Sciopero 12 dicembre

Sciopero 12 dicembre: lavoratori danno forza e valore alle rivendicazioni del sindacato

Lo sciopero generale del 12 dicembre e le tante manifestazioni territoriali e regionali hanno registrato una forte adesione dei lavoratori della conoscenza. La grande partecipazione degli studenti alle manifestazioni è un segnale importante per la FLC e la CGIL perché conferma la condivisione delle nuove generazioni alle motivazioni del conflitto con il Governo Renzi e alle proposte del sindacato. Noi non lasceremo solo gli studenti che rivendicano il diritto allo studio, al lavoro e al welfare. La contrarietà al piano scuola, il rinnovo dei contratti pubblici, la difesa degli scatti di anzianità e della contrattazione, la cancellazione della legge Fornero sulle pensioni, la rivendicazione della stabilizzazione di tutti i precari della conoscenza, il no ai tagli previsti dalla legge di stabilità a scuola, università, ricerca e AFAM sono le questioni aperte nel conflitto con il Governo.

12 dicembre Capitali italiane della Cultura 2015

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 12 dicembre, su proposta del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo, in Applicazione della legge Art Bonus e sulla base della procedura di selezione prevista dal decreto ministeriale, ha deliberato il titolo di “Capitale italiana della cultura” per l’anno 2015 alle cinque città partecipanti alla selezione della “Capitale europea della cultura 2019” selezionate come finaliste e non risultate vincitrici e cioè Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna, Siena.

Incontro con Igor De Amicis e Paola Luciani

Incontro con Igor De Amicis e Paola Luciani, autori di “Mare quadrato“, Coccolebooks, 2014

di Mario Coviello

mare_quadratoIl 18 dicembre 2014 ha inizio nella rete di scuole della provincia di Potenza l’ottava edizione del Torneo di lettura che ha come scuola capofila l’Istituto Comprensivo di Bella. Anche quest’anno 10 scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado hanno impegnato 600 euro del loro fondo di istituto sempre più risicato per leggere libri di qualità e incontrare autori italiani di letteratura per i ragazzi.

Le scuole di Bella, Rionero e Ripacandida accoglieranno per tre giorni, dal 18 al 20 dicembre, i due giovani autori de “ Il mare quadrato”, Coccolebooks 2014, Igor De Amicis e Paola Luciani. Nelle classi terze,quarte e quinte della scuola primaria e nelle prime medie docenti appassionate hanno letto il libro che ha avuto recentemente grande successo al Books Children di Bologna, e sono pronte con i loro alunni per fare domande sul piccolo Giacomo e la sua amica Marla agli autori.

Per conoscerli meglio ho fatto loro alcune domande.

Chi  sono  Igor De Amicis e Paola Luciani ?

Igor è un Commissario di Polizia Penitenziaria, vice comandante di una Casa Circondariale, con una grande passione per la lettura e per la scrittura. Paola è un insegnate di sostegno della scuola primaria che si occupa da anni di letteratura per l’infanzia. Sono una coppia nella vita e nella scrittura e insieme curano sul web la rubrica NarraMondo dedicata al mondo dei libri per i più piccoli.

Perché sentono il bisogno di scrivere e a chi si rivolgono ?

Il bisogno di scrivere nasce dall’essere dei grandi lettori, dalla gioia di perdersi fra le pagine di un libro, e dal desiderio di cimentarsi nel creare storia. Le nostre storie cercano di seguire il filo dei pensieri e della nostra immaginazione. Ci rivolgiamo a lettori voraci e appassionati come noi, con la voglia di lasciarsi andare nelle pieghe della narrazione e della storia. Con la voglia di avvicinarsi attraverso le nostre pagine una realtà a volte diversa e poco conosciuta.

Perché, secondo Voi, una maestra dovrebbe leggere in classe ai suoi alunni “ Il mare quadrato”?

