I Collegi del Mondo Unito

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Direzione Generale per lo studente,
l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione

I Collegi del Mondo Unito.
Aperte le iscrizioni per la partecipazione alle selezioni.

Pubblicato sul sito del United World College of the Adriatic il bando per la selezione nazionale di 11 studenti da ammettere alla frequenza gratuita dell’ultimo biennio della scuola secondaria di secondo grado per gli aa.ss. 2015 -2016 e 2016-2017 presso alcuni dei 15 Collegi del Mondo Unito.
Possono partecipare alla selezione studenti che frequentano per la prima volta il terzo anno di un istituto secondario di secondo grado e che siano, di regola, di età compresa tra i 16 anni e i 17 anni e 6 mesi.
La domanda di partecipazione, insieme alla documentazione richiesta, deve essere inviata entro lunedì 29 dicembre 2014.

Insegnanti non vogliamo maestri

INSEGNANTI NON VOGLIAMO MAESTRI ACCOGLIAMO NELLA BUONASCUOLA di Umberto Tenuta

CANTO 313 Insegnare non significa stampare le conoscenze e le virtù nelle menti degli studenti.

Ma offrire SEGNI.

OGGETTI CONCRETI

OGGETTI VIRTUALI

OGGETTI ICONICI

OGGETTI SIMBOLI

Segni che faranno ripercorrere agli studenti il lungo cammino della umanizzazione del’ominide sceso dall’albero.

 

L’uomo non è stato modellato.

Ma si è creato il proprio modello nel corso dei Millenni.

Se lo ricrea ad ogni vagito di bimbo.

Ogni bimbo che esce dal grembo materno entra nel grembo culturale, se ne nutre e si fa uomo.

Ogni figlio di donna si fa uomo, nutrendosi.

Nessuno lo può forgiare, modellare, formare, istruire, insegnare.

Finiamolo una buona volta con queste assurde pretese!

Lo vogliamo formare, dare la forma che abbiamo in testa al pugno di argilla del vasaio.

Vogliamo travasare le nozioni dal nostro cervello al suo.

Signori miei!

Provate a modellare il seme del fagiolo!

Non ne caverete un solo fagiolo di Controne.

Fosse stato possibile, la mia amica contadina non avrebbe sprecato il suo tempo a zappare la terra, a spargere i semi, a ricoprirli di terra…

Li avrebbe costruiti in casa, con la macchinetta con la quale oggi li sigilla nella busta di plastica trasparente che compro a caro prezzo fidando nella sua onestà.

Signori miei!

Un uomo si costruisce da solo.

Si nutre da solo attraverso il cordone ombelicale.

Succhia il latte dai capezzoli materni.

Succhia, ingoia, assimila.

Il latte materno diventa sangue del suo sangue.

I fagioli di Controne diventano carne della sua carne.

La parola MAMMA diventa la sua parola.

La fiamma che gli scotta il ditino diventa il suo FUOCO.

TANTE QUANTO LE DITA DELLA SUA MANO diventa il suo CINQUE.

Le TRE caramelle della mamma e le DUE caramelle del papà diventano le CINQUE caramelle nella sua mano.

E così impara a contare.

E così impara ad addizionare.

E impara che ADDIZIONARE significa SOTTRARRE, MOLTIPLICARE, DIVIDERE.

E così impara, diventa abile, si fa intelligente, si fa uomo.

EGLI SI FA.

Mica voi, INSEGNANTI e DOCENTI, costruite un UOMO.

Nella BUONASCUOLA gli studenti vogliono MAESTRI che col loro esempio innamorino a farsi grandi.

Maestri che si sporchino le mani con i fagioli di Controne, fagioli bianchi da mangiare con le tagliatelle, per scoprirne lo squisito sapore.

Certo, i tempi dei papiri soni finiti!

E con essi, i tempi della pergamena.

Della carta amalfitana.

Della pesante antologia italiana.

Ora ci sono i Tablet.

Nelle tasche degli studenti.

Per registrare il murmure dei torrenti.

Le appassionate musiche di Giuseppe e di Errico.

I trenini di Francesco.

L’Ermo colle.

I colori dell’Autunno.

La Danza delle Ore.

La Musica dell’Universo.

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

 

Edilizia scolastica: ‘Decreto del Fare’, procede assegnazione fondi

Edilizia scolastica, Miur: ‘Decreto del Fare’, procede assegnazione fondi
Per gli Enti locali che devono completare documentazione e lavori
Ministero consentirà i pagamenti anche nel 2015

Edilizia scolastica, vanno avanti le procedure di assegnazione dei fondi della prima tranche di stanziamenti (150 milioni) del cosiddetto ‘Decreto del fare’. Gli Uffici del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca sono infatti impegnati nel monitoraggio dei lavori e hanno proceduto all’impegno dei fondi per 452 interventi su un totale di 662 e al progressivo pagamento degli stessi sulla base di 3 elenchi (il primo di 200 interventi, il secondo di 102, il terzo di 150).

