrali e locali (ufficio per il personale, per la contabilità, per gli acquisti, ecc.)
18) riorganizzazione del sistema delle autorità indipendenti
19) soppressione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione e attribuzione delle funzioni alla Banca d’Italia
20) centrale unica per gli acquisti per tutte le forze di polizia
21) abolizione del concerto e dei pareri tra ministeri, un solo rappresentante dello Stato nelle conferenze di servizi, con tempi certi
22) leggi auto-applicative; decreti attuativi, da emanare entro tempi certi, solo se strettamente necessari
23) controllo della Ragioneria generale dello Stato solo sui profili di spesa
24) divieto di sospendere il procedimento amministrativo e di chiedere pareri facoltativi salvo casi gravi, sanzioni per i funzionari che lo violano
25) censimento di tutti gli enti pubblici
26) una sola scuola nazionale dell’Amministrazione
27) accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione civile
28) riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio (es. ragionerie provinciali e sedi regionali Istat) e riduzione delle Prefetture a non più di 40 (nei capoluoghi di regione e nelle zone più strategiche per la criminalità organizzata)
29) eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle camere di commercio
30) accorpamento delle sovrintendenze e gestione manageriale dei poli museali
31) razionalizzazione delle autorità portuali
32) modifica del codice degli appalti pubblici
33) inasprimento delle sanzioni, nelle controversie amministrative, a carico dei ricorrenti e degli avvocati per le liti temerarie
34) modifica alla disciplina della sospensione cautelare nel processo amministrativo, udienza di merito entro 30 giorni in caso di sospensione cautelare negli appalti pubblici, condanna automatica alle spese nel giudizio cautelare se il ricorso non è accolto
35) riforma delle funzioni e degli onorari dell’Avvocatura generale dello Stato
36) riduzione delle aziende municipalizzate

Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei servizi
37) introduzione del Pin del cittadino: dobbiamo garantire a tutti l’accesso a qualsiasi servizio pubblico attraverso un’unica identità digitale
38) trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche: il sistema Siope diventa “open data”
39) unificazione e standardizzazione della modulistica in materia di edilizia ed ambiente
40) concreta attuazione del sistema della fatturazione elettronica per tutte le amministrazioni
41) unificazione e interoperabilità delle banche dati (es. società partecipate)
42) dematerializzazione dei documenti amministrativi e loro pubblicazione in formato aperto
43) accelerazione della riforma fiscale e delle relative misure di semplificazione
44) obbligo di trasparenza da parte dei sindacati: ogni spesa online

Sarà per noi importante leggere le Vostre considerazioni, le Vostre proposte, i Vostri suggerimenti. Scriveteci all’indirizzo rivoluzione@governo.it
La consultazione sarà aperta dal 30 aprile al 30 maggio. Nei giorni successivi il Governo predisporrà le misure che saranno approvate dal Consiglio dei Ministri venerdì 13 giugno 2014.

Grazie di cuore e, naturalmente, buon lavoro.
Matteo Renzi      Marianna Madia

Educare alla pace, al dialogo, alla legalità

Educare alla pace, al dialogo, alla legalità
Giannini firma Protocollo d’intesa con la Caritas Italiana

Promuovere fra i giovani e gli studenti il valore della solidarietà sociale, il rispetto degli altri, la legalità, i temi dell’integrazione, il volontariato. È l’obiettivo del Protocollo d’intesa fra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e la Caritas Italiana firmato stamattina dal Ministro Stefania Giannini e dal Direttore della Caritas Don Francesco Soddu.

Centrali saranno la promozione del volontariato come strumento di partecipazione e democrazia all’interno delle comunità scolastiche e territoriali e il contrasto del bullismo attraverso iniziative che promuoveranno il rispetto dell’altro. E’ previsto un Comitato attuativo paritetico, che non prevede oneri aggiuntivi per l’Amministrazione, che approverà il Piano annuale delle attività. Il Protocollo ha una validità di tre anni.

Regione Toscana, Servizi Educativi dell’infanzia

Regione Toscana, Servizi Educativi dell’infanzia. Romanelli (SEL): “Nelle conclusioni dell’indagine conoscitiva luci e ombre”. “Giusta la richiesta di un intervento straordinario del Governo, ma troppa enfasi sul sostegno alle scuole paritarie private”.

“E’ stata presentata stamani in aula – dichiara il Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Mauro Romanelli – la relazione conclusiva sull’indagine “L’educazione nella fascia di età da zero a sei anni: esperienze e prospettive a confronto”.

“Ringrazio il Presidente e i colleghi della Commissione Cultura, così come i tanti esperti intervenuti su questo importante tema, per il lavoro svolto, i dati forniti e l’occasione di dibattito tra le diverse sensibilità”.”L’età prescolare, così come rilevato dall’Istituto degli Innocenti, è il momento più importante per lo sviluppo, intervenire con servizi educativi d’eccellenza è alla base per la realizzazione culturale e sociale dei futuri cittadini, dando loro strumenti per leggere e affrontare la realtà complessa che li attende”.

“L’attenzione della Regione Toscana, in un momento di forte preoccupazione da parte del pubblico di avere le risorse necessarie, a questi aspetti dal punto di visto qualitativo è sicuramente un tratto distintivo importante”. “Importante quindi la richiesta al Governo di un intervento straordinario per i servizi alla prima infanzia, affinché anche la fascia 0-3 anni diventi il primo ramo dell’educazione e istruzione. Così come finora l’esperienza delle sezioni Pegaso è stata sicuramente valida”.

