Con Bomprezzi se ne va un pezzo di storia del giornalismo sociale in Italia

Con Bomprezzi se ne va un pezzo di storia del giornalismo sociale in Italia

È stato il primo, il più autorevole e autoironico giornalista disabile a essere riuscito a fare passare il suo handicap in secondo piano rispetto alle sue capacità di professionista. Innovatore instancabile, ha contribuito a cambiare il linguaggio e l’approccio dei media

da Redattore Sociale
18 dicembre 2014

Franco Bomprezzi ha fatto la storia del giornalismo sociale in Italia. E’ stato il primo, il più autorevole, il più brillante e autoironico giornalista disabile a essere riuscito a fare passare il suo handicap in secondo piano rispetto alle sue eccezionali capacità di professionista. Bomprezzi è stato un marchio di qualità, un brand, uno stile che in tanti cercavano di imitare senza riuscirci. Un galantuomo, anche. Oltre che un innovatore sfrenato.

Bomprezzi è stato il punto di riferimento in Italia per una generazione di giornalisti sociali, il primo a trattare temi scomodi, come quello della sessualità ad esempio, l’unico a cercare di arginare quel lento scivolamento verso il “politically correct” che tanto male ha fatto alle persone disabili, e ai progetti di inclusione delle loro associazioni. Un giornalista vero, e un grande commentatore. Una mente fertile e giocosa, con quella leggerezza che solo in pochi riescono a mantenere quando, anche solo per scendere dalla macchina e infilarsi dietro una scrivania, doveva spendere il triplo delle energie di qualunque altro comune mortale.

“Il giornalista sociale non deve essere buono – aveva detto ad un seminario organizzato da Redattore sociale a Milano nel 2011 – Deve essere bravo e fare bene il suo mestiere”.

Sue le tante idee suggerite nel codice di autoregolamentazione della Rai per le persone disabili (un codice etico-linguistico), varato dal Segretariato Sociale del servizio pubblico radiotelevisivo nel 1998. Un documento innovatore e coraggioso per quegli anni (l’aveva curato Giuliana Ledovi, con Stefano Trasatti, Giovanni Anversa, Salvatore Nocera e lo stesso Bomprezzi), una summa di quelle “buone prassi” con cui tanti si sono sciacquati la bocca dalla fine degli anni novanta, e che pochi poi hanno messo in pratica nei loro palinsesti o anche solo sulle pagine dei loro giornali. Sulle news, ad esempio, Bomprezzi invitava a chiudere il ciclo della notizia, a tenere conto delle persone disabili anche in contesti informativi non specifici, a completare le notizie di servizio anche con le informazioni per i disabili. Poi spazio all’accessibilità, alla mobilità per tutti. Per una nuova cultura della disabilità. Facile a dirsi, meno a praticarsi.
Sul fronte del linguaggio aveva continuato a lavorare per anni, come nel 2013 quando aveva contribuito sostanzialmente alle schede sulla disabilità realizzate per “Parlare civile”, il progetto sulle parole a rischio di discriminazione realizzato da Redattore Sociale in collaborazione con l’associazione Parsec.

“Sentiamo Bomprezzi cosa dice”. La frase era ricorrente, e non solo nelle redazioni delle riviste specializzate, ma anche sul mainstream Bomprezzi da tempo aveva trovato casa. Così, tra Superabile.it e il Corriere.it, quello strano giornalista in carrozzina sempre disponibile, gentile, mai sopra le righe, ha costruito un pezzo importante di storia dell’informazione sulla disabilità in Italia. E forse il pezzo più importante.

Diceva: “Per una informazione corretta sulla disabilità, bisogna eliminare dal linguaggio giornalistico (e radiotelevisivo) locuzioni stereotipate, luoghi comuni, affermazioni pietistiche, generalizzazioni e banalizzazioni. Concepire titoli che riescano a essere efficaci e interessanti senza cadere nella volgarità o nell’ignoranza e rispettando il contenuto della notizia”. Ecco, ora come faremo? (Mauro Sarti)


Il testamento di Bomprezzi: “Forza giovani, siate leggeri. Io vorrei riposarmi”

L’ultimo articolo del giornalista morto oggi a Milano per la sua rubrica sulla rivista mensile Superabile Magazine. “Con fantasia, ironia, leggerezza, coraggio, incoscienza, dobbiamo trovare altre chiavi di comunicazione”

18 dicembre 2014

Franco Bomprezzi, morto oggi a Milano, è stato indubbiamente la persona che ha contribuito più di ogni altra in Italia a cambiare la comunicazione sulla disabilità. Aveva lavorato in diverse testate, facendo anche la “macchina” (Mattino di Padova, Agr) e occupandosi in particolare di cronaca.

