Più risorse, meno chiacchiere. La scuola non è uno spot

Più risorse, meno chiacchiere. La scuola non è uno spot

Anno nuovo, solita vecchia propaganda.
Il video del premier sulla Buona Scuola apparso sul canale YouTube del Governo è l’ennesimo spot dal sapore vagamente millantatorio che, guardandosi bene dall’indicare nel merito obiettivi e contenuti, annuncia l’apertura di una misteriosa fase 2 del processo “democratico” di riforma, inaugurato dall’annuncio di fine estate de “La Buona Scuola” che, sempre a sentir Renzi, sarebbe stato boicottato dai mass-media…
Così il premier ci augura il buon anno segnalandoci che dopo la “grande apertura al dibattito”, dopo le fanfare, la tournée ministeriale, il mega-sondaggio strombazzato da pubblicità e giornaloni (sui cui esiti poco e nulla è dato sapere), ora si farebbe sul serio. “Entro fine febbraio scriviamo i decreti”, ci avverte Matteo, voi continuate pure a partecipare, a discutere, a criticare… “è una ricchezza”. Intanto noi tiriamo avanti.
Il sondaggio della FLC CGIL, realizzato da Quorum in contemporanea con quello del Governo, racconta un’Italia diversa: chi fa la buona scuola tutti i giorni – insegnanti, studenti, personale ATA, dirigenti scolastici – sa bene come stanno le cose: tagli, risorse che mancano, blocco dei contratti e degli stipendi, una fumosa e tragicomica cancellazione degli scatti d’anzianità a favore di una meritocrazia stracciona e dirigista (con quote già decise dall’alto, ogni anno, e il connesso rischio dell’arbitrio e della discrezionalità) e una sentenza della Corte di Giustizia Europea (a seguito della causa dei sindacati, tra cui la FLC CGIL) che impone all’Italia l’assunzione di TUTTI i precari della scuola (kit volantini e brochure).
Non c’è bisogno di annunci, insomma, né tantomeno di paroline magiche, ma di risorse e idee per rilanciare la scuola e l’istruzione pubblica: le chiacchiere stanno a zero.

Piani «Banda Ultra Larga» e «Crescita Digitale»: online i primi report della consultazione

Sono disponibili i primi report della consultazione pubblica online dei piani «Banda Ultra Larga» e «Crescita Digitale», conclusa il 20 dicembre 2014.

I piani, elaborati dalla Presidenza del Consiglio insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, all’Agenzia per l’Italia Digitale e all’Agenzia per la Coesione, sono finalizzati al perseguimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea in Italia.

La consultazione online ha contato 5.500 visite, fatte da 3.985 differenti utenti unici. Il testo Strategia italiana per la banda ultralarga ha ricevuto 349 commenti da 33 differenti utenti commentatori, mentre il testo Strategia per la crescita digitale 2014-2020 ne ha ricevuti 578 da 83 differenti utenti.

Insieme alla consultazione pubblica online, i due documenti sono stati discussi in riunioni e seminari sia con le amministrazioni regionali, sia con i vari stakeholders. Oltre ai commenti ricevuti con la consultazione online sono arrivati oltre 50 documenti di raccomandazioni da diversi attori economici del settore.

La documentazione è consultabile sul sito dell’AgID (Agenzia per l’Italia digitale).

Entro gennaio 2015 saranno adottati i documenti finali comprensivi della valutazione di tutte le osservazioni, commenti e raccomandazioni ricevute.

J. Didion, Democracy

Tra la vita e la storia

di Antonio Stanca

didionHa ottantuno anni e vive a New York sola dopo aver perso il marito, John Gregory Dunne, nel 2003 e in seguito la figlia adottiva, Quintana. Dalle due dolorose esperienze sono derivati due suoi memoir, L’anno del pensiero magico e Blue nights, divenuti famosi in poco tempo.

Si tratta di Joan Didion che è nata in California, a Sacramento, nel 1934 ed è stata una figura di rilievo nell’ambito della contemporanea cultura americana. Giornalista, saggista, scrittrice e sceneggiatrice di successo è stata la Didion. Ha cominciato come giornalista ed è giunta a scrivere per importanti testate ed a risultare tra i maggiori esponenti del New Journalism, di quel giornalismo americano che si verificò negli anni ’70 e si distinse perché di carattere soggettivo e più vicino alla narrazione che alla cronaca. Come giornalista la Didion ha partecipato attivamente alla vita politica del suo paese prima dalla parte dei conservatori poi dalla parte dei progressisti. Come scrittrice ha esordito nel 1963, quando aveva ventinove anni, col romanzo Run, River.  Già allora scriveva per i giornali e tra giornalismo, suo interesse primario, narrativa, saggistica e sceneggiatura ha continuato a muoversi ininterrottamente insieme al marito, pure lui scrittore. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra gli ultimi la National Humanities Medal ricevuta nel 2013 da Barack Obama. E’ considerata una delle maggiori giornaliste e scrittrici americane viventi.

