Scuola madre di uomini

SCUOLA MADRE DI UOMINI

di Umberto Tenuta

 

Scuola del grembo materno”, diceva Comenio.

Scuola della seconda gestazione, sarebbe il caso di dire ancor oggi.

Le sembianze umane il bimbo le assume nei nove mesi della sua gestazione nel grembo della genitrice.

Tuttavia, uomo il figlio di donna si fa nel grembo culturale che lo alleva sin dal suo concepimento e per tutta la sua vita, ma soprattutto nell’età giovanile, quando il Sistema formativo integrato, di cui la scuola è promotrice e coordinatrice, si prende specifica cura del suo successo formativo.

Che altro è la scuola se non un materno grembo culturale ove il figlio di donna realizza il suo destino di nato a vivere per seguir virtù e conoscenza?

Quanta apparente enfasi sembra esserci in questa affermazione semplice e suggestiva!

Oggi la società è attraversata da guai e dolori in ogni dove.

Se ne cercano le cause in ogni dove.

Ma il dove è nella scuola, e non altrove!

È vano cercare altri rimedi nella forza della giustizia.

Se gli uomini nascono nella scuola, nella scuola occorre cercare i rimedi ai mali della nostra società!

Quale formazione i giovani realizzano nella nostra scuola?

Come nella scuola si costruisce la personalità dei giovani?

Si forma, acquista forma; si costruisce, si istruisce, si crea la sua struttura, la sua forma, la forma umana, la forma di uomo, di uomo integrale, intero, non dimidiato, non ridotto a sole conoscenze, ma anche e soprattutto ricco di virtù.

Un immenso patrimonio di conoscenze l’uomo ha accumulato nel corso dei millenni. Lo troviamo depositato nei contenitori delle conoscenze umane, dalle biblioteche ai musei, alle opere dell’uomo, sparse sulla terra ed ora anche nei cieli, al paesaggio geografico tutto.

Ovunque troviamo le vestigia umane!

Ma le vestigia umane sono soprattutto testimonianze delle virtù umane.

Miracolo di questo bipede sono la bellezza che si spande per ogni dove, anche nelle strade dei piccoli borghi!

Miracolo di questo bipede è il buono che ogni vestigia umana testimonia.

Miracolo di questo bipede è la conoscenza che nelle nuvole ora si conserva.

Ora che fa la scuola?

Ruba il mestiere alle enciclopedie?

Riempie le teste?

Ma di teste ben fatte non parla Edgar Morin?

Chi lo conosce?

Suvvia, la scuola svolga il suo ruolo, il ruolo di favorire la nascita di uomini, di uomini ricchi di virtù e conoscenze!

Le ostetriche e gli ostetrici si mettano all’opera, svolgano la funzione alla quale sono chiamati!

Lo facciano con tutta la sapienza antica!

Lo facciano con tutta la tecnologia moderna!

Ma non dimentichino mai che le teste non si possono riempire travasando in esse sacchi di notizie!

Ma non dimentichino mai che le intelligenze senza cuore sono pericolose!

Ma non dimentichino mai che le doti più grandi dell’uomo sono le sue virtù!

Ed infine non dimentichino mai che ogni figlio di donna è un valore infinito, un valore infinito quanto tutti gli altri valori infiniti!

TENERE LA CLASSE “quotidianità e riflessività”

Giovedì 15 maggio, dalle ore 9 alle 17.30, presso l’AUDITORIUM della UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELLA TUSCIA (Viterbo, via S. Maria in Gradi 4) avrà luogo il convegno:

 

 TENERE LA CLASSE

quotidianità e riflessività

 

PROGRAMMA

– ore 9.00: saluti delle autorità

– 9.30: report dei gruppi di lavoro

-11.00: presentazione e discussione sui poster

-13.00 pausa pranzo

-14.30: Clotilde Pontecorvo/ Marco Rossi Doria: “dialogo sulla scuola”

-15.30: architettura e pedagogia, di Giusy Cannella

-16,30 l’esperienza dell’ITIS Alessandro Volta di Perugia

-17,30: conclusioni prof. Arduino Salatin .

Valutazione titoli Gae: prima sentenza della Corte di appello

Valutazione titoli Gae: prima sentenza della Corte di appello che conferma lo spostamento dei 24 punti.