Non è una storia che vuole dare degli insegnamenti, ma semplicemente far conoscere realtà diverse, e magari suscitare qualche dubbio, qualche domanda e perché no, qualche riflessione. Il tutto assaporando il gusto della lettura, quella piacevole sensazione di sentirsi bene con un libro in mano.

Cosa possono trovare nel Vostro libro i giovani lettori, e le mamme, i papà, i nonni…?

Gli elementi necessari per tornare anche loro un po’ bambini: avventura, mistero, amicizia e un finale inatteso.

mare_quadrato2Igor lavori in un  carcere: quanto  nel Mare quadrato hai raccontato della tua   esperienza, ?

Giacomo, il bambino protagonista della nostra storia, non esiste nella realtà, ma in Italia ci sono all’incirca 60 bambini che permangono fino ai 3 anni all’interno degli istituti di pena assieme alle madri, e ovviamente io sono un testimone diretto e privilegiato di questa situazione. La vedo e la “sento” ogni giorno nel mio lavoro, e ho cercato di trasporre nella pagina scritta quelle sensazioni, quelle emozioni che si possono vivere e sentire stando vicino e conoscendo intimamente la realtà carceraria.

Paola sei  un’insegnante di sostegno nella scuola elementare: perché hai voluto  nel Mare quadrato raccontare  i compagni di Giacomo  e la maestra   con le loro  difficoltà/incapacità di capire e aiutare il protagonista del romanzo ? E’ questa la tua esperienza ?

No. Non è assolutamente questa la mia esperienza. La realtà scolastica è una realtà ricca di comprensione, in cui le individualità e le fragilità di ognuno trovano il loro spazio e arricchiscono l’altro. Le dinamiche scolastiche di Giacomo nascono da esigenze prettamente letterarie, al fine di creare empatia con il lettore e con la coprotagonista Marla, ma in fondo anche Giacomo troverà nella scuola la sua amica per la pelle che lo coinvolgerà in un avventuroso viaggio alla ricerca degli affetti.

Quanto in  Giacomo e Marla avete raccontato della vostra infanzia ?

Abbiamo cercato di raccontare quell’aspetto dell’infanzia legato alla voglia di avventura, alla crescita, alla ricerca di emozioni che è di ogni bambino. Quella fiducia cieca e profonda nei confronti dell’amicizia e degli affetti. E Paola confessa spudoratamente che anche lei, come i protagonisti della nostra storia, da piccola rubava le ciliegie dall’albero dei vicini.

Oltre il carcere, nel vostro libro viene raccontato l’orfanotrofio, un altro sistema chiuso. Le due suore appaiono capaci di comprendere e aiutare… E’ così ?

Abbiamo voluto rappresentare le due suore come uno scoglio, un porto sicuro che fa da riparo al piccolo Giacomo, che a volte si sente sballottato dalla vita e dagli eventi. Non sappiamo se è sempre così, ma conosciamo e apprezziamo il duro lavoro e l’impegno che ogni giorno profondono i volontari, gli assistenti sociali, gli educatori e le religiose nella cura dei loro piccoli “ospiti”. Un lavoro lontano dai riflettori e dai clamori, ma forse, proprio per questo, appassionato e prezioso.

Entrambi curate  una rubrica sul sito Thriller magazine (www.thrillermagazine.it ) e  tu Igor scrivi gialli. Come e perché avete deciso di scrivere per l’infanzia e l’adolescenza ?

Come abbiamo detto la nostra rubrica NarraMondo (ospitata dal portale thrillermagazine e che ha da poco anche una pagina facebook), si occupa di narrativa per l’infanzia, con anticipazioni, news, recensioni e interviste agli autori. All’inizio la rubrica voleva essere dedicata solo ai gialli per i ragazzi (un filone di grande importanza e molto vivace), ma poi il mondo dei libri per bambini ha preso il sopravvento e ci siamo resi conto che in fondo, avventura, mistero e azione sono gli elementi comuni di tutte le storie per i più piccoli. E così la nostra rubrica ha allargato i suoi confini, sino ad abbracciare tante storie, tanti protagonisti e tanti mondi diversi. Elementi che sono anche della letteratura gialla, e quindi il mio passaggio (Igor) da un genere all’altro è stato abbastanza semplice, è bastato costruire una storia con alcuni elementi di tensione, e fare un lavoro di calibratura sul linguaggio.