Nella sua scrittura narrativa va notata la tendenza a collocare in una prospettiva storica più ampia la vicenda rappresentata, a mostrare quanto di particolare, di personale, di intimo può avvenire mentre grandi, gravi avvenimenti si stanno verificando nel mondo, nella società, nella politica, a collegare, a far procedere insieme i due elementi combinandoli in modo tale da far diventare difficile, a volte, seguirli. Altra nota distintiva della Didion scrittrice è la sua presenza nel narrato, la sua partecipazione a quanto nei romanzi viene rappresentato. Lo fa, ha dichiarato, perché vuole chiarire, ordinare le vicende delle quali scrive. Scrivere per lei, ha pure detto in un’intervista, significa cercare di mettere ordine in quel confuso movimento di idee che avviene nella sua mente ogni volta che pensa ad un romanzo.

E’ questo il motivo che la muove a comparire in prima persona nelle sue narrazioni anche se il linguaggio che usa è generalmente di tipo sentenzioso, cioè conciso, lapidario, e spesso non procura la chiarezza voluta. Così avviene pure in Democracy , quarto romanzo della Didion. Lo pubblicò nel 1984 e nello stesso anno comparve in Italia per i tipi della casa editrice Frassinelli. Recentemente è stato pubblicato dalla E/O di Roma con la traduzione di Rossella Bernascone. Anche in Democracy accanto alla storia maggiore si svolge una minore che con essa si combina in un intrico che la scrittrice si propone di spiegare e per questo compie delle ricerche, rintraccia, interroga, come fa vedere nell’opera, i protagonisti o alcuni di essi. Solo alla fine, però, si saprà quanto è avvenuto nel Sud-Est asiatico durante quei famosi secondi anni ’60 e primi anni ’70 quando, mentre nel Vietnam si combatteva, mentre grossi interessi internazionali si confrontavano a spese di altre popolazioni e di altri territori, si svolgeva pure la vicenda amorosa tra l’affascinante Inez Victor, moglie del senatore americano e probabile candidato alla Casa Bianca Harry Victor, e Jack Lovett, uomo d’affari intento a trarre grossi guadagni da quanto stava allora succedendo in quella parte dell’Asia, dalla guerra che si stava combattendo, dai traffici ai quali era interessato. In questi luoghi, tra le zone direttamente coinvolte negli scontri armati e le altre circostanti comprese le infinite isole dell’Oceania con i loro cieli, i loro mari, le loro albe, i loro tramonti, le loro luci, i loro colori, nasce l’amore di Inez e di Jack. Tra i tanti familiari di lei, tra le loro tante case, i loro costumi, i loro discorsi, le loro serate, i loro lussi, i loro vizi, i loro sprechi, le loro vanità, le loro esibizioni, tra tutto quanto può rientrare nella vita di una ricca e potente famiglia americana e gli interessi, i calcoli, i guadagni di persone ad essa vicine che possono gestire i destini di intere popolazioni sottosviluppate, si svolge una vicenda intima, propria del sentimento. Nell’opera sono tante le situazioni, le presenze, tanti i luoghi, i tempi che difficile risulta il suo percorso. Tanto, tutto vuol dire la Didion di certi ambienti, di certa vita, di certi eventi, li vuole mostrare in ogni loro risvolto, vuole cogliere ogni pensiero, azione, parola di chi vi fa parte quasi stesse facendo una registrazione. Non si capisce, infatti, se la sua indagine serva a farle formulare un giudizio circa quanto mostrato, circa la clandestinità, il malcostume scoperti, oppure se voglia rimanere soltanto una registrazione. Non è mai chiaro cosa la Didion persegue tramite le ricerche che con i suoi romanzi si propone di fare nella vita, nella storia, non si capisce se vuole esprimere delle valutazioni, assegnare delle responsabilità, attribuire delle colpe, riconoscere dei meriti o soltanto soddisfare il suo bisogno di sapere, di conoscere quanti aspetti possono assumere quella vita, quella storia. Assente, distaccata rimane la scrittrice davanti a quel che scopre, l’importante sembra averlo scoperto, averne scritto. Come la sua Inez la Didion di questo romanzo assiste al crollo di ogni certezza, alla fine di ogni aspirazione, all’uccisione della sorella e del suo amico da parte del padre, alla morte improvvisa di Jack, alle drammatiche conseguenze della guerra, come lei rimane sola di fronte ad una vita simile, ad una storia simile senza far sapere cosa pensa.

Dopo 17 anni torna a riunirsi l’Osservatorio per l’edilizia scolastica

da Il Sole 24 Ore

Dopo 17 anni torna a riunirsi l’Osservatorio per l’edilizia scolastica

di Eugenio Bruno

Riapre i battenti dopo 17 anni l’Osservatorio per l’edilizia scolastica. La riunione di insediamento dell’organismo che si era riunito l’ultima volta nel 1998 è prevista per oggi alle 15 al ministero dell’Istruzione. A presiederlo sarà il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone. Ai lavori parteciperanno anche i rappresentanti dei ministeri dell’Economia, delle Infrastrutture e dei Beni culturali e del Turismo.Oltre a quelli di Anci, Upi e coordinamento delle Regioni. L’Osservatorio dovrà svolgere attività di supporto nella programmazione e attuazione degli interventi di edilizia scolastica, al fine di armonizzare l’elaborazione del piano nazionale e dei piani regionali.

