La scuola à la carte

La scuola à la carte

Bambini delle scuole dell’infanzia ed elementari di Pomezia, in provincia di Roma, divisi dalla ricchezza dei genitori. A settembre menù differenziati: completo con dolce a 4,44 euro, senza a 4.
Pantaleo: indegna l’iniziativa dell’amministrazione comunale di Pomezia. Il comunicato stampa del segretario generale della FLC CGIL.

Lascia sbigottiti il commento della Ministra Giannini che in merito ai menù differenziati nelle scuole primarie di Pomezia, afferma che “è per autonomia scolastica e comunque non sembra una discriminazione per i bambini”.

Vogliamo sottolineare che in questo caso l’autonomia scolastica non c’entra nulla e che la mensa scolastica non è un ristorante dove si sceglie à la carte, ma, al contrario, rappresenta un importante momento educativo. Se la Ministra dell’Istruzione non ha chiaro tutto ciò, c’è davvero di che preoccuparsi.

Riteniamo indegna l’iniziativa dell’amministrazione comunale di Pomezia, che in una fase difficoltà economica delle famiglie, decide addirittura di sancire le differenze e soprattutto decide di scaricarle sui bambini. Tutto questo rappresenta, a nostro parere, una chiara e netta discriminazione. La FLC CGIL si dichiara fin da subito disponibile a supportare le famiglie e il personale delle scuole nella battaglia per cancellare questa inaccettabile decisione del Comune di Pomezia.

Edilizia scolastica, assegnati oltre 36 milioni

Edilizia scolastica, assegnati oltre 36 milioni
con lo strumento dei Fondi immobiliari
Sul sito Miur la graduatoria degli Enti che accedono alle risorse

Via libera all’assegnazione di oltre 36 milioni per l’edilizia scolastica con lo strumento dei Fondi immobiliari. Il decreto che distribuisce questa somma agli Enti locali beneficiari è stato firmato ed è da oggi disponibile sul sito www.istruzione.it. Prosegue dunque l’impegno del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del governo nel garantire a studenti, insegnanti e famiglie scuola più sicure e anche più belle.
Grazie alle somme sbloccate si potranno rigenerare strutture obsolete o costruire nuovi edifici dotati degli standard di sicurezza più recenti e di nuovi modelli di spazi di apprendimento. Lo stanziamento si inserisce nell’ambito delle attività intraprese dal Miur in materia di edilizia scolastica e si caratterizza per la promozione, a titolo sperimentale, dell’utilizzo da parte degli Enti locali dello strumento del Fondo immobiliare che, grazie alla sinergia tra risorse pubbliche e private e alla valorizzazione degli immobili più vecchi, consentirà di rinnovare il patrimonio immobiliare scolastico.
La graduatoria è stata elaborata sulla base dell’ordine cronologico di presentazione delle domande previa istruttoria tecnica del Miur. Gli Enti che hanno avuto accesso alle risorse saranno chiamati a firmare apposito protocollo d’intesa vincolandosi formalmente alla realizzazione degli impegni. L’iniziativa consentirà di assegnare a 27 Enti Locali contributi in cofinanziamento per un totale di 36.788.058 euro di risorse statali che svilupperanno un importo complessivo per gli interventi previsti pari a circa 186 milioni di euro.

DIRIGENTI SCOLASTICI INCOLPEVOLI E AMMINISTRAZIONE PREMIATA

NONSOLOTOSCANALOMBARDIA: DIRIGENTI SCOLASTICI INCOLPEVOLI E AMMINISTRAZIONE PREMIATA

 

Dirigentiscuola rinnova la piena solidarietà a tutti quei dirigenti scolastici già insediati e a coloro che hanno superato le prove delle più complesse procedure concorsuali di accesso alla dirigenza pubblica che si conoscano: gli uni e gli altri stritolati nella morsa di una giustizia amministrativa ancorata ad un esasperato formalismo e di un’Amministrazione reiteratamente ed acclaratamente inefficiente, che in luogo di chiedere conto ai propri dirigenti lautamente remunerati li premia confermandoli nei posti di massima responsabilità, facendo strame della competenza e del merito, pure quotidianamente declamati dalla signora ministra di Viale Trastevere, in fremente attesa di spiccare il volo verso il Parlamento europeo.

Ammira, in particolare, la pacatezza con cui, nel loro Comunicato stampa, i valenti colleghi della Toscana e della Lombardia denunciano la falsa soluzione apprestata dal disegno di legge n. 1430, licenziato dal Senato ed in procinto di transitare alla Camera, di conversione del decreto legge 58/14 .

