Radici e ali

Ente promotore: Fondazione San Filippo Neri

Con il patrocinio di: Ufficio scolastico regionale ( da confermare) Comune di Modena (da confermare)

In collaborazione con: CIS e FORAGS

 

 

II ° convegno nazionale

24 -25 ottobre 2014

 

Sala convegni – Residenza Universitaria San Filippo neri Via Sant’Orsola 52 – Modena

 

 

Radici e ali

 

Orientamento come educazione alla scelta per le nuove generazioni

Metodologia pedagogia dei genitori

 

 

Premessa

La famiglia è componente essenziale e insostituibile dell’educazione. Spesso le viene attribuito un ruolo debole e passivo che induce alla delega. La famiglia possiede risorse e competenze che devono essere riconosciute dalle altre agenzie educative.

Le narrazioni degli itinerari scolastici e lavorativi dei genitori e degli insegnanti, in quanto anch’essi genitori e figli, trasmettono esperienze per costruire futuro, fanno riscoprire orizzonti di fiducia, valorizzano la scuola e la società, costruiscono ponti intergenerazionali

 

Obiettivi

  • Valorizzare le narrazioni genitoriali nell’ambito dell’orientamento come educazione alla scelta dei figli – alunni
  • Costruire una cultura del riconoscimento e della valorizzazione delle conoscenze e delle competenze della famiglia
  • Promuovere l’alleanza scuola famiglia nel rispetto delle reciproche competenze
  • Valorizzare le competenze genitoriali nell’ambito dell’educazione alla scelta dei figli
  • Proporre l’educazione come priorità sociale

Venerdì 24 ottobre

ore 15.00 – 19.00

 

Le realtà istituzionali in cui è presente e attiva la Metodologia Pedagogia dei Genitori si radunano per illustrare le attività in corso, farne un bilancio, prospettare nuove iniziative e collegamenti a livello nazionale e locale. Vengono presentate le pubblicazioni, i video e le principali realizzazioni.

  • Torino – Comitato per l’integrazione scolastica, Gruppo Abele, Università di Torino, Casa degli Insegnanti, Scuola dell’Infanzia, Asili nido comunali, IC di via Ricasoli, Ciriè, Lanzo
  • Bolzano – Intendenza scolastica lingua italiano, AEB (Associazione Genitori diversamente abili), Merano: SE Pascoli, Liceo Gandhi. Bolzano: Scuole dell’infanzia Biancaneve, Città dei Bambini, Girasole; Istituto comprensivo Bolzano 2, ITIS Galilei.
  • Cuneo – Consorzio Monviso solidale, Oratorio S.G. Bosco (Saluzzo)
  • Cinisello Balsamo – Comune Assessorato Assistenza, GAD (Associazione accoglienza diversamente abili).
  • Modena – Fondazione San Filippo Neri, Polo per l’Infanzia “Madonna Pellegrina” (Nido, Scuola dell’infanzia, Scuola primaria), Scuola dell’infanzia Santa Caterina, Regina della Pace, Sant’Agnese, IC Modena 1, Scuola media Carducci, Istituto di Istruzione Professionale “Cattaneo-Deledda”, Liceo scientifico Wiligelmo, Istituto comprensivo di Castelfranco e Istituto comprensivo di Serramazzoni
  • Siena – ASL Val di Chiana, Ass. Sesto senso
  • Suzzara (MN) – Associazione Idea Suzzara
  • Lugano – ATGABBES
  • Pesaro- Gruppo Pedagogia dei genitori

 

 

Sabato 25 ottobre

Ore 9.00

 

Saluto autorità

 

Intervento Dott.re Stefano Versari– Ufficio Scolastico Regionale (da confermare)

 

Genitori e figli: solidarietà intergenerazionale Domenico Chiesa– Forum per l’educazione e la scuola

 

La Metodologia Pedagogia dei Genitori come risposta all’emergenza educativa:il punto di vista delle Associazioni dei genitori – Lucia Morgillo AGeSC Emilia Romagna
Metodo Montessori e Metodologia Pedagogia dei Genitori: “Riconoscere dignità all’infanzia ridando dignità alle competenze educativa dei genitori” intervista a Grazia Honegger Fresco ( in videoconferenza)

a cura di Ermanno Tarracchini Metodologia Pedagogia dei Genitori Modena

 

Metodologia Pedagogia dei genitori Orientamento come educazione alla scelta Riziero Zucchi – Università di Torino

 

Il patto educativo scuola famiglia Maddalena Zan Casa degli insegnanti – Torino

 

Esperienza e narrazione – Giorgio Zanetti Università di Modena e Reggio

 

La Pedagogia dei genitori nella comunità educante –Beppe Stefani -Coordinamento Presidenti Consigli d’Istituto e Presidenti Comitati Genitori

 

 

 

Pomeriggio

ore 14.30

 

La dignità dei genitori nell’orientamento dei figli – alunni Marisa Faloppa- Comitato per l’integrazione scolastica Torino

 

