BES e DSA: corsi online

BES e DSA: i corsi online del British Council, l’ente culturale britannico. Special Educational Needs

Da qualche tempo tra le proposte del British Council è presente un corso online di 11 moduli, acquistabili anche individualmente al costo di £12 cadauno (circa €15), o per £100 (€125 circa) se acquistato interamente, dedicato a BES e DSA, in inglese Special Educational Needs (SEN).
Il corso, al quale ci si può iscrivere in qualsiasi momento, online, prevede approfondimenti nelle seguenti aree tematiche:
– continua la lettura su http://www.teachingenglish.org.uk/

Nuove prospettive metodologiche per l’apprendimento delle lingue

siLang project – Situated learning and “serious games”
towards an effective multicultural communication
No 530951-LLP-1-2012-1-GR-KA2-KA2MP

Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione Europea. L’autore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute.

Nuove prospettive metodologiche per l’apprendimento delle lingue

Nell’ambito del Progamma Lifelong Learning, l’Università degli Studi “Guglielmo Marconi” realizza un seminario destinato ai dirigenti scolastici, insegnanti, studenti e professionisti che vogliono conoscere nuove opportunità metodologiche per il miglioramento delle competenze linguistiche.
Inoltre verrà presentato il “serious game” realizzato nell’ambito del progetto europeo siLang rivolto allo sviluppo di competenze linguistiche e culturali con particolare attenzione all’uso della lingua veicolare non solo nel paese di origine, ma anche come viene utilizzata da speaker non madrelingua nei diversi ambienti culturali e lavorativi.
La partecipazione al seminario è gratuita, previa iscrizione tramite l’invio via e-mail del form di registrazione allegato al presente invito.

25 Settembre 2014, ore 13.30
c/o Università degli Studi “G. Marconi”
Aula Magna – Via Plinio, 44 Roma.

PROGRAMMA
13.30 – 14.15 REGISTRAZIONE
14:15 -14:30
Varietà, creatività e innovazione in glottodidattica. Per una cultura e una politica del plurilinguismo europeo
Sara Fortuna – Università degli Studi “G. Marconi”
14:30 -15:30
siLang – Comunicare in modo efficace in un mondo multilinguistico: presentazione del “serious game”
Michela Tramonti – Università degli Studi “G. Marconi”
15:30 -16:00
L’apprendimento delle lingue nei mondi virtuali: l’esperienza del network Euroversity
Monica Fasciani, Valentina Berni – Università degli Studi “G. Marconi”
COFFEE BREAK
16:15 -16:45
Tra formale e non formale, lingue e mobilità: chiavi per l’apprendimento innovativo
Erika Gerardini – AIM – Associazione Interculturale e Mobilità
16:45 -17:15
“Marconi University’s Multimedia Language Courses: un caso studio sull’apprendimento delle lingue in modalità e-learning
Paolo Francescone – Università degli Studi “G. Marconi”
17:15- 17:30
Il Portfolio Europeo delle Lingue
Arturo Lavalle – Università degli Studi “G. Marconi”
17:30 -18:00 Dibattito

Contatti:
e-mail: m.tramonti@unimarconi.it
telefono: 06 37725511
siLang project – Situated learning and “serious games”
towards an effective multicultural communication
No 530951-LLP-1-2012-1-GR-KA2-KA2MP

Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione Europea. L’autore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute.

FORM DI REGISTRAZIONE

Il/la sottoscritto/a____________________________________________________
nato/a il _______________________ a_______________________________________
residente in____________________________Via___________________________n.__
C.a.p.__________Telefono_______________________e-mail____________________
Professione_______________________
CHIEDE
l’iscrizione al seminario “Nuove prospettive metodologiche per l’apprendimento delle
lingue” organizzato nell’ambito del Progetto siLang – Situated learning and “serious
games” towards an effective multicultural communication Codice 530951-LLP-1-2012-1-
GR-KA2-KA2MP che si terrà il 25 settembre 2014 alle ore 13.30 presso l’Università degli
Studi “Guglielmo Marconi” – Via Plinio, 44 – Roma.

Data_______________ Firma__________________

Costruire un uomo è più facile che costruire un cervello

207 Costruire un uomo è più facile che costruire un cervello di Umberto Tenuta.

CANTO 207−Se costruire un cervello umano è difficile, aiutare un figlio di donna a divenire un grande uomo è molto più alla portata.

 

tenutaLeggo sui giornali del Progetto europeo HUMAN BRAIN PROJET e delle grandissime difficoltà di realizzazione dichiarate dai più autorevoli scienziati.

Io non mi intendo della cosa, ma qualcosa di pedagogia pure l’ho appresa e sperimentata nel mio mezzo secolo di vita scolastica.

Ed io mi occupo solo delle cose che conosco, almeno un po’!

So bene che la nascita di un uomo comincia sin dalla formazione del primo zigote e continua durante tutti i nove mesi della gestazione, in un processo non solo casuale ma anche intenzionale.

Non solo le condizioni di vita e di salute della madre, ma anche le sue stimolazioni culturali sin dal quarto mese di gestazione vengono recepite dal feto.

Peraltro egli comincia già a fare da solo, esplorando l’universo nel quale vive, aiutato dall’abbondante ossigenazione del grembo materno.

Ma quello che viene fuori al nono mese è solo un candidato alla condizione umana.

Resterà un animale dalle sembianze umane se abbandonato ai lupi delle foreste, come il Selvaggio dell’Aveyron.

Ma se vive nel contesto sociale della sua tribù, senza scomodare Skinner, la sua umanizzazione sarà fortemente influenzata dalle stimolazioni cinestetiche, motorie, emotive, affettive, sociali, linguistiche… che avrà l’opportunità di vivere.

Non è nemmeno necessario scomodare la grande famiglia dei musicisti Back.

Basta prendere in considerazione Ludovico Antonio Muratori che, obbedendo alla innata curiosità infantile, si mette sotto la finestra della scuola per ascoltare le lezioni della maestra, mentre i suoi numerosi fratelli pascolano le pecore.

E che dire del grande matematico Zoltan P. Dienes che a dieci anni, appollaiato sui rami di un albero di Budapest, ascolta il padre nel salotto di casa mentre dialoga di logica con i più grandi matematici dell’Ungheria?

