Sciopero nazionale pubblico impiego 12 dicembre 2014

Sciopero nazionale del personale del pubblico impiego per l’intera giornata del 12 dicembre 2014: proclamazione

Quinta edizione Olimpiadi di italiano

Olimpiadi di italiano, ai nastri di partenza la quinta edizione

Ai nastri di partenza le Olimpiadi di Italiano. È stato pubblicato sul sito delle Olimpiadi di Italiano www.olimpiadi-italiano.it il nuovo regolamento della manifestazione. L’iniziativa, alla sua quinta edizione, è promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per incentivare e approfondire lo studio della lingua italiana in tutte le scuole secondarie, comprese quelle italiane all’estero.

Tra le novità di questa nuova edizione, la possibilità per ogni istituto di iscrivere fino a 25 studenti in ciascuna delle due sezioni di gara, junior e senior. Inoltre le semifinali della competizione, in programma il 12 marzo 2015 in ogni regione, selezioneranno quest’anno per la finale di Firenze anche gli studenti più bravi distinti per indirizzo di studio (licei, istituti professionali, istituti tecnici).

Per effetto del nuovo regolamento, il termine per le iscrizioni delle scuole è protratto al 31 gennaio 2015. Entro la stessa data andranno iscritti, a cura delle scuole, anche gli studenti che parteciperanno il 12 febbraio alla fase d’istituto della competizione.

Le Olimpiadi di Italiano rientrano nel programma nazionale di valorizzazione delle eccellenze del Miur e si svolgono con il Patrocinio e il supporto organizzativo del Comune di Firenze, in collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e gli Uffici Scolastici Regionali, con la collaborazione scientifica dell’Accademia della Crusca e dell’Associazione per la storia della lingua italiana (ASLI), con la partecipazione di Rai Radio3 e di Rai Educational.

Anche quest’anno le gare d’istituto e le semifinali si svolgeranno con modalità online e in contemporanea in tutte le scuole partecipanti. Particolari adattamenti del calendario delle gare sono previsti per le scuole italiane all’estero a seconda della collocazione geografica e dei rispettivi fusi orari.

La gara della finale nazionale si svolgerà a Firenze venerdì 10 aprile 2015, nella sede di Palazzo Vecchio, all’interno delle “Giornate della lingua italiana”, che il Ministero dell’Istruzione organizza per celebrare gli anniversari della lingua e della letteratura italiana e per approfondire temi culturali di attualità.

Nella precedente edizione sono stati oltre 15mila gli studenti impegnati nelle competizioni e più di 600 le scuole coinvolte, di cui 32 all’estero. Ben 66 gli alunni arrivati alla finalissima, oltre 100.000 le visite nel portale dedicato e 180.000 gli utenti che hanno scaricato l’app per dispositivi mobili “Conosci l’italiano?”. Numeri da record.

La FISH sui campi della Serie A di calcio

La FISH sui campi della Serie A di calcio

Dall’1 all’8 dicembre, dona 1, 2 o 5 euro al 45593

Proseguirà fino all’8 dicembre la campagna Persone, non pesi (donazione al 45593), lanciata in questa settimana dalla FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap che da vent’anni si impegna per i diritti di tutte le persone con disabilità, lavorando con determinazione per migliorarne l’accesso al lavoro, allo studio, alla partecipazione e all’autonomia.

Infatti, dopo le tante iniziative promosse in tutta Italia in occasione della Giornata Internazionale ed Europea delle Persone con Disabilità del 3 dicembre, la FISH continuerà anche nel prossimo fine settimana a informare l’opinione pubblica, tramite varie iniziative di comunicazione, sul fatto che la privazione dei diritti delle persone con disabilità ne provoca l’esclusione e la discriminazione, trasformando appunto quelle stesse persone in “pesi”.

Persone, non pesi ha anche lo scopo di realizzare nuovi servizi informativi e fornire alle persone con disabilità e alle loro famiglie strumenti sempre più accurati e autorevoli, che consentano loro di essere consapevoli dei propri diritti e delle opportunità di inclusione e partecipazione alla vita sociale. Solo infatti se si conoscono al meglio i propri diritti e li si afferma nel modo più corretto, si può riuscire a migliorare la propria condizione di vita, ad essere Cittadini e non “pesi”.

Il palcoscenico privilegiato di questi giorni, grazie alla collaborazione della Lega Calcio di Serie A, saranno gli stadi dove si disputeranno le partite della quattordicesima giornata del massimo campionato, che ospiteranno tutti messaggi audio/video e striscioni sulla campagna della FISH, a partire dal big match di questa sera, venerdì 5 allo Stadio Franchi di Firenze (ore 20.45), per Fiorentina-Juventus.

Si proseguirà poi domani, sabato 6, a Roma (Roma-Sassuolo, ore 20.45) e a Torino (Torino-Palermo, ore 20.45) e domenica 7 a Napoli (Napoli-Empoli, ore 12.30), Parma (Parma-Lazio, ore 15), Genova (Genoa-Milan, ore 15), Bergamo (Atalanta-Cesena, ore 15) e Milano (Inter-Udinese, ore 20.45). Le partite si concluderanno lunedì 8 a Cagliari (Cagliari-Chievo, ore 19) e Verona (Verona-Sampdoria, ore 21).