Esperienze

Le narrazioni genitoriali nell’orientamento, come educazione alla scelta

Orientamento come Educazione alla vita (Istituto Professionale “Cattaneo-Deledda” di Modena, Oratorio S. Giovanni Bosco di Saluzzo)

Orientamento come Educazione ai valori (IC Modena 1 – Cavour, IC Bolzano2 – A. Negri, IC Pianezza (TO)

Orientamento come Educazione alla crescita (Scuole dell’Infanzia Fism Modena)

Per informazioni

 

info@fondazionesanfilipponeri.it

www.fondazionesanfilipponeri.it

tel 059/217149

 

 

RIFERIMENTI PER PERNOTTAMENTO A MODENA:

 

OSTELLO SAN FILIPPO NERI

via Sant’Orsola 48

Tel. 059234598

18 euro a notte per posto letto (non c’è possibilità di stanze singole)

 

-HOTEL EUROPA

Corso Vittorio Emanuele 52

Tel. 059 217721

info@hoteleuropa.it

singola 82 euro

doppia ad uso singola 95 euro

matrimoniale 115 euro

tutti i prezzi, colazione inclusa

 

-HOTEL PRINCIPE

Corso Vittorio Emanuele 94

059 218670

singola 66 euro

doppia 93 euro

 

Via libera a 30 mila assunzioni nella scuola

da Repubblica.it

Via libera a 30 mila assunzioni nella scuola

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a 15mila insegnanti. Previsti anche 4.5mila unità di personale ausiliario, 620 dirigenti scolastici e 13mila docenti da destinare al sostegno di alunni disabili

Erano annunciate, ma di fatto sono il primo passo di questi tre mesi che dovrebbero accompagnare il governo Renzi alla riforma della scuola sulla quale sta scommettendo una parte del suo futuro. Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini è stata autorizzata ad assumere a tempo indeterminato di oltre 30.000 persone, appunto “su posti effettivamente vacanti e disponibili”. Personale nelle aule di cui c’era già assoluto bisgono. In particolare si tratta di “15.439 unità di personale docente ed educativo”, 4.599 di personale ausiliario, tecnico ed amministrativo e 620 dirigenti scolastici. E infine, misura particolarmente attesa 13.342 unità di personale docente da destinare al sostegno di alunni con disabilità.

Il pacchetto di assunzioni previsto per l’anno scolastico 2014-2015 era stato confermato da viale Trastevere ai sindacati alla fine di luglio specificando anche che alla scuola dell’infanzia sono riservati 2.341 posti, 3.630 alla primaria, 4.999 alla secondaria di primo grado, 4.255 alla secondarie di secondo grado (posti a cui aggiungere i 13.342 in totale sul sostegno).

“Ben vengano queste assunzioni, ma sono soltanto la ratifica di quanto già in atto” ha commentato il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima ricordando che il numero di “ingressi” autorizzato copre comunque solo per il 65% quello dei posti vacanti.

La riforma della scuola annunciata dal premier mette al centro la questione degli insegnanti. L’idea di Matteo Renzi è quella di azzerare le graduatorie ad esaurimento dei precari storici, attraverso l’introduzione degli organici funzionali di rete: un organico aggiuntivo che dovrebbe garantire stabilità alle scuole e maggiore autonomia alle stesse. In questo modo, entro settembre 2015 si potrebbero assumere a tempo indeterminato 100mila-150mila precari e vincitori di concorso. Inoltre, è previsto un nuovo concorso per 40mila abilitati che entreranno tra il 2016 e il 2019 per sostituire gli insegnanti che nello stesso periodo andranno in pensione.

Scuola, l’ok del Governo per 34mila assunzioni

da La Stampa

Scuola, l’ok del Governo per 34mila assunzioni

Arriva il via libera del Consiglio dei ministri per il “reclutamento” di 15mila docenti ed educatori, 4.5mila unità di personale ausiliario, 13mila per il sostegno e 620 nuovi presidi

Via libera formale oggi a oltre 30 mila assunzioni nella scuola. Il consiglio dei ministri, su proposta del ministro per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, e del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha autorizzato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ad assumere a tempo indeterminato, su posti vacanti e disponibili, 15.439 insegnanti e 4.599 ausiliari, tecnici e amministrativi. Il contingente comprende le unità di personale interessato alla procedura di statalizzazione dell’Istituto tecnico «Aldini Valeriani Siriani» di Bologna e del liceo linguistico «A. Lincoln» di Enna. Analoga autorizzazione è stata data per l’assunzione di 13.342 docenti da destinare al sostegno di alunni con disabilità e 620 dirigenti scolastici.

Un passaggio, quello di oggi a Palazzo Chigi, che, di fatto, ufficializza procedure già in atto.

 

Il pacchetto di assunzioni previsto per l’anno scolastico 2014-2015 era stato confermato da viale Trastevere ai sindacati alla fine di luglio specificando anche che alla scuola dell’infanzia sono riservati 2.341 posti, 3.630 alla primaria, 4.999 alla secondaria di primo grado, 4.255 alla secondarie di secondo grado (posti a cui aggiungere i 13.342 in totale sul sostegno).