Gli interventi programmati
Per Faraone l’appuntamento di oggi è «un segnale chiaro di quanto il tema della sicurezza delle scuole stia davvero a cuore a questo Governo». A supporto della sua tesi il sottosegretario ha poi sciorinato una serie di numeri sugli interventi già in cantiere: «Nel corso di quest’anno verranno aperti circa 1.600 cantieri per la messa in sicurezza di plessi scolastici e che rientrano nel capitolo di interventi #scuolesicure. Altrettanti – ha aggiunto – saranno i cantieri di #scuolenuove. Si stimano poi quasi 600 interventi di efficientamento energetico e almeno 100 nuove scuole da realizzare con fondi Inail. Per quanto riguarda il filone #scuolebelle – ha concluso Faraone – entro la primavera del 2016, si interverrà per la manutenzione e l’abbellimento di circa 15mila istituti».

149 scuole già iscritte al concorso sulle piazze Mibact-Miur

da La Stampa

149 scuole già iscritte al concorso sulle piazze Mibact-Miur

“Spazio pubblico e democrazia, gloria, degrado e riscatto delle piazze d’Italia”
napoli

Hanno già aderito 260 classi di 149 scuole in 63 città e 12 regioni al concorso sulle piazze d’Italia bandito dal Miur con la Fondazione Napolinovantanove nell’ambito di un protocollo d’intesa tra il Mibact e il Miur, nel quale è inserito il progetto napoletano “La scuola adotta un monumento”.

Il concorso “Spazio pubblico e democrazia, gloria, degrado e riscatto delle piazze d’Italia” sarà presentato il prossimo 14 gennaio nella sala della Protomoteca in Campidoglio, presenti il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, informa una nota, il sindaco di Roma, Ignazio Marino, e il presidente della Fondazione Mirella Barracco.

L’obiettivo è di porre l’attenzione sullo spazio pubblico e i suoi luoghi aperti, in particolare le piazze, con l’intento di svolgere un approfondito lavoro di conoscenza sul patrimonio e sulla storia della città in cui si vive, permettendo agli studenti coinvolti di studiarli, descrivendone le bellezze o denunciandone il degrado, «con il fine di rivalorizzarli e riportarli alla loro funzione di luogo di scambio».

9 maturandi su 10 all’oscuro del premio per la lode

da La Stampa

9 maturandi su 10 all’oscuro del premio per la lode

L’iniziativa si chiama “Io Merito – Valorizzazione delle eccellenze” ma molte scuole non la comunicano ai ragazzi
roma

Il premio per la lode alla Maturità c’è ma molte scuole si “dimenticano” di comunicarlo agli studenti. Scuolazoo, dopo aver ricevuto segnalazioni, ha indagato e scoperto istituti che non comunicano ai ragazzi le procedure per ottenere il premio in denaro che spetta loro.

La lode agli esami di maturità è stata istituita nel 2007 dall’allora Ministro Fioroni. A ogni studente spettavano 1000 euro. L’iniziativa si chiama “Io Merito – Valorizzazione delle eccellenze”. Negli anni, visto il crescente e improvviso numero degli studenti “lodati”, il premio – spiega il portale – è andato sempre di più diminuendo arrivando a dimezzarsi.

Da allora ogni anno tra settembre e ottobre il Ministero manda una circolare ai direttori degli uffici scolastici Regionali e a tutti i Dirigenti scolastici invitandoli a informare dell’iniziativa docenti, studenti e famiglie.

A Maturità terminata i presidi dovrebbero convocare i diplomati con lode, far firmare loro l’Informativa per il trattamento dei dati personali e poi procedere a inserire i dati dello studente sulla piattaforma Sidi, comunicando in questo modo al ministero i nominativi dei ragazzi aventi diritto al Premio lode.

Ma non sempre le cose vanno così. «Abbiamo ricevuto, infatti, la segnalazione di uno studente della provincia di Caltanissetta che l’anno scorso ha preso la lode alla Maturità ma di questa iniziativa non era stato informato dalla scuola. Allora si è recato in segreteria per chiedere delucidazioni e nessuno, compresa la Preside – racconta il portale – ha saputo dirgli niente in merito a questo fantomatico premio lode. Hanno affermato di non conoscere l’iniziativa ministeriale e che se lo studente avesse voluto saperne di più avrebbe dovuto scrivere una lettera formale “per richiedere maggiori informazioni”. Intuita la paradossalità della situazione siamo intervenuti noi. Abbiamo chiamato la segreteria della scuola e dopo due giorni di resistenze e temporeggiamenti, sono venuti improvvisamente e magicamente a conoscenza del premio e hanno addirittura, con noi in linea telefonica, inserito i diplomati con lode nella piattaforma del Miur».

Il portale ha deciso allora di indagare scoprendo altri casi simili su tutto il territorio nazionale. Da un sondaggio è risultato che 9 maturandi su 10 (su 50 mila rispondenti) sono all’oscuro della possibilità di ricevere questo premio in denaro.