Noi siamo figli, non solo della cultura dei nostri padri e delle nostre madri, ma anche del villaggio africano nel quale siamo cresciuti.

E per le lingue che parliamo e per i valori che ci portiamo addosso.

Ed anche per l’intelligenza che ci illumina, se è vero che a quattro anni l’intelligenza è già sviluppata per metà.

L’altro ieri rileggevo sulla stampa quello che il mio Maestro Roberto Mazzetti sempre affermava: la formazione di un uomo comincia sin dalla nascita.

Notizia di scarsa risonanza mediatica, a fronte dei Brasiliani Mondiali di calcio.

Ma l’HUMAN BRAIN PROJET mi dà lo spunto per fare qualcosa di più.

Costruire, non un cervello, ma un uomo.

Se è difficilissimo costruire un cervello, più agevole è costruire un uomo.

In effetti, ogni uomo è il risultato di una costruzione, una costruzione che impegna le famiglia e l’intero villaggio.

Il bimbo che emette i primi vagiti ha già il suo cervello con i suoi miliardi di neuroni.

Ma ancora le sinapsi sono poche.

Ed egli sarà le sue sinapsi[1].

Quanti miliardi ne costruirà con le sue esperienze?

Non dipende solo da lui, ma soprattutto dalla ricchezza delle interazioni socioculturali che avrà l’opportunità di realizzare.

Vive sulle Alpi?

A un anno pattina!

Madre francese e padre inglese?

A due anni parla francese e inglese, come Montaigne.

Vive in una famiglia di violinisti?

A tre anni suona il violino[2].

Ho già scritto della madre agropolese che, da Salerno a Roma, per le intere tre ore del viaggio sul treno, rispose alle continue domande che le poneva la bambina affacciata al finestrino.

E ho ricordato il mio amore per i fiori sbocciati nei verdi prati della mia infanzia, quando mi era letto l’erba e lampada il sole.

I giochi delle stacce e degli stirilli mi resero esperto della misura.

La mamma analfabeta con le fiabe di fate incantate mi innamorò alla lettura, e lessi lessi lessi!

Leggo ancora.

Però, a casa mia nessuno suonava.

Ed io mi porto dentro l’anima il vuoto della musica e della danza.

Maledetti, perchè mi avete mutilato?

Vi prego, non fatelo più!

Date a tutti i bimbi, che in questo attimo emettono il loro primo vagito, date loro ogni cosa tangibile che il disio miri!

Aiutate i genitori a rispondere a tutte le domande dei loro bimbi!

Aiutateli ad apparecchiare il pavimento come laboratori di musica, di canto, di matematica, di lingua, di storia, di geografia…!

Aiutateli a cantare ogni sera le ninne nanne!

Aiutateli ad ascoltare le domande dei loro bambini con grande attenzione e ad aiutarli a trovare le risposte, senza mai anticiparle!

Aiutateli ad approntare le culle con pizzi di mille colori, con campanellini dai mille suoni, con i peluche più vari…

Aiutateli a seguire i bimbi nelle loro scorribande per i prati fioriti, per gli arsi letti estivi dei torrenti, per i declivi dei colli fioriti a primavera…

Aiutateli a…

Ma questo non basta a costruire un uomo!

Ieri, sì, oggi no!

Alla Schola gremii materni oggi è necessario aggiungere la famiglia allargata della Scuola!

Scuola ricca, ricca di risorse e di competenze.

Competenze dei docenti da mettere a disposizione degli studenti.

Competenze degli studenti da condividere tra di loro.

Ma ad ogni giovane sia dato il self service cui attingere perchè niente di umano gli sia negato!

Formazione integrale, ottimale, massimale.

Homo sum nihil humami a me alienum puto!

Ma quale scuola offrirà tutto questo?

Facile!

Il cognome di tutti i maestri sarà Socrate, perchè tutti aiuteranno gli studenti a costruire le loro conoscenze, anziché consegnarle già bell’e incartate.

E ci sarà così il Maestro Dante che innamorerà alla Poesia, il Maestro Bethoven che innamorerà alla Musica, il Maestro Béjart alla Danza, la Maestra Lucia alla Matematica…

Ecco, una scuola di Stelle!

Una scuola di Stelle per costruire un uomo.

Il miliardo europeo per lo l’HUMAN BRAIN PROJET diamolo alla Scuola per costruire uomini.

Tanto il cervello lo hanno tutti i bambini partoriti da tutte le donne del mondo!

Difficile, molto difficile, ma possibile invece, è avere una scuola di Stelle, per costruire un uomo, tanti uomini, tutti gli uomini di domani.

Ed io una scuola di Stelle vo cantando.

Vo cantando una Scuola di Stelle perchè voglio creare una FABBRICA DI UOMINI.

Vo’ cercando Soci per creare una STARTUP.

Avanti, avanti, fatevi avanti, Voi maestre stellate!

Costruiremo cose preziose, più preziose dei diamanti, Uomini!

 

Pubblicato in

http://www.edscuola.it/dida.html

 

 

[1] LEDOUX J., Il Sé sinaptico – Come il nostro cervello ci fa diventare quelli che siamo, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2002.

[2] IBUKA M., A un anno si pattina, a tre si legge, e si suona il violino, Armando, Roma, 1984

PRECARI, CORTE GIUSTIZIA EUROPEA: DEPOSITATE CONCLUSIONI, SENTENZA A BREVE

PRECARI, CORTE GIUSTIZIA EUROPEA: DEPOSITATE CONCLUSIONI, SENTENZA A BREVE

Si preannuncia una vittoria per i precari della scuola italiana che tra qualche settimana conosceranno la sentenza della Corte di Giustizia europea sull’abuso dei contratti a tempo determinato per oltre 36 mesi. Le conclusioni dell’avvocato generale Maciej Szpunar, depositate ieri mattina a Lussemburgo, riconoscono le ragioni che i precari, anche grazie alla Federazione Gilda-Unams, sono riusciti a portare all’attenzione della giustizia comunitaria.

“Le conclusioni di Szpunar – spiega l’avvocato Tommaso De Grandis, legale rappresentante della Fgu nel procedimento – sono fondamentali sia perché straordinariamente chiare, sia perché hanno un peso importante per la decisione della III sezione della Corte che, a questo punto, potrà finalmente decidere, presumibilmente tra qualche settimana”.

