Compiti a casa

COMPITI A CASA SI   NO   MA QUALI

di Umberto Tenuta

CANTO 139 Compiti a casa SI. Compiti a casa NO. Ma il problema non è SI o NO.

Il problema è che la Scuola dell’autonomia deve garantire a tutti gli studenti il SUCCESSO FORMATIVO.

Ed allora, forse la soluzione sta nel QUALI COMPITI NELL’EXTRASCUOLA!

 

In un articolo pubblicato da tecnicadellascuola.it dal titolo “Compiti a casa si! Compiti a casa no!” Aldo Domenico Ficara riferisce che in <<Francia esiste una legge del 1956 che vieta agli insegnanti di assegnare compiti a casa ai bambini delle scuole primarie>> e che alcuni studi di psicologia cognitiva avrebbero

<<dimostrato che se è necessario esercitare i meccanismi dell’apprendimento, per stabilizzare e facilitare il recupero delle conoscenze acquisite, superare un certo numero di ore di studio è inutile e rischioso. Da quanto detto può derivare un apprendimento di breve durata, apparente, che affatica il sistema cognitivo e lo rende incapace di recepire nuovi contenuti disciplinari il giorno seguente>>.

Ahi, ahi!

Bel guadagno!

Gli studenti si affaticano e il giorno seguente a scuola non apprendono.

La beffa e il danno!

Ma i docenti dicono che <<dare molti compiti a casa è una condizione necessaria per incrementare negli studenti la motivazione all’impegno e alla competenza>>.

Non capisco.

Gli studenti si affaticano ed aumenta la motivazione ad apprendere!

Oibò!

Andiamo oltre.

Da un’indagine del TIMSS risulta che l’aiuto delle famiglie nell’esecuzione dei compiti a casa aumenta l’impegno degli studenti ed i loro apprendimenti.

Ma, attenzione!

Rispetto all’aiuto nei compiti a casa di uno studente con genitori istruiti fino alla licenza media,

−un figlio di diplomati viene aiutato del 15% in più

−un figlio di laureati addirittura del 23% in più

Insomma i compiti a casa favoriscono gli studenti che hanno genitori più istruiti.

Nihil novi sub sole!

Non per nulla, senza fare indagini scientifiche, il buon Parroco di Barbiana aveva detto che a scuola i figli del Dottore dimostrano di avere i cromosomi più potenti!

A scuola il divario sociale non si elimina, si incrementa.

Chi nasce nelle famiglie talentuose avrà più talenti.

E, da quanto oggi qualcuna dice, chi avrà più talenti nella scuola li avrà anche nell’Università!

Altro che uguaglianza delle opportunità formative!

E allora?

Le leggi ci sono!

La scuola dell’autonomia deve garantire a tutti gli studenti il SUCCESSO FORMATIVO.

Non può farlo da sola, ma nell’ambito del Sistema formativo integrato, di cui essa però deve farsi promotrice e coordinatrice.

In questo ambito, non si possono fare le parti uguali tra diseguali.

Ma occorre dare a ciascuno ciò di cui egli ha bisogno.

Unicuique suum!

Il problema è stato dibattuto ed analizzato, e sono state avanzate anche ipotesi di soluzione.

Anche nei libri di chi scrive, nonché nelle riviste digitali da lui curate, alle quali si rinvia, tanto la lettura è gratuita!

In questa sede vorremmo solo dire che il problema non è solo organizzativo ma anche e soprattutto metodologico-didattico.

Al riguardo, alcune soluzioni potrebbero essere individuate in forme diverse dei compiti a casa, compiti che non dovrebbero impegnare le nonne e le zie ma gli studenti, magari ritrovandosi assieme nei pomeriggi liberi dalla scuola.

Al riguardo, si rinvia a un grande Maestro fiorentino, Renzo Ammannati:

http://www.edscuola.it/archivio/didattica/poesia.html

Domande di supplenza nelle scuole per docenti e personale educativo

Domande di supplenza nelle scuole per docenti e personale educativo per laureati, diplomati ed ex diplomati di scuola o istituto magistrale e per neo abilitati in scienze della formazione e TFA. Scadenza perentoria 23 giugno 2014.

Al fine di fornire massima informativa tra il personale interessato il sindacato SAB tramite il segretariogenerale prof. Francesco Sola, porta a conoscenza che il Ministero dell’Istruzione ha emanato il decreto n. 353 del 22/5/2014 che disciplina la presentazione delle domande d’incarichi e supplenze nelle scuole statali, con scadenza perentoria di presentazione al 23/6/2014, per chi non è già inserito nelle graduatorie a esaurimento ovvero per le altre discipline in cui non si ha specifica abilitazione e per chi si è dimenticato l’inserimento nelle graduatorie a esaurimento.