In particolare, per i primi due elenchi (302 interventi) è avvenuta la registrazione dell’impegno e si è proceduto a predisporre i relativi ordini di pagamento per un importo totale di 44,6 milioni di euro. Per quanto riguarda il terzo elenco è in corso la predisposizione del decreto di impegno dei fondi per ulteriori 45 milioni di euro. Per tutti questi interventi il trasferimento delle risorse agli Enti Locali avverrà in tempo utile per consentire i pagamenti nel rispetto dei termini previsti dal Decreto del Fare. Per gli altri 210 interventi residui, per i quali la documentazione fornita al MIUR è risultata incompleta o per i quali gli enti proprietari hanno dichiarato che i lavori non termineranno entro il termine di legge del 31.12.2014, il Ministero si è attivato per consentire i relativi pagamenti anche nel 2015.

STABILIZZAZIONE PRECARI

CAMERA CONFEDERALE DEL LAVORO

SEGRETERIA PROVINCIALE

Segreteria Provinciale Benevento

STABILIZZAZIONE PRECARI

SCUOLA – UNIVERSITÀ – CONSERVATORIO

 

Superamento del precariato?

 

Il punto della situazione e prospettive

su

  • Sentenza Corte Giustizia Europea del 26 novembre 2014
  • Legge di stabilità in approvazione in Parlamento.

 

Intervengono:

Pasquale Biondi avvocato Ufficio vertenze CGIL Benevento

Rosita Galdiero segretaria generale CGIL Benevento

 

Venerdì 5 dicembre ore 17.30

Aula Magna

Istituto Professionale Alberghiero “Le Streghe”

Via Santa Colomba, Benevento

PROGETTI REALIZZATI NEL 2014 E PROPOSTE PER IL 2015

VENERDI’ 5 DICEMBRE 2014 – ore 18:00 – ASSEMBLEA A.GE. VITORCHIANO

Hotel Piccola Opera – Vitorchiano

“PROGETTI REALIZZATI NEL 2014 E PROPOSTE PER IL 2015”

 

“L’importante è lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato” (R. Baden Powell).

 

Visto l’approssimarsi dell’arrivo del nuovo anno, A.Ge. Vitorchiano organizza Venerdì 5 Dicembre dalle ore 18:00, presso l’Hotel Piccola Opera di Vitorchiano, l’Assemblea aperta agli associati e a chiunque abbia il desiderio di ricevere informazioni su chi siamo, quali obiettivi abbiamo raggiunto, quali progetti abbiamo realizzato e per lanciare idee, proposte e suggerimenti per i progetti che vogliamo tutti insieme realizzare nel 2015!!!

Al termine, verso le ore 20:00, A.Ge. Vitorchiano concluderà il pomeriggio con una cena (antipasto, pizza, patatine, dolci natalizi, bevande, spumante e caffè) per scambiarci gli Auguri più cari di Buone Feste e Buon Anno Nuovo!

 

A Vitorchiano Domenica 7 Dicembre presso il piazzale della Chiesa della Madonna di San Nicola, dalle ore 9,30, e Lunedì 8 Dicembre presso Piazza SS. Trinità, di fronte alla Chiesa di Sant’Amanzio, sempre dalle ore 9,30, A.Ge. Vitorchiano predispone una Raccolta Fondi per sostenere il progetto “Io Amo La Mia Scuola” con oggetti natalizi artigianali fatti e decorati a mano grazie all’impegno volontario e gratuito dei genitori associati!

Pon Istruzione, caccia al personale per gestire i fondi strutturali europei

da Il Sole 24 Ore

Pon Istruzione, caccia al personale per gestire i fondi strutturali europei

di Elisa Giannetto

Il Miur cerca rinforzi per gestire i fondi strutturali europei destinati al settore istruzione e apre alla ricerca di personale qualificato al suo interno.
L’esperienza dello scorso settennato, 2007-2013, ha visto Viale Trastevere in affanno e fondi rimasti inutilizzati. Chi era deputato a garantire l’attuazione dei Pon «competenze per lo sviluppo» (Fes) e «ambienti per l’apprendimento» (Fesr), ha dovuto anche fungere da intermediario delle regioni obiettivo Convergenza ( Calabria, Campania, Puglia, Sicilia), per consentire un passo più veloce alla spesa dei rispettivi piani operativi regionali.