“Tuttavia anche nella maggioranza abbiamo impostazioni diverse e da parte mia, uomo di Sinistra, non posso che sottolineare che in questa relazione conclusiva si sottolinea troppo il sostegno alle scuole paritarie private e la loro integrazione con quelle pubbliche, con la tesi che questa sia una scelta neutra, squisitamente tecnica.” “Una logica questa, erede della Legge Berlinguer, ma contraria a nostro parere allo spirito della Costituzione”. “Chi afferma che le scuole private possono allargare i servizi e a costi minori dimentica che in questi istituti gli insegnanti sono retribuiti di meno, con il concreto rischio di una dequalificazione del servizio”.

“Ripropongo quindi il mio dissenso su questo aspetto, così come quando votai contro all’articolo della Finanziaria che prevede un sostegno alle famiglie che scelgono di iscrivere i propri figli alle scuole private paritarie. A questo punto mi auguro che le mediazioni finora tenute reggano per il bene del sistema nel suo complesso e che la Giunta Regionale, cui spettano le decisioni operative, non operi forzature verso un ulteriore sostegno al privato. In tal caso la nostra contrarietà sarebbe nettissima” – termina Romanelli.

Come funziona il credito per il personale della scuola

Come funziona il credito per il personale della scuola

A proposito del decreto sugli 80 euro

La Uil Scuola ha elaborato una tabella basata sulle posizioni stipendiali, lorde, annue, previste dal contratto vigente, calcolando assieme allo stipendio tabellare anche tredicesima, CIA e RPD.
Sulla base di quanto disposto nel decreto approvato nei giorni scorsi dal Governo sono tre le fasce di reddito di riferimento:

  •  reddito fino a 24.000 euro: si usufruisce del credito di 80 euro
  •  reddito da 24 mila a 26 mila euro: il credito tende gradualmente ad azzerarsi
  •  reddito sopra ai 26 mila euro: non si usufruisce del credito

Non bisogna fare alcuna domanda.
Per reddito deve intendersi il reddito complessivo, con esclusione di quello derivante dalla prima casa di abitazione.
Se il sostituto di imposta non ha la comunicazione degli altri redditi verrà fatto un conguaglio in sede di dichiarazione dei redditi.
La copertura finanziaria del provvedimento riguarda tutto il 2014.
Per il 2015 il decreto rinvia alle Legge di Stabilità.

80euro

Se c’è il sesso gay nel libro da leggere in classe

da La Stampa

Se c’è il sesso gay nel libro da leggere in classe

Al liceo Giulio Cesare di Roma “Sei come sei” della Mazzucco è stato presentato
come romanzo di formazione. Denuncia per “oscenità” e “corruzione di minori”
grazia longo
roma

Il libro dello scandalo è un romanzo di crescita adolescenziale, scritto dal premio Strega Melania Mazzucco, edito dalla prestigiosa Einaudi, e letto in due classi dagli alunni del liceo classico Giulio Cesare di Roma. A pagina 126 di Sei come sei viene descritto un rapporto orale tra due ragazzini che ha scatenato un putiferio.

 

Per capirci: una denuncia in Procura per «oscenità» e «corruzione di minori», la preside allineata con orgoglio accanto ai due docenti, gli studenti schierati al loro fianco e la scrittrice che si definisce sbigottita e dispiaciuta. Ma davvero un libro proposto contro il bullismo e in difesa del rispetto delle persone al di là dell’identità sessuale può essere ritenuto «pornografico»? La scuola non ha forse il dovere di educare ai valori di eguaglianza e reciprocità?

 

Il dibattito è aperto, ma purtroppo si è già verificato un primo, brutto, incidente. Blitz omofobo, ieri mattina davanti al Giulio Cesare (il liceo di Antonello Venditti, celebrato nella canzone Notte prima degli esami). Giovani militanti di «Lotta studentesca» – gruppo vicino a Forza Nuova – hanno esposto uno striscione contornato da bandiere e fumogeni gialli con parole a dir poco allarmanti. Eccole: «Maschi selvatici, non checche isteriche». Non finisce qui: il collettivo di destra «Rotta di collisione» ha esposto un lenzuolo con la scritta «Emergenza omofollia».

 

Le reazioni non si sono fatte attendere. La preside dell’istituto, Micaela Ricciardi, non ha dubbi: «È desolante assistere a una violenza come quella dei ragazzi di estrema destra. Non dimentichiamo che proprio a Roma si sono registrati suicidi di giovanissimi omosessuali». La preside, al di là degli aspetti socio-educativi, pone anche un’altra questione, squisitamente letteraria: «Abbiamo mai bandito dalle scuole le poesie di Catullo o di Saffo, notoriamente omosessuali? E che dire del Satyricon di Petronio? A proposito di “pruderie”, dovremmo allora eliminare dal programma Lolita di Nabokov?».

 

Le classi coinvolte dal laboratorio di lettura sono due quinte ginnasio, età tra i 14 e 16 anni, che hanno letto il libro a Natale e poi hanno elaborato un saggio analizzando anche un testo di papa Francesco che riportava le sue parole – «Chi sono io per giudicare?» – a proposito di omosessualità. «Possibile che il Papa in persona sia più progressista di molti cattolici integralisti?» si domanda ancora la professoressa Ricciardi. A sollevare il polverone a suon di carte bollate sono state le associazioni «Giuristi per la Vita» e «Pro Vita Onlus». «Quel libro rivela un chiaro contenuto pornografico – accusa il presidente di Giuristi per la vita, Gianfranco Amato -. E tra l’altro è tutto fortemente ideologico, perché oltre alla relazione tra i due gay c’è anche la vicenda della fecondazione assistita grazie a un utero in affitto. Questa non è la normalità e la scuola non può assolutamente sostituirsi alle famiglie nell’educazione dei ragazzi».