Respinto dalla Corte di Appello di Brescia, l’8 maggio 2014, l’appello del Miur che chiedeva l’annullamento della sentenza positiva di primo grado sancita dal giudice del lavoro di Mantova nel ricorso presentato dai legali dell’Anief. Il sindacato ricorda che per ricorrere bisogna chiedere lo spostamento del punteggio di 24 punti durante il presente aggiornamento che scade il 17 maggio secondo le istruzioni fornite dall’Anief. Le adesioni al ricorso si chiuderanno la settimana successiva.

E’ la prima volta, dopo il difetto di giurisdizione rilevato dalla Corte di Cassazione SS. UU. inerente il giudice amministrativo, che la questione è affrontata dal giudice di appello, dopo centinaia di sentenze positive emesse su tutto il territorio nazionale e soltanto qualche episodico respingimento.

Anief ricorda come sia importante per chi desidera spostare i 24 punti dichiararlo all’atto dell’aggiornamento della terza fascia delle Gae così da poter ricorrere successivamente con i propri legali.

Per le istruzioni operative su come compilare la domanda, consulta il seguente link

Per aderire al ricorso successivamente all’invio della domanda, consulta il seguente link

Gli studenti italiani, i meno europei

da Corriere.it

CON il SOSTEGNO di INTERCULTURA

Gli studenti italiani, i meno europei

Solo 38 su 100 partecipano a iniziative di internazionalizzazione. Inaugurata a Roma
la rete scuole «Promos(s)i», per aiutare i ragazzi nella mobilità

di Antonella De Gregorio

Basta studiare all’estero per essere più «internazionali»? E se sì, quanto? Se ne è parlato venerdì 9 a Roma, al liceo Democrito di Roma, in occasione del lancio della rete di scuole «Promos(s)i» del Lazio. «Promos(s)i» sta per «Progetti di mobilità studentesca internazionale di qualità»: un’iniziativa – nata in collaborazione con Intercultura – che riunisce, a oggi, tredici scuole secondarie superiori della Regione. E altre reti stanno nascendo in tutta Italia, Lombardia in testa. Obiettivo, sostenere e promuovere scambi ed esperienze all’estero, standardizzare le procedure di riconoscimento dei risultati conseguiti, valorizzare le esperienze fatte, al rientro. Perché il contatto con

L’esperienza all’estero è oggi appannaggio di pochi fortunati: scambi di classi, viaggi e soggiorni.

il mondo al di fuori dei confini nazionale e la conoscenza delle esperienze «altre», della scuola italiana, è oggi appannaggio di pochi fortunati. Sono solo 38 su 100 i ragazzi delle superiori che seguono con una certa regolarità qualcuna delle già poche iniziative: scambi di classi, viaggi e soggiorni, approfondimento delle lingue, classi Clil. Una distanza siderale da altri Paesi europei: in Germania si arriva all’81%, in Polonia al 49%, in Francia al 58%, in Spagna al 59% e in Svezia al 44%.

Mobilità

Più nel dettaglio, la ricerca che evidenzia questi dati (realizzata dall’Ipsos, attraverso interviste a ragazzi dei sei Paesi), dice che in Germania le scuole sono particolarmente attive negli scambi di classe (83%), nello sviluppo di partenariati (22%) e negli stage di lavoro all’estero (18%). In Polonia il 19% delle scuole sono attive nello sviluppo di partenariati. In Italia solo il 53% delle scuole attiva progetti per l’internazionalizzazione. In particolare, ci difendiamo bene negli stage di studio all’estero, dove siamo i primi (28%) e nell’attivazione del Clil (14%). A conti fatti la Germania sembra essere il Paese dove le iniziative sono universalmente diffuse – soprattutto la mobilità di classe – e la quasi totalità degli studenti vi partecipa.

