Expo 2015 e disabilità, l’appello: “Salvare il Mercato al buio”

da Redattore Sociale

Expo 2015 e disabilità, l’appello: “Salvare il Mercato al buio”

Progettato dall’Istituto dei ciechi, è un percorso finalizzato a far comprendere ai visitatori che cosa percepisce un non vedente quando passeggia per le bancarelle. Cancellato due giorni fa, il Pd lombardo ne chiede la reintroduzione

MILANO – Salvate l’esperienza del “Mercato al buio” all’interno del Padiglione Italia di Expo. È una delle dieci proposte che il PD lombardo presenta per migliorare l’offerta turistica per i visitatori che saranno a Milano nel 2015. Il “Mercato al buio” era stato progettato dall’Istituto dei ciechi del capoluogo lombardo come un percorso finalizzato a far comprendere ai visitatori che cosa percepisce un non vedente quando passeggia per bancarelle. Invece che con gli occhi, i visitatori si sarebbero mossi annusando i profumi di frutta e verdura e toccando i prodotti esposti. Poi, il 4 agosto il presidente dell’Istituto, Rodolfo Masto, riceve dal direttore artistico del Padiglione Marco Balich un’email: per motivi di spending review, l’iniziativa salta. “Pensiamo che sia un’iniziativa all’insegna dell’inclusione e che quindi vada valorizzata”, dichiara Fabio Pizzul, consigliere regionale del PD. Le proposte vogliono essere un’indicazione per rendere più efficace lo stanziamento votato in Consiglio regionale di 10 milioni di euro per la promozione delle bellezze della Lombardia.

Sul tema turismo e accessibilità, secondo Pizzul servirebbe “maggiore coinvolgimento delle persone con disabilità nell’accoglienza dei visitatori”. Per altro, se per Milano è chiaro l’obiettivo di testare dieci itinerari sicuri anche per persone con disabilità per raggiungere il polo fieristico, lo stesso non vale per quel che accade nel resto della regione, dove regna l’incertezza sui progetti in corso. “Se sul versante dei contenuti vediamo che si sta lavorando, siamo preoccpuati per quello che si sta facendo per l’accoglienza dei visitatori e per il fuori Expo”, aggiunge il capogruppo del Pd regionale Enrico Brambilla.

Oltre al recupero del “Mercato al buio”, il Pd regionale propone di potenziare la rete wireless sui treni regionali, attrezzare aree di sosta per camper anche in prossimità di mete turistiche, utilizzare (come proposto da Stefano Boeri) il tesoro di quadri non esposti della Pinacoteca di Brera per mostre diffuse in città, munire di display per i sottotitoli i teatri e i cinema milanesi, allungare nel 2015 i cartelloni delle compagnie di spettacoli dal vivo per sfruttare anche i mesi estivi, varare un bando per promuovere attività di giovani artisti, integrare la segnaletica cittadina con cartelli in inglese, disporre finanziamenti ad hoc alle società sportive per promuovere eventi e rendere fruibili gli impianti sportivi in città anche agli stranieri. (lb)

Incontro aspiranti DS in Toscana

Presso la sede della Uil scuola Toscana si è tenuto oggi un incontro con un gruppo di docenti che ha partecipato all’ultimo concorso per Dirigenti Scolastici in Toscana. Per la nostra organizzazione sono stati presenti il responsabile nazionale dei DS Lorenza Patriarca il segretario regionale Uil scuola Toscana Cristiano Di Donna, il segretario territoriale di Massa Carrara Lucca e Pisa Carlo Romanelli ed il responsabile della zona di Pistoia Andrea Agostini.

L’azione della UIL Scuola regionale in sinergia con i territori della Toscana aveva già prestato attenzione alla vicenda e alle problematiche connesse con l’ultimo concorso dei DS in Toscana partecipando, in maniera attiva, all’incontro con l’Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione Emmanuele Bobbio.

Dall’incontro di oggi sono emerse diverse posizioniche riteniamo condivisibili sul piano giuridicoe sindacale, alle quali stiamo prestando attenzione e considerazione perché la vicenda del parziale annullamento del concorso a dirigenti scolastici ha già creato e continuerà a creare un grave danno al funzionamento di moltissime scuole toscane e ha messo in situazione di disagio e incertezza sia i dirigenti già nominati perché vincitori di concorso sia i docenti idonei che, dopo aver superato le prove selettive, hanno visto deluse le legittime aspettative di assunzione nei ruoli. Riteniamo che si tratti di una risorsa professionale importante che deve poter esprimere e veder tutelate le proprie rivendicazioni sintetizzate di seguito:

·la responsabilità della situazione in atto rispetto al concorso in Toscana non è dei candidati che hanno partecipato alle prove, in conformità con le regole del relativo bando;

· se la politica ha inteso intervenire con la legge 87/2014 a favore della qualità della scuola toscana, il medesimo principio è maggiormente valido per giustificare una soluzione alle attuali circa 100 scuole prive, già per l’anno scolastico 2014-15, di dirigente titolare. L’inevitabile incremento di scuole senza dirigente che si determinerà nei prossimi anni scolastici richiede di affrontare subito la questione, per evitare di aggravare ulteriormente la gestione delle istituzioni scolastiche Toscane.