Questi ultimi si rivelano assai più maturi di quanto si possa immaginare. Gli studenti delle due classi che hanno letto il libro si sono confrontati in assemblea esponendo idee contrastanti ma non per questo in conflitto. «Non tutti eravamo d’accordo sulla storia dei due padri gay – esordisce una ragazza davanti ai cancelli del liceo – ma queste sono opinioni personali. Nessuno ci ha obbligati a leggere il libro e non ci siamo soffermati più di tanto sulla pagina incriminata». Un altro studente aggiunge che «semmai è stato istruttivo discutere di famiglie diverse da quelle più tradizionali». Una lettera degli studenti sarà presto consegnata in Procura a difesa del laboratorio di lettura.

 

Secondo Melania Mazzucco, «leggere romanzi che parlano di cose reali e di temi anche complessi della nostra vita non ha mai corrotto nessuno. Il compito di un romanzo è anche quello di far riflettere sul mondo che ci circonda. Dare agli studenti gli strumenti per capire il mondo e sé stessi, anche con un libro, è proprio l’esempio di cosa significhi svolgere correttamente il proprio mestiere di insegnanti». E ancora: «Trovo del tutto pretestuosa l’accusa di oscenità a un romanzo che parla, semplicemente, di famiglia e d’amore, e ridicola l’accusa rivolta ai docenti».

Aggiornamento GaE, arriva la proroga

da Tecnica della Scuola

Aggiornamento GaE, arriva la proroga
di A.G.
Il Miur lo ha preannunciato ai sindacati. Per la decisione ufficiale e per sapere quanti giorni si andrà oltre la data iniziale del 10 maggio bisognerà però attendere la prossima settimana. Niente da fare, invece, per il modello cartaceo: l’invio dei servizi e dei titoli conseguiti nell’ultimo triennio si farà solo via web.
Era inevitabile: i tanti problemi tecnici e di inoltro dati che hanno caratterizzato gli aggiornamenti on line delle Graduatorie ad esaurimento hanno convinto il Miur a posticipare la scadenza, inizialmente fissata al prossimo 10 maggio. La notizia non è ancora ufficiale, ma ormai non vi sono più dubbi. A preannunciarlo è stata la Uil Scuola, al termine di un incontro tenuto il 29 aprile a Viale Trastevere.
Sul proprio sito internet, il sindacato guidato da Massimo Di Menna ha comunicato che “nel corso dell’incontro di oggi pomeriggio al ministero dell’istruzione, la UIL Scuola – a causa del cattivo funzionamento del sistema – ha rappresentato ai dirigenti del Miur l’esigenza di prorogare i termini di presentazione delle domande per l’aggiornamento delle graduatorie permanenti che scadono il prossimo 10 maggio. Il Miur, accogliendo la richiesta, ha garantito la proroga che verrà formalizzata all’inizio della prossima settimana”.
Nei giorni scorsi la richiesta della proroga era stata fatta praticamente da tutte le organizzazioni sindacali. E il Miur non ha potuto fare altrimenti, anche per evitare la presentazione di ricorsi. Rimane ora da capire quanti saranno i giorni di proroga concessi. Non si sarebbe concretizzata, invece, un’altra richiesta formulata da più di un sindacato, oltre che da alcuni docenti: è stato infatti negato il ritorno al modello cartaceo. La via del web, anche se ad alto rischio “bug”, non si abbandona.

Gli scatti stipendiali sono al sicuro, Giannini firma l’Atto di indirizzo

da Tecnica della Scuola

Gli scatti stipendiali sono al sicuro, Giannini firma l’Atto di indirizzo
di A.G.
“Poi la negoziazione si farà all’Aran ma intanto si mettono in sicurezza un milione di dipendenti”, ha detto il Ministro nella sua replica in commissione Istruzione del Senato al dibattito sulle linee programmatiche del suo dicastero. Ben 350 milioni, una cifra imponente, vengono ricavati dal Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa: risolviamo un problema aprendone un altro. Tempo pieno: rispetto al 2007 abbiamo 8.000 classi in più, ma il Sud rimane indietro.
Gli scatti di stipendio del 2012 sono al sicuro. Lo ha fatto intendere nel primo pomeriggio del 29 aprile il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, nella sua replica in commissione Istruzione del Senato al dibattito sulle linee programmatiche del suo dicastero: “firmerò oggi stesso l’Atto di indirizzo che permette il recupero degli scatti stipendiali in maniera strutturale. Poi la negoziazione si farà all’Aran ma intanto si mettono in sicurezza un milione di dipendenti”.
Giannini ha aggiunto che “bisogna essere consapevoli che i soldi che servono per questa operazione – 350 milioni, una cifra imponente –  vengono ricavati dal Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. E’ chiaro dunque che risolviamo un problema aprendone un altro”.
A proposito del ripristino delle risorse del Fondo in questione, per il ministro, “un segnale di inversione di marcia, questo Governo che afferma di puntare sulla scuola deve darlo”.
Il responsabile del Miur è stato anche sollecitato sulla discrepanza delle classi a tempo pieno tra le regioni del Meridione e quelle del Settentrione. Dal 2007-2008 ad oggi, ha tenuto a dire Giannini, le classi a tempo pieno sono aumentate a livello nazionale passando da circa 33.000 a 41.000, 8.000 classi in più, ma con forti squilibri Nord-Sud”.
Il Ministro ha anche ammesso che proprio per approfondire questo gap sta facendo “utilissime visite al Sud per avere una visione diretta. In queste realtà gli enti locali – ha spiegato il ministro – non hanno la disponibilità materiale di mettere a disposizione servizi basici, come, ad esempio la mensa, che servono per attivare il tempo pieno”.
“Per il futuro andrebbe fatto un censimento preciso per poi procedere a un graduale aumento” ha detto ancora Giannini. Che, riferendosi a diverse questioni aperte (dalla scuola dell’infanzia all’organico funzionale), non ha nascosto che l’ostacolo resta sempre quello delle risorse: “i nodi che vengono al pettine hanno un capolinea scontato al ministero dell’Economia”. Insomma, ancora una volta sarà Via XX Settembre a decidere le sorti della scuola pubblica.