Anche il grande mondo degli appassionati di calcio, quindi, insieme a tutti gli altri Cittadini, potrà contribuire fino all’8 dicembre a compiere un gesto concreto – donando al 45593 – per aiutare la FISH. Il valore della donazione è di 1 euro per ciascun SMS inviato da cellulare personale TIM, Vodafone, WIND, 3, PosteMobile, CoopVoce e Nòverca, di 2 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa TeleTu e TWT e di 2 o 5 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Telecom Italia e Fastweb.

Si può inoltre sostenere la FISH durante e dopo le date della campagna, con un versamento sul conto corrente bancario della stessa FISH, presso la Banca Popolare Commercio Industria (IBAN IT81C0504801672000000038939).

Inoltre, tramite UBI Banca, clienti e non clienti potranno sostenere la FISH direttamente in filiale, effettuando un bonifico con azzeramento delle commissioni, oppure, per i clienti che hanno attivato l’internet banking Qui UBI, utilizzando la funzione Bonifico per iniziative solidali.

Il tema della campagna, ideata da Wrong, è ripreso anche in un efficace spot video, prodotto da Moviefarm, diretto da Danae Mauro e interpretato da Giuseppe Lanino, mentre la voce della nota attrice Lella Costa contraddistingue uno spot audio, prodotto da Studio Eccetera.

È ancora visibile, infine, in alcune città, l’importante e prestigiosa iniziativa collaterale alla campagna, centrata sulla mostra fotografica intitolata Nulla su di noi, senza di noi!, anche in versione video, realizzata dalla FISH in collaborazione con Contrasto, che racconta come le persone con disabilità “vivevano ieri, vivono oggi e talora riescono anche ad essere protagoniste”, avvalendosi anche degli scatti di celebri creatori d’immagine, come Gianni Berengo Gardin e Massimo Sciacca.

Sapere Saper fare Saper essere

SAPERE SAPER FARE SAPER ESSERE di Umberto Tenuta

CANTO 316 − Sulla trilogia SAPERE SAPER FARE SAPER ESSERE regna una grande confusione.

In alcuni miei saggi ho cercato di fare chiarezza in merito, ma evidentemente non sono stato letto.

Testardamente ci ritorno!

 

Sembra che quella del SAPERE SAPER FARE SAPER ESSERE sia una grande conquista in ordine agli obiettivi che la Scuola deve perseguire.

Ci si è resi ben conto che l’illuministico SAPERE non basta.

Non basta per camminare.

−Sai, sì, che occorre sollevare la gamba!

−Sai, sì, che occorre spingerla in avanti!

−Sai, sì, che occorre poggiarla per terra e…

Le cose le sai, ma non le sai fare.

SAPER FARE!

Non hai questa capacità

Non hai questa ABILITà.

Non hai, questa COMPETENZA.

Se ti eserciti un po’, un altro po’, e ancora un po’, forse la COMPETENZA l’acquisisci.

Ma continui a startene seduto sulla comoda poltrona.

Ti diranno che sei un poltrone.

E tu te ne infischi!

Che mi importa essere un poltrone?

Sto così comodo, sì, comodo, comodo, sulla poltrona!

Fatevi i fatti vostri!

Hai le CONOSCENZE, hai le COMPETENZE.

Le possiedi per benino.

E te le tieni nella MENTE.

E la Mente non ti porta da nessuna parte.

Non ti porta da nessuna parte, se una forza non ti smuove.

La MENTE non ha forze!

La Mente è una grande MACCHINA.

Macchina pensante!

Come l’ARCO di Achille.

Come la LEVA di Archimede.

Come la MOTOCICLETTA.

Ha bisogno di un MOTORE.

Un bell’e orribile mostro si sferra

Corre gli oceani, corre la terra…

Les passions de l’âme (Descartes)

La FORZA del CUORE!

Senza amori, senza passioni, senza sentimenti, non si va da nessuna parte.

Sentimenti, desideri, passioni…

Sono il motore dell’uomo.

L’APATICO non si muove.

Non ha alcuna passione, alcun sentimento, alcun desiderio…

Non avverte bisogni!

Non ha interessi!

Non è motivato.

Non ha alcun ATTEGGIAMENTO!

FAVOREVOLE, per avvicinarsi.

SFAVOREVOLE, per allontanarsi.

Maestri, avete ben inteso!

Con la ragione non si va da nessuna parte!

Con i ragionamenti non riuscite a far studiare i vostri studenti.

INNAMORATELI!

Toccate il cuore dei vostri studenti, quando parlate di SENOFONTE!

Toccate il cuore dei vostri studenti, quando parlate dei SETTE RE DI ROMA!

Toccate il cuore dei vostri studenti, quando parlate del COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE!

Li porterete in capo al mondo!

Con l’aeroplano?

No!

Con le passioni che avrete acceso nei loro cuori.

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Non vi basta?