Ecco, in sintesi, i punti più salienti delle conclusioni:
lo Stato italiano ricorre alle supplenze per soddisfare esigenze permanenti e durevoli del settore scuola;
la normativa nazionale è formulata in maniera generica e astratta;
non aver fissato un termine per l’indizione di concorsi, genera una grave incertezza totale nel sistema di reclutamento del settore scuola;
le restrizioni di natura finanziaria non possono giustificare il ricorso abusivo di contratti a tempo determinato;
il Governo italiano non ha dimostrato elementi  concreti di giustificazione;
dalle decisioni di rinvio emerge che il solo settore scolastico è escluso dal regime del risarcimento del danno a causa della (iniqua e ingiusta) sentenza della Corte di Cassazione nr. 10127/2012.

Pioggia di vittorie sui ricorsi 24 punti

Pioggia di vittorie sui ricorsi 24 punti, MIUR nuovamente travolto in tribunale dall’ANIEF

 

Inarrestabili i successi ANIEF sui ricorsi per ottenere lo spostamento del bonus SSIS da una graduatoria all’altra. I Tribunali di Bologna, Catania, Chieti, Brescia, Ferrara, Padova, Parma, Roma, Trani e Verona accolgono senza riserve le tesi dei legali ANIEF e dichiarano legittime le richieste dei docenti che si sono affidati al nostro sindacato per la tutela dei propri diritti. Gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, coordinando con professionalità i nostri legali sul territorio, ottengono nuovi soddisfacenti successi e la condanna dell’operato del MIUR per previsioni illegittime e irragionevoli, in contrasto con il chiaro disposto della normativa primaria.

 

Tutti accolti i ricorsi ANIEF volti ad ottenere il riconoscimento del diritto allo spostamento dei 24 punti SSIS da una classe di concorso a un’altra per i docenti pluriabilitati. Le sentenze dell’ultimo periodo si abbattono come un tornado sul MIUR e, richiamando tutti i precedenti giurisprudenziali positivi già ottenuti dai nostri legali, lo condannano a sanare immediatamente le inique disposizioni che negavano, spesso sin dal 2009, le legittime richieste di ben 14 nostri iscritti. Nelle sentenze si rileva che è sempre consentita, all’atto di ogni aggiornamento delle Graduatorie a Esaurimento, “la scelta dell’interessato anche ove il conseguimento di più abilitazioni a classi diverse di insegnamento discende dall’aver conseguito un’abilitazione per l’insegnamento di discipline comprese nel medesimo ambito disciplinare! Concludendo che “la limitazione a tale scelta consiste unicamente nel divieto di destinare il predetto punteggio aggiuntivo ad entrambe le classi di abilitazione” ed evidenziando che solo “tale interpretazione appare del tutto ragionevole e coerente con il sistema normativo e regolamentare richiamato”.

 

Le sentenze, accogliendo le richieste dei legali ANIEF, ritengono, dunque, “illegittimo il disposto di cui all’art. 2, co. 3, del DM n. 44\2011 […] che fa divieto di “spostare i punteggi già attribuiti ai sensi della Tabella A di valutazione relativa alla terza fascia delle graduatorie ad esaurimento, da una graduatoria all’altra”, atteso che nessun elemento testuale legittima l’interpretazione secondo cui, in sede di aggiornamento delle graduatorie permanenti, non è possibile procedere allo spostamento dei 24 punti, già attribuiti, da una graduatoria a un’altra”. Con tali determinazioni, i ricorsi patrocinati dai nostri legali sono stati tutti accolti con relativa condanna alle spese a carico del Ministero soccombente per un totale di oltre 10.000 Euro oltre accessori.

 

A travolgere il MIUR in tribunale, patrocinando i diritti degli iscritti ANIEF affidati alla loro professionalità e competenza, hanno ottenuto pieno successo gli Avvocati Adriana Carrabino, che con l’ottenimento di due ordinanze cautelari del Tribunale di Catania in favore di altrettante nostre iscritte, costringe il MIUR all’immediata esecuzione dello spostamento dei 24 punti; Irene Lo Bue, presso il Tribunale di Parma; Paolo Lombardi, presso il Tribunale di Brescia; Maria Maniscalco, presso il Tribunale di Verona; Francesca Marcone, presso il Tribunale di Chieti; Salvatore Russo, presso il Tribunale di Roma; Tiziana Sponga, presso i Tribunali di Bologna e Ferrara; Michele Ursini, con ben cinque sentenze ottenute presso il Tribunale di Trani e Filippo Viglione con la prima sentenza ottenuta per il nostro sindacato presso il Tribunale di Padova.

 

L’ANIEF non può che esprimere piena soddisfazione per l’andamento anche di questo contenzioso presso i Tribunali del Lavoro italiani e per il magistrale operato dei propri legali che dimostrano quotidianamente la propria indiscussa esperienza a tutela dei lavoratori della scuola.

Tfa 2014, attesa per i risultati dei test: 22mila posti per il corso di abilitazione

da Il Fatto Quotidiano

Tfa 2014, attesa per i risultati dei test: 22mila posti per il corso di abilitazione

I test di preselezione per il secondo ciclo del tirocinio formativo attivo interessano quasi 150mila ragazzi e ragazze in tutto il Paese. Per chi li ha svolti lunedì, il verdetto potrebbe arrivare a breve

di

C’è chi è già in trepida attesa dei risultati, chi magari sta affrontando la prova in queste ore e chi invece dovrà aspettare fino al 31 luglio per il proprio esame. I test di preselezione per il secondo ciclo Tfa interessano quasi 150mila ragazzi e ragazze in tutto il Paese. I primi ad affrontarli sono stati gli aspiranti insegnanti di fisica, lunedì 14. Oggi, 17 luglio, è la volta di latino e greco nei licei (A052) e matematica e chimica alle medie (A059), venerdì si passa a filosofia e psicologia (A036) e matematica (A047). Tra le ultime, a chiudere il fitto calendario predisposto dal Ministero, informatica (A042) e francese (acc. 6), giovedì 31 luglio.