Piano per l’edilizia scolastica: se non ora, quando?

da Tecnica della Scuola

Piano per l’edilizia scolastica: se non ora, quando?
di Lucio Ficara
Del Piano preannunciato da Renzi e Giannini non si vede per ora nulla. Così come nulla si sa della “cabina di regia” che doveva partire già nelle settimane scorse. Al contrario c’è chi teme che i tagli di Cottarelli riguardino proprio l’edilizia scolastica
Quando al Miur sedeva Maria Stella Gelmini, il Partito Democratico gridava alla scandalo per le condizioni in cui versava la scuola e soprattutto sull’evidente degrado dell’edilizia scolastica. Ricordiamo un’agguerritissima Francesca Puglisi, autorevole esponente del partito democratico, all’epoca responsabile scuola del Pd ed oggi componente della VII Commissione Istruzione pubblica del Senato, denunciare le false promesse fatte dal Miur, riguardo l’erogazione di fondi per l’edilizia scolastica. La senatrice Puglisi definiva come “una goccia in un mare di bisogni urgenti”, l’annuncio da parte della Gelmini dello sblocco di 426 milioni di euro stanziati per edilizia scolastica del Sud Italia.
Adesso che il partito democratico è al governo del Paese, cosa si sta facendo di concreto per affrontare le urgenze dell’edilizia scolastica? Che fine ha fatto l’idea politica, proposta dal partito democratico quando era all’opposizione, di allentare decisamente il patto di stabilità interno per quei comuni che hanno risorse in cassa e vogliono investirle per la riqualificazione degli edifici scolastici? Dove sono finiti i 3,5 miliardi promessi da Renzi per mettere in sicurezza le scuole, con un grande piano di lavoro di edilizia scolastica da iniziare a giugno 2014?
Appena un mese fa il ministro dell’istruzione Giannini dichiarava orgogliosamente: “Ci sono 3,5 miliardi per l’edilizia scolastica. Dieci mila cantieri aperti in estate, chiusi in autunno”. Si sarebbe dovuti partire già il primo aprile con la costituzione di una cabina di regia a Palazzo Ghigi, in grado di coordinare comuni ed ex province, per stabilire da dove iniziare i lavori di messa in sicurezza delle scuole. Eppure siamo prossimi al primo maggio e nessuna cabina di regia è stata attivata ed anche dei tre miliardi e mezzo di euro si è persa traccia. Ma cosa si aspetta? Si deve attendere forse qualche nuova disgrazia, prima di avviare un serio piano di edilizia scolastica? Se non ora quando? Interrogativi che pretendono una risposta immediata e rassicurazioni precise, visto che ormai giugno è alle porte e di cantieri di edilizia scolastica non se ne vede nemmeno l’ombra. Mentre le scuole continuano a cadere a pezzi con rischi per la sicurezza di studenti, insegnanti e del personale tutto, si continua a sottovalutare il problema, inserendo nei risparmi di spesa possibili, targati Cottarelli, un miliardo e mezzo alla voce edilizia scolastica. La speranza di tutti è quella che arrivi in fretta un provvedimento legislativo che permetta di aprire realmente i dieci mila cantieri, così enfaticamente annunciati dal ministro dell’istruzione Stefania Giannini

Graduatorie ad esaurimento: il modello cartaceo e le Faq del Miur

da Tecnica della Scuola

Graduatorie ad esaurimento: il modello cartaceo e le Faq del Miur
La permanenza, a pieno titolo o con riserva, nelle graduatorie a esaurimento o l’aggiornamento avviene su domanda dell’interessato, da presentarsi entro il 10 maggio 2014, entro le ore 14,00, tramite “Istanze on line” sul sito del Miur.
Numerosi lettori ci hanno chiesto il modello per presentare la domanda cartacea d’inserimento o reinserimento in fascia aggiuntiva delle Graduatorie ad esaurimento.