Il Pon al decollo
Il nuovo Pon “per la scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento”, che durerà fino al 2020, moltiplica gli impegni. Il nuovo programma, infatti, abbraccia le scuole di tutte le regioni di Italia, inclusa la scuola dell’infanzia, per un totale complessivo di oltre 9 mila istituti, tre milioni di studenti, 250 mila tra docenti e personale della scuola. Si tratta inoltre di gestire un fondo maggiorato del 40% rispetto alla precedente e per questo sono previste nuove procedure di contabilità.

Impegno febbrile e gestione complessa
Saranno anni di intensa attività, soprattutto fino al 31 marzo 2017 (data della rendicontazione finale) per l’accavallamento di compiti tra chiusura della vecchia programmazione e avvio della nuova. Inoltre le istituzioni scolastiche e gli uffici scolastici regionali dei territori sui quali per la prima volta si amplierà l’azione del Pon avranno bisogno di un supporto mirato per favorire l’adeguata comprensione dei processi di gestione adottati dall’Autorità di gestione per l’attuazione dei progetti.
Tutto questo carico di impegni tiene vigile la commissione europea che si occuperà di valutare l’adeguatezza delle dotazioni di personale e delle competenze dell’Autorità di gestione dei fondi europei.

Scuole più sicure, diritto allo studio, Ict: ecco le richieste di fondi per il piano Juncker

da Il Sole 24 Ore

Scuole più sicure, diritto allo studio, Ict: ecco le richieste di fondi per il piano Juncker

di Alessia Tripodi

I progetti presentati dai Paesi Ue per partecipare al programma da 315 miliardi lanciato dal Presidente della Commissione: le anticipazioni di «Science Business».

Istituti scolastici più efficienti dal punto di vista energetico, più computer nelle aule, ampliamento delle strutture per ricerca e sviluppo, potenziamento dei prestiti per gli studenti. Sono questi i settori sui quali gli Stati membri vogliono concentrare gran parte dei 315 miliardi di euro del piano Juncker secondo il portale ScienceBusiness , che ieri ha anticipato le proposte di finanziamento con le quali i Paesi Ue hanno risposto al bando aperto dal presidente della Commissione Ue in occasione del lancio del programma di finanziamento 2015-2017 (clicca qui ).
L’Italia punta sugli edifici scolastici
Secondo fonti di Bruxelles, spiega ScienceBusiness, la proposta più consistente è arrivata dalla Francia, che ha chiesto 24 miliardi di euro per i pc nelle scuole, mentre dall’Italia è arrivata la richiesta di 8,8 miliardi per gli edifici scolastici e dalla Spagna quella di 1,5 miliardi da destinare ai prestiti per gli studenti universitari.
L’iter di presentazione dei progetti candidati è in corso e per far partire i finanziamenti bisognerà attendere le valutazioni di Bruxelles e gli accordi con la Bei per l’erogazione dei finanziamenti. La Commissione assicura che tutte le richieste ritenute valide saranno presto rese pubbliche su un sito Web ad hoc.

Le proposte
Suddivise per settore, ecco alcune delle richieste di finanziamento e cofinanziamento presentate dai Paesi Ue
Collaborazioni pubblico privato
– Finlandia: 7 milioni di euro per EduCloud, servizio Web per la condivisione di materiali didattico in tutte le scuole del Paese
– Croazia: 72 milioni per l’università della Scienza e il Parco tecnologico di Fiume
– Ungheria: 170 milioni per una rete di collaborazione tra istituti di ricerca, Pmi e istituti di istruzione superiore (programma che usufruisce anche dei fondi strutturali 2014-2020)
Ict e formazione:
– Francia: 24 miliardi per l’acquisto di pc nell’arco di sei anni
– Italia: 8,8 miliardi per il programma di messa in sicurezza degli edifici scolastici e di formazione Ict per i docenti previsto da La Buona Scuola
Irlanda: 200 milioni per la didattica multimediale
Modernizzazione delle strutture universitarie
Germania: 1,8 miliardi per interventi sugli atenei di diverse città
Francia: 900 milioni di euro per il programma di remote e-learning “European E-Campus”
Regno Unito: 1 miliardo per l’aggiornamento di strumenti per l’insegnamento di scienza e tecnologia, matematica e ingegneria
Grecia: 200 milioni per l’efficientamento energetico degli istituti scolastici
Riqualificazione infrastrutture per l’infanzia
Polonia: 209 milioni per costruire nuove strutture e ristrutturare quelle esistenti
Belgio: 246 milioni per ampliare l’accesso all’educazione primaria attraverso la creazione nuovi centri
Diritto allo studio
Spagna: 1,5 miliardi per borse di studio universitarie per i meno abbienti