E’ di certo una soluzione falsa, siccome ingiusta . Di cui Dirigentiscuola chiede alla ministra Giannini di rendersi pienamente consapevole e di determinarsi di conseguenza, magari quale suo ultimo, e doveroso, atto. Perché, quella prefigurata nel predetto disegno di legge, è tutt’altro che una risposta concreta inscrivibile nei segnali dell’attenzione riservata da questo Governo alla scuola, per contro suscettibile di alimentare, anziché spegnere, un contenzioso destinato a sfociare davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, adusa a pronunciare seguendo i principi sostanziali del diritto, tra i quali campeggia la tutela piena ed incondizionata delle posizioni soggettive guadagnate da cittadini palesemente incolpevoli.

Ripropone pertanto gli emendamenti al decreto legge 58, figuranti nel proprio appello del 27 aprile u.s.

Trattasi, in primo luogo, di avviare sollecitamente l’ordinario rinnovo della procedura concorsuale per i ricorrenti vittoriosi, secondo le disposizioni di cui al DDG del 13 luglio 2011, con la costituzione di commissioni esaminatrici, conformemente al giudicato del Consiglio di Stato; talché i medesimi possano conseguire il c.d. bene della vita loro riconosciuto: che non è la nomina a dirigente scolastico, ma il diritto a (ri)partecipare al concorso, che se sarà superato consentirà loro la collocazione in una graduatoria ora ad esaurimento, ai sensi del decreto-legge 104/13, art. 17, comma 1-bis. Ciò, in senso tecnico, costituisce l’obbligo dell’Amministrazione di portare ad esecuzione la sentenza.

A seguire, occorrerà predisporre un’organica soluzione normativa, non circoscritta alla salvaguardia delle posizioni dei colleghi toscani, ma che soddisfi, altresì, i diritti di tanti altri parimenti incolpevoli colleghi, già incisi in negativo da pronunce giurisdizionali( come in Lombardia) o suscettibili di essere incisi in un futuro assai prossimo( può dirsi quasi in tutte le restanti regioni).

Nella circostanza, si dovrà portare a soluzione alcune code concorsuali risalenti al bando di cui al DDG del 22 novembre 2004 (primo concorso ordinario a dirigente scolastico), nonché il problema dei cosiddetti presidi incaricati, che da anni svolgono la funzione dirigenziale, senza mai essere incorsi in valutazioni negative formalizzate in atti: funzione riconosciuta dai giudici del lavoro quanto agli aspetti economici, ma, per gli aspetti normativi, tenuta a bagnomaria dall’Amministrazione, che pure – in qualche caso da dieci anni! – continua ad avvalersi dell’ opera di questi cirenei mandati ad operare per lo più in scuole di frontiera o di risulta.

Dopodiché, risolto in radice il contenzioso in atto e quello, potenziale, idoneo a reiterarsi all’infinito, la menzionata organica soluzione normativa dovrà assicurare la celere attivazione del nuovo dispositivo concorsuale di cui all’art. 17, primo comma del citato decreto-legge 104/13, che affida il futuro – e, si auspica, meno precario – sistema di reclutamento della dirigenza scolastica alla Scuola Nazionale di Amministrazione.

Dirigentiscuola ritiene che, nella conversione in legge del decreto 58/13 , si debba esplicitamente richiamare il disposto della legge 202/10 per l’analogo concorso a suo tempo annullato in Sicilia: reiterazione delle prove per i dirigenti toscani “congelati”, consistenti nella presentazione di una relazione scritta sull’esperienza maturata nelle funzioni di dirigente e sua discussione davanti alla commissione esaminatrice; il cui positivo giudizio darebbe luogo alla nomina a dirigente, con riattribuzione della sede in atto occupata. La legge di conversione dovrà espressamente estendere tale previsione ai cennati (poche decine di unità) presidi incaricati, se non in quiescenza, e ai dirigenti scolastici di tutt’Italia vincitori di concorso, nel caso di sentenze della magistratura che annullino le afferenti procedure.

