“la Buona SCUOLA”: un buon documento per l’avvio del dibattito

“la Buona SCUOLA”: un buon documento per l’avvio del dibattito

 

Il Direttivo nazionale dell’A.N.DI.S. esprime una prima valutazione positiva sulle proposte di riforma contenute nel documento “la Buona Scuola“.

Riservandosi di approfondire l’analisi dei singoli punti del piano, l’A.N.DI.S. dichiara di apprezzare prima di tutto l’impegno assunto dal Governo di mettere la scuola al centro dell’agenda politica e l’idea che il cambiamento e la crescita del Paese debbano partire da un investimento sull’istruzione e sulla formazione delle nuove generazioni.

La scelta di aprire sui temi della scuola un’ampia consultazione pubblica costituisce indubbiamente un’idea coraggiosa, che inverte il senso di marcia rispetto a quanto è accaduto negli ultimi anni in cui le scuole hanno dovuto subire scelte calate dall’alto senza alcuna possibilità di interlocuzione e di proposta.

Auspichiamo che gli operatori della scuola vogliano accettare la “sfida” lanciata con la consultazione e sappiano essere protagonisti di un disegno di riforma innovativo e soprattutto condiviso e partecipato.

Riteniamo in particolare che sia importante focalizzare l’attenzione e la riflessione su alcuni punti del piano scuola del Governo, che recuperano, peraltro, ipotesi di riforma ed elaborazioni emerse nel dibattito ANDIS degli ultimi anni:

  • la scelta del corso-concorso nazionale per il reclutamento dei dirigenti scolastici presuppone la definizione di un nuovo profilo del dirigente scolastico e, nel contempo, l’implementazione di un progetto formativo della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione non ristretto al solo ambito amministrativo, che tenga conto della specificità della dirigenza scolastica quale leadership per l’apprendimento;
  • la revisione dello stato giuridico e della carriera dei docenti; in tale contesto un nuovo ruolo, più stabile e definito, delle figure intermedie e di staff, nominate direttamente dal dirigente scolastico anche per le ricadute progettuali e gestionali;
  • la formazione continua in servizio obbligatoria dei docenti, e dei dirigenti, coerente con la progettualità delle scuole autonome; in questo ambito va posta particolare attenzione per delineare in termini di chiarezza obblighi, vincoli e livelli di qualità, tenendo conto delle esperienze passate;
  • la valorizzazione del merito, che deve coniugarsi con l’innalzamento generalizzato della qualità del servizio scolastico;
  • la previsione dell’organico funzionale, passaggio fondamentale per rendere concretamente agibile l’autonomia scolastica nel campo della ricerca didattica ed educativa, delle scelte metodologiche ed organizzative, della realizzazione del curricolo di scuola;
  • la riscrittura del Testo Unico sulla scuola e l’intervento Sblocca-Scuola di abrogazione di norme “fastidiose, vincolanti e inutili”, perché l’affastellamento che negli ultimi vent’anni ha sommerso l’attività amministrativa delle scuole è diventato davvero intollerabile;

 

 

 

 

  • l’individuazione di funzioni e compiti in capo alle articolazioni dell’Amministrazione scolastica, il loro ruolo di coordinamento, il loro rapporto con le autonomie scolastiche, la possibilità effettiva di garantire alle scuole supporti reali e competenti;
  • le reti di scuola come strumenti di governance e di gestione decentrata dei servizi, il superamento degli Uffici di Ambito Territoriale;
  • l’attribuzione di compiti e funzioni agli organi collegiali in coerenza con quanto stabilito dalle norme sull’autonomia scolastica;
  • una prospettiva dell’alternanza scuola/lavoro più dialogante con il mondo del lavoro e delle imprese.
  • la possibilità riconosciuta alle istituzioni scolastiche autonome di fare “impresa formativa strumentale” esalta significativamente l’alternanza, rendendo merito alle capacità di tanti istituti tecnici e professionali di mettere in gioco le proprie risorse e di stare sul mercato con propri beni e servizi.

Salutiamo con favore il progetto di superamento del precariato storico e auspichiamo che il Governo possa trovare le risorse necessarie a dare attuazione ad un piano così ambizioso. E’ pur vero, d’altro canto, che un’immissione in ruolo di tale portata non sarebbe di per sé un’iniezione di qualità nel sistema, in quanto interesserebbe anche fasce di precari con una non recente formazione iniziale e scarsa esperienza di insegnamento. Ciò postula necessariamente la previsione di efficaci misure di accompagnamento che garantiscano la riconversione e comunque un’adeguata formazione in servizio dei nuovi immessi in ruolo.