 In che modo lavorate in coppia ?

Partiamo da un’idea forte. Il nucleo di tutta la storia, che può essere partorita da entrambi, poi ci dedichiamo allo sviluppo della trama, con una suddivisione in scene e una descrizione di massima di ognuna di esse. Poi cominciamo a scrivere le prime scene, mentre la trama delle altre si compone come un puzzle. Quindi si legge, rilegge e corregge. Un continuo lavorio di entrambi divertente a appassionante, ma talvolta frutto di confronto e qualche piccolo battibecco.Per il “ Mare quadrato è stato fatto un grande e importante lavoro dall’illustratrice Silvia Crocicchi che ha impreziosito la nostra storia con le sue tavole.

Ed infine, andando nelle scuole incontrate tanti ragazzi e ragazze..secondo Voi di cosa hanno bisogno veramente..?

Forse c’è bisogno di emozionarsi per qualcosa. E a volte anche un libro può riuscirci.

E  a te  anche come insegnante Paola chiedo di cosa ha bisogno la scuola pubblica italiana per garantire educazione ed istruzione alle giovani generazioni ?

I problemi della scuola sono tanti, e non penso che esistano formule magiche. Certo far tornare l’istituzione scolastica al centro del tessuto sociale, riconoscendole appieno l’importanza che ha, sarebbe un primo e fondamentale passo. Questo vuol dire un impegno costante degli operatori nel loro quotidiano lavoro, ma soprattutto uno sforzo delle istituzioni a favore della scuola; uno sforzo tanto materiale (con opportune risorse), quanto progettuale (con il riconoscimento della sua centralità), favorendo in tal modo anche la costruzione di una efficiente rete sociale.

Scuola bergamasca, ecco la rete territoriale per l’inclusione

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo

Scuola bergamasca, ecco la rete territoriale per l’inclusione

Giovedì 18 dicembre 2014, ore 14.30-16.30, nell’auditorium dell’Istituto superiore “Giulio Natta”, via Europa 15, Bergamo città, l’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo presenta con un seminario la rete territoriale per l’inclusione e la sua riorganizzazione con un punto fermo: le scuole bergamasche, in sinergia con le istituzioni e i servizi del territorio, da anni lavorano per offrire un servizio formativo “per tutti e per ciascuno”.

La scuola bergamasca da anni è in prima linea nel raccogliere la sfida dell’inclusione: significa accogliere le diversità e le differenze con la costruzione di percorsi personalizzati capaci di portare ciascuno studente al massimo livello possibile di formazione – spiega Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo – La tenuta dell’azione di sistema provinciale, a sostegno del potenziamento della cultura dell’inclusione scolastica, è stata sempre garantita dall’Ufficio Scolastico, che da quest’anno ha attivato sette Centri territoriali per l’inclusione (Cti) rappresentativi delle reti di scuole sul territorio e finalizzati a sostenere e ad implementare le pratiche inclusive”.

La rete territoriale per l’inclusione è formata dal Centro territoriale di supporto provinciale (Cts), che sostiene le scuole nella didattica inclusiva attraverso le tecnologie informatiche ed ha come compito istituzionale il coordinamento dei sette Centri territoriali per l’inclusione (Cti): si occupano del piano di formazione provinciale, promuovono ricerca e sperimentazione, offrono consulenza pedagogica, raccolgono e diffondono le buone pratiche inclusive, organizzano i laboratori di italiano per gli studenti con cittadinanza non italiana.