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Come spiegato nelle scorse settimane di preparazione, la prova si compone di 60 domande, su più argomenti (laddove possibile, classi di concorso simili vengono accorpate in un unico test, con l’impiego di moduli di base per la parte generale, e moduli specifici per i vari settori ). Il punteggio minimo per superare la preselezione ed essere ammessi alla prova scritta, che si terrà entro il mese di ottobre, è di 21/30, il che vuol dire rispondere correttamente ad almeno 42 quesiti. Per conoscere l’esito della propria prova i candidati non dovrebbero attendere troppo: il Cineca deve ricevere dal Miur il via libera per pubblicare i risultati, man mano che la correzione viene smaltita. Per chi ha svolto i test lunedì, il verdetto potrebbe arrivare a breve. Per conoscerlo, basterà entrare nella pagina personale del portale attraverso le credenziali ricevute nel corso della prova: qui sarà possibile verificare il punteggio conseguito, l’eventuale ammissione, e consultare la propria prova corretta. Da quest’anno, inoltre, il giorno dopo lo svolgimento del test, Cineca pubblica un pdf delle domande e delle risposte (quella corretta è sempre la lettera A) della prova, in modo che i partecipanti possano farsi da subito un’idea di come sono andati, in attesa del risultato ufficiale.

In generale, le impressioni di chi ha già affrontato i test delle prime classi di concorso sono positive. Le domande sembrano più abbordabili rispetto al passato: a volte è possibile arrivare alla risposta esatta senza conoscerla attraverso il ragionamento, anche se ovviamente commenti e stati d’animo variano molto a seconda delle classi di concorso. Pure quest’anno, però, non sono mancate le contestazioni. Il test della precedente edizione presentava risposte cervellotiche, tanto che il Miur si vide costretto a neutralizzare alcuni quesiti e rivedere i punteggi delle prove. Stavolta il problema sembra meno diffuso, ma i candidati hanno puntato il dito su alcune domande ambigue.

Come, ad esempio, per i test di lettere, la n. 38, che riportava la data errata di creazione dello Zollverein (1843 invece che 1834) e per questo passibile di annullamento; o, per quello di chimica, un errore nelle formule contenute nella traccia n. 37. Ma sono solo alcuni dei dubbi sollevati da candidati. Anche perché siamo soltanto all’inizio: le prove continueranno fino alla fine del mese, e man mano arriveranno i risultati. In palio ci sono i circa 22mila posti del secondo ciclo del Tirocinio Formativo Attivo, il corso che abilita all’insegnamento nelle scuole. Chi passerà la preselezione, in autunno dovrà affrontare anche l’esame scritto e poi quello orale. Ma due anni fa il primo test fu il vero spauracchio per gli aspiranti docenti di tutta Italia. Per questo l’attesa è febbrile. Superarlo vuol dire essere già a metà dell’opera.

Contro il caro-libri si ricorre all’usato

da La Stampa

Contro il caro-libri si ricorre all’usato

In attesa degli e-book in molti cercano soluzioni alternative a prezzi convenienti

 ROMA

La scuola è finita da nemmeno un mesetto, ma già sulle famiglie incombe il peso di un pensiero un po’ ingombrante: comprare i libri di testo per il prossimo anno scolastico. Il caro-libri è un problema molto sentito, l’arrivo degli e-book nelle scuole è un processo ancora in fase di definizione e allora si parte alla ricerca di soluzioni alternative. Prima fra tutte il mercato dell’usato.

 

Il portale Skuola.net ha una sezione ad hoc per trovare il mercatino del libro usato più vicino. Ce ne sono migliaia in tutta Italia e danno la possibilità di vendere e comprare libri scolastici a prezzi convenienti. Su ogni testo, infatti, a seconda dell’edizione e dello stato, sono applicati sconti sul prezzo di copertina che possono arrivare al 60%. A volte, poi, capita di trovare, un po’ sottobanco visto che in realtà non potrebbero essere vendute, le edizione saggio, ossia quelle copie che, a inizio anno, le case editrici regalano ai professori. Su queste, generalmente lo sconto è del 20%. Per risparmiare ci si può affidare anche alle catene della grande distribuzione, che spesso offrono il servizio di vendita dei libri scolastici a prezzi scontati.

 

«Gli studenti e le loro famiglie si trovano a dover affrontare spese esorbitanti per acquistare il corredo scolastico, tra libri e altri materiali. È per questo – spiega Danilo Lampis, Coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – che in tantissime città d’Italia, da Como a Reggio Calabria, da Arona a Bari, è già in funzione la raccolta dei libri. Si tratta di mercatini fatti dagli studenti per gli studenti, estranei alle logiche di mercato o da scopi di lucro, dove si possono vendere e comprare libri al 50% del loro prezzo di copertina».

 

«Quest’anno inoltre – aggiunge Ilaria Iapadre, dell’Unione degli Studenti – abbiamo attivato un nuovo sistema di catalogazione online dei libri di testo, attraverso il quale chiunque può controllare comodamente su internet se nella propria città sono disponibili i libri che gli occorrono, comprarli o vendere i propri. È necessario digitare merk8.eigenlab.org e si avranno tutte le informazioni necessarie».

Che cosa ne sarà dei vincitori e degli idonei non vincitori del concorsone 2012?

da La Tecnica della Scuola

Che cosa ne sarà dei vincitori e degli idonei non vincitori del concorsone 2012?

A quanto pare dal question time svoltosi ieri alla Camera dei deputati, facta est lux: il Ministro Giannini ha annunciato che “degli 11542 posti banditi nall’a.s. 2013/14 sono stati già immessi in ruolo 3527 docenti, mentre quest’anno si procederà all’immissione degli ulteriori vincitori”.

Era uno dei punti più controversi del dibattito sulle nuove immissioni in ruolo: che cosa ne sarà dei vincitori e degli idonei non vincitori del concorsone 2012?

 

A quanto pare dal question time svoltosi ieri alla Camera dei deputati, facta est lux: il ministro Giannini, infatti, tra le altre questioni in campo, ha chiarito il problema a Marco Di Lello del Psi, che ha così sintetizzato la situazione: sono in attesa 8mila vincitori di concorso non ancora entrati di ruolo e altri 13mila aspiranti docenti, che hanno superato le prove e che dovrebbero entrare in ruolo grazie al decreto ministeriale n. 356 dello scorso 23 maggio, che ha approvato lo scorrimento delle graduatorie oltre i posti messi a bando.