Ecco il link per scaricare la domanda.
Riportiamo anche le faq che il Miur ha pubblicato, nei giorni scorsi, contenenti una serie di chiarimenti sulle domande più frequenti da parte dei candidati all’aggiornamento delle Gae. Eccole.
Faq n. 1606 – A chi è destinata la funzione di istanze on line per l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento del personale docente ed educativo?
Esclusivamente agli aspiranti già presenti nelle suddette graduatorie e agli aspiranti che, provendendo da Bolzano, intendano trasferirsi nelle graduatorie di una provincia del resto d’Italia esclusi Trento e Valle D’Aosta.
Faq n. 1607 – Perché nella comunicazione dei servizi non si vede l`insegnamento relativo alla graduatoria per cui si sta chiedendo l`Aggiornamento del punteggio?
Si veda la nota 31 del modello di domanda, dalla quale si evince che il campo va indicato nel solo caso in cui si tratti di servizio non specifico, cioè diverso da quello a cui la graduatoria di riferisce.
Inoltre ai sensi dei punti 3 e 4 lettera B3, tabella di valutazione dei titoli della terza fascia: il servizio è valutabile come aspecifico solo fra infanzia, primaria e personale educativo da una parte e scuola secondaria dall`altra.
Es. se si sta valutando una graduatoria dell`infanzia, nella tendina la graduatoria aspecifica potrà essere scelta solo tra primaria e personale educativo.
Faq n. 1608 – Come si possono indicare le informazioni relative alle specializzazioni di sostegno conseguite nell`ultimo triennio nel caso in cui siano più di una?
Le specializzazioni di sostegno polivalenti possono essere indicate tutte. Qualora l`aspirante nel corso dell`ultimo triennio ne abbia conseguita più di una indicherà tutte le specializzazioni e data e luogo del conseguimento della prima negli appositi campi e indicherà data e luogo del conseguimento dell`altra, o delle altre, nel campo note.
Faq n. 1609 – A cosa serve la funzione di inoltro?
Una volta inseriti i dati la fase successiva è inoltrare i dati. Ogni inoltro avrà l`effetto di salvare i dati acquisiti e contemporaneamente di:
– Produrre un PDF, il modello compilato dall`aspirante in formato .pdf con tutti i dati acquisiti che sarà salvato in un archivio storico e che potrà essere recuperato dall`utente alla sezione “Archivio” presente sulla Home Page personale di Istanze online;
– Inviare una mail all`aspirante come ricevuta con il modulo della domanda inserita in formato .pdf;
– Depositare la domanda inserita in una base informativa dedicata. Contestualmente il modulo di domanda sarà messo a disposizione dell`USP che potrà recuperarlo e procedere con le operazioni di competenza.
Faq n. 1610 – Cosa si deve fare se, intendendo utilizzare lo stesso pc per comunicare istanze di utenti diversi, accada che rimangano in memoria i dati relativi alla prima utenza con cui si è acceduto?
Occorre tornare alla pagina in cui viene digitata l`utenza con il tasto “Logout” collocato in alto a destra nella pagina con la lista delle istanze disponibili e non con il tasto “Indietro” del browser collocato in alto a sinistra, di cui, in ogni caso, occorre evitare l`utilizzo.
Faq n. 1611 – Perché nell`elenco dei titoli di riserva previsti dal modello di domanda non compare il codice di riserva “R – VOLONTARI IN FERMA BREVE E PREFISSATA”, che invece è presente nell`applicazione?
La funzione è stata integrata con questo nuovo titolo dopo la realizzazione del fac-simile del modello di domanda.
 
Faq n. 1612 – L`aspirante incluso nelle graduatorie di prima fascia di due provincie (doppio canale) come deve presentare domanda?
L`applicazione propone una mappa in cui le domande sono entrambe elencate. L`aspirante deve accedere alla prima domanda e compilarla in tutte le sezioni di interesse. Deve poi provvedere all`inoltro. Successivamente deve tornare sulla mappa iniziale selezionare l`altra domanda e procedere al nuovo Aggiornamento e al successivo inoltro. Infatti, essendo i destinatari delle due istanze, due uffici provinciali diversi, non è possibile fare l`operazione con un solo inoltro. Ovviamente, come nel caso di domanda singola, l`inoltro di una o di entrambe le domande può essere posticipato nel caso in cui l`aspirante abbia dubbi in merito alla compilazione dell`istanza.
Faq n. 1613 – Come si deve fare se, accedendo alla lista delle scuole, non si trova quella di interesse?
Ci si deve assicurare che la scuola che si sta cercando sia coerente con l`anno scolastico a cui il servizio si riferisce. In pratica se una certa scuola esiste dall`a.s. 2011/12 con un certo nome (o codice) e prima ne aveva uno diverso, non sarà possibile trovarla con il nuovo nome (o codice) prima dell`a.s. 2011/12. In ogni caso, poiché potrebbe porsi un problema di mancata completezza dell`anagrafe delle scuole non statali, è in corso una modifica al software che consentirà l`acquisizione puntuale delle scuole non trovate.
Faq n. 1614 – Come si deve compilare la sezione B del modello di domanda?
La sezione B, che nell`istanza si trova in coda a quella dei dati anagrafici e di recapito, prevede le seguenti voci:
1. Aggiornamento
2. Permanenza
3. Trasferimento
4. Conferma/scioglimento riserva (automaticamente impostata in presenza di inclusioni con riserva)
L`Aggiornamento può essere effettuato da solo o insieme al trasferimento o anche insieme alla conferma/scioglimento riserva.
La permanenza può essere effettuata da sola o insieme al trasferimento o anche insieme alla conferma/scioglimento riserva.
In caso di trasferimento in cui non sia contemporaneamente impostata né l`opzioneAggiornamento né l`opzione permanenza, quest`ultima è implicita. Pertanto sarà possibile compilare le sole sezioni che non prevedono l`Aggiornamento delle singole graduatorie.
Nel caso in cui l`aspirante, andando avanti con la compilazione dell`istanza, si rendesse conto di dover modificare la selezione/le selezioni della sezione B deve utilizzare il tasto annulla e procedere nuovamente all`inserimento (questo in quanto ciascuna delle selezioni comporta l`abilitazione/disabilitazione di sezioni diverse del modello di domanda).
Faq n. 1615 – L`aspirante incluso in più graduatorie può aggiornarne una soltanto?
Sì, in questo caso le altre si intendono implicitamente confermate.
Faq n. 1616 – Nella sezione C3 perché non si vedono sempre tutte le specializzazioni di sostegno/metodi differenziati?
La logica con cui è realizzata l`applicazione è la stessa prevista dalla modulistica cartacea che prevede la presentazione dei soli nuovi titoli o di quelli posseduti ma non precedentemente dichiarati. Pertanto i titoli già presenti a sistema non sono selezionabili.
Faq n. 1617 – Cosa deve fare l`aspirante che debba sciogliere una riserva di tipo “T” (inclusione con riserva per ricorso pendente)?
Deve rivolgersi all`ufficio provinciale che, prima di provvedere allo scioglimento della riserva, effettuerà verifiche specifiche sull`esito del contenzioso.
Faq n. 1618 – Perché nella sezione C4 non è possibile dichiarare il titolo per l’insegnamento della lingua inglese, se già noto a sistema?
La logica con cui è realizzata l`applicazione è la stessa prevista dalla modulistica cartacea che prevede la presentazione del titolo solo se non precedentemente dichiarato o se il titolo è migliorativo rispetto a quello presente a sistema”.