La validità delle nuove graduatorie d’istituto che si andranno a formare è per il triennio 2014/17, chi era già inserito nelle graduatorie vigenti devono ripresentare domanda per evitare il definitivo depennamento, tali graduatorie concorreranno a formare le tre fasce delle graduatorie d’istituto dove attingere, per il predetto triennio, per le nomine annuali e per le supplenze brevi e saltuarie di competenza dei dirigenti scolastici.

In particolare, in 1^ fascia saranno inseriti chi è già inseriti nelle graduatorie a esaurimento le cui domande sono scadute il 17 maggio; la 2^ fascia riguarda tutti quelli che già in possesso di un’abilitazione o che è stata conseguita dopo tale data, non sono inseriti nelle graduatorie a esaurimento vuoi per dimenticanza o per il conseguimento dell’abilitazione dopo tale data e, per la prima volta, possono inseriti fra gli abilitati, anche chi ha il diploma di scuola e/o istituto magistrale (materna ed elementare), conseguito entro l’a.s. 2001/02; la 3^ fascia riguarda invece tutti i laureati senza il possesso dell’abilitazione e i diplomati di scuola secondaria di 2°.

Oltre i modelli di domanda, reperibili gratuitamente nelle sedi del SAB oppure scaricabili dal sito del Ministero o del SAB, con modello a parte, –mod. B-, devono essere scelte anche le scuole per l’inserimento in graduatoria d’istituto; tale scelta dovrà essere eseguita sia da chi è già inserito nelle graduatorie a esaurimento e sia da chi si inserisce ora nelle graduatorie d’istituto e dovrà essere inoltrato, solo via on-line, nel termine perentorio del 23/6/14, previa registrazione al sistema informatico del Ministero, registrazione che può essere fatta in qualsiasi momento.

Il sindacato SAB fornisce, vista la complessità delle procedure, assistenza e consulenza specializzata nelle varie sedi sindacali.

F.to Prof. Francesco Sola

                                                                         Segretario Generale SAB

Hoai Huong Nguyen, L’ombra dolce

L’arte della vita

di Antonio Stanca

nguyenA trentasette anni la vietnamita Hoai Huong Nguyen ha esordito nella narrativa con il romanzo L’ombra dolce, pubblicato in versione originale nel 2013 e ad Aprile del 2014 nella versione italiana prodotta dalla casa editrice Guanda di Parma (traduzione di Marcella Uberti-Bona, pp. 186, € 14,50). L’opera è stata accolta con favore dalla critica: “Una nuova autrice fa un ingresso spettacolare sulla scena letteraria”, L’Express;“L’ombra dolce della letteratura pura”, Le Figaro Littéraire. La Nguyen è nata in Francia nel 1976 da genitori vietnamiti ed in Francia vive. Finora si era fatta notare per alcune raccolte di poesie e la maniera poetica è da lei continuata in questo romanzo. Abilissima si mostra nel rendere con un linguaggio vicino a quello dei versi momenti, aspetti particolari del paesaggio indocinese dove è ambientata la narrazione, nel rilevare le luci, i colori, i suoni dei boschi, dei fiumi, dei mari, dei cieli che fanno da sfondo alla vicenda rappresentata, nel cogliere i risvolti più segreti, più nascosti dell’animo umano. Effetti lirici riesce a procurare ad ognuno di questi elementi.

Per una giovane poetessa che si cimenta con la sua prima narrazione era quasi naturale che succedesse ma la Nguyen è riuscita a far procedere insieme alla ricerca stilistica anche una vicenda vera, reale, insieme alla forma della poesia anche un contenuto della vita. In quest’opera alla poetessa si è aggiunta la scrittrice senza che si distinguesse tra loro perché unite si sono mostrate in quanto di ideale, di spirituale era da entrambe perseguito. Lo spirito che anima ogni componimento delle precedenti raccolte poetiche della Nguyen è alla base di questo romanzo. Qui sta nell’amore tra il soldato francese Yann e l’infermiera vietnamita Mai.

Yann è un militare che fa parte dell’esercito francese inviato in Indocina, negli anni ’50, per difendere la parte settentrionale del territorio dalle rivendicazioni vietnamite. Mai è una giovane e bella infermiera del posto che presta servizio presso l’ospedale militare francese di Hanoi dove Yann viene ricoverato perché ferito durante i combattimenti. I due “nemici” s’innamorano ed in un modo così appassionato, così travolgente da non riuscire a stare lontani neanche per poco tempo. Per questo amore Mai rifiuterà di sposare il ricco mercante al quale il padre l’aveva promessa e accetterà di essere cacciata da casa. Yann la sposerà segretamente prima di tornare in guerra e il pensiero di lei sarà sempre suo, lo accompagnerà durante le disastrose vicende che l’esercito francese attraverserà una volta sconfitto dai vietnamiti, dalla loro astuzia, dalla loro violenza, dalla loro furia, dalla loro crudeltà. Tra i due giovani finiranno i rapporti epistolari, l’uno non saprà più dell’altro ma non smetteranno di pensarsi, di volersi. Mai attraverso le notizie portate in ospedale dai soldati francesi ricoverati e provenienti dal fronte riesce a sapere che forse Yann è stato condotto in un campo di prigionia vietnamita. Arriverà ad essere sicura di questo e si adopererà per liberarlo anche a costo di lasciar credere ad un capo vietnamita che soddisferà le sue voglie. Libererà Yann ma non si concederà a quel capo. Tuttavia l’averglielo fatto sperare la farà stare tanto male da indurla a preferire la morte alla vita e a cercarla nelle acque profonde di un fiume.