Per la scuola bergamasca l’integrazione è sempre stata un valore fondamentale, per il quale si è impegnata facendo crescere negli operatori scolastici e nel contesto sociale più ampio la convinzione che la scuola deve essere un servizio formativo “per tutti e per ciascuno” – aggiunge la docente Antonella Giannellini dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, nonché referente dell’intero progetto provinciale a sostegno dell’inclusione scolastica e del Centro territoriale di supporto (Cts) – Nella nostra provincia, nel corso degli anni, sono nate e cresciute esperienze importanti, che hanno cercato di garantire agli studenti più fragili, positive opportunità di crescita, assumendo come principio l’idea che debba essere la scuola ad “adattarsi” all’alunno, e non viceversa, in una dimensione di flessibilità didattica e organizzativa rispettosa delle peculiarità dei singoli studenti”.

Il Centro territoriale di supporto provinciale (Cts) ha sede operativa all’Istituto comprensivo “Muzio” di Bergamo ed ha inglobato il Centro per l’integrazione degli alunni dislessici (Cidad).

I sette Centri territoriali per l’inclusione (Cti) hanno inglobato, facendone propria la ricca esperienza maturata, gli undici Sportelli scuola-stranieri e i sette Centri territoriali risorse per l’handicap (Ctrh) provinciali. Ecco dove sono: Cti di Bergamo con sede all’istituto comprensivo “De Amicis”; Cti di Verdellino con sede alla scuola primaria di Zingonia; Cti di Seriate con sede all’Istituto comprensivo “Battisti”; Cti di Borgo di Terzo con sede all’Istituto comprensivo di Borgo di Terzo; Cti di Gazzaniga con sedi agli Istituti comprensivi di Gazzaniga e di Ponte Nossa, agli Istituti superiori “Romero” di Albino e “Sonzogni” di Nembro; Cti di Suisio con sede alla scuola primaria di Suisio; Cti della bassa pianura bergamasca con sedi all’Istituto superiore “Mozzali” di Treviglio e all’Istituto comprensivo di Bariano.

Sito di riferimento: www.istruzione.lombardia.gov.it/bergamo

Natale della compassione

Natale della compassione

 di Vincenzo Andraous

Quando arriva Natale, tu guardi il Bimbo, lì, c’è la risposta ai cumuli di alienazione che schiacciano le urgenze dell’anima.

A Natale sono certo valga la pena non rassegnarsi allo scempio, senza inutili rappresentazioni teatrali, ma operando con un atteggiamento e una condotta senza ambiguità.

In questo tempo di mamme disorientate senza più identità, di padri rimossi dalla propria coscienza, di adolescenti sbrigativamente etichettati a mafiosi, di politica e antipolitica a soccombere, di informazione e comunicazione malate, di speranze tumefatte, diventa affanno vivere per credere, per non rimanere “diversi”, trasformati in frammenti di sopravvivenza.

E’ tempo di Avvento, allora, fare un passo indietro, significa “ad-venire” a una consapevolezza interiore che è la conseguenza di una presa di coscienza, costruendo nuova cultura di libertà, di responsabilità, di scelta, una vera azione morale, che spinga alla fiducia, ad un superamento delle pratiche criminali che rendono inaccettabile la collettività della follia più lucida, dei furbi e dei prepotenti.

Natale di testa, di cuore, di pancia, il Bimbo nasce e ci interroga: quale persona voglio essere io? Spogliato dai facili perdoni, dalle comode scorciatoie, dal rifugio dell’occorrenza, indipendentemente dalla fede che ognuno professa.

Natale ha il compito di limitare questo malessere ospitato negli spazi angusti delle sue esistenze, ha il dovere di contrapporsi alle miopie insensibili delle ragioni stesse della vita.

Natale non sciopera ne’ acquista megafoni per orecchie ottuse e concluse, non è un galeone solitario, non dona facili marenghi, ci educa e accompagna in questo senso: è importante in sé finchè insegna alla persona a saper ri-conoscere il buono e il giusto, per agire bene, con equilibrio, con giustizia.

Quella tanto auspicata richiesta di legalita’ non è una semplice comunicazione di servizio, essa esprime proprio questo bisogno di ben camminare, per noi stessi e per gli altri, per il bene quale gesto quotidiano che accomuna.