Pertanto occorre:

· che il decreto scuola, attualmente in via di definizione, deve prevedere idonee soluzioni per i candidati del concorso della Toscana i cui nominativi sono inseriti negli elenchi dell’all.1 e 2 del decreto USR Toscana 109/2012, in quanto riteniamo opportuno tale intervento politico-legislativo urgente per garantire il principio dell’imparzialità di trattamento fra candidati inseriti nella medesima graduatoria di merito e per utilizzare a pieno risorse utili per dare qualità alle scuole e garantire il diritto allo studio degli alunni;

· che nel futuro Regolamento del corso-concorso, previsto dalla legge 87/2014, si stabilisca con chiarezza che la quota riservata comprenda tutti i ricorrenti , oltre ai già vincitori del concorso parzialmente annullato

· che il bando del nuovo corso-concorso sia pubblicato entro il prossimo mese Dicembre 2014, indipendentementedal completamento delle rinnovate procedure.

Tutto detto in premessa non vuole alimentare il fuoco della polemica, la divisione tra colleghi o la corsa spregiudicata per ricoprire un incarico dirigenziale, ma vuole semplicemente ascoltare le ragioni di tutti e trovare la giusta soluzione per il miglioramento della funzionalità del sistema scolastico regionale.

Le funzioni esecutive nei disturbi e nelle difficoltà di apprendimento

Le funzioni esecutive nei disturbi e nelle difficoltà di apprendimento
Il corso prevede 18 crediti ECM!

Sede del corso: Trento (Edizioni Centro Studi Erickson)

Data e orari:
venerdì 5 e sabato 6 settembre 2014: dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00

Docente: Luigi Marotta (Logopedista, IRCSS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma e Università LUMSA, Roma)

Presentazione
Il corso, dal taglio prevalentemente pratico-operativo, fornirà ai partecipanti i protocolli di diagnosi condivisi ai sensi della Consensus Conference sui DSA del 2010, e permetterà di lavorare sulle attività di trattamento delle principali Funzioni Esecutive coinvolte nell’apprendimento di lettura, scrittura e calcolo, operando direttamente su casi clinici.

IMMISSIONI IN RUOLO: ENNESIMA PROMESSA MANCATA

IMMISSIONI IN RUOLO, GILDA: ENNESIMA PROMESSA MANCATA

“Sulle immissioni in ruolo dobbiamo purtroppo registrare l’ennesima promessa mancata da parte del Governo”. E’ critica la posizione della Gilda degli Insegnanti sul numero delle assunzioni accordate per il prossimo anno scolastico: “I posti autorizzati sono relativi al solo turn-over, disattendendo così il piano triennale previsto dal decreto Carrozza che prevede l’assunzione su tutti i posti disponibili in organico di diritto. Il rispetto del piano di immissioni in ruolo stabilito dal DL 104/2013 – sottolinea la Gilda – avrebbe ridotto anche le tensioni attualmente in atto tra i precari del Nord e del Sud sulle graduatorie a esaurimento”.

SCATTI 2012: FIRMA DEFINITIVA ALL’ARAN

SCATTI 2012, FGU: FIRMA DEFINITIVA ALL’ARAN

Sottoscritti all’Aran i Ccnl per il recupero degli scatti 2012 e il ripristino delle posizioni economiche Ata.
Dopo l’arrivo delle necessarie autorizzazioni e certificazioni da parte degli enti preposti, questa mattina sono stati siglati in via definitiva i due contratti che porteranno nei prossimi mesi incrementi retributivi per i docenti e il personale Ata.
La Fgu esprime soddisfazione per questo passo, lamentando però la lentezza del Governo e ponendo la questione dello sblocco degli scatti 2013, per evitare disparità di trattamento tra “figli e figliastri”.

Riforme della Scuola

226 RIFORME DELLA SCUOLA di Umberto Tenuta

CANTO 226 In questa estate come in ogni estate non si parla che di riforme della scuola.

Che la scuola vada riformata non c’è dubbio, squassata qual è.

Ma quali riforme?

Ovvio, scontato, conclamato: riforme del Personale della Scuola!

Sono tutte belle le riforme del personale della scuola, belle e necessarie, belle ed urgenti.

Ma una domandina viene spontanea, un domanda piccola piccola, una domanda che nessuno fa.

 

PER QUALE SCUOLA?

Sì, per quale scuola!

La Scuola che si impegna a imprimer bene nelle menti degli scolari le definizioni e le regole, come si prevedeva nei Programmi didattici del 1867 e come invano ognor ci si impegna a fare?

o laScuola del successo formativo di cui vaneggia uno sconosciuto D.P.R. 8.3.1999, n. 275?

Questo, e soprattutto, e innanzitutto, e prima di tutto, questo è il problema!

La scuola del successo formativo garantito a tutti i candidati alla condizione umana, sociale, civile, professionale, oppure la scuola della mortalità umana?

Morti già prima di andare a scuola, morti dentro le aule anaerobiche.