Yann la scoprirà, la vedrà morta, crederà che non sia possibile, che non sia vero, cercherà di riportarla in vita e non capirà, non saprà mai quanto si cela dietro quell’evento. Tornerà in patria perché liberato era stato, nonostante tutto, dalla prigionia. Non riesce, però, a dimenticare Mai, il suo volto, la sua voce, le sue parole, la sua bellezza, è diventata la sua “ombra dolce”. Vive solo di lei, del suo amore, la sogna, la vede, parla con lei e infiacchito da tanta disperazione, da tante notti insonni, muore durante una di queste mentre si era allontanato da casa ed esposto al freddo.

Anche a questo aveva pensato Yann, alla morte, gli era sembrato l’unico modo per tornare vicino alla sua donna, per recuperare il loro amore.

Una favola sembra contenere il romanzo e nell’essere riuscita ad ottenere i significati ideali di una favola attraverso vicende reali, concrete, a mostrare possibile una loro rappresentazione nella letteratura dei nostri tempi stanno il merito della Nguyen e il motivo del suo successo.

Poesia ha saputo fare della prosa, arte della vita, valore ha saputo ridare a quella letteratura che da tempo è in crisi.

Graduatorie a Esaurimento

Graduatorie a Esaurimento: ribadito il diritto al reinserimento dei docenti cancellati per non aver prodotto domanda di aggiornamento

 

Proseguono le vittorie ANIEF: non c’è dubbio che i docenti cancellati dal MIUR per non aver prodotto domanda di aggiornamento, abbiano il pieno diritto di essere reinseriti all’atto dell’aggiornamento delle Graduatorie a Esaurimento successivo alla loro cancellazione. A ribadirlo è il Tribunale di Roma accogliendo un altro ricorso affidato dal nostro sindacato all’esperienza e alla professionalità dell’Avv. Salvatore Russo, che non si smentisce e continua a collezionare vittorie in favore dei nostri iscritti.

 

L’ANIEF lo ha sempre sostenuto: il MIUR, ostinandosi a voler depennare “a vita” i docenti cancellati per non aver prodotto domanda di aggiornamento, agisce palesemente contra legem. La nuova sentenza emessa dal Tribunale di Roma conferma la validità delle tesi sostenute dal nostro sindacato e riprende quanto già precedentemente stabilito dal TAR del Lazio, con la sentenza n. 21793/2010. Il Giudice ha constatato, infatti, che seppur la sopraggiunta normativa, di fronte all’inerzia del docente che non produce domanda di aggiornamento, evidentemente implica la cancellazione di quest’ultimo per il periodo di vigenza delle graduatorie d’interesse, “non altrettanto evidentemente, a dir poco, implica il carattere definitivo della cancellazione di coloro che vi fossero inseriti, e l’incompatibilità dell’applicazione dell’art. 1 bis che si pretende ne consegua”.

 

Il Giudice, quindi, non ha alcun dubbio nel dare piena ragione al legale ANIEF ribadendo che l’art. 1 bis della Legge 143/2004 prevedeva “e ancora prevede che “A domanda dell’interessato, da presentarsi nel medesimo termine, è consentito il reinserimento nella graduatoria” […]”, e ricorda al MIUR che “i provvedimenti amministrativi non possono validamente né efficacemente configgere con la legge, dovendo essere in tal caso disapplicati”. Il corpo della sentenza si conclude, quindi, con un perentorio, quanto efficace, “va pertanto dichiarato il diritto della ricorrente ad essere reinserita nella graduatoria richiesta”.

 

Vittoria completa e in perfetto stile ANIEF, dunque. Il nostro sindacato, che da sempre si impegna nella tutela dei diritti dei docenti precari e che ha da poco riaperto la nuova stagione dei ricorsi per ottenere l’inserimento e il reinserimento dei docenti abilitati nelle GaE, ricorda a tutti gli interessati, iniquamente esclusi dal DM 235/2014 dalla possibilità di essere inseriti nelle Graduatorie a Esaurimento, che è ancora possibile aderire ai nuovi ricorsi e che il termine ultimo per l’adesione online e l’invio dei documenti necessari è stato prorogato al prossimo 27 maggio.