Potete leggere:

La didattica delle competenze

di Rita Bortone

e, se proprio non vi accontentate, leggete ancora me:

http://www.edscuola.it/archivio/didattica/competenze.html

 

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Tra edilizia scolastica e innovazione il nuovo Pon 2014/2020 punta alla smart school

da Il Sole 24 Ore

Tra edilizia scolastica e innovazione il nuovo Pon 2014/2020 punta alla smart school

di Elisa Giannetto

La scuola non solo come luogo di formazione ma di incontro e aggregazione di tutta la comunità. Il Pon dedicato all’istruzione, nelle sue oltre cento pagine, disegna accanto alle finalità e alle priorità di azione quella che è una nuova concezione dell’ambiente deputato all’educazione. Una visione che poggia principalmente su uno dei due assi portanti del programma 2014-2020, quello del fondo Fesr. Con i suoi 860 milioni di euro, questa tranche di risorse avrà il duplice compito di ristrutturare le scuole, dentro e fuori. All’interno rendendo gli spazi più funzionali ai nuovi approcci della didattica e alle più innovative tecnologie. All’esterno con un’operazione di restyling degli edifici per renderli più sicuri, accoglienti, sostenibili. Il fine ultimo, come si legge nel programma, «è quello di favorire la permanenza dei giovani nei contesti formativi ma anche di trasformare la scuola in un civic center dove si sperimentano forme di attività rivolte non solo agli studenti ma a tutta la cittadinanza».
Una scuola più sicura e vivibile
Ad oggi il panorama dell’edilizia scolastica non è per nulla confortante. Le scuole mostrano, chiaramente, i segni della loro vecchiaia. Il 75% degli edifici infatti è stato costruito prima del 1980 e, di questi, il 4% risale a fine Ottocento. Già una parte delle risorse della precedente programmazione (Pon 2007-2013) è stata spesa per levigare le rughe più evidenti. Ma c’è ancora tanto da fare. L’imperativo, in linea con le priorità della politica nazionale in materia di istruzione, è quello di mettere in sicurezza gli edifici e a norma gli impianti. L’ultimo rapporto di Legambiente conta che «quasi una scuola su tre ha bisogno di interventi urgenti di manutenzione». Ma bisognerà anche darsi da fare per rendere le scuole più efficienti dal punto di vista energetico tramite l’isolamento, l’istallazione di impianti fotovoltaici, i depositi dei rifiuti, ecc… Un impegno non da poco. Per questo motivo, la dote del Pon va a sommarsi alle risorse ordinarie, ad esempio ai piani nazionali per l’edilizia scolastica, ai 40 milioni in mano alle regioni per gli interventi di adeguamento antisismico (o di ricostruzione, dove sia più vantaggioso) e agli eventuali proventi dell’8 per mille.
Un approccio innovativo
Le scuole del futuro saranno dotate di pc, tablet, reti, laboratori, biblioteche digitali, ambienti per la formazione degli insegnanti. Un piano da completare, se tutto va come da previsioni, nell’arco dei prossimi 7/10 anni. Il rispetto dei tempi è dovuto se pensiamo che, ancora oggi, l’Italia è parecchio lontana dalla media dei paesi Ocse per numero di digitally equipped school (rapporto pc per alunni, banda larga, laboratori, ecc…). Unica nota positiva è la lim, la lavagna interattiva multimediale, che è entrata a pieno titolo nelle classi italiane. Quella che il Pon immagina per il futuro dunque è una smart school con orario di apertura prolungato in grado di offrire attività non solo didattiche ma anche ricreative, sportive, culturali, sociali. Un cambio di approccio che richiede anche un ripensamento delle aree interne: più che stanze, gli architetti saranno chiamati a progettare spazi modulari che, come scenografie, si adattino alle nuove esigenze didattiche, non più frontali ma partecipate. Saranno realizzati anche specifici ambienti di studio e lavoro, in linea con i più moderni standard tecnologici, che consentiranno un migliore scambio di informazioni fra i diversi operatori delle istituzioni scolastiche del territorio. Tutto questo consentirà, secondo il testo programmatico, «una gestione degli ambienti scolastici innovativa e funzionale all’apprendimento formale e informale».

Il modello delle «scuole aperte» avanza in tutta Italia: ecco l’ultima mappa aggiornata

da Il Sole 24 Ore

Il modello delle «scuole aperte» avanza in tutta Italia: ecco l’ultima mappa aggiornata

di Mar.B.

Da Roma a Mantova, da Milano a Senigallia. Accade sempre di più che i cortili e le aule e gli spazi comuni magari abbandonati e poi recuperati diventino un luogo di aggregazione sociale oltre l’orario scolastico, senza barriere, senza classi ma in uno spirito di aiuto che produce tante iniziative. Con i genitori che in molti modi si danno da fare dentro le scuole per sostenere le attività, l’ampliamento dell’offerta formativa e spesso anche la manutenzione del bene comune “scuola”. Genitori spesso riuniti in comitato o costituiti in associazione che in alcuni casi gestiscono“ alla pari” insieme alle istituzioni la scuola nel segno del principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione .

Modello contagioso
Questo modello , chiamato delle «scuole aperte» e benedetto ormai anche dal ministero dell’Istruzione, si sta diffondendo in Italia con esperienze e modalità differenti: si va dalla gestione condivisa degli spazi della scuola tra istituzioni e genitori alla partecipazione nella progettazione del tempo extra scuola o nella scelta di utilizzo dei fondi scolastici integrativi fino alla gestione di alcuni spazi in autonomia o alla semplice adozione di alcune buone pratiche. Su tutte queste eseprienze si tenterà di fare il punto in un incontro questo sabato – il secondo di questo genere – alla scuola Di Donato di Roma, tra i primi istituti a sperimentare ormai oltre 10 anni fa questo percorso grazie alla spinta di una associazione genitori “pionieristica” appoggiata allora da un preside illiminato. Un incontro che partirà anche da una prima mappa , segnalata anche dall’iniziativa sulla «Buona scuola» del Governo, che fotografa diverse esperienze di scuole aperte in Italia e realizzata da Gianluca Cantisani con il contributo del movimento di volontariato italiano e dell’associazione genitori scuola Di Donato.

In classe si impara anche programmazione informatica

da La Stampa

In classe si impara anche programmazione informatica

Oltre 22.000 studenti hanno già sperimentato il coding grazie al progetto triennale Programma il Futuro
roma

La scuola italiana entra nel futuro. Sono 1.176 le classi, 448 gli insegnanti e oltre 22.000 gli studenti che hanno già sperimentato il coding (programmazione informatica) a scuola grazie al progetto triennale Programma il Futuro , nato dalla collaborazione fra il ministero dell’ Istruzione e il Cini (Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica).

L’iniziativa, che è stata presentata ieri al dicastero di viale Trastevere, si inserisce fra gli obiettivi del documento del governo «La Buona Scuola» «che punta a fare della scuola – è stato ricordato – una leva di innovazione e sviluppo e a fornire ai ragazzi gli strumenti che faranno di loro i veri protagonisti dell’era digitale». L’Italia è fra i primi Paesi a sperimentare l’introduzione strutturale nelle scuole dei concetti di base dell’informatica attraverso la programmazione.

«È necessario che i ragazzi si convertano dall’essere semplici consumatori di tecnologia a persone in grado di applicare il pensiero logico per capire, controllare, sviluppare contenuti e metodi per risolvere i problemi e cogliere le opportunità che la società è già oggi in grado di offrire» ha sottolineato il ministro Giannini, soddisfatta perché – ha aggiunto – «i numeri della sperimentazione del coding ci dicono che c’è un interesse da parte dei nostri ragazzi e dei nostri insegnanti per questo tipo di sfide».

«Oggi – ha messo in evidenza Elio Catania presidente di Confindustria Digitale, partner del progetto – nel nostro Paese vi sono oltre 20 mila posti di lavoro vacanti nel settore Ict per alti skills digitali e si prevede si possa arrivare a oltre 170mila nel 2020. Al contempo è in crescita anche la richiesta di figure con competenze informatiche in tutti gli altri settori economici, con circa 800mila nuovi posti di lavoro previsti per il 2020. Programma il futuro rappresenta dunque un primo passo fondamentale per rispondere in modo efficace alle nuove esigenze del mercato del lavoro».

Miur e Cini hanno reso disponibili alle scuole una serie di lezioni, interattive e non, che ogni istituzione scolastica può utilizzare, senza particolari requisiti o abilità tecniche, compatibilmente con le proprie esigenze e la propria organizzazione didattica. In concomitanza con la settimana europea del codice dall’11 al 17 ottobre 2014 è stata realizzata la sperimentazione. Positivo il giudizio di insegnanti e studenti: il 98% dei docenti ha valutato il progetto utile o molto utile, l’87% degli studenti è stato interessato o molto interessato e il 79% dei prof ha dichiarato che le aspettative sono state soddisfatte.

Il prossimo appuntamento in calendario è per la settimana 8-14 dicembre 2014, in cui è prevista una partecipazione di oltre 8.000 classi e 155.000 studenti.

Il piano di assunzioni è aria fritta: lo dice il Senato

da La Tecnica della Scuola

Il piano di assunzioni è aria fritta: lo dice il Senato

 

La relazione dei tecnici del Senato evidenzia non poche incongruenze del documento “Buona scuola”. Il punto più dolente riguarda le assunzioni: si tratta di aria fritta perchè manca una relazione tecnica precisa e affidabile.

Sulle assunzioni di cui parla la legge di stabilità i tecnici del Senato stanno facendo le pulci e tutto sommato c’era da aspettarselo.
Alla Camera, infatti, è stata fatto – in modo forse un po’ frettoloso – una modifica all’articolo, proprio quelle che prevede le assunzioni di personale.
Inizialmente si parlava (senza peraltro quantificarle) di immissioni in ruolo dei docenti; con un emendamento approvato nel corso del dibattito le assunzioni sono state estese al personale Ata e ai dirigenti scolastici;non solo, ma l’emendamento chiariva anche che il miliardo stanziato dovrebbe servire anche a promuovere attività di formazione e aggiornamento rivolte al personale.
Ora, l’obiezione dell’Ufficio studi del Senato è banale ma del tutto comprensibile: il miliardo stanziato nella legge – sostengono in sostanza i tecnici del Senato – doveva servire inizialmente per assumere un tot di docenti. Come è possibile che la stessa somma possa bastare anche per fare altre assunzioni e per realizzare attività di aggiornamento e formazione?
Insomma i conti non tornano.
Ma la critica più pesante riguarda l’impianto dello stesso documento “Buona Scuola”.
“Il dossier elaborato dal Governo “La Buona Scuola” dato in consultazione ai cittadini – scrivono i tecnici – reca una dettagliata indicazione della platea dei docenti che si intende stabilizzare e degli oneri che si rendono necessari a tal fine”.
E – forse un po’ ironicamente – sottolineano: “Va tuttavia ribadito che tal previsione dovrebbe essere riprodotta in una relazione tecnica certificata che rappresenta l’unico documento che può essere preso a riferimento dell’iter legislativo”.
Come dire che il documento sulla “Buona Scuola” è poco più che aria fritta, almeno fino a quando non sarà corredato da una analisi tecnica chiara, precisa e attendibile.