Natale non è cartellonistica usa e getta, dunque, offra pure il fianco alla critica, ma opponga la sua credibilità e capacità di rinnovamento interloquendo con le giovani generazioni, inducendo negli adulti un ripensamento culturale, in modo che ciascuno non pretenda per sé sempre di più, non curandosi di sottrarre agli altri, di calpestarne le legittime esigenze.

Natale non è malato di alzheimer, non cade all’indietro, perché privato della sua storia-memoria, non occorre inventare nuovi valori, ci sono già autentici e condivisibili, il buon Cekov ci ha avvertito: “la vita è passata e non me ne sono accorto”.

Forse è il caso per l’uomo che guarda assorto quel Bambino, di fermarsi un momento ad ascoltare, con umiltà in punta di piedi: sono stanco di essere un uomo incapace di sognare, sono stanco di rimpiangere, di maledire, sono stanco di essere il barbaro che tenta di arrivare fino a Dio per poi fregarlo.

Dio è già qui in questo Bimbo, in questa vita che non occorre interpretare come una sfida da vincere a tutti costi, calpestando chi cade affaticato.

Forse questa vita, tua, mia, nostra, merita sul serio di essere vissuta nel rispetto di me stesso e degli altri, se così sarà, saremo persone migliori, la nostra città, la societa’ sarà davvero un po’ migliore.

Benvenuto a te Bambino, chissà se quest’anno avremo più tempo per stare insieme.

 

Chimpa – la piattaforma didattica nella scuola 2.0

Chimpa – la piattaforma didattica nella scuola 2.0
progettata ascoltando le esigenze di docenti e ragazzi del liceo L. Respighi di Piacenza


Piacenza, 12 dicembre 2014 – Ayumu e ITC Network presentano Chimpa “  ”, la piattaforma didattica nella scuola 2.0.  Progettata ascoltando le esigenze di docenti e ragazzi del liceo L. Respighi di Piacenza, che vogliono ottenere il massimo dalle nuove tecnologie adottate dalla propria scuola, Chimpa offre una suite di servizi che migliorano la didattica in aula. Il liceo L. Respighi è una scuola innovativa che offre diversi percorsi di studio. Ogni mattina si accendono 150 computer e 800 iPad. “L’innovazione è entrata prepotentemente nel percorso curricolare. I risultati che i nostri studenti ottengono sono di buon livello con molte punte di eccellenza” dice Stefano Costi, docente e responsabile sistemi informativi nel liceo piacentino.
La suite include tre applicazioni:
Chimpa  per i docenti – app installata sul dispositivo dell’insegnante permette l’appello automatico, eroga contenuti didattici agli studenti integrandosi con Google Apps e altre piattaforme, apre APP e imposta white list web (liste di siti web consultabili) sui dispositivi degli studenti
Hello Chimpa per gli studenti – app installata sul dispositivo dello studente consente il controllo presenza, l’accesso a contenuti didattici e alle risorse in rete ed è predisposta per l’accesso alle Google Apps e valutazione tramite test e questionari.
Chimpsky  per la scuola –  è il motore di Chimpa e Hello Chimpa. Gestisce i tablet della scuola tramite un sistema MDM (Mobile Device Management) appositamente studiato per il settore educational, consentendo anche una maggiore sicurezza dei dispositivi degli studenti.
L’installazione delle app permette di organizzare l’intera struttura classi, studenti e docenti
e di ridurre i tempi di organizzazione per gli amministratori di rete. Chimpa non si sostituisce alle app per la didattica, ma consente di farne un uso coordinato rendendo più efficace e semplificando l’esperienza didattica.
“L’insegnante, utilizzando un app che permette di controllare l’aula come Chimpa, può formare i ragazzi ad un utilizzo intelligente e opportuno della tecnologia, permettendo loro di utilizzare una o l’altra app in una determinata circostanza perché quello è lo strumento migliore in quel momento.” dice Giovanna Busconi, docente di matematica e fisica al liceo Lorenzo Respighi di Piacenza, dove la piattaforma Chimpa è già operativa “Questa è una opportunità che se offerta all’insegnante è molto preziosa.”
Il docente può inviare configurazioni in tempo reale. Ad esempio è possibile compilare white list e black list per Safari e Chrome, bloccare una applicazione in primo piano, configurare il collegamento a internet (on/off). Consente, inoltre, l’appello automatico che si avvale di iBeacon, una tecnologia di prossimità basata su bluetooth. L’App Hello Chimpa conferma la presenza dello studente in modo automatico se presente in aula.
La presenza di “beacon” distribuiti all’interno della scuola permette inoltre di erogare servizi di prossimità in modo trasparente.
“Abbiamo implementato questa soluzione seguendo tutte le più innovative e recenti tecnologie hardware, software e infrastrutturali. Abbiamo implementato applicazioni native pensate specificatamente per questo ambito. Per l’aspetto di Appello in classe si utilizza una tecnologia di prossimità chiamata iBeacon” commenta Roberto Tramelli, coordinatore del progetto Chimpa. “Importantissima è stata  la sinergia che si è creata con il liceo con l’obiettivo di rispondere alle esigenze della didattica in aula; grazie al contributo degli studenti e dei docenti stiamo migliorando e costruendo questa applicazione per la scuola di oggi e di domani.”

