RESPINGERE ORA basta di Umberto Tenuta
CANTO 168 Non bocciate i ragazzi ma la scuola italiana
Io non ho mai detto e non dico questo.
Ho detto e dico: LA SCUOLA ITALIANA DEVE CAMBIARE VERSO.
SE NON ORA QUANDO?
SE NON LA RIFORMA RENZI, CHI?
Pensavo che il discorso era chiuso, con la chiusura delle scuole.
E mi proiettavo già al prossimo anno scolastico, un anno nuovo della scuola italiana, della scuola che cambia verso.
E invece mi ritrovo ancora con la querelle
BOCCIARE NON BOCCIARE
BOCCIARE GLI ALUNNI BOCCIARE LA SCUOLA
Così come ho sostenuto che non si bocciano gli alunni, dico che non si boccia nemmeno la scuola.
Non si respinge nessuno.
Si promuove, non si respinge.
Occorre fare di tutto, anche l’impossibile, perchè l’alunno apprenda, si formi, diventi un uomo maturo.
Occorre fare di tutto, perchè la scuola prenda consapevolezza che il suo ruolo non è un ruolo certificatorio, selettivo, eliminatorio, ma promozionale, valorizzante, umanizzante.
E fare questo significa che la scuola non può essere più la scuola gentiliana, selettiva, classista.
La scuola deve essere democratica.
Scuola che valorizza e non mortifica.
Scuola che non seleziona ma promuove.
Scuola che non mortifica ma prepara alla vita, alla vita umana, sociale, civile, democratica, professionale.
Basta con le potenzialità!
Basta con le doti!
Le ragazze della povera gente le doti non le hanno, ma saranno certamente delle brave mamme, e un po’ di rossetto pur le rende belle.
In una società democratica dotati e meritevoli non si nasce ma si diventa.
Capaci e meritevoli fa divenir la scuola!
Irresponsabili, financo peccatori, dice il parroco.
Ma questo parroco ha ascoltato mai Papa Francesco?
Chi è lui per giudicare?
I giovani non sono responsabili, l’educazione li deve aiutare a divenire responsabili.
Si parla ai giovani come se fossero già uomini.
Non lo sono.
Lo debbono diventare.
E lo diventano solo se la scuola, se il sistema formativo integrato, li fa diventare uomini.
Nati non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza!
Dante parlava ai suoi marinai, uomini adulti.
A scuola ci sono bambini, fanciulli, adolescenti.
Non uomini!
Sennò a che cosa servirebbe la scuola?
Le memorie digitali sostituiscono bene le memorie sinaptiche.
Insomma, ora andiamo in vacanza, senza compiti né per studenti né per docenti.
Un compito solo è ineludibile!
Al primo settembre, di ritorno dalle vacanze, i docenti dovranno trovare una scuola nuova.
Una scuola, seppure ancora non rinnovata nelle facciate, rinnovata dentro!
Una scuola nuova.
Una scuola che, come da dettato legislativo, garantisca il successo formativo a tutti gli studenti, nessuno escluso, nessuno, nemmeno quelli che non sono dotati, e che ancora meritevoli non sono divenuti.
Il mio grido, ancora, sempre più forte, sempre più accorato, giunga a te, Matteo.
Solo tu puoi cambiare verso alla scuola!
Solo tu puoi legiferare che le scuole che non garantiscono il successo formativo a tutti i loro studenti vengono meno al loro compito istituzionale e perciò, non Tu, ma esse, solo esse, emanano un irrevocabile decreto di chiusura a decorrere dall’anno scolastico successivo.
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