Lo chiede la Ue

Quella di vivere esperienze internazionali è un’esigenza sempre più sentita dagli studenti (il 72% le giudica importanti e interessanti, mentre è solo il 44% degli svedesi a giudicarle positivamente); e anche dagli insegnanti, soprattutto quelli di

Quella di vivere esperienze internazionali è un’esigenza sempre più sentita dagli studenti, e anche dagli insegnanti, soprattutto quelli di lingue.

lingue (il 54% dei nostri docenti di lingue sono favorevoli e stimolano tali iniziative, rispetto al 44% medio degli altri 5 Paesi. Ma è anche una necessità, per rispondere con programmi concreti alla terza iniziativa prioritaria del piano Europa 2020, che intende aiutare i giovani a studiare all’estero per dare loro conoscenze e competenze per competere sul mercato del lavoro, incoraggiarli a studiare nelle università di tutta Europa e migliorare in generale i livelli di istruzione e formazione.

Festa dell’Europa

Per presentare la rete romana di scuole con vocazione internazionale la data scelta non è stata casuale: nel 1950, in questo giorno, il ministro degli Esteri francese Robert Schuman espose la sua idea di una nuova forma di cooperazione politica per l’Europa, che avrebbe reso impensabile una guerra tra le nazioni europee. E di cooperazione è opportuni parlare, a pochi giorni dalle elezioni politiche, un importante appuntamento con l’Europa.

Confronti

Alla giornata romana hanno partecipato l’assessore alla Formazione, Ricerca, Scuola, Università della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio, Barbara Gastaldello dell’Usr Lazio e Roberto Ruffino, segretario generale della Fondazione Intercultura. Dinanzi a loro, una platea di 140 studenti italiani e 40 stranieri ospitati nel nostro Paese con i programmi di Intercultura e una trentina tra presidi e docenti delle scuole aderenti alla rete. In agenda, una serie attività di confronto sui temi del cosmopolitismo e della cittadinanza europea.

Il Papa incontra il mondo della scuola. La Cei: “Basta tagli, istruzione non è un bancomat”

da Repubblica.it

Il Papa incontra il mondo della scuola. La Cei: “Basta tagli, istruzione non è un bancomat”

 

In piazza San Pietro attese almeno 200mila persone. L’iniziativa preceduta da un duro editoriale sull’Avvenire del segretario dei vescovi, Galantino, contro la diminuzione delle risorse

“Basta tagli, la scuola non è un bancomat”. Dalle colonne del quotidiano dei vescovi italiani monsignor Nunzio Galantino, segretario della Conferenza episcopale italiana, annuncia in questo modo l’incontro con il mondo della scuola organizzato dalla Cei per domani alle 15 a Roma. Quello che ha l’aria di un vero e proprio happening prenderà forma a piazza San Pietro e vedrà protagonista Papa Francesco. “We care: Papa Francesco incontra la scuola” è il titolo dell’evento. Fra poco più di 24 ore, la piazza antistante la basilica dei cattolici per eccellenza “sarà trasformata in una grande aula scolastica che si animerà e prenderà forma attraverso le voci dei suoi protagonisti, tutti radunati attorno a Papa Francesco”, fanno sapere dalla Cei che ha organizzato l’incontro.

Le persone che si sono registrate all’incontro, al momento, sono oltre 150mila, ma domani in piazza potrebbero essercene parecchie di più: 200mila o 250mila persone. E l’evento verrà trasmesso da RaiUno in diretta a partire dalle 16,45. Apriranno l’incontro, il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, e il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Tra gli artisti attesi, Fiorella Mannoia, Francesco Renga, Niccolò Agliardi, Veronica Pivetti, Max Giusti, Giulio Scarpati, Michela Cescon, Andrea Bosca, e il campione olimpionico Jury Chechi. “Al centro dell’evento, il discorso di Papa Francesco a tutta la scuola italiana”. Sarà possibile accedere alla piazza a partire dalle 14. L’arrivo del pontefice è previsto per le 16,15. Il Santo Padre, “incontrerà  –  continuano dalla Cei  –  tutta la scuola italiana: insegnanti, genitori, educatori, alunni e tutti gli operatori legati al mondo scolastico”.

Nel corso dell’appuntamento “si alterneranno testimonianze dal mondo della scuola, musica e spettacolo che ruoteranno attorno al tema centrale: la scuola è un bene di tutti e in quanto tale va protetto, rispettato, sostenuto nella crescita”. E’ inutile negare che l’incontro di domani assumerà una valenza anche politica se l’affluenza dovesse essere copiosa. Dopo il piccolo taglio operato al finanziamento statale dal governo Berlusconi e la crisi che ha spinto tanti italiani ad iscrivere i figli nelle scuole pubbliche, le difficoltà in cui versano le scuole cattoliche sono ormai note a tutti. E da tempo, gli ambienti cattolici spingono per l’applicazione dei costi standard anche nella scuola. Sono otto le parole chiave  –  Educazione, Insegnanti, Alleanza educativa, Comunità, Umanesimo, Generazioni e futuro  –  utilizzate dalla Cei per presentare l’evento.