 

«Ben vengano queste assunzioni, ma sono soltanto la ratifica di quanto già in atto» ha commentato il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima ricordando che il numero di «ingressi» autorizzato copre comunque solo per il 65% quello dei posti vacanti.

 

Sulla stessa lunghezza d’onda il leader della Uil scuola, Massimo Di Menna. «È un atto dovuto del Consiglio dei ministri arrivato in ritardo. Le nomine formalizzate oggi, infatti – ha sottolineato – riguardano persone che hanno già avuto il contratto e stanno già lavorando. È la procedura che fa sì che il Consiglio dei ministri produca un atto autorizzativo, di fatto, a nomine già predisposte. In ogni caso – aggiunge il sindacalista – rimangono ancora 10 mila posti da coprire, già quest’anno, in organico di diritto, per i quali si sta procedendo con supplenti, mantenendo contratti reiterati. Questa è una situazione che deve essere sanata».

 

«Quello di oggi era un passaggio dovuto, Il consiglio dei ministri ha solo adempiuto a un atto formale» conferma il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, facendo notare che i posti in questione sono relativi al solo turn-over.

I dati Ocse: la scuola italiana migliora anche se ha meno soldi

da Il Messaggero

I dati Ocse: la scuola italiana migliora anche se ha meno soldi

L RAPPORTO
ROMA Migliora l’apprendimento degli studenti, cresce il numero di donne laureate, soprattutto in materie abitualmente considerate maschili. Tuttavia, continua a ridursi la spesa pubblica destinata all’istruzione, gli insegnanti sono tra i più anziani d’Europa e per gli under 30 ancora non c’è spazio. Non solo: i tassi di abbandoni scolastici non tendono a placarsi e le possibilità di trovare lavoro per diplomati e laureati restano stagnanti. È un rapporto cautamente ottimista, quello elaborato dall’Ocse, in collaborazione con l’associazione Treellle, e pubblicato nell’ultima edizione dell’Education at a glance 2014. Perché, se da una parte migliora la qualità dell’istruzione italiana, dall’altra permangono delle evidenti sacche di criticità, a partire dal rapporto scuola-lavoro.
L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Uno degli aspetti più critici, evidenziati dal rapporto, è la mutazione dell’approccio allo studio da parte dei giovani. Da strumento e veicolo per riuscire a trovare un impiego, lo studio ha perso quasi totalmente questa funzione. Ciò negli anni ha contribuito ad aumentare anche il tasso di abbandono scolastico e la riduzione di nuove immatricolazioni alle università. Sicché nel 2012, un giovane su tre, dai 20 ai 24 anni – il 31,5% -, non lavorava o non era iscritto a nessun corso di laurea, mentre solo l’86% dei 17enni frequentavano ancora la scuola. Tra i giovani che non sono riusciti, poi, ad arrivare al diploma, il tasso di disoccupazione è aumentato del 7,7% in soli cinque anni, passando dall’11,3% del 2008 al 19% del 2012.
L’ISTRUZIONE

E benché la qualità dell’istruzione di base cominci ad avvicinarsi alla qualità media europea – i quindicenni di oggi iniziano a compensare le carenze in matematica rispetto a quelli del 2003, l’istruzione pre-primaria, ad esempio, è quasi universale in Italia, con il 92% dei bambini di tre anni iscritti a una scuola d’infanzia -, il tasso dei laureati resta ancora basso, con uno scarto di quasi due punti percentuali rispetto alla media Ocse. Come eccellenza spunta solo quel 62% (nel 2000 eravamo al 56%) di giovani laureati donna, anche in materie tradizionalmente considerate “maschili”, come informatica (25% di donne), ingegneria (40%) e scienze fisiche (42%).
LA SPESA PUBBLICA

Tuttavia, nella scuola e nell’istruzione s’investe ancora troppo poco. Ed è questo l’ennesimo aspetto dolente del rapporto. L’Italia è il paese che ha registrato, dal 2000 al 2011, la più alta riduzione di spesa pubblica per le istituzioni scolastiche (5%), mentre nello stesso periodo gli investimenti medi dell’Ocse per il settore sono aumentati del 38%. Solo i finanziamenti privati contribuiscono a risollevare la situazione, per quanto gli universitari italiani siano i terzi, a livello europeo, a pagare le tasse più alte e solo il 12% di loro riesce a ottenere una borsa di studio con uno sgravio totale. Questa situazione ha portato, infine, a un aumento di studenti per docente, grazie anche alla decisione di non compensare i pensionamenti con nuove assunzioni. Di riflesso l’Italia è il paese dell’Ocse ad avere il più alto numero d’insegnanti anziani: nel 2012 il 62% di loro aveva più di 50 anni.
Camilla Mozzetti