I nuovi prof un anno in prova. E il preside diventa sindaco

da Corriere della sera

I nuovi prof un anno in prova. E il preside diventa sindaco

Selezione, risorse, materie: tutti i nodi della riforma della scuola

Orsola Riva

Di rinvio in rinvio, la grande riforma della scuola di Matteo Renzi dovrebbe finalmente vedere la luce alla fine di febbraio. Lo ha annunciato il premier due giorni fa. Gli ingredienti sono noti. Primo: assunzione in blocco di quasi 150 mila «precari storici». Secondo: introduzione del merito: a essere valutati non saranno più solo gli studenti ma anche i prof e il loro stipendio varierà di conseguenza (ma su quali basi e chi darà loro le pagelle è ancora tutto da chiarire). Terzo: potenziamento di alcune materie — arte, musica, informatica, inglese — e più ore per laboratori e stage in azienda. Ultimo ma non ultimo — Renzi ci ha messo la faccia fin dal suo insediamento — l’edilizia scolastica. Tutti ingredienti più che «buoni» sulla carta, ma basteranno a mettere davvero in sicurezza la scuola italiana e i nostri figli? I nodi da sciogliere sono ancora tanti. Vediamo i principali.
Stabilizzazione dei prof
I 150 mila neo assunti saranno tutti all’altezza del ruolo? Molti di loro (uno su cinque) non insegnano più da anni, altri hanno abilitazioni per materie ormai uscite dai programmi. L’allarme lanciato dagli esperti è stato raccolto anche dal governo. «Forse dal piano di assunzioni — ammette il sottosegretario Davide Faraone — si potrebbero escludere i docenti di materie non più utili come la dattilografia». E tutti gli altri? Bisognerebbe formarli. Sì, ma con quali soldi? E allora ecco che si profila una soluzione più drastica: il cosiddetto anno di prova previsto per legge ma finora solo sulla carta. «Quell’anno deve diventare decisivo per la permanenza dei neoassunti», taglia corto Faraone. Più facile a dirsi che a farsi: come non immaginare la valanga di ricorsi da cui sarebbe sommerso il ministero?
Gli esclusi
Se è vero che l’assunzione dei precari storici è stata pensata per sanare un’ingiustizia, in realtà ne apre un’altra. Ci sono infatti decine di migliaia di prof (circa centomila) che prestano servizio nelle nostre scuole ma sono rimasti tagliati fuori. Loro dovranno aspettare il concorso del 2016. Unica concessione al vaglio del governo: una «quota riservata» dei 40 mila posti in palio.
Il merito
È la vera incognita della riforma. Nel testo della Buona Scuola si era ipotizzata l’eliminazione tout court degli scatti di anzianità per un sistema in teoria incentrato appunto sul merito in realtà alquanto arbitrario: scatti ogni tre anni a due prof su tre, i «migliori» di ciascuna scuola. La norma è saltata, gli scatti di anzianità sono tornati al loro posto (anche se Faraone precisa che sullo stipendio peserà molto di più la quota premiale legata al merito) e soprattutto non è chiaro chi valuterà cosa. Su tutto il sistema, però, dovrebbe vigilare il preside, nuovo «sindaco della scuola».
Nuove materie
Va bene puntare su musica, storia dell’arte ed educazione fisica (20 mila nuove cattedre) e pure sul «coding» (la programmazione informatica tanto sbandierata anche se ammonta ad appena un’ora di lezione all’anno) ma com’è che nessuno si preoccupa dei pessimi risultati dei nostri figli in italiano e in matematica? «I dati Invalsi e Ocse dicono che i ragazzi italiani non sanno leggere: dovrebbero maneggiare non solo testi letterari ma anche scientifici, mentre noi continuiamo a insegnare loro a contemplare i libri, non a capirli. Molti dei problemi in matematica hanno origine nella difficoltà di lettura: spesso i risultati peggiori i ragazzi li danno non sulle domande più ostiche ma su quelle che hanno una forma meno scolastica», dice il professor Matteo Viale, docente di linguistica italiana all’Università di Bologna. Bisognerebbe adottare una nuova didattica trasversale, ma di didattica nella Buona Scuola di Renzi non si parla proprio.
Scuola-lavoro
Altro mantra del governo che più volte ha detto di volersi ispirare al cosiddetto «sistema duale» tedesco, anche se nella legge di Stabilità sono saltati i 10 milioni che dovevano servire a raddoppiare le ore di alternanza. Vedremo nel decreto di fine febbraio. Con una avvertenza: l’Italia non è la Germania ed è bene che il governo vigili sulle storture già in atto (vedi i 2.700 studenti del Centro-Sud che venivano sfruttati come manodopera a basso costo da alberghi e ristoranti del Nord proprio dietro lo schermo dell’alternanza scuola-lavoro).
Edilizia scolastica
Infine i muri, la grande scommessa lanciata da Renzi: un miliardo per 21 mila scuole. Tre i capitoli: #scuolenuove (rifacimento o costruzione di nuovi plessi), #scuolebelle (piccola manutenzione) e #scuolesicure (messa a norma e in sicurezza). Il più critico, al momento, è anche quello più importante: ovvero la sicurezza. A dicembre 500 sindaci hanno marciato su Roma perché, pur avendo già effettuato i lavori, non erano ancora riusciti a riscuotere i fondi della prima tranche. Il governo conta di far partire entro la fine di quest’anno 1.600 cantieri di #scuolesicure ed altrettanti di #scuolenuove ed altri 15.000 per #scuolebelle entro primavera 2016. I conti, li faremo alla fine.

