Rinnovare i contratti pubblici significa affrontare i problemi reali

Rinnovare i contratti pubblici significa affrontare i problemi reali

La Ministra Madia ha dichiarato che si potrà tornare a parlare dei rinnovi dei contratti pubblici quando la situazione economica lo permetterà e cioè mai!

Ricordiamo al Governo che la perdita economica accumulata dai lavoratori nelle pubbliche amministrazioni negli anni 2010-2013 è stata di 1.600 euro; nel comparto scuola di 2.382 euro. La contrattazione decentrata è fortemente limitata dalla mancanza di risorse e dai vincoli assurdi della legge Brunetta.

Parti sempre più consistenti del lavoro nei comparti della conoscenza scivolano verso condizioni di povertà anche per effetto dell’aumento del precariato. Nei provvedimenti del Governo si peggiorano le condizioni di lavoro, si tagliano risorse, si riducono i salari e si rischia il licenziamento di migliaia di precari. In queste condizioni come si può pensare di migliorare la qualità della scuola, dell’università, della ricerca e dell’AFAM? Sarebbe necessario finirla con gli effetti speciali e affrontare i problemi reali.

Educare grido di dolore

EDUCARE GRIDO DI DOLORE di Umberto Tenuta

CANTO 2004 − NEMMENO GLI ATROCI MISFATTI DEI NOSTRI GIORNI RIESCONO A RICHIAMARE LA SCUOLA ALLA SUA FUNZIONE PREMINENTEMENTE EDUCATIVA

 

Leggo su D DONNA, LA REPUBBLICA, 12 LUGLIO 2014:

<<I sentimenti si imparano. E solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l’amore dall’odio, la partecipazione dall’indifferenza. Ma la famiglia e la scuola oggi educano al sentimento? Questa è la domanda da rivolgere non a Dio, ma alle nostre istituzioni educative>>. (Umberto Galimberti).

Sì, anch’io mi pongo, e da tempo, la stessa domanda.

E la pongo, nelle due Lettere inviate ai Ministri dell’Istruzione e sulle pagine di EDSCUOLA.

Ministero dell’Istruzione.

Sotto, cancellato:Ministero dell’Educazione nazionale.

Non bastava cancellare NAZIONALE?

Ma meglio scrivere:

MINISTERO DEL SUCCESSO FORMATIVO!

Formare, educare, istruire.

Educare, ex-ducere, no!

Non si diventa quello che si è (PINDARO).

Né si modella come molle cera (Formare).

Nessuno pensa di farlo con le piantine di pomodoro.

Le piantine di pomodoro si innaffiano e si concimano, si mantengono dritte con un tutor.

Ognuna cresce a modo suo e dà frutti diversi dalle altre piante: mai due sammarzani perfettamente eguali!

Ma tutti sono pomodori sani, senza macchie, senza muffe, sempre.

I giovani valgono ben più dei pomodori!

Solo che vanno seguiti almeno quanto i pomodori.

Oddio, che cosa bisogna reclamare!

L’uomo considerato meno di un vegetale.

E sì, nella scuola si insegna, nella scuola ci sono gli insegnanti, non le maestre giardiniere, non i maestri d’arte.

Certamente i maestri d’arte costano di più.

E li si paga, perchè ognuno è disposto a pagare per un mobile artigianale.

Ma non per i maestri dei candidati alla condizione umana!

Maestri di coloro che domani saranno i cittadini, i lavoratori, gli scienziati, i poeti, i ministri, gli uomini onesti.

<<Ma la famiglia e la scuola oggi educano ai sentimenti?>>.

Galimberti dice di chiederlo alle nostre <<istituzioni educative>>.

Quali sono oggi le istituzioni educative?

Le Case dei corrigendi.

Le Carceri, il cui compito è di rieducare: esse, sì, hanno gli educatori!

La Scuola ha i Professori, i Professori che insegnano, i Professori che istruiscono.

La scuola viene valutata per il numero delle nozioni impresse nelle sinapsi.

E poi, in base alle nozioni contate, la scuola rilascia un certificato di maturità.

Qui, nella scuola, la logica proprio non si apprende, perchè la logica non è fatta di nozioni.