Meno soldi e più qualità, la scuola insegue l’europa

da La Stampa

Meno soldi e più qualità, la scuola insegue l’europa

L’Italia migliora ma rimane in coda tra i 34 Paesi della ricerca

Una scuola in cui gli insegnanti sono pagati sempre meno ma devono insegnare a un numero sempre maggiore di studenti. Che vede calare gli investimenti anno dopo anno, unica nel mondo Ocse. Sono alcuni dei dati che raccontano bene le difficoltà della scuola italiana, contenuti nel rapporto «Uno sguardo sull’Istruzione 2014: indicatori Ocse», presentato ieri. Ma ci sono anche aspetti positivi. Negli ultimi 15 anni è aumentato il numero di diplomati e laureati, in particolare tra le donne, anche se è ancora inferiore alla maggior parte degli altri Paesi Ocse (l’organizzazione raccoglie 34 nazioni sviluppate con un sistema di governo democratico e un’economia di mercato). Le donne sono sempre più presenti in professioni un tempo considerate maschili come l’ingegneria. Il bilancio potrebbe essere positivo, la qualità dell’istruzione migliora. Resta il drammatico dato del calo della spesa pubblica in questo settore, e l’Italia è l’unico Paese Ocse dove accade. Si investe appena il 9% rispetto al 13% dei Paesi Ocse e al 12% dei 21 PaesiUe. Tra il 1995 e il 2011 la spesa per studente nella scuola primaria, secondaria e post secondaria non terziaria è diminuita del 4%. Se non fosse per i contributi «volontari » dei genitori davvero non si saprebbe come fare. La riduzione è dovuta al calo nel numero dei docenti, necessario perché in passato l’Italia aveva uno dei più alti numeri di insegnanti in rapporto agli studenti. Oggi si è arrivati a un rapporto di un insegnante ogni 12 studenti, rispetto a una media Ocse di 15 studenti nella scuola primaria e 13 nella secondaria. È il risultato del calo di ore di lezione degli studenti e del blocco del turnover, infatti il 62% degli insegnanti delle scuole secondarie ha più di 50 anni. E, quindi, «la qualità dell’istruzione – spiega Francesco Avvisati, ricercatore Ocse autore della nota sull’Italia – non dipende dal numero degli insegnanti ma dalla loro preparazione». Migliora la preparazione in Matematica, l’Italia è uno dei tre Paesi Ocse, con Polonia e Portogallo, ad aver visto diminuire il numero dei quindicenni con gravi difficoltà da 1 su 3 a 1 su 4.Un miglioramento che non si è tradotto in un aumento delle competenze Le conoscenze dei laureati tra i 25 e i 34 anni in lettura e matematica raggiungono appena il livello di competenze dei loro coetanei senza titolo di studio terziario in Finlandia, Giappone o Paesi Bassi. Non è un quadro roseo, la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini risponde ricordando i provvedimenti appena annunciati dal governo. «Il rafforzamento dei percorsi di alternanza scuola-lavoro e l’arricchimento delle competenze dei nostri ragazzi sono la nostra priorità ».

Via libera alle assunzioni di oltre 30mila unità nella scuola

da La Tecnica della Scuola

Via libera alle assunzioni di oltre 30mila unità nella scuola

Il Consiglio dei Ministri ha autorizzato il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, ad assumere a tempo indeterminato, su posti effettivamente vacanti e disponibili più di 30 mila unità: dagli insegnanti al personale Ata. E’ bene precisare che le immissioni in ruolo sono state già effettuate nelle scorse settimane e, dunque, non si tratta di un contingente aggiuntivo.

L’atteso via libera del Governo alle assunzioni nella scuola è arrivato. “Su proposta del Ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, il Consiglio ha autorizzato il Ministro dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca, Stefania Giannini, ad assumere a tempo indeterminato, su posti effettivamente vacanti e disponibili, n.15.439 unità di personale docente ed educativo e n. 4.599 di personale ausiliario, tecnico ed amministrativo (ATA) – si legge nella nota di palazzo Chigi.

Il contingente comprende le unità di personale interessato alla procedura di statalizzazione dell’Istituto tecnico “Aldini Valeriani Siriani” di Bologna e del liceo linguistico “A. Lincoln” di Enna; analoga autorizzazione è stata data per l’assunzione di 13.342 unita’ di personale docente da destinare al sostegno di alunni con disabilità e di n. 620 dirigenti scolastici”.

Il vero problema? Gli insegnanti

da La Tecnica della Scuola

Il vero problema? Gli insegnanti

Per il presidente di TreeLLLe, Attilio Oliva, in Italia si spende per la scuola molto e male, mentre non si punta al vero nodo per migliorare l’istruzione: selezionare con cura presidi e prof

Con un articolo sul Corriere della Sera, Attilio Oliva, il presidente di TreeLLLe, dopo avere esaminato i risultati dell’OCSE Education at Glance (Uno sguardo sull’educazione), arriva a una conclusione che è condivisibile:  “Il vero problema del nostro paese è che spendiamo male, non che spendiamo poco. Qualche esempio: abbiamo troppe materie, troppe ore di lezione per gli studenti, troppe sedi scolastiche, programmi enciclopedici, mentre prestiamo scarsa attenzione alla selezione accurata di presidi ed insegnanti, che sono quelli che fanno la vera differenza fra una scuola e l’altra”.