Sempre con il richiamo della legge testé menzionata, per gli idonei non vincitori della Toscana e per i 96 già vincitori in Lombardia del concorso parimenti annullato dal Consiglio di Stato e poi risultati respinti nella ricorrezione delle prove scritte, si dovrà istituire un corso intensivo di formazione e di durata contenuta, la cui positiva frequenza costituisca titolo a sostenere una prova finale scritta su uno degli argomenti svolti nel corso, seguita dalla sua discussione orale, con l’attribuzione di un voto unico, che, integrato dal punteggio dei titoli, consente la collocazione in una graduatoria di merito da cui attingere, fino al suo esaurimento, dopo lo scorrimento della graduatoria principale. Anche qui, questa previsione va estesa a tutti gli idonei delle graduatorie delle altre regioni che dovessero essere annullate, nonché a quei pochi che a suo tempo non hanno potuto beneficiare della legge 296/06, a differenza dei loro colleghi più fortunati e versanti in situazione analoga, se non in quiescenza.

Il Segretario Generale di Dirigentiscuola e Segretario Generale Aggiunto Confedir

(dr. Attilio Fratta)

Giannini: «Si andrà a scuola a cinque anni. Al liceo, un anno all’estero»

da Corriere.it

LA VISITA AL LEONE XIII

Giannini: «Si andrà a scuola a cinque anni. Al liceo, un anno all’estero»

Il ministro dubbioso su il liceo abbreviato: «Allora meglio iniziare prima le elementari». Sulle paritarie: bisogna fare di più per sostenerle.

di Alessandra Dal Monte

«Il liceo quadriennale? È una possibilità, ma deve essere pensato all’interno di un riordino complessivo delle scuole superiori. Perché se l’obiettivo è solo quello di far iscrivere i ragazzi all’università un anno prima, allora perché non mandarli alle elementari a 5 anni?». Così, ieri, il ministro all’Istruzione Stefania Giannini ha risposto a una domanda del pubblico durante una visita al Leone XIII di Milano, scuola paritaria di impronta gesuita. Il ministro ha poi aggiunto che le sperimentazioni di liceo quadriennale già attive in Italia continueranno, e che lei stessa deve approfondire meglio il tema perché ancora non se ne è occupata in modo sistematico. Di certo c’è che un eventuale accorciamento del liceo non può essere visto come mera scorciatoia per iniziare l’università a 18 anni. «Bisogna ragionarci bene».

L’Invalsi si integra ma non si abolisce

Il ministro ha poi risposto a una domanda sui tanto contestati test Invalsi: «Io non sono per fermarli – ha detto Giannini – Anche se sicuramente vanno perfezionati. Ci sono delle criticità, come per esempio il fatto che questi test non tengono in considerazione gli studenti con problemi di apprendimento. E poi gli Invalsi non possono essere l’unico strumento di valutazione del sistema scolastico: misurano solo la preparazione degli studenti e solo da un punto di vista quantitativo, senza tenere conto degli aspetti qualitativi. Devono essere affiancati da altri strumenti che restituiscano una valutazione globale delle scuole». Il ministro ha parlato anche del rapporto tra scuole statali e scuole paritarie: «Serve un sistema integrato, composto da entrambi gli istituti, per dare alle famiglie la possibilità di scegliere il percorso educativo dei propri figli. Purtroppo in Italia la struttura del pregiudizio sulle scuole paritarie è più forte della cultura del giudizio, per questo c’è ancora tanta polemica sugli istituti privati. Ma deve essere chiaro che anche queste scuole fanno servizio pubblico: pubblico non significa gestito dallo Stato, ma a favore della comunità». Nel concreto, quindi, il ministro ha annunciato a breve una conferenza Stato-Regioni per richiamare le Regioni al sostegno delle scuole paritarie e ha ribadito la necessità di applicare la legge Berlinguer del 2000 (che prevedeva un sostegno per questi istituti).

«Andate all’estero ma poi tornate a finire gli studi»

Il ministro Giannini ha poi fatto una riflessione sulla situazione scolastica in Italia. «C’è sicuramente una crisi della dimensione culturale ed etica della scuola, che non è più un fattore di mobilità sociale, è fragile dal punto di vista della formazione umana ed è debole nell’opera di integrazione ed inclusione. La scuola italiana non rende tutti uguali, basti pensare che i problemi di apprendimento sono sempre concentrati tra i gruppi di alunni stranieri. Ma al di là di queste fragilità, dal punto di vista tecnico, la scuola italiana sta dimostrando di saper fornire nuove competenze senza rinunciare a trasmettere la conoscenza. Quindi ai ragazzi italiani dico di andare pure all’estero durante le superiori e l’università, perché la mobilità è importante, ma di completare la formazione in Italia perché l’istruzione nazionale è molto valida». La conclusione del ministro ha riguardato il suo progetto di scuola: «Lavorerò per creare una scuola integrata, autonoma, responsabile, valutabile ma anche aperta. Aperta alla comunità, negli spazi e nei contenuti».