Che cosa mi è valso gridare per mezzo secolo che la scuola deve configurarsi come un villaggio africano, nel quale i giovani cooperano per costruire le loro conoscenze e, attraverso questo impegno comunitario, costruiscono le loro capacità ed i loro atteggiamenti?

La scuola continua, imperterrita, con le sue mappe concettuali sulle carte di Amalfi, quando sarebbe più utile costruire le mappe cognitive sui Tablet.

Educare?

Lo dice Umberto, Umberto Galimberti, per educare ci vuole anche la famiglia, ci vuole un villaggio intero, ci vuole un sistema formativo integrato.

Ma le porte e le finestre della scuola sono chiuse al chiacchierio delle piazze.

Scoliosi, cifosi e lordosi sono le malattie endemiche della scuola.

Il cibo è indigesto.

Le maestre giardiniere son tutte diventate professoresse.

Solitarie maestre giardiniere si aggirano sulle piazze antistanti le scuole.

Solo qualcuna riesce ad entrare nella scuola, per coltivare i Giardini d’infanzia.

E allora?

Domandare alle istituzioni educative?

Mio caro Omonimo, in quale mondo tu vivi?

Non leggi proprio né giornali né riviste né libri.

E non consulti nemmeno i tablet.

In Italia le istituzioni scolastiche non sono istituzioni educative.

In Italia abbondano Istituzioni superiori, medie e primarie, tutte istituzioni di istruzione, non di educazione.

E forse i cittadini italiani sono istruiti, istruiti molto.

Ed i cittadini educati non sono pochi, ma educati fuori dalla scuola!

D’altra parte, alla scuola chi mai ha chiesto di educare?

Se lo facesse verrebbe meno al suo compito di fare apprendere quanti sono i Sette re di Roma e le date di nascita di Platone e di Leopardi.

Mio caro Omonimo, ma la Ministra Giannini ti legge?

E, se non ti legge, chi vuoi che si prenda cura degli atroci misfatti dei nostri giorni?

 

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Assemblea della scuola

RESOCONTO DELLA AFFOLLATISSIMA ASSEMBLEA DELLA SCUOLA

L’Assemblea delle scuole che si è svolta l’8 luglio presso l’Associazione “il cielo sopra l’Esquilino” su proposta del Coordinamento Scuole Roma e dei Lavoratori Autoconvocati, ha visto la partecipazione di moltissimi lavoratori e lavoratrici e di alcuni genitori nonostante il periodo non favorevole e una convocazione fatta in pochi giorni.
Oggetto dell’Assemblea erano le proposte del governo Renzi: aumento sino a 36 ore dell’orario di lavoro per i docenti; apertura delle scuole fino alle 22; eliminazione dell’ultimo anno della scuola secondaria superiore; abolizione delle graduatorie di Istituto.
Le proposte del governo sulla scuola, seppur ancora abbozzate, sono state quindi oggetto del dibattito e i 25 interventi le hanno concordemente giudicate come estremamente pericolose perché indirizzate ad un preciso scopo: dividere il mondo della scuola mettendo in conflitto docenti di ruolo malpagati e docenti precari, personale della scuola e famiglie, e così via.
Si sono ribaditi i seguenti punti:
Difesa del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di fronte al tentativo di emanare modifiche di orario, competenze, retribuzioni per via legislativa;
Difesa della qualità del lavoro docente contro ogni pretesa di orari incompatibili con una seria offerta formativa;
Convinzione che la proposta educativa delle scuole passa in primo luogo attraverso i suoi organi di democrazia incompatibili con gestioni autoritarie di molti Dirigenti Scolastici.
In merito all’apertura delle scuole per un maggior numero di ore l’Assemblea ribadisce la propria convinzione dell’importanza di una scuola aperta al territorio, ma denuncia la demagogia delle proposte del governo visto che finora a tagliare il tempo scuola (Tempo Pieno, Moduli, Materie, ecc) è stato proprio il Ministero. Una proposta seria si dovrebbe basare in primo luogo su un aumento di personale.

In conclusione l’Assemblea all’unanimità invita a partecipare a tutte le iniziative che verranno indette contro le misure a partire da questi due primi appuntamenti:
·         seminario organizzato dai lavoratori autoconvocati della scuola il 13 luglio dalle ore 9 al Cielo sopra l’Esquilino via Galilei 57.
·         Assemblea nazionale Unicobas  del 14 luglio alle ore 15,30 sotto al Ministero della pubblica istruzione.