Riteniamo condivisibile l’idea di affidare a docenti specializzati l’insegnamento della Musica e l’Educazione motoria nella scuola primaria, come pure l’insegnamento della Storia dell’Arte e del Disegno nel primo biennio dei licei e degli istituti tecnici e professionali della filiera turistica. In tale contesto riteniamo debba essere condotta una seria riflessione epistemologica oltre che didattica sui curricoli della scuola secondaria di 1° e 2° grado, che presentano un’eccessiva frammentazione delle discipline. Analogamente per gli spazi di opzionalità e per l’orientamento, che reclamano l’esercizio di quella flessibilità didattica ed organizzativa prevista con enfasi dai Regolamenti, ma di fatto svuotata nelle prospettive, anzi difficilmente esercitata anche per la rigidità delle cattedre e del sistema di formulazione dell’organico, oltre che per i molteplici vincoli contrattuali.

Rileviamo che nel documento non vi è alcun riferimento al riordino degli ordinamenti, in particolare alla necessità, da più parti sottolineata, di ridurre il percorso scolastico di un anno, rivedendo la durata e l’articolazione dei cicli. Riteniamo che questo tema debba trovare spazi dedicati di approfondimento nel dibattito delle prossime settimane.

Siamo convinti che il documento su “La Buona Scuola” costituisca un’importante base di discussione e confidiamo che lo strumento della consultazione riesca ad intercettare il contributo degli operatori scolastici e delle Associazioni professionali.

Il Direttivo nazionale dell’A.N.DI.S. si impegna a coinvolgere nel dibattito tutte le strutture centrali e periferiche dell’Associazione, a partire dal Consiglio Nazionale convocato per il 26 e 27 settembre p.v., con l’intento di offrire al Legislatore alcune proposte significative, concrete e competenti, utili a disegnare la scuola del futuro.
Il Presidente nazionale
Paolino Marotta

Riforma vuota

RIFORMA VUOTA ovvero il metodo che non c’è di Umberto Tenuta

CANTO 148 − La BUONA SCUOLA che non c’è.

Ennesima e ultima (?) immissione in ruolo, ma non certamente Riforma della scuola.

D’accordo con Giorgio Simonelli, << Una riforma si chiede … perché si debba insegnare una certa cosa, quali obiettivi di formazione si vogliono raggiungere>>.

E, da uomo che, per un cinquantennio, a queste domande ha cercato di dare risposta, aggiungo che una riforma si occupa soprattutto del come i giovani apprendono, si formano, diventano uomini.

 

Questa è una buona scuola per i docenti che saranno immessi in ruolo, ma certamente non per i giovani che fra qualche settimana saranno costretti ad abbandonare i viaggi, le escursioni, i concerti, i campi di gioco, le pinacoteche, e perché no, le loro prime esibizioni, per ritornare, non solo silenziosi spettatori di più o meno noiose lezioni, esposizioni, dimostrazioni, ma anche ansiosi soggetti di interrogazioni, umiliazioni, mortificazioni.

Non è per tutti gli studenti questa prospettiva, ma se tale fosse per un solo figlio di donna, nulla cambierebbe, perchè un solo uomo vale quanto sette miliardi di uomini.

<< Una riforma si chiede … perché si debba insegnare una certa cosa, quali obiettivi di formazione si vogliono raggiungere>>.

Istruzione formativa, educazione, successo formativo, sono queste le parole che mancano.

E, siccome questa è la mission della scuola, mancando queste parole, manca la scuola.

La scuola è un istituto di formazione umana, di educazione, di gestazione culturale.

Dalla scuola debbono uscire uomini, cittadini, lavoratori.

E per questi risultati occorre che la scuola si ponga, sia il problema degli <<obiettivi di formazione che si vogliono raggiungere>>, sia e soprattutto attraverso quali vie, quali strade, quali metodi questi obiettivi si possano raggiungere da parte di tutti i giovani.

La scienza che ci ha portato sulla Luna e ci porterà sulla nuova Terra è nata dal Novum Organum Scientiarum di Francis Bacon, dal quale ha tratto ispirazione la questione del metodo educativo che da Rousseau ai nostri giorni ha occupato ed occupa coloro che si pongono il problema del successo formativo da garantire a tutti i giovani, e non soltanto ai talentuosi figli di papà.

Democrazia e educazione, scriveva Jhon Dewey.

Ahimé, dimenticava l’accento sulla è!

Una BUONA SCUOLA si pone soprattutto il problema del metodo.

Cosa completamente ignorata!

Da Giovanni Gentile e dai suoi fedeli seguaci.

Tanto, lo diceva Papa Francesco, i figli di papà hanno anche le buone scuole private, magari all’estero.

Mi piange il cuore!

Mi piange anche per Te, Matteo, che Tua Moglie non hai ascoltato, questa volta.

Mi piange il cuore, per un’altra occasione perduta.

Per una Riforma che poteva essere e non è stata!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

 

Efficienza scolastica: se si aumentasse lo stipendio dei prof, l’Italia non sarebbe più in fondo all’Ocse

da La Tecnica della Scuola

Efficienza scolastica: se si aumentasse lo stipendio dei prof, l’Italia non sarebbe più in fondo all’Ocse

C’è scritto nel primo rapporto internazionale sull’Efficienza della spesa per l’educazione, condotto da Peter Dolton, esperto mondiale di economia dell’educazione della London School of Economics, che ha studiato il ritorno più elevato “dal punto di vista educativo per ogni dollaro investito”: l’Italia potrebbe ottenere risultati Pisa ai livelli della Finlandia, se riducesse il rapporto insegnante-allievo da 10,8 a 8,2 (-24,4%). Ma anche se si aumentasse la busta paga dei docenti dalla media attuale di 31.460 dollari a 34.760 dollari (+10,5%).