La Buona scuola va riscritta

da ItaliaOggi

La Buona scuola va riscritta

Dopo la sentenza della Corte di giustizia, governo costretto a disciplinare anche gli indennizzi. Assumere solo i precari delle Gae non basta alla Ue

Alessandra Ricciardi

In Europa non c’è differenza tra organico di diritto e organico di fatto. Ma il riferimento nel dispositivo della sentenza della Corte di giustizia europea alla necessità di coprire con contratti a tempo indeterminato e non più con supplenze i posti «vacanti e disponibili» di docenti e Ata è un riferimento molto chiaro che se da un alto non consentirà a tutti i precari di essere stabilizzati, dall’altro costringe il governo a riscrivere il piano di assunzioni della Buona scuola.

L’intervento si rende necessario per estendere le assunzioni ai precari che hanno avuto contratti reiterati per tre anni anche se non iscritti nelle Gae, le graduatorie ad esaurimento, a cui oggi fa riferimento la stabilizzazione varata dal governo.

E poi per inserire nel piano anche gli Ata, il personale ausiliario tecnico e amministrativo che non figura nella stabilizzazione dei 150 mila precari previsti dal governo con la Buona Scuola.

Ai vertici del ministero dell’istruzione, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il dossier sulle modifiche legislative è aperto e riguarda anche gli indennizzi. Già, perché la Corte ha detto chiaramente che i posti stabilmente carenti di titolare vanno coperti con le assunzioni, che queste vanno fatte assicurando la regolarità dei concorsi e infine che il sistema deve dotarsi di un apparato sanzionatorio nei confronti di chi, in questo caso lo stesso stato-datore di lavoro, non rispetta le regole e abusa del ricorso al contratto a tempo determinato. Ora è facile prevedere, come del resto hanno già annunciato tutti i sindacati e le varie associazioni di categoria, che ci saranno ricorsi di massa, da parte di tutti coloro che hanno avuto un contratto di supplenza. Se sono assolutamente garantiti i contratti fino al 31 agosto di ogni anno sui posti vacanti e disponbili, stimati in 18 mila, ci sono quelli fino al termine delle lezioni- e si arriva a quota 100mila- che spingeranno ma anche la platea di quanti hanno lavorato continuativamente fino al taglio dei 90 mila posti operato con la riforma Gelmini-Tremonti e poi non più. Tutti proveranno a rientrare nella partita. I prossimi contratti a tempo, stando alla sentenza Ue, non potranno più essere disposti per aggirare il divieto di turn over, ma dovranno essere motivati da esigenze straordinarie: un titolare da sostituire perché malato, per esempio, oppure un progetto provvisorio a cui non può essere data continuità con i dipendenti in servizio.

Ricorsi sono attesi anche dall’università e dalla ricerca, che insieme alla scuola finora hanno goduto della deroga nei contratti a tempo determinato rispetto ai vincoli dei tre anni validi per gli altri comparti del pubblico impiego. Ora, se il governo vuole evitare centinaia di migliaia di ricorsi con sentenze di tipo diverso tra di loro, soprattutto sul fronte del risarcimento, deve intervenire per via legislativa. E il decreto legge sulle immissioni in ruolo atteso per il prossimo gennaio potrebbe essere già tardivo.

Contro il blocco dei contratti dopo lo sciopero arrivano i ricorsi

da ItaliaOggi

Contro il blocco dei contratti dopo lo sciopero arrivano i ricorsi

Promossi da tutte le sigle per arrivare alla consulta

Carlo Forte

Sindacati uniti sulle rivendicazioni, ma divisi sulle date degli scioperi. La Cisl, insieme allo Snasl e anche alla Gilda-Unams, hanno scioperato ieri 1° dicembre. La Cgil insieme alla Uil ela Gilda-Unams, che ha aderito a entrambe le proteste, sciopereranno invece il 12 dicembre. Districarsi tra i comparti e la natura dei vari scioperi non è facile: Cgil e Uil protestano con lo sciopero generale; la Cisl indice lo sciopero solo per il pubblico impiego, lo Snals solo per la scuola.

La Gilda-Unams, essendo una federazione del comparto scuola, aderisce ad entrambi ma solo per la scuola. Tante e diverse le rivendicazioni, ma quella su cui sono tutti d’accordo è la protesta per l’ennesimo blocco del rinnovo dei contratti che, languono ormai dal 2009. E ciò ha determinato una perdita del potere d’acquisto dei salari del pubblico impiego nell’ordine del 10% circa (dati Istat).