 

Riaggiornare le Gae prima delle immissioni in ruolo

da La Tecnica della Scuola

Riaggiornare le Gae prima delle immissioni in ruolo

150mila assunzioni a settembre 2015. E’ il grande sogno di tanti iscritti nelle Gae, che finalmente sperano di entrare di ruolo dopo anni e anni di precariato nella scuola.

Ma è il grande spauracchio di tutti quei docenti che quest’anno hanno deciso, coraggiosamente, di andar via e adesso temono che queste nuove promesse assunzioni possano saturare i posti liberi e impedire dunque qualunque operazione di mobilità nei prossimi anni.
Sono tanti, infatti, gli insegnanti di ogni ordine e grado che a maggio hanno aggiornato le GAE in una regione o provincia diversa dalla loro perchè speravano che, così facendo, avrebbero avuto maggiori possibilità di essere immessi in ruolo.
Una cosa è certa: se, a settembre 2015, 150mila professori verranno immessi in ruolo, sarà molto difficile, soprattutto per i meridionali, ritornare nelle regioni di partenza poichè i posti saranno talmente saturi che per anni non ci saranno trasferimenti possibili.
Questi precari giurassici stanno dunque pensando di mobilitarsi, unendosi tutti in un gruppo abbastanza numeroso, con l’intenzione di avanzare una richiesta: far riaggiornare le graduatorie prima di settembre, per ottenere la possibilità di ritornare nelle province di appartenenza, anche perchè la riforma della buona scuola è stata formulata proprio nel mese di settembre quando ormai le gae erano aggiornate e i giochi già fatti.
Insomma prima delle 150mila immissioni in ruolo i docenti emigrati chiedono il riaggiornamento delle graduatorie e a tal fine fondano il gruppo facebook Nuovo aggiornamento gae. Se no rischieranno di pagare caro il loro atto di coraggio, rimanendo per sempre nei lontani territori settentrionali.
E’ proprio il caso di dirlo: forse stavolta la capricciosa fortuna non ha aiutato gli audaces…

 

I dirigenti scolastici al Miur: le ragioni dello sciopero del 12 dicembre

da La Tecnica della Scuola

I dirigenti scolastici al Miur: le ragioni dello sciopero del 12 dicembre

Si è svolta oggi,  4 dicembre 2014 davanti al MIUR, dalle ore 10,00 alle ore 13,00, la manifestazione nazionale convocata dalle organizzazioni sindacali rappresentative dell’Area V, FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS CONFSAL e ANP CIDA, per ottenere:

  • il ripristino dei livelli della retribuzione di posizione e risultato dei dirigenti
  • la restituzione al Fondo Unico Nazionale delle risorse dei dirigenti (RIA) indebitamente sottratte
  • la riapertura della contrattazione

 

Durante il sit-in, al quale hanno partecipato centinaia di dirigenti scolastici provenienti da tutta l’Italia, si è svolto un incontro dei  responsabili nazionali e regionali delle OO.SS. dell’Area V con il Sottosegretario del MIUR On. Davide Faraone e i rappresentanti dell’Amministrazione.

Al termine dell’incontro è stato emanato il comunicato unitario che segue:

FLC CGIL – CISL Scuola – UIL Scuola –  SNALS CONFSAL – ANP CIDA
MANIFESTAZIONE DEL 4 DICEMBRE 2014
LA “BUONA SCUOLA” HA BISOGNO DI DIRIGENTI MOTIVATI E RISPETTATI

Davanti al MIUR stamane centinaia di dirigenti provenienti da tutt’Italia hanno manifestato per esprimere il loro malcontento nei confronti dell’iniquo trattamento retributivo loro riservato. La questione è ben nota: i dirigenti sono vittime di una duplice ingiustizia. Oltre a quella storica, consistente nella mancata perequazione retributiva nei confronti della restante dirigenza pubblica alla quale non si pone rimedio per il perdurare del blocco dei rinnovi contrattuali, giunto ormai al quinto anno consecutivo, se ne è aggiunta un’altra altrettanto pesante. All’aggravarsi delle responsabilità e dei carichi di lavoro sempre meno sostenibili, accresciuti solo negli ultimi due anni nella misura di almeno il 25 %, si ha addirittura la pretesa di ridurre la retribuzione complessiva dei dirigenti scolastici per un’errata interpretazione della norma data dall’UCB/MEF.

L’insieme delle questioni è stato rappresentato all’attenzione del Governo nella persona del Sottosegretario all’Istruzione on. Davide Faraone da una folta delegazione di cui hanno fatto parte anche i rappresentanti sindacali del territorio a livello regionale.