La scuola ideale? Aule all’aperto, attività sportive e spazi verdi

da Corriere.it

Si è concluso il progetto «La scuola che vorrei»

La scuola ideale? Aule all’aperto, attività sportive e spazi verdi

Ance Venezia premia l’edificio ideale progettato dagli studenti. Al concorso hanno partecipato 34 classi. Primo premio al calvi di Venezia

di Redazione Scuola

Sulle scuole anche gli studenti dicono la loro: non vogliono semplici contenitori, i ragazzi, ma luoghi di crescita, ambienti confortevoli, di cui possa beneficiare tutta la società. Lo dimostrano i progetti selezionati per il premio promosso dal Gruppo Giovani di Ance Venezia, che per l’anno scolastico 2013-2014 ha lanciato il progetto «La scuola che vorrei», un concorso dedicato alle scuole secondarie di primo e secondo grado, sul tema dell’edilizia scolastica. Il concorso si è concluso con la premiazione dei partecipanti nella Cittadella dell’Edilizia di Marghera, la nuova sede dei tre enti bilaterali dell’Ance di Venezia. Le 34 classi che hanno accolto la proposta, hanno progettato un modello di scuola ideale, mediante l’impiego del software gratuito «Lego Digital Designer», programma che permette di effettuare una vera e propria attività di progettazione attraverso un utilizzo virtuale dei mattoncini assemblabili.

Il concorso

Obiettivo finale – spiegano da Ance giovani – è quello di dar vita ad un modello di scuola che nasca direttamente dalle esigenze e dai desideri di coloro che principalmente la vivono. Per giungere a tale risultato è stato ideato un percorso che, partendo dalla comune esperienza di «gioco» con i mattoncini della Lego si eleva ad un livello superiore per il tramite dell’impiego del software LEGO® Digital Designer che permette la rappresentazione «virtuale» di un progetto architettonico. Il progetto costituisce quindi occasione per mettere a frutto la creatività degli studenti, permettendo tuttavia loro di sperimentare modalità «adulte» di progettazione.

Aule grandi e spazi verdi

Il primo premio è stato assegnato alla classe seconda A della scuola secondaria di primo grado P.F. Calvi di Venezia, guidata dal prof. Marco Biasini, che si è aggiudicata un lavagna interattiva, «per la coerenza della composizione e per la particolare attenzione dimostrata all’analisi delle diversi componenti del contesto»; I progettisti in erba hanno proposto aule grandi e flessibili, tenendo conto dei rapporti con la laguna e suggerendo attività sportive sull’acqua, spazi verdi, aule all’aperto e spazi di socializzazione e relax.

I premi

Il premio speciale del Comitato Direttivo di Ance Venezia Giovani è stato attribuito alle classi 3A, 3B e 3D dell’Istituto Comprensivo Matteotti di Maerne di Martellago, guidate dal prof. Maurizio Dan. Sono state attribuite anche 3 menzioni speciali: alla classe 2 della scuola secondaria di primo grado Maria Immacolata di Mestre (prof. Carla Fusaro). Alle classi ID e II D della scuola secondaria di secondo grado Vendramin Corner (prof. Luigi Pascale; prof.ssa Paola Pernice) di Venezia; all’Istituto Parolari di Zelarino che ha partecipato al concorso con le classi 1a 2b 3c 3d 5b (insegnanti Chiara Castro, Roberta Bertocco, Francesco Sebastiani, Tiziana Giardina, Giovanna Gimma, Laura Piazza, Lucia Targhetta, Anna Fazi), in laboratorio verticale con alcuni allievi della scuola secondaria di primo grado Fermi. Nella Cittadella sono stati esposti tutti i progetti presentati, consultabili anche sul sito www.anceveneziagiovani.it.

Addio al test d’ingresso a medicina, ministro Giannini annuncia modifica entro luglio

da Repubblica.it

Addio al test d’ingresso a medicina, ministro Giannini annuncia modifica entro luglio

L’intervento su Facebook, rispondendo ad alcune domande degli studenti. Non ci sarà più il numero chiuso per accedere al primo anno di studi. Il nuovo modello sarà quello francese

di VALERIA PINI

ROMA – E’ un addio al test di ammissione alle facoltà di Medicina. Dal numero chiuso entro luglio si passerà ad un altro sistema: il modello è quello francese, con il primo anno aperto a tutti seguito da una selezione basata sul merito. Per fare quest’annuncio il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini ha scelto Facebook. “E’ un cambiamento importante e necessario”, ha detto, rispondendo alle domande degli studenti nel corso di un question time sul web, organizzato dal suo partito Scelta Civica. Una notizia che lì per lì si è quasi persa fra le decine di post pubblicati sul Soacial Network.