Se non morti, mutilati.

Mutilati dal dieci al novanta percento.

Mutilati di Musica e Canto.

Mutilati della Motricità, a cominciar dalla Danza.

Ciechi al Bello.

Sordi all’armonia che l’Universo tiene.

Elenco senza fine triste!

Appannaggio di una scuola che insegna, ospita lezioni e conferenze.

E, innanzitutto, prima di tutto e di tutti, votazioni senza fini!

O Scuola, o Scuola, perchè di tanto inganni i figli tuoi?

O Scuola, o Scuola, perché non rendi poi quel che prometti allor?

−Signor Giudice, Signori Giurati!

−Io, avvocatuncolo di provincia estrema, io difendo la Scuola!

−La mia è una difesa d’uffizio, difesa doverosa, difesa pagata solo dalla mia generosità.

−Se voi volete che la Scuola garantisca a tutti i suoi studenti, nessuno escluso, il Successo Formativo, occorre che Chi per uffizio vi è tenuto garantisca alla scuola personale docente che non insegna, ma impegna gli studenti in attività apprenditive, e perciò formative, di PROBLEM SOLVING, nella forma del COOPERATIVE LEARNING.

−Signora Giurata, chieda! Chieda pure!

−La ringrazio, Signora gentile, e Le chiarisco subito:

−Scrive il Saggio Clayton che <<si può tracciare il seguente modello dell’attività dell’insegnante:

Egli:

1. determina i risultati auspicati;

2. esamina lo scolaro e valuta il suo livello effettivo di apprendimento;

3. specifica gli obiettivi dell’insegnamento alla luce dei punti 1) e 2);

4. seleziona le informazioni, i temi di studio e mette a punto i metodi;

5. impegna lo scolaro in attività che presume lo portino all’apprendimento;

6. dirige e guida le attività di apprendimento;

7. crea situazioni che permettano di utilizzare gli apprendimenti acquisiti;

8. valuta i risultati del processo>>[1] .

Ecco, Signor Presidente, Signori Giudici a latere, Signori, Giurati!

−La Scuola, la mia amata Signora Scuola, non ha bisogno di GAIE e TRISTI fanciulle in attesa per più di nove mesi!

−Le facciano entrare tutte, le gaie e tristi fanciulle, con un solo impegno, un impegno sul loro onore, l’impegno di essere maestre tayloriane!

−Maestre innamorate, ope legis innamorate, tutte innamorate della Matematica o della Poesia, di Muzio Scevola o delle Galapagos, di Socrate o di Guglielmo…

−Maestre la notte e il dì, senza sedie e senza LIM, tutte con TABLET e Smartphone…

 

−PQM chiedo l’assoluzione, assoluzione con formula piena, della mia Amata GENITRICE SCUOLA.

−E spese a carico della PARTE SOCCOMBENTE, anche se nullatenente!

 

AVVISO

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

 

[1]CLAYTON T.E., Insegnamento e apprendimento, Martello, Milano, 1967, p. 14.

Materiali didattici e arredi per la scuola, un settore in crisi nera

da Repubblica.it

Materiali didattici e arredi per la scuola, un settore in crisi nera

A forza di tagli non ci sono più risorse per l’acquisto di banchi, sedie, lavagne, pennarelli, matite… Le aziende del comparto sono al collasso e i genitori devono provvedere a tutto quello che la scuola non fornisce più

L’industria dei gessetti, e delle biro, dei fogli a quadretti, delle lavagne e dei banchi, è a terra. L’industria dei materiali educativi e didattici sta dentro una crisi tutta italiana, di spending review e di burocrazia malsana.

Già nel 2005, spiegano gli ultimi studi, gli acquisti pubblici in questione erano fortemente scesi rispetto a cinque anni prima. Oggi fondi pubblici sul capitolo di spesa proprio non ce ne sono più e gessetti e banchi li compra il ministero dell’Istruzione attingendo al capitolo di spesa delle pulizie. Sì, le pulizie. Il dottor Felisetti, dirigente del Miur, nega che quel fondo sia mai esistito autonomamente, ma in verità c’era e si chiamava fondo per  “il funzionamento didattico e amministrativo”. L’hanno cancellato. L’ultimo bilancio, denuncia Marco Guerra, presidente di Assodidattica (Confindustria), metteva a disposizione tre centesimi per alunno per ogni giorno di scuola. Se un bambino in classe spezzava una matita colorata aveva consumato la sua dotazione di quattro giorni. La dotazione dei materiali per bambini e ragazzi nella scuola italiana è stata fino al 2012 di un caffè al mese. E il fondo per il funzionamento era già la fusione di due capitoli differenti: funzionamento didattico e funzionamento amministrativo (carta fotocopie per gli uffici, quindi graffette). Poi, per tagliare, tagliare, tagliare, nel 2013 i capitoli sono stati fusi in un unico corpo amministrativo e, dopo 47 anni di vita, soppressi.