 

La risposta della Giannini è stata chiara: “Degli 11542 posti banditi nall’a.s. 2013/14 sono stati già immessi in ruolo 3527 docenti, mentre quest’anno si procederà all’immissione degli ulteriori vincitori.” Dunque la preoccupazione immediata del ministro sembra essere assicurare prioritariamente la regolare immissione in ruolo dei vincitori del concorso del 2012, anche se, continua la responsabile del dicastero, “non posso ancora dare garanzie formali che saranno immessi tutti i restanti 8.015, ma posso dire chiaramente che questo è ciò a cui sto lavorando ogni giorno, e che se dovesse restare qualche criticità, questa riguarderà una porzione molto ridotta dei vincitori di concorso ancora senza cattedra.”

 

Sembra invece restar ferma una vecchia prassi che fa tanto discutere: per le immissioni in ruolo, infatti, per definire la ripartizione delle quali si attendono le ultime operazioni di mobilità, “bisogna rispettare la divisione delle immissioni per il 50% dalle Graduatorie ad esaurimento (anche per non incorrere in sanzioni da parte dell’Ue) e comunque le graduatorie del concorso hanno validità triennale”.

 

Resta una domanda:  checchè se ne dica del DM 356, con il quale lo scorso 23 maggio è stato consentito anche a coloro risultati non vincitori del concorso 2012 di concorrere per il 50% dei posti disponibili alle immissioni in ruolo, su posti che erano destinabili ai precari delle GaE, le immissioni in ruolo promesse arriveranno, dopo i vincitori,  anche per gli idonei?

 

Probabilmente sì, in barba a tanti precari che si sono iscritti in province lontane, dove sembrava più probabile la loro assunzione sulla base delle norme vigenti, prima del decreto Giannini. Sic statutum est.

Giannini, Reggi e il numero perfetto

da La Tecnica della Scuola

Giannini, Reggi e il numero perfetto

Cosa è successo dopo le dichiarazioni che annunciavano una vera rivoluzione copernicana dell’ormai compromesso contratto della scuola? Ci riferiamo al piano Reggi-Giannini in cui emergeva come dato prioritario quello di prevedere più ore di servizio per tutti i docenti, fino ad arrivare, anche se su base volontaria a 36 ore.

Lanciata questa provocazione dell’aumento dell’orario di servizio di tutti gli insegnanti disponibili a lavorare non stop, il Miur ha voluto sondare gli effetti della protesta e la forza del dissenso, ma pensiamo che si sia anche voluta captare l’attenzione del mondo della scuola sulle 36 ore, nascondendo i veri obiettivi della riforma.

Viste e considerate le reazioni sindacali, dei precari e degli insegnanti tutti, ecco arrivare le vere intenzioni del Miur, esposte a Renzi dal ministro dell’istruzione Giannini.

Si tratta di un ridimensionamento dei suoi annunci mediatici lanciati in una intervista al quotidiano “la Repubblica”. Spariscono di colpo le 36 ore di servizio settimanale per gli insegnanti e l’attenzione si sposta su pochi elementi, ma densi di significati.

Il ministro Giannini, che sembrerebbe avere ripreso il timone del comando del Miur smentendo clamorosamente il sottosegretario Reggi, dichiara inequivocabilmente che le 36 ore di servizio non sono in agenda. Ma su cosa si concentrerebbe allora la riforma della scuola che è stata sottoposta all’attenzione di Matteo Renzi?

Diciamo che il ministro Giannini basa le sue richieste secondo la prerogativa del numero perfetto “3”, i cui dettami pitagorici che considerano il tre un numero perfetto, in quanto sintesi del pari (due) e del dispari (uno).

Secondo indiscrezioni ministeriali, la Giannini avrebbe proposto al Premier i seguenti tre punti:

1) decontrattualizzare il rapporto di lavoro;

2) tagliare ultimo anno di superiori;

3) porre un divieto per le supplenze inferiori ai 15 giorni.

Tre punti pesanti che non mancheranno di sollevare polemiche e non allontanano minimamente i timori dell’aumento dell’orario di servizio degli insegnanti, anche se questo non è un punto richiesto esplicitamente e direttamente al Consiglio dei Ministri.

La decontrattualizzazione del rapporto di lavoro degli insegnanti è ancora peggio dell’aumento dell’orario di servizio settimanale previsto da Reggi. Così procedendo si rischia di approvare norme legislative che esautorano i diritti contrattuali del personale scolastico, consegnando poteri enormi nelle mani dei dirigenti scolastici. Se passasse l’idea di decontrattualizzare il rapporto di lavoro dei docenti, tutto andrebbe in capo al Ds, che diventerebbe deus ex machina della scuola con buona pace dei sindacati e delle Rsu.

Altro che tranquillizzarsi del fatto che le 36 ore non sono presenti nella proposta fatta dalla Giannini a Renzi, potrebbero esserci sorprese peggiori e più penalizzanti. I sindacati sono allertati e continuano a tenere alta la guardia. Al numero perfetto delle proposte della Giannini potrebbe corrispondere lo sciopero perfetto della “triplice” che tutti gli insegnanti vorrebbero, visto l’aria che tira.

Chiarimenti su utilizzazioni e assegnazioni provvisorie

da La Tecnica della Scuola

Chiarimenti su utilizzazioni e assegnazioni provvisorie

L.L.

Il Miur fornisce alcune importanti precisazioni sulla presentazione delle domande, sulla documentazione che è necessario allegare e in quali casi invece non serve

Con la nota ministeriale prot. n. 6870 del 7 luglio 2014 il Miur, nelle more della conclusione del previsto iter di verifica dell’Ipotesi di CCNI sottoscritta il 26.3.2014 concernente le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie del personale docente, educativo ed ATA per l’a.s. 2014/2015, ha indicato le date di scadenza entro le quali il personale interessato dovrà presentare la domanda.

Con riferimento a queste indicazioni, con la nuova nota prot. n. 7210 del 17 luglio 2014 ha fornito alcune precisazioni su alcuni aspetti ancora poco chiari.