Gli studenti: “Una vittoria”. Sparisce quindi quella grande corsa per accedere alle graduatorie e per seguire il primo anno di corso, che lasciava fuori migliaia di aspiranti camici bianchi. Ad aprile si erano presentati in 64.000 per contendersi 10.551 posti. Le associazioni degli studenti, che da tempo chiedevano una riforma, hanno accolto la notizia con entusiasmo, ma tengono a ricordare di non volere “spot elettorali” in vista delle europee. Tengono anche a puntualizzare che la riforma va fatta “insieme” a loro.Per noi è una vittoria indiscussa – ha commentato Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli universitari – . Le nostre battaglie e i nostri ricorsi negli anni hanno dimostrato la necessità di rivedere un sistema al collasso e questa ne è la prova”. “Per anni migliaia di studentesse e studenti si sono visti privare dei propri sogni – ha detto Alberto Irone, portavoce Rete Studenti Medi – . Rivedere il sistema è un passo importante che non può prescindere da noi studenti, o qualsiasi modifica o ipotesi di modifica sarà uno dei tanti spot elettorali che non andrà a migliorare veramente il sistema”. Per questo le associazioni di studenti chiedono al ministro di aprire “un tavolo di confronto con gli studenti per rivedere l’attuale sistema d’accesso, un tavolo ad oggi non ancora istituito”.

Cosa cambia. Nel corso del colloquio su Facebook, a fronte del moltiplicarsi delle domande sulle modifiche al sistema di selezione, prima il ministro aveva risposto: “E’ certo che sarà modificato nella direzione che sa: modello francese o suo adattamento al contesto italiano. Credo che sia un cambiamento importante e necessario”. Poco dopo per replicare ad altri quesiti sullo stesso tema ha fatto dichiarazioni più dettagliate. “Intendo rivisitare il sistema di selezione, prendendo a modello il sistema francese, accesso al primo anno libero e selezione alla fine di esso su base meritocratica – ha aggiunto -.  Dunque modello francese o un suo adattamento al contesto italiano. Entro la fine di luglio formulerò la proposta e le nuove regole”.

Le scuole di specializzazione.
Cattive notizie invece arrivano via Facebook sul fronte scuole di specializzazione: “Ho parlato con il ministero dell’Economia e delle Finanze – scrive ancora in un post il ministro Giannini – anche di questo tema. Il Miur ha trovato una quota di fondi per arrivare ad un aumento che però non è sufficiente al ripristino delle quote dello scorso anno. Abbiamo chiesto al Ministero dell’Economia e delle Finanze di aggiungere i fondi mancanti”.

Università, addio al test d’ingresso “Selezione alla fine del primo anno”

da La Stampa

Università, addio al test d’ingresso “Selezione alla fine del primo anno”

Il ministro dell’Istruzione Giannini annuncia le novità: da luglio si cambia. Test d’ingresso, si volta pagina. Entro la fine di luglio dovrebbero arrivare le nuove regole per l’accesso all’università. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, sulla pagina Facebook di Scelta Civica in occasione di un botta e risposta con gli internauti.

 «Intendo rivisitare il sistema di selezione, prendendo a modello il sistema francese (accesso al primo anno libero e selezione alla fine di esso su base meritocratica). Entro la fine di luglio formulerò la proposta e le nuove regole» ha spiegato la titolare del dicastero di viale Trastevere riferendosi al test per l’accesso a Medicina. Dunque modello francese o «suo adattamento al contesto italiano» ha osservato il ministro parlando di «cambiamento importante e necessario». Stefania Giannini ha anche affrontato la questione delle scuole di specializzazione: «il Miur ha trovato una quota di fondi per arrivare a un aumento che però non è sufficiente al ripristino delle quote dello scorso anno. Abbiamo chiesto al Mef di aggiungere i fondi mancanti».