Sull’efficienza scolastica l’Italia si posiziona “tra gli ultimi della classe”. Per risalire la china occorre ridurre il numero di docenti o aumentare il loro stipendio di oltre il 10%.

La conclusione è contenuta nel primo rapporto internazionale sull’Efficienza della spesa per l’educazione, condotto da Peter Dolton, esperto mondiale di economia dell’educazione della London School of Economics, insieme a Oscar Marcenaro Gutiérrez dell’Università di Malaga e ad Adam Still di Gems Education Solutions: uno studio finalizzato a rilevare “l’efficienza con cui vengono allocati i budget per l’istruzione in ciascun paese” per misurare “qual è il sistema che produce un ritorno più elevato dal punto di vista educativo per ogni dollaro investito”.

Dal rapporto, commissionato da Gems, presentato a Londra poche ore fa e ripreso in Italia dall’agenzia Ansa, emerge che se si rapportano i risultati ottenuti dagli studenti nei test Pisa con la spesa per l’istruzione, il nostro paese si colloca appena al 23/mo posto della classifica di 30 paesi Ocse. In vetta c’è la Finlandia (87,81% di efficienza). In fondo, invece, dopo l’Italia (69,81%), si piazzano Portogallo, Spagna, Grecia, Indonesia, Brasile, ma anche Germania (25/mo) e Svizzera (28/mo), “le cui politiche di efficienza potrebbero non essere tra le priorità”.

Secondo i ricercatori, per guadagnare qualche posto in classifica l’Italia potrebbe dunque avere due alternative: o aumentare gli stipendi degli insegnanti o ridurre il rapporto prof-studenti.

In base al modello econometrico applicato, dunque, “che calcola il legame statistico provato tra stipendi degli insegnanti o dimensione delle classi (le due varianti che più incidono sul bilancio) e i punteggi Pisa, l’Italia potrebbe ottenere risultati Pisa ai livelli della Finlandia, se riducesse il rapporto insegnante-allievo da 10,8 a 8,2 alunni per ogni insegnante (-24,4%). O, in alternativa, se aumentasse lo stipendio degli insegnanti dalla media attuale di 31.460 dollari a 34.760 dollari, cioè un aumento del 10,5%. Stando a questi calcoli – secondo il rapporto – l’Italia, per avere un migliore rapporto qualità-prezzo dovrebbe spendere di più e ridurre il numero di allievi per insegnante o aumentarne lo stipendio”. Obiettivo della ricerca è però solo l’analisi dei dati, sottolineano gli autori, “non si intende fornire raccomandazioni sulle scelte politiche degli Stati”.

“Questo rapporto – osserva Andreas Schleicher dell’Ocse – getta uno sguardo rinfrescante sui dati comparativi a livello internazionale per esaminare le scelte di spesa fatte da quei paesi che stanno ottenendo i migliori risultati con meno risorse. Rompe il silenzio sull’efficienza dei servizi educativi. Mentre la spesa per ogni studente del mondo industrializzato è aumentata di oltre il 30% nell’ultimo decennio, il livello di apprendimento nella maggior parte dei paesi è rimasto piatto. Chi considera i servizi del settore educativo troppo importanti per essere misurati per la loro efficienza priverà molti giovani di un’istruzione migliore e una vita migliore”.

Complessivamente, scrive ancora l’Ansa, i 30 paesi Ocse dello studio hanno speso ogni anno 2.200 miliardi di dollari per la scuola e la quota del Pil riservata all’istruzione è in aumento da decenni. In generale, secondo il rapporto, i Paesi che mostrano un’elevata efficienza riescono anche a raggiungere risultati educativi elevati. L’Italia rientra nel gruppo dei paesi “più efficaci che efficienti: raggiunge risultati migliori in termini di qualità piuttosto che di efficienza”.

Posizioni economiche ATA: restano le mansioni ma non il compenso?

da La Tecnica della Scuola

Posizioni economiche ATA: restano le mansioni ma non il compenso?

Che significa che le posizioni hanno valore solo ai fini giuridici?
Forse che il personale è tenuto a svolgere mansioni aggiuntive ma non ad avere il compenso a suo tempo previsto?