Un po’ come dire che se nel 2009 un lavoratore guadagnava 1000 euro al mese, adesso è come se ne guadagnasse 900. Ma le rivendicazioni non si fermano alle proteste di piazza. Nel mese di ottobre la Gilda-Unams, dopo avere aderito ad un ricorso pendente davanti al Tribunale di Roma, in cui è stata sollevata questione di legittimità costituzionale sul blocco dei contratti, ha organizzato anche dei ricorsi collettivi in tal senso. E adesso anche Cgil e e Cisl hanno promosso analoghe iniziative con il deposito di un ricorso avvenuto il 28 novembre scorso, sempre presso il Tribunale i Roma, per chiedere lo sblocco dei contratti. Anche in questo caso, le due maggiori confederazioni sindacali hanno chiesto al giudice di sollevare questione di legittimità costituzionale sulle norme che prevedono il blocco.

I ricorsi, se accolti, potrebbero determinare un vero e proprio terremoto per le casse dello stato. Che potrebbe vedersi condannare ad aprire la contrattazione per adeguare le retribuzioni al costo della vita. Del resto, il mancato rinnovo, se da una parte si giustifica con le ristrettezze dovute al perdurare della crisi economica, dall’altra sembrerebbe andare in rotta di collisione con il principio costituzionale della retribuzione sufficiente. Principio secondo il quale, la retribuzione del lavoratore deve essere proporzionata alla quantità e alla qualità della prestazione. E in ogni caso deve essere sufficiente ad assicurare al lavoratore e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La Suprema corte è costante nel ritenere che tale principio risulta soddisfatto se alla prestazione vengono applicati i contratti collettivi. Sempre che i contratti vengono rinnovati regolarmente adeguando gli importi delle retribuzioni al costo della vita.

Rsu, anche i precari eleggibili

da ItaliaOggi

Rsu, anche i precari eleggibili

Devono avere però il contratto almeno fino al 30 giugno

Carlo Forte

Alle prossime elezioni delle Rsu potranno candidarsi anche i precari. Purché risultino titolari di un contratto a tempo determinato almeno fino al termine delle attività didattiche. Lo hanno stabilito i rappresentanti dell’Aran (agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) e dei sindacati che, a questo proposito, il 28 novembre scorso, hanno sottoscritto un’ipotesi di modifica del contratto quadro del 1998.

Novità anche per la decadenza dei rappresentanti sindacali.

La bozza di testo negoziale prevede anche una rivisitazione della disciplina, che adesso sarà meno rigida. Resta fermo il limite dei 3 anni di validità della Rsu e la preclusione assoluta della loro prorogabilità. Ma la decadenza per mancanza del numero legale avverrà solo ed esclusivamente ser rimarrà in carica meno il 50% dei membri che la compongono. In caso di dimissioni di un componente, la lettera di dimissioni dovrà essere formalizzata alla Rsu, che ne darà notizia tramite affissione all’albo sindacale e ne darà comunicazione all’amministrazione. La comunicazione recherà anche il nome del subentrante, che sarà individuato nel primo dei non eletti della stessa lista dove era collocato il componente dimissionario.

L’accordo non spiega come comportarsi se il componente della Rsu cambia casacca, dando la disdetta al sindacato di precedente appartenenza e nel contempo iscrivendosi ad un altro. Nel caso in cui, dopo le dimissioni, siano decorsi 45 giorni e la Rsu non abbia provveduto a tali adempimenti, ci penserà l’amministrazione. Non di meno, la vera innovazione introdotta dal nuovo accordo riguarda l’accesso all’elettorato passivo da parte dei precari. La novità riguarda i supplenti con contratto almeno fino al 30 giugno che, oltre a poter votare, potranno anche candidarsi. Viene rimossa, così, una stortura del precedente sistema elettorale, che precludeva ai precari l’accesso alle candidature.

Anche in questo caso si tratta di adeguarsi alla norme Ue, che vietano trattamenti discriminatori tra lavoratori che fanno lo stesso mestiere. A nulla rilevando la durata del contratto di lavoro. L’accesso dei precari all’elettorato passivo apre nuovi scenari, perché così facendo le organizzazioni sindacali potranno individuare i candidati con maggiore facilità, potendo giovarsi anche delle nuove leve, prima relegate al ruolo di meri elettori.

La data delle consultazioni è in calendario per i giorni 3, 4 e 5 marzo 2015. Le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie serviranno, oltre che per eleggere i rappresentanti sindacali scuola per scuola, anche e soprattutto per valutare il peso dei sindacati. La rappresentatività sindacale, infatti, si calcola facendo la media tra il numero degli iscritti (le deleghe in busta paga) e il numero dei voti alle Rsu. Il 50% della rappresentatività viene calcolata facendo riferimento agli iscritti e il restante 50% sulla base dei voti.