Il Sottosegretario  ha riconosciuto la legittimità delle richieste dei dirigenti assumendo l’impegno di affrontare la questione a livello politico attraverso un confronto col MEF all’indomani dell’approvazione definitiva della legge di stabilità. Ha anche riconosciuto che la questione non richiede un intervento legislativo e l’individuazione di risorse aggiuntive.

È stata fissata una prima data di riconvocazione del tavolo del confronto a livello ministeriale, che si riunirà mercoledì 10 dicembre prossimo venturo al fine di recuperare tutti i dati necessari per la ricostruzione della materia e per preparare l’istruttoria che faccia da supporto tecnico alla soluzione politica del caso.

La Manifestazione odierna è stata anche l’occasione per ascoltare da parte dell’Amministrazione le voci dei rappresentanti sindacali sul territorio, dalle quali sono emersi i diversi comportamenti degli uffici periferici del Ministero e delle Ragionerie territoriali, che rendono ancora più ingiusto il trattamento riservato alla categoria con decisioni fra di loro incoerenti e non coordinate.

Quello di oggi si può considerare un primo passo per la rimessa in carreggiata della questione. Ma naturalmente lo stato di agitazione continua fino alla definitiva risoluzione del caso, non escludendo se necessario il ricorso ad azioni giudiziarie. Il comunicato è sul sito della Flc-Cgil 

Il diploma magistrale è abilitante: centinaia di precari accedono alle GaE

da La Tecnica della Scuola

Il diploma magistrale è abilitante: centinaia di precari accedono alle GaE

La VI sezione del Consiglio di Stato ha infatti accolto il 2 dicembre i ricorsi in appello proposti dagli avvocati Dino Caudullo e Concetto Ferrarotto avverso le ordinanze con cui il Tar Lazio aveva respinto la richiesta cautelare: i Giudici di Palazzo Spada ne ha disposto l’ammissione con riserva nelle graduatorie provinciali ad esaurimento, ordinando altresì al Tar di fissare in tempi ristretti l’udienza di merito.

Ormai è assodato: il diploma magistrale conseguito fino al 2002 è a tutti gli effetti abilitante. Centinaia di docenti abilitati all’insegnamento per la scuola dell’infanzia e primaria in virtù del possesso del diploma magistrale, conseguito entro l’a.s. 2001/2002 ed abilitati all’insegnamento in seguito alla frequenza dei tirocini formativi (Tfa) e dei percorsi abilitanti speciali (Pas), potranno accedere finalmente alle graduatorie ad esaurimento.

La VI sezione del Consiglio di Stato ha infatti accolto, il 2 dicembre, i ricorsi in appello proposti dagli avvocati Dino Caudullo e Concetto Ferrarotto avverso le ordinanze con cui il Tar Lazio aveva respinto la richiesta cautelare.

In particolare, dopo il parere del Consiglio di Stato dell’11/9/2013, che ne aveva riconosciuto il valore abilitante, migliaia di diplomati in possesso di detto titolo avendolo conseguito prima dell’a.s. 2001/2002 speravano in una apertura straordinaria delle graduatorie ad esaurimento, dopo che, per anni, erano state loro precluse e le migliaia di docenti cui il Ministero aveva consentito di acquisire l’abilitazione all’insegnamento tramite i Tfa ed i Pas per la modica spesa di circa tre mila euro ciascuno per la frequenza dei corsi.

Il Ministero dell’Istruzione con il recente decreto di aggiornamento delle graduatorie aveva però negato loro la possibilità di richiedere l’inserimento in graduatoria.

Il Tar Lazio con ordinanze dello scorso mese di luglio, aveva respinto i ricorsi proposti dai docenti precari, ritenendo infondate le loro pretese volte ad ottenere l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento.

Il Consiglio di Stato con ordinanze depositata il 3 dicembre, ha però accolto l’appello proposto dagli avvocati Caudullo e Ferrarotto, rilevando nel merito che le argomentazioni svolte nei ricorsi evidenziano profili di fondatezza e, tenuto conto della prevalenza, tra i contrapposti interessi, di quello facente capo agli stessi appellanti, ne ha disposto l’ammissione con riserva nelle graduatorie provinciali ad esaurimento, ordinando altresì al Tar di fissare in tempi ristretti l’udienza di merito.

I Giudici di Palazzo Spada nelle ordinanze in questione, lungi dal limitarsi a valutare solo l’aspetto dell’urgenza, si sono sbilanciati nel ritenere fondate nel merito le doglianze avanzate dai ricorrenti, mettendo quindi un tassello importante in questa battaglia legale.

Edilizia, il Miur procede all’assegnazione dei fondi

da La Tecnica della Scuola

Edilizia, il Miur procede all’assegnazione dei fondi

Dal Ministero fanno sapere che i propri uffici impegnati nel monitoraggio dei lavori hanno proceduto all’impegno e al pagamento dei fondi per 452 interventi su un totale di 662. Per i rimanenti si potrà procedere ai pagamenti anche nel 2015.

Vanno avanti le procedure di assegnazione dei fondi della prima tranche di stanziamenti (150 milioni) del cosiddetto ‘Decreto del fare’. A rilevarlo è il Miur, con un comunicato stampa pubblicato il 3 dicembre.