Quasi in parallelo aveva condotto un’intensa attività giornalistica (divenuta pressoché esclusiva negli ultimi anni) sui temi della disabilità, fondando nel 2000 Superabile.it, portale promosso dall’Inail e il blog “Invisibili” sul Corriere della sera. Era anche direttore del sito Superando.it promosso dalla Fish.
A Superabile era rimasto legatissimo e il suo ultimo impegno consisteva nella rubrica “Dr. Jekill e Mr. Hide” sulla rivista stampata mensile “Superabile Magazine”. Questo il suo ultimo articolo nel numero doppio di dicembre 2014-Gennaio 2015, non ancora uscito.

A caccia di parole

Ci vorrebbe un concorso per creativi. Lo dico sinceramente. Sarei davvero ricco se avessi voluto o potuto chiedere royalties su almeno due titoli che sono scaturiti dalla mia mente malata, in condizioni differenti, ma con il medesimo desiderio di individuare parole comprensibili a tutti, e capaci di svegliare chi dorme, anche nel mondo della comunicazione.

“SuperAbile” e “Invisibili”: ebbene sì, in tempi diversi e in contesti editoriali lontani, sono definizioni approvate in altrettanti brainstorming, ma scaturite da mie elucubrazioni mentali, stanco come ero, e come sono, delle banalità riferite al mondo delle persone con disabilità. SuperAbile nacque sulla scia dell’epopea sfortunata di Christopher Reeve, Superman divenuto negli anni terminali della sua esistenza un grande protagonista delle battaglie statunitensi per la ricerca e per i diritti delle persone paratetraplegiche e non solo. Da quell’accostamento onirico nacque la testata del portale Inail e di questo magazine.

Ne sono felice e orgoglioso. “Invisibili” è figlio di una constatazione personale, ossia la capacità della gente, per strada, nei negozi, nei luoghi pubblici, di non vedere – nel senso letterale – una persona con disabilità motoria, sensoriale o intellettiva. Ne è nato un blog molto seguito su Corriere.it e anche di questo sono felice e orgoglioso.

Ma mi domando: è possibile che il nostro mondo non riesca a elaborare con fantasia, ironia, leggerezza, coraggio, incoscienza, qualche altra chiave di comunicazione? Possibile che l’alternativa, orrenda, sia stato solo quel “diversamente abile” che tuttora invade e inquina ogni ragionamento sensato sulla pari dignità, sui diritti, sull’inclusione sociale? Forza giovani, scatenatevi. Io vorrei riposarmi.

Andare in pensione nella scuola

Andare in pensione nella scuola:
scheda di approfondimento

Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato la nota 18851/14 contenente le indicazioni operative per le cessazioni dal servizio del personale della scuola, a decorrere dal 1 settembre 2015, in attuazione del Decreto Ministeriale 886 del 1 dicembre 2014.

La domanda, compresa quella con contestuale richiesta di part-time, dovrà essere esclusivamente compilata attraverso le istanze online (POLIS) entro il 15 gennaio 2015. Per i dirigenti scolastici il termine è il 28 febbraio 2014 come previsto dalle norme del CCNL dell’Area V della dirigenza. Sul nostro sito è disponibile una guida  che illustra le procedure da seguire per la registrazione.

Abbiamo anche realizzato una scheda di approfondimento sui requisiti necessari per essere collocati in pensione. Per informazioni e consulenza è possibile rivolgersi alle nostre sedi locali e a quelle dell’INCA CGIL (in Italia e all’estero).

Franco Bomprezzi

La FISH saluta Franco Bomprezzi

“Franco è stato un esempio, un modello, un punto di riferimento per moltissimi. Odierebbe sentirselo dire, ma è stato il testimonial di un modo pulito, ottimista, coinvolgente di intendere i diritti umani. Ha dato moltissimo a FISH in termini di supporto, suggerimenti, critiche, aiutandoci a crescere e a migliorare. La sua scomparsa è una gravissima perdita umana, politica e culturale.”

Così Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap ricorda Franco Bomprezzi, mancato questa mattina a Milano.

Bomprezzi, giornalista e scrittore, è stato un instancabile animatore di iniziative a favore dei diritti umani e sociali delle persone con disabilità, usando con maestria la sua penna e la sua professionalità, ma anche partecipando direttamente alla vita associativa, prima nell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, poi nella FISH e nella Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità).