La Legge di Stabilità regala tagli sostanziosi alla scuola

da La Tecnica della Scuola

La Legge di Stabilità regala tagli sostanziosi alla scuola

Lo sostengono i parlamentari ‘grillini’: mentre il primo ministro parla di riforma “dal basso”, intanto però dall’alto arrivano sostanziosi tagli, che incidono sul funzionamento ordinario della scuola e coinvolgono docenti, tecnici, amministrativi e ausiliari”.

I parlamentari del Movimento 5 Stelle puntano il dito contro le norme sulla scuola contenute nella Legge di Stabilità approvata prima di Natale e già esecutiva con il nuovo anno.

“La scuola che riapre i battenti nel 2015 deve fare i conti con i tagli realizzati da Renzi e dal Pd nella legge di Stabilità. Mentre il primo ministro parla di riforma “dal basso”, intanto però dall’alto arrivano sostanziosi tagli, che incidono sul funzionamento ordinario della scuola e coinvolgono docenti, tecnici, amministrativi e ausiliari”, si legge in una nota dei ‘grillini’.

“Mentre il fondo di circa 500 milioni destinato alle scuole paritarie non subisce alterazioni, vengono tagliate le supplenze (200 milioni all’anno a partire dal 2016), gli esoneri e semiesoneri per i vicari (34 milioni) e salta la figura del responsabile provinciale di educazione fisica”, aggiungono i parlamentari M5s che rimandano ad un loro portale nel quale vengono indicati “tagli e regali che il Movimento ha contrastato ma che il governo ha approvato in legge di Stabilità, senza ascoltare ragioni”.

Forti critiche alla Legge di Stabilità sono giunte anche dall’Anief, secondo cui il miliardo iniziale difinanziamento per assunzioni e formazione, studentesca e del personale, non minimizza i provvedimenti nefasti che danneggeranno il personale e gli studenti: dal blocco degli stipendi dei dipendenti fino al 2015, di fatto al 2018, alla riduzione di spesa al comparto superiore al 1 miliardo; dalla sparizione della figura del vicario del preside al ridimensionamento del personale distaccato, fino alla perdita di altri 2.020 Ata. La politica dei tagli ad oltranza tocca anche gli atenei pubblici, l’Afam e gli Enti di ricerca.

Ma il sindacato guidato da Marcello Pacifico reputa soprattutto grave la scomparsa delle supplenze cosiddette ‘brevi’, che nella “Buona Scuola” costano quasi due milioni di euro e sono ritenute inutili, al punto che saranno affidate come ore di straordinario al personale in servizio dietro pagamento dal fondo d’istituto (684 milioni da ascrivere al Miglioramento dell’Offerta Formativa, il Mof), peraltro ridotto già oggi di oltre la metà dei fondi del 2011, a seguito degli ultimi interventi contrattuali (CCNL 2013, CCNL 2014).

“Con questa mossa finale – scrive l’Anief – il decremento del servizio scolastico è purtroppo garantito, perché le sostituzioni del personale in forza alle segreterie scolastiche si attueranno senza alcun interesse per la qualifica ma con il solo scopo di risparmiare: il collaboratore scolastico, infatti, farà l’assistente amministrativo, con la sua retribuzione tabellare. Confermando, in tal modo, il profondo disinteresse nel documento governativo sul personale ATA che, infatti, nella legge è oggetto di nuovi tagli, sulla linea di quanto disposto dalla Legge Tremonti-Gelmini 133/2008: la prevista cancellazione di 2.020 Ata porterà lo Stato ad assicurarsi una riduzione nella spesa di personale pari a circa euro 50 milioni a decorrere all’anno scolastico 2015/2016. Con altri risparmi che stavolta dovranno arrivare anche da un ripensamento delle commissioni e dei compensi per lo svolgimento degli esami di maturità (ulteriori 100 milioni di euro, derivanti dalla composizione di soli docenti interni agli istituti)”.

900 milioni in arrivo per nuove scuole

da La Tecnica della Scuola

900 milioni in arrivo per nuove scuole

Arriva un maxi-prestito ai comuni che, con ogni probabilità, sarà concesso interamente dalla Bei e che sarà ripagato dallo Stato: fino a 40 milioni l’anno per 30 anni per le nuove scuole

La misura dovrebbe consentire di mettere a disposizione una cifra che la Bei stima tra 800 e 900 milioni di euro; e che per di più è esente dal patto di stabilità.

Lo scrive Il Sole 24 Ore.  Per i fortunati enti che supereranno la selezione si apre la possibilità di realizzare l’opera gratis, con la sola condizione di gestire l’appalto entro i tempi indicati. Ma la condizione è che i comuni si devono muovere subito perché le Regioni cominceranno a chiedere i progetti entro gennaio: ce la faranno?

L’attuazione è infatti condizionata a un Dm attuativo già firmato dal ministero dell’Istruzione, e che il ministero delle Infrastrutture e soprattutto dell’Economia firmeranno a breve. Al Miur si riunisce (per la prima volta dopo 20 anni) l’osservatorio per l’edilizia scolastica.

La possibilità risale al Dl Istruzione, n. 104/2013 (articolo 10), che prevede l’accensione di mutui trentennali, con Bei, Cdp e Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa (o altri intermediari finanziari). I soldi possono essere spesi per nuove scuole o per ristrutturazioni di edifici esistenti, palestre scolastiche e alloggi per studenti.