Il dicastero spiega che gli uffici del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca sono infatti impegnati nel monitoraggio dei lavori e hanno proceduto all’impegno dei fondi per 452 interventi su un totale di 662 e al progressivo pagamento degli stessi sulla base di 3 elenchi (il primo di 200 interventi, il secondo di 102, il terzo di 150).

In particolare, per i primi due elenchi (302 interventi) è avvenuta la registrazione dell’impegno e si è proceduto a predisporre i relativi ordini di pagamento per un importo totale di 44,6 milioni di euro. Per quanto riguarda il terzo elenco è in corso la predisposizione del decreto di impegno dei fondi per ulteriori 45 milioni di euro.

Per tutti questi interventi il trasferimento delle risorse agli Enti Locali avverrà in tempo utile per consentire i pagamenti nel rispetto dei termini previsti dal Decreto del Fare. Per gli altri 210 interventi residui, per i quali la documentazione fornita al Miur è risultata incompleta o per i quali gli enti proprietari hanno dichiarato che i lavori non termineranno entro il termine di legge del 31.12.2014, il Ministero si è attivato per consentire i relativi pagamenti anche nel 2015.

Dirigenti scolastici, nuovo incontro il 10 dicembre

da tuttoscuola.com

Dirigenti scolastici, nuovo incontro il 10 dicembre

Ecco il comunicato unitario sottoscritto da ANP, Cisl scuola, Flc Cgil, Snals-Confsal e Uil scuola, al termine della manifestazione di oggi 4 dicembre e dell’incontro con il sottosegretario Davide Faraone, intitolato “La ‘Buona Scuola’ ha bisogno di dirigenti motivati e rispettati“.

“Davanti al MIUR stamane centinaia di dirigenti provenienti da tutt’Italia hanno manifestato per esprimere il loro malcontento nei confronti dell’iniquo trattamento retributivo loro riservato. La questione è ben nota: i dirigenti sono vittime di una duplice ingiustizia. Oltre a quella storica, consistente nella mancata perequazione retributiva nei confronti della restante dirigenza pubblica alla quale non si pone rimedio per il perdurare del blocco dei rinnovi contrattuali, giunto ormai al quinto anno consecutivo, se ne è aggiunta un’altra altrettanto pesante. All’aggravarsi delle responsabilità e dei carichi di lavoro sempre meno sostenibili, accresciuti solo negli ultimi due anni nella misura di almeno il 25 %, si ha addirittura la pretesa di ridurre la retribuzione complessiva dei dirigenti scolastici per un’errata interpretazione della norma data dall’UCB/MEF.

L’insieme delle questioni è stato rappresentato all’attenzione del Governo nella persona del Sottosegretario all’Istruzione on. Davide Faraone da una folta delegazione di cui hanno fatto parte anche i rappresentanti sindacali del territorio a livello regionale.

Il Sottosegretario ha riconosciuto la legittimità delle richieste dei dirigenti assumendo l’impegno di affrontare la questione a livello politico attraverso un confronto col MEF all’indomani dell’approvazione definitiva della legge di stabilità. Ha anche riconosciuto che la questione non richiede un intervento legislativo e l’individuazione di risorse aggiuntive.

È stata fissata una prima data di riconvocazione del tavolo di confronto a livello ministeriale, che si riunirà mercoledì 10 dicembre prossimo venturo al fine di recuperare tutti i dati necessari per la ricostruzione della materia e per preparare l’istruttoria che faccia da supporto tecnico alla soluzione politica del caso.

La Manifestazione odierna è stata anche l’occasione per ascoltare da parte dell’Amministrazione le voci dei rappresentanti sindacali sul territorio, dalle quali sono emersi i diversi comportamenti degli uffici periferici del Ministero e delle Ragionerie territoriali, che rendono ancora più ingiusto il trattamento riservato alla categoria con decisioni fra di loro incoerenti e non coordinate.

Quello di oggi si può considerare un primo passo per la rimessa in carreggiata della questione. Ma naturalmente lo stato di agitazione continua fino alla definitiva risoluzione del caso, non escludendo se necessario il ricorso ad azioni giudiziarie”.

Coperture alla Buona Scuola, il governo è avvisato

da tuttoscuola.com

Coperture alla Buona Scuola, il governo è avvisato

I rilievi dei tecnici del Servizio Bilancio del Senato, che imputano al governo la (provvisoria) inadeguatezza (o, più che inadeguatezza, mancanza di precisa definizione) delle risorse necessarie a procedere al piano assunzionale, al potenziamento dell’alternanza “scuola-lavoro”, all’incentivazione della didattica “digitale”, alle iniziative di formazione di docenti e dirigenti scolastici, inerenti al piano ‘La Buona Scuola’ sono un campanello d’allarme da non lasciare inascoltato.

L’avviso tecnico conduce anche chi ha la memoria corta alla kafkiana vicenda dei docenti cosiddetti “Quota96”, verso i quali tutte le forze politiche solidarizzavano, legiferavano a favore, e che tuttavia non sono potuti andare in pensione con la normativa ante-Fornero per mancanza delle risorse finanziarie disponibili.

I rilievi del Servizio Bilancio del Senato allertano che così com’è la Buona Scuola non comincia nemmeno. Che non è possibile fare i conti “un tanto al mucchio”. Che agli annunci che tanto consenso portano a chi li fa, devono seguire rigore e precisione nell’iter legislativo e nella definizione delle risorse.