Era uno dei volti più noti e stimati fra le persone con disabilità e i loro familiari, ma non solo. La sua firma per il Corriere della Sera e la sua partecipazione a numerosi talk show lo hanno fatto apprezzare al pubblico più vasto per il garbo e la profondità dei suoi interventi.

Il cordoglio per la scomparsa di Franco Bomprezzi è unanimemente partecipato da tutte le associazioni federate e dalle persone che direttamente o indirettamente ne hanno conosciuto l’attività e l’impegno.

Scuola digitale, al via il portale “Protocolli In Rete”

Scuola digitale, al via il portale “Protocolli In Rete”
Online la vetrina degli accordi a cui le scuole possono aderire per migliorare la loro dotazione tecnologica

È in linea da oggi “Protocolli in Rete”, la vetrina digitale in cui il Miur, in un’ottica di trasparenza e di servizio alle scuole, inserirà tutti i Protocolli siglati sul digitale. Uno strumento tutto nuovo per consentire alle scuole di migliorare la loro dotazione tecnologica, aderendo agli accordi siglati dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca con aziende, associazioni, enti e fondazioni, che offrono gratuitamente alle scuole beni o servizi in materia di ICT (Infotmation and Communication Technology).
Affacciandosi alla vetrina ideata dal Ministero (al link http://www.istruzione.it/ProtocolliInRete/), le scuole potranno conoscere l’offerta di Protocolli attivati e certificati e candidarsi a partecipare sulla base delle proprie esigenze. Aziende, associazioni, fondazioni ed enti avranno invece la garanzia di una maggiore trasparenza e visibilità dei protocolli stipulati e potranno aderire a quelli già attivati, potenziandone l’effetto . L’obiettivo è attrarre il numero maggiore possibile di partner pronti a sostenere la scuola nel suo processo di innovazione. Innovazione degli ambienti didattici, dei processi organizzativi e potenziamento delle infrastrutture sono i tre ambiti generali d’intervento previsti.

Il portale, messo a punto dal Dipartimento per la Programmazione e la Gestione delle Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali del Miur, si inserisce nel percorso di dematerializzazione, modernizzazione, semplificazione e trasparenza dei processi avviato dal Ministero ed è in linea con le Linee Guida diffuse dall’Agenzia per l’Italia digitale e con le indicazioni contenute nel piano nazionale “La Buona Scuola”. Un Comitato di monitoraggio composto da docenti universitari ed esponenti della società civile verificherà costantemente lo stato dell’arte e i risultati raggiunti. Anche le scuole potranno esprimere il loro gradimento.

Nelle prime settimane di attivazione del portale, dal 18 dicembre 2014 al 9 gennaio 2015, è prevista una fase di familiarizzazione con il nuovo sistema, durante la quale sarà possibile inoltrare domande di partecipazione di prova aderendo ad un fac-simile di avviso. Contemporaneamente, le istituzioni scolastiche potranno già consultare i protocolli d’intesa e gli accordi operativi che il Miur ha siglato con diversi partner privati, nell’ambito di questa iniziativa. Al termine del periodo di prova, a partire da metà gennaio, verranno pubblicati i primi avvisi ai quali le scuole potranno aderire, e successivamente gli elenchi delle scuole beneficiarie.

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Precari, stipendi bloccati e black out Sidi: questa sarebbe la Buona Scuola?

da La Tecnica della Scuola

Precari, stipendi bloccati e black out Sidi: questa sarebbe la Buona Scuola?

Dal Miur si sono sforzati più volte di dire che tramite la piattaforma del cedolino unico avrebbero pagato tutti i supplenti ‘brevi’ assunti a novembre e dicembre. Il sottosegretario Davide Faraone ha usato toni trionfalistici per il via libera dei fondi da parte del CdM. Ma il Sistema informativo dell’Istruzione non si apre e non permette di pagare. E, comunque, non ci sarebbero i soldi per tutti. Non sarebbe il caso che qualche dirigente pagato profumatamente desse delle spiegazioni? E chiedesse scusa ai precari che passeranno il Natale senza stipendio?

Più volte in questi ultimi giorni, il Miur ha tenuto a far sapere, anche nero su bianco, che il Sidi, il Sistema informativo dell’Istruzione, nato per supportare gli uffici amministrativi scolastici, resterà aperto sino a notte fonda. Dall’amministrazione si sono sforzati in più occasioni di dire che sulla piattaforma del cedolino unico avrebbero accreditato i denari necessari per pagare tutti i supplenti ‘brevi’ per il loro lavoro svolto nei mesi di novembre e dicembre.