Le Regioni raccoglieranno le richieste dei Comuni e stileranno dei piani triennali di edilizia scolastica da trasmettere al ministero dell’Istruzione. La programmazione triennale 2015-2017 deve anche specificare gli interventi per ciascun anno del triennio.

Sono finanziabili solo gli interventi da realizzare: espressamente escluse le opere già appaltate. Non è necessario il progetto esecutivo. L’importante che l’ente appalti il lavoro entro il 30 settembre 2015, anche con aggiudicazione provvisoria.

Mentre Comuni e Regioni lavorano sui piani triennali, il Miur quantifica il “montante” delle risorse a disposizione e le ripartisce tra le Regioni in base a numero di scuole, popolazione scolastica e affollamento delle strutture. Un successivo Dm Economia (d’intesa con Miur e Mit) autorizza le Regioni a stipulare i mutui.

Queste le principali tappe e scadenze, scrive sempre Il Sole 24 Ore: entro il 15 febbraio 2015 il Miur ripartisce le risorse tra le Regioni (che potranno aggiungere risorse proprie).

Entro il 31 marzo 2015 le Regioni inviano al Miur i piani triennali. Entro il 30 aprile 2015 il Miur approva (con decreto) la programmazione nazionale sulla base dei vari piani regionali. Sempre entro il 30 aprile 2015, un Dm Economia-Istruzione-Infrastrutture autorizza la stipula dei mutui. L’autorizzazione alla stipula fa scattare il termine di 15 giorni entro il quale vanno bandite le gare.

Entro il 30 settembre 2015 i lavori vanno aggiudicati. Anche se ciascuna banca (Bei, Cdp o Bsce) può concedere i soldi, di fatto i tassi più convenienti si attendono dalla Bei. È per questo che l’architettura che si sta definendo prevede che l’intera provvista arrivi dalla Bei. Cdp sarà invece lo snodo operativo: trasferirà i soldi dalla Bei alle Regioni e restituirà il prestito con fondi statali. Come detto, la Bei stima che la cifra complessivamente disponibile oscillerà tra 800 e 900 milioni. Il tasso – spiegano i tecnici Bei – sarà determinato nel momento in cui si accederà alle stipule, nella prima metà del 2015. La Banca europea per gli investimenti sta ovviamente preparando tutto il necessario per essere pronta a gestire l’operazione. La Bei fa notare che non è la prima volta che la banca sostiene i mutui di enti locali; è però la prima volta che gli interventi vengono inquadrati in una misura unitaria e organica.

Esuberi: sfondato il tetto dei 10 mila

da La Tecnica della Scuola

Esuberi: sfondato il tetto dei 10 mila

Come si potranno garantire le assunzioni se in alcune classi di concorso gli esuberi si contano a centinaia?

Si parla tanto di assumere 150 mila precari dalle graduatorie ad esaurimento, ma non si tiene per nulla conto che la capacità di contenimento degli organici della scuola è satura a tal punto che si contano esuberi oltre le 10 mila unità.
Contraddizioni di un Paese dove non esistono certezze e non si comprende quale sia la strada da perseguire. Riforme che vengono calate dall’alto, anche se si sostiene, incredibilmente, che arrivano dal basso, assunzioni a perdere anche se si devono fare i conti con migliaia di esuberi. I docenti in esubero sono in gran parte nelle scuole secondarie di secondo grado, dove risultano non avere una cattedra nel loro ruolo di titolarità ben 7071 docenti. Classi di concorso come A019, cioè diritto , hanno 365 docenti in esubero di cui 80 solo in Sicilia, ma anche classi di concorso che non conoscevano crisi, come A051, italiano e latino, contano 156 esuberi, di cui 47 solo in Sardegna. E che dire della classe di concorso A031 (educazione musicale negli Istituti di Istruzione secondaria di II grado)? Conta ben 287 esuberi, con 44 docenti DOP in Sicilia.
Problematiche che si acuiscono nelle classi di concorso C300 e C260 , in cui insegnano gli ITP che sono praticamente in fase di estinzione. In buona sostanza mentre gli esuberi hanno sfondato il tetto dei 10 mila docenti, contando anche le scuole secondarie di primo grado e le scuole d’infanzia e primaria, si pensa ad assumere anche dalle classe di concorso in esubero, senza invece affrontare prima il problema di chi è già in ruolo e non ha nemmeno una cattedra di titolarità. Contraddizioni di un Paese dove tutto è possibile ma nulla di concreto viene poi effettivamente fatto.

Riparte (dopo quasi vent’anni) l’Osservatorio sull’edilizia scolastica

da La Tecnica della Scuola

Riparte (dopo quasi vent’anni) l’Osservatorio sull’edilizia scolastica

 

L’Osservatorio risulta rinnovato nelle sue funzioni grazie ad un accordo raggiunto poco meno di un anno fa in Conferenza Unificata.