Per ottenere la rappresentatività, requisito essenziale per avere accesso ai tavoli della contrattazione collettiva, è necessario che l’organizzazione sindacale raggiunga almeno il 5% del tasso di rappresentatività complessivo. Questo per le organizzazioni di comparto. Per accedere ai tavoli negoziali riguardanti i contratti quadro, invece, è necessario appartenere a una confederazione, che viene considerata rappresentativa solo se comprendo almeno due sindacati rappresentativi nei singoli comparti di appartenenza. Ad oggi, nel comparto scuola, i sindacati rappresentativi sono Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda-Unams.

Valutazione, i dubbi delle scuole

da ItaliaOggi

Valutazione, i dubbi delle scuole

Non è chiaro in che misura peserà su fondi e carriera

Giorgio Candeloro

Stabilità, permanenza nell’istituto e titoli degli insegnanti, spesa per l’istruzione nella provincia, tasso di immigrazione sul territorio, esperienza del dirigente, esiti degli scrutini, indice di dispersione scolastica, risultati degli alunni in italiano e in matematica, confronto con altre scuole paragonabili sul piano socio-economico. Sono alcuni dei 49 indicatori in base ai quali, entro l’anno scolastico in corso le scuole statali e paritarie dovranno autovalutarsi, tramite un format elaborato dall’Invalsi, il cosiddetto Rav,presentato pochi giorni fa al Miur e basato sull’analisi dei contesti e delle risorse disponibili, sui risultati degli alunni e sull’efficacia ed efficienza dei processi educativi e organizzativi.

Gli indicatori però non chiariscono quanto l’autovalutazione peserà sui fondi che andranno alle scuole e sulla carriera dei docenti. Dubbi per un assetto punitivo del sistema che non sono stati dissipati dal ministero dell’istruzione in questi giorni.

Nelle intenzioni del Miur si tratta di uno strumento di lavoro uguale per tutte le scuole da utilizzare per riflettere sulla qualità della propria offerta e scattare una fotografia realistica da offrire all’utenza. Ma anche una tappa, annunciata e, a detta del ministro, indispensabile, di un preciso cronoprogramma, che entro il prossimo anno scolastico dovrà portare a regime il sistema nazionale di valutazione dell’istruzione. E in effetti, per quanto apparentemente in sordina, già da ottobre la «macchina» della valutazione si è messa in moto; la predisposizione dello strumento di autovalutazione a cura dell’invalsi è stato il primo atto del percorso. Nel frattempo le scuole hanno dovuto dotarsi dei referenti di istituto per l’autovalutazione, che entro breve saranno formati insieme ai dirigenti.

Tra gennaio e giugno, sulla base degli indicatori forniti in questi giorni e dell’apertura di una piattaforma operativa, le scuole inizieranno a predisporre il rapporto di autovalutazione, che dovrà essere pubblicato obbligatoriamente on line sul sito di istituto e sul portale «Scuola in chiaro». A ottobre 2015, infine, il Miur pubblicherà il primo rapporto annuale sul Sistema scolastico nazionale; a seguire le scuole dovranno pianificare e attuare le azioni di miglioramento. Dal 2015-16, infine, comincerà, a campione, la valutazione esterna degli istituti da parte di nuclei di esperti e ispettori ministeriali. Improntati a dosi massicce di ottimismo sull’avvio del sistema di valutazione i commenti che provengono dal Miur: se il ministro Stefania Giannini si affretta a rassicurare i docenti che «la valutazione non è una classifica che serve a produrre graduatorie dalle quali risultino perdenti e vincitori, ma lo strumento fondamentale per capire i punti di debolezza e di forza e consentire alla scuola di svolgere la propria missione educativa», per il sottosegretario Davide Faraone» l’avvio del sistema nazionale di valutazione è fondamentale per la trasparenza nella scuola italiana». Dal canto suo Giovanni Biondi, presidente dell’Indire (Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa), coinvolto nella realizzazione del format, assicura alle scuole massimo sostegno nella redazione dei piani di miglioramento e nelle azioni successive.

Tra i docenti e il personale della scuola, però, restano dubbi e paure su un percorso che molti continuano a sentire come potenzialmente punitivo. E in effetti non è ancora del tutto chiaro quale peso avranno i processi di autovalutazione in corso e che uso verrà fatto dell’enorme mole di dati che verranno immessi nel format. Ci si continua a chiedere spesso, ad esempio, se le scuole con valutazione negativa subiranno tagli di risorse o se vi saranno conseguenze sui loro dirigenti e docenti. Inoltre tra gli indicatori proposti per la valutazione quello che lega strettamente scuola e territorio, sembra molto più adatto a giudicare l’efficienza dell’azione formativa degli istituti professionali e tecnici, per loro natura legati al tessuto sociale e produttivo, che non quella di altri indirizzi delle superiori e delle scuole primarie. Al netto di perplessità e paure, e anche di aspetti probabilmente da limare, però, sembra proprio che con la valutazione degli istituti si sia iniziato a fare sul serio. I prosssimi mesi diranno fino a che punto.