Quest’anno il fondo pubblico sarà pari

a zero e le collette dei genitori, dopo la carta igienica e il sapone, si occuperanno anche dei materiali educativi e didattici. Non è semplice acquistare materiale montessoriano alla Coop, un banco di chimica all’Ikea, una tombola logica pensata per l’attività contemporanea di 25 bambini a Esselunga. Coop e Conad, tra l’altro, organizzano raccolte a punti prevedendo fra i premi banchi nuovi e sedie nuove per le scuole. I fogli A4 e i pennarelli in classe oggi vengono chiusi a chiave, come uno dei beni più preziosi.

Nel 2012 per nove mesi – causa un taglio dell’80% sugli arredi della pubblica amministrazione, compresi quelli scolastici – l’intero settore industriale è rimasto paralizzato. Per chi vende didattica la pubblica amministrazione non è un cliente, ma il cliente. Nel paese di Montessori e Bertolini, di Alberto Manzi e Don Milani, nel paese dei modelli pedagogici esportati nel mondo, il settore didattica è stato tagliato dell’85%. Negli ultimi quattro anni la spesa per acquisto di arredamento standard per la scuola (da quella dell’infanzia alle superiori) si è più che dimezzata a seguito della riduzione di spesa imposta nei bilanci locali. Nel 2008 nel settore si spendevano 60 milioni di euro, nel 2013 appena 28. Nel 2004 l’Italia era nella media europea per la dotazione di materiale didattico destinato alle scuole, 342 milioni spesi ogni anno. Nel 2010 la dotazione per alunno era diventata un sesto della media europea. Negli ultimi anni la situazione è ulteriormente peggiorata.

Causa patto di stabilità, le aziende incassano tra i 120 e i 360 giorni dopo le consegne, e sono al collasso. Le stesse aziende chiedono, ora, di ripristinare al ministero dell’Istruzione il capitolo di spesa destinato alle scuole per l’acquisto di strumenti per la didattica: è rimasto in vigore per 47 anni, è necessario torni.

A fine mese «pacchetto scuola» con la partita prepensionamenti

da Il Sole 24 Ore

A fine mese «pacchetto scuola» con la partita prepensionamenti

Alternanza scuola-lavoro obbligatoria e potenziamento dei laboratori

Claudio Tucci ROMA

Potenziamento dei laboratori per una nuova didattica progettuale e ripristino delle ore laboratoriali nei primi due anni degli istituti tecnici e professionali. Concorsi nazionali banditi ogni due/tre anni per assumere i docenti, da affiancare all’altro canale di reclutamento, per il 50%, rappresentato dallo scorrimento delle graduatorie dove stazionano i5omila precari storici. Scuole aperte anche di pomeriggio. Alternanza scuola-lavoro obbligatoria. Il premier, Matteo Renzi, ha deciso di accelerare sul “pacchetto Scuola”, dopo la cancellazione di “Quota 96” per gli insegnanti. Il presidente del Consiglio ha già ricevuto a metà luglio un dossier con le principali proposte elaborate dai cantieri di esperti e tecnici del Miur (si vedano le anticipazioni sul Sole del 15 luglio); e nei prossimi giorni è previsto un nuovo incontro con il ministro Stefania Giannini in vista della definizione esatta delle misure su cui il Governo deciderà di puntare per rilanciare l’istruzione (misure che verranno annunciate in un apposito Consiglio dei ministri di fine agosto-primi settembre). In attesa di capire come verrà risolto il nodo del pensionamento di circa 4mila insegnanti bloccati a lavoro dalla riforma Monti-Fornero; va comunque detto che il piano contenuto nelle bozze del Miur è già di per sé piuttosto ambizioso e molto oneroso. Per esempio, l’obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro di zoo ore annue negli ultimi due anni di tecnici e professionali ha un costo stimato di 75 milioni l’anno. Nei documenti consegnati a Matteo Renzi si ipotizza anche l’introduzione di un credito d’imposta (“school bonus”), sulla falsariga dell’art bonus, e di meccanismi di incentivazione (“school guarantee”) per i privati che investono nella riqualificazione dell’istituto o in iniziative di orientamento (soprattutto al lavoro). Costo stimato di entrambe le misure? Almeno 200 milioni. Il ministero dell’Istruzione vorrebbe pure ripristinare la storia dell’arte nel biennio dei licei e degli istituti a indirizzo turistico (si calcola una spesa di 25 milioni); e si punta a riportare nelle scuole primaria l’educazione musicale e a introdurre in quelle dell’infanzia i percorsi di apprendimento precoce della lingua straniera. Misure non a costo zero. Ma se un rafforzamento del legame scuola-imprese-competenze è un «passo avanti che oggi è fondamentale fare», sostiene il dg per gli Ordinamenti scolastici del Miur, Carmela Palumbo, più delicate, invece, appaiono le partite su valutazione, orario di lavoro dei docenti e gestione del personale precario. A settembre dovrebbe decollare il sistema nazionale di valutazione, con le scuole che saranno chiamate ad autovalutarsi, prima delle verifiche dell’Invalsi e degli ispettori ministeriali. È probabile che nell’elaborando pacchetto Scuola possa essere inserita qualche misura di potenziamento dell’Invalsi. È tuttora invece in discussione qualche intervento sull’orario di lavoro, per premiare il personale che dà una maggiore disponibilità. Un tema sensibile, però. Già Francesco Profumo provò ad allungare da 18 a 241e ore di didattica dei docenti. Ma poi fu costretto a fare marcia indietro. Sul fronte precariato, invece, nelle bozze del Miur per ora è ipotizzata una misura per ridurre drasticamente le supplenze di un solo giorno, massimo di una settimana, utilizzando personale di ruolo. C’è poi l’attesa per la sentenza della Corte Ue sull’abuso dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi. Se sarà di condanna, si rischia una stabilizzazione massiccia (e costi per centinaia di milioni di euro). A meno di qualche intervento normativo che scongiuri il rischio.