Nella giornata dell’8 gennaio si insedierà presso il Ministero dell’Istruzione l’Osservatorio per l’edilizia scolastica.
“L’ultima riunione – ricorda il sottosegretario Davide Faraone – risale al 1998, cioè a quasi venti anni fa. Si tratta di un segnale di attenzione da parte del Governo”.
Oltre al rappresentante del Miur faranno parte dell’Osservatorio rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e del Ministero dei Beni Culturali.
Ma ci saranno anche rappresentanti dell’Anci (l’Associazione dei Comuni), dell’Upi (l’Unione delle Province) e del Coordinamento delle Regioni.
L’Osservatorio dovrà svolgere attività di supporto nella programmazione e nella attuazione degli interventi di edilizia scolastica, soprattutto con lo scopo di armonizzare l’elaborazione del piano nazionale e dei piani regionali.
“La ripartenza dell’Osservatorio e dell’Anagrafe dell’Edilizia – sostiene Faraone – è un segnale chiaro di quanto il tema della sicurezza delle scuole stia davvero a cuore a questo Governo”
“Che l’edilizia scolastica sia una priorità – aggiunge il sottosegretario – lo dimostrano i numeri. Nel corso del 2015, infatti, verranno aperti circa 1.600 cantieri per la messa in sicurezza di plessi scolastici e altrettanti saranno i cantieri di #scuolenuove. E ci saranno anche 600 interventi di efficientamento energetico e almeno 100 nuove scuole da realizzare con fondi Inail”.
“Per quanto riguarda il filone #scuolebelle – conclude Faraone – entro la primavera del 2016, si interverrà per la manutenzione e l’abbellimento di circa 15.000 istituti”.

Riduzione delle fasce di anzianità e centralità del comitato di valutazione

da La Tecnica della Scuola

Riduzione delle fasce di anzianità e centralità del comitato di valutazione

Cosa bolle in pentola per la scuola? Dietro le contorsioni di un Premier in difficoltà, pescato con le mani nella marmellata, mentre tenta di agevolare il partner del sibillino patto del Nazareno, si rinvia la riforma della scuola a dopo elezioni del Quirinale.

Se tutto dovesse filare liscio, ma le imboscate potrebbero essere dietro l’angolo, la riforma della scuola troverà la sua forma ed anche la sua sostanza alla fine del mese di febbraio. Ma quali saranno le novità di spicco di questa riforma, rispetto a quanto già emerso nel documento della cosiddetta Buona Scuola?

Una fra tutte è la retromarcia sull’abolizione totale degli scatti di anzianità. Gli scatti di anzianità rimarranno, ma saranno rimodulati con una riduzione numerica delle fasce. Oggi, con il contratto attuale, la prima fascia va da 0 a 8 anni di anzianità, la seconda va da 9 a 14, la terza da 15 a 20, la quarta da 21 a 27, la quinta da 28 a 34 e l’ultima fascia si ottiene con l’entrata nei 35 anni di anzianità. Quindi si tratta di 6 fasce in cui lo stipendio lordo di un docente delle scuole secondarie aumenta di circa mille euro (ovviamente lorde), per gli insegnanti delle scuole d’infanzia e primarie, le fasce di anzianità sono le medesime ma lo stipendio aumenta soltanto di circa 750 euro lorde.

Con la riforma della Buona Scuola, stanno pensando ad una riduzione del numero delle fasce, in modo che si scatti soltanto quattro volte in una intera carriera.

Quindi, allo studio del Miur ci sarebbero 4 scatti, uno ogni 10 anni circa, ed ogni scatto prevede un aumento lordo e massimo di circa 150 euro. Una riduzione dell’anzianità economica del docente di quasi il 50%, il risparmio ricavato da questa operazione dovrebbe finire, ai pochi fortunati docenti meritevoli.

Ma chi deciderà sul merito degli insegnanti? Decisione che tra l’altro porterà solo per coloro che saranno ritenuti docenti privilegiati, anche un aumento salariale ogni lustro. Tale aumento dovrebbe aggirarsi intorno ai 100 euro. A decidere chi saranno i docenti meritevoli, dovrebbero essere i comitati di valutazione della scuola, che oltre a valutare l’anno di prova dei docenti neo immessi in ruolo, dovranno valutare anche il merito dei propri colleghi. Queste sono le delicatissime novità che stanno impegnando, e non poco, i tecnici del Miur.

Si tratta per adesso solo di intenti, che il Miur sta cercando di fare quadrare nel migliore dei modi e soprattutto per non ricevere contestazioni pesanti. Il fine ultimo di queste manovre tecniche del Miur, è riuscire nell’operazione della riduzione delle fasce di anzianità degli insegnanti e fare diventare centrale il comitato di valutazione della scuola. Anche se si sa che il fine giustifica i mezzi, non è per nulla chiaro in quale modo il Miur riuscirà a fare passare, senza una veemente reazione sindacale, queste grandi novità.
Attendiamo di capire meglio le prossime mosse provenienti da viale Trastevere.

Concorso a ds: slitta al 31 marzo il termine per l’emanazione del nuovo bando

da La Tecnica della Scuola

Concorso a ds: slitta al 31 marzo il termine per l’emanazione del nuovo bando

Si tratta del solito dispositivo annuale denominato volgarmente “Milleproroghe” indicativo del fatto che la nostra amministrazione statale non riesce mai a rispettare le scadenza di tutti i termini previsti da precise disposizioni di legge.