Addirittura il Governo si è esposto, coi i toni trionfalistici del sottosegretario Davide Faraone, che di sabato pomeriggio ha scomodato il suo ufficio stampa per fare sapere che il via libera ai 64 milioni di euro stanziati il giorno prima dal CdM, proprio per i pagamenti delle supplenze ‘brevi, rappresentano “un gesto politico di grande rilevanza. È un chiaro segnale che questo governo sta investendo molto nella scuola e non intende penalizzare chi, come i docenti e il personale ausiliario tecnico e amministrativo, lavora ogni giorno per il funzionamento dei nostri istituti”.

Tutto bene, quindi? Neppure per idea: i soldi accreditati sono in genere poco più della metà dei fondi necessari. E, come non bastasse, il Sidi non funziona: non è raggiungibile, non si apre, non permette di pagare. E, comunque, non ci sarebbero i soldi per pagare tutti.

Qualche precario, che passerà il Natale senza stipendio, ha addirittura fatto sapere di essere “tristemente” felice perché il sistema telematico che dà il là ai pagamenti non funziona. Se funzionasse, l’amministrazione dovrebbe decidere chi pagare e chi no. Magari tirando a sorte tra i supplenti.

E questa sarebbe la Buona Scuola?

E pensare che per legge da oltre un anno i pagamenti ai supplenti dovrebbero essere effettuati direttamente dal Miur. Eppure nessuno dei dirigenti ministeriali, con responsabilità diretta su questi aspetti, lautamente pagati (regolarmente!) con stipendi da 120 a oltre 200mila euro annui, viene mai sanzionato. Un precario, esasperato, ci ha scritto: “perché nessuno di loro si vergogna e chiede scusa?”.

Concorso per ds: rinvio a marzo?

da La Tecnica della Scuola

Concorso per ds: rinvio a marzo?

Ormai non ci sono dubbi: il regolamento che deve fissare le nuove regole per il concorso a dirigente scolastico non potrà essere emanato entro il 31 dicembre come previsto dalla legge.
I tempi sono stretti e a viale Trastevere sono troppo impegnati con le varie questioni legate al Piano Buona Scuola.
A questo punto regolamento e bando potrebbero uscire – nella migliore delle ipotesi – verso febbraio-marzo. I vincitori di concorso potranno quindi entrare in servizio non prima di settembre 2016.
Ciò significa che il 2015/2016 sarà un altro anno ricco di reggenze e quindi di difficoltà per le scuole.

Esiti di scrutini ed esami nella scuola secondaria di I grado

da La Tecnica della Scuola

Esiti di scrutini ed esami nella scuola secondaria di I grado

Resi noti i risultati riferiti all’a.s. 2013/2014, con poche novità rispetto alle precedenti rilevazioni, salvo un lieve aumento del tasso di ammissione, mentre la percentuale di successo all’esame resta stabile

Come ogni anno, il Miur ha reso disponibile il Focus “Esiti dell’esame di Stato e degli scrutini nella scuola secondaria di I grado”riferito all’a.s. 2013/2014.

Analizzando i dati di quest’anno, emerge quanto già osservato negli anni precedenti, vale a dire un leggero aumento del tasso di ammissione che dall’a.s. 2011/2012 è cresciuto di un punto percentuale (97,2%), mentre la percentuale di successo all’esame rimane stabile al 99,7%.

Poche le differenze a livello regionale,per quanto riguarda il tasso di ammissione. Fanno eccezione i dati rilevati nelle isole: infatti il tasso di ammissione agli esami degli studenti di Sicilia e Sardegna risulta più basso rispetto alla media nazionale rispettivamente di 1,4 e 2,3 punti percentuali, così come è più bassa di 0,3 punti percentuali la percentuale di superamento dell’esame. All’opposto, in Basilicata sono stati ammessi agli esami conclusivi del I ciclo 1,6 alunni su 100 in più rispetto alla media delle altre regioni e il tasso di promozione è risultato più alto di 0,2 punti percentuali.

Anche la composizione percentuale degli studenti licenziati all’esame conclusivo del I ciclo rispetto al voto conseguito rispecchia pressappoco la stessa situazione rilevata negli anni precedenti: poco più della metà dei promossi si concentra nelle prime due fasce di voto (6 e 7), sebbene sia riscontrabile un leggero andamento in crescita per le votazioni più alte.