Pensione: 15 gennaio 2015 la data ultima per la domanda

da La Tecnica della Scuola

Pensione: 15 gennaio 2015 la data ultima per la domanda

Il Miur ha emanato il D.M. N. 886 del 1 Dicembre 2014 dove viene fissato il 15 gennaio 2015 come data ultima di presentazione della domanda di pensionamento per il personale della scuola

Nella stessa viene annunciata la successiva circolare con le istruzioni operative.

Sembra inoltre che l’INPS  stia  per emanare una circolare sulla cosiddetta “opzione donna” che prevede, in via sperimentale «fino al 31 dicembre 2015», la possibilità per le lavoratrici dipendenti con 35 anni di versamenti di ritirarsi a 57 anni (58 per le lavoratrici autonome) ma con l’importo della pensione calcolato interamente col sistema contributivo  anziché col retributivo (pensione pari al 70% dello stipendio con 35 anni di contributi). Di regola la donna che sceglie questa possibilità prende almeno il 15-20% in meno.

Disabili, perché alle superiori l’assistente non arriva? Così gli chiudete le ali…

da La Tecnica della Scuola

Disabili, perché alle superiori l’assistente non arriva? Così gli chiudete le ali…

È la metafora scelta da una mamma per rappresentare i problemi che rendono dura la vita a chi è segnato dall’handicap: grazie alla psicologa assistente all’autonomia e comunicazione, al corpo docente e al sostegno dell’assistente a casa, agli ausili didattici e informatici, il figlio ha conseguito la licenza media con 10 e lode. Ora, una cattiva organizzazione provinciale gli nega l’assistenza specialistica di personale qualificato alle superiori. L’esperienza verrà portata alla ‘Giornata internazionale delle persone con disabilità”, in programma il 3 dicembre a palazzo Chigi.

“Tanti ragazzi che prima della scuola d’istruzione secondaria di primo grado stavano alzando le proprie ali, ora, nel successivo grado d’istruzione che è in capo alle Province, a causa della confusione che c’è dopo la soppressione di questi enti, le ali le stanno chiudendo”: usa una metafora calzante la mamma di un ragazzo disabile, Marilena Dagnese, vice presidente dell’Associazione Superamento Handicap di Cerignola (Fg), per rappresentare i tagli e la burocrazia crescente che stanno rendendo dura la vita a chi già è segnato dall’handicap.

Il testo è contenuto in una lunga lettera che la donna consegnerà il 3 dicembre ai ministri che parteciperanno alla ‘Giornata internazionale delle persone con disabilità”, in programma nella mattinata a palazzo Chigi. All’evento ci sarà anche il figlio della signora Dagnese, Niccolò, un ragazzo disabile con difficoltà motorie, invitato in qualità di testimone per le buone prassi a scuola. La scuola secondaria di primo grado “Giuseppe Pavoncelli” di Cerignola (Foggia) a cui è iscritto il giovane, si è resa protagonista attiva nell’offrire una opportunità di crescita e formazione e nel non considerare mai Niccolò una persona diversa dagli altri.

“E ciò – racconta Marilena Dagnese – è stato reso possibile grazie alla straordinaria sinergia venutasi a creare tra la nostra famiglia, l’intero corpo docente, la psicologa-assistente all’autonomia e alla comunicazione, l’assistente specializzata a casa i compagni di classe e l’ente comunale di Cerignola”.

Per Niccolò si è reso necessario un percorso didattico cucito su misura per lui dalla sua psicologa assistente all’autonomia e comunicazione, dalla sua insegnante di sostegno e da tutto il corpo docente e dal sostegno dell’assistente a casa: così grazie al supporto di ausili didattici e informatici che gli hanno permesso di studiare come gli altri, senza diversità di trattamento nel sostenere le prove di verifica e le interrogazioni, ma principalmente grazie allo spirito e scambio Niccolò nel suo percorso scolastico, è riuscito a conseguire la licenza media inferiore con 10 e lode.

“Ma ora – scrive la signora – la mia famiglia e quella di tanti altri ragazzi con disabilità ci troviamo a subire le lungaggini burocratiche e conseguentemente i problemi che ne derivano a causa di una cattiva organizzazione provinciale” che non ha consentito finora l’assistenza specialistica di personale qualificato all’interno delle scuole superiori.