 

Soddisfatte le associazioni studentesche che però chiedono un confronto sul tema. Una «vittoria indiscussa» per chi «da sempre combatte contro questo sistema iniquo» hanno commentato Udu e Rete degli studenti secondo cui, tuttavia, il ministro «deve garantire un tavolo di confronto affinché il cambiamento di sistema sia positivo e non peggiorativo». «Le nostre battaglie e i nostri ricorsi negli anni hanno dimostrato – ha dichiarato Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari – la necessità di rivedere un sistema al collasso e questa ne è la prova». «Per anni – ha proseguito Alberto Irone Portavoce Rete Studenti Medi – migliaia di studentesse e studenti si sono visti privare dei propri sogni: rivedere il sistema è un passo importante che non può prescindere da noi studenti, o qualsiasi modifica o ipotesi di modifica sarà uno dei tanti spot elettorali che non andrà a migliorare veramente il sistema».

 

Sulla stessa lunghezza d’onda Studicentro. «È giusto – ha dichiarato il portavoce Virgilio Falco – che le modalità con le quali si giudicano decine di migliaia di studenti ogni anno siano al centro dell’interesse del ministro e del governo. Solo non vorremmo correre il rischio di dare delle risposte parziali e insufficienti alle esigenze delle aspiranti matricole, che chiedono solo di avere trasparenza e meritocrazia prima di essere valutati per accedere alle facoltà a numero chiuso». Plauso anche dal presidente del Veneto Luca Zaia: «ogni cosa va bene – ha detto – purché sia posta la parola fine a un numero chiuso pesantemente discriminatorio, perché determinato da ridicoli test a crocette secondo i quali potrebbe essere un bravo medico chi indovina di che colore era il cavallo di Garibaldi».

Maturità: i ragazzi temono l’orale

da La Stampa

Maturità: i ragazzi temono l’orale

Per 7 studenti su 10 è la prova più difficile per via dell’emozione e della mole della preparazione richiesta
roma

 

E l’impatto diretto, quello vis a vis, con la commissione d’esame è infatti lo scoglio più temuto dalla gran parte dei maturandi. A rivelarlo è il portale Skuola.net che, con un sondaggio effettuato su 1000 studenti delle scuole superiori, fa emergere i reali timori dei ragazzi.

 

Sette su dieci temono, infatti, l’esame orale. L’ultima prova da superare prima di conseguire l’ambito diploma. Per il 31,6% degli intervistati l’esame orale è il più difficile soprattutto per la mole della preparazione richiesta mentre per il 39,7% la vera paura sta nell’emozione. A intimorire i ragazzi, infatti, è proprio la reazione che si avrà trovandosi di fronte a una platea di docenti. Seduti davanti al candidato con l’attenzione tutta rivolta su di lui. Il restante 28% teme maggiormente le altre tre prove.

 

Tra coloro che stanno perdendo il sonno per l’interrogazione, uno su due si lascia spaventare dall’infinita possibilità di domande a cui verrà sottoposto, il 20% teme il commissario esterno che può far domande a cui lo studente non è pronto a rispondere e il 14% teme la reazione emotiva.

 

Ma cosa aiuterebbe allora lo studente a temere meno il colloquio orale? Secondo i dati di Skuola.net, per il 42,3% dei ragazzi sarebbe sufficiente sentirsi preparato su tutto il programma, senza lacune.

 

Per un ragazzo su 4 invece sarebbe necessario poter imparare a controllare l’ansia, uno su sei invece sente la necessità di acquisire maggiore sicurezza in se stessi. E allora quasi un ragazzo su tre vorrebbe seguire a scuola corsi di comunicazione e persuasione, uno su 4 i corsi per gestire ansie e paure mentre il 23% vorrebbe frequentare corsi finalizzati all’apprendimento di un metodo di studio personalizzato.

 

Ma nelle scuole è difficile che queste attività vengano proposte, solo il 10% dei maturandi dice di sentirsi pronto a sufficienza. E sono già in tanti, infatti, coloro che seguono corsi extrascolastici. «Stanno già partendo in questi giorni – spiegano da Skuola.net – si tratta di incontri con coach specializzati che propongono tecniche e trucchi per superare le paure inutili».

TFA secondo ciclo, presentare la domanda è ancora impossibile

da tecnicadellascuola.it

TFA secondo ciclo, presentare la domanda è ancora impossibile

Alessandro Giuliani

Del decreto direttoriale che avrebbe dovuto spiegarne le modalità si sono perse le tracce. Ed entrare in “Istanze On Line” non serve a nulla. Chi non lo avesse fatto, allora, utilizzi questi giorni per iscriversi alla piattaforma ministeriale attraverso cui occorrerà comunque passare entro il 16 giugno per candidarsi: sono passaggi piuttosto lunghi e impegnativi.