Faq n. 1619
 – Quali indirizzi e-mail vengono visualizzati nella pagina di riepilogo dei dati di recapito?
Nella pagina di riepilogo dei dati di recapito viene visualizzato un solo indirizzo di posta elettronica: quello istituzionale se in possesso dell’aspirante, altrimenti quello personale comunicato a Polis.
L’indirizzo di posta elettronica certificata non viene visualizzato perché in nessun caso, nel periodo di trasmissione e verifica delle istanze presentate, saranno spedite e-mail a tale indirizzo. L’indirizzo PEC è comunque registrato a sistema e sarà utilizzato nelle successive fasi del procedimento amministrativo che già ne prevedono l’impiego.


Faq n. 1620
 – A quale indirizzo e-mail viene inviata la mail generata a seguito dell’inoltro o dell’annullamento dell’inoltro?
La mail viene inviata all’indirizzo di posta elettronica istituzionale, se in possesso dell’aspirante, altrimenti all’indirizzo di posta elettronica personale comunicato a Polis.

Giannini: in arrivo l’aggiornamento delle graduatorie d’Istituto. Ai ‘tieffini’ più punti degli abilitati con Pas

da Tecnica della Scuola

Giannini: in arrivo l’aggiornamento delle graduatorie d’Istituto. Ai ‘tieffini’ più punti degli abilitati con Pas
di Alessandro Giuliani
L’annuncio è stato fatto dal ministro dell’Istruzione in un’intervista al Corriere della Sera: pronto il decreto per l’aggiornamento triennale, con i neoabilitati con tirocini formativi attivi che “avranno un pacchetto di punti in più”. Poi torna sul merito dei prof: penso al modello anglosassone basato sulle visite degli ispettori e al coinvolgimento dei ds. Il dubbio però è sempre quello: ci sono i fondi?
Sembrerebbe in arrivo il provvedimento ministeriale che permetterà a centinaia di migliaia di docenti precari di aggiornare la loro posizione nelle graduatorie d’Istituto. È quanto si deduce dall’intervista rilasciata il 29 aprile dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, al Corriere della Sera. Il Ministro sottolinea di aver pronto il decreto per l’aggiornamento triennale delle graduatorie di Istituto, attraverso cui, sottolinea, i neoabilitati con tirocini formativi attivi “avranno un pacchetto di punti in più”. Una notizia che non farà di certo piacere ai prossimi 70mila abilitati con i Pas, anche se questi possono contare su almeno tre anni di servizio di cui solo in rari casi i ‘tieffini’ risultano in possesso.
Nell’intervista, Giannini, annuncia anche l’indizione di un nuovo concorso a cattedra da 17mila posti (pochi giorni fa aveva però parlato di 14mila posti) per il 2015, fatto salvo l’assorbimento dei vincitori 2012.
Sempre nel colloquio con il primo quotidiano nazionale, il Ministro parla della volontà di attuare dei cambiamenti radicali per rilanciare l’istruzione pubblica. “Siamo una maggioranza che ha il suo perché – spiega – in quanto intende cambiare strutturalmente il Paese non solo sul lavoro ma anche sulla scuola”. Il primo ‘cantiere’ da aprire è quello sulla “valorizzazione della funzione docente”. E per tagliare con il passato in modo radicale, con la carriera e gli aumenti distribuiti a tutti, si rifà ad un modello d’oltre confine: “se vogliamo una scuola di qualità bisogna poter premiare il merito dei singoli prof. Ci sono i test Invalsi che misurano i risultati delle scuole, ma penso anche al modello anglosassone basato sulle visite degli ispettori e al coinvolgimento dei dirigenti scolastici”.
Il secondo ‘cantiere’ riguarda il “rilancio dell’istruzione tecnica e della formazione professionale. Abbiamo intenzione di aprirlo a figure esterne al Ministero, in particolare ai rappresentanti del mondo imprenditoriale”.
Si tratta di provvedimenti rilevanti. Avrà Giannini la forza politica e i finanziamenti adeguati per realizzarli? È tutto dire, per tornare al merito dei docenti, che la scuola italiana sta ancora aspettando i 59 ispettori, annunciati da tempo, che avrebbero dovuto dare manforte all’Invalsi.

Biondelli e le azioni per la disabilità

Biondelli e le azioni per la disabilità

A quasi un mese dalla nomina dei sottosegretari, il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali ha finalmente provveduto ad affidare le relative deleghe.

All’onorevole Franca Biondelli sono state affidate le delicate tematiche della famiglia, inclusione e politiche sociali, immigrazione e politiche di integrazione.