Infatti, rispetto allo scorso anno, la quota di studenti che ha concluso il I ciclo di istruzione con la sufficienza ha subito un decremento di 2,5 punti percentuali; specularmente, 2,7 alunni su 100 si sono spostati nelle fasce di voto dall’otto al dieci e lode. L’aumento più consistente si è registrato per gli alunni che hanno conseguito nove o dieci come voto finale, aumentati rispettivamente di 0,7 e 0,9 punti percentuali

La variabile genere risulta discriminante nella distribuzione dei voti finali: le votazioni finali conseguite dalle studentesse superano quelle dei colleghi maschi. I ragazzi si concentrano principalmente nelle prime due classi di voto: 61,8% contro una percentuale del 46,9% delle femmine. Otto e nove sono le votazioni conseguite dal 43% delle ragazze mentre solo il 32,3% dei maschi raggiunge tali risultati.

Quasi 10 studentesse su 100 hanno concluso il ciclo con una votazione pari a dieci, contro appena 6 ragazzi su 100.

Per quanto concerne la dislocazione geografica, la distribuzione di voto degli alunni licenziati mostra una certa eterogeneità rispetto alla media nazionale. Ad esempio, in Calabria i dieci hanno superato di 2,3 punti percentuali la media nazionale, mentre meno brillanti sono risultati gli studenti di Sicilia e Sardegna dove su 100 licenziati si contano 2,6 e 2,9 sufficienze in più rispetto alla media nazionale.

Al crescere del voto conseguito all’esame, aumenta la preferenza verso un percorso di scuola secondaria di II grado.

I licenziati che hanno conseguito una votazione dal sette in su hanno presentato un’iscrizione presso una scuola secondaria di II grado per oltre il 90% dei casi, mentre coloro che hanno concluso il ciclo con la sufficienza hanno preferito per il 78,9% una scuola di secondo grado e per il 21,1% un percorso di istruzione e formazione professionale: il 12% ha scelto un percorso di IeFP presso gli Istituti professionali e il 9,1% ha scelto corsi presso strutture formative accreditate dalle Regioni.

I risultati ottenuti in fase di valutazione determinano scelte diverse anche tra coloro che hanno deciso di intraprendere un percorso di scuola secondaria di secondo grado.

La quota di iscrizioni al liceo aumenta con l’aumentare della votazione finale, passando dal 21,5% dei licenziati con sei al 94% dei licenziati con dieci e lode.

Specularmente, il 34,4% di coloro che hanno riportato un voto finale pari a sei ha scelto un istituto professionale, contro uno scarso 0,3% di licenziati con dieci e lode.

Archiviati gli scatti di competenza spuntano i prof esperti

da La Tecnica della Scuola

Archiviati gli scatti di competenza spuntano i prof esperti

Torna in auge la “vecchia” proposta di Valentina Aprea che adesso sembra essere condivisa anche dal PD

Al Miur si naviga a vista e il timoniere sembra non avere chiara la visuale della rotta da tenere.
Un giorno si parla di approvare alcuni provvedimenti, il giorno successivo, sentiti gli umori della piazza, si fa dietrofront e si torna al punto di partenza.
Così sta accadendo per le commissioni degli esami di Stato del secondo ciclo, dove un giorno si parla di commissioni fatte da docenti interni che il giorno successivo tornano ad essere commissioni miste. Ma qual è la vera intenzione del Miur? Difficile saperlo, ed inutile tentare di comprendere quale possa essere la linea logica tenuta dal ministero dell’Istruzione.
Sembra che al Miur agiscano in un verso o nell’altro a seconda dei consensi elettorali, cercando di non prendere provvedimenti, che possano scontentare troppe persone. Un altro grande dietrofront  del Miur, ma anche di tutto il governo Renzi, è quello sugli scatti di competenza per gli insegnanti. Infatti sull’abrogazione degli scatti di anzianità per gli insegnanti e la simultanea introduzione degli scatti di competenza, per il 66% di ogni collegio dei docenti, è ormai certo un deciso ripensamento.