Inquietante nota del MIUR sulla questione delle posizioni economiche Ata.
In realtà, si tratta solo della trasmissione di una nota emanata dal MEF qualche settimana fa che però crea qualche complicazione ad una vicenda già piuttosto intricata.
Cosa dice la nota del Miur?
Semplice (ma non troppo): a partire dal settembre 2014 e fino al dicembre 2015 al personale ATA al quale era stata riconosciuta a suo tempo una nuova posizione economica non potrà essere pagato nulla; e fin qui la questione è chiara, perché il CCNL sottoscritto in via definitiva il 7 agosto scorso prevede che il compenso correlato al nuovo profilo acquisito a seguito di procedura concorsuale venga corrisposto solo fino al mese di agosto 2014 e venga considerato solamente un emolumento una tantum.
Il blocco dovrebbe cessare al 31.12.2014 e quindi a partire dal gennaio 2015 tutto dovrebbe rientrare nella norma (non è neppure il caso di sottolineare che, visti i tempi che corrono, il condizionale è assolutamente doveroso).
Ma c’è un punto che non è del tutto chiaro:  la nota ricorda che l’articolo 9, comma 21 del decreto legge 78/2010 da cui discende il “blocco” in questione stabilisce che “le progressioni di carriera comunque denominate ed i passaggi tra le  aree  eventualmente  disposte  negli anni 2011, 2012 e 2013 hanno effetto, per i predetti  anni,  ai  fini esclusivamente giuridici”.
Cosa vuol dire però che le progressioni di carriera hanno effetto esclusivamente ai fini giuridici?
Il dubbio è che questo possa significare che il personale mantiene il mansionario acquisito a seguito della procedura concorsuale ma senza poter usufruire dei connessi benefici economici. In altre parole questo vorrebbe dire che i collaboratori scolastici dovranno occuparsi comunque dell’assistenza ai disabili ma senza poter percepire un compenso aggiuntivo.
Sarebbe forse il caso che la questione venisse chiarita al più presto anche per evitare forme di contenzioso che non farebbero altro che peggiorare i rapporti dentro la scuola.

“Niente idoneità all’insegnamento se la valutazione psico-attitudinale del prof è negativa”

da La Tecnica della Scuola

“Niente idoneità all’insegnamento se la valutazione psico-attitudinale del prof è negativa”

Lo sostiene, anche in progetto di legge, la capigruppo alla Camera di Ncd, Nunzia De Girolamo, dopo avere commentato via Twitter la risposta della deputata di Fi Maria Vittoria Brambilla al suo appello per intervenire sui casi di abusi sui bambini nelle scuole: la salute fisica e mentale dei piccoli per me viene prima di tutto, anche del diritto alla privacy.

Per essere idonei all’insegnamento non basta avere le competenze, ma anche abilità psico-attitudinali. Che vanno verificate prima di mandare in cattedra un aspirante docente. A sostenerlo, creando un prevedibile accavallarsi di polemiche, è stato la capigruppo alla Camera di Ncd, Nunzia De Girolamo, dopo avere commentato via Twitter la risposta della deputata di Fi Maria Vittoria Brambilla al suo appello per intervenire sul problema dei casi di abusi sui bambini nelle scuole.
“Ho presentato una pdl affinchè l’idoneità all’insegnamento passi anche da valutazioni psico-attitudinali”, ha spiegato De Girolamo.
“Si alle telecamere negli asili! Proteggiamo i più deboli, proteggiamo i nostri figli…Uniamoci per dire #GiùLeManiDaiBambini @mvbrambilla”, si legge nel tweet di De Girolamo, la quale, nella nota aggiunge: “Mi fa piacere che la collega Maria Vittoria Brambilla abbia accolto positivamente il mio appello con un tweet. Il mio augurio, adesso, è che dalle parole si passi ai fatti e che la commissione Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza da lei presieduta si occupi della sicurezza dei nostri figli a scuola anche da questo punto di vista”.
Quindi la capogruppo di Ncd conclude: “La salute fisica e mentale dei piccoli per me viene prima di tutto. Anche prima del diritto alla privacy”.
Ma per non calpestare un diritto, chiediamo noi, è lecito calpestarne un altro? In linea generale no, ma siccome stiamo parlando della salute e della sana crescita dei nostri bambini, probabilmente può essere un “costo” che si può anche pagare. Sulla praticabilità, invece, del progetto la strada ci sembra davvero impervia.

Stop al contratto, via ai decreti?

da La Tecnica della Scuola

Stop al contratto, via ai decreti?

Sono in molti ormai a pensare che l’intenzione del Governo sia proprio quella di cancellare di fatto la contrattazione e di definire gran parte dei rapporti ecnomici e giuridici mediante decreti legge.