Il decreto legge di riforma della PA avanza spedito a colpi di fiducia

da La Tecnica della Scuola

Il decreto legge di riforma della PA avanza spedito a colpi di fiducia

Dopo il via libera del Senato e della commissione Affari Costituzionali della Camera, si va avanti con estrema velocità: giovedì 7 agosto, il testo potrebbe essere già licenziato dall’Aula di Montecitorio. Le modifiche rimangono quelle approvate in Senato, dove per la mancanza di “coperture” sono saltate le misure per sbloccare i 4mila ‘Quota 96’ e per anticipare di due anni (da 70 a 68) l’uscita di prof universitari e medici.

Ormai ci siamo: il decreto di riforma della Pubblica Amministrazione è al rush finale e viaggia dritto, come confermato dal ministro della Pa Marianna Madia, verso la terza fiducia. A chiederla è stato il Governo nella serata del 6 agosto: salvo colpi di scena, dopo il via libera-lampo della commissione Affari Costituzionali della Camera, senza modifiche rispetto al testo uscito dal Senato, l’Aula di Montecitorio dovrebbe licenziare il testo nella seconda parte del 7 agosto.

Le modifiche rimangono quelle, invece, approvate in Senato, dove per la mancanza di “coperture”, sono saltate le misure che erano state introdotte a Montecitorio per sbloccare i pensionamenti, tra cui anche il via libera ai 4mila ‘Quota 96’ della scuola, e per anticipare di due anni (da 70 a 68) l’uscita di professori universitari e medici.

Questi sono i punti del decreto, capitolo per capitolo, che la Camera si appresta ad approvare nelle prossime ore:

ABOLITO TRATTENIMENTO IN SERVIZIO. Dalla fine di ottobre nessun dipendente pubblico potrà restare a lavoro dopo avere raggiunto i requisiti pensionistici, mentre finora la carriera poteva protrarsi ancora per due anni. La regola vale anche per i magistrati, anche se con ‘un’attenuante’: per loro lo stop scatterà solo a inizio 2016, al fine di garantire la funzionalità degli uffici giudiziari. Anche perché in magistratura gli anni extra concessi erano 5 (fino ai 75 anni).

PENSIONAMENTI D’UFFICIO A 62 ANNI. Le pubbliche amministrazioni potranno mandare a riposto i loro dipendenti, motivando la scelta, a 62 anni, purché abbiano l’anzianità massima. Si tratta di uscite anticipate di 4 anni rispetto al limite dei 66 anni. La possibilità era già prevista, ma la ricetta viene modificata, così da facilitarne l’applicazione, includendo nella platea degli interessati anche in dirigenti. La soglia d’età non è però uguali per tutti, per i medici sale a 65 anni. Sono esclusi invece magistrati, professori universitari e primari.

TURNOVER, MILLE NUOVI VIGILI DEL FUOCO. Si passa dalle persone alle risorse, per cui le amministrazioni possono procedere ad assunzioni che non superino il 20% delle spese sostenute per quanti sono usciti nel 2014, la percentuale si alza al 40% nel 2015 per arrivare al 100% nel 2018. Le maglie per le entrate possono allargarsi negli enti territoriali che si mostrano “virtuosi”. Delle accelerazioni sono previste per i vigili del fuoco, con la creazione di oltre mille nuovi posti, e per le forze di polizia, per cui è previsto uno scorrimento veloce delle graduatorie, in vista di Expo 2015.

MOBILITA’ OBBLIGATORIA MA NON PER MAMME. Un dipendente pubblico potrà essere trasferito da un ufficio all’altro, nel raggio di 50 chilometri, senza previe motivazioni. Ma tutto ciò non vale per i genitori con bambini sotto i 3 anni o tutelati dalla legge 104. I criteri generali per la definizione della mobilità saranno decisi, ed è una novità, insieme ai sindacati. Lo stesso vale per il demansionamento: al massimo si potrà scendere di un gradino.

STOP A INCARICHI UNA VOLTA IN PENSIONE. Le modifiche introdotte nell’iter parlamentare hanno esteso la platea anche a società ed enti a controllo pubblico, ad eccezione dei componenti delle giunte degli enti territoriali e dei membri degli organi elettivi di ordini professionali. Nessun cedimento sul dimezzamento di permessi e distacchi sindacali.