Di quel decreto, però, non si hanno notizie. Ed entrare sulla piattaforma “Istanze On Line” diventa, almeno per il momento, praticamente inutile. Della domanda, da inviare all’Ufficio Scolastico Regionale prescelto, non c’è traccia.

Allora è bene che i candidati che ancora non l’hanno fatto utilizzino questi giorni per provvedere a registrarsi ad “Istanze on line“, anche perché si tratta di un passaggio abbastanza impegnativo e non esauribile in poche ore.
Come indicato nella guida del Miur, attraverso la registrazione si viene in possesso di Username, Password di Accesso e Codice Personale temporaneo., con la procedura di Registrazione, gli utenti ottengono le credenziali di accesso (Username, Password di accesso e Codice Personale) al Sistema Istanze Online su cui saranno resi disponibili i moduli delle domande insieme ad altri servizi a corredo.

La registrazione si compone dei seguenti passi:

Accesso alla sezione “Istanze on line – Registrazione”

-Inserimento dati anagrafici e recapiti dell‟interessato (telefono, indirizzo di residenza, casella di posta elettronica ecc…)

-Ricezione per posta elettronica delle credenziali di accesso (Username, Password di Accesso, Codice Personale temporaneo)

In particolare, la Username si compone di “nome e cognome” (di norma si seguono le regole dell’accesso alla casella di posta elettronica istituzionale); la Password di Accesso di un codice alfanumerico da utilizzare per l‟accesso ai Servizi on line (per gli utenti di posta elettronica istituzionale si utilizzerà la stessa password); il Codice Personale ènecessario per l‟inserimento delle istanze, viene inviato alla fine della procedura di registrazione e deve essere cambiato al primo accesso ai Servizi on line dopo l‟identificazione.

-Ricezione del Modulo di adesione

-Conferma della ricezione della e-mail mediante inserimento del Codice Personale temporaneo ricevuto in un‟apposita funzione della sezione “Istanze on line”

Stampa del modulo di adesione

Riconoscimento fisico presso una segreteria scolastica, Usr o un AT (l’ex Provveditorato agli studi) preposto a questo compito in funzione del procedimento amministrativo per il quale si richiede per la prima volta l‟accesso. “Il riconoscimento fisico – spiega il Miur – è essenziale per garantire l‟identificazione di chi redige istanze con strumenti informatici e la validità del documento informatico”

Sostituzione del Codice Personale temporaneo con uno di propria scelta

Conclusione della procedura di Registrazione.

Il Miur ha predisposto una validaguida operativa per l’utente, con una spiegazione che accompagna l’interessato all’iscrizione passo passo (anche attraverso pagine illustrate) finalizzata proprio alla registrazione alle “Istanze on line”.

Si tratta di una guida che condurrà, con alcuni passaggi consequenziali, direttamente alla “Stampa del modulo di adesione”. Una volta ottenuta questa stampa, il candidato si recherà presso un’istituzione scolastica o ministeriale, centrale o periferica, per effettuare il Riconoscimento fisico. Il candidato all’abilitazione potrà presentarsi, negli orari indicati da ciascuna amministrazione, presentando, oltre al modulo di adesione, la fotocopia fronte-retro del documento di riconoscimento indicato nel suddetto modulo ed il tesserino del codice fiscale (in alternativa anche la tessera sanitaria). Qualora si individuasse un’altra persona, andrà presentato anche il modulo di delega compilato e firmato dall’aspirante (come indicato nelle procedure indicate al paragrafo 4. 5. 1., con titolo “La delega”, posto sempre all’interno dellaguida operativaper la registrazione).

Giannini: entro fine luglio avrete la mia proposta su come premiare i prof che meritano

da tecnicadellascuola.it

Giannini: entro fine luglio avrete la mia proposta su come premiare i prof che meritano

Alessandro Giuliani

Sulla pagina Facebook di Scelta Civica, il Ministro risponde così a una domanda sulle sue intenzioni per valorizzazione il merito nella scuola: toccherà anche insegnanti, per i quali occorre ormai modificare sia lo stato giuridico che quello economico. Nel mirino anche autonomia e governance degli istituti, oltre che valutazione dei dirigenti scolastici. Rimane il problema dei soldi da portare in contrattazione: ci sono?

“L’obiettivo – ha scritto Giannini – è arrivare a fine luglio con una proposta precisa che riguarda i seguenti punti: autonomia e governance degli istituti, valutazione degli insegnanti e premialità, valutazione dei dirigenti scolastici”. Il Ministro vuole fare le cose in grande: “ciò significa modificare sia lo stato giuridico che quello economico”.