Tra queste, anche “Autonomia e Sussidiarietà”. “Per una scuola autonoma e uno Stato garante della qualità. Tale condizione dovrebbe essere la norma, non l’eccezione, in modo da permettere alle scuole di svolgere sempre meglio il proprio ruolo di servizio pubblico, nell’ambito del sistema nazionale di istruzione varato dalla legge 62/2000”. Un modello che considera come scuole pubbliche quelle statali e quelle paritarie. Per le gerarchie vaticane “l’educazione è compito dei genitori e compimento della loro azione generativa”. E per chiarire il concetto prende a prestito le parole del cardinale Bagnasco.

“È in gioco la libertà dei genitori circa l’educazione dei propri figli. Straordinaria e affascinante avventura! Essi, i figli, dopo essere stati generati nel corpo hanno il diritto e chiedono di essere generati nello spirito”. “E’ la prima volta che la chiesa invita ad un incontro la scuola nella sua totalità: statale e paritaria” spiega monsignor Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, “Si vuole creare choc cognitivo: la chiesa ha a cuore tutta la scuola che considera un fattore strategico per rilanciare il paese. Consideriamo inoltre la scuola fondamentale la crescita umana degli individui perché non si cresce mai da soli. Occorre  –  conclude Pompili  –  recuperare un momento necessario di confronto con i protagonisti della scuola: insegnanti, genitori, alunni e tutti coloro che vi lavorano a vario titolo”.

In Italia circa 223mila alunni con disabilità

da La Stampa

In Italia circa 223mila alunni con disabilità

la fotografia scattata da Exposanita’ che per la prossima edizione (Bologna 21-24 maggio)

Roma

In Italia nell’anno scolastico 2012/2013 sono stati circa 223mila gli alunni con disabilità (2,5 per cento del totale degli studenti), in crescita del 3,2 per cento rispetto all’anno precedente.

 

Questa la fotografia scattata ulla base dei dati MIUR a Ufficio di statistica da Exposanità che per la prossima edizione (Bologna 21-24 maggio) propone diversi focus di riflessione dedicati al tema della disabilità.

 

Il 10 per cento dei disabili frequenta la scuola dell’infanzia, il 38 per cento la scuola primaria, il 29 per cento la scuola secondaria di primo grado e il 24 per cento la scuola secondaria di secondo grado.

 

L’incidenza più elevata di alunni con disabilità si segnala in Trentino Alto Adige (3,3 per cento sul totale degli alunni della regione), Lazio (3,1 per cento) e Abruzzo (3,1 per cento) mentre la Basilicata (1,9 per cento) e la Calabria (2 per cento) sono le regioni con il tasso più basso.

 

Guardando alle disabilità presentate dagli studenti, la netta maggioranza (66,7 per cento) ha una disabilità di tipo intellettivo mentre quella motoria è presente nel 4,1 per cento dei casi, quella uditiva nel 2,9 per cento e quella visiva nell’1,7 per cento.

 

«Il tema dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità impone due diversi livelli di riflessione», ha detto Marilena Pavarelli, Project Manager di Exposanità.

 

«Da un lato è necessario ripensare ed adattare l’edilizia scolastica così da renderla fruibile al maggior numero di studenti possibile – ha aggiunto – dall’altro occorre dotarsi di una serie di risorse materiali ed umane che concorrano a rendere la scuola italiana più accessibile anche nei confronti di coloro che presentano difficoltà nell’apprendimento. Exposanità darà come di consueto spazio a queste due tematiche dedicando una serie di appuntamenti alla progettazione for all, a quei prodotti destinati a chi presenta difficoltà cognitive nonché alle competenze necessarie a tutti coloro che seguono gli alunni con tali difficoltà: famiglie, insegnanti di sostegno, logopedisti, fisioterapisti e, più in generale, tutte le figure dello spettro riabilitativo».