RAZIONALIZZAZIONE AUTHORITY, RAFFORZATE INCOMPATIBILITA’. Il dl fa ordine sul fronte Authority, resta in piedi l’ipotesi di accorpamento delle sedi, ma solo se non vengono rispettati i nuovi vincoli: il 70% del personale deve essere concentrato nel ‘quartier generale’. Ma non è solo una questione di immobili, nel mirino ci sono anche le cariche: ecco che i dirigenti usciti da Banca d’Italia, Ivass e Consob nei due anni successivi non possono ricoprire ruoli nei soggetti regolati.

RIDUZIONE DIRITTI CAMERALI, -50% MA IN 3 ANNI. I dimezzamento delle somme dovute dalle imprese alle camere di commercio ci sarà, anzi la prospettiva è l’abolizione, ma arriverà con gradualità, solo nel 2017, come richiesto da Unioncamere. Un emendamento ha infatti spalmato il taglio in tre tranche (per il 2015 -35%, per il 2016 -40%).

AGENDA PER LA SEMPLIFICAZIONI, MODULI VIAGGIANO ON LINE. Il decreto lancia il vademecum per la sburocratizzazione e, nel dettaglio, prevede moduli, uguali a livello nazionale, per l’edilizia e l’avvio di attività produttive (Scia), da pubblicati sul portale www.impresainungiorno.gov.it.

ANAC, POTERI A CANTONE. Viene allargato il campo d’azione del presidente dell’Autorità Anticorruzione, ruolo oggi ricoperto da Raffaele Cantone. La sua vigilanza sui contratti d’appalto a rischio coinvolgerà pure le concessionarie e potrà proporre commissariamenti anche nei casi in cui il procedimento penale non sia stato ancora aperto.

STRETTA ASPETTATIVE MAGISTRATI. Le toghe che ricoprono incarichi in uffici di diretta collaborazione con la Pa, pure se solo di consulenza giuridica, non possono più godere dell’aspettativa, devono quindi per forza andare fuori ruolo, posizione per cui gli spazi non sono infiniti (la durata massima è di dieci anni). La regola però non vale per coloro che hanno già incassato il ‘diritto’ all’aspettativa.

Scatti 2012, il 7 agosto la firma definitiva all’Aran

da La Tecnica della Scuola

Scatti 2012, il 7 agosto la firma definitiva all’Aran

Dopo il via libera del 31 luglio da parte del Consiglio dei Ministri, è previsto per le ore 12 di domani l’incontro all’Aran per la sottoscrizione definitiva dell’intesa dell’11 giugno scorso. Forse il recupero sarà possibile già nel cedolino di settembre

Sembra giunta al termine l’annosa vicenda degli scatti: dopo il via libera del 31 luglio da parte del Consiglio dei Ministri, le Organizzazioni sindacali del Comparto Scuola sono state convocate per le ore 12 di domani, 7 agosto 2014, per la sottoscrizione definitiva dell’intesa siglata lo scorso 11 giugno riguardante il recupero degli scatti di anzianità e delle posizioni economiche del personale ATA riferiti all’anno 2012.

Sottoscritta l’intesa, il sistema NoiPa potrà così finalmente attribuire le nuove posizioni stipendiali a tutto il personale interessato e mettere in pagamento anche gli arretrati. Secondo fonti sindacali, questo potrebbe già avvenire con gli emolumenti del mese di settembre.

“Analogamente, – scrive la Cisl Scuola – potrà essere liquidato al personale ATA coinvolto nel recupero delle posizioni economiche l’importo “una tantum” previsto dallo specifico accordo”.

Unicobas: “Per tutelare i propri sindacalisti Cgil, Cisl e Uil penalizzano le RSU”

da La Tecnica della Scuola

Unicobas: “Per tutelare i propri sindacalisti Cgil, Cisl e Uil penalizzano le RSU”

L’accusa è pesante, ma precisa e documentata: in venti anni i distacchi per i sindacalisti “di mestiere” sono stati ritoccati, mentre i permessi per le RSU sono stati drasticamente ridotti.

Questa volta la denuncia dell’Unicobas è davvero pesante e riguarda tutti i sindacati rappresentativi. In gioco è la questione dei distacchi e dei permessi sindacali. Di fatto, secondo Stefano d’Errico (segretario nazionale Unicobas) e Stefano Lonzar (membro dell’esecutivo nazionale) l’accordo raggiunto fra Governo e sindacati sulla materia ha un risultato molto preciso: non si toccano più di tanto i distacchi dei dirigenti sindacali e dei “quadri” intermedi ma si diminuiscono sensibilmente i permessi per le RSU. Nella scuola, per esempio, le RSU di istituto avranno a disposizione complessivamente permessi calcolati in 12minuti e 45secondi per ogni dipendente in servizio.
In pratica in una scuola con 150 dipendenti le RSU avranno diritto d’ora innanzi a 30 ore di permessi annui e cioè 10 ore a testa (in una scuola con 200 dipendenti le ore salgono a 40 ma poiché nelle scuole più grandi le RSU diventano 6, il diritto al permesso scende a 7 ore circa a testa).Tutto questo proprio perché la riduzione di distacchi e permessi prevista dal Decreto Leggo n. 90 toccherà in misura più pesante i permessi delle RSU e in misura più lieve i distacchi di altre figure.