Scuola, nuovo scontro sulle graduatorie: la Giannini riapre le porte ai non vincitori del 2012

da la Repubblica

Scuola, nuovo scontro sulle graduatorie: la Giannini riapre le porte ai non vincitori del 2012

Non c’è fine al caos delle assunzioni nel mondo della scuola: concorsi e liste di idonei che si accavallano e a volte non entrano in vigore, precari storici, supplenti. La nuova possibile mossa del governo già agita il mondo dei docenti

Salvo Intravaia

ROMA – Il ministro Giannini apre le porte dell’assunzione a 40mila “idonei” dell’ultimo concorso a cattedre. E scoppia la guerra tra poveri: precari storici delle graduatorie ad esaurimento contro vincitori di concorso. Lo scorso 30 aprile, nel corso del question time alla Camera, il ministro aveva manifestato l’intenzione di ampliare le prossime assunzioni anche agli idonei non vincitori del concorso 2012.

Il bando pubblicato dall’ex ministro Francesco Profumo, per evitare la creazione di altri precari, aveva fissato una nuova regola: coloro che si sarebbero piazzati in graduatoria entro gli 11.542 posti messi a concorso risultavano vincitori, tutti gli altri non avrebbero avuto alcun diritto. Neppure quello di essere abilitati all’insegnamento, visto che avevano superato un pubblico concorso. E così è stato.

Ma adesso si prospetta una nuova infornata di neodocenti: 17mila, come ha avuto modo di anticipare l’inquilino di viale Trastevere qualche settimana fa. E gli idonei bussano alla porta del ministro. Perché non attingere anche a quelle graduatorie, visto che quelle dei concorsi precedenti  –  del 1999 e addirittura del 1990  –  sono ancora in vigore per alcune classi di concorso? E il ministero – anticipa Orizzontescuola – ha pronto un decreto che aprirebbe le porte dell’immissione in ruolo anche agli idonei dell’ultima selezione.

Il provvedimento, di cui tutti ormai sono certi, sarebbe composto da un unico articolo: “I candidati inseriti a pieno titolo nelle graduatorie di merito” del concorso bandito a settembre 2012 “ma non rientranti nel novero dei vincitori hanno titolo, a decorrere dall’anno scolastico 2014/15, ad essere destinatari di contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato in subordine ai vincitori”. La Giannini ha precisato che gli idonei di vecchi concorsi ammontano a 40mila unità. Per molti, il decreto in questione, aprirebbe le porte dell’insegnamento stabile anziché lo spettro di una nuova preparazione al concorso annunciato per il 2015.

Ma i precari storici non ci stanno. Il perché è presto detto. La norma per le assunzioni nella scuola prevede che metà dei posti vadano ai supplenti delle graduatorie provinciali e l’altra metà ai vincitori degli ultimi concorsi attivi. Ma se in una provincia, come spesso avviene, le graduatorie dei concorsi sono esaurite il posti destinati a questi ultimi vanno ai precari delle graduatorie ad esaurimento: i precari storici. L’apertura della Giannini agli idonei del 2012 farebbe quindi abbassare le probabilità di assunzione dei supplenti in graduatoria da anni. “Siamo stanchi di regole che cambiano in corsa, di bandi non rispettati e di politici che fanno politica twittando”, dichiarano i precari Gae.

Concorso a cattedra 2012, arriva il decreto per assumere gli idonei

da tecnicadellascuola.it

Concorso a cattedra 2012, arriva il decreto per assumere gli idonei

Alessandro Giuliani

Il Miur emana l’annunciata provvedimento che dà il via libera al l’immissione in ruolo di migliaia di candidati all’ultimo concorsone inizialmente esclusi dalla lista dei vincitori perchè collocati oltre il numero dei posti messi a bando. Nei giorni scorsi i precari delle GaE avevano alzato la voce: abbiamo più diritto noi all’assunzione

Il Ministero ha ufficializzato la volontà di assumere in ruolo già da questa estate, quindi per le immissioni in ruolo con data 1 settembre 2014, gli aspiranti docenti risultati idonei all’ultimo concorso, ma non inclusi nel numero definiIttico dei vincitori di concorso. L’atto formale è arrivato attraverso il decreto ministeriale n. 356 del 23 maggio 2014, che autorizza, come dicevamo, lo scorrimento delle graduatorie del concorso indetto con DDG n. 82 del 24/9/2012 oltre il numero dei posti inizialmente banditi.