Per il presidente Oliva infatti appare singolare che “il livello di istruzione della nostra popolazione è tra i più bassi d’Europa: basta guardare alla “densità” dei titoli di studio posseduti ed al livello di competenze, accertate da indagini internazionali come quella sugli apprendimenti dei quindicenni (indagine PISA) e quella sulle competenze degli adulti (indagine PIAAC – entrambe curate dall’OCSE)”.

E ciò sarebbe una vera “emergenza nazionale, se è vero che il livello di istruzione di un popolo rappresenta il livello di maturità civile dei cittadini e la potenziale professionalità della forza lavoro. Numerose indagini ed anche l’esperienza quotidiana sottolineano che al forte deficit di capitale umano si aggiunge anche quello di capitale sociale, inteso come fiducia interpersonale, disponibilità a cooperare, impegno civico e altri valori collettivi”.

“Questi deficit contribuiscono a spiegare la preoccupante perdita di competitività del nostro sistema economico, accentuatasi a cavallo del secolo con la sfida della globalizzazione.

I confronti di Education at Glance dimostrano che le risorse globali per la scuola italiana sono simili a quelle degli altri paesi europei (3,5% del PIL), o addirittura più alte considerando la “spesa per studente”. Ancora, indicano che alcuni paesi – come la Finlandia, l’Irlanda e la Corea – sembrano raggiungere risultati migliori spendendo molto meno degli altri. Il vero problema del nostro paese è che spendiamo male, non che spendiamo poco. Qualche esempio: abbiamo troppe materie, troppe ore di lezione per gli studenti, troppe sedi scolastiche, programmi enciclopedici, mentre prestiamo scarsa attenzione alla selezione accurata di presidi ed insegnanti, che sono quelli che fanno la vera differenza fra una scuola e l’altra”.

Renzi: in arrivo 900 milioni con la Legge di Stabilità

da La Tecnica della Scuola

Renzi: in arrivo 900 milioni con la Legge di Stabilità

Il premier interviene a ‘Porta a Porta’: nel 2016 altri 2 miliardi, c’è già l’intesa con il ministro Padoan. Poi conferma: basta scatti in busta paga sulla base dell’anzianità, d’ora in poi conterà il merito.

Per la scuola il Governo sta stanziando quasi un miliardo di euro subito e 2 miliardi per il 2016. A dirlo è stato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante la trasmissione Rai ‘Porta a Porta’: nella legge si stabilità, ha detto il premier, “900 milioni” saranno dedicati alla scuola, mentre nel “2016 saranno 2 miliardi, c’è già l’intesa con il ministro Padoan”.

Renzi, che però non ha chiarito su quale capitolo di spesa verranno investiti i soldi, ha colto l’occasione per confermare che “alla base della rivoluzione” dell’organizzazione scolastica, prevista dalle linee guida di riforma del settore, presentate dal Governo la scorsa settimana e prossime ad essere giudicate dai cittadini attraverso una vera e propria consultazione popolare, ci sarà il principio di “dare lo scatto non più sulla base dell’anzianità, ma sulla base del merito”. Con il 33% dei docenti che, qualora il progetto Renzi-Giannini si traduca in provvedimento legislativo, verrà escluso dall’aumento stipendiale triennale.

Ocse: in Italia più alunni per docente, stipendi prof in calo e meno soldi per studente

da La Tecnica della Scuola

Ocse: in Italia più alunni per docente, stipendi prof in calo e meno soldi per studente

I dati sono preoccupanti e sono contenuti nel rapporto “Uno sguardo sull’Istruzione 2014”, presentato il 9 settembre. Tra il 2008 e il 2012 le buste paga dei prof delle primarie e medie sono diminuite in media del 2%. Inoltre, dal 2005 al 2012, le retribuzioni statutarie dei docenti di ogni grado e con 15 anni di esperienza sono scese del 4,5%.

Calano gli stipendi degli insegnanti, aumenta il numero medio di studenti per docente : i dati sono contenuti nel rapporto “Uno sguardo sull’Istruzione 2014: indicatori Ocse”, presentato il 9 settembre.

Tra il 2008 e il 2012 le buste paga dei prof delle elementari e medie sono diminuite in media del 2%. Inoltre, dal 2005 al 2012, le retribuzioni statutarie dei docenti di ogni grado e con 15 anni di esperienza sono scese del 4,5%. Perdita compensata, in parte e comunque a livello individuale, dagli scatti di anzianità. Nel frattempo, a causa dei tagli alla spesa, è aumentato anche il numero medio di studenti per docente, che ora si avvicina alla media Ocse.