CONVOCA

un sit in a Montecitorio per il giorno 15 luglio alle ore 9.00

Invita tutte/i a dare la massima diffusione a questa iniziativa per dare una prima visibilità al dissenso diffuso del mondo della scuola.

L’Assemblea della scuola

Gradi e graduatorie

GRADI E GRADUATORIE TOGLIAMOLI ALLA SCUOLA E LASCIAMOLI ALL’ESERCITO di Umberto Tenuta

CANTO 203 Sappiamo bene che l’ordinamento scolastico è stato sin dalle origini modellato su quello militare: soldati sergenti e caporalmaggiori! Froebel invece voleva la scuola come un giardino dell’infanzia, un giardino dai mille colori.

 

Ricordate il mio canto del Villaggio africano che educa?

Forse vi alletta la città.

Ma non scegliete Sparta!

Morti e distruzioni ci hanno regalato le guerre e, se oggi non le fermiamo, saranno guerre stellari.

Nessuno si salverà.

Nemmeno i vincitori.

Basta, per carità!

Niente più gradi, pari siam.

Tra noi non c’è posto solo per i disertori.

Gli altri non combattono ma lavorano, e lavorano tutti alla pari, anche se in lavori diversi.

In lavori diversi, perchè non vogliamo sprechi, sprechi di competenze nascoste che i dirigenti non abbiano saputo scoprire.

Questo è il loro mestiere: scoprire le competenze di tutti i docenti.

Valorizzarle tutte, nessuna esclusa, nemmeno quella dell’ex bidello Tommaso che la pietraia della scuola cariatese trasformò in giardino di rose, forse in onore del mio paese.

Ciascuno ha le sue competenze uniche!

Brutto come me non c’è nessuno.

Quando dovete spiegare che cosa è brutto mostrate me!

Ecco anche io sono un valore unico, irripetibile, prezioso, che non può rimanere inutilizzato.

Ora ricordo, l’ho disegnata UNA SCUOLA DI STELLE!

Ognuno al posto giusto, nel momento giusto, per l’alunno giusto, ricordate?

Talis mater, talis filia!

Tali le maestre, tali la alunne.

Ogni giardino ha le sue venticinque piante, ognuna dà un fiore diverso.

E per le rose c’è l’esperto di rose.

E per le violacciocche c’è l’esperto di violacciocche.

E per gli anemoni c’è l’esperto di anemoni.

Ogni pianta ha il suo esperto.

Quanti esperti nascosti, ignorati e sprecati, ci sono nella scuola!

Si spreca a svolgere il “programma” di ginnastica la mia cara Liana, danzatrice eccelsa!

Si spreca a svolgere il programma di Storia il mio intimo amico Norberto, matematico insigne!

Si spreca a svolgere il programma di Geografia la mia carissima amica Susy, studiosa appassionata di Erodoto!

Oh quanti sprechi nella scuola, amori traditi, amori negati!

Suvvia, sostituiamo ai gradi i grembiuli dell’arcobaleno!

Ai Poeti il Colore ROSSO FUOCO della passione umana.

Ai Matematici il colore AZZURRO del cielo.

Ai …

Aiutatemi Voi!

Ma abbiamo capito.

Son tutti belli i colori dell’arcobaleno.

C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Ogni docente ha scelto il suo.

Ogni studente va aiutato a scegliere il suo.

Niente gradi e gradini nella scuola.

Siam tutti uguali, siam tutti diversi.

Come ME, come TE, come LEI… non c’è nessuno.

Tra noi non c’è posto solo per chi non ha colore: chi non ha colori non esiste, non si vede, è il nulla, la nullità.

E il nulla non ha diritto di cittadinanza nemmeno nella Scuola!

Non c’è posto per le nullità.

Vadano via!

La scuola è un arcobaleno di colori discenti, docenti, dirigenti.

Venite tutti ad ammirare, incantati, questo arcobaleno.

Non avete bisogno di scalare i gradini della scuola.

Basta guardare le sue meravigliose aiuole, di mille colori fiorite!