Nel decreto, firmato dal ministro Giannini, si spiega che “i candidati inseriti a pieno titolo nelle graduatorie di merito del concorso ordinario per il reclutamento di personale docente bandito con il decreto del Direttore generale per il personale scolastico 24 settembre 2012, n. 82, ma non collocati in posizione utile tale da risultare vincitori, hanno titolo, a decorrere dall’anno scolastico 2014-2015, ad essere destinatari di contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato, in subordine ai vincitori, fermo restando il vincolo della procedura autorizzatoria di cui all’art. 39, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, nei limiti del 50 per cento dei posti previsti per il concorso ai sensi dell’articolo 399, comma 1, del decreto legislativo n. 297 del 1994 e fermo restando quanto previsto dell’articolo 400 del suddetto decreto legislativo”.
Nei giorni scorsi il provvedimento, annunciato anche dal ministro Giannini, ha fatto sollevare la vibrante protesta dei precari inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento: la contestazione deriva dal fatto che in caso di mancanza di aspiranti vincitori dei concorsi a cattedra, il Miur avrebbe dovuto ‘pescare’ i nominativi da assumere proprio dalle GaE. Una possibilità che ora però verrebbe meno per il sopraggiungere nelle liste degli aspiranti di migliaia di idonei al concorsone del 2012.

Plaude, invece, alla decisione del Miur il sindacato Anief, secondo cui il ripescaggio degli idonei rappresenta “un grande atto di giustizia nei confronti di chi ha superato un concorso pubblico per insegnare nelle nostre scuole”.

“Soltanto il nostro sindacato, fin dall’indizione del concorso a cattedra il 24 settembre 2012, aveva denunciato – dichiara il presidente Anief Marcello Pacifico – l’assenza di disposizioni per l’utilizzo e lo scorrimento delle nuove graduatorie degli idonei che si sarebbero formate e l’illegittimità di una procedura concorsuale, come concepita dal ministro Profumo, riservata ai soli vincitori”.

“Adesso bisogna però risolvere – conclude il presidente Anief – il problema relativo ad alcune delle 2.000 assunzioni retrodatate, che in questi giorni saranno disposte sul sostegno dagli elenchi legati alle vecchie graduatorie di merito; a rigore di legge, questi dovevano essere aggiornati proprio alla luce della pubblicazione delle nuove graduatorie di merito e dei nuovi elenchi di sostegno dell’ultimo concorso, che il ministero vuole utilizzare dal prossimo anno”.

Il TFR-TFS: modalità di pagamento e variazioni

da tecnicadellascuola.it

Il TFR-TFS: modalità di pagamento e variazioni

Giovanni Sicali

I dipendenti pubblici possono essere costretti ad attendere oltre due anni per avere il loro trattamento di fine servizio (TFS) o indennità di buonuscita

Nell’emanare delle misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, il Governo nel 2011 ha sostanzialmente modificato i termini di pagamento del TFS, soprattutto nelle ipotesi di dimissioni e licenziamento. I termini di liquidazione dei trattamenti di fine servizio e di fine rapporto, dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche, sono stati modificati dal comma 22 dell’art.1 del D.L. n. 138 del 13/8/ 2011, convertito in L. n. 148 del 14/11/2011. Le norme prevedono che – a partire dall’Agosto 2011- la liquidazione dei TFS/TFR è così articolata: 1. Entro 105 gg. dalla data di cessazione (3 mesi + 15 giorni), per i casi di cessazione dal servizio per inabilità o per decesso. 2. Non prima di 270 gg. dalla cessazione ed entro i successivi tre mesi (6 mesi + 3 mesi): per le cessazioni dal servizio per raggiunti limiti di età; per collocamento a riposo d’ufficio o a domanda degli interessati a causa del raggiungimento della massima anzianità contributiva ai fini pensionistici; estinzione del rapporto a tempo determinato al termine finale fissato dal contratto. Superato il periodo di 270 gg. sono dovuti gli interessi di mora. 3. Non prima di ventiquattro mesi ed entro i successivi tre mesi (24 mesi + 3 mesi), nei casi di cessazione dal servizio per: dimissioni volontarie, licenziamento, destituzione dall’impiego, etc. Scaduto il termine, l’istituto deve mettere in pagamento la prestazione entro 3 mesi. Superati questi due periodi (complessivamente pari a 27 mesi) sono dovuti gli interessi. A decorrere dal 1° gennaio 2013 il tasso degli interessi legali di mora (“per le transazioni commerciali”) è stato innalzato dal 7% all’8% (vedi D.L. 9/11/2012, n. 192 che ha recepito la direttiva 2011/7/UE in materia di lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali modificando, tra gli altri, l’art. 2 del D.L. 9/10/2002, n. 231) cui va aggiunto il tasso di riferimento fissato di volta in volta dal Ministero dell’Economia. Ricordiamo che Il MIUR con una circolare dell’11/3/13 per la Lombardia ha precisato il parere dell’avvocatura distrettuale di Milano “sull’esercizio del diritto di rivalsa dell’ex Inpdap avverso le istituzioni scolastiche che hanno causato ritardo nel pagamento TFR”. Come poi è noto a tutti, la Legge n. 122 del 30/07/2010 prevede le modalità di RATEIZZAZIONE del TFS/TFR in questi termini: A) un unico importo se pari o inferiore a € 90.000; B) due importi annuali se l’ammontare complessivo è superiore a € 90.000 ma inferiore a € 150.000: il primo importo di € 90.000 e il resto come secondo importo; C) tre importi annuali se l’ammontare è pari o superiore a € 150.000 ( primo importo € 90.000, secondo € 60.000, col terzo importo il residuo). Queste modalità di pagamento subiranno delle variazioni per effetto della Legge di Stabilità dal primo gennaio 2014.