Per fare economia sui costi salariali è stato aumentato anche il numero di alunni per docente, rispettivamente del 15% e del 22% nella scuola primaria e media. Oggi il rapporto è di 1 docente ogni 12 alunni e si avvicina alla media Ocse (1 ogni 15 nella primaria, 1 ogni 14 nella media). Inoltre dal 2008 al 2011, alle elementari è stato ridotto l’orario di lezione per gli alunni ed è “leggermente” aumentato quello di insegnamento per chi siede in cattedra. Anche alle medie ci sono stati cambiamenti simili. Qui inoltre il numero di alunni per classe è aumentato del’8,1%.

Dal rapporto Ocse emerge, inoltre, che tra il 1995 e il 2011 in Italia la spesa per studente nella scuola primaria, secondaria e post secondaria non terziaria è diminuita del 4%. Ma se non fosse intervenuto il privato, le risorse a disposizione sarebbero ulteriormente diminuite. Tra i 34 paesi Ocse presi a esame, l’Italia è l’unico che registra una diminuzione della spesa pubblica per le istituzioni scolastiche tra il 2000 e il 2011 (-3%,la media Ocse registra +38%) ed è il Paese con la riduzione più marcata di investimenti (-5% 2000/2011).

Dall’organizzazione internazionale si specifica, ancora, che i risparmi operati in Italia negli ultimi anni sulla spesa provengono proprio dalla riduzione del costo salariale per studente: tra il 2008 al 2012 c’è stato un taglio del 15% nella scuola primaria (da 3.242 a 2.769 dollari) e del 20% nella scuola media (da 3.852 a 3.102 dollari). Altre spese, come l’edilizia e l’acquisto di nuove attrezzature, sono state invece rimandate.

In generale, osserva l’Ocse, per far aumentare il rapporto studenti-insegnanti, è stato anche necessario ridurre il numero dei prof, bloccando il turn over: nel 2012 il 62% dei professori aveva più di 50 anni (48% nel 2002). Si tratta della più alta percentuale di insegnanti over 50 di tutti i paesi Ocse.

Ma c’è ance un altro dato davvero preoccupante rilevato dell’Ocse. Quello secondo cui in Italia si fa fatica a trovare lavoro e la motivazione dei giovani nei confronti dell’istruzione diminuisce: in due anni tra il 2010 e il 2012 la quota dei 15-19enni non iscritti nel sistema di istruzione è aumentata. Nel 2010 il tasso di iscrizione era dell’83,3%, poi è sceso fino all’80,8%, contro la media Ocse dell’83,5%. Nel 2012 solo l’86% dei 17enni era ancora a scuola e si stima che solo il 47% dei 18enni si iscriverà all’Università (51% del 2008; 58% media Ocse e del G20).

Graduatorie Ata: per la Flc Cgil la nota va ritirata

da La Tecnica della Scuola

Graduatorie Ata: per la Flc Cgil la nota va ritirata

“Contratti fino all’avente diritto in attesa delle nuove graduatorie. Una scadenza irriguardosa nei confronti delle segreterie e dei precari”

In questo già “burrascoso” avvio di anno scolastico, un ulteriore adempimento va ad aggiungersi ai già gravosi impegni delle segreterie scolastiche: l’aggiornamento delle graduatorie d’istituto di terza fascia del personale Ata per il triennio 2014/2016.

Abbiamo dato notizia dell’avvenuta pubblicazione del decreto ministeriale, contenente tutte le indicazioni per presentare la domanda (entro l’8 ottobre prossimo) e i relativi modelli di domanda.

Ma la pubblicazione del decreto ha suscitato qualche polemica da parte sindacale, considerata “intempestiva” dalla Flc Cgil.

“Avevamo insistito col Ministero – scrive il sindacato – per uno slittamento della presentazione delle domande, stante l’aggiornamento contestuale della graduatoria d’istituto dei docenti, che ha procurato non pochi problemi di valutazione e inserimento, in mancanza di una vera e propria proroga”.

Oltre alle difficoltà in cui stanno lavorando le segreterie, la Flc Cgil segnala anche un altro problema, non di poco conto: il Miur ha dato indicazioni di conferire le supplenze fino all’avente diritto, qualora fossero esaurite le graduatorie provinciali. Questo dal momento che le attuali graduatorie d’istituto sono in corso di aggiornamento. Però, questa disposizione contenuta nella nota di trasmissione del D.M., è contraddittoria con quanto lo stesso Ministero aveva precisato nella recente circolare sulle supplenze, nella parte in cui si sosteneva che, in caso di esaurimento delle graduatorie provinciali i dirigenti avrebbero dovuto stipulare i “contratti di lavoro a tempo determinato di durata fino al termine dell’attività didattica”.

“Si tratta – conclude il sindacato – di una violazione dell’art. 44 del CCNL, poiché le assunzioni a tempo determinano debbono indicare la data di cessazione del rapporto di lavoro. Per queste ragioni siamo intervenuti presso il Ministero per chiedere il ritiro della nota”.

Senza abiurare il trasferimento non c’è ruolo?

da La Tecnica della Scuola

Senza abiurare il trasferimento non c’è ruolo?