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Docenti migliori

202 DOCENTI MIGLIORI ED UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITà FORMATIVE di Umberto Tenuta

CANTO 202 Il Presidente Obama qualche giorno fa ha detto checi sono troppi bambini in questo Paese che non ricevono l’insegnamento di qualità di cui hanno bisogno… E di solito gli educatori con meno esperienza finiscono nelle scuole più povere… I prof migliori? Mandiamoli nelle scuole di periferia!”

 

Forse Obama era stato informato dall’Ambasciatore in Italia.

Sì, perchè sembra proprio che parli dell’Italia.

Ma in Italia, purtroppo le leggi non le fa Giorgio Napolitano, che non esiterebbe un minuto a firmare un decreto legislativo, anche per la Sua bella Napoli.

In Italia, i giovani ricchi di talenti vanno alle scuole di èlites e, comunque, alle scuole coi docenti “migliori”.

È un problema di selezione naturale!

Ricchi con ricchi e poveri con poveri.

È da sempre così!

Volete che cambi verso adesso?

Bè, sì, c’è qualche sognatore che in una notte di mezza estate lo pensa ancora.

Ma i sognatori appartengono ad una razza non terrestre, quella di coloro che lavorano per creare una scuola che garantisca il successo formativo ad ogni figlio di donna.

E per questo non c’è bisogno che nella scuola senza scolaresche ci siano docenti migliori.

C’è bisogno invece che in nessuna scuola ci siano docenti che non siano all’altezza dei compiti loro affidati.

Questo dovrebbe essere lapalissiano.

I medici che hanno sbagliato mestiere vengono licenziati prima che lascino morire i loro malati.

E la mortalità scolastica è la peggiore mortalità.

Che assolutamente non si può consentire!

Nella scuola c’è posto solo per i docenti che sappiano far nascere tutti i giovani alla condizione umana.

E, per carità, in una società democratica non parliamo di aristocrazie.

Né dei docenti né degli studenti!

Non ci sono i fiori più belli: sono tutti belli i fiori, anche quelli di campagna.

Ogni scarrafone è bello a mamma soja!

Son tutti belli gli studenti.

Son tutti bravi i docenti.

Non tutti uguali, ma tutti diversi l’uno dall’altro, docenti e studenti.

Via le scolaresche senza volti: scolaresca è un nome astratto, che esiste solo nell’Iperuranio.

Nella realtà ci sono solo Angelina, Anna, Giovanna, Dario, Francesco, Roberto…

Via le lezioni collettive: a scuola non si fanno collette!

A scuola i giovani ricercano, scoprono,inventano, costruiscono le loro conoscenze, le loro capacità e i loro amori.

La scuola è il laboratorio dei saperi umani.

Un laboratorio coi suoi maestri, l’uno diverso dall’altro, ognuno di essi promoter in un settore del Trivio e del Quadrivio.

Aggiungiamo il Digitale.

Signori, in carrozza c’è posto per tutti!

C’è posto per il Promoter Giuseppe con la sua Tromba.

C’è posto per il Promoter Roberto con la sua Bilancia Matematica Tenuta.

C’è posto per la Promoter Lianella coi suoi graziosi voli di danza.

C’è posto per il mio indimenticato promoter Andrea che con le tempere dei suoi fanciulli riempiva i saloni delle scuole maioresi.

E c’è posto per l’ausiliaria Emerita che, lasciate le scope, la promoter del Digitale faceva per docenti e studenti faianesi.

Ogni docente ed ogni studente è un valore da promuovere.

Tutti gli studenti un successo formativo.

Tutti i docenti Promoter, l’abbiamo già detto.

Solo chi proprio è vagabondo se ne sta sotto l’albero, godendosi il fresco!

Obama, ma diciamo sul serio nel voler creare ancora le aristocrazie dei docenti?

Non vedi che laddove gli aristocratici governano anche i cittadini sono suddivisi in classi?

E nelle classi A e B vanno sempre i Docenti e gli Studenti del vertice della Piramide Sociale.

E la guerra continua!

Lotta tra i docenti.

Lotta tra gli studenti.

Lotta tra docenti e studenti.

Lotte fratricide.

Obama, stattene a Whashington;il Colosseo l’hai già visitato!

Assieme a Papa Francesco, noi non vogliamo la guerra, noi vogliamo la pace, noi vogliamo che anche nella scuola regni amore.