Sarà quindi Biondelli il referente politico governativo anche sulle azioni per la disabilità che attendono da tempo un radicale e deciso intervento.

“Sarebbe ingenuo e intempestivo esprimere pareri, positivi o negativi che siano, su di un sottosegretario o di un ministro prima di averlo visto all’opera – così commenta Vincenzo Falabella, nuovo presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – Doveroso invece rivolgere un augurio di buon lavoro, data anche la mole delle aspettative che attende Biondelli.”

Apprezzate le primissime dichiarazioni di Biondelli rispetto all’ineludibile necessità di aumentare adeguatamente il Fondo per le non autosufficienze e di promuovere l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Ci si augura analoghi intenti anche per l’esangue Fondo per le politiche sociali.

Il neo-sottosegretario ha anche richiamato l’urgenza di abbreviare i tempi e le procedure per la concessione dell’indennità di accompagnamento, oggi attestati appena sotto i 400 giorni.

“Su tale aspetto – prosegue Falabella – non vorremmo che ci si limitasse ad un pur utile intervento di semplificazione amministrativa. Ricordiamo che i tempi di concessione delle provvidenze economiche sono lievitati negli ultimi anni, pur essendo stato informatizzato l’intero sistema, perché INPS ha occupato enormi risorse umane e organizzative nella verifica straordinaria di oltre un milione di posizioni. Una caccia ai cosiddetti falsi invalidi che ha prodotto risultati irrisori ed enormi disagi fra i disabili veri. Non è solo la procedura che va snellita, ma anche i criteri di valutazione devono essere profondamente rivisti per essere più efficaci per le persone e per evitare elusioni.”

E la revisione dei criteri di accertamento e valutazione è un tema centrale, assieme ad altri, del Piano di Azione sulla disabilità già approvato con DPR e pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel dicembre scorso.

“È un documento che prevede azioni concrete già sul tavolo del Governo, e quindi anche dell’onorevole Biondelli, ma su cui non si è ancora iniziato ad operare ed agire. E nemmanco a confrontarsi. Lavoro, scuola, inclusione, mobilità, salute, autonomia personale: tutti aspetti ben declinati nelle loro problematicità ma anche nei praticabili interventi. FISH è pronta al confronto, da subito e con la consueta disponibile concretezza per realizzare davvero quel Piano.”

I numeri del Governo sull’edilizia scolastica vacillano

da Tecnica della Scuola

I numeri del Governo sull’edilizia scolastica vacillano
di Pasquale Almirante
Ma la ministra Stefania Giannini aveva già detto: “Abbiamo concordato un incontro con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per capire effettivamente quali sono le possibilità economiche, perché si programma quando ci sono fondi certi”. Quei fondi sull’edilizia ora sono incerti, anzi certamente mancanti
L’unico provvedimento nero su bianco sull’edilizia scolastica è contenuto nel decreto Irpef e prevede in concreto solamente 244 milioni di euro per il biennio 2014-2015. Ben poca cosa rispetto ai 3,5 miliardi annunciati. Ben poca cosa per le 4.500 scuole che hanno già richiesto di aprire i cantieri, scrive Il Sole 24 Ore .
Che aggiunge: 
per i lavori pubblici il 2014 sarà un altro anno di caduta e di sofferenza, a dispetto degli annunci e in linea invece con gli scenari fortemente negativi del Documento di economia e finanza (Def) che prevede un’ulteriore drastica riduzione degli investimenti fissi pubblici: altri 1.400 milioni persi quest’anno (siamo a 27.132 milioni) e altri 900 nel 2015 dopo i 4,8 miliardi persi dal 2011 al 2013. Dal 2011 al 2015 la caduta sarà di 7,1 miliardi, più del 22 per cento. In termini di rapporto con il Pil gli investimenti fissi lordi della Pa erano al 2% nel 2011, all’1,7% nel 2013, scendono secondo il Def all’1,6% nel 2014 e all’1,5% nel 2015. Altro che ripresa: una caduta progressiva di cui suona come conferma questa piccola “fiche” di appena 244 milioni per le scuole contenuta nel decreto.
Il governo conta forse di avviare, con questa misura, le 4-5mila piccole opere proposte dai sindaci a Palazzo Chigi per interventi di prima urgenza e manutenzione, ma non si può certo dire che ci sia un orizzonte ambizioso di rilancio né per questo settore impantanato da anni né, più, in generale, per i lavori pubblici
Speriamo quindi che Padoan e Giannini chiariscano l’equivoco, anche perché «per arrivare da 244 milioni a 3,5 miliardi di euro la strada è molto lunga». Nessuno sa davvero quante e quali siano le scuole su cui si debba intervenire, né si conoscono a questo punto i fondi disponibili.

Di Menna (Uil scuola): sugli scatti si può chiudere in 24 ore

da tuttoscuola.com

Ma i ministeri dell’Istruzione e dell’Economia non devono fare pasticci
Di Menna (Uil scuola): sugli scatti si può chiudere in 24 ore

Con l’annuncio dato oggi in Commissione Istruzione al Senato, l’impegno preso dal ministro nel corso dell’incontro del 23 aprile viene rispettato” – è un primo commento del segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna che rileva, tuttavia, come “occorra verificare i tempi di tutte le firme necessarie e quanto sarà scritto nell’atto di indirizzo e come i ritardi accumulati in precedenza fanno giungere a soluzione questo problema solo a fine di anno scolastico”.