 

Nelle scuole a gestione statale, il rapporto tra docenti e numero degli alunni disabili è di uno ogni 2 studenti. Molise e Basilicata sono le regioni che dedicano più risorse con una media di un insegnante ogni 1,6 alunni con disabilità mentre nelle regioni Lazio e Lombardia il rapporto è inferiore (un docente ogni 2,4 alunni).

 

Oltre al sostegno, gli alunni necessitano di servizi con determinate caratteristiche per il superamento delle barriere architettoniche, come le scale a norma, gli ascensori, servizi igienici specifici, segnali visivi e acustici, percorsi interni ed esterni che facilitino gli spostamenti.

 

Secondo i dati elaborati su base ISTAT, se da un lato in Italia si registra una percentuale abbastanza alta di scuole con scale a norma (79 per cento di scuole primarie e 86,8 per cento di secondarie di primo grado) e con servizi igienici a norma (76,7 per cento di scuole primarie e 79,7 per cento di secondarie di secondo grado), dall’altro solo il 29,8 per cento delle scuole primarie e appena il 29,1 per cento delle scuole secondarie di primo grado hanno reso accessibili i percorsi interni. Stessa situazione per i percorsi esterni, resi accessibili solo nel 28,4 per cento delle scuole primarie e nel 27,2 per cento delle scuole secondarie di primo grado. A livello macro il Mezzogiorno presenta la percentuale più bassa di scuole con scale e servizi igienici a norma; situazione opposta al Nord. Per quanto riguarda i percorsi interni ed esterni, che si dimostrano comunque carenti, è sempre il Nord a presentare una situazione migliore rispetto al Mezzogiorno.

A scuola con Google Classroom

da La Stampa

A scuola con Google Classroom

I compiti diventano hi tech
roma

I lavori di gruppo e i compiti per la scuola non saranno più gli stessi: Google ha pensato agli insegnanti lanciando un nuovo strumento. Si chiama «Classroom», al momento è disponibile su invito, e permette di interagire con gli studenti attraverso i servizi Gmail, Docs – per creare documenti – e Drive (la `nuvola´ di Google per conservare file sul web). Si potranno creare e condividere gruppi di lavoro e assegnare compiti in maniera tecnologica.

 

Google Classroom , spiega l’azienda californiana sul suo blog, è uno strumento gratuito che vuole aiutare gli insegnanti ad organizzare i compiti e a comunicare meglio con i propri alunni. Un modo anche per evitare perdite di tempo dovute alla mole di documenti e lavoro `cartaceo´ che normalmente un insegnante deve affrontare. La piattaforma integra i servizi offerti da Google Docs, Drive e Gmail e sarà disponibile nel pacchetto di prodotti per la scuola «Google Apps for Education».

 

Sensibile al fattore privacy, Google sottolinea inoltre che – come per gli altri servizi `Education´ – su Classroom non ci saranno pubblicità, né i contenuti o i dati degli studenti saranno utilizzati per inserzioni mirate.

Il colosso di Mountain View ha già testato la novità in alcune scuole e università e ora apre alle richieste dei docenti per usare Classroom. A settembre lo strumento sarà disponibile – gratuitamente – per tutte le scuole che già utilizzano la suite «Google Apps for Education».

(Ansa)

Dimenticare Gelmini

da L’Espresso

Dimenticare Gelmini

Tagli dei fondi a chi non pubblica. E abolizione dei concorsi locali. Così si supera la vecchia riforma. Parola di ministro