Ma che fine ha fatto il buon proposito, dichiarato più volte in questi  ultimi 6 mesi  dal ministro dell’istruzione Stefania Giannini, di rinnovare il contratto della scuola? Apriamo il libro dei ricordi e troviamo che, già alla fine di febbraio 2014, il ministro Giannini dichiarava al Corriere della Sera:  “Gli insegnanti? Sono pagati troppo poco”.
Alla fine di marzo 2014 la Giannini afferma: “Il sistema di valutazione si lega anche al rinnovo del contratto. L’obiettivo è la valorizzazione delle figure che aiutano lo sviluppo dell’autonomia scolastica e una carriera che non può più essere legata solo agli scatti di anzianità”.
Continuando a girare le pagine di questo libro virtuale, ricordiamo che tra la fine di aprile e la metà di maggio 2014 lo stesso ministro Giannini, lancia la sfida ai sindacati, imponendo un rinnovo in tempi stretti di un contratto-scuola che si basi principalmente sul riconoscimento del merito degli insegnanti. Partendo dal principio che i docenti non sono tutti uguali, il ministro Giannini è decisa a rivoluzionare il sistema di avanzamento di carriera economica dei docenti. In questa occasione la responsabile del Miur bacchetta pesantemente  i sindacati : “La funzione del sindacato non è quella di proteggere in qualche modo i diritti acquisiti ma di partecipare ad un processo di profonda trasformazione”.
Nel ricordare le dichiarazioni fatte  dal ministro dell’Istruzione Giannini, ritorna sempre d’attualità  l’intenzione di rinnovare il contratto della scuola, che ormai non è più rinnovato dal 2007 e che ha perso anche la sua identità giuridica nel corso di questi anni. Un contratto deprivato di alcuni  diritti,  abrogati scientemente per via legislativa dal 2008 ad oggi. Adesso urge il suo rinnovamento, così come urge la riscrittura del Testo unico della scuola, che è troppo vecchio,  strutturato per una scuola centralizzata e che non ha visto la luce quando ancora non era nata l’autonomia scolastica. Anche ultimamente a fine agosto il ministro Giannini parla di rinnovo del contratto: ”Chi fa di più prende più soldi”.
Questa sarebbe la ratio principale da inserire nel confronto del rinnovo del contratto degli insegnanti previsto comunque per il 2015. Il responsabile del Miur ritiene che la riforma delle supplenze rientrerà anche nel prossimo  contratto che potrebbe prevedere nuove figure professionali o cambiare le mansioni di alcuni insegnanti che andrebbero a coordinare progetti formativi”. Si parla molto di rinnovo del contratto, ma non si convocano i sindacati  per trovare un accordo e un punto d’incontro. Come mai? Qual è l’intenzione del ministro riguardo questo rinnovo contrattuale? Per adesso, allo stato dei fatti, si sta parlando di blocco contrattuale per tutto il 2015 e poi mancano le risorse finanziare per rinnovare questo ipotetico contratto. I sindacati sono messi ai margini della discussione ed ogni provvedimento è preso in modo unilaterale dal governo, che procede senza aprire tavoli di confronto con i sindacati. Il governo apre una consultazione via web con famiglie ed insegnanti, saltando il normale confronto con le rappresentanze sindacali. Ma tutto questo è normale? Guardando la storia del nostro Paese, la cosa risulta essere un’assoluta novità. Non è mai successo che i sindacati stessero così lontani e fossero così inascoltati su temi come l’orario di servizio, le fasce di merito e quindi quelle stipendiali. Cosa sta succedendo? Si teme che il governo Renzi stia pensando di compiere, sul rinnovo contrattuale della scuola, un atto unilaterale.  Il rischio concreto è che si possa procedere per decreto. Sarebbe  un decreto che andrà ad incidere sullo stato giuridico dei docenti e sulla loro progressione di carriera, anche in chiave economica . Se così fosse sarebbe  la prima volta che un governo lascerebbe fuori dai tavoli contrattuali  i sindacati. Se così sarà assisteremo, purtroppo sulla pelle degli insegnanti, alla fine dell’esperienza del sindacato concertativo.  Almeno speriamo che poi risorga un sindacato unito e fortemente rivendicativo, capace di cambiare le regole degli scioperi  e di mettere in crisi qualsiasi Governo.

Posizioni economiche Ata, riconoscimento solo giuridico da settembre a dicembre

da La Tecnica della Scuola

Posizioni economiche Ata, riconoscimento solo giuridico da settembre a dicembre

L.L.

Una nota del Mef ribadisce che, in assenza di nuove disposizioni normative e in applicazione del recente accordo all’Aran, il sistema NoiPA non potrà procedere al pagamento di ulteriori emolumenti a decorrere dal 31 agosto 2014

Con la nota 2771 del 4 settembre 2014 il Miur ha trasmesso ai propri uffici territoriali la nota 66929 dell’11 agosto 2014 con la quale il Mef ribadisce che, a decorrere dal 31 agosto 2014, il sistema NoiPA non potrà procedere al pagamento di emolumenti ulteriori che riguardano le posizioni economiche ATA, interessate dall’accordo all’Aran del 7 agosto 2014.

L’articolo 2, comma 2, dell’accordo dispone, infatti, che l’emolumento una tantum è corrisposto, con finalità compensative, per il periodo in cui la posizione economica prevista dall’accordo è riconosciuta ai soli fini giuridici – in ragione delle mensilità stipendiali percepite o da percepire dall’attribuzione giuridica della posizione economica fino al 31 agosto 2014 e comunque non oltre la cessazione dal servizio (se antecedente) – nei medesimi importi,tempi e cadenze ordinariamente previsti per l’erogazione delle stesse posizioni economiche.