Rimane ora da convincere i sindacati, che il loro nì sulla fine degli scatti automatici a “pioggia” lo avrebbero già dato. Ma anche il ministero dell’Economia: presentarsi al tavolo delle trattative senza soldi, pensando di continuare a pagare gli aumenti contrattuali sottraendo i risparmi interni al comparto o quelli già destinati al Miglioramento dell’offerta formativa, significherebbe fare arenare la trattativa prima ancora che inizi.

Renzi, insegnanti eroi con stipendi ridicoli o quasi

da tecnicadellascuola.it

Renzi, insegnanti eroi con stipendi ridicoli o quasi

Pasquale Almirante

Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante il comizio al Piccolo Teatro di Milano. Poi durante un’intervista ha parlato di P.A. e di edilizia scolastica

E’ “pesante e poderoso lo sforzo di cambiamento che stiamo cercando di imporre e imprimere alla P.A.”.
Il governo sta portando avanti un “percorso di profonda modifica strutturale del nostro Paese”, cercando di “coinvolgere tutti prima”: “Penso che ci stiamo riuscendo”.
“Sono convinto che se ci impegniamo le tasse possiamo pagarle con un sms”, afferma Renzi. L’Italia è “un Paese che incasina le cose semplici” ma le tasse bisogna pagarle “con maggiore semplicità”, afferma.
“Per le rivoluzioni si fa un passo alla volta”, aggiunge il premier che fa l’esempio della scuola: “Il tema dell’edilizia scolastica è parziale” perché “la questione educativa è centrale. Ma io non sono credibile se pongo quella questione senza aver risistemato le scuole”.
“Ci vogliono far credere che è tutto disperazione e distruzione, anche con un linguaggio di morte”. E invece l’Italia ha davanti una “straordinaria occasione di ripartenza”.

Liceo ridotto a 4 anni ? Dubbi del ministro Stefania Giannini

da tecnicadellascuola.it

Liceo ridotto a 4 anni ? Dubbi del ministro Stefania Giannini

Lucio Ficara

Dopo le dichiarazioni di qualche mese fa sui licei a 4 anni, il ministro Giannini si esprime con maggiori cautele e lascia intendere che si potrebbe anche parlare di obbligo scolastico a 5 anni.

Seggi elettorali e scuole. Da venerdì 5 giorni di vacanza

da tecnicadellascuola.it

Seggi elettorali e scuole. Da venerdì 5 giorni di vacanza

Pasquale Almirante

Tutti a casa a partire da venerdì 23 maggio fino a martedì 27 perché le scuole sono state requisite dai sindaci per le elezioni europee e amministrative in alcuni comuni. Molti prof: “situazione assurda e assurdo interrompere le attività didattiche a fine anno”.

Reggi, più qualità e lotta alla dispersione

da tuttoscuola.com

Reggi, più qualità e lotta alla dispersione

Dalla formazione scolastica di “qualità” come “leva per lo sviluppo dell’Europa“, alla lotta alla dispersione: sono stati numerosi i temi affrontati oggi a Bruxelles dal consiglio Istruzione Ue, al quale ha preso parte per l’Italia il sottosegretario Roberto Reggi.

L’incontro di oggi è stato un momento di scambio utile e produttivo che ha messo in evidenza una comune volontà di investire sul tema della formazione e dell’educazione come leva per lo sviluppo dell’Europa – ha spiegato Reggi -. Tutti quanti ci siamo trovati d’accordo sul fatto che i problemi che stiamo vivendo sono di natura strutturale.”

L’esponente di governo ha ricordato che subito dopo l’intervento del premier Matteo Renzi a Strasburgo il 2 luglio, dove annuncerà le linee guida del semestre italiano, l’8 luglio si partirà col Digital Day, perchè “l’innovazione non è una minaccia, ma è un’opportunità straordinaria che si utilizza al meglio se c’è una formazione permanente, a partire dagli insegnanti“.

Tra le sfide da affrontare, c’è la lotta alla dispersione scolastica, per la quale l’Italia è tra i primi Paesi in Ue. Una battaglia che passa attraverso “un forte investimento sui servizi per l’infanzia” e la formazione “tecnico-professionale” per avvicinare scuola e impresa, ha concluso il sottosegretario.

Conveniamo con lui, ma il problema della dispersione dovrà essere affrontato anche, e forse soprattutto, abbattendo i tassi di ripetenza attraverso una maggiore flessibilità dei percorsi e azioni di sostegno individualizzate.