Innanzitutto, il Ministero ha sottolineato che non serve allegare alcuna documentazione a sostegno del punteggio per le utilizzazioni dichiarato dagli interessati sulle domande, in quanto la valutazione dei titoli relativi alle utilizzazioni di personale titolare di cattedra e/o posto nella scuola è formulata da ciascuna istituzione scolastica in cui il personale presta servizio. È, invece, necessario allegare le dichiarazioni personali sostitutive delle certificazioni in riferimento alle situazioni previste per il riconoscimento delle precedenze nelle operazioni e per l’attestazione dei requisiti richiesti per le assegnazioni provvisorie. Ci sono poi casi in cui è obbligatorio allegare una certificazione espressamente prevista dal CCNI sulla mobilità e dall’Ipotesi di CCNI sulle utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie. Ovviamente, la facoltà di allegare, all’atto della presentazione della domanda, le documentazioni in formato elettronico, è riservata, ovviamente, al personale che inoltra l’istanza tramite la modalità istanze on-line; tutti gli altri dovranno allegare i documenti in formato cartaceo.

Il Miur chiarisce, inoltre, che il personale interessato a produrre domanda anche per diverso ordine di scuola è tenuto a rispettare la data di scadenza del proprio ordine di appartenenza. Qualora le funzioni per la presentazione on line non fossero disponibili, la domanda può essere prodotta in forma cartacea.

Su carta dovranno essere anche presentate le domande da parte del personale docente di religione cattolica, personale titolare DOS e personale docente che chiede l’utilizzazione presso i licei musicali e coreutici.

Le domande di utilizzazione e assegnazione provvisoria interprovinciali on-line vanno inviate a cura dell’interessato esclusivamente all’ATP della provincia di destinazione. L’Ufficio territoriale della provincia di titolarità ne sarà informato per conoscenza a cura del sistema informativo.

Per quanto riguarda, infine, le utilizzazioni sui posti della dotazione provinciale di sostegno della scuola secondaria di II grado, queste saranno effettuate senza distinzione di area disciplinare. A tal fine è in corso di definizione apposita sequenza contrattuale.

Il Tfa non scioglie la riserva per le Gae

da La Tecnica della Scuola

Il Tfa non scioglie la riserva per le Gae

Con propria nota di chiarimento il Miur ricorda quali sono i titoli che consentono l’accesso alle Graduatorie ad Esaurimento e lo scioglimento della riserva

È indirizzata agli Uffici scolastici regionali e agli Ambiti territoriali provinciali la nota prot. n. 7213 del 17 luglio 2014 con la quale il Miur fornisce chiarimenti in merito allo scioglimento della riserva per le Graduatorie ad Esaurimento.

In particolare, da più parti è giunta la segnalazione dell’impossibilità di sciogliere on-line la riserva per i docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento che hanno conseguito l’abilitazione al termine della frequenza del Tirocinio Formativo Attivo.

“Il Tfa, istituito con D.M. 10 settembre 2010 n. 249, non è mai stato titolo di accesso alle graduatorie permanenti (ora ad esaurimento)”, ha sottolineato il Ministero.

“Si ritiene opportuno chiarire – continua il Miur – che possono sciogliere la riserva soltanto i docenti il cui titolo di abilitazione conseguito coincida con la causale a suo tempo inserita all’atto di iscrizione con riserva nelle graduatorie permanenti”.

Quindi, il Tfa non è titolo di accesso e non consente lo scioglimento della riserva on-line, così come non lo consentono i Percorsi Abilitanti Speciali e i nuovi percorsi che abilitano per la classe di concorso A077.

Quanto riportato nella nota prot. n. 4960 del 15 giugno 2011, più volte richiamata nelle suddette segnalazioni (“Gli aspiranti, certamente in numero residuale, che si trovino a dover sciogliere riserve relative a titoli di accesso diversi da quelli sopraelencati dovranno pertanto rivolgersi all’ufficio scolastico provinciale competente per la gestione della domanda“), deve riferirsi a vecchi titoli di accesso alle graduatorie permanenti, i cui codici non sono stati storicizzati nel sistema informativo (per esempio, vecchi concorsi per titoli ed esami, sessioni riservate di abilitazione, ecc.), la cui correzione è devoluta agli uffici scolastici territoriali.

Sono fatte salve le disposizioni relative ai docenti di cui all´art. 17 comma 15 del D.M. 249/2010, contenute nel D.M. n. 235 del 1 aprile 2014 all´art. 6 commi 2 e 3. Tali disposizioni si riferiscono a quegli agli aspiranti che:
– hanno superato l´esame di ammissione alle SSIS;
– si sono iscritti e hanno in seguito sospeso la frequenza;
– si sono iscritti a suo tempo nelle GaE con riserva per la medesima classe di concorso;
– conseguono l´abilitazione attraverso il TFA per la classe di concorso per la quale era stata effettuata l´iscrizione.

Con 2 miliardi di investimento sulla scuola giù la disoccupazione del 5%

da La Tecnica della Scuola

Con 2 miliardi di investimento sulla scuola giù la disoccupazione del 5%

La proiezione è indicata nel rapporto Generare classe dirigente, curato dalla LUISS Guido Carli e Fondirigenti: con la riduzione di giovani in cerca di lavoro anche un aumento del reddito pro-capite fino a 2.500 euro. Tre gli interventi da attuare: autonomia degli istituti scolastici; trasparenza dei risultati dell’apprendimento; confronto e competizione tra le scuole. Perché l’84,9% degli studenti dice che i loro risultati migliorano quando sono ben motivati.

È la scuola la vera arma contro la disoccupazione. A sostenerlo sono i curatori dell’ottava edizione del rapporto Generare classe dirigente, curato dalla LUISS Guido Carli e Fondirigenti e che quest’anno si è focalizzato sul passaggio tra istruzione e vita lavorativa dei giovani. Dal rapporto, presentato il 17 luglio, è emerso che investire nella scuola avrebbe riflessi sulla disoccupazione giovanile, riducendola tra i 4 e i 5 punti percentuali. Di conseguenza, la riduzione di cittadini in cerca di lavoro produrrebbe un aumento del reddito pro-capite tra i 1.500 e i 2.500 euro. Il problema, è che occorrerebbe un intervento, sul lungo periodo, che comporterebbe un costo di 2-3 miliardi (0,1-0,2% del Pil).