Serve una programmazione rigorosa e un approccio complessivo ed organico delle questioni legate alla retribuzione del personale. “Il ministro  – sottolinea Di Menna – deve assicurare che tutti gli atti preparatori, compresa la disponibilità delle risorse del fondo di istituto per retribuire le attività aggiuntive siano assicurate già da settembre, in modo da permettere alle scuole di programmare le attività per l’intero anno scolastico”.

Questo anche in considerazione degli effetti del decreto legge approvato recentemente che ripristina quanto previsto dal contratto e quindi anche la normale progressione per anzianità.

Una volta convocati all’Aran auspichiamo non ci saranno ulteriori ritardi e freni burocratici e soprattutto si possano utilizzare le risorse non spese. Per quanto ci riguarda – ribadisce Di Menna – come abbiamo fatto nella precedente trattativa, siamo pronti a concludere il negoziato in 24 ore.”

Ma “quando la vicenda degli scatti di anzianità sarà conclusa è bene che siano affrontati – avverte Di Menna – i temi legati agli aspetti retributivi del personale che vanno affrontati, in modo organico, dal fondo di istituto al riconoscimento delle professionalità, nell’unica sede possibile, quella del rinnovo contrattuale, evitando di  pensare a soluzioni tampone o a un utilizzo improvvisato delle risorse collegate a progetti tra loro scoordinati. Lo ripeteremo nell’incontro con il ministro, previsto per il 14 maggio”, conclude il sindacalista.

 

Prove Invalsi: un test anche per chi li boicotta

da tuttoscuola.com

Prove Invalsi: un test anche per chi li boicotta

Dopo la giornata di sciopero di ieri, che secondo Unicobas ha raggiunto punte di adesione “anche del 20% nelle grandi città” e in particolare a Roma (ma mancano riscontri di fonte ministeriale) il sindacato autonomo si appresta a riproporre, come già negli anni scorsi, “l’astensione dalle prove Invalsi nei giorni 6 e 7 Maggio (per la scuola primaria) e 13 Maggio (per la scuola superiore)”.

In una lunga nota il sindacato richiama le ragioni della protesta, che vengono fatte risalire addirittura al Decreto legislativo n. 29 del 1993, che ha imposto un tetto agli stipendi del personale della scuola “quello sì, davvero inaccettabile” perché ha “vietato per legge aumenti superiori all’inflazione programmata dalla parte datoriale pubblica”.  Così, prosegue la nota, “col passaggio dalla lira all’euro, avemmo un rinnovo del 2% a fronte del dato Istat al 6% e di un aumento dei prezzi al consumo pari al 50%”.

Per questo il sindacato si batte per un “contratto scuola specifico fuori dall’area del pubblico impiego (dove non è prevista certo la ‘libertà di impiegamento’ e non esistono le responsabilità penali che gravano su chi a che fare con minori) e l’istituzione di un Consiglio Superiore della Docenza (con diramazioni provinciali), adibito a garantire, così come per la Magistratura, l’autonomia e la terzietà della Scuola pubblica”.

La polemica con i sindacati maggiormente rappresentativi, confederali e autonomi, definiti ‘pronta-firma’, è frontale, ma la presa effettiva del sindacato di base sulla categoria non sembra  in crescita. I prossimi test Invalsi saranno un banco di prova anche per Unicobas.

 

Negata l’equità nella distribuzione dei posti di sostegno stabilizzati

da tuttoscuola.com

Negata l’equità nella distribuzione dei posti di sostegno stabilizzati

Sorpresa pasquale! Con quasi tre settimane di ritardo il Miur ha pubblicato la circolare sugli organici per il prossimo anno, la n. 34 del 1° aprile, che numerosi siti web avevano riportato integralmente a suo tempo.

Il testo è identico a quello anticipato sul web: mancano soltanto le tabelle riportate allora da altri. È lecito, quindi, supporre che, come il testo della circolare, anche le tabelle, se pur non rese note ora dal Miur, siano quelle ufficiali.

Dopo aver scorso le tabelle ufficiose, è doverosa una considerazione sugli organici di sostegno dove, a proposito di stabilizzazione dei posti, emerge una contraddizione incredibile che ha tutto il sapore di una non applicazione corretta della legge (parlare di palese violazione sarebbe, forse, eccessivo).

La circolare, per i posti di sostegno, recita: “Il riparto della quota, come per quella dell’anno scolastico 2015/2016, è stato effettuato tenendo conto della disposizione di cui all’art. 15, comma 2-bis, della citata legge 128/2013, e cioè assicurando ‘equamente a livello regionale, in modo da determinare una situazione di organico di diritto di sostegno percentualmente uguale nei territori’.

La disposizione del comma 2-bis, richiamata dalla circolare ministeriale, non sembra lasciare dubbi: in ogni regione deve esserci la stessa percentuale di posti stabilizzati. Un obbligo a cui il Miur sembra avere puntualmente provveduto. Invece…

Scorrendo la tabella sul sostegno (dal titolo ingannevole “equa ripartizione posti sostegno triennio 2013/14 – 2015/16”) si scopre che, rispetto alla percentuale media nazionale di posti stabilizzati per il 2015-16, pari all’81,69% di tutti i posti di sostegno previsti, la metà esatta delle regioni ha percentuali al di sopra (a volte non di poco) di quel valore. E l’equità voluta dalla legge?

Poiché anche un solo centesimo di punto percentuale corrisponde a varie unità di posti, ben si può capire che di equa ripartizione non si può proprio parlare. E così i 22.237 posti di sostegno da stabilizzare tra il 2014 e il 2015 non sono stati distribuiti equamente come imponeva la legge. Analizziamo i dati nella prossima notizia.