II ministro dell’Istruzione e dell’Università Stefania Giannini ha appena terminato il suo intervento al convegno della Cgil a Rimini. «Li ho quasi sorpassati a sinistra, e la cosa mi preoccupa», dice sorridendo a “l’Espresso”. Il segretario di Scelta Civica la riforma Gelmini l’ha ereditata, e i risultati della nuova abilitazione scientifica nazionale la fanno ridere assai meno. «Cambierò tutto. Il sistema dell’abilitazione nazionale va trasformato, e i concorsi locali vanno aboliti tout court. Ogni università deve poter assumere i docenti che vuole. Chi assumerà parenti e ricercatori incapaci lo farà a proprio rischio e pericolo: gli atenei che produrranno poco subiranno ripercussioni economiche, gli taglieremo i fondi». Farete un’altra riforma? «No, ma cambieremo molte cose. I meccanismi di selezione dei nostri docenti negli ultimi vent’anni sono stati modificati ben quattro volte. Se le regole del gioco sono state corrette ad ogni lustro, i risultati sono sempre uguali: proteste, ricorsi al Tar, giudizi discutibili. Ricordo, però, che l’etica individuale e la correttezza comportamentale non si possono imporre per decreto: c’è un mondo universitario, da cui io provengo, che si deve interrogare nel profondo, in modo da evitare continui scandali e fare reclutamenti all’altezza». Sperare che i baroni si autoriformino sembra un’utopia, ministro. Voi che farete nel concreto? «Le regole dell’abilitazione nazionale sono troppo complicate, il marasma normativo ha lasciato spazio all’opacità e declinazione impropria del sistema. È questo il principale difetto della riforma Gelmini, bisogna semplificare l’impianto generale. Guarda caso sono arrivati già mille ricorsi. In futuro, per migliorare la qualità dei lavori delle commissioni e permettere carriere piu rapide,dobbiamo evitare che le abilitazioni vengano fatte ogni quattro-cinque anni». Con che cadenza saranno banditi i nuovi concorsi nazionali? «Vorrei creare commissioni permanenti per le varie discipline. I blocchi, come si è visto, producono fiumane di candidati e decine di migliaia di domande, gli esami diventano difficili e poco controllabili. Alcune commissioni dovevano giudicare oltre mille persone, 15 mila i libri che ognuno dei cinque membri avrebbe dovuto leggere in pochi mesi. Un’enormità. In altri Paesi la valutazione continuativa esiste da decenni: anche in Italia bisogna passare dalle “tornate concorsuali” a giudizi “a sportello”. Le commissioni, naturalmente, devono essere innovate dopo un certo periodo. Poi, dopo aver ottenuto l’abilitazione da parte della comunità scientifica di riferimento, il candidato potrà essere assunto». Oggi nei concorso locale i baroni dettano legge. Vincono quasi sempre i candidati interni. «Credo che i concorsi locali vadano aboliti per decreto. Sono convinta che le singole università debbano poter chiamare in totale autonomia chi vogliono, rispettando ovviamente standard internazionali. Bisogna che capacità, numero e importanza di pubblicazioni siano premianti. Spero che riuscirò a fare proposte concrete prima delle vacanze estive. Finora al governo ci stiamo muovendo velocemente: abbiamo iniziato le procedure per il concorso per la scuola 2015. Ci saranno 17 mila nuove assunzioni entro il 2016. Circa la metà saranno giovani, gli altri saranno presi dalle graduatorie. Ma già l’anno prossimo prenderemo altri 6-7 mila ragazzi, già idonei perché hanno superato il concorso, molto selettivo, istituito da mio predecessore Francesco Profumo». Non c’è il rischio che con un’autonomia assoluta I dipartimenti assumano, ancor dl più, chi vogliono a discapito del merito? «Il sistema funzionerà solo se riusciremo a garantire la continuità e la trasparenza nelle abilitazioni nazionali (la seconda tornata non verrà modificata, la Giannini intende solo prorogarla fino a settembre, ndr). E, in secundis, se le università saranno sottoposte a un meccanismo di valutazione da parte del ministero e dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario. Se qualcuno decide di assumere al posto di uno scienziato capace un candidato meno bravo ma raccomandato, l’ateneo sarà duramente penalizzato sotto il profilo economico. A chi non raggiunge risultati sul profilo della ricerca e delle pubblicazioni, per dirla brutalmente, taglierò i soldi. Una cosa che non ha mai fatto mai nessuno. Gli strumenti normativi già esistono, ma finora non c’è stata la volontà politica di usarli». Lei è stata a capo dell’Università degli Stranieri di Perugia, e la riforma Gelmini è stata applaudita anche dalla Conferenza dei rettori dl cui lel faceva parte. Non usa mal, nelle interviste, li termine “baroni”. È un caso o non vuole dispiacere i suoi colleghi? «Non la uso volutamente. Ma non per paura di urtare la suscettibilità dei docenti. Semplicemente, io credo che le università abbiano le loro magagne, ma che la patologia non sia così diffusa come la descrive la stampa. Esistono casi come quello di Bari o le inchieste sulla Sapienza, ma la parte sana è ampiamente maggioritaria. Quello che considero davvero infausta è la mentalità tribale di molti professori, che spesso si pongono come primo obiettivo la conservazione e lo sviluppo della propria specie. Ogni settore scientifico tira acqua al suo mulino, e a volte capita che il reclutamento ne sia condizionato. Le raccomandazioni esistono, ma quello che va combattuto è innanzitutto il corporativismo. Bisogna abbandonare la logica tribale e abbracciarne una industriale». In che senso? «I dipartimenti devono lavorare per dare il meglio ai loro studenti, in modo da competere con altre realtà italiane e straniere. Dal rettore fino al ricercatore, tutti devono essere responsabilizzati. Le norme che voglio introdurre faranno sì che sarà molto più difficile che qualche barone assuma il figlio, la fidanzata o l’allievo asino. Sarà costretto, dalle leggi di mercato, a chiamare chi saprà dare lustro al gruppo di ricerca, chi permetterà di accedere ai finanziamenti. Se riusciremo a compiere questa rivoluzione, staneremo i professori che non pubblicano da 10 anni, quelli che cofirmano gli articoli ma non hanno più idee innovative. Alzeremo muri di vetro in una casa da sempre protetta dal cemento armato».