E’ possibile che in una scuola vi siano più di 2 collaboratori del DS?

da tecnicadellascuola.it

E’ possibile che in una scuola vi siano più di 2 collaboratori del DS?

Lucio Ficara

Il CCNL non vieta di per sè l’attribuzione di ulteriori incarichi di collaborazione. Ma bisogna prestare attenzione alle modalità e alle procedure.

Se un dirigente scolastico, per esigenze particolari dovute alla complessità dell’organizzazione strutturale della propria scuola, come ad esempio quella di dovere gestire anche 4 plessi  o anche di più, avesse bisogno di più collaboratori oltre i due “canonici” collaboratori previsti dall’art. 34 del CCNL scuola 2006-2009, potrebbe legittimamente individuare, senza contravvenire alle norme contrattuali, un terzo o un anche un quarto collaboratore?
La risposta è affermativa.
Ma al riguardo bisogna fare delle precisazioni volte a differenziare l’individuazione  dei primi due collaboratori, dall’individuazione degli altri possibili collaboratori.
Un ulteriore precisazione va anche fatta sulla retribuzione degli eventuali altri collaboratori che eccedono i due previsti dall’art  34 del CCNL.
Infatti l’art. 34 prevede che il dirigente scolastico possa avvalersi, nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative ed amministrative, di docenti da lui individuati ai quali possono essere delegati specifici compiti. Ma c’è anche scritto che solo due collaborazioni di personale docente, possono essere retribuite con il fondo d’istituto, in sede di contrattazione integrativa. Inoltre nell’ art. 88  del CCNL è evidenziato che i compensi da corrispondere al personale docente ed educativo, della cui collaborazione il dirigente scolastico intende avvalersi nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative e gestionali, sono riferibili a sole due unità. Quindi non ci può essere spazio per un terzo collaboratore?
Poiché il contratto collettivo della scuola  non si esaurisce nel comma 1 dell’art. 34 o nel punto f dell’art. 88, con buona pace di chi asserisce il contrario, è possibile trovare in una sua lettura attenta e in una sua applicazione corretta, la possibilità da parte del dirigente scolastico di individuare altre figure di collaborazione necessarie al funzionamento della scuola. Ma questi altri collaboratori potranno avere, per i ruoli a loro affidati, come ad esempio la responsabilità e il coordinamento di un plesso,  un’equa retribuzione? Anche in questo caso la risposta è affermativa.
Un’attività di collaborazione di un docente, oltre i due collaboratori in “senso stretto”, è possibile retribuirla nel caso in cui sia stata deliberata dal collegio docenti, ed assunta, dal consiglio d’istituto, nel POF ai sensi dell’ art. 88 comma 2 lettera k del CCNL.
In questo caso, non potrà essere il dirigente scolastico a decidere unilateralmente “l’attività o il destinatario”, perché le “attività” che sono evidentemente necessarie al funzionamento della scuola, come ad esempio il coordinatore di plesso, devono essere discusse e stabilite in collegio e poi inserite nel Pof. Poi spetta al DS individuare il destinatario di tale attività ed assegnare l’incarico, facendo attenzione a rispettare i criteri stabiliti in sede di contrattazione.
Per quanto riguarda l’aspetto del compenso di questa collaborazione è in sede di contratto integrativo che le parti stabiliranno il compenso per ciascuna di queste possibili attività. A volte questo allargamento “legittimo” a più di due collaborazioni non è gradito ai primi due collaboratori, che vorrebbero l’esclusiva delle deleghe e del compenso del fondo d’istituto, che diminuisce se a collaborare sono in più di due persone. Tuttavia poiché il contratto prevede in particolari situazioni, come abbiamo ampiamente spiegato, l’individuazione da parte del DS di più delle due canoniche figure di collaborazione, bisogna accettare il lavoro di squadra e mettere da parte gli interessi personali e gli egoismi di potere.