Per i 150mila precari, che dovrebbero essere assunti in ruolo, si ventila la possibilità della stipula di un contratto con cui si fa obbligo a un vincolo di permanenza che potrebbe essere inasprito rispetto all’attuale

Secondo Italia Oggi sarà richiesto ai 150 mila precari, cui è stato promessa l’immissione in ruolo, non solo una più ampia duttilità nello sfruttamento delle classi di concorso, in modo da poterli utilizzare per l’insegnamento di materie affini rispetto a quella di abilitazione, ma anche di essere assunti là dove c’è più necessità.

Ciò richiederà un più alto tasso di mobilità e in particolare dal Sud verso il Nord per compilare la nuova graduatoria nazionale.

La modifica, su cui si sta lavorando al Miur, richiederà un intervento di legge che dovrà appunto disciplinare la materia della mobilità in sede di prima chiamata.

E se si starebbero già cercando le soluzioni, i tecnici del ministero starebbero pure analizzando  la composizione non solo delle Gae, ma anche delle graduatorie di istituto: sopravvivrà, dice Italia Oggi, la seconda fascia, da cui i docenti saranno chiamati per le supplenze che non potranno essere soddisfatte con il nuovo organico funzionale che nascerà proprio grazie agli esuberi che si avranno con i 150 mila.

Per questi insegnanti si aprirà la strada del concorso che sarà bandito nella primavera del 2015 e si calcolano buone possibilità di assunzione: potrebbero non superare le 200 mila unità per 40 mila posti.

I ragionamenti a viale Trastevere si fanno concitati in questi giorni in cui si danno le prime indicazioni per impostare il lavoro.

Anno di prova con funzionari ministeriali?

da La Tecnica della Scuola

Anno di prova con funzionari ministeriali?

Assunzioni nella scuola. Non bisogna parlare solo di numeri degli immessi, ma anche di competenze dei nuovi docenti.

E’ questa la posizione del Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, che critica apertamente il progetto di assumere insegnanti senza prima sottoporre la loro preparazione a un vaglio diretto. Delle 150mila ssunzioni previste, infatti, circa 25.000 sono vincitori o dichiarati idonei nel concorso del 2012, mentre tutti gli altri sono colleghi che hanno lavorato, anche per molti anni, come supplenti.
L’assunzione in massa come si coniuga con il principio del merito, che si sbandiera come caposaldo della grande riforma? Il Gruppo di Firenze precisa: “Qualcosa si può e si deve fare almeno per evitare che eventuali docenti inadeguati si aggiungano a quelli che già si trovano negli organici (per lo più indisturbati).”
Qual è allora l’unico strumento per valutare le capacità di insegnamento dei nuovi docenti? “Lo strumento ci sarebbe, ed è l’anno di prova a cui i nuovi assunti si devono sottoporre e che si conclude con una relazione e un colloquio del candidato di fronte a una commissione di valutazione formata dal dirigente e da due colleghi eletti dal Collegio docenti”
Ma questo istituto si risolve in effetti in un buco nell’acqua: “Nella grande maggioranza dei casi, però, conformemente all’italica allergia al rigore e alla responsabilità, la cosa viene trattata come una pura formalità, con la consueta collusione, per omissione di controlli, dell’apparato ministeriale. Nei rari casi in cui l’anno di prova non viene superato, lo si fa ripetere l’anno successivo in un’altra scuola e alla fine anche i peggiori ce la fanno. Di conseguenza, tra tanti sbandierati diritti, gli studenti italiani non hanno mai avuto la certezza di incontrare maestri e professori all’altezza del loro compito”.
La proposta allora del Gruppo di Firenze è chiara: “Si può allora chiedere al Ministro Giannini e al Presidente del Consiglio di rottamare anche questa consuetudine e di rendere veramente rigorosa la prova, possibilmente integrando le commissioni con un funzionario degli uffici scolastici provinciali o regionali?”
La Commissione che valuta il docente neoassunto dovrebbe essere dunque più severa e rigorosa.Il problema però resta sempre quello: come si valuta un bravo insegnante? Chi è un bravo insegnante? Bella domanda, da anni senza risposta, manco se fosse un’indagine sull’esistenza di Dio…

Dal Cdm via libera a 34mila assunzioni nella scuola

da tuttoscuola.com

Dal Cdm via libera a 34mila assunzioni nella scuola

Su proposta della ministra per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, e del ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, il Consiglio dei ministri ha autorizzato la ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ad assumere a tempo indeterminato, su posti effettivamente vacanti e disponibili, 15.439 unità di personale docente ed educativo e 4.599 di personale ausiliario, tecnico ed amministrativo (Ata). Lo comunica palazzo Chigi.

Il contingente – si legge nella nota – comprende le unità di personale interessato alla procedura di statalizzazione dell’Istituto tecnico Aldini Valeriani Siriani di Bologna e del liceo linguistico A. Lincoln di Enna; analoga autorizzazione è stata data per l’assunzione di 13.342 unità di personale docente da destinare al sostegno di alunni con disabilità e di 620 dirigenti scolastici.