Se il progetto di riforma farà la fine dei Quota96, la colpa non sarà stata della burocrazia e dei cavilli, ma solo dell’impreparazione o – peggio – della leggerezza della classe politica che ha assunto la responsabilità di porre il provvedimento come uno dei tratti distintivi dell’azione di governo senza verificarne adeguatamente, per quello che finora risulta, la concreta fattibilità finanziaria.

Piano assunzioni, manca la quantificazione delle risorse per la carriera

da tuttoscuola.com

Piano assunzioni, manca la quantificazione delle risorse per la carriera

Il piano di assunzioni previsto nel documento “La Buona Scuola”, le cui risorse sono state formalizzate dalla Legge di Stabilità, potrebbe essere a rischio. Lo evidenza il consueto dossier del Servizio Bilancio del Senato (Nota di lettura n. 71) che ‘fa le pulci’ alla legge ‘finanziaria’

I tecnici di Palazzo Madama in particolare osservano: “(…) per i profili di quantificazione e copertura, considerato che la Relazione Tecnica [alla Legge di Stabilità] riferisce espressamente che gli oneri si intendono, in parte, prioritariamente da correlare alla spesa da sostenersi anzitutto per il piano delle assunzioni ex novo da effettuare, nonché per far fronte alle ricostruzioni della carriera “economica” delle unità lavorative della scuola – di cui si prevede la stabilizzazione in ruolo – occorre necessariamente segnalare che la medesima relazione tecnica non fornisce però i necessari primi elementi circa la platea interessata dal piano assunzionale e i relativi dati concernenti l’anzianità media maturata dal medesimo personale nel servizio a tempo determinato. Ciò al fine di consentire almeno una prima valutazione, circa l’adeguatezza delle risorse stanziate nel fondo ad assicurarne la integrale copertura finanziaria, con la stima dei costi concernenti la ricostruzione di carriera cui avranno diritto coloro che saranno assunti per effetto della immissione in ruolo”.

All’esecutivo dunque si imputa di non aver determinato l’anzianità di servizio delle future risorse da immettere in ruolo. Dato destinato ad incidere sui costi delle assunzioni.

Il servizio tecnico rileva inoltre che “andrebbero a rigore sempre forniti, sin dall’approvazione della norma che provvede alla definizione delle risorse – e soprattutto dalla Relazione Tecnica di accompagnamento – tutti gli elementi e dati che siano idonei a documentare la congruità delle medesime rispetto alla platea interessata, nonché l’incidenza della spesa prevista per ciascun annualità del triennio. Ciò, a maggior ragione, in presenza di effetti d'”impatto” che ivi si contabilizzano, sin dalla definizione del fondo di risorse poste a copertura, anche per gli effetti indotti – in conto maggiori entrate tributarie e contributive -, per ciascuna annualità, in relazione alle stimate assunzioni/stabilizzazioni e considerando quanto espressamente stabilito dall’articolo 17, comma 7, primo, secondo e terzo periodo della legge di contabilità, laddove sono previsti specifici contenuti “obbligatori” delle RT allorché si sia in presenza di norme di spesa concernenti la materia del pubblico impiego – ed il comparto della scuola, in particolare – nonché, le specifiche istruzioni tecniche fornite dalla Circolare n. 32/2010 del Dipartimento della R.G.S. (Paragrafo 5)”.

Andrebbe inoltre – continua l’ufficio studi – precisata la parte delle medesime risorse autorizzate dalla norma in esame per ciascun annualità del triennio 2015/2017, che dovrebbe essere destinata alla copertura anche delle spese occorrenti anche al potenziamento dell’alternanza “scuola-lavoro”, e per l’incentivazione della didattica “digitale””.

Oltretutto – concludono i tecnici del Senato –, premesso perciò che la Relazione Tecnica si limita a descrivere genericamente i fabbisogni di spesa riconducibili al piano, che dovranno trovare comunque copertura a valere delle sole risorse ivi autorizzate, fornendo però la sola specifica dell’ammontare della quota di risorse previste per il 2015, a ragione dei soli quattro mesi del periodo settembre-dicembre in riferimento all’anno scolastico il 2015/2016, e ad euro 3.000 milioni a decorrere dal 2016, andrebbero richiesti sin d’ora i dati idonei a documentare la congruità delle risorse stanziate, rispetto alle tre finalità espressamente riferite dalla Relazione Tecnica, dando indicazioni circa i parametri adottati nella definizione dei relativi fabbisogni di spesa. Con riferimento all’integrazione approvata nel corso dell’esame in prima lettura, per cui si prevede la destinazione di parte delle risorse anche ad iniziative di formazione di docenti e dirigenti scolastici, andrebbero richieste rassicurazioni anche in merito alla sostenibilità delle stesse a carico delle risorse già previste dal testo iniziale, atteso che le stesse risultavano evidentemente calibrate esclusivamente rispetto ai fabbisogni previsti dal testo originario”.

I riilievi dei tecnici non si limitano al solo piano scuola, ma investono anche la stabilizzazione del bonus di 80 euro, la compensazione delle cartelle esattoriali, l’Irap e Tfr in busta paga, e molti altri capitoli.