Quindi, successivamente al 31 agosto e fino al 31 dicembre 2014, in assenza di nuove disposizioni normative, il sistema NoiPA non potrà procedere al pagamento di ulteriori emolumenti a titolo sia dell’ indennità una tantum sia della posizione economica, riconosciuta solo a fini giuridici ex art. 9, comma 21 ultimo periodo del decreto legge n. 78/2010, cui la medesima afferisce.

Calendario scolastico: cambiano le date in Sicilia

da La Tecnica della Scuola

Calendario scolastico: cambiano le date in Sicilia

Il pasticcio del calendario scolastico siciliano. E’ proprio il caso di chiamarlo così quello che è accaduto in Sicilia con la data di fine lezioni fissata al 13 giugno 2015.
La questione è semplice e ripropone la tanto dibattuta questione delle competenze in materia scolastica ripartite tra Stato, regioni e province.

Perchè a volte capita che il Miur tenga poco conto delle situazioni regionali e, nello stabilire le date degli esami di stato, gli sfugga la data di conclusione delle lezioni che non è uniforme per tutte le regioni.
La Sicilia infatti con Decreto assessoriale n. 25 del 9 giugno 2014 stabiliva che “nelle scuole di ogni ordine e grado operanti in Sicilia per l’anno scolastico 2014/15 le lezioni avranno inizio il 17 settembre 2014 e si concluderanno il 13 giugno 2015”.

 

Questo rientra nelle sue competenze, come stabilito dal decreto legislativo del 31 marzo 1998 n.112, art. 138, comma 1, con cui viene delegata alle singole regioni la determinazione del calendario scolastico regionale.
Il Miur, di rimando, evidentemente senza badare al calendario stabilito nella bella Trinacria, con l’OM 43 del 6 agosto, determinava la data del 15 giugno 2015, di lunedì, per la riunione preliminare degli esami di stato, e quella del 17 giugno per la prima prova scritta, creando di fatto un vero e proprio pasticcio.
Se infatti la scuola in Sicilia finisce sabato 13 e gli scrutini delle classi quinte vanno espletati dopo il termine delle lezioni, soprattutto per evitare possibilità di ricorsi al Tar in caso di non ammissione, dovremmo ipotizzare scrutini nel weekend, tra sabato pomeriggio e domenica.
Il che è quasi impossibile. Non a caso l’Usr sicilia in data 1 settembre ha inoltrato una nota all’assessore Nellì Scilabra chiedendo una modifica del calendario scolastico regionale, di cui al suddetto DA n.25 del 9 giugno 2014, allo scopo di permettere una serena realizzazione degli adempimenti preliminari degli esami di stato.
In sostanza l’anno scolastico in Sicilia non potrà finire il 13 giugno, né si potranno costringere le scuole a fare gli scrutini anticipatamente. Il Miur dovrebbe stare più attento, che poi i contenziosi se li beccano sempre i docenti.

Flc Cgil, urge mobilitazione pubblico impiego

da tuttoscuola.com

Contro il nuovo blocco dei contratti
Flc Cgil, urge mobilitazione pubblico impiego

Non è più rinviabile una estesa mobilitazione unitaria di tutto il pubblico impiego fino allo sciopero generale, per rispondere all’ulteriore blocco del contratto nazionale. E’ evidente che si vuole cancellare il contratto nazionale e rilegificare il rapporto di lavoro in tutto il pubblico impiego. Non a caso la legge Brunetta viene applicata in maniera sempre più rigida e burocratica per ostacolare in tutti i modi la contrattazione decentrata. Siamo al paradosso che non solo non si rinnovano i contratti, ma si chiede la restituzione di soldi ai lavoratori per vecchi accordi contrattuali. Ora basta!“. È  quanto afferma in una nota Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil.

Deve essere chiaro che non intendiamo rinunciare agli scatti d’anzianità nella scuola a partire dal 2015 – continua Pantaleo – per un meccanismo di progressioni economiche, proposto nel Piano scuola, che entrerebbe in vigore nel 2018 e che ripartisce le stesse risorse su una platea più ristretta del personale con criteri discrezionali, incerti e al di fuori di ogni regolazione contrattuale. Salario, valorizzazione professionale e diritti devono essere garantiti a tutti coloro che lavorano“.

Non si può sostituire il contratto nazionale e la sua funzione di solidarietà e unità nel lavoro con la competizione individuale, perchè i settori della conoscenza possono migliorare la qualità se si favorisce cooperazione, valorizzazione delle professionalità, partecipazione democratica e responsabilità collettiva” conclude il sindacalista.

LIM addio?

da tuttoscuola.com

LIM addio?

Da la “Buona Scuola”, paragrafo 3.5, pag. 74: “Abbiamo anche investito in tecnologie troppo “pesanti”, come le Lavagne Interattive Multimediali (le famose “LIM”), che hanno da una parte ipotecato l’uso delle nostre risorse per innovare la didattica, dall’altra parzialmente “ingombrato” le nostre classi, spaventando alcuni docenti.