La risoluzione immediata degli scatti d’anzianità in cambio dell’acquisizione di crediti professionali, didattici e formativi da accumularsi nei prossimi tre anni di servizio per tentare di avere uno scatto di competenza, è stato giudicato inadeguato dal partito democratico e dunque sarà tagliato dal progetto di riforma proposto dal governo. Ma adesso cosa succederà per fare passare il cosiddetto merito? Come potranno essere premiati gli insegnanti particolarmente meritevoli? Archiviati, e sembra essere una scelta definitiva, gli scatti di anzianità, adesso spuntano i docenti esperti. Chi sono costoro? Saranno pochi, ma pagati come veri e propri prof. In buona sostanza chi sarà “nominato” docente esperto avrà finalmente uno stipendio da professore europeo. Si potranno contare circa il 20 % di docenti per ogni scuola. Quale sarà il ruolo del docente esperto? Innanzitutto potrà concorrere più agevolmente e in modo preferenziale alla carriera da dirigente scolastico ma prima dovrà svolgere incarichi e responsabilità organizzative dentro la propria scuola.
Questa è la strada voluta dal partito democratico ma ancora prima segnata e portata avanti con tenacia da Forza Italia con l’On. Valentina Aprea. Tramontato l’obbrobrio normativo degli scatti di competenza, resteranno, rivisitati e corretti, gli scatti di anzianità e arriverà il tanto amato docente esperto voluto trasversalmente dai protagonisti del patto del Nazareno.

Le tre fasi di mobilità e l’assistenza al congiunto disabile

da La Tecnica della Scuola

Le tre fasi di mobilità e l’assistenza al congiunto disabile

 

Chi ha diritto alla precedenza per assistere un congiunto disabile nella prossima mobilità riferita all’anno scolastico 2015/2016? Per rispondere con precisione a questa domanda dobbiamo spiegare che la mobilità della scuola si divide in tre fasi.

Tali fasi sono definite dall’art. 4 dell’ipotesi di contratto del 26 novembre 2014. La prima fase si riferisce ai trasferimenti nell’ambito di uno stesso Comune, la seconda fase nell’ambito di una stessa provincia, ovvero si prendo in considerazione i trasferimenti tra i comuni diversi della stessa provincia ed infine c’è la terza fase dove si trattano i trasferimenti interprovinciali e la cosiddetta mobilità professionale. Per mobilità professionale si intendono i passaggi di ruolo e i passaggi di cattedra.

La precedenza che un docente potrebbe avere, per assistere un congiunto gravemente disabile, ai sensi dell’art. 7 comma 1 punto V dell’ipotesi di contratto sulla mobilità, dipende dalla fase di mobilità. Infatti bisogna sapere che nella prima fase, qualora il Comune sia mono distrettuale la precedenza per assistere il congiunto disabile non viene applicata a nessuno. Infatti in questa prima fase, solo nei Comuni formati da più distretti, viene riconosciuta la precedenza, in base all’art. 33 commi 5 e 7 della L. n. 104/92, richiamato dall’art. 601 del D.L.vo n. 297/94, ai genitori anche adottivi o a chi, individuato dall’autorità giudiziaria competente, esercita legale tutela del disabile in situazione di gravità, e al coniuge. Ovviamente in tali Comuni si deve chiedere il trasferimento da un distretto più lontano ad uno più vicino alla residenza del disabile. Per le suddette categorie di docenti richiedenti, la stessa precedenza viene riconosciuta anche per la II e III fase.

Cosa diversa invece è per i figli referenti unici che prestano assistenza al genitore disabile in situazione di gravità, per costoro la precedenza viene riconosciuta soltanto per la I fase, limitatamente ai Comuni con più distretti, e per la II fase. E’ importante sottolineare che i figli referenti unici che devono assistere un genitore in stato di gravità, non fruiscono della precedenza per la mobilità di III fase, ma non sono vincolati al blocco triennale dei neo immessi in ruolo.

In buona sostanza se per esempio un docente entrato in ruolo il 1° settembre 2014 a Milano ed assiste in qualità di referente unico il padre disabile in stato di gravità nella provincia di Vicenza, non potrà fruire della precedenza nella mobilità di terza fase tra Milano e Vicenza, ma non sarà soggetto, proprio per la condizione di figlio referente unico, al blocco triennale di chi è entrato in ruolo da poco.

Comunque esiste anche l’art. 8 dell’ipotesi del contratto di mobilità, che concede al docente, in qualità di parente referente unico, e quindi valido estensivamente non solo per i figli, ma anche per parenti ed affini entro il secondo grado, al fine di realizzare l’assistenza al familiare disabile, la precedenza nelle operazioni di utilizzazione e/o di assegnazione provvisoria.

Ente Locale e Istituto Scolastico: competenza specifica in materia di sicurezza

da La Tecnica della Scuola

Ente Locale e Istituto Scolastico: competenza specifica in materia di sicurezza

Spesso per quanto attiene la competenza specifica inerente un obbligo normativo in materia di sicurezza si crea un contrasto tra Ente Locale e Istituto Scolastico. Vediamoci chiaro.