“La logica dei sindacati rappresentativi (anzi, dei sindacati “pronta firma” come dovrebbero essere più correttamente chiamati) – ironizza d’Errico – è abbastanza chiara: si salvano i distacchi dei sindacalisti designati dall’organizzazione e non dai colleghi di lavoro, e si operano forti riduzioni dei permessi per i rappresentanti rimasti sul posto di lavoro”.
In realtà, sostiene Unicobas, questo meccanismo va avanti da più di venti anni, con un peggioramento progressivo delle condizioni in cui si trovano ad operare le RSU  che nel corso degli anni si sono viste decurtare progressivamente i permessi, ridotti appunto ai 13 minuti scarsi disponibili a partire dal prossimo settembre, esattamente la metà di quanto era previsto fino ad ora.
Ma questa – denunciano d’Errico e Lonzar – non è l’unica “stortura”: “Bisognerebbe parlare anche delle regole che sottostanno al calcolo della rappresentatività sindacale che di fatto penalizzano i sindacati più piccoli e consentirebbero invece ad un sindacato con una buona base di iscritti di poter sedere al tavolo delle trattative anche senza riportare voti alle elezioni delle RSU”

Istituti Tecnici Superiori, arriva la valutazione in base a merito

da La Tecnica della Scuola

Istituti Tecnici Superiori, arriva la valutazione in base a merito

Grazie all’accordo raggiunto in Conferenza Unificata tra Miur e Regioni, dal prossimo anno scolastico saranno misurate l’efficienza e l’efficacia dei risultati e i fondi verranno distribuiti in base ai traguardi raggiunti. Tra i requisiti più importanti figura quello dei ragazzi ammessi al secondo anno e quanti sono stati ammessi all’esame finale. Oggi raccolgono 5mila giovani e sono caratterizzati da un’alta “contaminazione” tra scuola e lavoro.

D’ora in poi negli Istituti Tecnici Superiori entrano la valutazione e il merito entrano. Grazie all’accordo raggiunto in Conferenza Unificata tra il Ministero dell’Istruzione e le Regioni, dal prossimo anno scolastico per la prima volta saranno misurate l’efficienza e l’efficacia dei risultati e i fondi verranno distribuiti non più a pioggia, ma in base ai traguardi raggiunti.

Secondo il Miur, assisteremo ad una vera e propria rivoluzione nel settore dell’istruzione. Già dal prossimo anno scolastico il fondo Miur e i fondi regionali che finanziano gli Its verranno distribuiti in questo modo: il 20% in relazione alla popolazione residente nella Regione di età compresa fra i 20 e i 34 anni; il 70% sulla base dei ragazzi ammessi al secondo anno e di quanti sono stati ammessi all’esame finale; per il 10% a titolo di premialità per quegli Its che hanno ottenuto un punteggio pari o superiore a 70 secondo criteri che riguardano, fra l’altro, l’occupazione, il placement, dei diplomati a 6 e a 12 mesi dalla fine del corso. Più fai assumere più fondi prendi, insomma.

Il Miur ricorda, infine, che gli Istituti Tecnici Superiori oggi raccolgono 5mila ragazzi, sono caratterizzati da una fortissima “contaminazione” tra scuola e lavoro, con il 50% delle docenze effettuate dal mondo della produzione e almeno il 30% delle ore in tirocinio attivo. Si tratta di corsi della durata di due anni che hanno appena terminato il primo biennio con ottimi risultati sul piano dell’occupazione: oltre il 60% dei diplomati ha già trovato lavoro, con alte percentuali di contratti a tempo indeterminato.

2014, Odissea nel Tfa…

da La Tecnica della Scuola

2014, Odissea nel Tfa…

 

2014, Odissea nello spazio, no…nel Tfa. Anche quest’anno non sono mancati i problemi: dalle procedure d’iscrizione fino ai test d’accesso.

Nel 2012 diverse furono le perplessità: prove con errori, incertezza nei titoli di accesso, corsi a volte con personale non adeguato, tirocinio non chiaro, assenza di indirizzi per la valutazione in itinere, esame di abilitazione a volte in ritardo rispetto alle tabelle di marcia. Si sono concluse da pochi giorni tutte le prove preliminari per l’accesso al secondo ciclo dei corsi, ma ci sarà un’appendice per alcune classi. Infatti le prove del test preliminare relative alle classi di concorso A846 (Lingua e civiltà straniera” sloveno”), A080 (Italiano scuola media con lingua di insegnamento slovena), A081 (Lingua e letteratura italiana negli istituti di secondo grado, lingua slovena), A082  (Materie letterarie negli istituti di secondo grado,  lingua slovena), A083 (Materie letterarie e latino nei licei ed istituti magistrali di lingua slovena), A085 (Sloveno, storia ed educazione civica e geografia nella scuola media con lingua slovena) sono rinviate alla prima decade di settembre, come previsto dalla nota Miur del 16 luglio (clicca qui)

Tante le denunce da parte dei candidati, tante le mail arrivate alla nostra redazione, anche sull’esposizione errata di alcune domande sottoposte, cosa che, chiaramente, fa temere errori nei punteggi finali che potrebbero risultare sbagliati. Segnalazioni soprattutto per le prove di lingua: inglese (clicca qui), spagnolo (clicca qui), tedesco (clicca qui) e perfino russo (clicca qui), ma anche per altre classi: A036 (clicca qui), A016 e A071, entrambe parte dell’accorpamento AC15 (clicca qui), A060 (acc. AC20, con A057) (clicca qui), A052 (clicca qui)

E il Miur è stato costretto a rivedere le risposte esatte di alcune domande dopo diverse segnalazioni arrivate.