La tecnologia non deve spaventare. Deve invece essere leggera e flessibile, adattandosi alle esigenze di chi la usa, allo stile dei nostri docenti, alla creatività dei nostri ragazzi.”

Le LIM, Lavagne Interattiva Multimedia negli ultimi anni hanno comportato un impiego non indifferente di risorse, sia per consentire la dotazione delle scuole sia per formare i docenti nel loro impiego didattico. In proposito, tra i titoli valutabili per le graduatorie delle supplenze, punto e) certificazioni informatiche, si prevede l’attribuzione per l’uso didattico delle LIM (da 1 a 2 punti).

Dopo alcuni anni di onorata attività, le LIM  sembrano, dunque, destinate ad essere relegate nei polverosi archivi delle scuole?

Musica per non udenti

da Redattore Sociale

Musica per non udenti: la prima volta di Vera a un concerto dal vivo

E’ stato realizzato dal compositore olandese Kyteman come parte del programma Vodafone Firsts. Vera van Dijk, non udente dalla nascita con protesi acustiche, ha aiutato il musicista a trovare le giuste frequenze per poter fare esperienza, per la prima volta, di un concerto dal vivo

ROMA – Un concerto per non udenti, realizzato a una frequenza specifica pensata per aiutare tutti coloro che hanno una protesi acustica e una limitata capacità di ascolto a fare esperienza di una performance musicale dal vivo. Come riportato dal quotidiano The Daily Mail, il compositore olandese Kyteman insieme alla Vodafone ha recentemente riadattato la canzone Stay with me di Sam Smith, che è stata successivamente eseguita per la diciannovenne Vera van Dijk, non udente dalla nascita ma in grado di udire i suoni, anche se a una frequenza diversa da tutti gli altri, grazie a un impianto acustico.

“Dopo l’operazione molti suoni sono cambiati – racconta Vera – come ad esempio quello degli uccelli. Prima di allora non avevo mai avuto modo di ascoltarli mentre adesso riesco a distinguerli bene”. Non avendo consapevolezza del genere di musica che potesse essere di suo gradimento, la canzone eseguita durante il concerto è stata scelta dalla ragazza con l’aiuto di molte altre persone attraverso i social media. Prima del concerto Vera ha partecipato, sia fisicamente che virtualmente, a due sessioni di registrazione insieme a Kyteman, per aiutarlo ad aggiustare il pezzo in base alle sue capacità di ascolto, che è stato poi eseguito da una orchestra di 18 componenti per un pubblico di 400 persone come parte del programma Vodafone Firsts.

“Non poteva andare meglio – racconta Vera – . Il modo in cui Kyteman ha diretto l’orchestra e la sua capacità di creare il suono più puro mi ha fatto venire la pelle d’oca. L’atmosfera è stata incredibile. Anche se non potrò mai ascoltare bene come tutti gli altri, questa volta penso proprio di esserci andata vicino”.

“E’ stato travolgente vedere il coinvolgimento del pubblico durante l’esibizione – racconta il compositore Kyteman -.  E’ stata una vera e propria sfida quella di arrangiare la canzone e ho capito che avevamo raggiunto l’obiettivo quando ho vista Vera divertirsi in ogni momento del concerto”. (Federica Onori)

Il sostegno scolastico sarà una vocazione, non un mezzo per entrare in ruolo

da Redattore Sociale

“Il sostegno scolastico sarà una vocazione, non un mezzo per entrare in ruolo”

Il presidente della Fish Falabella sintetizza i contenuti del testo elaborato dalla federazione e presentato oggi come proposta di legge del Pd a Orvieto: “Meno ricorsi e una laura per i docenti specializzati. Delusi che il Miur non abbia emanato quest’anno il decreto per la formazione, con 120 esperti volontari”

ROMA – “Rivendichiamo politiche inclusive, innanzitutto attraverso il superamento della delega al sostegno”: così Vincenzo Falabella, presidente della Fish, sintetizza il senso della “Proposta di legge per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica”, presentata oggi pubblicamente, durante la Festa nazionale del Pd a Orvieto. “Una proposta – riferisce Falabella – che ha visto in prima linea la federazione, ma che è stata ampiamente condivisa da Fand e ministero, con indicazioni anche da parte dell’ufficio legislativo del Miur. Abbiamo ottenuto il consenso del Pd e di altre composizioni di governo: lo stesso ministro Giannini non ha escluso l’ipotesi di presentarla come proposta governativa, il che ridurrebbe notevolmente i tempi per l’approvazione”.