Le assunzioni erano state già da tempo annunciate e la presente autorizzazione costituisce l’adempimento formale necessario alle immissioni in ruolo.

Giannini, Centemero: prove generali per la maturità 2015

da tuttoscuola.com

Giannini, Centemero: prove generali per la maturità 2015

Nell’intervista rilasciata a “Sole24 ore” la ministra Giannini ha, tra l’altro, annunciato alcune novità per il prossimo esame di maturità, oggetto di elaborazione da parte di un gruppo di esperti.

Nella prova scritta d’italiano potrebbero sparire le tracce di storia e letteratura “sempre meno adeguate alle scelte dello studente“.

Nella prima prova sarebbe confermato, invece, il saggio breve, che la Giannini ritiene molto utile.

Spazio per le esperienze di alternanza scuola-lavoro e per il mondo produttivo e delle istituzioni culturali che potrebbero caratterizzare le tesine dei diplomandi.

Elena Centemero, responsabile scuola di Forza Italia, è prontamente intervenuta sull’ipotizzata riforma dell’esame di Stato, proponendo a sua volta modifiche e integrazioni.

La parlamentare forzista propone la prova d’inglese (o di altra lingua straniera oggetto di studio) che andrebbe a sostituire l’attuale trza prova del quizzone.

Per il liceo classico la Centemero propone di sostituire la seconda prova scritta (attualmente latino o greco), mediante la valorizzazione – d’accordo con la Giannini – dell’esperienza acquisita durante l’alternanza scuola-lavoro (alternanza da introdurre anche nei licei).

Sembra esserci, dunque, una certa convergenza di idee tra maggioranza e opposizione per mettere mano all’esame di Stato negli istituti superiori dove con quest’anno scolastico è completamente a regime la riforma Gelmini.

Sulle ipotizzate proposte di modifica va detto che, mentre quelle della ministra Giannini sono fattibili mediante un semplice decreto, quelle avanzate dalla Centemero, soprattutto per la prova d’inglese, richiederebbero una modifica del Regolamento degli esami (DPR 323/98) con procedure più complesse e lunghe.

Cisl, Gilda e Uil sull’OCSE: gli scatti vanno difesi…

da tuttoscuola.com

Cisl, Gilda e Uil sull’OCSE: gli scatti vanno difesi…

Sui dati dell’annuale rapporto OCSE Education at a Glance prendono posizione i sindacati. Il segretario della Cisl Scuola, Francesco Scrima, fa notare “a chi guarda le cose dall’esterno che si segnala una tendenza al miglioramento nel livello di preparazione dei nostri studenti, nonostante siano nel frattempo peggiorate le condizioni in cui lavorano gli insegnanti, visto che aumenta il numero di alunni da seguire mentre stagnano le retribuzioni”.

Il sindacalista osserva che se la spesa per retribuzioni, come dice il rapporto OCSE, cala in termini complessivi (evidentemente a causa del taglio degli organici), “un po’ di rimedio è dato dagli scatti di anzianità”, che sono oggi “l’unico fattore che permette agli stipendi del comparto scuola di raggiungere un livello di minima decenza”, come conferma anche l’Ocse: “ci riflettano quanti ne teorizzano con troppa disinvoltura la cancellazione”, conclude il sindacalista, con trasparente riferimento alla posizione assunta in merito dal ministro Giannini.

Anche Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, insiste sul dato relativo al calo della spesa per le retribuzioni, e manda a sua volta un segnale al governo: “Il governo Renzi, invece di invertire questa tendenza che si sta pericolosamente consolidando anno dopo anno, fa giochi di prestigio abbassando ulteriormente le retribuzioni dei docenti italiani ai quali toglie gli scatti di anzianità per destinare risorse a un merito da assegnare senza alcun sistema scientifico in grado davvero di individuare le eccellenze”.

Sulla progressiva riduzione della retribuzione degli insegnanti, osserva  sua volta il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna, “le decisioni del governo di non prevedere nessun incremento  retributivo fino al 2018, né per il rinnovo del contratto, né per gli aumenti di anzianità, né per gli aumenti di merito, porterà inevitabilmente ad abbassare ulteriormente questa voce”.

Dunque, continua Di Menna, “se non si inseriscono investimenti già nella legge di Stabilità e si confermano le previsioni del Def (con un livello invariato di spesa per l’istruzione in rapporto al totale della spesa pubblica) il penultimo posto in Europa, dopo di noi solo la Romania,  è assicurato per i prossimi anni. Salvo diventare l’ultimo”.

Per favorire occupazione e lavoro “occorre una vera scossa”, conclude il segretario della Uil Scuola, “lavorando a  investimenti straordinari e a un drastico intervento di riduzione di quella parte di spesa pubblica davvero eccessiva e non compatibile con le esigenze del paese ancora finalizzata a sprechi, privilegi, incrostazioni burocratiche”.