Lo rende noto una comunicazione dell’Anp che aggiunge come la ripetitività di tale dispositivo meriterebbe un ampio approfondimento, benchè oggi interessa dire che il D.L. 192/2014, art. 6 (Proroga di termini in materia di istruzione), comma 6, dispone:

“All’articolo 1, comma 2-ter, del decreto-legge 7 aprile 2014, n.58, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 giugno 2014, n. 87, le parole: “Entro il 31 dicembre 2014” sono sostituite dalle seguenti: “Entro il 31 marzo 2015”.

Per cui il nuovo testo dell’art.1, comma 2-ter del D.L. 58/2014 risulta così modificato:

“-2-ter. ((Entro il 31 marzo 2015)), e’ bandita ai sensi dell’articolo 17, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2013, n.104, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013, n.128, la prima tornata del corso-concorso nazionale per il reclutamento dei dirigenti scolastici per la copertura delle vacanze di organico delle regioni per le quali si e’ esaurita la graduatoria di cui al comma 1-bis del medesimo articolo 17. […]

Ancora una volta, e non solo relativamente al concorso per dirigente scolastico, viene confermata l’estrema instabilità delle certezze che il Governo dovrebbe invece rendere ai cittadini. Infatti, considerati tutti i precedenti ondulamenti, chi si fida più delle date che vengono annunciate?

Pubblicato il testo definitivo del PON “Per la Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento”

da La Tecnica della Scuola

Pubblicato il testo definitivo del PON “Per la Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento”

La programmazione 2014-2020, contrariamente al precedente PON, riguarderà con risorse diversificate, tutte le Regioni d’Italia. Oltre 3 miliardi di euro le risorse finanziarie disponibili

Il Miur ha pubblicato nei giorni scorsi il testo definitivo, approvato con Decisione del 17 dicembre 2014, del Programma Operativo Nazionale – Per la scuola competenze e ambienti per l’apprendimento, che consentirà alle scuole italiane di accedere alle risorse comunitarie, aggiuntive rispetto a quelle rese disponibili dal Governo nazionale, al fine di migliorare il sistema nel suo complesso.

Il PON interessa il settennio 2014-2020 ed è destinato a finanziare sia interventi di natura materiale, tramite il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), sia azioni immateriali, tramite il Fondo Sociale Europeo (FSE).

Il PON “Per la scuola” ha una duplice finalità: da un lato perseguire l’equità e la coesione, favorendo la riduzione dei divari territoriali, il rafforzamento delle scuole contraddistinte da maggiori ritardi e il sostegno degli studenti caratterizzati da maggiori difficoltà; dall’altro, promuovere le eccellenze per garantire a tutti l’opportunità di accedere agli studi, assicurando a ciascuno la possibilità del successo formativo e la valorizzazione dei meriti personali, indipendentemente dal contesto socio-economico di provenienza.

Diversamente dal passato, quando i PON erano destinati esclusivamente alle Regioni Obiettivo Convergenza (Puglia, Campania, Calabria e Sicilia), la programmazione 2014-2020 è destinata al potenziamento e al miglioramento, strutturale e qualitativo, delle scuole di ogni ordine e grado presenti su tutto il territorio nazionale.

In linea con le regole stabilite dalla Commissione Europea per il periodo di Programmazione 2014-2020, le regioni italiane sono state suddivise in tre categorie:

  • Regioni meno sviluppate – Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia
  • Regioni in transizione – Abruzzo, Molise e Sardegna
  • Regioni più sviluppate – Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Val d’Aosta e Veneto.

Gli interventi potranno essere finanziati su tutto il territorio nazionale, con un diverso grado di intensità sulla base delle risorse disponibili e in funzione dei fabbisogni locali legati al contesto scolastico e socio-economico di riferimento.

I diretti destinatari del PON sono:

  • Studenti a partire dalla scuola dell’infanzia fino alle superiori
  • Docenti
  • Personale della scuola
  • Adulti
  • Funzionari e dirigenti

Parte il nuovo Osservatorio per l’edilizia scolastica

da tuttoscuola.com

Parte il nuovo Osservatorio per l’edilizia scolastica

17 anni dopo l’ultima riunione, svoltasi nel 1998, riparte su nuove basi, concordate in Conferenza unificata, l’Osservatorio per l’edilizia scolastica. La riunione di insediamento è prevista per giovedì 18 gennaio pomeriggio al Miur.

La ripartenza dell’Osservatorio e dell’Anagrafe dell’edilizia sono un segnale chiaro di quanto il tema della sicurezza delle scuole stia davvero a cuore a questo governo“, sottolinea in una nota il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, che presiederà la riunione.

All’Osservatorio spetta un’attività di supporto nella programmazione e attuazione degli interventi di edilizia scolastica, soprattutto con lo scopo di armonizzare l’elaborazione del piano nazionale e dei piani regionali.

Che l’edilizia scolastica sia una priorità lo dimostrano non solo le parole, ma i numeri – aggiunge Faraone – Nel corso di quest’anno verranno aperti circa 1.600 cantieri per la messa in sicurezza di plessi scolastici e che rientrano nel capitolo di interventi #scuolesicure. Altrettanti saranno i cantieri di #scuolenuove. Si stimano poi quasi 600 interventi di efficientamento energetico e almeno 100 nuove scuole da realizzare con fondi Inail. Per quanto riguarda il filone #scuolebelle, entro la primavera del 2016, si interverrà per la manutenzione e l’abbellimento di circa 15.000 istituti“.