Edilizia scolastica, al 30 aprile assegnato il 95,7% dei fondi del Decreto ‘Fare’

da tuttoscuola.com

Edilizia scolastica, al 30 aprile assegnato il 95,7% dei fondi del Decreto ‘Fare’

È scaduta lo scorso 30 aprile la proroga di due mesi concessa dal Governo agli Enti Locali per l’affidamento degli interventi del Piano per l’edilizia da 150 milioni previsto dal decreto “Fare”: allo scadere della proroga di due mesi – riferisce una nota – il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha fatto una ricognizione puntuale della situazione da cui risulta affidato il 95,7% delle opere.

Gli interventi assegnati dagli Enti locali alle ditte che dovranno eseguirli sono infatti 603 su 630 (al totale di 692 vanno tolte le 62 opere da assegnare in Puglia e Campania dove è in vigore una proroga fino al 30 giugno prossimo). Restano non affidati 27 interventi, ma le risorse non si perderanno, spiega la nota di viale Trastevere: saranno assegnate ad altre Amministrazioni locali che avevano fatto domanda e i cui interventi erano risultati ammissibili al finanziamento.

La proroga ha permesso di non rendere nullo il lavoro che era stato già fatto per poter utilizzare le risorse previste dal decreto “Fare””, sottolinea il ministro Stefania Giannini. “Il tempo in più concesso – prosegue – è stato speso bene visto che in pratica è stato completato il quadro delle assegnazioni con uno sforzo responsabile da parte delle Amministrazioni locali”. La titolare del Miur evidenzia, inoltre che fra le risorse destinate all’edilizia scolastica rientrano “fra l’altro, 120 milioni per ciascuno degli anni 2014 e 2015 per tenere fuori dal patto di stabilità degli Enti locali le risorse destinate a interventi di edilizia scolastica. Mentre sono 300 i milioni che metteremo per consentire l’ulteriore scorrimento delle graduatorie del decreto “Fare” che consentirà – conclude il Ministro – di finanziare altri 1.850 interventi già cantierabili e dunque pronti a partire”.

In allegato, la tabella di riepilogo del Miur circa gli interventi di edilizia scolastica finanziati con il decreto “Fare” con il dettaglio regionale.

 

Graduatorie e TFA: strappo governo-sindacati

da tuttoscuola.com

Graduatorie e TFA: strappo governo-sindacati

E’ partito con il piede sbagliato il rapporto tra il ministro Giannini e i sindacati. Pomo della discordia il decreto per l’aggiornamento delle graduatorie di istituto e il bando per il Tirocinio formativo attivo che serve per abilitarsi all’insegnamento nella scuola secondaria.

Il ministro li ha firmati “senza ascoltarci” accusano i sindacati che proprio ieri, su questi temi, erano stati convocati al ministero per un’informativa arrivata, in sostanza, a cose fatte. Immediate e indignate le reazioni di Cgil, Cisl e Uil di categoria che hanno promesso battaglia minacciando ricorsi e mobilitazioni.