Retirement: tempo di pensionamento

da tecnicadellascuola.it

Retirement: tempo di pensionamento

Giovanni Sicali

La questione pensioni è stata rimandata a dopo le elezioni europee, come gran parte degli impegni del governo. E in molti sperano che, un eventuale esito positivo per il PD, possa avere effetti “benefici” sulle politiche del nostro Paese

L’appuntamento cruciale del post elezioni è quello fissato per il prossimo 13 giugno, quando in Consiglio dei Ministri arriverà la riforma della P.A. che, insieme alla semplificazione, affronterà la questione prepensionamenti del piano Madia. Il governo Renzi dovrà prendere una decisione! Al di là di quelli che possono essere i nuovi scenari e nel tentativo di offrire delle certezze a chi si sente disorientato, cerchiamo di fare il punto della situazione del “retirement”. Per venerdì 23 Giugno p. v. si attendono le delibere sul piano previdenziale messo a punto dal ministro Poletti: dal prestito pensionistico (APA) alle soluzioni per gli esodati, dalla Q96 alla pensione anticipata per gli over 60. Intanto il ministro va dicendo che la riforma per i lavoratori inattivi oltre i 60 anni arriverà in parlamento “quanto prima”. Ad essere ottimisti, si prevedono minime modifiche e solo per pochi. Tutto in discussione e tutto rimandato. Torna utile tenere d’occhio la pagina ufficiale di Scelta Civica. Per correggere i guasti della riforma Fornero si sono levate due voci autorevoli. 1. Renata Polverini (FI), Vice Presidente della Commissione Lavoro alla Camera ha così dichiarato in una nota: “I Quota 96 aspettano un intervento urgente perché, a differenza di quanto ha affermato nei giorni scorsi il ministro Giannini che vuole porre l’attenzione solo dopo la sua campagna elettorale, é necessario porre rimedio a un errore compiuto dalla riforma Fornero delle pensioni, che non ha considerato il fatto che il ciclo scolastico non coincide con quello solare. (…) Non si può continuare ad andare per tentativi sulla pelle degli italiani e procrastinare secondo esigenze personali il problema. Sui quota 96 non solo la copertura finanziaria non sarebbe eccessiva e risolverebbe una situazione assurda, ma consentirebbe di aprire le porte della scuola a 4 mila giovani insegnanti”. 2. Il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano da parte sua continua sollecitare una riforma pensioni già dal 2014:.”Vorremmo che l’attenzione posta dal Primo Ministro a i pensionati facesse assumere come una delle priorità dell’esecutivo la questione previdenziale”. Tutto è partito dal DEF (il documento di economia e finanza), all’interno del quale il governo si è espressamente impegnato a creare un sistema previdenziale nuovo, più flessibile e meno rigido rispetto al passato. Cuore pulsante dell’intera questione è il dibattito sull’ ETA’ PENSIONABILE, che la Fornero ha sensibilmente innalzato ma che numerosi giuslavoristi sono impegnati da tempo a chiedere delle modifiche immediate. Intanto è al via il prepensionamento dei primi 20 mila dipendenti pubblici che sono considerati in esubero. Purtroppo per i giovani disoccupati e nonostante tutte le promesse della ministra della P. A. – Marianna Madia – questa manovra di “ringiovanimento” potrebbe essere proporzionata in un rapporto 5 a 1 (5 in pensione ma un soltanto giovane a subentrare). Tutto questo potrebbe anche saltare poiché la manovra ha come obiettivo e finalità ragioni unicamente economiche, intendendo recuperare soltanto soldi: la pensione ha un costo costa nettamente inferiore allo stipendio!

Facebook combatte il cyberbullismo

da tecnicadellascuola.it

Facebook combatte il cyberbullismo

Aldo Domenico Ficara

Facebook, il social network creato da Mark Zuckerberg, vuole offrire un valido strumento per combattere il sempre più diffuso fenomeno del bullismo in rete

A tal proposito è stata creata dagli ingegneri di Facebook e dello Yale Center for Emotional Intelligence una piattaforma dove si potrà segnalare episodi di cyber bullismo. L’iniziativa è stata presentata a Milano dalla Head of Policy di Facebook Italia. Il lavoro è stato realizzato seguendo i princìpi delle scienze emotive e dello sviluppo del bambino e grazie a focus group dedicati con i ragazzi. Accanto ai continui aggiornamenti e alle novità per una migliore fruizione del social network più diffuso del mondo, Facebook è attento anche alla sicurezza di chi frequenta il social, promuovendo un uso consapevole di questo strumento. Serve quindi un impegno costante nel combattere il cyberbullying, e a questo scopo il Miur con la Direttiva Ministeriale 5 febbraio 2007, n. 16 denominata Direttiva sul cyber bullismo, già dal 2007 dice: “I fatti di bullismo e di violenza che hanno interessato anche le nostre scuole, talvolta eccessivamente enfatizzati dai media, configurano un quadro preoccupante, che pone la necessità di fornire alle istituzioni scolastiche ulteriori risorse e strumenti che consentano l’incremento di azioni volte a favorire la piena e concreta realizzazione delle finalità poste a fondamento dell’autonomia scolastica, quali la valorizzazione della persona, la crescita e lo sviluppo educativo, cognitivo e sociale del singolo discente mediante percorsi di apprendimento individualizzati e interconnessi con la realtà sociale del territorio, la cooperazione, la promozione della cultura della legalità e del benessere di bambini e adolescenti. L’autonomia delle istituzioni scolastiche, costituzionalmente garantita, è orientata infatti a favorire, come è noto, la realizzazione di interventi educativi e formativi adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti al fine di garantire loro il successo formativo. La scuola, essendo il terminale su cui convergono tensioni e dinamiche che hanno origine complessa nel nostro sistema sociale, ivi compreso il fenomeno del bullismo, rappresenta una risorsa fondamentale, l’istituzione preposta a mantenere un contatto non episodico ed eticamente strutturato con i giovani. Per tali ragioni si deve avere consapevolezza che la prevenzione ed il contrasto al bullismo sono azioni “di sistema” da ricondurre nell’ambito del quadro complessivo di interventi e di attività generali, nel cui ambito assume un ruolo fondamentale la proposta educativa della scuola verso i giovani “.