L’intervento poggerebbe su tre cardini: l’autonomia degli istituti scolastici; l’accountability, ovvero la trasparenza dei risultati dell’apprendimento combinata alla responsabilità sugli stessi; il confronto e la competizione da coltivare, in diverse forme, tra gli istituti scolastici.

Nel rapporto si indicano numerosi dati che illustrano quali siano davvero le aree critiche su cui lavorare: l’inadeguatezza dell’apprendimento ‘rimandato’, con i debiti formativi (oggi ‘carenze’) che non hanno dato i risultati sperati, con il 17,4% degli studenti che non ha interamente recuperato i propri; la motivazione, e non solo la valutazione, degli studenti, l’84,9% dei quali afferma che i loro risultati migliorano quando sono ben motivati; l’efficacia dei processi di ‘giunzione’ tra la formazione e il lavoro (il 60,9% dei docenti è molto o abbastanza preoccupato per il passaggio alla vita lavorativa degli studenti). I ricercatori si sono anche soffermati sull’importanza della costruzione delle competenze trasversali, che le aziende cercano e non sempre trovano; o il livello di istruzione della nostra classe dirigente, più basso, in media, di quello degli altri paesi europei (solo il 39,5% dei dirigenti italiani tra i 30 e i 65 anni è laureato).

All’incontro ha partecipato anche il Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone, con un intervento sulla responsabilità che la classe dirigente è chiamata ad assumersi nell’opera di contrasto alla criminalità organizzata: il Procuratore ha posto l’accento sull’importanza che educazione e formazione hanno nella promozione della cultura della legalità, fra i giovani, come contrasto ai fenomeni mafiosi difficili da vincere.

Che possibilità di assunzione hanno i precari della scuola nell’ottica della nuova riforma Reggi-Giannini?

da La Tecnica della Scuola

Che possibilità di assunzione hanno i precari della scuola nell’ottica della nuova riforma Reggi-Giannini?

Da più parti, in questo luglio caldo, anzi rovente di questioni sul tappeto, si fa un gran dire sulla possibile progressiva eliminazione dei supplenti della scuola, non perché riassorbiti a tempo indeterminato, ma perché gradualmente esclusi dall’insegnamento, visto che le supplenze brevi saranno assegnate ai docenti di ruolo, già in servizio nell’istituzione scolastica.

Non appare dunque inutile rileggere le Linee programmatiche del ministro Giannini, esposte in un sintetico documento all’inizio del suo mandato istituzionale, nelle quali pareva cogliersi appunto la priorità della questione precari, nonché la lucida consapevolezza che il mondo dei supplenti è un mondo vario, dominato da una “guerra tra ultimi della lista”: precari e Tfa, docenti in ruolo e supplenti, idonei e inidonei, visibili e invisibili, in un elenco quasi inesauribile di legittime rivendicazioni.

Questo precariato “stabile, ma non stabilizzato” appariva, dunque, una priorità indiscussa della strategia del governo Renzi, nell’ottica di un più generale rilancio dell’istruzione, se la Giannini solo qualche mese fa poteva affermare: “Il Governo di cui faccio parte è il primo, a partire dall’immediato dopoguerra, che ritiene prioritario il tema dell’istruzione nell’agenda politica del Paese”.

Non a caso i precari erano visti come gli eterni ripetenti in continua attesa, una ferita aperta della scuola italiana: “Alcuni aspettano qualche anno, altri un decennio, altri ancora erano precari quando hanno iscritto un figlio alla prima elementare e continuano ad esserlo ancora, quando lo stesso figlio si diploma alla fine del liceo”.

Apparivano chiari gli obiettivi propositivi del Ministro e del Governo tutto a partire dai poco meno 170mila precari inseriti nelle c.d. graduatorie ad esaurimento di I, II, III fascia e IV fascia aggiuntiva, che costituiscono il cosiddetto “precariato storico” e che, sono parole del Ministro, “verosimilmente grazie al turnover saranno immessi in ruolo nei prossimi dieci anni”; poi esistono più di 460mila docenti, inserite nelle graduatorie di istituto e utilizzati per le supplenze annuali e fino al termine delle lezioni, di cui 168mila iscritti nelle graduatorie ad esaurimento; oltre 10mila abilitati a seguito del Tirocinio formativo attivo (Tfa); quasi 70mila che hanno maturato titoli di servizio utili all’abilitazione grazie ad un percorso abilitante speciale (Pas); 55mila diplomati magistrali; 40mila idonei di vecchi concorsi.

Alla luce di questi strabilianti numeri l’obiettivo politico della Giannini era ben definito: “I precari della scuola vanno riassorbiti e in un’ottica di lungo periodo dobbiamo bandire solo concorsi a cattedra”.

E giungiamo a un punto chiave delle linee programmatiche, che sembra però, alla luce delle notizie di questa estate, diventato controverso. La Giannini affermava, innanzitutto, l’importanza del famigerato organico funzionale come deus ex machina per la soluzione di tanti problemi aperti: “L’organico funzionale serve ad affrontare il problema del sostegno e dell’integrazione, assicurando continuità didattica e formazione specifica per le diverse disabilità. Esso si traduce nella creazione di un gruppo professionale qualificato, che, nell’ambito di una rete di scuole, operi dalla formazione dei docenti all’integrazione degli alunni disabili e che non si traduca in un mero aumento quantitativo delle ore di sostegno”.

In questa ottica affermava che era necessario “predisporre un Piano necessariamente di medio termine per il reintegro dei precari e il loro inserimento all’interno di ‘organici funzionali’, che permettano ai dirigenti scolastici una miglior gestione delle supplenze e un aumento dell’offerta formativa”.

I precari, perciò, sembravano dover confluire in qualche modo nell’organico funzionale, anche se non era chiaro con quale modalità. Infine faceva capolino la necessità di bilanciare costi e benefici, stringendo i cordoni della borsa: “Sono perfettamente consapevole che percorrere questa strada comporta un significativo impegno finanziario. Ma credo anche che, attraverso una diligence seria sui costi che sosteniamo oggi per le supplenze brevi e l’integrazione degli alunni disabili, potremo arrivare ad un effettivo bilanciamento finanziario rispetto al fabbisogno necessario per l’attuazione dell’organico funzionale di istituto e di rete. L’art. 50 del decreto legge n. 5 del 2012 istituiva l’organico dell’autonomia, adesso servono le risorse finanziarie per dare piena attuazione a questo strumento”.