Quali sono i puti fondamentali della vostra proposta?
Innanzitutto, l’istituzione di ruoli per il sostegno e quindi di una laurea dedicata: in questo modo, fa sostegno chi ha la vocazione a farlo, mentre attualmente questa posizione è spesso usata come tramite per diventare insegnanti curriculari. Altre richieste fondamentali sono la continuità didattica, la diagnosi funzionale formulata da Asl, docente e famiglia, l’individuazione di indicatori per valutare la qualità dell’integrazione nelle singole classi e scuole e il tentativo obbligatorio di conciliazione prima del ricorso in tribunale. Oggi infatti molte famiglie si rivolgono alla magistratura per richiedere il riconoscimento di un adeguato numero di ore di sostegno: e il ministero è soccombente per centinaia di migliaia di euro. Ci auspichiamo naturalmente che questa voce di spesa così importante possa essere reinvestita per la formazione degli insegnanti.

Alla formazione è dedicato ampio spazio nella vostra proposta di legge
Sì, è un elemento fondamentale. La formazione obbligatoria sia iniziale che in servizio, tanto per gli insegnanti quanto per i dirigenti. E precisiamo che deve essere un capitolo adeguatamente finanziato.

In realtà, già da quest’anno si sarebbe dovuto avviare un primo percorso formativo per gli insegnanti, ma il relativo decreto non è stato emanato dal ministero. E’ così?
Sì e sono sinceramente amareggiato per l’atteggiamento dei dirigenti ministeriali. Avevamo infatti avuto rassicurazioni sul fatto che sarebbe stato attuato il decreto che prevedeva l’attivazione di percorsi formativi già nella prima metà di settembre di quest’anno, grazie alla disponibilità gratuita offerta da ben 120 esperti delle associazioni. A fine agosto, però, ci siamo resi conto che il decreto non era ancora stato firmato e, di conseguenza, la formazione era bloccata. Abbiamo quindi scritto al ministero, cercando di sollecitare i dirigenti a dare corso agli impegni assunti, visto che crediamo che la formazione dei docenti sia l’elemento fondamentale e imprescindibile per garantire l’inclusione scolastica.

Le linee guida “La buona scuola”, appena pubblicate dal governo, dedicano all’inclusione una sola pagina e non fanno riferimento alle vostre proposte. E’ un brutto segno?
No, ci auspichiamo che dopo la presentazione ufficiale la proposta e i suoi principi siano recepiti. Per il momento, sono fiducioso.

Voi parlate di superamento del sostegno a favore di una presa in carico della disabilità e dei bisogni speciali da parte degli insegnanti, debitamente formati. Ma non pensate che questo possa essere un carico ulteriore ed eccessivo per i docenti, già gravati da tagli e carenze strutturali?
L’obiezione è possibile e il maggior peso per gli insegnanti certamente ci sarà: ma credo che, se garantiamo la formazione obbligatoria dei docenti e assicuriamo un rapporto idoneo tra alunni con disabilità rispetto all’intera classe, non dovrebbero esserci problemi. (cl)

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Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 207

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 207 del 6-9-2014

Sommario

DECRETI PRESIDENZIALI

 

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 11 agosto 2014


Proroga dello scioglimento del consiglio comunale di Casignana.
(14A06819)

 

 

Pag. 1

 

 

 

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 11 agosto 2014


Proroga dell’affidamento della gestione del comune di Mascali.
(14A06820)

 

 

Pag. 2

 

 

 

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 11 agosto 2014


Proroga dell’affidamento della gestione del comune di Quarto.
(14A06821)

 

 

Pag. 3

 

 

 

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 11 agosto 2014


Proroga dell’affidamento della gestione del comune di Giugliano in
Campania. (14A06822)

 

 

Pag. 4

 

 

 

DELIBERA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 29 agosto 2014


Crisi nel Nord dell’Iraq. Approvazione delle linee di indirizzo e di
azione circa il contributo dell’Italia alle iniziative
internazionali. (14A06905)

 

 

Pag. 6

 

 

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI E DEL TURISMO

 

DECRETO 3 luglio 2014


Annullamento in parte qua e modifica del decreto ministeriale 25
ottobre 1961, recante «Dichiarazione di notevole interesse pubblico
della zona del fiume Fibbio, sita nell’ambito dei comuni di San
Martino Buon Albergo e Verona». (14A06823)

 

 

Pag. 7

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

MINISTERO DELLA SALUTE

 

COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Spectron» 100 MG/ML soluzione per uso
in acqua da bere. (14A06826)

 

 

Pag. 18

 

 

 

COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Quinoflox 100 MG/ML» soluzione per
uso in acqua da bere per polli e conigli. (14A06827)

 

 

Pag. 18

 

 

 

COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Thymovar» 15 g strisce per alveare
per api mellifere. (14A06828)

 

 

Pag. 19

 

 

 

COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Crono-Gest Spugne» (AIC n. 101899).
(14A06829)

 

 

Pag. 20

 

 

 

COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Duraciclina» 200 mg/ml soluzione per
bovini, suini, ovini. (14A06830)

 

 

Pag. 20

 

 

 

COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Floxatril», soluzione orale 100 mg/ml
per polli e tacchini. (14A06835)

 

 

Pag. 20