In proposito è importante sottolineare che tutte quelle che sono attività relative ad interventi strutturali e di manutenzione, necessarie per garantire la sicurezza dei locali e degli edifici, alla loro fornitura e manutenzione sono a carico dell’Ente locale (l’art. 3 della Legge 11 gennaio 1996 n. 23). In merito ai predetti interventi gli obblighi (D.lgs. 81/2008) da parte dei Dirigenti scolastici si intendono assolti con la richiesta del loro adempimento all’Ente locale competente. A tal proposito l’art. 3 della Legge 11 gennaio 1996 n. 23 (Competenze degli enti locali ) così recita:

1. In attuazione dell’articolo 14, comma 1, lettera i), della legge 8 giugno 1990, n. 142, provvedono alla realizzazione, alla fornitura e alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici:

a) i comuni, per quelli da destinare a sede di scuole materne, elementari e medie;

b) le province, per quelli da destinare a sede di istituti e scuole di istruzione secondaria superiore, compresi i licei artistici e gli istituti d’arte, di conservatori di musica, di accademie, di istituti superiori per le industrie artistiche, nonché di convitti e di istituzioni educative statali.

2. In relazione agli obblighi per essi stabiliti dal comma 1, i comuni e le province provvedono altresì alle spese varie di ufficio e per l’arredamento e a quelle per le utenze elettriche e telefoniche, per la provvista dell’acqua e del gas, per il riscaldamento ed ai relativi impianti.

3. Per l’allestimento e l’impianto di materiale didattico e scientifico che implichi il rispetto delle norme sulla sicurezza e sull’adeguamento degli impianti, l’ente locale competente è tenuto a dare alle scuole parere obbligatorio preventivo sull’adeguatezza dei locali ovvero ad assumere formale impegno ad adeguare tali locali contestualmente all’impianto delle attrezzature.

4. Gli enti territoriali competenti possono delegare alle singole istituzioni scolastiche, su loro richiesta, funzioni relative alla manutenzione ordinaria degli edifici destinati ad uso scolastico. A tal fine gli enti territoriali assicurano le risorse finanziarie necessarie per l’esercizio delle funzioni delegate.

Invalsi, l’errore potrebbe essere madornale

da tuttoscuola.com

Invalsi, l’errore potrebbe essere madornale

Invalsi a rischio chiusura? titolavamo l’articolo dello scorso 15 dicembre. Ma se lo dovessimo scrivere oggi, saremmo tentati di titolarlo “Invalsi a rischio chiusura”, senza il punto interrogativo.

Questo perché non sono ancora rientrati al Senato i dieci milioni assegnati all’Invalsi, l’Istituto per la valutazione, “saltati” dalla Legge di Stabilità alla Camera.

Se non dovessero rientrare, pensiamo che si tratterebbe di un autogol epocale da parte del governo, che da un lato propone un modello di Buona Scuola basata sul merito, e dall’altro non è in grado di stanziare poche risorse (rispetto agli istituti di valutazione degli altri Paesi Ocse, i cui bilanci spesso ammontano a centinaia di milioni di euro) per sostenere l’istituto garante dei processi di valutazione del nostro sistema scolastico.

Sul tema, si è espressa oggi l’ex ministra dell’Istruzione Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera, che ha lamentato: “Ancora di più, oggi questo rischio [di un ritorno al passato] è già evidente, visto che il Governo non è nemmeno riuscito a garantire i dieci milioni necessari a garantire l’esecuzione delle prove Invalsi per l’anno scolastico in corso. (…) Il mancato finanziamento della partenza del sistema nazionale di valutazione e delle prove Invalsi del 2015 è inaccettabile per chi ha a cuore la qualità del nostro sistema di istruzione e formazione, che rischia di doverne  subire irrimediabilmente le conseguenze per almeno venti anni“.

In queste ore, la Commissione Bilancio del Senato sta tentando di recuperare l’emendamento accantonato che potrebbe ripristinare le risorse necessarie alla sopravvivenza dell’Invalsi, in vista del voto domani nell’Aula di Palazzo Madama.