Insomma l’organico funzionale rientrava nell’originario progetto della Giannini, negli obiettivi del Pd e, ora più che mai, nelle intenzioni del sottosegretario Reggi per il quale non ci sarebbe la voglia di eliminare le supplenze brevi, ma solo la necessità di riformare la scuola, garantendo la stabilizzazione di un maggior numero di docenti.

A conferma di ciò interviene anche Mariangela Bastico con una precisazione: “Con l’organico funzionale si attribuisce alle scuole sulla base di parametri oggettivi, oltre ai docenti riferiti al numero delle classi e al monte ore complessivo, una quota aggiuntiva di docenti finalizzata all’ampliamento dell’offerta formativa, a progetti per ragazzi con disagio, ai corsi di recupero, alle compresenze e anche alle supplenze brevi: una dotazione complessiva di docenti, assegnati per tre anni, che prendono parte attiva alla definizione e realizzazione del Pof e consentono flessibilità e innovazione didattica.
Questa scelta favorisce la stabilizzazione di un numero maggiore di docenti, rispetto a quelli dell’organico di diritto, garantendo continuità didattica e riduzione del precariato
”.

Insomma non supplenze di pochi giorni inefficaci, ma un progetto più ampio e più a lunga scadenza. Continua la Bastico: “Credo che obiettivo, anche per gli insegnanti precari, sia giungere ad un organico stabile corrispondente alle esigenze scolastiche, non ampliare la platea di coloro che hanno svolto un’attività scolastica, magari di pochi giorni, aumentando soltanto il numero delle persone in graduatoria, in un’attesa senza fine. Comprendo l’obiezione di chi dice ‘meglio piuttosto che niente’, ma non penso che questo possa essere l’obiettivo verso cui orientare le riforme”.

Forse dunque “organico funzionale” sarà la parola magica per l’assunzione dei precari. Speriamo che coloro che erano supplenti quando i loro figli andavano alle elementari, non entrino di ruolo da nonni…

I presidi vorrebbero scegliersi i docenti

da La Tecnica della Scuola

I presidi vorrebbero scegliersi i docenti

Ma, secondo il provveditore di Vercelli e vicedirettore dell’Usr del Piemonte, la scuola non ne trarrebbe vantaggi. Un marchingegno per possibili nepotismi

La Stampa di Torino pubblica una intervista a Antonio Catania, vicedirettore dell’Usr del Piemonte, per il quale l’autonomia scolastica ha concesso molto più potere decisionale ai presidi, come la “gestione del personale e l’amministrazione dell’orario”, ma il fatto di potere scegliersi i docenti migliori, così come alcuni dirigenti scolastici chiedono, è pericoloso perché potrebbe dare luogo a fenomeni di nepotismo, mentre di sicuro non migliorerebbe l’istruzione.
“Sono a favore di criteri oggettivi, e su una discussione sui criteri con cui si formano le graduatorie”. Gli insegnanti, dice Catania, dovrebbero essere valutati “per curriculum e per titoli ma anche per capacità di insegnamento. Uno può essere scienziato ma non avere competenze relazionali. Però c’è un altro andicap più grave”, quello delle risorse”.

Se il Modello B on line fa le bizze si deve inoltrare nuovamente

da La Tecnica della Scuola

Se il Modello B on line fa le bizze si deve inoltrare nuovamente

Molti, troppi aspiranti supplenti per il triennio 2014-2017, che hanno già compilato il modello B per l’inserimento delle graduatorie di circolo e istituto del personale docente ed educativo, lamentano delle anomalie nella produzione del  file pdf del modello B compilabile dal sistema delle istanze on line. Quali sono queste anomalie?

Molti, troppi aspiranti supplenti per il triennio 2014-2017, che hanno già compilato il modello B per l’inserimento delle graduatorie di circolo e istituto del personale docente ed educativo, lamentano delle anomalie nella produzione del  file pdf del modello B compilabile dal sistema delle istanze on line. Quali sono queste anomalie? La più diffusa è certamente quella  del mancato recapito riferito  al campo “Al Dirigente Scolastico”  nonostante sia stata indicata come prima preferenza la scuola capofila scelta nei modelli A1 ,A2 o A2bis.

 

Tale anomalia si è evidenziata anche per chi è inserito in graduatoria ad esaurimento e non ha dovuto scegliere una scuola capofila entro il 23 giugno con i modelli A1,A2 e A2 bis. Un’altra anomalia è quella che in alcune domande non viene riportata la provincia in cui l’aspirante ha fatto domanda d’inserimento in graduatoria ad esaurimento, mentre in altre viene riportata anche se l’aspirante non è inserito in alcuna graduatoria provinciale ad esaurimento.  In altre domande invece non viene riportata in maniera corretta la selezione della lingua italiana piuttosto che slovena, in particolare l’aspirante supplente visualizza l’opzione di doppia lingua senza che lo stesso l’abbia selezionata oppure non viene riportata la lingua slovena seppure l’aspirante l’abbia selezionata.

 

In altre domande è comparso anche un problema d’intestazione del modello, in cui compare la dicitura “graduatorie di circolo” invece di “graduatorie di circolo e d’istituto”. Come potere ovviare a tutte queste anomalie? Si consiglia di inoltrare nuovamente il modello senza cancellarlo, in modo da verificare se l’anomalia è stata risolta. In buona sostanza si consiglia di riprodurre il pdf accedendo di nuovo al sistema istanze on line del Miur ed effettuando un nuovo inoltro senza variare il contenuto della stessa.

 

L’azione di inoltro determinerà la produzione di un nuovo pdf che risulterà corretto, in quanto le anomalie citate sono state risolte o sono in via di risoluzione. Chi ha già prodotto l’istanza dovrebbe quindi inoltrarla nuovamente per avere in archivio una domanda pienamente compilata in tutte le sue parti. Tuttavia l’errore è imputabile al malfunzionamento del sistema e quindi la domanda è ritenuta pienamente valida, anche se si rischia il fastidio di essere contattati per chiarimenti relativi alla stessa istanza.