IoStudio Postepay: la Carta prepagata distribuita dalle segreterie scolastiche

da tecnicadellascuola.it

IoStudio Postepay: la Carta prepagata distribuita dalle segreterie scolastiche

Aldo Domenico Ficara

Nel sito web di Postepay si descrivono le caratteristiche di una Carta prepagata e ricaricabile denominata IoStudio Postepay

In questa descrizione si afferma: “IoStudio Postepay è la nuova Carta dello Studente realizzata dal MlUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e distribuita agli studenti delle scuole superiori, arricchita con le funzionalità di pagamento della carta Postepay. IoStudio Postepay è l’unica Carta dello Studente nazionale che consente di accedere a tutte le offerte, i servizi e le agevolazioni per musei, cinema, telefonia, internet, tecnologia, libri, materiale scolastico, viaggi e molto altro ancora dedicate agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. loStudio Postepay, inoltre, è una carta prepagata e ricaricabile che consente di fare acquisti fino a 2.500 euro in tutti i negozi e in tutti i siti internet del circuito Visa/Visa Electron e di prelevare fino a 1.000 euro all’anno presso tutti gli ATM Postamat e Visa. La Carta è gratuita e viene distribuita a tutti gli studenti direttamente dalle segreterie scolastiche “. L’iniziativa risale al 2013, come si può leggere da un articolo de Il Giornale del 10/04/2013 dove si dice: “”IoStudio”: una Carta per ogni studente per imparare a spendere meglio. L’iniziativa, promossa dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e dall’amministratore delegato di Poste Italiane Massimo Sarmi, è rivolta a tutti gli studenti della secondaria superiore, licei e tecnici. «Con la Carta in grado di attestare lo status di studente non solo in Italia, ma anche all’estero, la nostra scuola si allinea ai migliori standard internazionali -dice Profumo- Un strumento che offre una rosa di agevolazioni che, oltre ad andare incontro ai nostri ragazzi, possono rappresentare una boccata d’ossigeno per le famiglie italiane, in un momento di particolari difficoltà economiche come quello attuale».

25 maggio Elezioni Parlamento Europeo

Con decreto del Presidente della Repubblica del 17 marzo 2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – Serie Generale – n. 64 del 18 marzo 2014, è indetta l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia per il giorno di domenica 25 maggio 2014.

Elezioni europee 2014

(Ministero dell’Interno) Agire, reagire, decidere. E’ lo slogan che le istituzioni europee hanno scelto per lanciare la propria campagna di comunicazione in vista delle elezioni del 25 maggio prossimo che serviranno ad eleggere i 751 deputati al Parlamento europeo, rappresentanti degli oltre 500 milioni di persone che vivono nei 28 Stati membri dell’Unione europea.

Per la prima volta nella storia dell’Unione europea, infatti, il nuovo Parlamento, in base alle novità introdotte con i Trattati di Lisbona, eleggerà chi sarà alla guida della Commissione europea, organo esecutivo dell’UE. In pratica, quindi, il candidato presenterà il suo programma politico al Parlamento e per essere eletto a Presidente della Commissione europea dovrà essere poi ‘approvato’ dalla maggioranza assoluta dei deputati (376 su 751), altrimenti, gli Stati membri dovranno presentare un nuovo candidato.

Anche i candidati agli altri portafogli di competenze della Commissione dovranno superare un processo di rigoroso controllo parlamentare prima di poter assumere la carica.

La nuova maggioranza politica che emergerà dalle elezioni, inoltre, contribuirà a formulare la legislazione europea per i prossimi cinque anni in settori che spaziano dal mercato unico alle libertà civili. Il Parlamento, unica istituzione europea eletta a suffragio diretto, è oggi uno dei cardini del sistema decisionale europeo e contribuisce all’elaborazione di quasi tutte le leggi dell’UE in parità con i governi nazionali.