Educate per favore!

EDUCATE PER FAVORE! I FIGLI DI DONNA SONO TUTTI EDUCABILI di Umberto Tenuta

CANTO 323 EDUCATE, TROPPO ORRORI NEL MONDO

Educhiamo tutti figli di donna, tutti, perchè nel mondo non ci sia un solo bipede implume!

Vestiamoli tutti di cultura!

 

Oggi abbiamo bisogno di educazione.

Il deficit della nostra società è soprattutto un deficit di educazione.

Chi ruba, chi spara ai propri simili, chi uccide un altro uomo non è un uomo.

È una bestia!

Peggio di una bestia.

Perché le bestie non uccidono i propri simili.

Ma l’uomo sì, ogni giorno, in qualche parte del mondo.

Homo homini lupus!

È questa la miseria dell’uomo.

Più grande di tutti gli animali che popolano la terra.

Più bestia di tutti gli animali della foresta.

Impegniamoci tutti, sì, tutti, Madri, Padri, Fratelli, Sorelle, Nonne, Nonni…

Non per l’istruzione pomeridiana.

Ma per l’educazione quotidiana.

E tu, BUONASCUOLA, fai la buona.

Cura l’educazione dei tuoi studenti!

Vesti gli ignudi!

Vestili di cultura, non solo di nozioni!

Le nozioni possono servire per far vivere o per far morire.

La cultura è altra cosa!

La cultura veste di valori.

I furgoni portavalori possono essere scassinati.

Ma i valori dell’uomo non possono essere derubati.

La BUONASCUOLA è buona solo se aiuta i giovani −tutti i giovani, nessuno escluso− a farsi uomini.

Umanizzare occorre!

Valorizzare occore!

La SCUOLA può educare.

La Scuola deve educare.

Se non educa la Scuola, il compito dell’educazione viene assegnato al Carcere.

Il Carcere rieduca!

Se il carcere rieduca, a maggior ragione deve educare la Scuola.

Signori Dirigenti, Signori Docenti, impegnatevi a educare i vostri studenti!

E se non lo fate, e se lo certificate, chiudete le vostre scuole.

Non avete più ragione di esistere.

La BUONASCUOLA è buona solo se educa!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Decreto Direttore Generale 12 dicembre 2014, n. 41

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica
Ufficio 1

Decreto Direttore Generale 12 dicembre 2014, n. 41

Elenco delle Istituzioni Scolastiche individuate quali destinatarie dei finanziamenti di cui all’art. 1 del decreto direttoriale n. 12 del 6 novembre 2014