Nota 18 dicembre 2014, Prot. n. 8145

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

AI DIRETTORI GENERALI DEGLI UFFICI SCOLASTICI REGIONALI
LORO SEDI
AL SOVRINTENDENTE SCOLASTICO PER LA PROVINCIA DI BOLZANO
AL DIRIGENTE DEL DIPARTIMENTO ISTRUZIONE DELLA PROVINCIA DI TRENTO
AI DIRIGENTI SCOLASTICI DEGLI ISTITUTI DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE STATALI E PARITARI
LORO SEDI
e, p.c.:
AL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI
ROMA
ALL’INTENDENTE SCOLASTICO PER LA SCUOLA IN LINGUA TEDESCA
BOLZANO
ALL’INTENDENTE SCOLASTICO PER LA SCUOLA DELLE LOCALITÀ LADINE
BOLZANO
ALL’ASSESSORE ALL’ISTRUZIONE E CULTURA DELLA REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE D’AOSTA
AOSTA
AL SOVRINTENDENTE AGLI STUDI DELLA REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE D’AOSTA
AOSTA
ALL’ASSESSORE AI BENI CULTURALI E PUBBLICA ISTRUZIONE DELLA REGIONE SICILIA
PALERMO
AI PRESIDENTI DELLE GIUNTE PROVINCIALI DELLE PROVINCE AUTONOME DI
BOLZANO – TRENTO

Oggetto: Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d’istruzione secondaria di secondo grado per l’anno scolastico 2014/2015 – Termini e modalità di presentazione delle domande di partecipazione – Tabella codici indirizzi di esame.

Facendo seguito al prot.7316 del 25-11-2014, relativa ai termini e alle modalità di presentazione da parte dei candidati interni ed esterni delle domande di partecipazione agli esami di Stato 2015, si trasmette in allegato la tabella con i codici relativi agli indirizzi di esame.

IL DIRETTORE GENERALE
Carmela Palumbo
F.TO PALUMBO

Indirizzi di esame

Nota 18 dicembre 2014, AOODGSIP Prot. n. 7443

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
D.G.per lo Studente, l’Integrazione e la partecipazione
Ufficio III

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
Loro Sedi
Ai Dirigenti degli Ambiti Territoriali Provinciali
Loro Sedi
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
Bolzano
All’ Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
Bolzano
All’ Intendente Scolastico per la Scuola Località Ladine
Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Trento
Al Sovrintendente degli studi per la Regione Valle D’Aosta
Aosta
Ai Dirigenti scolastici degli Istituti di ogni ordine e grado
Loro Sedi
Ai Referenti Regionali e Provinciali delle Consulte provinciali degli Studenti
Loro Sedi
Ai Dirigenti Scolastici
Loro Sedi
Al Forum dei Genitori
Al Forum degli Studenti

OGGETTO: Trasmissione LINEE DI INDIRIZZO PER FAVORIRE IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI ADOTTATI

Si trasmettono le LINEE DI INDIRIZZO in oggetto con preghiera di darne la più ampia diffusione, stante la rilevanza del documento, a tutte le istituzioni scolastiche, agli operatori del mondo della scuola e della sanità, agli stakeholder e a quanti a vario titolo si trovano a dover affrontare le problematiche afferenti all ‘inserimento dei bambini adottati nel sistema scolastico.
Esse, infatti, intendono rappresentare un agevole strumento di lavoro, con l’obiettivo di fornire conoscenze e linee programmatiche a carattere teorico-metodo logico che consentano alla scuola di garantire ai bambini e ai ragazzi adottati e alle loro famiglie ulteriori opportunità nel loro percorso di crescita.

Il Direttore Generale
Giovanna Boda

Linee di indirizzo per favorire lo studio dei ragazzi adottati

Circolare Ministeriale 18 dicembre 2014, n. 51

D.G. per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del SNI

AOODGOSV Prot. n. 8124

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Ai Presidenti delle Regioni
LORO SEDI
Ai Presidenti delle Province
LORO SEDI
Ai Sindaci dei Comuni
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta
AOSTA
Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine
BOLZANO
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per laProvincia
TRENTO
Agli Uffici territoriali degli U.S.R
LORO SEDI
Ai Dirigenti Scolastici delle scuole statali e paritarie
LORO SEDI
e, p.c, Al Gabinetto del Ministro
SEDE
All’Ufficio Legislativo
SEDE
Al Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
SEDE
Al Capo del Dipartimento per la Programmazione
SEDE
Al Coordinamento tecnico della IX Commissione della Conferenza delle Regioni
Via Parigi
ROMA
All’Ufficio Stampa
SEDE

Circolare Ministeriale 18 dicembre 2014, n. 51

OGGETTO: Iscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per “anno scolastico 2015/2016.

Intesa CU 18 dicembre 2014, n. 158

CONFERENZA UNIFICATA

Intesa, ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della legge 6 agosto 2013, n.97, sullo schema di decreto del Ministro per i beni e le attività culturali e del turismo che individua i requisiti necessari ad ottenere l’abilitazione per lo svolgimento della professione di guida turistica e la procedura di rilascio della stessa

Rep. Atti n. 158/CU del 18 dicembre 2014