“Le ragioni di tale ritardo addotte ad esempio dalla stessa Provincia di Foggia, ma anche dalle altre Province, ricadono sulla difficoltà a reperire i fondi per tale assistenza, ledendo così – conclude la mamma di Niccolò – il diritto allo studio dei nostri ragazzi”.

Le prove Invalsi compiono 10 anni: conferenza a Roma

da La Tecnica della Scuola

Le prove Invalsi compiono 10 anni: conferenza a Roma

In occasione della ricorrenza, l’Istituto nazionale ha organizzato due giorni di “riflessione pubblica” sulla rilevazione degli apprendimenti nel sistema di istruzione e formazione” convocando i massimi esperti e responsabili del settore: presso l’Auditorium ‘Antonianum’ di Roma si daranno anche informazioni sui progressi realizzati sul fronte metodologico e della cultura della valutazione.

Sono passati già dieci anni dall’introduzione delle prime prove per la rilevazione degli apprendimenti nel sistema di istruzione e formazione: in occasione di questa ricorrenza, l’Invalsi ha organizzato a Roma, presso l’Auditorium ‘Antonianum’, la Conferenza “Il Decennale delle Prove INVALSI. Esiti, strumenti e riflessioni verso il Sistema Nazionale di Valutazione”.

L’evento è stato costruito per creare, riporta lo stesso Istituto nazionale di valutazione, “un momento di riflessione pubblica, in cui informare sul lavoro svolto e sui progressi realizzati, sia sul piano metodologico sia su quello della promozione della cultura della valutazione”.

I lavori avranno inizio alle ore 11.00 di giovedì 4 dicembre e termineranno alle ore 13.30 del giorno dopo, venerdì 5 dicembre.

Interverranno, tra gli altri: Davide Farone, sottosegretario all’Istruzione, Carmela Palumbo, direttore generale per gli ordinamenti scolastici del Miur, Andreas Schleicher, direttore per l’Education Ocse, Piero Cipollone, responsabile servizio pianificazione e controllo Banca d’Italia, Paolo Sestito, responsabile servizio struttura economica Banca d’Italia.

Secondo Anna Maria Ajello, Presidente Invalsi, “si tratta di un momento importante in cui offrire al dibattito idee e prospettive per la risoluzione delle criticità ancora aperte e per accompagnare in modo adeguato l’avvio del Sistema Nazionale di Valutazione. In dieci anni l’Istituto ha imparato molto dai percorsi di valutazione intrapresi e ha saputo trasformare queste lezioni in un sentiero di continuo miglioramento della valutazione stessa”.

“La Buona Scuola” ha bisogno di dirigenti motivati e rispettati”

da La Tecnica della Scuola

“La Buona Scuola” ha bisogno di dirigenti motivati e rispettati”

Cisl Scuola, Flc Cgil, Uil Scuola, Snals e Anp hanno indetto una “Manifestazione Nazionale” a Roma, davanti al MIUR, per giovedì 4 dicembre 2014 (dalle 10 alle 13).

Tutte le Organizzazioni Sindacali rappresentative dell’Area V, FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS CONFSAL e ANP CIDA, dopo le assemblee sindacali unitarie regionali e l’indizione dello stato di mobilitazione, hanno convocato per il giorno 4 dicembre 2014, dalle ore 10,00 alle ore 13,00, una manifestazione nazionale davanti al MIUR per protestare contro il taglio del Fondo Unico Nazionale per la retribuzione di posizione e risultato dei dirigenti scolastici e chiedere il rinnovo dei contratti di lavoro.

Alla riuscita della manifestazione le Organizzazioni sindacali attribuiscono una grande importanza per dare visibilità e forza alla protesta e alle richieste dei dirigenti scolastici.

La Manifestazione Nazionale si inquadra nel pacchetto di iniziative di contrasto preannunciate lo scorso 20 ottobre in via di svolgimento attraverso:

  • l’intensificazione dei rapporti con le rappresentanze politiche e parlamentari per denunciare la perdurante latitanza da parte del Governo alla legittima aspettativa dei dirigenti scolastici di non vedere decurtato il trattamento economico in godimento, che avrebbe dovuto invece essere significativamente incrementato a fronte della crescita dei carichi di lavoro e delle connesse responsabilità;
  • l’Atto di diffida al MIUR, a cura degli Studi Legali delle cinque organizzazioni, per la mancata informativa sulla determinazione del FUN per l’a.s. 2014/15 e successiva distribuzione regionale;
  • il ricorso giurisdizionale al TAR del Lazio di impugnativa dell’Atto amministrativo di rideterminazione del FUN;
  • l’attivazione di rapporti con le Agenzie di Stampa nazionali e locali.