Ieri pomeriggio una nuova convocazione al Miur non è riuscita a ricucire lo strappo: i dirigenti del ministero hanno assicurato che c’è ancora un po’ di tempo per ‘aggiustare’ i provvedimenti prima della loro pubblicazione, ma di fatto hanno confermato i contenuti contestati.

Oltre che nel metodo, sicuramente lesivo delle normali regole del confronto, abbiamo rilevato la totale indisponibilità all’ascolto delle documentate e serie proposte avanzate da tutti i sindacati nel merito dei provvedimenti” spiega il segretario della Flc Mimmo Pantaleo, che attribuisce al ministero “arroganza e superficialità“.

Contrarietà netta, da parte della Uil scuola, sulla valutazione differenziata delle abilitazioni, “che crea – mette in evidenza il segretario Massimo Di Menna – una immotivata e ingiusta disparità tra le abilitazioni. Con questi provvedimenti si ferma, di fatto, il nuovo meccanismo di reclutamento ipotizzato dallo stesso ministro e si alimenta nuovo precariato“. Per quanto riguarda il Tfa, secondo la Uil, “risulta grave la volontà di escludere dalle abilitazioni tutti gli insegnanti tecnico-pratici e quelli di strumento musicale, a fronte di una disponibilità di posti“.

La Cisl Scuola ha inviato al Miur una nota di diffida annunciando iniziative legali, sostenendo che il provvedimento sulle graduatorie “si pone in evidente contrasto con le norme regolamentari in vigore“. “Sorprende – afferma il segretario Francesco Scrima – come non si tenga minimamente conto dell’inevitabile contenzioso che queste decisioni, assunte in violazione delle norme vigenti e in assenza delle prescritte procedure, sicuramente determineranno, mettendo a rischio il regolare avvio dell’anno scolastico“.

Anche la Gilda, come i sindacati confederali, non esclude di impugnare i provvedimenti.

 

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 107

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 107 del 10-5-2014

Sommario

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

 


DECRETO 30 gennaio 2014


Stipula di convenzioni e contratti per lo svolgimento di attivita’
didattica e di ricerca presso altro ateneo, in applicazione
dell’articolo 6, comma 11, della legge 30 dicembre 2010, n. 240.
(14A03620)

 

 

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MINISTERO DELL’INTERNO

 


DECRETO 29 aprile 2014


Adozione degli avvisi 2.1, 2.2, 2.3 a valere sull’Azione 2 del
programma annuale 2013. (14A03631)

 

 

Pag. 2

 

 

 


DECRETO 29 aprile 2014


Scorrimento delle graduatorie delle Azioni 1 e 4 programma annuale
2013. (14A03632)

 

 

Pag. 3

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 3 aprile 2014


Ripartizione delle risorse, per l’anno 2014, relativo agli incentivi
per l’acquisto di veicoli a basse emissioni complessive di cui agli
artt. 17-bis e successivi del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83,
convertito con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134.
(14A03608)

 

 

Pag. 4

 

 

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


DETERMINA 18 aprile 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Enterogermina», ai
sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n.
537. (Determina n. 397/2014). (14A03531)

 

 

Pag. 5

 

 

 


DETERMINA 18 aprile 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Bonisara», ai sensi
dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
(Determina n. 398/2014). (14A03532)

 

 

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DETERMINA 18 aprile 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Efferalgan», ai sensi
dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
(Determina n. 402/2014). (14A03533)

 

 

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DETERMINA 18 aprile 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Tobradex», ai sensi
dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
(Determina n. 403/2014). (14A03534)

 

 

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DETERMINA 18 aprile 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Nurofen Febbre e
Dolore», ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre
1993, n. 537. (Determina n. 404/2014). (14A03535)

 

 

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ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI – COMITATO DI COORDINAMENTO PER L’ALTA SORVEGLIANZA GRANDI OPERE

 


COMUNICATO


Terza edizione delle Linee-Guida per i controlli antimafia di cui
all’articolo 3-quinquies del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135,
convertito dalla legge 20 novembre 2009, n. 166, inerente la
realizzazione delle opere e degli interventi connessi allo
svolgimento dell’EXPO Milano 2015. (Deliberazione del 14 aprile
2014). (14A03661)

 

 

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