Almeno nella georgiana Scuola Italiana!

 

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Professori in pensione subito ma senza liquidazione

da Il Messaggero

Professori in pensione subito ma senza liquidazione

Il ministro Marianna Madia non ha chiuso la porta. Anzi. Sul caso dei 4 mila professori cosiddetti «quota 96», beffati da un errore tecnico della Fornero, ha spiegato che sarebbe «onorata» se il problema potesse essere risolto all’interno del decreto di riforma della pubblica amministrazione. Ma, ha aggiunto il ministro, c’è un problema di copertura.

IL CASO
ROMA Il ministro Marianna Madia non ha chiuso la porta. Anzi. Sul caso dei 4 mila professori cosiddetti «quota 96», beffati da un errore tecnico della Fornero, ha spiegato che sarebbe «onorata» se il problema potesse essere risolto all’interno del decreto di riforma della pubblica amministrazione. Ma, ha aggiunto il ministro, c’è un problema di copertura. Problema che, invece, almeno secondo il presidente della Commissione bilancio della Camera, Francesco Boccia, sarebbe ormai completamente superato. Ieri è stato depositato alla Camera un emendamento, fortemente voluto dalle deputate Manuela Ghizzoni del Pd e Barbara Saltamartini del Nuovo centro destra, ma firmato da tutti i capigruppo delle commissioni bilancio e lavoro di Montecitorio, dal Pd, a Forza Italia, passando per Ncd e arrivando al Movimento Cinque Stelle.
LE COPERTURE
La proposta di modifica prevede di mandare in pensione già dal prossimo mese di settembre i 4 mila professori quota 96. Se l’emendamento passerà, una volta convertito in legge il decreto, i docenti con 60 anni di età e 36 di contributi nell’anno scolastico 2011-2012, potranno presentare domanda di pensionamento all’Inps. L’Istituto avrà 15 giorni di tempo per valutare la richiesta e dare il suo assenso. Così dal primo settembre i professori potranno lasciare il lavoro. Ma c’è una novità. Per contenere i costi dell’operazione, l’emendamento prevede che la liquidazione non venga versata immediatamente, ma soltanto nel momento in cui si sarebbe maturato il diritto in base alle regole della legge Fornero. Questo significa che, a seconda dei casi, bisognerà attendere qualche anno prima di vedersi riconosciuto il trattamento di fine servizio. In questo modo il costo dell’operazione viene contenuto in 35 milioni per l’anno in corso, e un altro centinaio di milioni l’anno fino al 2018. Le risorse, secondo quanto previsto dall’emendamento, saranno trovate aumentando gli obiettivi di spending review che nel decreto sulla pubblica amministrazione sono stati utilizzati per coprire la staffetta generazionale attraverso l’abolizione del trattenimento in servizio. Ieri sul tavolo della Commissione affari costituzionali del Senato è arrivata, come atteso, una pioggia di emendamenti. Le proposte di modifica del testo sono oltre 1.750. Il ministro Madia si è detto disponibile a valutare tutte le ipotesi ma non a modificare l’impianto di fondo della riforma. La prossima settimana il provvedimento (il relatore è Emanuele Fiano del Pd) entrerà nel vivo con la discussione e la votazione degli emendamenti.
A. Bas.

Il ministro Madia sui Quota ‘96

da Corriere della sera

Il ministro Madia sui Quota ‘96

Depositato l’emendamento che consentirebbe ai 4.000 prof bloccati dalla Legge Fornero di andare in pensione. L’ipotesi di farlo passare con la riforma della PA