Il Cineca ha disposto una pagina ufficiale in cui sono riportati i testi delle prove di accesso e le modifiche apportate alle domande segnalate dai candidati per irregolarità. Sono state approntate modifiche riguardo le classi di concorso, A012, A038 e A059 (clicca qui per visualizzare le modifiche).

Edilizia, le scuole superiori a rischio dissesto

da La Tecnica della Scuola

Edilizia, le scuole superiori a rischio dissesto

Non si arrestano le proteste degli enti locali contro i tagli del governo centrale. Ad alzare la voce sono ancora una volta le province, che tra le funzioni a loro riservate hanno la manutenzione delle oltre 5mila scuole superiori, l’80% della rete viaria nazionale, l’ambiente e il territorio.

“Alla luce dei tagli imposti dal governo con il decreto 66 e di quelli decisi nel 2013 sul 2014 le Province sono a rischio dissesto”, ha detto il presidente dell’Upi, Alessandro Pastacci, al termine dei lavori della Conferenza Unificata del 5 agosto.

Per questa ragione, ha aggiunto il leader dell’Unione province italiane, “abbiamo chiesto al governo che l’applicazione dei tagli previsti dai decreti 66 e 56 vengano fissati al 12 ottobre prossimo”.

Pastacci ha poi ricordato che in sede di Unificata, ma anche nell’ultimo Stato-Città, “è stato ribadito che non si può parlare di riorganizzazione degli enti locali senza le risorse necessarie”. Relativamente alla due diligence sulle Province partita il 21 luglio scorso, Pastacci ha ricordato “che ad oggi la quasi totalità degli enti, 95 su 103, hanno reso noto i loro dati di bilancio”. Bilanci che, sostiene ora l’Upi, vanno assolutamente incrementati con nuovi fondi per la manutenzione scolastica del prossimo anno scolastico.

Nei giorni scorsi alcuni responsabili provinciali avevano posto lo stesso problema: dopo la denuncia al nostro giornale del presidente della Provincia di Vercelli, Carlo Riva Vercellotti, per l’impegno considerevole del Governo per la sicurezza finora concretizzatosi solo a favore delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, a lamentarsi era stata anche l’Upi Marche: la presidente, Patrizia Casagrande, aveva detto che i rappresentanti provinciali sarebbero già pronti alla mobilitazione.

Pendolarismo scolastico: elaborare policy per il riequilibrio dell’offerta formativa

da La Tecnica della Scuola

Pendolarismo scolastico: elaborare policy per il riequilibrio dell’offerta formativa

In molte provincie sparse su tutto il territorio nazionale si propongono indagini riguardanti istruzione e politiche scolastiche. Queste indagini hanno il fine di ricostruire i flussi di pendolarismo scolastico, anche allo scopo di valutare quanto la scelta della scuola superiore sia dettata da un intento vocazionale o piuttosto da un’opportunità di prossimità territoriale.

Obiettivo a lungo termine è quello di elaborare policy per il riequilibrio territoriale dell’offerta formativa riducendo, ove e se possibile, il fenomeno del pendolarismo scolastico. A tal proposito l’Istat ha diffuso i dati relativi al 15esimo Censimento generale della popolazione e delle abitazioni con riferimento alla data del 9 ottobre 2011. Queste statistiche riguardano gli spostamenti pendolari per motivi di studio o di lavoro.  E’ facile notare che si sono allungati i tempi destinati alla mobilità, infatti,  scende drasticamente  la quota di coloro che impiegano “fino a 15 minuti” per raggiungere il luogo di studio o di lavoro (58,7% nel 2001, 55,1% nel 2011) e, in misura più lieve, quella di chi impiega “da 31 a 45 minuti” (8,5% nel 2001, 7,8% nel 2011), mentre aumentano le quote di chi ha tempi di percorrenza tra i 16 e i 30 minuti (da 24,8 a 26,4%) e oltre i 45 minuti (dall’8 al 10,7%). Le percentuali più elevate di spostamenti per lavoro si riscontrano in Valle d’Aosta (72,2%), Emilia Romagna (71,3%), Friuli Venezia Giulia (71,1%), mentre nelle regioni del Sud e nelle isole le quote sono più basse. Nelle regioni del Sud sono invece più rilevanti gli spostamenti quotidiani dei giovani per raggiungere il luogo di studio, con le incidenze più alte in Campania (45,1%), Sicilia (41,6%) e Puglia (40,3%).