«Per quanto riguarda gli insegnanti della cosiddetta Quota 96, sarei onorata che la questione si risolvesse con l’apposizione di una firma. Quegli insegnanti con la legge Fornero hanno subito un’ingiustizia per una svista.Ma c’è un problema di coperture, quindi aspetto di sapere se le coperture ci sono». Così il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, in conferenza stampa a Palazzo Chigi per presentare le linee guida del disegno di legge delega sulla riforma della Pa. Proprio oggi è stato depositato in Commissione Affari Costituzionali della Camera l’emendamento Ghizzoni (Pd)- Saltamartini (Ncd) per risolvere la questione dei Quota 96. La proposta, sottoscritta dai capigruppo di tutti i gruppi delle Commissioni Bilancio e Lavoro, consentirebbe dal primo settembre ai quattromila insegnanti che avevano maturato i requisiti per andare in pensione «entro l’anno scolastico 2011/2012» ed erano poi rimasti bloccati dalla legge Fornero di andare finalmente in pensione. «Vigilerò sull’ iter dell’emendamento», ha assicurato il presidente della commissione bilancio della Camera Francesco Boccia. La via più spedita sarebbe appunto quella di inserirlo nella riforma della Pubblica amministrazione. Ma – come ha osservato il ministro Madia – c’è un problema di coperture finanziarie. Una via alternativa potrebbe essere quella enunciata giovedì dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: un decreto d’urgenza per quelli che il ministro stesso ha definito «i provvedimenti che rappresentano una priorità» e cioè: la semplificazione del reclutamento universitario, il miglioramento dell’offerta formativa e, appunto, la Quota ‘96. «Così risolvo un problema – ha aggiunto il ministro Giannini – e lascio spazio a 4 mila giovani».

 Chi sono i «Quota 96»

Con il termine «Quota 96» si indicano i cosiddetti «esodati» della scuola: circa 4.000 docenti che avevano maturato tutti i requisiti per andare in pensione prima che la riforma Fornero entrasse in vigore (1° gennaio 2012) . Requisiti che, stando alla legge 247/2007, si ottenevano sommando l’età anagrafica e l’anzianità contributiva: 60 anni di età e 36 di servizio o con 61 di età e 35 di servizio . I «Quota 96» rimasero intrappolati dalla legge del governo Monti perché quest’ultima indicava come limite tra i vecchi e i nuovi criteri pensionistici il 31 dicembre 2011 (fine dell’anno solare) e non al 31 agosto 2012 (fine dell’anno scolastico). Così quei docenti che avrebbero maturato i requisiti (la quota 96, appunto, da raggiungere sommando età anagrafica e contributiva) a fine anno, e che avevano già presentato domanda, sono rimasti bloccati in servizio.

E’ polemica fra Unicobas e Cgil

da La Tecnica della Scuola

E’ polemica fra Unicobas e Cgil

Unicobas accusa Cgil di essere disponibile a discutere sulle 36 ore purchè lo si faccia ad un tavolo contrattuale.

E’ polemica aperta fra Unicobas e Flc-Cgil sulla questione delle manifestazioni in programma per la prossima settimana.
Questi i fatti: una settimana fa (esattamente il 3 luglio) l’Unicobas decide di convocare una assemblea nazionale alla quale vengono invitate tutte le sigle dei movimenti e dei sindacati di base oltre che i sindacati rappresentativi.
All’invito rispondono in parecchi (Usi, CIP, Coordinamenti di precari, Usb, Cub, …) ma non i Cobas e neppure la Flc-Cgil.
Nel frattempo però a Roma Cobas, RSU della Flc e altri incominciano ad essere preoccupati per l’iniziativa di Unicobas e così decidono di organizzare un sit-in cittadino davanti a Montecitorio.
La Flc aderisce quasi subito alla proposta.
A questo punto Stefano d’Errico vuole mettere i puntini sulle i e polemizza apertamente con Mimmo Pantaleo accusato di aver dichiarato: “‘Noi siamo disponibili a discutere dell’orario, purché però lo si faccia intorno al tavolo del contratto”.
“La Cgil
–  sottolinea d’Errico –  si dichiara disponibile sull’orario, allora il 15 luglio manifesta anche per ‘manifestare disponibilita’ ? e chi manifesta con la Cgil lo avrà capito ?”
“Ma è del tutto evidente
– avverte d’Errico – che l’aumento d’orario equivarrebbe alla ‘soluzione finale’ per i precari ed all’impiegatizzazione standard di tutti i docenti; chi è ‘disponibile’ a discutere sull’orario colpirebbe per forza di cose i precari.
“Siamo felici di sapere che la Cgil ha dichiarato disponibilità a scendere in piazza il 15 luglio per il sit-in a Montecitorio – conclude ironicamente il segretario nazionale dell’Unicobas- ci spiace però che al nostro invito, datato 3 luglio 2014, per una assemblea nazionale comune a tutte le sigle sindacali il sindacato di Pantaleo non abbia ancora dato risposta”.